[M] Il Faro - Aronica Serena

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
Serena
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[M] Il Faro - Aronica Serena

Messaggio#1 » lunedì 15 giugno 2015, 23:39

Oltre lo spesso vetro dell'oblò, scruto il mare. La burrasca lo agita e lo rende una belva incontrollabile. Nella luce del colore dell'acciaio vedo onde schiumanti, rollare verso il fianco della nave.
Ho paura.
Sobbalzo ad ogni tuono gutturale e cerco appigli ovunque, quando il mare schiaffeggia la mia nave. Tutto intorno a me scricchiola, persino i miei denti. Decido che forse è più saggio rannicchiarmi in una angolo della cabina. Adocchio un pertugio tra un basso scrittoio e il letto e mi ci lancio. Mi accuccio e mi tiro lesta le ginocchia al petto. Raggomitolata e tremante chiudo gli occhi, mentre la nave sfida la tempesta, ed il mare urlante.
Quando lo scafo si lacera, in realtà non mi accorgo di nulla. E' un po' come quando ci si stira un muscolo, e solo con il passare dei minuti arriva il dolore pulsante. L'acqua gelida dell'Atlantico penetra riottosa dallo squarcio e dilaga. Quando si infila sotto lo spiraglio della porta della mia cabina, il panico mi addenta la gola. Mi alzo in piedi di scatto e mi schiaccio contro la parete. L'acqua mi lambisce le dita dei piedi. E' talmente fredda da farmi rabbrividire. Mi guardo intorno, mentre la luce dell'abat-jour inizia a vacillare, e già sento l'odore salmastro delle profondità marine. Quando la luce si spegne di colpo, l'intera nave tace. La sento inclinarsi sul fianco destro, ed emettere un cupo e basso rumore. Nel buio l'acqua mi sale di colpo alle caviglie e sento i piedi assiderarsi. Faccio l'unica cosa che in quel momento mi sembra sensata. Corro fuori dalla mia cabina.
 
Dalla scogliera, il vecchio faro getta la sua luce in mare. Nella sera che si appresta, il guardiano scruta l'orizzonte e vede una densa bruma levarsi dall'acqua. Si sistema il cappello di lana in testa e si liscia la barba bianca. I suo occhi colore del ghiaccio si fanno di colpo nuvolosi.
 
In un tripudio di legno marcio e viscide alghe, il mare mi restituisce alla terra ferma. Boccheggio e sputo acqua, mentre affondo con le mani nella sabbia fredda. A fatica mi metto in piedi, il gelo delle acque dell'oceano mi è entrato fin dentro le ossa. Un piedi avanti all'altro inizio a camminare. Dietro di me, tra i flutti tumultuosi la nave affonda.
Nel doloroso smarrimento in cui mi muovo, alzo gli occhi. I capelli fradici mi coprono il viso, ma non mi impediscono di scorgere la calda luce del faro. Ne faccio il mio filo di Arianna.
Giungo alla porta di legno e la spingo con una mano violacea. Mi trascino sempre più a fatica su per la spirale di gradini. Quando arrivo infine in cima, la luce mi avvolge e mi riscalda.
“Rose?” mi chiama una voce famigliare.
“Papà...” e mi getto verso le sue braccia.
 
L'uomo trattiene il respiro un attimo appena, mentre lo spettro gli si schianta contro. Un delicato vapore lo avvolge e gli fa lacrimare gli occhi. Poi tutto tace e la bruma si ritira.
Si volta appena verso il mare assassino e la luce del faro sembra vacillare. L'uomo accenna un sorriso e tira fuori un fiammifero.
Anche quello può bastare.



Gabriele Macchiarella
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Messaggio#2 » martedì 16 giugno 2015, 16:22

Bello! :)

Serena
Messaggi: 97

Messaggio#3 » martedì 16 giugno 2015, 16:41

Ciao Gabriele e ben approdato a Minuti Contati! Anche se molto conciso... grazie per l'apprezzamento! Sei nuovo... perciò ti spiego un momento il funzionamento! Devi commentare ogni racconto che fa parte del tuo gruppo (noi siamo i Morticia!), dando all'autore il tuo parere, il tuo gradimento, le tue perplessità e qualche consiglio. Il commento poi, deve comprendere almeno trecento battute. Una volta commentato tutti dovrai stilare la tua classifica personale e postarla con i commenti sotto il tread dell'antico... spero di essere stata esaustiva!!! Ciao!!!

