Gruppo MORTICIA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Gruppo MORTICIA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#1 » martedì 16 giugno 2015, 4:19

Morticia
 
Questo è il gruppo MORTICIA della BARALDI Edition. I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno fra i finalisti che verranno valutati direttamente da Barbara Baraldi. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verrano a loro volta ammessi alla vetrina del sito.
 
Ricordo che la composizione dei gruppi ha seguito il seguente criterio: nel gruppo con 13 racconti è stato inserito quello con il maggiore malus, gli altri quattro con malus 6 punti sono stati inseriti uno per gruppo in ordine di consegna. Tutti gli altri racconti sono stati inseriti seguendo l'ordine di consegna una volta posizionati quelli con malus. In caso di racconti postati nello stesso minuto ho dato la precedenza a quelli con il maggior numero di caratteri.
 
E ora vediamo i racconti ammessi a MORTICIA:
 
- La Porta, di Gabriele Macchiarella, 3948 caratteri, ore 00.12 36 malus
- Il centotredicesimo piano, di Andrea Viscusi, 3004 caratteri, ore 22.42 6 malus
- Il giorno sbagliato, di Rossella Stocco, 2770 caratteri, ore 21.57
- L’ultima spiaggia, di Alexia, 2980 caratteri, ore 23.03
- Era d’estate, di Tina Caramanico, 2993 caratteri, ore 23.26
- Il faro, di Aronica Serena, 2986 caratteri, ore 23.39
- Un ultimo regalo, di ophelia, 2733 caratteri, ore 00.05
- Non spegnetela, di Marco Fronzoni, 2742 caratteri, ore 00.11
- Gli altri, di Simone Rapizzi, 2991 caratteri, ore 00.25
- La prima stella della notte, di Francesco Nucera, 2986 caratteri, ore 00.46
- Il sentiero della vita, di Gloomy97, 2625 caratteri, ore 00.49
- L’amore brucia, di Leonardo Marconi, 2754 caratteri, ore 00.57
- Dannato, di Francesca Nozzolillo, 1997 caratteri, ore 00.59
 
I malus sono stati da me assegnati a malincuore, ma le regole erano ben espresse ed è giusto farle rispettare, anche solo per pochi caratteri di sforo. Detto questo, a parte i 36 assegnati al racconto che ha sforato di quasi 1000 caratteri, i 6 punti assegnati a quello che ha sforato di 4 non sono molti visto che ogni classifica ne assegna fino a 12, considerateli un amichevole buffetto da parte mia...
 
13 racconti dunque, avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 26 giugno per commentarli tutti e postare le vostre classifiche, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi ( e del resto avete solo 12 racconti a testa da commentare e un bel po’ di giorni per organizzarvi). Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale del raggruppamento.
 
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 12 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.
 
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all’eliminazione. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
 
Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!



torpedocolorado
Messaggi: 53

Messaggio#2 » martedì 16 giugno 2015, 18:49

Perdonami Antico ma tutti i dialoghi del mio racconto inclusi tra <<...>> sono stati cancellati dopo il copia/incolla di word dalla formattazione di wordpress. É possibile porvi rimedio? Nel post successivo al mio racconto ho inserito le battute che sono state eliminate.

Ciao e a presto!

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Messaggio#3 » mercoledì 17 giugno 2015, 16:06

Nessun problema, Leonardo, ho visto. Direi che in questo caso non si tratta di correzione post, ne ho traccia anche in modifica. Tra l'altro, è successo un caso analogo anche con Francesca Nozzolillo (con lei è rimasta tagliata un'intera parte, me ne sono accorto solo ora).
Ripeto: NON SI TRATTA DI CORREZIONI POSTUME in entrambi i casi e quindi provvederò io stesso a sistemare il tutto.
Chiedo agli altri autori del gruppo un po' di pazienza prima di postare la classifica, entro la serata sistemerò entrambi i problemi. Nel caso abbiate già letto e commentato i due racconti in questione, vi prego di rileggerli e rivalutarli.
Chiedo scusa a tutti per l'inconveniente, cose che possono capitare. In ogni caso stiamo già cercando di operare per provare a risolvere una volta per tutte queste problematiche nel postare.
Se qualcuno ha da opporsi a questa mia decisione riguardo ai racconti di Leonardo e Francesca parli ora o taccia per sempre (sull'argomento, non in assoluto...) ;)

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Messaggio#4 » mercoledì 17 giugno 2015, 20:18

Importante: i due racconti di Nozzolillo e Marconi sono pronti per essere commentati e classificati. Le versioni presenti ora sul forum sono esattamente quelle che i due autori volevano postare. Stiamo lavorando per risolvere il problema dei codici, ma per ovviare a questo problema nella prossima edizione aggiungerò un'importante modifica al regolamento. Buon lavoro a tutti.

Rossella_Stocco
Messaggi: 17

Messaggio#5 » venerdì 19 giugno 2015, 11:45

1– Il faro - Ciao Serena, questo racconto mi è piaciuto particolarmente. Penso che tra tutti sei riuscita a dare meglio il senso, almeno come l’ho inteso io, del tema del Contest. Ho apprezzato particolarmente la descrizione  della nave che affronta la bufera e poi perde la battaglia. Avrei evitato la parte relativa al vecchio che è al faro, perché anche senza quella si sarebbe compreso comunque il messaggio. Ad ogni modo non stona. Bello.

2– Non spegnetela - Ciao Marco, complimenti, bella storia. Avvincente e intrigante. Come già detto in altri commenti, sguazzo nel paranormale giornalmente ed ho molto apprezzato questo racconto. Riesci a rendere bene le sensazioni nonostante siano dei semplici dialoghi, facendoci leggere tra le righe le cose non scritte. L’idea della lampadina svitata in mano ancora accesa è uno scossone notevole. Bel finale, bello stile. Buona fortuna.

3– Era d’estate - Ciao Tina, il tuo racconto mi è piaciuto parecchio. Il paranormale è un ambito in cui sguazzo quindi dirti che mi hai colpita per me significa darti tante stelline. Hai reso bene le sensazioni da quelle comuni a quelle più terrificanti. Lo stile è piacevole e la prima persona non guasta in questo genere di situazioni. Brava. Buona fortuna.

4– Il centotredicesimo piano - Ciao Andrea, il tuo racconto mi è piaciuto molto, tratta inoltre un tema che apprezzo particolarmente. Ho trovato però difficile la lettura con il passaggio dalla prima alla terza persona, e questo ha fatto perdere un po la suspance che si doveva creare. Neanche il finale con il narratore esterno mi ha entusiasmata. Ma nel complesso l’ho trovato piacevole. Buona fortuna.

5– L’ultima spiaggia - Ciao Alexia, l’argomento è intrigante, almeno per me, e quindi l’ho letto con particolare attenzione. Purtroppo l’ho trovato ripetitivo rispetto ad altre mille mila storie sull’argomento, non per ultimo una serie tv molto nota in cui c’è un personaggio simile. Ad ogni modo ho trovato il tuo stile molto buono e a parte un paio di punti un po traballanti ho trovato il racconto leggibile. Buona fortuna.

6– Dannato - Ciao Francesca, ho trovato il tuo racconto molto buono. Interessante il punto di vista del dannato e il finale in cui si reitera tutto all’infinito. Avrei evitato precisazioni come quella dell’essere morto dentro dopo aver ucciso la donna ed il bambino, non dà niente al racconto e sembra una precisazione in più. Inoltre, avrei aggiunto più struggimento del personaggio, ma ovviamente sono mie idee. Buono lo stile. Buona fortuna.

7- La Porta - Ciao Gabriele, non vorrei essere l’ennesima persona che te lo dice, ma tutti dobbiamo lasciare un commento e ahimè dovrò ripetertelo. Ho trovato che l’inizio sia molto intrigante, ma il resto lascia a desiderare facendomi dire alla fine, cos’ho letto? La parte del bar onestamente mi è sembrata messa lì senza un senso. La tecnica non manca e sono sicura che è stato più, come nel mio caso, l’inesperienza della prima volta in questo contest che altro. Buona fortuna.

8– La prima stella della notte - Ciao Ceranu, ho trovato il tuo racconto non male, ma con alcune lacune. In alcuni momenti non riuscivo a comprendere dove fossero i protagonisti e cosa stessero facendo. Non si capisce neanche il perché di tutto questo. Punizione per politici corrotti da parte di serial killer? Una visione futura della giustizia? Ad ogni modo lo stile è ottimo e a parte questi dubbi, come ho detto, l’ho trovato buono. Buona fortuna

9– Gli altri - Ciao Simone, nonostante l’argomento sia tra i miei preferiti ho trovato questo racconto disorientante, ma non nell’accettazione positiva. Nel senso, magari tu volevi dare la sensazione di disorientamento, ma quello che si percepisce leggendo è “cosa sto leggendo?”. Cercherei di dare alcuni punti fermi all’interno, per far capire meglio al lettore come può immedesimarsi nella lettura. Anche lo stile è un po traballante. Sono sicura che con i giusti accorgimenti potrebbe diventare un bel racconto. Buona fortuna

10– L’amore brucia - Ciao Leonardo, nel tuo racconto rendi bene l’idea dei salti onirici in cui c’è la ricerca estenuante di una lei. L’argomento sentimentale di per sè non mi appassiona, quindi non sono riuscita ad immedesimarmi nel personaggio e a vivere questa suo dramma claustrofobico come lo hai definito tu. Ad ogni modo lo stile c’è e la lettura è veloce e leggera. Forse avrei diminuito le spiegazioni relativa ai tuareg, perde un po di mordente. Buona fortuna.

11– Il sentiero della vita - Ciao Gloomy, se devo essere onesta il tuo racconto non mi è piaciuto granchè. Non ne vedo l’inizio, il corpo e la fine. Il sentiero nel bosco è la metafora del sentiero della vita? Sembra più un’elucubrazione filosofica che un racconto. Lo stile pecca in molte parti, sopratutto per l’assenza di virgole che rendono la lettura ostica. Lo avrei reso un po più racconto, introducendo un avvenimento, un incontro, qualcosa. Buona fortuna.

12– Un ultimo regalo - Ciao Ophelia, l’argomento che hai scelto mi risulta un ostico, di conseguenza sono prevenuta. L’ho letto con difficoltà e l’ho trovato piuttosto pesante. Ma questo è relativo ai miei gusti, per quanto riguarda lo stile è reso molto bene e, a parte qualche punto un  traballante, si fa leggere. Avrei scelto un finale differente perché quello che hai messo è piuttosto scontato, ad esempio, trattandosi di conoscenza le avrei fatto finire un libro su informazioni andate perdute che scriveva da anni e magari diventa un bestseller alla sua morte. Ma è solo un’idea. Buona fortuna.

 

Alexia
Messaggi: 125

Messaggio#6 » venerdì 19 giugno 2015, 13:54

Ecco qua i miei umili giudizi e in fondo la mia classifica.
Complimenti vivissimi a tutti! Non è facile regalare un istante di vita in poche battute e non è facile fare una classifica!


La porta

Bell’attacco. Evocativo e poetico. Le ridondanze non stonano ma danno ritmo e musicalità.
Ci sono poi alcune ripetizioni e lo stacco con il secondo paragrafo è troppo netto.
Ho trovato refusi (d eufoniche, e maiuscole apostrofate, spaziature non sempre corrette con i segni di interpunzione)
Fumosa la chiusa. Vedo non vedo, dico non dico.
Secondo me andava bene come racconto più lungo… il limite delle battute non ti ha agevolato e ne è uscito un riassunto.

Il centrotredicesimo piano
Mi ha colpito fin dalle prime righe. Testo veloce, dinamico, scrittura matura e asciutta. Come dico sempre, in un racconto veloce il trucco è chiudere il cerchio, e qui lo hai fatto egregiamente.
In poche righe è emerso un mondo, un retroscena, mi hai dato i giusti indizi per muovermi e comprendere e mi hai regalato un bel colpo di scena sulla chiusa. Mi piacerebbe leggerne un racconto più corposo.

Il giorno sbagliato
Occhio alle d eufoniche.
La chiusa mi piace, perché sei riuscito a confondermi. Pensavo si trattasse di un racconto fantastico, e invece... La forma però è un po’ confusa, e non traspare ansia e paura come dovrebbe. Leggendo perdevo il filo perché mi continuavo a chiedere fin dove volessi arrivare.
L’idea mi piace… non so cosa c’entri con la luce che non si spegne, ma è abbastanza originale.

Era d’estate
Un’ottima musicalità delle frasi, complimenti. Quella sui brividi nella schiena è bellissima, da leggere e rileggere, ma non è la sola. Apprezzo sia lo stile, sia la forma.
Sembra di sentire un cantastorie che ti racconta con enfasi una favola. Resti incantato ad attendere la fine, curioso di scoprire cosa stia per accadere.
Forse non troppo originale, ma mi è piaciuta.

Il faro
Mi hai conquistata mentre ti leggevo. La parte iniziale è intrisa di azioni, più che di emozioni, ma poi la tensione sale, il testo diventa più fluido e dinamico e la storia ti avvolge, e si fa sentire.
Forse la chiusa era superflua, nel senso che il testo avrebbe retto bene anche senza, ma a me è piaciuta, mi ha fatto tornare sul pezzo, e rileggere alcune frasi, e quando succede vuol dire che mi hai catturata.

Un ultimo regalo
Che dire… bello e intenso.
Sarà che quel male lo ho avuto anche io, ma fai proprio quei pensieri… Io per esempio mi buttai sulla scrittura… che forse ha un po’ il merito di avermi salvata.
Siamo polvere nel tempo e ciò che conta è lasciare un segno, come ha voluto fare la tua protagonista.
L’ho letto tutto d’un fiato, e a parte le d eufoniche mi ha travolto, e colpito.
Bellissima la chiusa che, sebbene tragica, ci regala un motivo per non mollare mai.

Non spegnetela

La scelta di creare un continuo dialogo è ardua. Mi sono un po’ persa e non ho seguito bene il filo del discorso. Forse un po’ di mostrato mi avrebbe aiutata, ma comprendo che avrebbe rovinato la forma che hai scelto di dare al testo. Di sicuro hai scelto una struttura complessa, che va bene per un weird, ma che con poche battute rischia di restare nel limbo.

Gli altri

Per me un piccolo diamante grezzo. Ci sono refusi e un po’ di cose da sistemare, ma potrebbe diventare una chicca weird. Quel turbinio di frasi sconclusionate, di emozioni, di ritorni è come una spirale che ti risucchia. Un po’ di editing e sarebbe perfetto… qualche indizio in più per guidare il lettore nella giusta direzione e un po’ più di rabbia repressa fra le righe.


