[V] the promise - never

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
never
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[V] the promise - never

Messaggio#1 » martedì 16 giugno 2015, 0:13

Manchi.

Manchi come può mancare un pezzo di cuore, come il respiro mozzato dopo che hai corso troppo forte, ma a me il fiato non torna.

Come può mancare un sogno quando ti svegli prima che finisca, e vorresti solo tornare a dormire per poter ricominciare a sognare.

Ma non ci riesco mai. A ricominciare, dico.

Dolce amore di mille anni fa, posso vivere senza di te?

Io non ne ho voglia. Non ho voglia di cercare la forza dentro come mi hai insegnato. Non voglio neanche pensare, ora. Stasera guarderò le stesse stelle che ribattezzavi coi tuoi nomi fantasiosi quando, un po' brilli, ce ne stavamo a guardare quel prato nero che fioriva al contrario. La mia testa sul tuo petto. La canzone del tuo cuore che cambiava quando ti sfioravo. E mi promettevi che non mi avresti lasciata mai.

Mi raccontavi la mia vita come una favola sempre nuova e meravigliosa. Ed io col naso all'insù cercavo con te la Costellazione dei Muffin alla Fragola. Il Panda Pigrone. La Ragazza che Sorride.

Maledetto bastardo, l'avevi promesso.

Non ti lascerò mai.

Bugiardo.

Sono qui ora, seduta sul marmo freddo che porta inciso il tuo nome, e guardo quello che dovrebbe essere lo stesso cielo, raggomitolata con le braccia intorno alle gambe, e quasi non mi accorgo del freddo. La Ragazza, qualunque sia il suo nome, non sorride più. Non sorriderà mai più.

Ho bisogno di te.

E tu non ci sei. E non ci sarai, e tutte le canzoni continuano a parlare di te e non so più nemmeno piangere ed ogni giorno sembra solo un'altra notte che muore, ogni alba una maledizione, da quando sei andato via.

Una. Lenta. Agonia.

Da quando non ci sei non riesco più a mangiare, sono sempre stanca e dormo male. Non trattengo il cibo e gli abbracci che erano solo tuoi ora sono riservati esclusivamente alla tazza del water.

Credo di essere troppo debole; somatizzo tutto, lo sai.

Non ho abbastanza forza per vivere. Vivere senza di te.

Vivere davvero, e non sopravvivere.

Chissà, magari continui a portarmi fortuna da dove sei e sono davvero malata.

Magari, tra poco ti raggiungo.

Tre giorni fa mio fratello è venuto a trovarmi e mi ha beccata a dialogare con la tazza del cesso a suon di conati. Mi ha presa di peso e portata dal medico.

Ora sono qui, ho in borsa i risultati.

Ho aspettato ad aprire la busta, volevo essere qui con te quando scoprirò che tra poco ti raggiungerò.

 

"Gentile signora Z,

siamo lieti di comunicarle che i suoi valori sono tutti nella norma. Tranne una leggera disidratazione, l'unica nota rilevante è che lei è incinta.

Aspetta un bambino!

Congratulazioni, Studio Medico X".

 

*******

 

La ragazza scoppiò in lacrime, stringendo al petto quel pezzo di carta, e pianse e pianse e poi rise, e all'improvviso non ebbe più freddo, ma nemmeno se ne accorse.

Come non si accorse di quella figura luminosa che, alle sue spalle, la guardava, struggendosi per non poterla abbracciare.

 

”Te l'avevo detto, che non ti avrei lasciata mai.

Questo è il meglio che sono riuscito a fare.

Ti amo”.

 

 



alexandra.fischer
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Messaggio#2 » mercoledì 17 giugno 2015, 9:04

THE PROMISE di Never Ciao. Piacere di conoscerti. Un appunto: perché il titolo in inglese? Se la parola straniera non ricorre nel testo, perché non usare l’italiano? Il racconto è molto struggente nel finale e sorprende il lettore fin dall’inizio. Dapprima sembra di leggere il solito bollettino di guerra dell’amore finito fra adolescenti (vedi le costellazioni ribattezzate da Lui: la Costellazione dei Muffin alla Fragola, il Panda Pigrone, la Ragazza che Sorride), ma c’è qualcosa di più doloroso (il nome di Lui sulla lapide di marmo), dunque, è morto, ma ha lasciato alla sua ragazza qualcosa di se stesso, una scintilla di vita. Inconsueta l’immagine: dialogare con la tazza del cesso.

never
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Messaggio#3 » giovedì 18 giugno 2015, 11:24

Ciao, piacere mio :)

il titolo in inglese è un qualcosa di ricorrente nelle cose che scrivo, anche quando il testo vero e proprio non contiene elementi anglofoni. Fa semplicemente parte del mio modus scribendi, per motivi che non sto qui a spiegare :)

la discrepanza tra la prima parte del testo, ingenua, quasi banale, è voluta, un escamotage per dare più forza al piccolo plot twist finale ;)

lo so, la parola 'cesso’ non è molto carina, ma quando ci vuole... :P

grazie per aver scritto!