Rossella_Stocco
Messaggi: 17

Messaggio#4 » martedì 16 giugno 2015, 18:58

Ciao Serena, questo racconto mi è piaciuto particolarmente. Penso che tra tutti sei riuscita a dare meglio il senso, almeno come l'ho inteso io, del tema del Contest. Ho apprezzato particolarmente la descrizione  della nave che affronta la bufera e poi perde la battaglia. Avrei evitato la parte relativa al vecchio che è al faro, perchè anche senza quella si sarebbe compreso comunque il messaggio. Ad ogni modo non stona. Bello.

Alexia
Messaggi: 125

Messaggio#5 » martedì 16 giugno 2015, 22:26

Mi hai conquistata mentre ti leggevo. La parte iniziale è intrisa di azioni, più che di emozioni, ma poi la tensione sale, il testo diventa più fluido e dinamico e la storia ti avvolge, e si fa sentire.
Forse la chiusa era superflua, nel senso che il testo avrebbe retto bene anche senza, ma a me è piaciuta, mi ha fatto tornare sul pezzo, e rileggere alcune frasi, e quando succede vuol dire che mi hai catturata.

Alexia B

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ceranu
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Messaggio#6 » mercoledì 17 giugno 2015, 23:05

Ciao Serena, ben trovata.
Bel racconto, gestito bene e scritto meglio. Tuo grande merito è aver rispettato alla perfezione lo “show don't tell”. Personalmente è una lezione da far leggere a chiunque non sappia cosa sia. Però devo dire che una cosa non mi è piaciuta, il cambio di PDV non mi sembra indispensabile. Dopo aver gestito alla perfezione tutto cambi per ben due volte punto di vista, quando potevi benissimo continuare il racconto in prima persona. Peccato, perché il racconto era quasi perfetto.
Ciao e alla prossima.

Gabriele Macchiarella
Messaggi: 38

Messaggio#7 » venerdì 19 giugno 2015, 18:04

Ciao Serena

Inizio col ringraziarti per le dritte ;)
Che altro dire, francamente anche tentando di trovare il fantomatico "pelo nell'uovo" fatico a criticare un racconto che reputo ben scritto. Ritmo incalzante e soprattutto mai noioso, cosa che in una storia reputo fondamentale. Penso che la noia del lettore sia la peggiore delle sconfitte per uno scrittore.

Non posso fare altro che farti i complimenti

andrea.viscusi
Messaggi: 44

Messaggio#8 » sabato 20 giugno 2015, 11:26

lo spunto del faro era uno dei più immediati per questo tema. anch'io l'avevo preso in considerazione (e il mio racconto è un po' una variazione di quello). considerato quindi che sei partita da un'idea abbastanza scontata, il risltato è sicuramente impressionante. niente di complicato, non ci sono particolari intrecci da scogliere e nemmeno rivelazioni finali. sì, ok, abbiamo un fantasma, ma quando si arriva a capirlo sembra che lo abbiamo sempre saputo, come il guadiano del faro. non fai nessun tentativo di sviare l'attenzione, tutto si svolge linearmente e col giusto ritmo. scrittura di buon livello, efficace anche nel contrasto tra le due narrazioni. ottima prova.

Francesca Nozzolillo
Messaggi: 59

Messaggio#9 » domenica 21 giugno 2015, 14:15

Ciao :) mi è piaciuto molto come racconto, mi sembra davvero ben scritto. Il ritmo è incalzante e le figure che usi per le tue descrizioni mi hanno davvero colpita. Fai sentire il freddo e l'angoscia, e il mare diventa quasi un altro personaggio, cosa che ho apprezzato. Trovo che il cambio di pov sia riuscito, non mi ha dato fastidio, anzi. L'unica cosa che però mi è poco chiara è la fine. Lei dunque è un fantasma? e il riferimento al fiammifero finale? puoi spiegarmi? :)

Comunque complimenti, perchè il tema è ben centrato e sei stata capace di descrivere benissimo la nave che affonda. Riuscire a riportare delle immagini come queste in pochi caratteri, senza diventare ridondanti o retorici, non è facile. Alla prossima :)

Serena
Messaggi: 97

Messaggio#10 » domenica 21 giugno 2015, 14:44

Ciao Francesca! Grazie mille per le osservazioni, sono felice di essere riuscita a dare spessore alle immagini, per me è molto importante. Si! Lei è uno spettro, annegata in questo naufragio.  L'uomo del faro è suo padre. Lui accende ogni notte la luce del faro per far si che sua figlia riesca trovare la  strada di casa e un giorno la pace. Il fiammifero è piú una metafora.... ovvero, che la luce della speranza puó brillare?comunque se esiste la volontà di farla risplendere!