La prima stella della notte

Scrittura matura, lineare. Bello il mostrato, dialoghi. Angelo caratterizzato molto bene. La scena si vede, si vive. Mi piace la freddezza con cui il protagonista agisce, dando anche un senso alle sue azioni e alle sue parole. L’unica cosa che non ho compreso è se è all’esterno o dentro un edificio… parli di un tizio che passa, di un bimbo, e della signora Anna che dorme… forse mi son persa io…

Il sentiero della vita

Ci sono un po’ di refusi e l’inizio è un po’ offuscato. In realtà non è propriamente un racconto, ma una riflessione sulla vita e sugli ostacoli che questa ci pone sul cammino. Una riflessione positiva regalata da una passeggiata nel bosco, dove la tua protagonista ha modo di riflettere.
Forse la terza persona lo avrebbe reso più dinamico, dando meno quel senso di meditazione che invece ho avuto leggendolo.

L’amore brucia

In effetti leggendo mi sembrava mancasse qualcosa e quindi ho recuperato i dialoghi dal testo sotto. Sono rimasta perplessa quando da Creta sei passato ai Tuareg, invece quando ho compreso che si trattava di sogni o vite parallele, sono entrata nel tuo racconto e mi è piaciuta molto l’idea. Ben scritto (da editor forse cambierei un paio di frasi per dare più enfasi) e belle chiusa!

Dannato

Non so se ci siano stati problemi di formattazione quando hai postato il racconto. In ogni caso manca la struttura dei dialoghi, e senza ci si perde. Ci sono alcuni refusi e la scrittura è ancora acerba. Ci sono alcuni indizi fuorvianti (“Ero giunto in quel luogo una vita prima”, in senso figurato?). Sul finire l’idea di una ridondanza, di un loop, mi piace, ma aggiusterei la parte iniziale e i dialoghi.

La mia classifica:

1. Il centrotredicesimo piano
2. L’amore brucia
3. Era d’estate
4. La prima stella della notte
5. Un ultimo regalo
6. Il giorno sbagliato
7. Il faro
8. La porta
9. Gli altri
10. Dannato
11. Non spegnetela
12. Il sentiero della vita




andrea.viscusi
Messaggi: 44

Messaggio#7 » sabato 20 giugno 2015, 12:23

salve gente, commenti in ordine sparso (riportati anche nei topic) e classifica in fondo.

 

 

la porta

non mi ha convinto in pieno. si parte con un mistero abbastanza classico: la stanza segreta a cui non si riesce mai ad accedere, e dpo aver inquadrato la situazione c'è una lunga sequenza di digressione in un bar, per poi tornare all'oggetto del mistero, che senza nessuno sviluppo particolare si risolve da sé e conduce a qualcosa di non ben definito. dalla rapidità con cui tutto si conclude viene quasi da pensare che il finale non fosse previsto dall'inizio, che sia stato messo per dare una conclusione che in effetti non chiude la vicenda. pur accettando l'iniziazione se c'è un "ordine" segreto a cui il protagonista deve accedere, dovremmo saperne qualcosa, averne almeno un accenno nella parte iniziale del testo. mi sembra poi che la struttura del racconto non sia del tutto equilibrato: la lunga sequenza centrale del bar sposta l'attenzione e non serve a fornire maggiori elementi (se non questa "illuminazione" che però non si sa da dove arrivi e in cosa consista). qualche refuso: E accentate e spazi mancanti dopo i puntini (che ricorrono con troppa frequenza).



il giorno sbagliato

quando ho letto il tema ho sperato che non venisse interpretato in senso metaforico: la speranza, la vita, l'amore, la fede... melensità del genere. leggendo la prima frase quindi mi sono subito insospettito, fortunatamente il tono del racconto è ben altro. il racconto sarebbe abbastanza simpatico, con il flusso di coscienza del protagonista che si trova di fronte al "mostro". mi risulta però un po' anticlimatico il finale. non tanto perché il presunto mostro si rivela essere "solo un cinghiale", ma perché a mio avviso questa spiegazione non fornisce quel senso di contraddizione che dovrebbe per rendere efficace lo sketch. non so se ti sei mai trovato davanti un cinghiale di notte: è un incontro davvero spaventoso, il cinghiale è un animale decisamente pericoloso, pertanto tutte le riflessioni del protagonista non vengono smontate dalla rivelazione finale ma avvalorate, perché la situazione di pericolo è reale. avrebbe funzionato se il "mostro" fosse stato, chessò, un coniglio, e si scopre che è lui ad averne paura. messo così mi sembra che non raggiunga il suo obiettivo, o almeno quello che io ritenevo l'obiettivo del testo.




l'ultima spiaggia

racconti simili, i nostri. l'apocalisse, la fuga dalla civiltà, la luce che arriva da lontano e fa pensare che qualcosa di civilizzato esista ancora, anche se il protagonista non ha intenzione di scoprirlo, perché in realtà sta bene dov'è, e quindi non sapremo mai cosa la origina. considerando tutto questo, sarei abbastanza ipocrita se dicessi che non mi è piaciuto... hai scelto un tipo diverso di fine del mondo, ma per il resto siamo lì. più snello e leggero del mio da seguire, quindi probabilmente migliore.




era d'estate

racconto scritto bene, ma che mi è sembrato un po' vuoto, alla fine dei conti. storia di fantasmi abbastanza standard: bambino tormentato che rimane nel luogo dove ha trovato la morte. il problema è che la storia viene affidata tutta a tre righe di infodump, mettendoci a conoscenza di una situazione per cui non c'era nessuna preparazione e che non ha niente di diverso dai 20000 film horror di bassa qualità che escono ogni anno. per la verità anche il tema non mi sembra del tutto centrato, visto che la luce è presente, ma si accende solo in quell'occasione particolare, non è una luce "sempre accesa". la scrittura è buona, ma aderenza e contenuto penalizzano il racconto.



il faro

lo spunto del faro era uno dei più immediati per questo tema. anch'io l'avevo preso in considerazione (e il mio racconto è un po' una variazione di quello). considerato quindi che sei partita da un'idea abbastanza scontata, il risltato è sicuramente impressionante. niente di complicato, non ci sono particolari intrecci da scogliere e nemmeno rivelazioni finali. sì, ok, abbiamo un fantasma, ma quando si arriva a capirlo sembra che lo abbiamo sempre saputo, come il guadiano del faro. non fai nessun tentativo di sviare l'attenzione, tutto si svolge linearmente e col giusto ritmo. scrittura di buon livello, efficace anche nel contrasto tra le due narrazioni. ottima prova.



un ultimo regalo

mi sembra un racconto che punta troppo sull'emozione facile piuttosto che sul contenuto trasmesso nel modo giusto. il rischio è sempre quello, quando si mette in scena un protagonista con un "male che lo consuma da dentro", si ha l'idea che l'autore voglia suscitare facile compassione e infondere sentimento in una storia che, tolto questo elemento, non ne avrebbe. purtroppo il caso mi sembra proprio questo, anche perché, a mio avviso, tutto questo "segno del suo passaggio" non lo ha lasciato. un murales che sarà coperto da altri e probabilmente cancellato presto, un'opera che di solito la gente ignora o guarda pure con disprezzo, questo sarebbe il suo regalo al mondo? inoltre la frase stessa che ha scritto mi sembra che abbia poco a che fare con quello che sappiamo di lei. "la conoscenza" di cosa? sembra il motto di un'università... dubito che un messaggio del genere possa seriamente smuovere il cuore di chi lo legge. ci sono anche diversi problemi a livello di forma: punteggiatura imprecisa, accenti sbagliati, ripetizioni. da rivedere nel complesso.



non spegnetela

difficile gestire un racconto fatto interamente di dialoghi. in questo caso si segue abbastanza bene, anche se alcune delle battute tra i due ragazzi sembrano un po' didascaliche (ora vado e faccio questo, eccomi di ritorno dopo averlo fatto). dopo il primo brano in corsivo si capisce subito dove il testo va a parare, anche se non mi aspettavo che la bambina stessa ci rimanesse sotto... questo forse ha un po' abbassato il valore finale, perché mi sembra più intensa l'idea di una luce che rimane accesa perché una bambina ha sperato che la madre si svegliasse, piuttoto che quella luce fosse... ehm, il fantasma della bambina? in effetti non ho capito bene il finale, nel senso di cosa porta in mano il ragazzo... lo spirito della figlia che si è installato nella lampadina? insomma avrei strutturato diversamente gli ultimi paragrafi, rimane un racconto buono ma avrebbe potuto essere migliore.



gli altri

mi sembra poco chiaro. forse in un certo senso lo straniamento era voluto, ma la sequenza di frasi sovrapposte e ripetute non permette di inquadrare bene la situazione. ho formulato diverse teorie durante la lettura (apocalisse zombie, regime distopico, anime in paradiso, lotta tra dio e lucifero) ma non riesco a riconoscerne nessuna come sicuramente valida. questo penalizza il testo perché non capendo di cosa si parla chiaramente non si può empatizzare con il protagonista. non so quali siano i suoi obiettivi, i suoi nemici, quindi perché dovrei essere dalla sua parte (o dall'altra)? la scrittura sarebbe da rivedere per alcune imprecisioni, che tuttavia non sono il problema fondamentale, visto che la chiarezza del contesto e del ruolo del narraotre è il punto principale da risolvere.



la prima stella

fatico a trovare il tema rispettato in questo racconto. dov'è la luce? la stella che vede? in tal caso di sicuro non si può dire che sia una luce che non si spegne, quindi non penso vada bene. non mi sembra ci siano altre luci "metaforiche", a meno che, boh, non siano sottintesi roghi o cose simili, ma anche in questo caso sono luci che si spengono. premesso questo, mi piace il senso "politico" del racconto, il messaggio che la politica è la manipolazione dell'odio, però mi sembra che nello sviluppo della storia il concetto sia annacquato dalle azioni stesse del protagonista. anche la domanda (e la risposta) mi sembrano anticlimatiche e poco significative. un buon nucleo che però andrebbe sviluppato meglio, che comunque dovrò penalizzare per la mancata aderenza al tema.



il sentiero della vita

difficile definirlo un racconto vero e proprio. un flusso di coscienza senza un vero sviluppo, con tematiche banalotte da fiction. questo era proprio il tipo di interpretazione di "luce che non si spegne" che temevo. la speranza, la vita, l'umanità, la luce dentro di noi che ci rende speciali... bah, ne possiamo fare a meno. nonostante questo, se il tema fosse sviluppato in un modo coerente e appassionante potrebbe avere senso, ma messo così non dice nulla, sembra il testo di una canzone della pausini, per intendersi. rilevo anche varie imprecisioni nel testo, il tutto contribuisce a formulare una valutazione molto al di sotto della sufficienza.




l'amore brucia

racconto interessante. è un rischio quando si imposta una storia in una sequenza di sogni, c'è sempre il "ah ma era tutto finto" dietro l'angolo pronto a rovinare tutto. in questo caso invece mi pare che tu l'abbia gestito bene, perché non c'è particolare mistero dietro la natura onirica delle sequene narrate. c'è forse un po' di infodump in eccesso, quando racconti chi/cosa è nelle varie iterazioni del sogno, nomi e ruoli di cui si potrebbe fare a meno (e che in un sogno non sono mai tanto definiti), comunque è un problema marginale. mi è piaciuto il tema tutto sommato semplice ma delineato efficacemente. avre preferito un'ulteriore iterazione in un contesto storico diverso per ribadire la sua ricerca (reale/onirica), magari accorgiando la parte dei tuareg. scrittura efficace, finale brusco ma ben calibrato.



dannato

uhm, niente di nuovo. il personaggio cattivo cattivo che non sa di essere morto sottoposto a giudizio. va bene il tradimento, va bene la gravidanza, ma era davvero necessario l'omicidio? pensava di suscitare uno scandalo minore dandole una pedata nel culo e disconoscendo il figlio, piuttosto che ammazzandola? qui sta la prima incoerenza. il fatto poi che la luce (qualcosa di divino, presumo) gli dica che è "morto dentro" è piuttosto banale. l'unica cosa interessante è il finale, in cui si vede la ricorsività dell'interrogatorio (che quindi consiste in sé nella pena eterna?), ma non basta a risollevare un racconto mediocre nell'idea e nella forma.

-------------------------------


1 - Il faro, di Aronica Serena
2 - L’ultima spiaggia, di Alexia
3 - L’amore brucia, di Leonardo Marconi
4 - Il giorno sbagliato, di Rossella Stocco
5 - Non spegnetela, di Marco Fronzoni
6 - Era d’estate, di Tina Caramanico
7 - La prima stella della notte
8 - La Porta, di Gabriele Macchiarella
9 - Gli altri, di Simone Rapizzi
10 - Un ultimo regalo, di ophelia
11 - Dannato, di Francesca Nozzolillo
12 - Il sentiero della vita, di Gloomy97

Avatar utente
ceranu
Messaggi: 738

Messaggio#8 » sabato 20 giugno 2015, 16:45

Il giorno sbagliato, di Rossella Stocco

Ciao Rossella, piacere di conoscerti.
La trama c'è ed è interessante. Lo stile però non permette di entrare in sintonia con il protagonista. Lo sproloquio lascia poco spazio ai sentimenti. Mi fai vivere tutto in maniera passiva, lasciandomi sospeso a metà tra il divertito e l'impaurito, ma senza portarmi da nessuna delle due parti.

Occhio alle “d” eufoniche, non sono molto apprezzate. Ci sono un paio di verbi sbagliati, e delle ripetizioni.



Sono qui, da solo, in un bosco con un mostro famelico che mi osserva e aspetta solo che io muova un solo muscolo per mangiarmi, ne sono sicuro.




Ci sono tre “solo” in una frase.



Potrei cercare di tornare alla macchina e chiudermi dentro, non so se servirebbe a qualcosa, ma mi sentirei infinitamente meglio lì dentro




Toglierei “lì dentro”



Ottima idea, se non fosse che di sabato i meccanici sono chiusi.



Non è una cosa assoluta. Scrivi “lui è chiuso”. Cosi fai star vitti i saccenti (me in questo caso :D )

Ciao e alla prossima


L'ULTIMA SPIAGGIA di Alexia

Ciao, piacere di conoscerti.
Il tuo racconto ha due problemi; il primo è la scelta di scrivere di un mondo post apocalittico. A me piace, ma è una cosa estremamente abusata, quindi per far bene bisogna trovare l'idea che stravolga tutto.
Il secondo è che non è un racconto, questo è più l'intro per un libro o per un racconto più lungo.
Dal punto di vista tecnico posso solo consigliarti di snellire un po' le frasi. Ma nel complesso ho riscontrato una buona tecnica.
Sulla trama ho un solo dubbio. Descrivi un uomo normalissimo che io immagino poco atletico, eppure lui riesce a sconfiggere un aggressore che lo colpisce senza nessun preavviso, quindi immagino sia decisamente agguerrito. Non lo so, secondo me potevi evitare quel passaggio, che lascia poco e fa storcere il naso.
Nonostante tutto quello che ho detto il tuo racconto mi è piaciuto.
Ciao e alla prossima

Era d'estate, di Tina Caramanico

Ciao Tina, che bel racconto.
Il mio commento finirebbe qui, non so cos'altro dire, ma il contest mi obbliga a fare almeno 300 battutte, anzi trecento (in lettere sono di più).
Non posso che complimentarmi con te. Non adoro la prima persona, normalmente si finisce per imprimere il proprio modo di pensare o parlare a personaggi che dovrebbero essere totalmente diversi. Invece tu sei riuscita a farmi tornare bambino, a farmi pensare come trent'anni fa. Ciò nonostante la scrittura è corretta e scorre alla perfezione. Di per se la trama non è originale, ma per come la presenti lo diventa.
Concludo facendoti ancora i complimenti.
Grazie per la lettura. Ciao e alla prossima.