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Vastatio
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Messaggio#4 » giovedì 18 giugno 2015, 11:48

Ciao, un po' imbarazzante da dire ma il finale mi ha commosso (ma la colpa è che sono da pochi anni papà). Mi è piaciuto molto il modo con cui l'attenzione del lettore è sempre puntata a ricercare le cause del malessere nello stato "emotivo" della protagonista. Anche se una parte del cervello ti suggerisce che il vomito potrebbe essere dovuto a una gravidanza (viene rimarcato due volte il rapporto di amicizia col "cesso" e a tutti i sintomi tipici della gravidanza) in un modo o nell'altro l'attenzione viene sviata sempre per tornare a puntare sulla depressione. Quindi la sorpresa finale, almeno nel mio caso, ha funzionato molto bene.
Il fantasma finale non so se è stato messo per aggiungere ancora più "effetto lacrima" o per cercare di dare un appiglio ulteriore al tema della luce che non si spegne mai, che sinceramente faccio un po' fatica a identificare se non per i riferimenti al fantasma, al gioco delle costellazioni o alla "nuova vita".

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beppe.roncari
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Messaggio#5 » venerdì 19 giugno 2015, 14:36

Ciao @never, ben trovata!
Una bella storia, hai trovato il momento giusto per mettere in bocca alla protagonista, nel suo dialogo interiore, la frase "Maledetto bastardo, l’avevi promesso." e poi a ribaltare la situazione. Se n'è andato ma senza colpa. È morto.
Funziona leggermente meno bene, perché un po' si intuisce in anticipo, ma comunque apprezzabile, la sorpresa del fatto che il suo disagio è propriamente fisico e non (solo) interiore.
Avrei chiuso sul fatto che era incinta. È il momento più alto, il resto, con lo spettro luminoso, è appendice, un po' strappalacrime, ma fa chiudere in discesa, invece che sul punto più alto della trama.
Ciao!

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antico
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Messaggio#6 » domenica 21 giugno 2015, 12:25

Benvenuta a Minuti Contati! Direi un esordio davvero niente male. L'unica piccola pecca è forse il finale alla Ghost, ma ci può stare (anche se senza avresti ottimizzato molto meglio il racconto). Altro piccolo appunto, forse qualche riga in meno nella prima parte non avrebbe guastato al tutto, ho percepito una certa stanchezza, una lieve asciugatura non ci starebbe male. Molto bella l'immagine del prato nero che fiorisce al contrario. Il tema c'è ed è anche inserito bene rilanciando in positivo da un humus di disperazione, il tutto senza forzare eccessivamente. Brava. Un pollice su per me.

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AmbraStancampiano
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Messaggio#7 » domenica 21 giugno 2015, 18:04

Ciao,

credo che il racconto sia diviso troppo nettamente in due parti da quel cambio di punto di vista;

La prima parte è molto bella, quasi strappalacrime, e crea una fortissima empatia con la protagonista; la seconda parte secondo me è superflua, poco efficace, troppo didascalica ed un po' scopiazzata da "ghost". Eliminandola di netto, il racconto non avrebbe che da guadagnarci.

Comunque, brava davvero.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

Luigi_Locatelli
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Messaggio#8 » lunedì 22 giugno 2015, 14:54

Quello che salta subito all'occhio e il titolo in inglese per un racconto in italiano. Suppongo che sia un omaggio alla canzone di Tracy Chapman anche se della canzone nel racconto non c'è traccia; se non fosse così lo cambierei in "La promessa". Detto questo, trovo che il racconto sia scritto bene anche se nella prima parte sembra di trovarsi difronte a una poesia più che a un racconto. Questo rende il tutto un po' lento e di difficile immedesimazione per la mancanza di un contesto. Contesto che viene puntualizzato nel seguito poco prima della metà: a mio avviso u npo' troppo tardi. La Ragazza, qualunque sia il suo nome, non sorride più. Non sorriderà mai più. In questo punto passi dalla prima persona alla terza, senza apparente motivo. Forse una svista. Bella l'idea e il fatto che spieghi alla fine il perchè di quei dialoghi con la tazza del cesso. Unico neo è che le cose andrebbero rivisitate per aumentarne la fruibilità. Costellazione dei Muffin alla Fragola. Il Panda Pigrone. La Ragazza che Sorride. Questa immagine mi è piaciuta moltissimo.

