[T] Gli inquilini del buio - Angelo Frascella

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
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angelo.frascella
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[T] Gli inquilini del buio - Angelo Frascella

Messaggio#1 » martedì 16 giugno 2015, 0:03

Pedalo da ore, i muscoli mi chiedono di rallentare e, poiché non li accontento, decidono di farlo per conto loro. Non appena l’illuminazione inizia a calare, Ciro mi urla: “Sei stupido, Elio? Vuoi che gli inquilini del buio ci inghiottano?”
Mi sforzo, ma le gambe non obbediscono. Elena, invece, sembra ancora fresca, nonostante abbia sette anni contro i miei nove. Ma la mia promessa sposa è sempre stata più robusta di me.
“Omar, dagli il cambio” mi concede Ciro. Elena scuote la testa con disprezzo e, per sottolineare il concetto, sputa per terra. Non saremo mai una bella coppia. Io amo Nadia, ma Ciro l’ha scelta per sé. Il figlio di due piccoletti come voi sarebbe un fuscello inutile, mi ha detto.
Guardo i miei compagni, raccolti attorno alla lampadina. Alcuni dormono, altri siedono in silenzio. Ai margini della zona d’ombra, Apollo osserva, con occhi socchiusi, la moglie allattare la loro bimba. Gli mancano un paio di mesi alla maggiore età, ma l’intolleranza alla luce è già cominciata. Sta quasi tutto il giorno nascosto sotto una coperta. È lui che si è preso cura di me, quando i miei sono diventati parte delle ombre. Fra poco toccherà a lui.
Gli siedo accanto, cercando di non pensare a quanto è vicino il buio.
“Come stai oggi?”
“Bene” la voce somiglia, sempre di più, al raspare di una sega, “almeno finché guardo mia figlia. La chiameremo Maria Sole, sai? Quando sarà adulta, lei non diverrà parte dell’ombra.”
Vorrei abbracciarlo, ma la sua pelle è fredda come una notte d’inverno, così mi limito ad annuire.
In quello stesso istante la luce diviene fioca. Faccio in tempo a vedere Elena che si accascia sul sellino, prima che tutto diventi buio. Aliti freddi mi passano accanto, rapidi. Spero non tocchi a me. Sento un urlo e quando la luce ritorna, la moglie di Apollo è in lacrime e le sue braccia sono vuote.
“Maria Sole!” geme Apollo, gettandosi nelle tenebre.
Con lo sguardo, cerco Ciro: è l’unico che potrebbe aiutarlo, ma ha preso il posto di Elena che giace, svenuta, ai suoi piedi.
Senza pensarci, allora, mi getto all’inseguimento del mio amico. Nadia mi chiama, ma è troppo tardi, non vedo più nulla e mi sento afferrare per un braccio. Una mano gelida. Un odore che conosco.
“Elio, che fai qui?”
È la voce di mio padre. Vorrei aggrapparmi a lui e non mollarlo più, ma dico solo: “Volevo aiutare Apollo.”
“Lui si sta trasformando e inizia a vedere al buio, ma tu sei alla mercé dei nemici.”
Ho da chiedergli tante cose, ma la più urgente ha la precedenza: “Chi sono i nemici, papà?”
“Non l’hai capito? Adulti, come noi, ma di altre tribù.”
“Perché ci rapiscono?”
“I più forti rafforzeranno le tribù dei loro figli. Con gli altri, li nutriranno.”
Ecco da dove arrivano i nostri pasti: uno spasmo mi scuote le viscere. La mano gelida di papà mi accarezza la testa e mi spinge verso il cerchio di luce.
Appena sono in salvo, Nadia mi abbraccia. “Io non diventerò parte del buio, vero?” le dico con voce spezzata.
“Certo che no. I tuoi lo sapevano. Per questo ti hanno chiamato Elio.”