Il faro, di Serena Aronica

Ciao Serena, ben trovata.
Bel racconto, gestito bene e scritto meglio. Tuo grande merito è aver rispettato alla perfezione lo “show don't tell”. Personalmente è una lezione da far leggere a chiunque non sappia cosa sia. Però devo dire che una cosa non mi è piaciuta, il cambio di PDV non mi sembra indispensabile. Dopo aver gestito alla perfezione tutto cambi per ben due volte punto di vista, quando potevi benissimo continuare il racconto in prima persona. Peccato, perché il racconto era quasi perfetto.
Ciao e alla prossima.

UN ULTIMO REGALO, di Ophelia

Ciao Ophelia, piacere di conoscerti.
Racconto dalle due facce. La storia è ben strutturata, un buon crescendo che porta a un epilogo scontato ma comunque commovente. Non sempre serve il colpo di scena se la storia ha dei sentimenti.
Invece ho trovato lo stile un po' traballante. A parte la d eufonica ti segnalo un paio di cose.


“Passerá”, la sua voce interiore trema, “Posso ancora fare qualcosa”.


Qui ha cambiato il tempo verbale.


Il mattino la colse sveglia e pronta a mettersi in gioco, come mai aveva fatto in vita sua.
Fin dal mattino si mise all’opera,


Ripeti lo stesso concetto il secondo “mattino è di troppo”.
Nel complesso è un racconto che con una piccola revisione sarebbe già buono.
Una curiosità, può essere che abbia letto la frase finale in Scarlett?
Ciao e alla prossima.


NON SPEGNERLA, DI Marco Fronzoni

Ciao Marco, benvenuto nella nuova casa di Minuti Contati, ci sei mancato ;)
Racconto coraggioso. Muoversi esclusivamente con dei dialoghi può spiazzare il lettore, soprattutto perché il rischio è di appiattire l'ambientazione. Invece tu sei riuscito a a non far sentire la mancanza delle descrizioni. Eppure nel racconto ci sono un paio di cose che non mi convincono.
Trasformare un Hospice in un centro commerciale mi sembra un'impresa impossibile. Gli Hospice hanno la stessa struttura degli ospedali, quindi tante piccole stanze, corridoi stretti, soffitti bassi e pochi spazi comuni. Da quello che ci fai capire il bambino rimane lì per la notte, stando vicino alla madre morente. Non c'è ospedale che permetterebbe una cosa simile, né di giorno, né di notte. Insomma, un ottima prova di scrittura che però ha delle lacune di trama.
Ciao e spero di rivederti presto.

GLI ALTRI, di Simone Rapizzi

Ciao Simone, benvenuto.
Come già segnalato da altri c'è un buon numero di refusi, ma il problema del racconto non è quello. Gettarsi in un flusso di pensieri non è facile, necessita controllo e organizzazione, cose che nel tuo racconto sembrano mancare. Sbattiamo a destra e a sinistra trascinati dalla follia del protagonista che non ci permette di organizzare le idee. Probabilmente era questo il tuo intento, ma il controllo è fondamentale. Devi darmi il modo di capire dove ci troviamo e cosa sta succedendo. All'inizio sembra un mondo simile al nostro, forse in un futuro prossimo, poi si perde ogni punto di riferimento. Il protagonista scava. Dove, con cosa? Purtroppo mancano troppi elementi che mi facciano capire qualcosa.
Ciao e alla prossima.

Il sentiero della vita, di Gloomy97

Ciao Gloomy, piacere di conoscerti e benvenuta nell'arena.
Il tuo racconto ha diversi problemi di forma.



Dovevano essere le una o le due al massimo



La forma è corretta, ma sfido chiunque a farsi piacere questa frase. Visto che non è fondamentale ai fini del racconto io cambierei orario “le due o le tre”.

Per il resto mancano parecchie virgole. Sicuramente è meno grave averne meno che di più, ma i tuoi sono periodi ostici. Alcuni ti mozzano il fiato. Quando finisci di scrivere rileggi il racconto ad alta voce, vedrai che ti accorgerai da sola dove vanno messe.
Ultimo punto:


Capii che quelli che vedevo come problemi in realtà non erano altro che ostacoli che il destino aveva deciso di pormi davanti per testare la mia forza di volontà nel superarli e che come ci ero riuscita varie volte nel corso degli anni potevo benissimo riuscirci anche ora.


Ho letto da qualche parte che il “che” è un'arma da dosare. Il risultato migliore si avrebbe usandone solo uno per periodo, ma mi rendo conto che spesso ne servono almeno due. Tu ne hai messi addirittura cinque, forse un po' troppi.
Snellisci le frasi e vedrai che sarà tutto più semplice.
La storia di per se non è male, succede poco e sa molto di metafora, ma è gradevole.
Spero di esserti stato utile.
Ciao e alla prossima

La porta, di Gabriele Macchiarella

Ciao Gabriele, che bello vederti da queste parti. Sono felice che tu abbia deciso di scendere nell'arena.
Come ti hanno già detto il tuo è un ottimo esordio, bravo. Ma ci sono dei difetti. Alcune frasi sono troppo articolate e divagano, difetto letale per un racconto breve ;)
Altra questione è quella del bicchiere di grappa. In un romanzo sarebbe sicuramente una parte gradevole (personalmente l'ho apprezzata) ma all'interno di 3000 battute forse sta stratta.
Per il resto tutto bene fino alla fine che, francamente, penso di non aver capito: illuminami :)
Ciao e alla prossima, che confido arriverà presto.

IL CENTOTRENTESIMO PIANO, di Andrea Viscusi

Ciao Andrea, ben tornato, sono felice di incrociarti.
Colgo l'occasione per farti i complimenti per “Bella dentro”, uno dei racconti più belli che io abbia mai letto su Minuti Contati. Sappi che mi hai fatto commuovere, e questa cosa me la pagherai ;)
Veniamo al racconto di questa volta. Come detto ad altri l'ambientazione postapocalittica non è delle più semplici. Nel tuo caso ho apprezzato la scalata sul palazzo e il ritmo che hai impresso. Ho apprezzato il finale.
La scrittura è buona, ho notato un paio di sbavature, ma nulla di particolare. Quindi posso dire che nel complesso il racconto mi è piaciuto. Bravo.
Ciao e alla prossima.

L'AMORE BRUCIA di Leonardo

Ciao Leonardo, piacere di conoscerti.
Già al primo passaggio si intuiva dove andassi a parare, e la cosa ci sta. La scrittura è fluida, io snellirei la parte in cui hai messo tre “grande” di seguito, ma la trovo poco efficace. Il problema è che descrivi i sentimenti, ma non li fai vivere. In questa ricerca manca la disperazione del protagonista che attraversa la storia per ritrovare la sua lei.
A differenza di Alexia, io non ho apprezzato molto il finale, il salto nel vuoto è un epilogo scontato che non rende giustizia ai sui sforzi e arriva troppo in fretta. Capisco che 3000 caratteri sono pochi, ma piuttosto avrei tagliato qualche battuta nel deserto per dare più spazio al finale.
Resta una buona lettura.
Ciao e alla prossima

DANNATO, Francesca Nozzolillo

Ciao Francesca, ben trovata.
Mi spiace dirlo, ma trovo il racconto strutturato male. L'idea di per se è banale, il giudizio di un uomo simile è decisamente scontato. Anche il motivo dell'omicidio che ha commesso non è da meno. Manca il sentimento che dovrebbe accompagnare un simile racconto, è tutto troppo lineare. Non ci sono sussulti ed è tutto troppo piatto. Forse, se non fosse stato tutto così chiaro fin dall'inizio, il mio giudizio sarebbe cambiato, ma così il racconto non mi piace. Probabilmente è solo un problema di mio gusto personale, perché la forma è buona.
Ciao e alla prossima.


Classifica

1. Era d'estate, di Tina Caramanico
2. Il faro, di Serena Aronica
3. IL CENTOTRENTESIMO PIANO, di Andrea Viscusi
4. NON SPEGNERLA, DI Marco Fronzoni
5. La porta, di Gabriele Macchiarella
6. L'ULTIMA SPIAGGIA di Alexia
7. Il giorno sbagliato, di Rossella Stocco
8. L'AMORE BRUCIA di Leonardo
9. UN ULTIMO REGALO, di Ophelia
10. Il sentiero della vita, di Gloomy97
11. GLI ALTRI, di Simone Rapizzi
12. DANNATO, Francesca Nozzolillo

Serena
Messaggi: 97

Messaggio#9 » lunedì 22 giugno 2015, 17:11

Eccomi qui con la mia classifica!!! Come sempre è stato un vero piacere leggervi!
1 – L'amore brucia di Leonardo Marconi

Ciao Leonardo! A me il tuo racconto invece è molto piaciuto. Questa ossessiva ricerca, attraverso il tempo, attraverso sogni e incubi, mi ha lasciato addosso un senso di disagio e solitudine. Forse come dice Ceranu, la fine è un po’ troppo ovvia, eppure mi viene da pensare: E se fosse un nuovo precipitare in un ennesimo incubo? Mi piacciono le storie a matrioska… dove nulla è mai quello che sembra e la realtà si sfalda ad ogni angolo. Solo una cosa però… questo genere di storie devono necessariamente avere una matrice d’origine, che sia tangibile. Un punto di ancoraggio al quale lentamente risalire… potrebbe essere una buona storia da sviluppare!

A presto!

2 – Era d'estate di Tina Caramanico

Ciao Tina! Storia molto semplice e proprio per questo molto convincente. Quasi si avverte il profuno della sera d’estate, il sudore che scorre sulla fronte mentre si corre per le stradine polverose… il lontano odore della gioventù! Classica storia di paure e voglia di ignoto che tanto spesso vede i ragazzi come protagonisti. La storia non brilla per originalità, anzi è piuttosto comune, eppure il tuo modo di raccontarla la rende quasi una storia accaduta ad un vecchio amico, che decide di raccontartela in una sera d’estate… brava!

A presto!

3 – Il centotredicesimo piano di Andrea Viscusi

Ciao Andrea! Buona prova, con un testo che si dipana in maniera molto scorrevole. L’arrampicata ci permette di intravedere un mondo post apocalittico, dove molto è andato perduto, e forse potrebbe quasi essere un bene! Probabilmente non è un tema molto originale, ma nel complesso hai costruito una storia che ha un suo percorso. Rileggendolo però, il testo sembra suggerire che non sia passato molto dalla catastrofe dato che Kurt ricorda bene i benefici della luce e invita il clan ad approfondire il mistero della luce. Minuti Contati soffia sul collo e spesso certe incoerenze sono impossibili da evitare!

A rileggerti presto!

 

4 – La prima stella della notte di Francesco Nucera

Ciao Ceranu! Noi ormai ci conosciamo bene! Che dire… la tua scrittura è sempre molto tagliente. Mi piace l’idea di una sorta di pulizia, anche se riesci a fondere bene il concetto di giusto e sbagliato. Tutto resta molto indefinito, proprio come i giudizi affrettati che spesso si danno, o il senso di indifferenza che sperimentiamo. Anche la domanda finale, alla quale non esiste risposta, da un vago senso di smarrimento. Forse a tratti diventi troppo criptico e resta in bocca il sapore di insoddisfazione per questa chiusura ma, la storia crea un forte senso di impotenza e questo credo sia un ottimo risultato.

A presto!

5 – Non spegnetela di Marco Fronzoni

Ciao Marco! Mi piacciono le storie dove il passato diventa una sotto trama del presente. Eppure nella tua storia qualcosa mi sfugge e mi stride. Forse molto dipende anche dal fatto che tutta la storia si regge sul dialogo, anche molto confidenziale, dei personaggi. Mentre io prediligo storie che aiutino maggiormente a comprendere ambiente e situazione. E poi, perdonami, e spero che detta così non susciti ilarità ma, cosa ha in mano alla fine l’amico di Paolo?

A presto!

6 - L'ultima spiaggia di Alexia

Ciao Alexia!!! Finalmente un po’ di girl power tra tutti questi ragazzacci!!! Comunque… la tua storia ha un sapore che mi piace. Nonostante sia un tema che credo abbia ormai ben poco da regalare, tu sei riuscita a dargli in gusto un pochino diverso. Il personaggio non sembra molto motivato a trovare altri vivi! Anzi… l’unica cosa mi ha un po’ fatto pensare è proprio il fatto che tu dipingi il personaggio come un apatico, un nerd che vive incollato al computer, che si farebbe campare da mamma se fosse ancora viva… insomma, uno poco adatto a scamparla in un’apocalisse! Ecco… devi stare attenta a non creare un personaggio che poi cozza con il resto della storia. Per i resto, anche la fine mi è piaciuta… così disfattista!

A presto!

7 – Il giorno sbagliato di Rossella Stocco

Ciao Rossella! Sono sincera… a me il finale è piaciuto! Nel senso che non avrei mai pensato ad un cinghiale! La parte iniziale della storia però, sembra voler correre in una direzione completamente diversa. Sarebbe stato meglio cercare sin dalle prime battute una vena ironica. Magari caricaturando un pochino il personaggio… un uomo tutto d’un pezzo che al primo momento di panico si tira su la gonnella urlando a squarciagola! Purtroppo per mantenere le redine di una storia bisogna sempre mantenersi su un binario, condendo poi la storia ma senza cambiare eccessivamente i toni.

A presto!

8 – Dannato di Francesca Nozzolillo

Ciao Francesca! Come già detto da altri, anche io credo la storia si sia troppo appoggiata a qualcosa di solido e meno rischioso. Quando si trattano temi abusati, bisogna avere il coraggio di spingersi un pochino oltre. Anche a me non è piaciuto il fatto che la voce desse un giudizio così scontato… forse lo avrei trovato un pochino più plausibile se una volta spenta la luce, ci fosse stato un doppio del personaggio dannato. Una sorta di carnefice e vittima! La prossima volta prova a scavare di più, anche con le emozioni!

A presto!

9 – La porta di Gabriele Macchiarella

Ciao Gabriele! La curiosità è un amo al quale tutti abbocchiamo! All’inizio la tua storia riesce a gettarlo, e il lettore inizia a chiedersi cosa diavolo ci sia dietro quella dannata porta, poi però, la storia si spezza e il colpo secco si sente! Avrei continuato a macinare parole in quella casa, tra quegli angoli, infittendo il mistero, regalando indizi. Il finale è affrettato e appiccicato un po’ così… avrei voluto qualcosa di più oscuro e morboso. Comunque per essere alla prima prova te la sei cavata… minuti contati è spietato!!!

