[V] C'è troppo peperoncino su questa pizza

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
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alessandra.corra
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[V] C'è troppo peperoncino su questa pizza

Messaggio#1 » martedì 16 giugno 2015, 0:06

“C'è troppo peperoncino su questa pizza” disse Carla buttando giù l'ultimo sorso di birra.
Poco abituata all'alcool la testa aveva preso a girarle e si sentiva inquieta. Ivo la guardava con il solito riguardo.
 
Erano diversi anni che si conoscevano. Affiancati non appena entrati nell'organizzazione XI ne avevano passate di avventure. Una vita di certo non monotona, tutt'altro; ma la cosa che più li rendeva fieri era la loro solida lealtà.
Almeno fino alla sera precedente quando lui le aveva rivelato che era arrivato al capolinea. Stufo di essere legato alla fazione aveva deciso di riappropriarsi della sua libertà. Aveva contattato delle persone affidabili dall'altra parte del mondo che lo avrebbero nascosto per un po'. Non era impossibile cambiare identità e ricominciare a vivere una vita normale. Sarebbe partito di lì a pochi giorni. Lei lo avrebbe accompagnato in quel viaggio?
Carla, presa alla sprovvista, aveva annuito facendogli intuire che avrebbe approvato il progetto.
Andrea era il migliore amico che mai avesse avuto, l'idea di perderlo le dava le vertigini e la sua idea era molto allettante, ma sentiva anche che sarebbe stato impossibile offendere i suoi compagni di lotta. Aveva prestato giuramento alla causa comune; in fondo, era una questione di onore.
Aveva passato la notte insonne valutando i pro e i contro di quella situazione. E al mattino l'aria era sudicia come la decisione presa.
 
Finalmente erano usciti dal locale.
Fuori aveva iniziato a nevicare. Lei, barcollando sui tacchi, si era fermata accanto un lampione mezzo rotto e aveva guardato l'ora. Mancava poco.
“Dovevi impedirmi di bere, l'alcool mi rende triste. La colpa è tua. Dovresti avere più fermezza nelle cose, e non fidarti troppo di me” disse fregandosi le mani sugli occhi, per nascondere le lacrime.
“Ma se con me sei sempre stata contenta. Lo dici sempre: anche le cose più difficili insieme diventano meravigliose. Sai cos'è che tanto ti ha innervosita? Quel peperoncino. Ecco, cos'è stato. Altro che l'alcool” - e rideva.
Perché non capiva? Perché faceva l'idiota e negava la realtà?
Si sentì un rumore di passi poco lontano, qualcuno si stava avvicinando, ma tra i fiocchi gelati non si vedeva nulla.
- Sono ancora in tempo, pensò Carla, possiamo ancora andarcene, fuggire per queste strade di ghiaccio ed essere felici, perché no?
Invece, incapace di muoversi, lasciò che le ombre, apparse all'improvviso in mezzo alla foschia, accerchiassero Andrea. E non mosse un dito nemmeno mentre lo portarono via, trascinandolo sotto la luce di quell'unico lampione acceso nella via.
Sotto quel barlume di luce si decise parte del loro destino e, quel riverbero luminoso, non si sarebbe mai più spento dentro di lei.
Per anni si tormentò chiedendosi, senza mai trovare risposta, cos'era stato più importante: quell'appuntamento mai realizzato o la fedeltà a legami che suggellati nel tempo le avevano fatto negare anche l'affetto più caro?




alexandra.fischer
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Messaggio#2 » mercoledì 17 giugno 2015, 8:56

C’E’ TROPPO PEPERONCINO SU QUESTA PIZZA di Alessandra Corrà. È una storia che contiene la metafora del perdersi di vista. La protagonista sta infatti vedendo allentarsi il legame con Andrea (fino alla misteriosa scomparsa finale dell’uomo, fra le ombre). Il tema conduttore sono le lacrime della ragazza, la quale fa credere all’amico (forse anche qualcosa di più) di essere in preda al pianto alcolico per colpa di una pizza troppo piccante. Così andrebbe bene, ma hai messo troppi elementi che io toglierei, se fosse il mio racconto: l’allusione all’Organizzazione XI, o la spieghi meglio (facendo poi rapire Andrea da qualche affiliato, magari) o la togli : non possono essere soltanto colleghi di lavoro…precario?
Attenta a: delle persone affidabili; meglio persone affidabili; appuntamento mai realizzato, direi appuntamento mai fissato.