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Daniele_picciuti
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Messaggio#2 » martedì 16 giugno 2015, 17:30

Diamine,  che racconto. Davvero molto complesso, troppo per questi pochi caratteri. La storia mi attira, la trovo avvincente, ma soffre il poco spazio a disposizione e rimane, a mio avviso, un po' ermetica. Mi rimangono delle domande, ci sono cose che non trovo chiare. Questo è un peccato, ma è una delle trappole di Minuti Contati. Ti faccio però i complimenti per il coraggio, resta un lavoro assolutamente valido. E spero, anzi, di leggerlo ampliato magari in qualche altro ambito. :)
Il mondo che ho creato non è solo parte di me, ma esiste, come esiste la fede.

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Flavia Imperi
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Messaggio#3 » martedì 16 giugno 2015, 19:08

Concordo, questo racconto ti proietta subito nell'ambientazione senza inutili spiegazioni. E' un signor racconto, peraltro dagli elementi originali e la trama complessa. Soprattutto l'ultima parte però è compatta, quasi riassunta. La spiegazione veloce del padre, trapela la fretta - giustamente - di concludere. Avrei volentieri continuato a leggerne una versione più lunga. Ottimo lavoro comunque.
Siamo storie di storie

Alice Gibellini
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Messaggio#4 » martedì 16 giugno 2015, 23:23

C'è aderenza al tema, la storia è molto particolare e interessante, da leggere con estrema attenzione per potersi concentrare sui diversi personaggi (numerosi per essere un racconto breve) e le dinamiche. Mi sarebbe piaciuto conoscere qualcosa in più della storia, dati gli spunti. Il punto di forza è l'aver creato un microcosmo con proprie leggi e personaggi che lo rappresentano, anche se il finale somiglia più a un inizio anziché a una conclusione.

Simone Cassia
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Messaggio#5 » mercoledì 17 giugno 2015, 11:27

Ammettilo, è il prologo di un romanzo a cui stai lavorando. Ovviamente scherzo, però complimenti, in 3000 caratteri hai montato su una storia di quelle che ti prendono alla grande. Certo restano tanti perché e la curiosità che galoppa a mille quando finisci di leggere e questo non so se è del tutto un bene per un racconto breve. L’aderenza al tema non è esplicitata ma sembra essere legata alla necessità dei protagonisti di rimanere vicino alla luce (un falò?) per sopravvivere. In definitiva è uno scritto estremamente valido ma soffre di un’ambientazione sconosciuta al lettore, che si palesa come può in brevissimo tempo, ma che non c’è modo alcuno di approfondire in così poco spazio.

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angelo.frascella
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Messaggio#6 » mercoledì 17 giugno 2015, 14:49

Grazie a tutti per i commenti.
E' inevitabile, mi sembra, che debba riprenderlo in mano per allungarlo (un racconto lungo? un romanzo? Vedremo...)

A tal fine chiedo a Daniele (ma anche agli altri): quali sono le domande rimaste in sospeso? (per capire se fanno parte degli elementi sottaciuti o di quelli che credevo si dovessero intuire dal testo).

@Simone: in effetti la luce è quella della lampadina che illumina la notte dei ragazzi (che, non so se è chiaro, viene alimentata dalla dinamo delle biciclette che sono costretti a pedalare per non rimanere al buio), ma anche quella della speranza di ciascun genitore che il proprio figlio, divenuto adulto, possa sfuggire al destino del buio...

Simone Cassia
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Messaggio#7 » mercoledì 17 giugno 2015, 15:13

Si, Angelo, hai ragione, è abbastanza chiaro solo che ho scritto il commento oggi mentre avevo letto il racconto ieri prima di andare a letto e mi era rimasta impressa la necessità di stare attorno alla fonte di luce, qualunque essa fosse. Chiedo scusa per l'imprecisione. Fondamentalmente le domande che mi sorgono sono tutte inerenti l'ambientazione e su cosa comporti diventare "parte del buio." Esistono già soggetti che rimangono umani nonostante il raggiungimento della maggiore età oppure se è una di quelle speranze che si diffondono per mantenere viva la speranza nel futuro? Perché la mutazione è intesa come una cosa negativa se comunque coloro che lo diventano rimangono membri attivi della tribù? Avrebbe senso che la mutazione fosse accolta come un passaggio alla maggiore età anche se forse si evince l'incapacità di concepire nuovi bambini da mutati. Avere nomi legati al sole o alla luce ha un qualche effetto? Riuscirà Elio a rimanere umano? Da cosa è generata questa nuova condizione dell'umanità? Tante domande :D

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angelo.frascella
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Messaggio#8 » mercoledì 17 giugno 2015, 15:24

Grazie, Simone.