A presto!

10 – Un ultimo regalo di Ophelia

Ciao Ophelia! La storia ha il potere di catturare, soprattutto chi ha patito un dramma simile e sente il terribile bivio della vita che sfugge via. Il bisogno di lasciare traccia di se è qualcosa che muove e smuove fin dentro il profondo, quell’assoluta necessità di poter dire di essere esistiti veramente. Eppure la fine mi lascia un po’ interdetta. Forse più che la conoscenza, è l’essenza della vita stessa che non dovrebbe spegnersi mai. E’ ha quello che la protagonista forse ambiva, ad una scintilla di vita che non si sarebbe mai spenta…. ma questo è il finale che avrei scelto io!  Resta comunque una buona prova.

A presto!

11 – Gli altri di Simone Rapizzi

Ciao Simone! Il mio pensiero va inesorabilmente ad unirsi a quello degli altri… purtroppo è eccessivamente tutto troppo confuso e caotico. Passino i refusi, che basta correggere ma, la storia è troppo indecifrabile. Avresti dovuto dare al lettore almeno un appiglio al quale afferrarsi, per capire almeno in chi immedesimarsi. Alla fine parli di immortalità e mi viene da pensare a una qualche creatura tenuta prigioniera e studiata. E’ una cavia da laboratorio? Peccato perché la storia poteva essere interessante ma così rimane solo un gran polverone caotico.

A presto!

12 – Il sentiero della vita di Gloomy

Ciao Gloomy! Mi unisco al coro. Il tuo non è un racconto ma una sorta di passeggiata introspettiva. Partendo dal presupposto che amo i personaggi con una forte eco interiore, qui sono rimasta delusa. Purtroppo il tutto risulta molto fiacco e non trovo elementi in grado di giustificare queste riflessioni. La camminata nel bosco mi va bene, ma deve essere condita da elementi o visioni che il personaggio condivide con il lettore. Altrimenti siamo alla stregua di un paniere che le ciondola al fianco! Cerca poi di modulare lo scandire delle frasi, le virgole aiutano talvolta anche a riprendere fiato!

A presto!

 

 

 

tina.caramanico
Messaggi: 43

Messaggio#10 » martedì 23 giugno 2015, 15:18

Ciao a tutti, ecco la mia classifica e i commenti.

1) L’ultima spiaggia di Alexia
Il racconto è molto bello: piano piano, apparentemente divagando, si arriva alla “rivelazione” finale, abbastanza sorprendente e inquietante. La luce ha un ruolo importante e ci resta in mente nell’immagine finale dei due misantropi che si scrutano e si evitano, sospettosi malgrado la solitudine del mondo post-apocalittico e la distanza.
2) Dannato di Francesca Nozzolillo
La ripetizione all’infinito di un “processo” è un’idea di inferno che mi piace. Il racconto regge anche per la forma e per i dialoghi. Suppongo che, tra una sessione e l’altra, il dannato dimentichi tutto: è questo che rende la pena davvero insopportabile, e immagino tu lo sottintenda, anche se sarebbe stato meglio a mio parere dirlo esplicitamente.
3) Non spegnetela di Marco Fronzoni
Il racconto è piuttosto inquietante e gradevole da leggere, i dialoghi magari un po’ forzati ma complessivamente a posto. Solo un paio di incertezze, forse solo mie:
dove è andato a finire il papà della bambina? Si è ucciso? E’ morto anche lui?
Non riesco a immaginare bene la scena finale. All’operaio si accende una mano?
4) Il centotredicesimo piano di Andrea Viscusi
L’eterna lotta per il potere qui passa attraverso il possesso di una lampadina. Buoni i dialoghi, la situazione (malgrado le poche battute) è comprensibile, chiara la motivazione di Egon. E’ meno evidente (almeno secondo me) la credibilità “tecnica”: recuperare “quella” lampadina che ancora funziona in “quel” luogo (tra l’altro come mai funziona ancora e proprio lì?) non vuol dire necessariamente avere di nuovo a disposizione l’energia elettrica, quindi il suo ruolo è tutto simbolico, contrariamente a quello che alcune battute dei dialoghi lasciano intendere.
5) L’amore brucia di Leonardo Marconi
La trovata “era tutto un sogno” è talmente abusata da essere di per sé un punto a sfavore di qualsiasi storia. In questo caso però si tratta di “un sogno dentro un sogno dentro un sogno”, e questo continuo sfumare di una realtà (onirica) in un’altra è gradevole e rende il racconto delicato, con un suo sapore. La cosa che non mi è piaciuta è il suicidio finale, che mi è parso un po’ eccessivo, un modo di chiudere in fretta. Forse l’avrei lasciato a sognare.
6) Il faro di Serena Aronica
La storia c’è e va tutto bene, fino all’ultimo paragrafo. Lì mi sono venuti alcuni dubbi: perché la luce del faro “vacilla” e il padre deve provvedere a fare luce col fiammifero? E’ chiaro che la luce non deve mai spegnersi per guidare il fantasma della figlia annegata, ma perché si spenga il faro non l’ho ben capito.
Un piccolo appunto formale: il “tuono gutturale” mi ha lasciata molto perplessa.
7) Un ultimo regalo di ophelia
La protagonista e la sua psicologia, la sua resistenza estrema contro la malattia, il desiderio di lasciare qualcosa di sé sono ben raccontati. Mi ha lasciato invece un po’ interdetta la frase che la ragazza sceglie come ultimo regalo al mondo, mi è venuto da dire: “Tutto qui?”. Inoltre (ma è cosa meno importante) mi sono chiesta perché ha lavorato settimane intere: per scrivere solo quella frase con le bombolette ci voleva così tanto?
8) La prima stella della notte di Francesco Nucera
Situazione molto classica: la vittima che per salvarsi deve risolvere un enigma, che qui è quasi un gioco di parole, uno scherzo amaro che costituisce il finale “a sorpresa” del racconto. Si legge bene, solo due appunti:
a) all’inizio sembra che ci sia un solo vendicatore, poi si capisce che si tratta di un’intera organizzazione, di cui però non si capiscono bene i contorni, a parte la volontà di redimere i politici;
b) prendertela proprio con la categoria più odiata del momento, i politici, sa un pochetto di scontato.
9) Il giorno sbagliato di Rossella Stocco
Il tema è in effetti solo sfiorato, la luce compare solo come metafora della speranza e come citazione. Per il resto il racconto da una parte cerca di essere divertente, leggero, dall’altra di giocare con il finale “a sorpresa” del mostro che mostro non è (anche se, in effetti, coi cinghiali non si scherza per niente :-) ). Forse però era meglio scegliere una sola delle due opzioni: dal tono leggero si intuisce subito che il mostro non è così pericoloso e quindi la sorpresa non è davvero tale.
10) La Porta di Gabriele Macchiarella
Devo dire che, come il protagonista, anch’io non ho ben capito il finale: cos’è questa iniziazione? Che c’entra il nonno? E chi sono questi confratelli? Che ci fanno nella stanza sempre illuminata? Forse mi manca qualche film o qualche lettura di riferimento, ma le domande sono troppe. Comunque una certezza ce l’ho: non sono vampiri, perché quelli starebbero al buio… :-)
11) Gli altri di Simone Rapizzi
Abbastanza complicato da capire, la situazione non mi è per niente chiara: chi è il protagonista narratore? Dove si trova? Cosa gli stanno facendo? Ho vagamente intuito che lo stare sotto questa luce continua ha a che fare con la rigenerazione dei tessuti e con l’immortalità, ma non riesco ad andare oltre questo.
12) Il sentiero della vita di Gloomy97
Più che un racconto, una riflessione in cui la luce entra solo come metafora. Al di là della saggezza della meditazione, non c’è però nessuna storia e nessun personaggio, il che mi pare andare un po’ fuori tema rispetto alle richieste del contest. Magari potresti provare a comunicare quello che qui dici direttamente inserendolo in una struttura narrativa.




Gabriele Macchiarella
Messaggi: 38

Messaggio#11 » martedì 23 giugno 2015, 17:10

 

Il centotredicesimo piano
Purtroppo non amo questo genere di storie, quindi ammetto d’esser prevenuto.
Ho trovato questo testo piuttosto lento e molto spesso mi ritrovavo perso fra le righe dovendo tornare indietro nella lettura per capire bene cosa stesse accadendo.
Questo genere di storie, sia per quanto riguarda le opere letterarie che cinematografiche, siano un po’ tutte simili.


Il giorno sbagliato
Ciao Rossella.
Bella idea quella di descrivere un mostro e solo alla fine capire che altro non è che un cinghiale. Storia piacevole, sembra un racconto amichevole fatto davanti ad una bella birra gelata. Nonostante l'impressione positiva, non viene nemmeno sfiorato il tema del contest (fatta eccezione della frase iniziale). Comunque mi piacerebbe leggete altre "avventure" di questo baldo giovane :)

L’ultima spiaggia
Ciao Alexia

Ciao Alexia. Non sono un grande amante del genere apocalittico, però ammetto che il tuo racconto non mi ha mai annoiato, anzi tutt'altro.
A mio avviso è partito un po' lento ma si è ben ripreso col passare delle righe. La seconda metà è quella che più ho apprezzato. Rimango sempre colpito quando un'autrice decide di scrivere un soggetto maschile, io francamente non credo che sarei in grado di raccontare una donna :)

 

Era d’estate
Bella storia, molto scorrevole. Si legge tutta d’un fiato.
Non c’è nulla che lo lascia intendere ma la mia immaginazione mi ha portato ad un paesino siculo dell’entro terra a metà degli anni cinquanta.
Potrebbe tranquillamente essere l’inizio di un racconto medio/lungo. Lo vedrei bene a puntate su di un giornale, come si faceva una volta…
Complimenti


 

Il Faro

Ciao Serena

Inizio col ringraziarti per le dritte
Che altro dire, francamente anche tentando di trovare il fantomatico “pelo nell’uovo” fatico a criticare un racconto che reputo ben scritto. Ritmo incalzante e soprattutto mai noioso, cosa che in una storia reputo fondamentale. Penso che la noia del lettore sia la peggiore delle sconfitte per uno scrittore.


Non posso fare altro che farti i complimenti

 

Un ultimo regalo

Ciao Ophelia

Storia molto intensa, ci si immerge nel racconto provando una sorta di tristezza per la fine annunciata di quella povera ragazza, come se esistesse realmente.
Non è certo un finale a sorpresa ma fino all’ultimo mi son chiesto come sarebbe andata a finire.
Sei stata brava a non incappare nella retorica dei sentimenti a basso costo e delle finte pietà, modello Barbara D’Urso


 

Non spegnetela

Ciao Marco

L’intreccio mi è piaciuto molto, bella l’idea di utilizzare solo dialoghi per tutto il racconto. Unica pecca, la definisco pecca perché dai commenti vedo di non essere l’unico a non esserci arrivato, è il fatto che non si riesce a capire bene che cosa abbia in mano l’operaio.
Forse anche il fatto di trasformare un ospedale in un centro commerciale è poco credibile, ma in un mondo immaginario tutto è possibile . Nel complesso, ottimo lavoro


Gli altri

Ciao Simone
Francamente anch’io sono un po’ perplesso. Diversi refusi, pensieri che inizialmente erano condivisibili finiscono con l’essere fini a se stessi. Alla fine parli di questi famigerati “anziani”, parli di rigenerazione di tessuti quindi siamo nel futuro? Un racconto di fantascienza? Purtroppo è un po’ tutto poco definito.
A mio avviso sarebbe servita almeno una rilettura in più, lo so qui a “minuti contati” i minuti sono proprio contati, ti capisco benissimo. Probabilmente anche tu come me sei alle prime esperienze in questo contest (per me è la prima volta).
La prossima volta andrà sicuramente meglio, a tutti e due intendo


 

La prima stella della notte

Ciao Francesco

Devo dire che il racconto è molto scorrevole, piacevole nella lettura e ti fa immergere completamente in un certo clima di mezza estate (almeno questo è quello che ho provato fra una riga e l’altra). Inizialmente pensavo che tu fossi uscito un po’ fuori tema, ma leggendo le risposte che hai dato ad altri utenti mi sono un po’ ricreduto. Nel complesso ottimo lavoro!

 

Il sentiero della vita

Ciao Gloomy97

Tralasciando l’inizio stridente de: “dovevano essere le una o le due” direi che nel complesso è un racconto ben scritto.

Non voglio esser troppo duro nell’affermare che la tematica affrontata è piuttosto scontatama non posso sottrarmi dall’esprimere un mio parere sincero (anzi sono “obbligato” a farlo).

Che altro dire, forse potevi osare un po’ di più. ..

 

l'Amore brucia

Ciao Leonardo

Innanzitutto ti faccio i miei più sentiti complimenti per l’originale ambientazione. Una storia d’amore Tuareg è una mossa ardita che a mio avviso sarà ben ricompensata.

I nomi citati sono reali o pura invenzione? Mi piacerebbe se dietro a questo racconto ci sia una ricerca, una passione più profonda verso questo argomento o sia stata un’illuminazione del momento

Ecco questo è quello che ho pensato fino a metà racconto, poi arriva la seconda parte e il mio entusiasmo lievemente si smorza. Diventa tutto un po’ macchinoso appesantendo la bella partenza.

Si intervallano un paio di sogni fino ad arrivare ad un suicidio (a mio avviso) senza senso perché privo di descrizione di un ipotetico malessere psicofisico dovuto a quella scomparsa, quindi poco credibile. Forse un finale un po’ affrettato. Peccato

 

Dannato

Ciao Francesca

Apprezzabile l’intento del cambio totale di prospettiva, da donna a uomo immondo capace di compiere un gesto disumano comequello.

Ma per il resto…il testo è piuttosto scorrevole ma lascia l’amaro in bocca. Mi spoace dirlo ma la storia non ha nulla di originale, cose già viste nei film, lette in altri libri. Lasci intendere che per te l’inferno sia quello, un luogo dal buio perenne. Proprio l’opposto del tema del contest Dove la luce non dovrebbe spegnersi mai.

 

 



  • L’AMORE BRUCIA



  • IL FARO



  • ERA D’ESTATE



  • IL GIORNO SBAGLIATO



  • L’ULTIMA SPIAGGIA



  • LA PRIMA STELLA DELLA NOTTE



  • IL SENTIERO DELLA VITA



  • UN ULTIMO REGALO



  • IL CENTOTREDICESIMO PIANO



  • NON SPEGNETELA



  • GLI ALTRI



  • IL DANNATO

     

     





gloomy97
Messaggi: 13

Messaggio#12 » mercoledì 24 giugno 2015, 2:32

Il centotredicesimo piano

ciao Andrea,

il tuo racconto nel complesso mi è piaciuto. Se non sbaglio fa parte del genere distopico, in cui ci si immagina uno scenario post apocalittico...