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Vastatio
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Messaggio#3 » giovedì 18 giugno 2015, 22:56

Ciao, sarò brutalmente sincero: non mi piace. Non mi piace non perché sia scritto male, ma perché tocca un argomento che per me è granitico: la lealtà verso gli amici. E ammettere che in solo 3000 caratteri sei riuscita a irritarmi è seccante. Brava.

Un po' tirata la frase per essere "in linea" col tema.

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Flavia Imperi
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Messaggio#4 » giovedì 18 giugno 2015, 23:56

Ciao Alessandra!

La prima parte l'avrei messa sotto forma di dialoghi, visto che si prestava. Dell'organizzazione si capisce che sia una sorta di regime, soprattutto dal finale, ma forse avrei approfondito con qualche informazione in più, dato che è importante per l'ambientazione.

La storia non è male, forse un po' troppo "raccontata", motivo per il quale non sono riuscita a entrare in empatia con i personaggi. Il finale secondo me era perfetto con lui che va via, senza i commenti dopo: il rimorso di lei si intravede già dal nervosismo prima dell'accaduto (la parte che ho apprezzato di più), quindi le ultime frasi risultano un po' pesanti e superflue.

Attenzione al punto di vista, nella prima parte c'è un po' di confusione: sembra il punto di vista di lui, ma poi ad esempio dici che Carla è "presa alla sprovvista". Bisogna sempre cambiare paragrafo per cambiare punto di vista.

Qualche pecca tecnica, ma il racconto è interessante, anche se amara. Amarissima!

 
Siamo storie di storie

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antico
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Messaggio#5 » domenica 21 giugno 2015, 12:39

Essere se stessi o annullarsi per l'altro? E dove finiscono i confini dell'uno e iniziano quelli dell'altro? Una riflessione sul rapporto di coppia, sul rapporto con se stessi. Credo che il fare il nome dell'organizzazione non aiuti. E neppure fare quello dei protagonisti, avresti dovuto mantenere il tutto all'interno di un'indefinita nebbia e allora sì che avresti raggiunto al massimo il tuo scopo. Sempre seguendo la linea della mia interpretazione, qui la luce che non si spegne mai è quella rivolta, anche qui, su se stessi o sul rapporto con l'altro, in sostanza la luce che illumina una via oscura per tutti e che solo scelte difficili possono portare a percorrere. Ma appunto, dove puntarla questa luce? Pollice ni perché credo sia necessaria ancora una certa inquadratura, ma il racconto è potenzialmente di valore più che buono. Nel caso tu non riesca a passare il turno, ti attendo nel laboratorio.

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AmbraStancampiano
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Messaggio#6 » domenica 21 giugno 2015, 17:41

Ciao,

il tuo racconto mi ricorda a tratti alcune vecchie storie di spionaggio lette sui "segretissimo" dei miei genitori.

Trovo interessante il punto di vista della traditrice che si ritrova a vendere il suo migliore amico/compagno per lealtà ad una causa che lui vuole abbandonare, e sta bene anche il rimorso per questa azione anni dopo, anche se tagliare quando le ombre circondano Ivo avrebbe dato un finale ad effetto bomba.

Non mi convince il fatto che manchi un qualsiasi aneddoto sulla vita insieme dei due protagonisti; parli molto del loro rapporto, ma senza raccontarcelo davvero; stessa cosa per l'organizzazione, la causa ed il mondo in cui si svolge questa vicenda.