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patty.barale
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Messaggio#9 » mercoledì 24 giugno 2015, 13:34

Ciao Never e bentrovata.
Racconto struggente, il tuo. Riesci a catturare il cuore (almeno di una romanticona in incognito come me!)
In particolare mi ha colpito l'immagine del "prato nero che fioriva al contrario": bellissima!
Certo, le costellazioni fanno molto dialogo tra Shrek e Ciuchino, ma sono tenere!
Bello anche il modo in cui ci dai gli indizi della gravidanza facendoci credere altro.
Personalmente avrei omesso la figura luminosa del finale: una chiusura su "...all'improvviso non ebbe più freddo ma nemmeno se ne accorse." Sarebbe stata molto meglio.
In ogni caso bel racconto
A rileggerti
:-)

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Gian de Steja
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Messaggio#10 » giovedì 25 giugno 2015, 10:01

Racconto molto poetico che evoca delle belle immagini nella mente del lettore, soprattutto nella prima fase. L’unica forzatura è quel finale infilato lì per giustificare il tema della gara. Poteva essere omesso, se fosse finito alla rivelazione della maternità sarebbe stato molto meglio, peccato ;)
P.S: Il titolo in inglese è assolutamente inspiegabile.
"L'aria sarà sempre troppo carica di qualcosa. Il vostro corpo sempre indolenzito o stanco. Vostro padre, sempre troppo ubriaco. Vostra moglie sempre troppo fredda. Avrete sempre una qualche scusa per non vivere la vostra vita." C. Palahniuk

viviana.tenga
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Messaggio#11 » giovedì 25 giugno 2015, 11:53

Ciao,

Un racconto commovente, che nel complesso mi è piaciuto molto, anche se in alcuni tratti ancora migliorabile. Nella prima parte metti immagini molto belle, ma secondo me il tutto viene un po' penalizzato da uno stile a tratti troppo raffinato. Per esempio, la frase "Una. Lenta. Agonia": trovo che questo genere di espedienti spostino l'attenzione del lettore dal contenuto alla scelta stilistica, facendo perdere di forza il racconto (però questo è un parere abbastanza personale).

Belli i piccoli inganni che crei, prima facendo credere che la protagonista sia stata lasciata dal ragazzo per poi mostrare che invece è morto e poi facendo credere che il suo malessere sia psicologico quando invece è anche dovuto alla gravidanza. Mi è  piaciuta anche l'interpretazione del tema, con la luce che rappresenta sia l'amore che la vita. Quello che invece avrei evitato è l'apparizione luminescente alla fine, penso che il finale avrebbe avuto più forza chiudendo dopo che scoppia a piangere per la gioia.

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alessandra.corra
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Messaggio#12 » giovedì 25 giugno 2015, 12:42

Ciao,

Belle le immagini poetiche che sei riuscita a suscitare nella mente dei lettori e bella anche l'interpretazione al tema (luce = vita). Il finale però non sono riuscita ad apprezzarlo in pieno; in quanto avrei concluso il tutto con la rivelazione dei risultati medici, senza calcare la mano sullo struggimento che essi provocano nella ragazza.

Alla Prossima!

never
Messaggi: 4

Messaggio#13 » venerdì 26 giugno 2015, 14:28

Ciao a tutti,

perdonate se non rispondo singolarmente.

Volevo fare un piccolo appunto, visto che praticamente tutti avete sottolineato come l'ultima parte sia superflua, se non deleteria; e ripospondo così anche a chi ha affermato che sia stata buttata lì per rientrare in traccia.

Per me, quella parte, è la parte che dà senso a tutto il racconto.

La 'luce che non si spegne mai' non è (solo) la vita, ma è una metafora, è la promessa del titolo, la promessa di un amore così forte e intenso e duraturo che riesca ad abbattere le barriere della morte e del tempo, un sentimento di quelli che si trova solo nelle favole, nei film (anche se a ’Ghost' non avevo proprio pensato!) o, appunto, nel racconto di una che sta cercando disperatamente di credere che una cosa del genere possa esistere davvero.

:)

grazie a tutto coloro che hanno commentato, grazie a chi s'è commosso, grazie grazie grazie a chi ha scritto che è una storia strappalacrime.

Il mio intento era far piangere qualcuno, e, visto che ce l'ho fatta, nella mia testa ho già vinto :)))

ciao!

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