Ad essere sincera ho dovuto rileggere la parte finale per comprendere chi fosse il narratore, ma nonostante ciò mi è piaciuto il continuo cambio di vista che a mio parere contribuisce dinamicità alla storia.

Buona fortuna

Gaia



L’ultima spiaggia

ciao Alexia,

racconto molto scorrevole e con una visione post-apocalittica non banale. Essendo amante del genere mi è piaciuto molto.

L'unica critica che posso fare è che non è pienamente autoconclusivo, ovvero non noto un finale completo. Magari con più battute a disposizione lo avresti potuto approfondire di più.

Buona fortuna

Gaia



Un ultimo regalo

Ciao ophelia,

racconto molto intenso e pieno di emozione. Sei perfettamente riuscita a ricreare le sensazioni della protagonista utilizzando descrizioni molto dettagliate. Finale triste e abbastanza scontato per quanto riguarda la morte della protagonista, ma con una frase di grande impatto.

Forse avrei limitato le descrizioni all'inizio del racconto per poter scrivere maggiormente sulle sensazioni finali delle persone che cercano di aiutare il soggetto.

Buona fortuna

Gaia



La porta

Ciao Gabriele,

ho trovato il tuo racconto abbastanza efficace, nonostante non abbia capito quale fosse questa illuminazione da bar che il protagonista ha avuto..

All'inizio pensavo stessi scrivendo una poesia, ma poi quando è iniziato il racconto vero e proprio ho dovuto ricredermi, suscitando in me una sorta di suspance tipica dei film :)

Secondo me se avessi avuto più battute avresti approfondito meglio la parte finale, dando spiegazioni più complete; ma purtroppo il contest è anche questo.

Mi piacerebbe comunque leggerne un seguito..

Buona fortuna

Gaia



Il faro

Ciao serena,

Ho trovato il tuo racconto molto scorrevole e chiaro. Utilizzando uno stile non troppo complesso hai ricreato una perfetta descrizione di ciò che stava accadendo alla nave e alla protagonista.

L'unico cambiamento che farei (tenendo presente che abbiamo un numero limitato di caratteri) consiste nel tagliare un po' la parte iniziale per poter ampliare il finale.

Buona fortuna

Gaia



Gli altri

Ciao Simone,

Il racconto mi é piaciuto molto nonostante la grande quantità di pensieri espressi in così poche battute. Mi pare di ritrovare un ambiente post-apocalittico in cui il protagonista si ritrova a vivere. A mio parere questo testo potrebbe benissimo essere una premessa di un libro distopico in cui poi dai una spiegazione a tutto.

Buona fortuna

Gaia



La prima stella della notte

Ciao Ceranu,

Il racconto mi è piaciuto per quanto riguarda lo stile di scrittura ma non per il tema affrontato. Mi spiego meglio. I testi sulla politica non mi fanno impazzire per questo parto abbastanza prevenuta. Nonostante ciò ho apprezzato molto il tuo stile di scrittura molto lineare e discorsivo. Per quanto riguarda l'attinenza al tema della sfida lo trovo molto forzato ma tutto sommato sufficiente.

Buona fortuna

Gaia



L'amore brucia

Ciao Leonardo,

Il racconto è ben scritto e di facile comprensione. A mio parere hai sottolineato bene l'ossessione della continua ricerca da parte del protagonista. Sinceramente questo tipo di testo non é nel mio stile per quanto riguarda i soggetti trattati, ma l'ho comunque apprezzato.

Buona fortuna

Gaia



Non spegnetela

Ciao Marco,

Nel suo complesso ho trovato il racconto gradevole nonostante non sia abituata alla struttura composta interamente da dialoghi. Sinceramente non ho compreso molto la parte finale, magari avresti potuto svilupparlo meglio. L'unica cosa che non ho apprezzato è l'utilizzo del dialetto o comunque di quelle parole che non sono interamente italiane.

Buona fortuna

Gaia



Dannato

Ciao Francesca,

Fammi capire se ho ben interpretato il racconto. Il protagonista ha tradito la moglie e ucciso l'amante e il figlio. ho interpretato il ciclo continuo della storia come il senso di colpa del protagonista e il l'uovo in cui si trova come la sua coscienza.. É corretto?

Comunque lo stile é buono, abbastanza semplice e scorrevole. Magari avrei specificato meglio ciò che volevi far intendere al lettore.

Buona fortuna

Gaia



Il giorno sbagliato

ciao Rossella,

la trama c'è ed è un racconto abbastanza autoconclusivo. Sinceramente mi è piaciuto, (nonostante il linguaggio non troppo aulico) rapido nella lettura e di facile comprensione.

Rappresentare la speranza in questo modo è inusuale e anche se non è il mio genere di racconto devo dire che non mi è dispiaciuto.

Buona fortuna

Gaia



Era d'estate

Ciao Tina,

ad essere sincera non sono molto amante di questo stile ma trovo che sia un racconto ben scritto e con una buona struttura. La scelta della prima persona contribuisce alla fluidità della lettura; magari il tema non è così originale ma hai comunque dato la tua visione di luce che non si spegne mai.

Buona fortuna

Gaia



Classifica:

1 Il centotredicesimo piano

2 L'ultima spiaggia

3 Un ultimo regalo

4 Gli altri

5 La prima stella della notte

6 Il faro

7 La porta

8 L'amore brucia

9 Dannato

10 Non spegnetela

11 Era d'estate

12 Il giorno sbagliato

Francesca Nozzolillo
Messaggi: 59

Messaggio#13 » giovedì 25 giugno 2015, 16:59

Ciao a tutti, ecco la mia classifica.

1 -  L'ultima spiaggia

Hola! Racconto molto bello, interessante, e scorrevole. Anche io sono amante del genere, e mi fa sempre piacere leggere storie come le tue. Forse già visto l’uomo col cane, forse già visto anche il nerd che si salva perchè non esce mai di casa, ma bello il finale, (che hanno apprezzato tutti) e il mondo che descrivi. Quindi non mi ha annoiato. Solo, avrei tolto il pezzo dove lui ricorda di aver ammazzato il tipo. Non lo trovo importante, o almeno mi sembra che tu lo abbia un po’ buttato li (per questo non sembra importante) e mi allontana troppo violentemente dal bel contesto che hai creato. Per il resto, complimenti!

2 - Il faro

Ciao! Mi è piaciuto molto come racconto, mi sembra davvero ben scritto. Il ritmo è incalzante e le figure che usi per le tue descrizioni mi hanno davvero colpita. Fai sentire il freddo e l’angoscia, e il mare diventa quasi un altro personaggio, cosa che ho apprezzato. Trovo che il cambio di pov sia riuscito, non mi ha dato fastidio, anzi. L’unica cosa che però mi è poco chiara è la fine. Lei dunque è un fantasma? e il riferimento al fiammifero finale? puoi spiegarmi?
Comunque complimenti, perchè il tema è ben centrato e sei stata capace di descrivere benissimo la nave che affonda. Riuscire a riportare delle immagini come queste in pochi caratteri, senza diventare ridondanti o retorici, non è facile. Alla prossima.

3 - L'amore brucia.

Ciao Leonardo. L’idea mi piace tantissimo: il tema della reincarnazione è molto affascinante, e in questo caso l’hai resa anche molto bene. Io l’ho interpretato così: tre contesti, tre piccoli racconti, uniti tra loro dal sonno e dalla morte del protagonista, che ha come scopo eterno quello di trovare la propria amata. Alla fine ci riesce? Forse no, ma non smetterà di cercare. Stile scorrevole, belle descrizioni, ma la luce come tema mi sembra un po’ assente. Alla fine c’è l’accenno alla lampadina che non si accende, ma è un po’ buttato lì. Comunque bravo!

4 - Il centrotredicesimo piano.

Ciao. Il racconto mi è piaciuto, hai centrato bene il tema. L’ambientazione è ben costruita, non ho grandi critiche da fare, a parte il fatto che il continuo cambio di punto di vista non rende immediata la comprensione do chi sia Kurt o chi sia Egon. Verso la fine anche io ho dovuto rileggere più di una volta per capire, ma il significato che c’è dietro la lampadina che si rompe mi ha molto colpito.

5 - Era d'estate.

Ciao, bentrovata. A me il tuo stile piace tantissimo, non credo ti si possa dire nulla da un punto di vista formale. Le tue storie partono sempre benissimo, incantano, ed è difficile non rimanere attaccata allo schermo. In questo caso, peccato per la fine. A mio parere e per mio gusto, sarebbe stato meraviglioso se non ci fosse stato nessun fantasma. Tutti, almeno una volt nella vita, abbiamo guardato un lenzuolo e vi abbiamo visto cose spaventose. La suggestione ti prende a tutte le età. Una soluzione come questa, al posto della bambina che vive nella scuola e alla maestra cattiva (visto e rivisto), sarebbe forse stato meglio. Ma insomma, per quanto mi riguarda non posso che farti i complimenti. Racconto quasi perfetto. Ciao, alla prossima.

6 - La prima stella della notte

Allora, secondo me l’aderenza al tema c’è. Inizialmente avevo avuto difficoltà a individuarla, ma dopo le tue spiegazioni sono d’accordo che una stella come metafora di speranza perduta, che ‘nel giro di un ora non avrebbe più distinto’, funziona ed è azzeccata. Immagino Angelo come un uomo disilluso, che prende questo sentimento e lo converte in amarezza e una buona dose di crudeltà. Mi piace molto come personaggio, ma diverse parti del racconto sono troppo criptiche per essere comprese. Forse potevi inserire una righetta per spiegare dove siamo… A un certo punto l’uomo legato viene portato via, da chi? da Guido? dai un po’ troppe cose per scontato, e il lettore in certi punti non riesce proprio a seguirti. Però mi è piaciuto.Alla prossima!

7 - . Non spegnetela

Ciao. Allora, anche a me piace l’idea di intrecciare il passato con il presente. Anche io non ho capito bene il pezzo finale, per il quale mi aggrego agli altri commenti. Forse la luce che non può spegnersi è proprio la speranza della bambina, ma la cosa che non mi è piaciuta è che lei riesca a rompere l’interruttore. Non riesco a figurarmi come faccia… questa cosa poi la porta alla morte, vero? Non ho capito bene questa parte, come anche l’accenno alla scomparsa del padre… e morto anche lui? l’ha abbandonata La mancanza di descrizioni effettivamente rende i dialoghi un po’ didascalici, ma credo che sia un’idea molto originale e infatti nel complesso mi è piaciuta.

8 - Un ultimo regalo

Ciao. Allora, non lo so. Sicuramente è un argomento forte quello che hai scelto, già sentito ma comunque apprezzabile. Mi è discretamente piaciuto l’inizio, con la descrizione della malattia e dello stato d’animo della protagonista. La fine invece mi ha lasciata un po’ perplessa… intanto, scrivi che la ragazza ci mette una giornata intera a scrivere una scritta sul muro… effettivamente, come già suggerito, se fosse stato un disegno avrebbe forse avuto più senso. Se proprio deve essere una scritta poi, forse effettivamente sarebbe stato più funzionale un messaggio diverso. Comunque, mi ha fatto piacere leggerlo. Alla prossima.

9 - La porta

Ciao, benvenuto. E’ un racconto interessante, certi pezzi mi sono proprio piaciuti, tipo : E’ il mistero stesso a rendere questa storia intrigante. Sono sicuro che una volta scoperto, qualsiasi esso sia, ne rimarrò deluso.' Però alla fine anche io mi sento un po’ insoddisfatta, forse perchè ‘dall’illuminazione’ del personaggio (che non ho capito bene quale sia) alla fine, c’è molta poca chiarezza. Quando dici che si aspettava una cosa completamente diversa, mi chiedo cosa fosse, e quando dici che accetta tutto senza capire, neanche noi capiamo con lui. In conclusione, posso dire che mi è sembrato un racconto abbastanza efficace, ma con almeno un paio di cose un po’ buttate lì, che lo avrebbero reso più avvincente e chiaro. Alla prossima

10 - Il giorno sbagliato

Ciao. Beh, devo dire che ad una prima lettura non mi era molto piaciuto, ma rileggendolo dopo una settimana l’ho apprezzato di più. E’ carina l’idea, ma anche io penso che ti sia un po’ dilungata su pensieri che poco c’entrano con quello che sta accadendo. In questo modo non fai entrare il lettore nel racconto, ma lo tieni un po’ a distanza. Buono il tono, anche se anche io credo che l’aderenza del tema sia un po’ forzato. In più, non so perchè, ma sapere che era un cinghiale mi ha deluso… Vabe, in bocca al lupo!

11 - Il sentiero della vita.
Ciao gloomy, purtroppo non ho tanto da aggiungere ai commenti degli altri. Non è proprio un racconto, e l’unica indicazione che ci dai su questa ragazza è che ha i capelli lunghi e si trova in un bosco. C’è assenza di movimento e molti concetti un po’ ridondanti. Chi è questa persona? Quali sono questi problemi? sono importanti o no? Perchè all’inizio sembrano essere l’unico motivo per cui questa ragazza si è addentrata nel bosco, ma alla fine il tutto si risolve con semplicità. Se la protagonista è depressa da tempo, per dire, allora anche una passeggiata nel bosco può essere importante e vale la pena narrarla. Ma se si trattano di problemi di poco conto, tanto da non essere neanche specificati, allora tutto perde interesse. Non bisogna per forza narrare di tizi che si ammazzano a vicenda o simili per fare un buon racconto, e il movimento può anche essere assente, ma allora forse dovresti contestualizzare un po’ di più. Alla prossima

12 - Gli altri
Mmh… oddio, sono un po’ in difficoltà. I flussi di pensieri mi piacciono, ma non li trovo adatti ad un racconto. Mi spiace, ma non ho capito nulla… quel che dici è interessante, ma non so dove siamo, chi è il protagonista, e quindi anche capire dove vuoi andare a parare è difficile. Gli altri chi sono? la gente civilizzata? gli umani? è tutto molto confuso. Scusa ma non so bene cos’altro dire… dacci qualche indizio. 

torpedocolorado
Messaggi: 53

Messaggio#14 » venerdì 26 giugno 2015, 12:05

1- Un ultimo regalo di Ophelia

Credo che questo sia il racconto che più s’avvicini all’incipit del contest: la luce che assomiglia alla presa forte alla vita e alla voglia di lasciare qualcosa per dare luce agli altri. Luci che si spengono e luci che si accendono, il giorno che lascia il posto alla notte e il mattino alla creatività e alla vita. Perchè la conoscenza è vita. E conoscere è amare. “Solo l’amare e il conoscere conta” diceva Pasolini. E credo davvero, al di là della storia semplice, delicata, da assolo di piano, che oltre un racconto questo sia un monito, un insegnamento. Scusate se sono poco imparziale in questo commento, ma sono rimasto molto colpito. Col tatto di chi sa e conosce anche le cose più brutte…ma non per questo resta tedioso o rassegnato. Anzi…grazie Ophelia, complimenti!