Le tue domande sono legittime e a molte di esse non vi è risposta nel testo... in pratica mi hai scritto l'indice del futuro romanzo ;)

Aggiungo solo una nota: l'idea degli adulti nel buio e della paura di entrarne a fare parte ha comunque un valore simbolico, in questo racconto. All'inizio la frase che Elio diceva a Nadia era "io non diverrò mai adulto, vero?", poi l'ho cambiata. Inoltre, chi entra nel buio è vero che partecipa a suo modo alla sopravvivenza dei bambini, ma è costretto a "sporcarsi le mani" ed è fisicamente impossibilitato a rapportarsi con i propri figli (tranne casi particolare in cui uno di loro, come fa Elio, si tuffi nell'ombra e non venga ucciso dai nemici...)

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Daniele_picciuti
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Messaggio#9 » mercoledì 17 giugno 2015, 16:12

@Angelo: C'è tutto un mondo di cui non sappiamo niente, innanzitutto se è il "nostro" mondo cambiato oppure un altro luogo nell'universo - o in altra dimensione - e poi come avviene il mutamento da essere creature della luce a esseri del buio, perché accade proprio al passaggio nell'età adulta, perché alcuni sì e altri no, perché Elio non lo diventerà.
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eleonora.rossetti
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Messaggio#10 » mercoledì 17 giugno 2015, 17:52

Ciao Angelo, bentrovato!

Concordo con Daniele, qui c'è davvero tutto un mondo dietro. Quando ho visto parlare di luci, ombre, il pericolo delle tenebre e di persone "prese dal buio" ho sentito una vaga assonanza col mio Cacciatore di Ombre ^^"

Tornando al tuo racconto: in effetti quanto hai progettato è veramente molto complesso, e sta stretto nel pochissimo spazio a disposizione. Ciò non significa che la resa ne abbia risentito, a parte il pezzo finale che, come altri ti hanno già fatto notare, sembra una chiusura un pochino frettolosa con una spiegazione troppo rapida da parte del padre. Avrei sacrificato qualche dettaglio (es. la parte sulla promessa sposa, sul fatto che lui amasse la bimba già presa da Ciro) per un pochino di dialogo in più. Forse è stato l'affanno di descrivere questo mondo con precisione che ti ha obbligato a sacrificare un po' di "storia". Il mio giudizio è di sicuro positivo, sarei curiosa di vedere sviluppato questo pezzo quantomeno in forma di racconto lungo ;)

 

 
Uccidi scrivendo.

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marco.roncaccia
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Messaggio#11 » mercoledì 17 giugno 2015, 18:40

Ciao Angelo,
Vedo che sei passato dal lato oscuro della forza! Il racconto, come ti hanno fatto notare altri, ha delle zone d'ombra (scusami .... Non ho resistito). Nel senso che non credo di essere arrivato a una comprensione esaustiva di ciò che avviene e soprattutto delle regole che governano il mondo che ci proponi. Però devo dire che l'idea la trovo affascinante e la tua scrittura mi ha tenuto incollato al testo anche se sono rimasto con domande irrisolte. Forse hai immesso troppi personaggi e nomi che sommati all'ambientazione fuori dal comune alla fine lasciano un po' interdetti. Insomma sono sicuro che con un maggiore respiro (3000 battute per la storia che vuoi raccontare mi sembrano poche) il tutto sarebbe più armonico e lineare.