 

marco.fronzoni
Messaggi: 19

Messaggio#11 » lunedì 22 giugno 2015, 17:32

Un brano che mi ha catturato per la tecnica di scrittura, in qualche passaggio addirittura eccessiva (tipo “un cupo e basso rumore”, dove forse bastava ‘cupo’ associato a un sostantivo più descrittivo rispetto a ‘rumore’).Comunque è stato un vero piacere lasciar scorrere sotto gli occhi il flusso di parole misurato, ben ritmato e lessicalmente appagante. L’appunto che muovo al racconto riguarda la struttura narrativa, dove secondo me c’è un’eccessiva sproporzione tra i due personaggi, purtroppo a sfavore del padre, figura che dal punto di vista emotivo invece, in forza del dolore della perdita col quale sarebbe più plausibile una potenziale immedesimazione del lettore, dovrebbe esserne il fulcro.

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antico
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Messaggio#12 » lunedì 22 giugno 2015, 21:29

Un racconto davvero notevole per due terzi e forse più del suo svolgimento. Le immagini sono forti e ben s'imprimono nella mente del lettore, vive. Ho qualche perplessità sul finale, ritengo che la figura del padre goda di meno spazio di quel che dovrebbe avere. Per come l'ho intesa, ogni tot quest'uomo si reca al faro (o è proprio il custode) e durante le tempeste rivive il dramma della figlia e il tutto giunge al suo apice nel momento in cui lo spirito di lei lo trapassa trasmettendogli un senso di vicinanza. Il fatto è che questo l'ho pensato io e poco mi giunge dalla lettura. Lo stesso fiammifero mi sembra accessorio, un evento secondario. Insomma, un cerchio quasi perfetto che però non si chiude al meglio. Curiosità: il nome di lei è Rose in omaggio al personaggio del Titanic di Cameron? Per me un pollice SU, non proprio su su, ma quasi.

tina.caramanico
Messaggi: 43

Messaggio#13 » martedì 23 giugno 2015, 14:53

La storia c’è e va tutto bene, fino all’ultimo paragrafo. Lì mi sono venuti alcuni dubbi: perché la luce del faro “vacilla” e il padre deve provvedere a fare luce col fiammifero? E’ chiaro che la luce non deve mai spegnersi per guidare il fantasma della figlia annegata, ma perché si spenga il faro non l’ho ben capito.
Un piccolo appunto formale: il “tuono gutturale” mi ha lasciata molto perplessa.

gloomy97
Messaggi: 13

Messaggio#14 » mercoledì 24 giugno 2015, 1:08

Ciao serena,
Ho trovato il tuo racconto molto scorrevole e chiaro. Utilizzando uno stile non troppo complesso hai ricreato una perfetta descrizione di ciò che stava accadendo alla nave e alla protagonista.
L'unico cambiamento che farei (tenendo presente che abbiamo un numero limitato di caratteri) consiste nel tagliare un po' la parte iniziale per poter ampliare il finale.
Buona fortuna
Gaia

torpedocolorado
Messaggi: 53

Messaggio#15 » mercoledì 24 giugno 2015, 10:57

Ciao Serena! Un racconto davvero ben scritto, scorrevole e piacevole. L'unico cruccio è davvero il finale: ho dovuto leggere i commenti degli altri per capirlo appieno. L'idea è stupenda e lascia spiazzati: davvero un fantasma?! O il ricordo di lei da parte del padre...e quel fiammifero alla fine se speso meglio (dosando meglio la parte iniziale in nave) poteva lasciare quel tocco magico che accompagna tutto il racconto. Per il resto: ottima scansione e cambi prospettiva perfetti!!!

Sybilla Levanti
Messaggi: 142

Messaggio#16 » venerdì 26 giugno 2015, 20:34

Racconto gradevole e con quel tocco di horror che non guasta. Mi ha fatto sovvenire alla mente qualcosa di Poe e un pizzico di Lovecraft. La sola cosa che non ho apprezzato molto è la parte finale, lo spazio che hai riservato al padre lo trovo stiracchiato e poco incisivo, dato che a lui spetta il compito di tenere viva la luce per indicare la via allo spettro della figlia.

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