 

2- L'ultima spiaggia di Alexia

Lo ribattezzerei: “la rivincita del nerd!” La consapevolezza che ne viene lascia spazio a diverse interpretazioni. Ma quella più importante credo che sia la sfiducia verso l’umanità, destinata alla fine per un’implosione dovuta alla sua stessa iper-socializzazione. Si salverà chi non ha voglia di far niente e guarda il mondo da un oblò…ops! Da un pc. E se anche i pc scomparissero, sempre meglio relazionarsi con una luce in remoto o con un cane che non parla. Da sociologo la vedo così: comunicare fa male (e fa anche morire…) e il protagonista lo sa. Un anti-eroe  figlio di questi tempi da bulimia dell’informazione. La storia sarebbe un’ottima intro per una storia molto più grande. Comunque, davvero ben scritta, complimenti Alexia!

 

3- Era d'estate di Tina Caramanico

Davvero una tensione in crescendo, bel climax! Un’idea semplice che rimanda indietro nell’infanzia tutti,nessuno escluso. È vero che il finale poteva essere altrimenti, allinearsi maggiormente alla paura dei bambini e lasciare quel mistero di cui tutto il racconto è permeato. Ma la suspance cinematografica lascia il segno. Anch’io ho avuto l’impressione di una location anni ’50…e questa sensazione, ovvero la tua capacità di dire e non dire:credo proprio che su questo dovresti puntare. Lo svelare velando…e credo che te ne sia capace fino in fondo. Complimenti Tina!

 

4- Il faro di Aronica Serena

Ciao Serena! Un racconto davvero ben scritto, scorrevole e piacevole. L’unico cruccio è davvero il finale: ho dovuto leggere i commenti degli altri per capirlo appieno. L’idea è stupenda e lascia spiazzati: davvero un fantasma?! O il ricordo di lei da parte del padre…e quel fiammifero alla fine se speso meglio (dosando meglio la parte iniziale in nave) poteva lasciare quel tocco magico che accompagna tutto il racconto. Per il resto: ottima scansione e cambi prospettiva perfetti!!!

 

5- Il centotredicesimo piano di Andrea Viscusi

una certa tensione con un finale a sorpresa che ha il sapore dell’allegoria dei nostri tempi(il sonno della ragione e i suoi lumi che si spengono) .Mute neoprimitive inseguono il sogno dell’olimpo tecnologico raggiunto prima dell’evento catastrofico. Fino a creare un’aura quasi divina intorno ad una lampadina. Da limare alcune parti del racconto in modo da renderlo piu fluido ma…alla fine m’è piaciuto Andrea

 

6- Il giorno sbagliato di Rossella Stocco

a me è piaciuto molto questo racconto:ironico e leggero, dai tratti naif e finale tragicomico. Davvero simpatico nonostante le problematiche coi tempi dei verbi e quant’altro.L’idea insomma è davvero interessante. E il finale alla polizzietesco anni 70italiano è davvero di classe: sento già le sgommate e le sirene delle giulie!!

 

7- La porta di Gabriele Macchiarella

interessante e davvero originale! dai tratti cinematografici (la tensione per ciò che si cela dietro la porta ricorda i plot strutturali classici del buon thriller o horror che sia). Forse andava accorciata la parte tra una grappa barricata e l’altra nel bar romagnolo ma…si fa leggere comunque con gran piacere!

 

8- Dannato di Francesca Nozzolillo

Bella l’idea del loop con pena senza fine: un mix malefico di karma e pena dantesca. Dato che il ritmo e la tensione ci sono, sarebbe stato meglio lavorare proprio sull’idea dell’eterno ritorno del dolore. Un racconto che avrebbe potuto prendere il volo ma che comunque a me piaciuto. E il protagonista che si chiama Angelo Neri è una trovata geniale: allegoria della schizofrenia del protagonista, maschera assieme di vittima e carnefice. Dove il labile confine tra le parti sfuma nella miseria umana personale e lascia compassione e…un ridondante loop in lontananza! Ciao Francesca e buona fortuna!

 

9- La prima stella della notte di Francesco Nucera

Ciao Francesco!! M’è piaciuto molto il finale, estatico e aperto a molteplici riflessioni. Sulla violenza in primis ma anche sul senso della vendetta, su cui si fondano le narrazioni di senso di molti gruppi terroristici. Anche l’idea del sequestro è interessante e la struttura narrativa ottima: pulita e scorrevole. Insomma il racconto è piacevole. Magari manca una descrizione contestuale che avrebbe chiarito meglio ed inserito in una location più precisa il racconto e i destini incrociati dei protagonisti. E dato un senso più definito al bambino di passaggio. Ho storto un po’ il naso nel connubio tra politico e sesso ( molto più frequente nel mondo imprenditoriale ) ma sopratutto, e sembra paradossale, sul titolo del racconto. Infatti la prima stella della notte non è una stella ma dovrebbe essere un pianeta: Venere. Una confusione che mi ha smontato un po’ all’inizio. Comunque sottigliezze rispetto ad un buon racconto, complimenti Francesco e buona fortuna!!!

 

10- Gli altri di Simone Rapizzi

A parte i refusi e la punteggiatura un po’ ballerina, ho trovato la svolta finale interessante: se speso meglio poteva dare un peso specifico diverso ad un racconto a tratti confuso e di difficile comprensione. Ma hai osato e anche il tema della luce è colto a pieno: in una chiave claustrofobica che m’è piaciuta molto. Complimenti perciò per il coraggio e l’audacia. Con le opportune limature può divenire davvero un bel racconto, ciao Simone!

 

11- Il sentiero della vita di Gloomy97

Ciao Gaia! Dai commenti letti quello su cui mi vorrei soffermare è proprio l’assenza di un evento. Non che debba succedere per forza qualcosa che dia un senso al racconto, ma certamente porterebbe più lontano chi legge. Va bene il flusso di coscienza, un po’ meno la riflessione interiore della protagonista senza una NOSTRA riflessione interiore. Mi spiego meglio: le conclusioni a cui arrivi dovrebbero anche essere le nostre. E necessariamente deve succedere qualcosa nel racconto che c’inviti, si spinga, ci costringa a riflettere, per arrivare a quelle riflessioni. Che a quel punto possono anche  esser solo sfiorate, perchè già trasmesse al lettore. Nella teoria del lanciatore di coltelli, non si colpisce mai al centro, perchè l’idea muore. Ma si seguono i contorni: il tutto rimane molto più affascinante, e chi legge arriva man mano al cuore delle tue idee. Come un bel viaggio “per staccare” dal vortice delle nostre vite incasinate. Spero di aver lasciato un buon contributo Gaia, a presto!

 

12- Non spegnetela di Marco Fronzoni

Ciao Marco! Una scelta ardua e coraggiosa: la mole di battute dà un ritmo incalzante al racconto ( anche se m’aspettavo che alla fine in qualche modo le due storie parallele confluissero ). Lo sviluppo è appena un po’ caotico con qualche lacuna che lascia interdetti in alcuni punti. Peccato per il finale: con un po’ più di attenzione in ambedue le storie potevi chiudere il racconto lasciandoci senza fiato…comunque complimenti per l’idea, ciao Marco!!

 

marco.fronzoni
Messaggi: 19

Messaggio#15 » venerdì 26 giugno 2015, 15:42

1. Il faro, di Aronica Serena
Un brano che mi ha catturato per la tecnica di scrittura, in qualche passaggio addirittura eccessiva (tipo “un cupo e basso rumore”, dove forse bastava ‘cupo’ associato a un sostantivo più descrittivo rispetto a ‘rumore’).
Comunque è stato un vero piacere lasciar scorrere sotto gli occhi il flusso di parole misurato, ben ritmato e lessicalmente appagante. L’appunto che muovo al racconto riguarda la struttura narrativa, dove secondo me c’è un’eccessiva sproporzione tra i due personaggi, purtroppo a sfavore del padre, figura che dal punto di vista emotivo invece, in forza del dolore della perdita col quale sarebbe più plausibile una potenziale immedesimazione del lettore, dovrebbe esserne il fulcro.
 
2. Il centotredicesimo piano, di Andrea Viscusi
L’idea alla base della storia, il movente opposto dei due esploratori che viene svelato solo nel finale, l’intrigo del tradimento premeditato mi sono piaciute, però nel brano trovo anche delle incoerenze che fatico a metabolizzare: perché costoro vivono in accampamenti esterni, quando esistono costruzioni spaziose, integre e soprattutto non infestate da esseri letali del tipo ‘io sono leggenda’? Insomma, scoprono che i grattacieli li riparano dal vento stando fuori… ma capire che standoci dentro è anche meglio?
La questione della cordata mi sfugge: viene enfatizzato l’aspetto che l’essere secondo comporterebbe il fatto che se l’apripista – Kurt - dovesse perdere la presa, Egon che segue dovrebbe sostenerne il peso, ma se fosse invece Egon a perdere la presa, Kurt mica sarebbe esente dal sostenerlo…
E allora cosa cambia l’essere primo o secondo da questo punto di vista?
Rimane ovviamente in sospeso l’argomento di non poco conto - se riferito all’ambientazione creata nel brano - riguardante da dove provenga l’energia che alimenta la lampadina.
Il finale: “poi nel buio lo alzA alcora”, sicuramente un refuso.
 
3. Era d’estate, di Tina Caramanico
Un racconto che catapulta efficacemente il lettore nella spensieratezza delle vacanze estive trascorse in campagna da piccoli, in quelle atmosfere dove una grotta del fiume celava tesori e ingressi a mondi segreti e in cui ogni tronco di castagno, ritorto e spaccato da secoli di vento, sole e piogge, era sicuramente la dimora di una strega. La lettura scorre rapida nella prima metà del brano in cui la suspense aumenta, poi, nel momento topico della storia, ho sentito la mancanza di un più opportuno cambio di ritmo. La soluzione a mio parere è ‘troppo’ rivelata. Luminescenze e ombre che lascino intravvedere figure inquietanti, sussurri e fruscii che sembrino parole, cigolii che giungano alle orecchie come lamenti e singhiozzi, insomma, lasciare tutto ammantato nell’ambiguità del mistero che sta negli occhi dei bambini, avrebbe esaltato – per me – l’impronta del racconto.
 
4. L’ultima spiaggia, di Alexia
Ambientazione narrativamente ormai un po’ abusata, ma del resto si chiarisce proseguendo nella lettura, come essa sia utilizzata solo quale espediente per ‘canzonare’ il destino del protagonista, condannato per scelta o per forza alla propria natura solinga. È anche vero che questa caratterizzazione del personaggio risulta altrettanto inflazionata, per cui nell’insieme mi è rimasta, come dire, l’attesa di un’accelerazione da parte della trama, l’evento di un colpo di scena attraverso il quale rivalutare in modo originale questa struttura fatta un po’ di deja vu letterari.
L’immobilismo del finale, che pur rispecchia e sottolinea l’amara ironia delle scelte/non scelte del ragazzo, in realtà frena un incedere già lento. Diverso sarebbe stato il suo effetto se il racconto avesse riguardato i preparativi frenetici per raggiungere quella luce lontana quali la costruzione di una zattera, la raccolta e lo stoccaggio dei viveri, il rincorrersi nella testa delle aspettative, i progetti, le speranze ecc.
 
5. La prima stella della notte, di Francesco Nucera
Ho trovato il brano piuttosto sbilanciato, con una parte introduttiva molto articolata, ma che stenta comunque a rivelare dettagli sufficienti per contestualizzare la vicenda. L’immagine circa la location, per esempio, resta parecchio evanescente e con essa quindi anche la portata del torturatore, che potrebbe essere un terrorista, un demone o un angelo vendicatore allo stesso modo. Quando si arriva a un’idea un po’ più dettagliata attraverso il monologo del personaggio, la trama precipita improvvisamente verso una conclusione che coinvolge altre ‘forze’, che però rimangono oscure per natura (Angelo alza gli occhi al cielo e ‘delle mani’ portano via il prigioniero… di chi sono quelle mani, visto che un momento prima sembravano esserci solo loro due?) e motivazioni. Il finale quindi lascia un enorme punto interrogativo: chi è Angelo e per conto di chi agisce?
 
6. Dannato, di Francesca Nozzolillo
Una scena da ottavo girone dantesco, con la voce moralizzatrice in aggiunta. Mi è parsa una rappresentazione un po’ troppo artefatta, insomma un misto tra un interrogatorio estrapolato da un film poliziesco degli anni ’70 e ‘L’inferno può attendere’ - era il Paradiso, lo so… ;).
La trama è scarna e il punto d’interesse viene svelato immediatamente, quando il ‘giudice’ sbatte in faccia all’imputato la descrizione della sua colpa. Da lì i poi è solo un’agonizzante attesa della confessione, pienamente consci che ci sarà. Meglio secondo me sarebbe stato mantenere celato il motivo per cui il protagonista era tenuto prigioniero, travestendolo addirittura da vittima innocente degli eventi, in modo da portare il lettore dalla sua parte, per poi rivelare l’orrenda verità - che sarebbe arrivata come un pugno nello stomaco - solo sul finale
Ferma la buona idea del loop punitivo, il resto mi sembra sia stato un po’ sprecato.
 
7. Un ultimo regalo, di ophelia
L’argomento ovviamente è ponderoso ed emotivamente impegnativo. Io però ci vedo più un eccesso di disinvoltura a dispetto dell’opportunità o meno di utilizzare una facile arma di coinvolgimento. Difatti ciò che davvero è sfidante nell’affrontare questo tipo di contenuti è la parte in cui il brano reclama una spiegazione, cerca la propria soluzione, propone la chiave di lettura di una vicenda per la quale ogni tipo di retorica risulta inadeguata e spesso troppo inflazionata.
Non so, ma il finale che proponi non mi convince, per quanto poi nella realtà delle cose, i finali di tragedie analoghe non debbano convincere nessun altro fuorché chi li vive. Praticamente sulla soglia di una morte prematura e intempestiva, che trancia di netto le potenzialità di realizzazione dei propri progetti, la protagonista investe tutta sé stessa in un aforisma (suo?), che per quanto significativo e sgargiante, mi lascia più perplesso che partecipe.
 
8. Il giorno sbagliato, di Rossella Stocco
Ciao Rossella, devo essere sincero nel dire che ho trovato il brano narrativamente piacevole, ma stilisticamente un po’ ingenuo.
Non sono un fan sfegatato del racconto in prima persona, non per una mera questione di gusti letterari, bensì perché ritengo che sia un punto di vista difficile da padroneggiare senza il forte rischio di scadere in banalità e strutture inverosimili. Diciamo che il taglio umoristico del tuo brano lo esime da una valutazione rigorosa in questo senso, però se di ‘umorismo’ vogliamo parlare, il pezzo non mi pare decollare mai veramente e anche il finale, seppur ben studiato come tempismo e forma – la telefonata del protagonista -, a mio parere non ha la necessaria sproporzione con l’immaginario costruito in precedenza, tale da innescare l’effetto comico. Insomma, non sarà l’incontro con un mostro da incubo, ma anche quello con un cinghiale è inquietante assai…
L’impressione è che il taglio drammatico dell’incipit non c’entri nulla con quello che poi segue.
 