Fernando Nappo
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Messaggio#12 » lunedì 22 giugno 2015, 16:00

Ciao Angelo,
il tuo racconto, dalle marcate venature fanta-horror, è davvero ricco di spunti e lascia ampio spazio all'immaginazione, ma, come molti prima di me ti hanno fatto notare, mette davvero troppa carne al fuoco per i pochi caratteri concessi. Ci sono molti punti che richiederebbero un approfondimento: perché si trasormano al raggiungimento della maturità, per esempio. Perché Elio non si trasformerà? Può il solo nome impedire la trasformazione o Elio ha qualche altra caratteristiche che lo rende immune?
Riguardo allla questione del cibo, per come lo racconti, sembra che i ragazzi trovino, in qualche modo, pasti pronti da consumare e non si siano mai chiesti prima da dove provengano né chi glieli prepari.
In definitiva, mi pare un ottimo spunto per un racconto lungo o un romanzo.
Bella fantasia, comunque, complimenti, e buona aderenza al tema.

carolina.pelosi
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Messaggio#13 » martedì 23 giugno 2015, 13:27

Ciao Angelo.
Un racconto senza dubbio interessante e coinvolgente. Il ritmo è incalzante e ti tiene incollato allo schermo. Ci sono tanti dettagli, tanti elementi, che ingigantiscono la storia e forse si, come hanno già detto gli altri, lo spazio è troppo ristretto, per una storia del genere.
Non posso negare però che mi piace l’intreccio e quello che vuoi raccontare, ho apprezzato tanto anche la frase finale legata al nome. Sono sicura che con uno spazio maggiore sarebbe venuto fuori un gran bel lavoro, davvero.

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Linda De Santi
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Messaggio#14 » martedì 23 giugno 2015, 21:24

Ciao Angelo! Bel racconto, sicuramente (come hanno già notato altri) avrebbe reso meglio con un po' di caratteri in più a disposizione, ma nel complesso il risultato è ottimo. Mi piace l'atmosfera ansiogena che si crea e mi piace anche questo mondo sotteso che sfiora a malapena la superficie della narrazione. Stile scorrevole e accattivante e tema rispettato. Complimenti! :)

Omaima Arwen
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Messaggio#15 » mercoledì 24 giugno 2015, 15:30

Ciao Angelo,
il tuo racconto mi ha attratta molto! Hai uno stile di scrittura davvero accattivante e scorrevole. Possiedi inoltre grande fantasia. Ci sono molti punti, però che avrebbero bisogno di qualche approfondimento. Sono sicura che se i caratteri concessi sarebbero stati di più, saresti riuscito a scrivere un capolavoro!

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angelo.frascella
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Messaggio#16 » giovedì 25 giugno 2015, 12:26

Grazie a tutti per i commenti.

Permettetemi una spiegazione, visto che più di una persona mi ha chiesto perché Elio non si trasformerà... In realtà qui e lì nel racconto è presente l'idea che i genitori diano ai figli nomi che hanno a che fare con la luce, perché ogni genitore spera che il proprio figlio possa salvarsi da quel destino di oscurità.
In particolare lo dice Apollo ("La chiameremo Maria Sole, sai? Quando sarà adulta, lei non diverrà parte dell’ombra"). Nella prima versione era anche più esplicito, ma la necessità di tagliare ha reso questo dettaglio più nascosto e così l'idea di è risultata criptia.
In ogni caso anche Apollo si chiama come il dio del Sole ma si sta trasformando e lo stesso vale per Elio, chiamato così perché i suoi genitori, come tutti gli altri, non sono immuni alla speranza, nonostante sia contraria all'evidenza...

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antico
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Messaggio#17 » sabato 27 giugno 2015, 16:04

Racconto molto affascinante, ma minato dal troppo non detto. Sembra uno studio preliminare per qualcosa che verrà e in questo devo dire che ha superato in pieno l'esame. Dovendolo valutare all'interno di questa cornice (contest e tema relativo) non posso non fare notare la sua sostanziale incompletezza, nel senso che nulla si sa di quanto è accaduto e poco del perché. Il resto funziona tutto alla meraviglia e anche la breve gita nelle ombre del protagonista è foriera di (poche) risposte e (tante) nuove domande, tutti gli ingredienti per un romanzo di successo insomma. Pollice NI per tutto ciò che rimane in ombra, ma lievemente puntato verso l'alto per tutto ciò che fa (ben) sperare. In caso di tuo mancato passaggio del turno ti attendo nel laboratorio, ritengo che 2000 caratteri in più dovrebbero essere più che sufficienti per dargli un senso di maggior compiutezza limitatamente alla sua forma racconto.

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