Non ho capito l'attinenza al tema: la luce che non si spegne mai è il rimorso di lei?
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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beppe.roncari
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Messaggio#7 » lunedì 22 giugno 2015, 11:51

Ciao Alessandra, ben trovata.
Ho fatto fatica a leggere il tuo racconto e a empatizzare con i personaggi. Ho ragionato e forse il problema non è solo nel troppo raccontato e nel poco mostrato ma sulla centratura del “tono” del racconto.
Già il titolo lo trovo sbagliato, sembra un racconto di amicizie adolescenziali leggero, o da piccola comedy amorosa, che poco si sposa con la drammaticità di un tradimento in nome di un’organizzazione misteriosa (para-fascista?).
Comunque, se trovi la tua voce e il giusto tono, puoi tirare fuori molto di più dal tema della storia, che è forte.
Ciao!

Luigi_Locatelli
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Messaggio#8 » lunedì 22 giugno 2015, 17:00

Il racconto è scritto bene e si arriva alla fine, in modo lineare e chiaro. Sinceramente non ho capito molto l'attinenza del titolo con il racconto. (tieni presente che il titolo in racconti così brevi è l'11° uomo in campo) Forse mi è sfuggita l'importanza del peperoncino della pizza, ma questo non influenza il mio giudizio. L'idea di fondo mi sembra buona. Qualche problema, secondo me, lo trovo nello svolgimento. In modo particolare, mi sembra un po' pesante lo spiegone iniziale che dura metà racconto. Quello lo rivedrei cercando un modo alternativo per introdurre i fatti. Magari un dialogo tra i due mentre mangiano e ricordano, lasciando cose non dette o dette a metà. Forse dovrebbe emergere di più il sentimento tra i due.

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patty.barale
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Messaggio#9 » mercoledì 24 giugno 2015, 11:30

Ciao Alessandra e ben trovata!
Dunque, parto dalle cose spicciole:
-Ivo diventa Andrea
-Nella prima parte c'è penuria di virgole
-"l'idea di perderlo [...] la sua idea era molto allettante": troppe idee ravvicinate!
A parte questo, mi sembra che anche nel tuo caso la taglia XS di Minuti Contati vada stretta!
Non ho capito cosa sia l'organizzazione di cui fanno parte, non ci dici nulla di ciò che ha legato così profondamente i due amici e che possa farci sentire tutto il sapore amaro del "tradimento" di Carla e anche la luce che non si spegne mai mi pare un po tirata per i capelli!
Mi dispiace, perché si intuisce una storia complessa dietro le tue righe, una storia che, probabilmente, con un maggiore respiro, potrebbe arrivare meglio al lettore.
Alla prossima!
:-)

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Gian de Steja
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Messaggio#10 » giovedì 25 giugno 2015, 10:09

Allora, l’idea di fondo non è male e anche il modo in cui l’hai scritto. La storia scorre e tutto sommato si dipana bene verso il finale che comunque è abbastanza telefonato. Quello che stona è la forzatura del tema della luce che secondo me qui è proprio tirato per i capelli e anche il titolo che, onestamente, non lo capisco proprio.
"L'aria sarà sempre troppo carica di qualcosa. Il vostro corpo sempre indolenzito o stanco. Vostro padre, sempre troppo ubriaco. Vostra moglie sempre troppo fredda. Avrete sempre una qualche scusa per non vivere la vostra vita." C. Palahniuk

viviana.tenga
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Messaggio#11 » giovedì 25 giugno 2015, 11:41

Ciao Alessandra,

L'idea di base del tuo racconto è senz'altro interessante, purtroppo rimane tutto troppo abbozzato e raccontato anziché mostrato. Come prima cosa, l'ambientazione: si capisce che siamo in un futuro non meglio definito, citi un'organizzazione XI, ma sembrano tutti dettagli buttati lì solo per tenere su la trama, il tutto rimane vago e fumoso. Il problema maggiore è però sul rapporto di amicizia tra i due protagonisti, che viene raccontato ma mai messo veramente in scena, e questo ostacola l'immedesimazione del lettore, nonostante una scena finale (quella in cui portano via Andrea) molto forte. La frase finale mi è invece sembrata un po' forzata, una riflessione che era meglio lasciare implicita ma scritta per mettere l'accento sull'immagine legata al tema.

In conclusione, un racconto con delle buone potenzialità, ma che aveva bisogno di molto, molto più spazio.

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