9. La Porta, di Gabriele Macchiarella
Personalmente considero la narrazione in prima persona una via comoda per l’immediatezza descrittiva cui sembra dare accesso, ma che a mio parere cela al suo interno non pochi trabocchetti, primo fra tutti il rischio di essere afflitta da scarsa verosimiglianza sia delle considerazioni, ma soprattutto della rappresentazione del modo in cui esse scorrono nella mente. Il racconto ha un incipit che crea molta suspense relativamente all’oggetto del brano, invogliando il lettore a immedesimarsi con l’attrazione che esercita sul personaggio, ma poi l’erogazione di questa carica viene interrotta bruscamente, per catapultare il protagonista in un albergo della Romagna, in una situazione del tutto avulsa dalla premessa e anche dalla soluzione finale.
Ecco, il finale: forse non l’ho compreso bene, ma a me pare che denunci una certa mancanza di mordente rispetto alle aspettative create, soprattutto quelle dell’inizio del pezzo.
 
10. L’amore brucia, di Leonardo Marconi
Al di là degli aspetti tecnici, il brano non mi ha coinvolto. Stilisticamente ho apprezzato il primo paragrafo, dove le percezioni del protagonista, le immagini che lo investono e le sensazioni che prova rappresentano il personaggio stesso e facilitano quindi l’immedesimazione del lettore con la situazione. Il secondo paragrafo invece mi pare per buona parte un racconto di ‘situazioni’, una descrizione necessaria a contestualizzare la nuova ambientazione onirica, mentre il terzo da cui mi attendevo, se non proprio una soluzione, almeno una rappresentazione condivisibile di ciò che per il protagonista vale la pena inseguire attraverso incubi e sogni, in realtà offre solo una sbirciata su uno spaccato anche piuttosto triste e problematico. Insomma, nel complesso ho vagato e questo va bene, ma ho patito l’apparente – e voluta? – assenza di una meta concreta del racconto.
 
11. Gli altri, di Simone Rapizzi
Mi pare che manchi un mondo intero da qualche parte, o nella mia capacità di comprendere quello che leggo, oppure nel brano che appare più simile a un coriandolo di un libro di 300 pagine fatto esplodere con un petardo, che a un racconto a sé stante.
L’incipit potrebbe anche essere un incipit, lo svolgimento manca certamente di informazioni fondamentali che aiutino a contestualizzare quel minimo le vicenda, almeno per evitare il totale disorientamento al lettore, il finale, be’… come finisce? Lo conquista l’Universo alla fine?
 
12. Il sentiero della vita, di Gloomy97
Dal punto di vista stilistico, la scelta di questa tipologia di narrazione ha - a mio parere - un coefficiente di difficoltà certamente basso. Nonostante ciò, il risultato mi pare sia piuttosto deludente. Passi l’assenza di intreccio, di avvenimenti e personaggi, però l’assenza della condivisione esperienziale, in un brano di questo tipo la ritengo un’omissione letale. La protagonista dice di essere stata al centro di una serie di eventi, di fronte ai quali addirittura non ha perso la forza, né abbassato la testa. Stiamo quindi parlando di qualcosa di particolarmente probante e drammatico… Cos’è? La morte di una persona cara, la perdita del lavoro, una malattia grave, un’unghia spezzata…? Su cosa mi sto confrontando ‘io lettore’? Non sarà certo la frenesia della vita o i casini al lavoro ciò che ha spinto questa ragazza a tali tormentate meditazioni.
Di fronte all’assenza dei dati del ‘problema’, purtroppo la soluzione proposta perde totalmente di senso…

simoneR
Messaggi: 3

Messaggio#16 » venerdì 26 giugno 2015, 22:10

Ultimo?

Ecco la mia classifica con commento; ringrazio tutti quelli che hanno commentato il mio racconto e ora potrò andare a leggerli per capire come rielaborare il mio modo di scrivere. Come nota: il mio obiettivo era creare nel lettore disorientamento e confusione e spero di esserci riuscito; ora lavorerò sul resto.

 

Un ultimo regalo
Un racconto che tocca corde profonde nell'animo, con una fluidità che accompagna verso la fine, in tutti i sensi; nel testo si percepisce quasi l'energia della protagonista e non è il lutto a restare alla fine al lettore, bensì il dono che viene lasciato, sia fisico sia spirituale, a chi riceve il testimone della vita.

Il Faro
Il racconto mi è piaciuto particolarmente, anche perché ha colpito la mia fobia in modo netto e forte. La chiusura della storia permette di chiarire l'apparente stranezza del correre quando ormai la barca si sta inabissando, in un modo molto piacevole e interessante. Le immagini sono vivide e ricche di emozioni

Era d'estate
Lo stile del racconto ricorda molto bene il pensiero dei bambini, così come la descrizione dell'ambiente è efficace per calare il lettore in quel mondo; l'idea alla base è quella propria che i bambini hanno quando fanno le "gite notturne" e si vogliono comportare da grandi: ha fatto riemergere ricordi di avventure simili.

Il giorno sbagliato
Il racconto è scorrevole e piacevole alla lettura, anche se lo stile è molto colloquiale, con qualche concessione a modi e tempi che personalmente non gradisco; l'evoluzione della situazione è avvincente e la conclusione assolutamente di effetto; ricorda per alcuni versi La sentinella, anche se in ottica diversa.

Il centotredicesimo piano
Il racconto mostra un piacevole ritmo di lettura grazie all'alternanza creata tra il presente e il passato, che scorrono su due differenti binari per congiungersi alla fine; l'idea di una realtà post-tecnologica con il ritorno al clan è sempre interessante, così come la ricerca della scienza perduta.

La prima stella della notte
Il racconto mi è piaciuto per lo svolgimento della narrazione, nonostante alcuni agganci forse flebili con il tema della luce che mai si spegne, anche se in realtà per il protagonista smetterà di esserci. Lo stile non mi dispiace ed è risultato molto scorrevole alla lettura, con l'uso del dialogo come guida e il ribaltamento delle convenzioni.

Non Spegnetala mai
L'alternanza del momenti, descritti solo con il dialogo, non mi ha entusiasmato eccessivamente, sebbene l'ambientazione creata e la dinamica sia piacevole, quasi di conforto rispetto a quanto si realizza alla fine. L'intreccio delle due storie è funzionale allo sfondo "horror" del racconto. Una frase mi è sembrata, però, con termini fuori caratterizzazione

Dannato
L'element che più mi è piaciuto è l'accenno alla ciclicità del momento; lo stile del racconto e il tema stesso non mi hanno colpito.L'elemento che più mi è piaciuto è l'accenno alla ciclicità del momento; lo stile del racconto, il ritmo della narrazione e l'ambientazione, oltre al tema stesso, non mi hanno colpito eccessivamente, forse per differenti interessi di genere. La luce, richiamo del tema, risulta però intermittente e non continua.

La Porta
Il racconto non mi è dispiaciuto ma non mi è sembrato, nel leggerlo, scorrevole; la parte centrale sembrava poco legata a quanto descritto all'inizio e alla fine, che ben si legano tra loro. Ho notato alcune citazioni da canzoni, come a segnare dei momenti specifici. In ultimo, la Luce si è spenta alla fine ma non ho colto il collegamento con il momento del "satori"

L'ultima spiaggia
Il racconto ha uno stile che mi piace, la lettura è abbastanza scorrevole e semplice; purtroppo per l'abuso del tema l'idea dell'ambientazione non mi è piaciuta, mentre il gioco delle luci accese, forse, automaticamente da due soggetti nello stesso stato mi è piaciuta molto: crea un senso di disillusione interessante.

Il sentiero della vita
Questo racconto non mi ha emozionato o coinvolto: lo stile, sebbene diverso da quello che prediligo, si è mostrato piacevole, ma il punto di vista espresso, le emozioni che dovevano passare al lettore, nel mio caso, sembra siano rimaste nella penna dell'autrice. Il racconto mi ricorda troppo lo stile manga degli shonen.

L'amore burcia
Sia il tema sia la trattazione non mi hanno reso particolarmente interessante il racconto: carina l'idea del sogno eterno che non si ferma, purtroppo il tema centrale non è nelle mie "corde" e la narrazione è risultata poco coinvolgente e non ha creato uno stato di attesa per il finale; la frase terminale non ha sortito effetto drammatico.

Classifica
1    Un ultimo regalo     di     Ophelia
2    Il Faro     di     Aronica Serena
3    Era d'estate     di     Tina Caramancino
4    Il giorno sbagliato      di     Rossella Stocco
5    Il centotredicesimo piano     di     Andrea Viscusi
6    La prima stella della notte     di     Francesco Nucera
7    Non Spegnetala mai     di     Marco fronzoni
8    Dannato     di     Francesca Nozzolillo
9    La Porta     di     Gabriele Macchiarella
10    L'ultima spiaggia     di     Alexia
11    Il sentiero della vita     di     Gloomy97
12    L'amore burcia     di     Leonardo Marconi

Sybilla Levanti
Messaggi: 142

Messaggio#17 » venerdì 26 giugno 2015, 22:41

Ecco l'elenco delle mie considerazioni (recensioni è troppo per una come me)


-La Porta di Gabriele Macchiarella

Ti prende molto, lasciandoti sospeso all’interno della narrazione in attesa del successivo evento. La scrittura è fluida e piacevole, magari una ricontrollatina alla punteggiatura ma lo stile è chiaro e pulito.
Unico appunto (che non vuol essere in negativo): più che un testo autoconclusivo sembra l’incipit per un racconto più lungo.

- Il centotredicesimo piano di Andrea Viscusi

Ciao Andrea, il racconto mi è piaciuto ma io ho un debole per le storie post apocalittiche che aprono un futuro incerto al genere umano e più in generale a tutto il pianeta.
A livello di trama quindi mi ha preso molto, incuriosendomi su cosa sarebbe successo nelle righe successive. Devo però dire che, ma forse è un mio problema, il passaggio tra l’italic e il font classico mi ha creato un po’ di difficoltà all’inizio, ma non così grave da compromettere la riuscita della storia. Va anche aggiunto che con un limite di caratteri a disposizione, il riuscire a sintetizzare in poche righe i diversi punti di vista dei personaggi poteva non rendere facile la contestualizzazione.

- Il giorno sbagliato di Rossella Stocco

Ciao Rossella. Devo essere sincera: non so se il tuo racconto mi è piaciuto oppure no (e per scrivere queste poche righe l’ho riletto almeno due dozzine di volte…).
L’ho trovato simpatico e piacevole come trama in generale ma in alcuni punti non mi convince. Forse lo scoglio principale è l’aver utilizzato, secondo la mia impressione, il flusso di coscienza del protagonista in modo un po’ eccessivo, cosa che sulla brevità del testo toglie leggerezza al tono della narrazione e in alcuni punti si dilunga deviando dal tema centrale della storia.

- L'ultima spiaggia di Alexia

Racconto che funziona, ben scritto. La trama sa creare al contempo attesa in chi legge per sapere quale sarà la mossa successiva del protagonista e potrebbe essere ampliato in una storia più corposa. Lo stile è pulito e diretto. Sarebbe stato interessante avere una maggiore percezione delle emozioni e dei sentimenti del protagonista al di là delle definizioni che fornisce di se stesso (agorafobico del cazzo) perché sembra muoversi in un mondo al di fuori di quello della narrazione, come se non ne facesse parte.

- Era d'estate di Tina Caramanico

Ciao Tina. Bellissimo. Adoro il tuo racconto. Al di là dello stile, che è scorrevole e pulito, ho apprezzato la tua capacità di descrivere il crescendo delle emozioni nell’animo dei due protagonisti, con particolare attenzione a quello della bambina. Mi piacciono le storie di fantasmi e tu hai saputo scriverne una con tutti i crismi. Il finale chiude in modo abbastanza buono la narrazione, sicuramente se avessi avuto più caratteri a disposizione sarebbe stato più completo ma già così va bene.

- Il faro di Aronico Serena

Racconto gradevole e con quel tocco di horror che non guasta. Mi ha fatto sovvenire alla mente qualcosa di Poe e un pizzico di Lovecraft. La sola cosa che non ho apprezzato molto è la parte finale, lo spazio che hai riservato al padre lo trovo stiracchiato e poco incisivo, dato che a lui spetta il compito di tenere viva la luce per indicare la via allo spettro della figlia.

- Non spegnetela di Marco Fronzoni

Ciao Marco…il tuo racconto mi è abbastanza piaciuto ma io sono un’amante delle descrizioni e ne ho sentito la mancanza in questo sovrapporsi di dialoghi serrati tra passato e presente.
Per quel che mi riguarda, l’idea di trasformare un antico ospedale (più che ad un hospice di stampo moderno io ho pensato ad un sanatorio di inizio secolo, luogo ideale insieme ad un manicomio, per ospitare presenze sovrannaturali) in un centro commerciale non è male, per quanto nemmeno così originale.
Anche io, come molti prima di me, mi son chiesta cosa avesse in mano l’amico di Paolo al termine della storia perché non era per nulla chiaro.
Mi è rimasta, anche, un’ultima curiosità: ma il babbo della bambina che fine ha fatto? perché non ho capito se è andato a riposare o l’ha abbandonata o addirittura è morto anche lui? spero che potrai risolvere anche questo mio dubbio…

- Gli altri di Simone Rapizzi

Hey Simone, buon ultima mi aggiungo al coro di recensioni qui sopra…
Il tuo racconto mi incuriosisce, devo ammettere. Ha qualcosa di fantascientifico nel sottotesto e, sarà che io sono fotofobica quindi devo portare gli occhiali da sole tutto l’anno e per me il sole è un nemico acerrimo, ho provato molta empatia per il tuo protagonista. Purtroppo però ci sono, forse anche per il poco tempo a disposizione, mancano elementi che avrebbero reso più chiara la trama (ambientazione, chi sono “gli altri”, perché l’hanno messo sotto una campana di vetro…) in modo che il lettore avrebbe potuto farsi un’idea più chiara di ciò che volevi trasmettere. Infine una rilettura anche veloce avrebbe permesso di eliminare qualche refuso.

- La prima stella della notte di Ceranu

Ciao Ceranu, posso dire una cosa? Ho capito poco o niente del tuo racconto. É scritto molto bene, hai uno stile che colpisce ma la trama, nonostante la presenza delle stelle, mi è rimasta piuttosto oscura. Chi sono i personaggi di cui parli man mano? La signora Anna, il bambino, Guido? Chi è Angelo (c'è qualche riferimento a Lucifero o ad altra entità ultraterrena)? Mi è sembrato che il tuo racconto volesse essere una grande metafora dei nostri giorni con il riferimento ai terrorismi, alla religione, alla politica, a certi maneggi tanto in voga, alla violenza, ma senza dare tutte le informazioni necessarie per decodificarla. Premesso questo, l'ho trovato comunque gradevole e di piacevole lettura per lo stile scorrevole.

- Il sentiero della vita di Gloomy97

Buonasera Gloomy97, il tuo racconto non lo trovo male.Forse a causa del poco tempo a disposizione la forma finale presenta qualche problema, che ne rende difficile la lettura, ma si intravede la tua volontà di voler trasmettere il tuo pensiero e la tua visione della vita, attraverso la metafora del sentiero nel bosco e del fuoco che, come una luce, per quanto affievolita può sempre rinascere e crescere. Purtroppo nel corpo della narrazione questo tuo sforzo resta in ombra, anche perché il limite di carattere a disposzione costringe a limare e alle volte non ci rendiamo conto che ciò che è chiaro nella nostra mente non lo è per chi ci legge.

- L'amore brucia di Leonardo

Buonasera Leonardo. Ah l'amour! Eterna luce che fa illumina l'animo umano, senza tempo, senza fine, senza spegnersi mai. Dannazione ed estasi dell'essere umano.
Ho trovato il tuo racconto delizioso. La scelta dei salti onirici mi è piaciuta parecchio come linea di narrazione perché ti ha permesso di dare un senso di eterno alla ricerca della donna amata. L'unico limite che trovo al tuo racconto è che, in alcuni punti, non sei riuscito a trasmettere appieno le sensazioni che il protagonista sta vivendo, la disperazione per la sua affannosa infruttuosa della sua fantomatica lei.

- Dannato di Francesca Nozzolillo

Buonasera Francesca. Trovo il tuo racconto "primitivo", hai cercato di dare un ritmo serrato al dialogo tra i due personaggi ma non sei riuscita a far salire abbastanza la tensione in chi legge. CIò che, invece, hai saputo creare bene è il senso della latenza temporale per il protagonista, sebbene dando fin da subito un'informazione cruciale (una vita fa) per l'economia della narrazione. Secondo me, lavorandoci e sistemando un pochino lo stile perché hai una buona base e devi solo limare alcune imperfezioni, potrebbe divenire un ottimo racconto.
Buona l'idea del loop, che mi ha ricordato il processo di Kafka, e che conferisce quel senso di angoscia che fin dalle prime righe hai cercato di trasmettere.


Classifica:

1- L'amore brucia di Leonardo
2 - Il centotredicesimo piano di Andrea Viscusi
3 - Era d'estate di Tina Caramanico
4 - L'ultima spiaggia di Alexia
5 - La porta di Gabriele Macchiarella
6 - Non spegnetela di Marco Fronzoni
7 - Il giorno sbagliato di Rossella Stocco
8 - Il faro di Aronica Serena
9 - Gli altri di Simone Rapizzi
10 - Dannato di Francesca Nozzolillo
11 - Il sentiero della vita di Gloomy97
12 - La prima stella della notte di Francesco Nucera

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Messaggio#18 » sabato 27 giugno 2015, 12:34

Ecco la mia classifica. Lunedì avrete quella generale del gruppo. Complimenti a tutti.
 
1) Il centotredicesimo piano, di Andrea Viscusi
Certo, se fosse stata infilata da qualche parte l'informazione che ci sono superstizioni riguardo alle città si sarebbe evitato un problema, ma personalmente non mi ha infastidito. Una dialettica fra passato e futuro, fra chi ricorda e vorrebbe ricostruire e chi non conosce altro che il presente e a esso si adatta agendo di conseguenza. Una riflessione sociologica, un appunto sull'adattabilità che non sempre privilegia la scelta migliore, un faro a illuminare il male oscuro dell'uomo. Un racconto autoconclusivo che riesce a ricreare un mondo (al netto di un paio d'informazioni che se inserite avrebbero arricchito e completato ancora di più). Una luce che non si spegne mai che non è quella della ragione, ma quella della ricerca del potere. Un consiglio per Andrea: non una tempesta solare, ma un qualcosa creato dall'uomo, quell'uomo che non vede nonostante la luce e che pertanto è destinato a reiterare la propria autodistruzione. Per me un pollice SU in quanto già così è un testo davvero forte che, in più, nasconde ulteriori potenzialità.
2) Era d’estate, di Tina Caramanico
Racconto formalmente ineccepibile. Non vedo scelte sbagliate, coerente in tutte le sue parti: vuole raccontare un episodio alla STAND BY ME e lo fa. Forse sul finale avrebbe potuto essere più incisivo, rischiare di più per lasciare il dubbio (in pratica non mostrare) e quindi puntare anche a un significato oltre al semplice raccontato, che allo stato attuale è l'unico elemento che sembra mancare, anche se il tutto si sorregge anche senza. Per me pollice SU.
3) Un ultimo regalo, di Ophelia
Benvenuta a Minuti Contati! Molti piccoli refusi sparsi, ma niente di grave vista la natura di MC. Ho apprezzato il racconto perché spiattella subito ciò che vuole essere e lo diventa. Non ci sono colpi di scena o quant'altro, non c'è un finale che fa dire WOW, ma c'è la storia di questa donna che sta morendo e che decide di lasciare qualcosa. Forse si può dissentire sulla portata di ciò che lascia, ma non è quello il punto, bensì il fatto che l'abbia portato a compimento e che, di conseguenza, si sia spenta in pace, che poi è quello che conta più di qualsiasi altra cosa. Pertanto valuto il testo con un pollice SU, un esordio più che buono.
4) L’amore brucia, di Leonardo Marconi
Poco da dire, ho trovato il racconto, al netto di qualche refuso o ripetizione, molto buono. Tendo sempre a privilegiare, nella valutazione, quanto lo scritto riesca a realizzare di quelli che erano gli intenti dell'autore e qui mi sembra che tutto sia filato liscio. L'interpretazione del tema è buona e lo stesso permea il racconto fin nelle sue fondamenta. La struttura a sogni è ben realizzata e lo stesso finale va letto come interno al sogno: non si butta letteralmente, semmai è la sua razionalità e capacità di controllo che comincia a cedere o forse a ribellarsi. Quindi finale aperto, quel salto può essere l'inizio della fine o di un nuovo inizio. Pollice SU per me.
5) Il giorno sbagliato, di Rossella Stocco
Benvenuta a Minuti Contati! Racconto godibile anche se non ho particolarmente apprezzato lo spiattellamento del tema subito nella prima riga. Tema inoltre che risulta un pelo forzato e che s'incastra non al meglio in una prima parte troppo seriosa rispetto al tono che risulta alla fine essere quello da te scelto. Detto questo, la sorpresa finale funziona e strappa il sorriso anche se trovarsi un cinghiale davanti non è una passeggiata (anche se sicuramente preferibile alla Bestia Bugblatta di Altair V, questo è certo). Grossi errori non ne vedo e il tutto, al netto della partenza eccessivamente seriosa, è coerente con quello che il racconto vuole essere. Pollice SU, non al 100%, ma su.
6) Il faro, di Serena Aronica
Un racconto davvero notevole per due terzi e forse più del suo svolgimento. Le immagini sono forti e ben s'imprimono nella mente del lettore, vive. Ho qualche perplessità sul finale, ritengo che la figura del padre goda di meno spazio di quel che dovrebbe avere. Per come l'ho intesa, ogni tot quest'uomo si reca al faro (o è proprio il custode) e durante le tempeste rivive il dramma della figlia e il tutto giunge al suo apice nel momento in cui lo spirito di lei lo trapassa trasmettendogli un senso di vicinanza. Il fatto è che questo l'ho pensato io e poco mi giunge dalla lettura. Lo stesso fiammifero mi sembra accessorio, un evento secondario. Insomma, un cerchio quasi perfetto che però non si chiude al meglio. Curiosità: il nome di lei è Rose in omaggio al personaggio del Titanic di Cameron? Per me un pollice SU, non proprio su su, ma quasi.
7) Non spegnetela, di Marco Fronzoni
Ciao Marco e bentornato a Minuti Contati! Peccato per il finale, non è evidente che quella che ha in mano sia la lampadina, nel tentativo di gestirti al meglio il colpo decisivo l'hai dilungato troppo e sei rimasto troppo fumoso: in questo caso sarebbe stato meglio andare con un bel diretto alla pancia del lettore. Fino a lì nessun problema evidente a parte che questa bambina è peggio di Remy, una sfiga pazzesca, ma ci sta. Si legge bene e ha anche un che, ovvio, di tetro e paranormale che non guasta, tutt'altro. Con il finale corretto sarebbe stato un bel pollice su, ma così si depotenzia e si passa a un pollice NI tendente verso l'alto. Serve davvero poco per migliorarlo, nel caso tu non riesca a qualificarti per la fase finale passa dal laboratorio con il racconto sistemato, se vuoi, che così lo rileggo e magari lo passiamo sul sito.
8) L’ultima spiaggia, di Alexia
Bentornata a Minuti Contati! Racconto con tanta roba, forse troppa. Durante i poco meno di 3000 caratteri mi sembra che ci siamo persi per strada David, ma poteva anche starci che tu non fossi interessata a raccontarci altro di lui. Quello di cui ho davvero sentito la mancanza è l'improvvisa scomparsa della barca arrivata con infetti... Insomma, che è successo? Mi sembra chiaro che su quell'isola non si potrà più vivere, eppure il protagonista sostiene, parlando con il suo cane (Io sono leggenda... Ma anche Fallout 3 e infiniti altri, vabbeh... Sono discretamente nerd dai), di rimanere. Sì, lo dici che non ci sarà più speranza comunque, ma in quel momento stesso abbandoni il discorso e non lo si sente più uscire tra le righe, è come se tu passassi ad altro, ma senza considerare l'ineluttabilità della fine ormai vicina. Perché? Inoltre la comunità richiama un sacco quelle di THE WALKING DEAD e mi sarebbe piaciuto saperne di più, anche in relazione a come il protagonista ci si può essere integrato. Insomma, un mosaico di plurimi elementi che non mi sembra assumere una forma compiuta, perlomento in questo limite di carattere, anche se tu hai fatto davvero i salti mortali per fornirgli una cornice e una conclusione verosimile e accettabile. In definitiva, un pollice NI tendente verso l'alto perché non può che migliorare: la mano ce l'hai e si vede, la tua unica pecca è stata di voler infilare troppa roba.
9) Dannato, di Francesca Nozzolillo
Molto buona l'idea di rappresentare una pena eterna, meno buono tutto quello che sta in mezzo a causa di una vicenda che non desta curiosità per via della sua "normalità". Mai fermarsi a un'intuizione, sempre rilanciare. Fare passare i caratteri solo per arrivare da A a B non va bene e qui è proprio quello che crea problemi. A questo punto meglio sarebbe stato tagliare di netto la parte centrale per arrivare più in fretta al finale e per enfatizzare la voluta banalità del peccato (lo so, non è banale, ma situazione trita e ritrita sì) in modo da amplificare la cornice. Un pollice su per l'idea e la cornice, un pollice giù per lo svolgimento, una media di pollice NI. T'invito al laboratorio per lavorarci secondo una delle due vie che ti ho indicato, ma se hai altre idee a riguardo ben vengano!
10) La porta, di Gabriele Macchiarella
Benvenuto a Minuti Contati! Hai una grande capacità di dare una spina dorsale alle situazioni che descrivi ed è evidente nella lunga sequenza del bar, ma hai pagato lo scotto dell'esordio e sei andato lungo. Avresti evitato la penalità proprio accorciando la sequenza centrale, ma avresti perso gran parte del colore di cui l'hai ammantata. Inoltre, troppo facile ricorrere a un'illuminazione decontestualizzata, ho il sospetto che te ne sia servito proprio per velocizzare la risoluzione. Infine, il finale è poco incisivo, anche se non si può dire che non chiuda lasciando una sospensione non totalmente negativa nel lettore. Un pollice NI, t'invito nel laboratorio per lavorarci su (nel lab, tra l'altro, ci sono 5000 caratteri a disposizione e sono sicuro che saprai come usarli).
11) La prima stella della notte, di Francesco Nucera
Ho faticato davvero tanto a capire se ci si trova in interni o esterni, a livello visivo ho visualizzato un interno, ma l'erba umida mi ha mandato in tilt. Molto moralista, troppo. Una soluzione a tutti i mali che passa attraverso una domanda un pelo banalotta, non mi è piaciuta. E un finale con il bimbo che fa domande e il padre che si abbandona all'infinito dell'incertezza... Aggiungici che si empatizza poco con i protagonisti... Inoltre il tema non mi sembra permei il racconto, se dovessi individuarlo senza saperlo a priori non l'avrei beccato... Insomma, leggere si fa leggere, il mestiere ce l'hai ed è innegabile, ma questa volta il pollice sta sul NI rivolto anche un poco verso il basso.
12) Gli altri, di Simone Rapizzi
Benvenuto a Minuti Contati! Lo stile è interessante anche se il tutto sembra espresso in modo disordinato, mancano o sembrano mancare delle chiavi di lettura, elementi che indirizzano. Parte e sembra una critica alla società, poi la svolta e il suo essere rinchiuso in un buco (sempre che tu non lo utilizzi a livello metaforico, ma non riesco a capire). Poi l'introduzione della luce costante, dei due soli che si alternano, del suo bisogno di un alternarsi, della sua normalità. Infine accenni agli Anziani e all'immortalità. Troppa roba apparentemente poco controllata. T'invito al Laboratorio, lì potrai postarne una versione più lunga (fino a un totale di 5000 caratteri), mi viene infatti il dubbio che tu abbia dovuto tagliare di brutto per stare nei limiti. Per il momento è un pollice giù, troppe ombre tutte insieme.
13) Il sentiero della vita, di Gloomy97
Benvenuta a Minuti Contati! Qualche problemino, cominciamo. Non un racconto, semmai una riflessione, un flusso di pensieri. Eppure nella parte iniziale semini un possibile sviluppo nel momento in cui sottolinei che la protagonista è in un momento particolare della sua vita e ci si aspetta qualcosa, fosse anche una situazione "ai confini della realtà". Ecco, di solito i momenti topici di un'esistenza non si risolvono con una passeggiata nel bosco e di sicuro non è sufficiente quella a trasmettere al lettore un messaggio. Serve contrasto, rimestolamente interno, struggimento, dubbi, sfide (anche solo con se stessi), tutto un percorso fatto di dialettica che porta a fare emergere la risposta. Ed è quello che viene fuori dal tuo pezzo: la protagonista ha un problema, cammina, riflette sulla luce interiore, lo risolve, spera che tutti gli altri del mondo facciano lo stesso per renderlo (il mondo) un posto migliore. Un po' troppo sbrigativo... Pollice giù, ma la capacità c'è e si vede. In questi casi dico sempre che c'è stata una scelta strategica sbagliata e può capitare, anche mille volte. Ti attendo al laboratorio, se vorrai ripresentarlo lì in caso di mancato passaggio alla fase finale.

Torna a “68ª EDIZIONE – Baraldi Edition – 3ª della 4ª Era”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti