Gruppo ELVIRA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
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Gruppo ELVIRA: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#1 » martedì 16 giugno 2015, 4:30

Elvira
 
Questo è il gruppo ELVIRA della BARALDI Edition. I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno fra i finalisti che verranno valutati direttamente da Barbara Baraldi. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verrano a loro volta ammessi alla vetrina del sito.
 
Ricordo che la composizione dei gruppi ha seguito il seguente criterio: nel gruppo con 13 racconti è stato inserito quello con il maggiore malus, gli altri quattro con malus 6 punti sono stati inseriti uno per gruppo in ordine di consegna. Tutti gli altri racconti sono stati inseriti seguendo l'ordine di consegna una volta posizionati quelli con malus. In caso di racconti postati nello stesso minuto ho dato la precedenza a quelli con il maggior numero di caratteri.
 
E ora vediamo i racconti ammessi a ELVIRA:
 
- Ossessione, di Alessandro Duino, 3178 caratteri, ore 00.54 6 punti
- 26-14-11…, di Luana Mazzi, 2964 caratteri, ore 22.01
- Dolly, di Emiliano Grisostolo, 2890 caratteri, ore 22.43
- Routine cromatica, di invernomuto, 2964 caratteri, ore 23.12
- Continua a credere in quella luce, di Filippo Puddu, 2219 caratteri, ore 23.35
- Un oscuro pellegrinaggio, di Francesco Iorio, 2653 caratteri, ore 23.58
- I giganti, di Sharon Galano, 2955 caratteri, ore 00.08
- Alla deriva, di Alberto Della Rossa, 2942 caratteri, ore 00.14
- Se solo avessi, di Adriano Muzzi, 2992 caratteri, ore 00.35
- Luce, di Giulio Marchese, 2174 caratteri, ore 00.48
- La finestra al primo piano, di Enrico Nottoli, 2862 caratteri, ore 00.52
- La lezione, di Luca Pagnini, 2999 caratteri, ore 00.58
 
I malus sono stati da me assegnati a malincuore, ma le regole erano ben espresse ed è giusto farle rispettare, anche solo per pochi caratteri di sforo. Detto questo, i 6 punti assegnati al racconto che ha sforato non sono molti visto che ogni classifica ne assegna fino a 11, considerateli un amichevole buffetto da parte mia...
 
12 racconti dunque, avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 26 giugno per commentarli tutti e postare le vostre classifiche, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi ( e del resto avete solo 12 racconti a testa da commentare e un bel po’ di giorni per organizzarvi). Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale del raggruppamento.
 
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 12 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.
 
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all’eliminazione. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
 
Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!



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Callagan
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Messaggio#2 » martedì 16 giugno 2015, 18:58

COMMENTI
 
Alessandro Duino, Ossessione
 
Ciao, Alessandro.
Trovo che nel tuo pezzo ci siano pro e contro.
Credo che tu abbia saputo ben gestire il flusso dei pensieri del protagonista, portando con essi il lettore all'interno del delirio. Da qui, però, sorgono i primi dubbi: da cosa deriva questo delirio? Si intuisce appena che il protagonista ha commesso un duplice omicidio... ma la mancanza di dettagli, come qualche immagine della scena del crimine, mette in dubbio questa mia interpretazione.
Credo che avresti potuto sacrificare qualche frase del delirio in favore di alcune immagini flash-back (ovviamente, questo consiglio è valido se ho dato la giusta interpretazione del tuo racconto :) ). Credo che, almeno nei tuoi intenti, il tema dell'edizione sia rispettata... anche se la cosa non è chiarissima e avrebbe forse meritato una maggiore attenzione in termini di caratteri.
Ps. Hai avuto dei problemi in fase di stesura? La mancanza di spazi non facilita la lettura, sebbene il testo sia relativamente breve, occhio! ;)

Alla prossima!
 
Luana Mazzi, 26-14-11...
 
Ciao, Luana.
Elemento positivo del tuo racconto è l'atmosfera che vai a evocare che, assieme allo scenario, riescono a creare precise immagini nella mente del lettore.
Ci sono però tante imprecisioni per quanto riguarda la parte strettamente narrativa, ma hai ampi margini di miglioramento. Attenzione ai tempi verbali: se imposti la narrazione in terza persona passato remoto, frasi come questa stonano

era uno di quei momenti dove non vuoi altro che stare a casa.


e ancora

Era doloroso, quasi sadico, rimanere in piedi quando tutti intorno a te cadono.


Questo è un errore perché è la voce narrante a dirlo. Altra valutazione avrei dato nel caso in cui fosse stato un pensiero del protagonista e, quindi, virgolettato.

Presta attenzione anche alla punteggiatura. Le frasi indipendenti l'una dall'altra non vanno separate da una semplice virgola, ma da segni più decisi come punto o punto e virgola. Per aiutarti nel contesto della punteggiatura, leggi più volte il tuo brano a voce alta così da renderti conto del ritmo che stai imprimendo al racconto.

Per quanto riguarda la trama, avrei preferito ci fosse un messaggio di fondo o che almeno il racconto portasse a una riflessione su un qualche tema... son fatto così... ma questo non è per forza un difetto all'interno di questo contest. :)

Comunque, sei nel posto giusto per migliorare! A rileggerti.

ps. Posso chiederti perché quel titolo? O_O
 
Emiliano Grisostolo – Dolly
 
Ciao, Emiliano e ben trovato.
Allora, al di là dell'idea al centro del tuo racconto, ritengo che ci siano diverse cose da rivedere.
Hai usato quasi tutti i 3k caratteri a disposizione ma, per quello che dici, dovevi usarne al massimo mille. Pur essendo un racconto brevissimo, infatti, la narrazione è molto lenta e pesante: non è necessario che descrivi ogni singolo passo mosso dalla protagonista: è controproducente.
Ci dici troppe cose fin dall'inizio tanto che si capisce troppo presto dove vuoi andare a parare: il finale è troppo telefonato.
Se posso permettermi un consiglio: avresti potuto arricchire la narrazione con flashback: ricordi e dialoghi. Avresti potuto mettere più sentimento in queste poche righe.
Il difetto minore del racconto è il titolo, Dolly. Il cane non ha un ruolo così nevralgico... o almeno non per quanto si legge.

Spero di rileggerti il mese prossimo. Qui dentro si migliora in fretta ;)
 
Invernomuto, Routine Cromatica
 
Ciao, ben ritrovato!
Mi sono piaciuti diversi aspetti del tuo racconto: sia l'idea alla base che la sua realizzazione. Ho apprezzato i pensieri e le azioni del protagonista, li ho trovati coerenti. Non mi è dispiaciuto nemmeno l'aspetto più strettamente narrativo, ovvero hai impresso un buon ritmo.
Credo tuttavia che tu sia inciampato nei punti nevralgici del racconto: a metà e alla fine. A metà, quando vi è il cambio di situazione, quando inizia la terapia cromatica, dovrebbe esserci un cambiamento che ben separi la parte introduttiva dalla parte "presente", facendo entrare nel vivo dell'azione lo spettatore. Ecco questo non avviene e il lettore continua a vivere la storia in modo un poco distaccato.
Per quanto riguarda il finale, la frase/colpo di scena sa troppo di spieghino... potresti renderla più efficace e più *vera*.
Al di là di questi (discutibilissimi) miei suggerimenti, credo tu abbia svolto una prova positiva!
Alla prossima.
 
Francesco Iorio, Un oscuro pellegrinaggio
 
Ciao, Francesco.
Devo ammettere che, con questo brano, mi hai messo in difficoltà.
Non riesco a comprenderlo a pieno e non mi è chiaro se questa sia una mia mancanza o una tua mancanza o entrambe le cose...
Resti sul vago e dipingi uno scenario onirico che si presta a più interpretazioni, almeno nella mia mente. Devo ammettere che questo bianco e nero e la costante presenza dell'inchiostro sono elementi intriganti che danno un impronta ben caratterizzata a tutto lo scritto.
Eppure, sebbene abbia ricevuto buone impressioni, non riesco ad afferrare la storia... è come se mi sfuggisse dalle mani... Se questo era il tuo intento: bene! Altrimenti avresti potuto inserire qualche suggerimento in più per il lettore.
Comunque, mi hai incuriosito e aspetto di leggere qualche altro tuo pezzo!
 
Sharon Galano, I giganti
 
Ciao, Sharon.
La tua storia non riesce a convincermi: è come se girasse intorno a se stessa senza trovare un perché. Mi spiego. La narrazione si incentra sul protagonista che brama di ritrovare il padre, la cui scomparsa è per qualche motivo legata alla prostituta (?) che abita davanti alla sua casa. Ma proprio nel finale, quando tutti i nodi dovrebbero venire al pettine, questa ricerca cade nel vuoto. Non voglio essere cattivo nella critica, ma la mia impressione (con il finale di cui sopra) è di un racconto senza un perché.
La narrazione incespica un po', causa alcune ripetizioni di parole e concetti. Ma questo è un aspetto secondario, in questo caso, dal momento che credo che con più tempo a disposizione avresti affinato tranquillamente il tutto.
A rileggerti!
 
Alberto Della Rossa, Alla deriva
 
Ciao, Alberto!
Da vincitore della passata edizione (e a proposito, complimenti!) anche questa volta non ti smentisci. Sei molto bravo a scrivere, riesci a rappresentare su "carta" le situazioni che immagini. I dialoghi sono credibili e rispetti gli equilibri con la parte narrata. Il risultato è un racconto scorrevole che si legge con piacere. L'atmosfera è ben resa e in essa fai calare il lettore. Tutto il racconto è funzionale alla tua interpretazione del tema (ne abbiamo dato la stessa interpretazione, sebbene con racconti molto differenti :) ) e raggiungi il tuo scopo.
Son felice di essere capitato nel tuo stesso girone.
A rileggerti presto.
 
Adriano Muzzi, Se solo avessi
 
Ciao Adriano.
Che piacevole sorpresa questo tuo racconto. Completamente diverso, nel genere e nella struttura, da quello della passata edizione. Hai dimostrato di saperti destreggiare bene in più genere e, in questo caso, a mio parere centri il bersaglio!
Mi è piaciuta molto la storia che delinei... emerge il sentimento, il rimorso e il dolore del padre. Con pochi dettagli ben gestiti fai capire al lettore quello che è avvenuto nel passato. E l'immagine del padre che scrive la sua dedica al figlio perduto è ben vivida. La voce narrante è bella presente.
Che dire... anche questa volta mi sono piaciute le immagini che hai evocato con le tue perifrasi. Bravo!
 
Giulio Marchese, Luce
 
Ciao e ben ritrovato, Giulio.
Questo mese ti sei imbarcato in una storia troppo grande per essere compressa negli spazi di Minuti Contati. Un errore che capita spesso di fare. Vedi che dedichi più della metà della storia a descrivere le peripezie burocratiche che il protagonista è costretto a vivere nel suo futuro e poi concludi con quella che doveva essere la trama del tuo racconto fin dalle battute iniziali. Lo spazio risicato che dedichi alla tua storia, poi, non fa nemmeno comprendere a pieno la tua interpretazione della specifica. Ci son tanti punti di domanda che hai aperto e che, per causa di forze maggiori, non sei riuscito a corredare di adeguata risposta. Il culmine della vicenda, l'assassinio della donna, sfiora appena il protagonista e quindi non coinvolge il lettore. E ben non si comprende di chi parli facendo cenno agli "incubi".
Alla prossima!
 
Enrico Nottoli, La finestra al primo piano
 
Ciao, Enrico.
La tua è sicuramente una buona prova. Hai caratterizzato bene la voce narrante e, di conseguenza, il protagonista. Hai colorito la narrazione con piccole sfumature che ho davvero apprezzato come "Avrà avuto sui trentasette anni, credo. L’età in cui sbocciano le donne." oppure "quasi tutte le sere, mi mettevo appoggiato allo stesso muro sperando che lei fosse lì e, a dire il vero, nel sessantotto per cento dei casi la trovavo".
Non posso dire che tu abbia imbastito una storia appassionante o che mi abbia toccato nel profondo, ma sei riuscito a mettere sentimento nel pitturare un aspetto "segreto" e caratterizzante del tuo personaggio.
Alla prossima!
 
Luca Pagnini, La lezione
 
Ciao, Luca.
E' la prima volta che ti incrocio e devo ammettere che è stato un piacere leggere il tuo racconto. Sei bravo e la storia diverte fino al palesare l'ironia nel finale. Riesci bene a trattenere l'attenzione del lettore, a incuriosire. I tre personaggi sono tutti ben caratterizzati e distinti. Hai sicuramente raggiunto il tuo scopo e "superato la prova". Se in classifica preferisco altre storie alla tua è semplicemente per l'emozione che riescono ad evocare o il ragionamento che nascondono alla radice; particolarità che vanno oltre il saper scrivere.
Spero di rileggerti presto.
 
CLASSIFICA
 
1. Adriano Muzzi, Se solo avessi
2. Alberto Della Rossa, Alla deriva
3. Enrico Nottoli, La finestra al primo piano
4. Luca Pagnini, La lezione
5. Francesco Iorio, Un oscuro pellegrinaggio
6. Invernomuto, Routine Cromatica
7. Alessandro Duino, Ossessione
8. Sharon Galano, I giganti
9. Luana Mazzi, 26-14-11...
10. Emiliano Grisostolo, Dolly
11. Giulio Marchese, Luce

Emiliano Grisostolo
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Messaggio#3 » martedì 16 giugno 2015, 19:16

1 - Alla deriva di Alberto Della Rossa
Alberto, davvero un ottimo racconto, scritto molto bene, veloce da leggere, quindi scorrevole e con un ritmo incalzante. Il lettore si proietta in quella scialuppa, ascolta i dialoghi e le voci dei presenti, ne vive l’atmosfera, il sapore del mare di notte. Il buio in cui sono calati i personaggi illuminati solo dalla lanterna, ti avvolge. Lo catturi dalla prima all’ultima riga.

2 - Continua a credere in quella luce di Filippo Puddu
Filippo, racconto ben scritto, si lascia leggere facilmente, scorrevole. Ma per intuito mi è parso di leggere da subito una favola con un lupo e una bambina cresciuta, si capiva dalle prime righe che la protagonista femminile era in una qualche prigione. La commissione dalla nonna, il parco da attraversare, un cestino con una torta che cade e si disintegra un poco (come può disintegrarsi un poco? Se è una descrizione ironica, a mio avviso stona con l’atmosfera che stavi creando), l’idea di base ha radici ben oliate ma non più originali. L’idea originale è utilizzare la sindrome di Stoccolma della bambina nei confronti del suo aguzzino, dove il lupo cattivo è comunque colui che la mantiene viva, e mantiene viva in lei la speranza di lasciarla un giorno libera di tornare da sua madre.

3 - Se solo avessi di Adriano Muzzi
Adriano, a parte alcune parole troppo ricercate come obnubilante e ignavia, che a mio avviso rallentano a tratti la lettura di questo piacevole racconto, il testo scorre veloce in un flusso di pensieri continuo e profondo, dove si sente la malinconia, e si riconosce il dolore di un padre per la perdita di un figlio.

4 - Un oscuro pellegrinaggio di Francesco Iorio
Francesco, buona padronanza dello stile e della trama, scorrevole, ma difficile da capire. Sembra di vivere un sogno, il lettore è immerso in una sostanza onirica, con l’inchiostro e tutte le immagini che vai disegnando. La lettura, seppure scorrevole, è resa difficoltosa dalla trama stessa resa pesante a tratti perché necessita di una spiegazione ulteriore che non viene data al lettore. Racconti dove realtà e sogno si mescolano sono comunque intriganti e affascinanti, ma richiedono una spiegazione ulteriore da parte dell’autore.

5 – La lezione di Luca Pagnini
Luca, buon racconto anche se la trama in sé non mi ha preso e mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca,comunque un bel ritmo, la lettura è agile nonostante alcune frasi siano nel dialetto toscano che solo a tratti ne rallenta il ritmo, ma non lo trovo un difetto in questo caso. Mi sono ritrovato con alcune domande alla fine del racconto, risposte che da autore non hai dato al lettore. Per esempio: perché il ticchettare del pendolo improvvisamente sparisce?

6 - Routine cromatica di Invernomuto
Invernomuto, il racconto è scritto bene e con un bel ritmo che tiene il lettore incollato alla storia, lo spinge a continuare per capire a ogni passo il quadro che si sta delineando, ciò che sta accadendo al protagonista con il passare dei giorni. La routine che vive all’improvviso cambia e la lettura diventa ancora una volta curiosità, voler scoprire dove l’autore vuole andare a parare. La chiusa è spiegata frettolosamente, avresti potuto scriverla diversamente senza dare l’impressione di spiegare la situazione.

7 - 26/14/11 di Luana Mazzi
Luana, l’atmosfera di un campo di battaglia è raccontata piuttosto bene, il lettore riesce a immaginare la situazione nella quale si trova il protagonista , ma in alcuni casi sbagli il tempo verbale e questo rallenta la lettura, distraendo il lettore dalla trama. La narrazione deve essere sfoltita e resa ancora più scorrevole.

8 - Ossessione di Alessandro Duino
Alessandro, il racconto è piuttosto scorrevole, ma la mancanza di spazi dopo la punteggiatura può risultare fastidiosa e rallentarne la lettura. L’uso di un flusso di pensiero porta il lettore a immedesimarsi con il protagonista, e sveli piano piano ciò che ha fatto, facendo intuire che il loro tradimento nei suoi confronti è la causa della loro morte.

9 - Luce di Giulio Marchese
Giulio, idea intrigante, ci sono degli elementi che mi sono piaciuti, crei i presupposti per un racconto di più ampio respiro che in questi pochi caratteri non sei riuscito a sviluppare. La scrittura è buona, discretamente scorrevole e migliorabile, ma la trama ha troppe porte aperte che non sei riuscito a richiudere, e il lettore resta a bocca asciutta senza risposte. A mio avviso lavoraci su, usalo come base per un racconto distopico o sci fi lungo.

10 - La finestra al primo piano di Enrico Nottoli
Enrico, lo stile ha ampio margine di miglioramento e l’idea di base non mi cattura, e nonostante alcuni passaggi, credo, siano voluti, in altri la scrittura andrebbe resa più scorrevole. A mio avviso ci sono troppi infodump e spiegazioni inutili che andrebbero sfoltite per rendere la lettura più veloce e accattivante.

11 – I giganti di Sharon Galano
Sharon, la storia non ha un finale, sembra scorrere via dalle dita senza un motivo, non ti spiega cosa è accaduto. Ci sono delle ripetizioni, come “tende”, proprio all’inizio, ma di importanza irrilevante rispetto alla trama della storia. Lo stile è buono, scorrevole, ma il soggetto necessitava di un approfondimento prima di essere sviluppato.

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Adry666
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Messaggio#4 » venerdì 19 giugno 2015, 15:12

Ciao a tutti!

Di seguito i mie "commenti" (sparsi in giro già nei vari forum degli autori):

 

Ossessione, di Alessandro Duino

Ciao Alessandro,

ben ritrovato.

Il tema è abbastanza centrato

In effetti ho avuto anche io problemi con gli spazi e la punteggiatura, inoltre mi sembra ci sia un po’ troppa frammentazione creata dai molti “punti”.

Il racconto comunque è piacevole e il finale è riuscito perché sorprende il lettore.

L’ossessione è resa bene dal ritmo sincopato e dal flusso disordinato del protagonista.

Il tuo incipit lo modificherei (virgole e punti!) da così:

“Sono disteso su questo letto da non so quanto tempo. Maledetto sonno perché mi fai questo?La mia voce mi arriva sbagliata. Come se parlassi con la testa nell’acquario e con Titty in bocca. Chi è Titty?”

A così:

“Sono disteso su questo letto da non so quanto tempo, maledetto sonno, perché mi fai questo?

La mia voce mi arriva sbagliata, come se parlassi con la testa nell’acquario, e con Titty in bocca. Chi è Titty?”

Ciaoooo

A presto

Adriano

 

26-14-11…, di Luana Mazzi

Ciao Luana, centrato il tema del contest.

Incipit potente che ti fa entrare subito sul campo di battaglia, brava.

Ritmo un po’altalenante che a volte rompe un po’ la magia, attenzione alla punteggiatura.

“…con il guanto di maglia la spezzò e cercò di pulirsi il sangue che gli colava sugli occhi…”

Questa immagine mi suona male: asciugarsi il sudore con un guanto di maglia?

Sono arrivato alla fine senza trovare una chiosa, lo so è colpa mia, ma penso che in questi racconti brevi si debba concludere o con un colpo di scena o con un messaggio chiaro e diretto.

 

– Dolly, di Emiliano Grisostolo

Ciao Emiliano,

tema ben centrato.

Bella l’idea, anche se una maggiore “suspense”  non avrebbe guastato, il finale non mi ha sorpreso.

Il ritmo è un po’ lento, poca azione e molte descrizioni che in un racconto così breve forse sono un po’troppe.

Nella frase: “…a un lato all’altro del living d’ingresso,..” toglierei l’inglesismo “living” e lo sostituirei con un vocabolo della nostra lingua, suona un po’ stonato.

Ritengo che con alcune piccole modifiche e ritocchi possa diventare un racconto molto interessante, bravo.

 

– Routine cromatica, di invernomuto

Ciao, ben ritrovato Invernomuto! Tema centrato, c’è molta luce!  :-))

Il racconto scorre bene, sei riuscito a parlare di un tema un po’ abusato nella SF e nell’horror creando una storia piuttosto originale. Si prova un senso di claustrofobia e d’impotenza che probabilmente è quello che deve provare una persona in quelle condizioni. Molto bravo!

Purtroppo la frase finale rovina un po’ il ritmo; io proverei a riscrivere la frase senza dialogo ma con un primo piano su un medico che spegne la lampada e indugia sul bottone rosso di OFF delle macchine che tengono in vita il poveretto, e “punto”.

A presto

Adriano

 

– Continua a credere in quella luce, di Filippo Puddu

Ciao Filippo / Callagan (ma è quello di Clint Eastwood?),

il tuo racconto è in tema.

Interessante questa tua rivisitazione di una favola classica, di solito un esercizio che fanno fare nelle scuole id scrittura creativa ma che tu interpreti in maniera originale specialmente nell’ultima parte. Bello!

Forse sarebbe stato meglio usare qualche carattere in più per creare maggiore suspense e non far capire da subito chi erano i personaggi.

Alcune notazioni:  “…Mi ha aiutata quando il cestino è caduto tra l’erba, tra i fiori appassiti…” suona un po’ male, forse meglio: “…Mi ha aiutata quando il cestino è caduto tra l’erba e i fiori appassiti.” Oppure: “Mi ha aiutata quando il cestino è caduto tra l’erba piena di fiori appassiti.”

A presto

Ciao

Adriano

 

– Un oscuro pellegrinaggio, di Francesco Iorio,

Ciao Francesco,

il tuo racconto è ermetico, ho avuto difficoltà a capire chi fa cosa, e forse non ho capito nemmeno se è in tema. Quindi, proprio per questo, mi è piaciuto. Mi spiego meglio: non sempre i racconti, e specialmente i racconti brevi, devono avere un filo razionale, ma possono anche solo generare delle emozioni; un po’ come un quadro di De Chirico (il tuo titolo mi ha ricordato i suoi quadri: L’enigma dell’ombra, La consolazione dell’ombra, ecc) o un film di David Lynch. Quest’ultimo crea dei film pazzoidi in cui spesso non esiste trama logica ma solo visioni oniriche e flash di subconscio (infatti o si odia, o si ama), ma se il suo modo si rappresentare il mondo onirico corrisponde, anche solo in parte, al nostro modo di sognare, si aprono porte inaspettate. E questo succede con il tuo racconto.

A presto

Ciao

Adriano

 

– I giganti, di Sharon Galano,

Ciao Sharon,

tema centrato, la luce c’è (del resto nella famosa Roxanne dei Police, Sting cantava: “…Roxanne

You don't have to wear that dress tonight, Walk the streets for money, You don't care if it's wrong or if it's right, Roxanne, You don't have to put on the red light..”).

Il racconto è scritto bene, buon ritmo, buona padronanza delle parole. Alcune ripetizioni in qualche frase ne rallentano un po’ il normale flusso di lettura.

Il finale lascia un po’ sorpresi, sembrerebbe quasi che il racconto sia stato troncato improvvisamente. Ma a un’attenta rilettura mi pare di aver capito che non sia così: il cerchio si chiude con il figlio che “segue le orme” del padre. E’ corretta la mia interpretazione?

Invece il titolo, i giganti, come può essere interpretato?

Ciao

Adriano

 

– Alla deriva, di Alberto Della Rossa

Ciao Alberto,

ben ritrovato.

Tema indubbiamente centrato, e affondato! ))

Grande incipit; hai usato le parole giuste al momento giusto in modo sapiente; grande ambientazione: per un po’ mi sono ritrovato nei romanzi di Salgari che leggevo da piccolo, bravissimo!

Alcune notazioni: si nota un brusco cambio di ritmo nella terza parte del racconto, forse un po’ troppo, va bene il crescere del ritmo ma il gap poi si sente (IMHO ovviamente)

Una domanda sul capitano: all’inizio avevo capito fosse morto nel naufragio, poi invece ricompare a bordo di una nave(?),  qual è la giusta interpretazione?

Ciao

A presto

Adriano

 

– Luce, di Giulio Marchese

Ciao Giulio,

il tuo racconto all'inizio mi ha ricordato il film: “In Time”; poi si è un po’ perso lasciando aperti vari interrogativi. Penso che il limite dei caratteri (tra l’altro mi apre che tu ne abbia usati ancora meno dei 3000 standard) abbia penalizzato la tua idea interessante.

Nel finale mi aspettavo anche che in qualche modo recuperasse il debito temporale, che non succede, e non ho capito il collegamento con l’assassinio della ragazza

Attenzione che in una frase usi il termine “Accenzione”, mi sembra più corretto: “Accensione”

 

Secondo me potresti lavorarci su per creare un coinvolgente racconto lungo, questo è il posto giusto! :-)

A presto

Adriano

 

– La finestra al primo piano, di Enrico Nottoli

Ciao Enrico,

il tema è centrato.

Il racconto è gradevole e tocca corde della nostra adolescenza: chi di noi non ha avuto storie “virtuali” simili a quelle del tuo protagonista? )

Il ritmo è un po’ altalenante: scorrevole in alcuni punti, frammentato in altri.

Alcune notazioni:

“…insomma qualcosa che mi aveva spinto a scappare, chiaro!, e niente, c’era una luce..” non so se quel punto esclamativo sia voluto, se non si tratta di un refuso non l’ho capito (punto esclamativo, virgola ed “e” minuscola sono strani)

“…Lì vicino c’era una fontanella e dalla fontanella si sentiva il rumore incessante “ Questa ripetizione fontanella-fontanella è fastidiosa, distrae e rompe il ritmo

“(Chesterfield blu, tutti in paese fumavano Chesterfield blu) ...” L’uso delle parentesi, è già la seconda volta, in un racconto è una scelta difficile e “perigliosa” )

“…in più prima di chiudere i portelloni…” I “portelloni” suona malino, lo sostituirei con un sinonimo.

In generale il tuo racconto mi è piaciuto perché evoca dei ricordi d’infanzia di estati passate nei paesini con i nonni: mi ha acceso parecchie visioni dimenticate. Lavorando un po’ sulla forma potresti farne un grande racconto!

Ciao

Adriano

 

– La lezione, di Luca Pagnini

Ciao Luca,

tema centrato, il lumino votivo è sempre acceso )

Il ritmo è buono, è il racconto fluisce rapido.

Non è il mio genere, e la storia non mi ha preso molto, anche perché il finale l’ho capito solo in parte (aiutato dal titolo).

Anche il fatto della pendola mi è rimasto oscuro, come si dice se compare una pistola in un racconto prima o poi deve sparare… Forse si tratta di un taglio?

L’ambientazione con l’aiuto del dialetto è riuscita e piacevole.

 

A presto

Ciao

Adriano

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Ed ecco la mia CLASSIFICA (come al solito sofferta e con ex aequo “morale” per quasi tutti i racconti dopo i primi tre):

1 – Alla deriva, di Alberto Della Rossa,

2 – Dolly, di Emiliano Grisostolo,

3 – I giganti, di Sharon Galano,

4 – Ossessione, di Alessandro Duino

5 – Routine cromatica, di invernomuto

6 – Un oscuro pellegrinaggio, di Francesco Iorio

7– 26-14-11…, di Luana Mazzi

8– Continua a credere in quella luce, di Filippo Puddu

9– La lezione, di Luca Pagnini

10 – La finestra al primo piano, di Enrico Nottoli

11– Luce, di Giulio Marchese

sharon.galano
Messaggi: 61

Messaggio#5 » sabato 20 giugno 2015, 10:39

Ecco la mia classifica:

1 - Se solo avessi di Adriano Muzzi
Ciao Adriano,
è stato un piacere leggere il tuo racconto. Il tema c’è e fa scintille.
La scelta della prima persona crea empatia nel lettore. Compassione è la parola giusta. Ci sono passaggi in cui le scuse di questo padre diventano universali.
Ma lo stile perde la sua efficacia quando ti soffermi troppo su parole ricercate. Consiglierei di pulire un po’ il testo, tagliando. Attento anche a un eccessivo utilizzo di metafore. Se ne scrivi cinque attorno a una veramente bella, quella finirà per perdere la sua efficacia. Concentrati sulla migliore, e lasciala sola, perfetta.
Anch’io devo farti i complimenti per come hai affrontato questa sfida a differenza della precedente. Hai davvero fatto passi da gigante.
Spero di rileggerti,
a presto

2- La finestra al primo piano di Enrico Nottoli
Ciao Enrico,
i nostri racconti sono molto simili. In entrambe le storie la luce è quella di una finestra. La finestra di una donna che i nostri giovani protagonisti osservano, spiano e ammirano. La guardano, mentre si fumano una sigaretta. Ovviamente hanno tutti e due delle motivazioni diverse, ma entrambi sono falene attorno alla stessa luce.
Che dirti? Riesci a dare una voce particolare al tuo personaggio, aggiungendo dettagli importanti: la marca delle sigarette, le fantasie proibite in cui indugia, le reazioni della donna. Come Adriano, ti faccio notare che ci sono delle frasi su cui avresti dovuto lavorare un po’ di più, ma sono sicura che con più tempo a disposizione ci avresti pensato tu stesso.
Ti faccio un grande in bocca al lupo per tutto.
E’ stato un piacere rileggerti.
A presto.

3-Routine Cromatica di Inverno Muto
Ciao Invernomuto,
devo ammettere che senza il titolo avrei avuto difficoltà a comprendere il racconto. Difficoltà provata fino alla frase di spiegazione finale. Lì mi è apparso tutto chiaro. Ho riletto il racconto alla luce di questo nuovo punto di vista e ho notato diverse cose: la prima parte funziona. Non viene descritto nessun movimento del protagonista. Tutto è nei suoi occhi. La vista è il senso maggiormente coinvolto. Nella seconda parte quando la luce non si spegne, lì ci sono dei dettagli che vanno oltre il senso della vista: l’udito. Penso che possa funzionare. Solo dovresti renderlo più visibile (scusa il gioco di senso) al lettore. Gli altri partecipanti hanno avvertito questa seconda parte come incompleta, ma appunto perché erano ancora legati alla luce e alla vista. Tu l’azione ce l’hai messa in qualche modo, con le onde e i loro rumori. Questo mi fa pensare che il tuo racconto ha un ottimo potenziale e che va assolutamente sviluppato.
A rileggerci

4- Ossessione di Alessandro Duino
Ciao Alessandro,
mi trovo perfettamente d’accordo con gli altri partecipanti. Ci hai portati nel bel mezzo di un delirio gridato ad alta voce da un tizio che ha la voce di Titty. Inquietante e divertente allo stesso tempo.
Il flusso di coscienza crea un mondo nel mondo. Dio che si intrattiene col folle per fumarsi una canna. Il protagonista e i suoi deliri di onnipotenza: si crede al di sopra del sistema perché ha giocato con la vita di Milena e del suo amante. E alla fine dei giochi, ci ha dato un taglio netto. Avresti potuto dirci un po’ di più su questa storia. Bastava una terzina, ti avrebbe detto Francesca da Rimini.
Per quanto riguarda la punteggiatura, a volte rallenta la lettura. Il lettore ha bisogno anche di questo. Di regole.
A rileggerci
e a presto

5-La Lezione di Luca Pagnini
Ciao Luca,
il racconto scorre veloce. La scena appartiene al nostro immaginario collettivo, e ogni lettore resta incollato fino alla fine per capire cosa si inventerà di nuovo questa volta lo scrittore. La tua ironia diverte alla fine, ma lascia l’amaro in bocca. Si ha voglia di qualcosa di più. Ma forse per limiti di battute e tempo, non si è potuto andare oltre.
Anch’io, come gli altri partecipanti, mi sono chiesta che fine avesse fatto il rumore dell’orologio. Forse questo dettaglio ci avrebbe portati in un’altra storia?
Per quanto riguarda il dialetto, lo ritengo indispensabile per la caratterizzazione di determinati personaggi. Hai tutto il mio appoggio per le tue “bischerate”.
Buona prova di scrittura.
A presto e
a rileggerci

6- Alla deriva di Alberto della Rossa
Ciao Alberto,
è stato un piacere leggere questo tuo racconto. Il tema è ben sviluppato, il ritmo non perde un colpo ed è facile immergersi nella scena da te descritta. Mi ha fatto venire in mente Oceano Mare di Baricco. E in particolare la scena della zattera in cui tutti sono contro tutti. Hai messo i dettagli giusti: le labbra spaccate per la sete, la barba ispida che ci dà l’idea dei giorni passati in mare. Ci sono tutti gli ingredienti affinché accada qualcosa di più. Ma l’hai detto tu stesso: i limiti di battute ti hanno impedito di dare alla storia uno sviluppo soddisfacente. Per questo ti dico che alla fine ho avvertito come una mancanza. Il cambio del punto di vista ci ho messo un po’ a capirlo. L’altro capitano che vede il tutto da lontano mi ha un po’ disorientata.
Una piccola nota di gusto: “Severus ascoltava impietrito lo scambio di battute” questa frase fa un po’ a pugni con il tuo stile.
A rileggerci.


7- Luce di Giulio Marchese
Ciao Giulio,
il racconto viene penalizzato dai limiti imposti dalla sfida. Non è una storia da 3000 battute. Le tue idee meritano un romanzo a parte.
Devo confessare che anche a me l’inizio della tua storia ha ricordato il film “In time”. E pensavo che tutto fosse incentrato sulla tematica Tempo. Ma tu aggiungi anche oscurità e luce. Forse doveva essere proprio questo il centro del tuo racconto. Avresti avuto modo di sviluppare maggiori particolari e azione, descriverci le fattezze di questi nemici di cui temere l’arrivo. Perché devo dire, nonostante il male che facciano alla ragazza, il lettore non ha il tempo né per temerli né tanto meno per odiarli. Ci vuole qualcosa in più. Ti consiglierei quindi di ripartire con una seconda stesura e concentrarti sulla violenza contro la ragazza.
A rileggerci e
a presto

8- Continua a credere in quella luce di Filippo Puddu
Ciao Filippo,
sono d’accordo con gli altri partecipanti. Questo racconto ha dell’ottimo potenziale, ma sviluppa una tematica abusata. Il mio consiglio è questo: forse avresti dovuto mantenere solo nella seconda parte la narrazione in prima persona della bambina. Se nella prima parte tutto fosse stato raccontato in modo freddo da un narratore esterno, avresti potuto sganciarti dalla dimensione della favola. Avresti dato al tutto una sfumatura thriller. Poi in un secondo momento con la prima persona della bambina, ci avresti dato modo di vedere il tutto attraverso gli occhi della vittima Cappuccetto Rosso. Ma queste sono solo delle ipotesi. Uno degli ultimi libri che ho letto su questo tema è Missing. New York di Don Winslow. Appunto il tema è sempre molto attuale. E’ difficile dargli una connotazione del tutto originale.
Spero di esserti stata d’aiuto
A rileggerci

9- Un oscuro pellegrinaggio di Francesco Iorio
Ciao Francesco,
credo che tu abbia manifestato le tue intenzioni poetiche sin dall’inizio, con l’aggettivo Oscuro nel titolo. E’ tutto un grande enigma. Gli elementi chiari sono pochi: il protagonista è una lei, che ha sublimato un certo lui. Devo confessare che mentre leggevo il tuo racconto, man mano che andavo avanti, mi sono fatta questa idea: lei è la Scrittura con la “s” maiuscola e lui è lo Scrittore. Ho immaginato lei molto simile a un pennino o a una piuma d’oca, qualcosa che per vivere ha bisogno della forza illuminante dell’ingegno dello scrittore. La dimensione onirica del racconto è piacevole, ma risulta a tratti pesanti quando eccedi con l’uso di aggettivi e perifrasi ridondanti.
Ti consiglio di pulire un po’ il testo e di dare al lettore qualcosa in più a cui aggrapparsi per poter sognare con te.
A rileggerci e
a presto

10- Dolly di Emiliano Grisostolo
Ciao Emiliano,
il racconto si fa leggere. Il tema c’è. Ma ci sono troppi dettagli. La suspense di cui ti parlano gli altri partecipanti manca. Avresti potuta renderla con maggiore efficacia accorciando le frasi. Ci vuole un ritmo spezzato per aumentare la tensione. Proprio all’inizio del racconto c’è una frase troppo lunga che appare ridondante. Mi riferisco al momento in cui dici che la protagonista è frustata a causa delle ragazze che non vogliono pulirle casa. Troppo. Basta dire che “la sua rabbia cresceva di giorno in giorno”.
Il racconto riprende un topos classico. Casa vecchia, occhiolino del morto attraverso foto e simili, cane che vede e sente ogni cosa. Io avrei puntato sul comico. Ma è solo questione di gusto.
Spero di esserti stata utile con queste mie osservazioni. Aspetto le tue.
A presto
e a rileggerci

11- 26-14-11 di Luana Mazzi
Ciao Luana,
il tema c’è: la luce della dea è un’immagine che affascina il lettore da sempre. Ma ci sono dei punti in cui metti il lettore in difficoltà. Il titolo, per dirne una. Ammetto di averci pensato un bel po’ su. Mi sono detta che, se volevi rendere il tutto più storico, avresti dovuto scriverlo in modo diverso: per es. Nell’anno del signore o in anno domini. Ci avresti catapultati immediatamente nel mondo da te evocato.
I tempi verbali creano confusione. La scena da te descritta ha il suo interno un certo numero di stereotipi tipici di questo genere: per es. la spada piantata nel terreno morbido. Se segui questa strada, allora esagera.
Anch’io come gli altri partecipanti avrei preferito un finale diverso. Ma devo dire che per essere la tua prima volta a Minuti Contati hai dato ottima prova di te.
Spero di rileggerti presto

1 - Se solo avessi di Adriano Muzzi
2- La finestra al primo piano di Enrico Nottoli
3-Routine Cromatica di Inverno Muto
4- Ossessione di Alessandro Duino
5-La Lezione di Luca Pagnini
6- Alla deriva di Alberto della Rossa
7- Luce di Giulio Marchese
8- Continua a credere in quella luce di Filippo Puddu
9- Un oscuro pellegrinaggio di Francesco Iorio
10- Dolly di Emiliano Grisostolo
11- 26-14-11 di Luana Mazzi

luca.pagnini
Messaggi: 120

Messaggio#6 » sabato 20 giugno 2015, 18:03

Salve a tutti!

I mei commenti...

Ossessione, di Alessandro Duino
Purtroppo per me il tuo racconto ha troppe cose che non vanno. Intanto la storia rimanda a qualcosa di letto e riletto, ma il limite maggiore non è tanto questo, quanto la mancanza di chiarezza. Capisco che il flusso di coscienza sia molto difficile da gestire, ma, proprio per questo, se l’autore decide di farne uso deve impegnarsi a guidare la lettura in modo che dal testo possa trasparire lo stesso (senza dirlo esplicitamente) tutto ciò che il lettore dovrebbe capire e sapere: dal cosa sta accadendo, al dove, eccetera. In questo caso, invece, il flusso di coscienza mi è parso solo un espediente per riempire la pagina di parole che, in gran parte, danno al lettore poche informazioni importanti. In un contesto come quello di MC, questo è un limite molto pesante. Personalmente alla fine non ho capito se è tutto un delirio o se è un delirio a metà, se c’è stato un omicidio e quando, se il frigo esiste e, se esiste, come mai il protagonista lo può andare a controllare quando, dato per scontato che gli ”angeli” siano l’unica cosa reale assieme all’ago (anche se lui non lo sente, quindi non si capisce come faccia poi a parlarne), si suppone stia tutto accadendo in una specie di manicomio. Troppe domande irrisolte per un racconto solo, anche se siamo a MC. A questo si aggiunge la scelta, per me infelice, di non lasciare i dovuti spazi dopo la punteggiatura. Se la scelta è stata fatta per guadagnare caratteri, forse non ce n’era bisogno, ovvero, il testo è talmente pieno di frasi ridondanti e, a volte, superflue, che bastava qualche taglio e i 3000 caratteri sarebbero stati salvi; se invece la scelta fosse stilistica, allora, al di là del fatto che sarebbe parziale, visto che alcuni spazi sono stati rispettati, non la condivido perché non dà al lettore nessun aiuto, anzi, rende la lettura difficoltosa, disagio che andrebbe assolutamente evitato. Il tema c’è, ma lo spunto è debole.

26-14-11, di Luana Mazzi
Stavolta inizio proprio dal primissimo rigo, il titolo: che significa? Ho cercato la spiegazione nel testo ma mi sono arreso, sono tardo io o non c’è (la spiegazione)? Te lo chiedo perché a volte il titolo viene troppo sottovalutato, invece per me è molto importante e ancor di più lo è in un contesto come MC. Qui ogni parola scritta ha un suo peso e quella/quelle del titolo a volte hanno valore doppio. Spesso la chiave del racconto sta addirittura tutta nel titolo, ora, questo non è certo un obbligo, però se il titolo non è immediatamente decifrabile (alla fine della lettura) siamo davanti a un difetto da risolvere. Ma veniamo al racconto vero e proprio. Buona l’ambientazione, forse un po’ troppo ricca di aggettivi, ma descritta bene e in tema con la vicenda narrata. In generale il testo si potrebbe asciugare un po’ rendendo la lettura più scorrevole, sono dettagli che però fanno tanto, del tipo da “Cadde in ginocchio, la spada piantata nel terreno morbido davanti a lui” a “Cadde in ginocchio, la spada piantata nel terreno”, oppure da “impegnato a tenersi le budella che gli fuoriuscivano da uno squarcio sul ventre” a “impegnato a tenersi le budella dal ventre squarciato”. Gli improvvisi passaggi della narrazione dalla terza persona alla seconda non mi dispiacciono, però andrebbero curati meglio perché portano il lettore su un piano colloquiale che, secondo me, questa storia non richiede (anche per colpa dell’obbligata brevità). Nel soggetto troviamo invece, a mio parere, il difetto maggiore: la vicenda è semplice e chiara ma avrei sacrificato qualche carattere della descrizione per impiegarlo in un paio di dettagli sul contesto, che è archetipico ma un po’ troppo astratto. Tema assolto, prova discreta.

Dolly, di Emiliano Grisostolo
Non ho molto da osservare, il racconto si lascia leggere, scorre senza intoppi né linguistici, né di trama, ma forse proprio questo è il suo limite. Intanto dai troppo presto delle indicazioni che dicono chiaramente dove andremo a parare (“Le ragazze che ha contattato trovano le scuse più assurde, parlano di rumori e presenze.”) e questo toglie gran parte dell’aspettativa sul colpo di scena finale che, secondo me, in questo tipo di racconti basati sulla suspense, soprattutto quando sono così brevi, deve restare alta fino all’ultimo rigo, o quasi. Poi c’è una mancanza di “movimento” narrativo che se realizzata, oltre a far rispettare il dettato “show, don’t tell”, avrebbe distolto l’attenzione dalla rivelazione finale informando il lettore su altri aspetti. A mo’ di esempio (ma potresti usare qualsiasi altra tecnica), avresti potuto andare avanti e indietro nel tempo descrivendo (e non raccontando) piccoli sprazzi di vita quotidiana del cane e del suo padrone, così da mostrare ciò che era quella casa prima della dipartita dell’uomo. Sul piano stilistico ci sono frasi un po’ lunghe che, per gusto personale, trovo pesanti (Perché “Non si accorge che qualcuno la osserva da dietro un vetro posto all’interno di una cornice di legno poggiata su di un comodino accanto al letto” invece di una più diretta, per esempio, “Non s’accorge di qualcuno che l’osserva da una foto poggiata sul comodino”?). La luce accesa c’è, testo con potenzialità.

Routine cromatica, di invernomuto
Trovo questo racconto completo e ben realizzato, quindi sottolineerò soltanto un paio di dettagli. Il primo è un appunto negativo su un elemento dell’ambiente: la televisione. Se l’hai messa un motivo ce l’hai avuto di sicuro, io però non l’ho colto, quindi mi sembra un oggetto che invece di dare qualcosa al racconto la toglie. Questo perché semplicemente nella televisione immagino passerebbero programmi, tipo i tg, che riporterebbero il protagonista nel mondo reale e questo, alla luce (sic!) del finale, mi stona. Il secondo invece è un apprezzamento sulle foto che, oltre a starci molto bene scenograficamente, sono state un ottimo espediente per indicare al lettore il passaggio del tempo da “giovane di bell’aspetto” a uomo con la lunga barba incanutita. Poi il finale, ecco, l’idea è sicuramente buona, però ti consiglierei di lavorarci un pochino per trovare, magari libero dall’obbligo dei 3000 caratteri, un’immagine altrettanto efficace ma meno didascalica. Tema centrato, racconto ottimo.


Continua a credere in quella luce, di Filippo Puddu
Racconto scritto bene (tranne che per la minuzia della torta che “si era un poco disintegrata”: lo stato di disintegrazione non permette vie di mezzo, qualcosa disintegrato o lo è o non lo è, termini come poco, molto, abbastanza, ecc. non hanno senso), anche se la scelta del dialogo diretto con la madre a mio parere ha tolto molta potenzialità al testo. Magari un’alternanza tra dialogo e pdv esterno avrebbe dato più “colore” alla narrazione, anche in un testo obbligatoriamente così breve. Sul soggetto non c’è molto da dire, sembra quasi un esercizio di stile: la vicenda è chiara quasi da subito, ma l’accostamento con Cappuccetto rosso, sebbene non nuovo, funziona. Non ci sono colpi scena, ecco, forse un finale diverso, totalmente inaspettato, avrebbe dato quel tocco in più per renderlo davvero unico. Ultimo suggerimento: cambierei il titolo, troppo esplicito. Il tema c’è, prova riuscita.

Un oscuro pellegrinaggio, di Francesco Iorio
Sono in difficoltà perché valutare questo tipo di racconti è, per me, sempre un problema. Qui non abbiamo un inizio, uno svolgimento e una fine, abbiamo un tutt’uno che rimanda a immagini e impressioni, nascondendo però troppe cose. Sorvoliamo sul chi è la protagonista perché è davvero un dettaglio, ma sapere cosa sta succedendo sarebbe importante (almeno per me), cioè capire almeno se il viaggio di cui stiamo leggendo c’è o è solo una metafora. Tra l’altro all’inizio la protagonista dice che stava camminando «da un’apparente infinità di tempo per quella landa desolata che qualcuno aveva imparato a chiamare “casa”», ma dopo si ritrova a camminare «da tanto tempo senza una meta precisa, ma nella mappa impressa nella mia testa sapevo esattamente dove dovermi dirigere. Era un percorso mentale che conduceva in quel fantastico luogo che avevo scoperto di poter chiamare “casa”», quindi è dissociata o cosa? Al mistero del soggetto narrato, si aggiunge lo stile con cui scrivi, per me troppo “pesante”. Frasi come “Nessuno in questo mondo dovrebbe essere così importante per noi da vedere noi stessi attraverso i suoi occhi, da negarci la possibilità di amare noi per primi” mi hanno costretto alla rilettura e, al di là di quella che potrebbe essere una mia deficienza, la mancanza di scene mostrate e non raccontate rende la lettura davvero lenta. Anche  l’uso degli aggettivi (perché scrivere “violente sferzate di vento”, quando “sferzate di vento” rende già l’idea della violenza?) e degli avverbi (sei in –mente in un racconto così breve sono davvero tanti) non aiuta. Non avendo capito il soggetto, non sono in grado di dire se il tema sia stato preso o meno, un oscuro pellegrinaggio per me troppo oscuro.

I giganti, di Sharon Galano
Partiamo dai pregi: mi è molto piaciuta l’accuratezza con cui è stata costruita la scena, i colori, i suoni, gli oggetti. Buona anche la resa dell’attesa. Non ho capito la scena della preghiera, spazio che non dà un grande contributo al personaggio e nessuno alla trama, quindi avrebbe potuto essere usato meglio; non lo considero un vero difetto perché è solo una questione di miei gusti. Per quanto riguarda i difetti più concreti: intanto la trama, è davvero troppo semplice. Come ho detto l’attesa è ricostruita bene, ma alla fine resta davvero poco altro. Non ci sono scosse e anche il finale non rende bene perché è inserito a sorpresa ma completamente scollegato con ciò che è scritto poco prima: “Vado alla casa in fondo al vialetto con l’intenzione di chiedere a quella donna cosa sia successo a mio padre dall’ultima volta che l’ha visto, se ha notizie di lui”, quindi va per chiedere e finisce per entrare, ma perché? Il colpo di scena è certamente un colpo di scena ma se avessi scritto che era un extraterrestre sarebbe stato uguale, ma se al lettore non era stata data la possibilità di capire prima che Tizio era un ET (anche rileggendo una volta avuta la rivelazione) allora siamo davanti a una scorciatoia che andrebbe evitata. Un altro appunto lo faccio sulla (in)coerenza dei tempi: da quello che scrivi si capisce che dalla fuga del padre sono passati 40 mesi  (al massimo, se il pacchetto era pieno), un po’ troppo pochi per non ricordarsi il volto del genitore, no? (“Ogni sera attendo di riconoscere il suo volto in mezzo a quello degli altri. Spero di ricordare quanto basti…”)
Per quanto riguarda lo stile, niente da dire, la lettura fluisce bene. Ti segnalo questa frase perché leggendola mi ha fatto sorridere: “Guardo l’immaginetta che mi sorride in modo dolce. L’uomo che chiude la porta alle sue spalle… ecc. ecc.” Che ci fa un uomo dietro all’immaginetta? Tema individuato, racconto con potenziale.

Alla deriva, di Alberto Della Rossa
Racconto da manuale, a cui devo solo fare i complimenti. Ottima la descrizione della situazione, dei personaggi e degli eventi. Il soggetto è minimalista, non c’è dubbio, ma è stato scritto bene e in maniera esauriente, elementi affatto scontati quando si parla di MC. Il finale mi è parso scontato, ma anche l’inverso (lo scozzese che si mangia gatto e, forse, padrone) lo sarebbe stato, quindi niente da dire. Ci sono racconti, come questo, in cui conta molto di più rendere viva la scena per il lettore che narrare fatti” eclatanti. Bello il tema accarezzato per metafora, racconto che starebbe tranquillamente incastonato in qualcosa di più ampio.

Se solo avessi, di Adriano Muzzi
In un racconto “epistolare” come questo, secondo me, ciò che conta sopra ogni cosa, anche sopra agli avvenimenti narrati, è lo stile usato. Purtroppo in questo caso il tentativo non mi ha soddisfatto, perché se la vicenda sarebbe riuscita a toccarmi, lo stile usato mi ci ha allontanato. La scelta della narrazione in prima persona forse è l’elemento determinante: un narratore esterno che raccontasse gli stessi eventi usando termini come “obnubilante” e “ignavia”, o frasi come “una frenata stridula e odori metallici nauseanti”, forse sarebbe da encomiare (andrebbe comunque visto il risultato complessivo); di sicuro gli stessi termini e frasi, usati da un padre che si rivolge direttamente a un figlio morto in un incidente di cui si ritiene corresponsabile, hanno avuto su di me l’effetto contrario. Anzi, di più, l’uso di tale linguaggio in prima persona ha annullato la mia sospensione dell’incredulità, di conseguenza mentre leggevo non partecipavo alla sofferenza del padre, ma consideravo quanto fosse colto l’autore. Tema azzeccato e racconto con potenziale, ma espresso in maniera inadeguata.

Luce, di Giulio Marchese
Addentrandoti nella fantascienza hai scelto una via già di per sé molto impervia e pericolosa, per il tempo e i caratteri di MC un po’ troppo impervia e davvero troppo pericolosa. In così poco spazio sei stato costretto a spiegarci troppe cose e, come ben saprai, se c’è una cosa che uccide la narrativa è il raccontare invece del mostrare. Inoltre, in questo caso, la realtà che hai creato è così complessa che, probabilmente, non ti sarebbero bastati neanche il doppio dei caratteri per illustrarla. Alla fine di sicuro mi hai incuriosito, ma il risultato non è stato all’altezza dell’aspettativa. Non starò quindi ha elencarti le cose che per me non tornano o che avrebbero bisogno di più spazio, diciamo che, in generale, tutto il racconto può salire di livello ampliandolo al di fuori di MC. La luce c’è, peccato non sia chiaro “il buio”.

La finestra al primo piano, di Enrico Nottoli
Ultimo racconto in lettura (per me) e altra voce narrante in prima persona (6 su 12, non mi era mai successo). In questo caso la scelta mi pare azzeccata in pieno, un racconto così narrato in terza persona avrebbe avuto molto meno successo. Diciamo che questo lo potrei portare come esempio di corretta scelta in funzione dell’obiettivo da centrare: non vi racconterò mirabilia, ma ve le racconterò bene e con lo stile appropriato. La tecnica ha funzionato così bene che  l’immedesimazione col protagonista arriva al di là del vissuto del lettore, che abbia o meno avuto un’esperienza del genere nella propria vita. Anche la chiusura mi è piaciuta, niente colpo di scena eclatante, ma semplice e funzionale descrizione di una possibile realtà. La luce qui s’è spenta, ma non per lui. Racconto integro.

...e la mia classifica:
1 - Alla deriva, di Alberto Della Rossa
2 - Routine cromatica, di invernomuto
3 - La finestra al primo piano, di Enrico Nottoli
4 - 26-14-11, di Luana Mazzi
5 - Se solo avessi, di Adriano Muzzi
6 - Dolly, di Emiliano Grisostolo
7 - Continua a credere in quella luce, di Filippo Puddu
8 - I giganti, di Sharon Galano
9 - Luce, di Giulio Marchese
10 - Un oscuro pellegrinaggio, di Francesco Iorio
11 - Ossessione, di Alessandro Duino

A presto!

Lp

LuanaMazzi
Messaggi: 15

Messaggio#7 » lunedì 22 giugno 2015, 19:44

Ecco i miei commenti e la mia personale classifica:

Ossessione di Alessandro Duino
Ossessione, ma anche Delirio, sarebbe stato un titolo azzeccato. Ho dovuto leggere un paio di volte il brano per accertarmi di non aver tralasciato nulla.
Non sono riuscita a tenere bene le fila della narrazione e a capirne il senso, ma era appunto un Ossessione no?
La mancanza di spazi dopo il punto o la virgola rendono un po’ il tutto appiccicaticcio, ma forse è stato voluto per rendere questa Ossessione anche visivamente?

 

Dolly di Emiliano Grisostolo
Bella narrazione, molto fluida che porta il lettore nel mezzo della vita di Marilena. Il finale "a sorpresa" mi ha entusiasmata perché non me lo aspettavo. In poche righe sei riuscito a concentrare la vita di una donna vedova, con i suoi dolori e la vita di ogni giorno che va avanti con un modo quasi "fotografico" di narrazione. Ho ben inquadrato da subito la grande casa, la luce che si accende, Dolly, le ragazze che spaventata non intendono andare a pulire casa di Marilena. Complimenti.

 

Routine cromatica di Invernomuto
Bella la trama, bella come l'hai sviluppata, non ho staccato gli occhi dal brano fino a quando li ho spalancati leggendo l'ultima frase.
No ho trovato nessuna difficoltà nella lettura, mi è risultata molto scorrevo e a tratti incalzante. Hai dato la tua versione di uno stato che non ti appartiene, quindi hai dato la tua versione, si può dire che hai "fantasticato" e ci hai regalato il tuo punto di vista, cose non per tutti facile.

 

Continua a credere in quella luce di Filippo Puddu
La narrazione è scorrevole, nonostante il tema toccato riesci a essere molto "pulito" senza dover, come dico sempre io, sporcare la scrittura. L'unica cosa che non mi ha convinta a pieno è la tematica, è un'opinione personale ma la trovo un po' "inflazionata" se mi passi il termine. Non ci ho letto nessuna innovazione da questo punto di vista e mi è dispiaciuto un po', per il resto niente da dire è scritto molto bene.

 

Un oscuro pellegrinaggio di Francesco Iorio
Non mi convince, c'è qualcosa che non riesco a capire. Rendi molto bene l'atmosfera oscura, dove tutto è corrotto sporcato irrimediabilmente. Mi sembra ci sia un po' di confusioni di immagini, magari con maggiori descrizioni sarebbe stato più chiaro, ma così è come se mi mancassero sei paragrafi e non potessi capire a pieno il tuo scritto. Probabilmente sono solo io che non ci arrivo, e ti chiedo venia, anche perché l'atmosfera iniziale che descrivi mi è piaciuta tanto, ma poi non riesco a tenere le fila della trama.
I Giganti di Sharon Galano
Probabilmente non sono riuscita a capire a piano il senso del tuo scritto. Il fumo della sigaretta, le figure confuse tra le tende, sono immagini che mi sono piaciute e mi sono arrivate, ma non ho capito il senso della trama e me ne dispiace. Ho cercato di rileggerlo ma è come se allo scritto mancasse qualcosa, un'anima sua, un'anima potente che cattura il lettore. Per questo motivo non ho trovato molto scorrevole la lettura. Mi dispiace spero di poter leggere qualcosa di meglio di tuo pugno.

 

Alla Deriva di alberto della Rossa
Una bella narrazione fluida mi ha portato sulla scialuppa in mezzo al mare. Per quanto tutto il mondo di mare mi sia abbastanza sconosciuto e non mi rimanga molto simpatico in generale mi è piaciuto il tuo scritto. La scena descritta, quasi una "giustizia divina" dove il mozzo con il gatto si salvano e gli altri vanno a dormire sul fondo del mare, mi ha convinto visivamente. Mentre leggevo vedevo la luce, la barba che cigolava e oscillava pericolosamente durante il tafferuglio. Un bel lavoro davvero.

 

Se solo avessi di Adriano Muzzi
Ho provato a capire cosa non ho capito del tuo scritto, è come una lettera scritta al figlio che non c'è più , o magari forse come dei pensieri di un padre che si sente colpevole per le sue mancanze e fin qua tutto ok. Non ho capito perché lui si rammarica tanto per la luce che non ha lasciato accesa... da quanto ho capito il bambino scende in strada perché crede che il padre stia rientrando da lavoro, ma la macchina in questione non è la sua e non fermandosi in tempo è inevitabile un incidente. Il padre si rammarica perché se forse avesse lasciato la luce accesa le cose sarebbero andate diversamente, ma non l'incidente in se per se. La luce accesa l'avrebbe dovuta lasciare quando rincasava prima e lasciava il piccolo fuori o sono io che non ci ho capito niente? Una frase mi ha davvero stonato
perché iniziai a bere per trovare una scusa obnubilante alla mia ignavia.
Sono pensieri o parole rivolte al figlio, usare termini così arzigogolati mi ha stonato enormemente.

 

Luce di Giulio Marchese
Un bell'inizio incalzante mi ha portato nel tuo mondo, ma forse hai descritto un'immagine troppo ristretta per avere una vera e propria opinione sul tuo pezzo. Il finale mi ha un po' lasciato a bocca asciutta, come se mancasse ancora minimo un paio di righi e tutto poteva cambiare, poteva essere migliore. Certo stare nei limiti di battute non è cosa facile ma i 2174 del tuo scritto, potevano ampiamente essere superati e potevi scrivere qualcosa di più completo e superiore a mio avviso.

 

La finestra al primo piano di Enrico Nottoli
Davvero ben scritto, il tuo pezzo è senza fronzoli, inizia e finisce in maniera lineare senza creare confusione nel lettore. Per quanto la trama sia "semplice" l'ho trovato davvero carino. Ti devo davvero fare i miei complimenti per la sintesi delle immagini che spiegano tutto molto chiaramente e senza errori.

 

La Lezione di Luca Pagnini
Il tuo scritto non mi ha entusiasmato, specialmente la fine. Inizialmente questi ragazzini che devono introdursi zitti zitti in questa casa, i battibecchi tra loro, la suspance che in un certo modo crei non mi era affatto dispiaciuto, ma il finale, ti dico la verità, mi ha fatto un po' cadere il tutto. Forse sarà che mi aspettavo qualcosa di diverso, di più profondo. Il ritmo dei discorsi tra i ragazzi mi era piaciuto, il loro incalzarsi a vicenda, il mistero sulla "fonte" del ragazzo, tutte cose molto carine che nel finale non ho ritrovato.

 

Ecco la mia classifica:
1) La finestra al primo piano, di Enrico Nottoli
2) Dolly, di Emiliano Grisostolo
3) Routine cromatica, di invernomuto
4) Alla deriva, di Alberto Della Rossa
5) Luce, di Giulio Marchese
6) Continua a credere in quella luce, di Filippo Puddu
7) Se solo avessi, di Adriano Muzzi
8) Ossessione, di Alessandro Duino
9) I giganti, di Sharon Galano
10) Un oscuro pellegrinaggio, di Francesco Iorio
11) La lezione, di Luca Pagnini

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invernomuto
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Messaggio#8 » venerdì 26 giugno 2015, 3:01

Ecco la mia classifica, in ritardissimo e con dietro un grosso sforzo mentale per riuscire a classificare i racconti dal momento che il livello generale era abbastanza alto, in generale mi sono piaciuti anche i racconti che, ahimè, ho dovuto classificare in basso.

Ossessione di Alessandro Duino

Il tuo racconto in flusso di coscienza mi è piaciuto e ha saputo proporre bene il delirio e l’ossesione da cui deriva il titolo.

Rispetto alle precedenti edizioni hai deciso di scrivere qualcosa di più sperimentale ed esteso, la cosa mi fa piacere e si nota una voglia di mettersi in gioco in modi non convenzionali che ti fa onore.

Non ho particolari problemi con l’utilizzo così generoso dei punti che vanno a scandire lo scritto così come sono frammentari e sincopati i pensieri nella mente del protagonista, mentre anche io trovo infelice la scelta di fare a meno degli spazi, sicuramente dettata dal conto caratteri ma faticosa per il lettore.

Purtroppo come per il delirio del tuo personaggio il racconto soffre di una schizofrenia irrisolta che porta il lettore a non trovare una bussola che permetta di interpretare il testo come si deve e solo dopo un’attenta rilettura sono riuscito a trovare il filo rosso che attraversa tutti i brevi pensieri formando una trama.

Ti faccio i complimenti per il miglioramento, ma temo che anche questa volta non sia abbastanza, spero di rileggerti e osservare ancora una volta la tua crescita stilistica.

 

26-14-11.. di Luana Mazzi

 

Apri con un incipit davvero potente ed evocativo, un campo di battaglia realistico e impietoso come lo sono tutte le zone di guerra, ma in particolar modo in quell’alto medioevo che vuoi richiamare.

L’utilizzo delle parole funziona benissimo per evocare nel lettore la sensazione di trovarsi nel mezzo del tuo mondo.

Finito l’incipit però perdi davvero tanta spinta, come se l’enfasi narrativa si fosse esaurita e dovessi continuare la descrizione di una scena statica, mentre un racconto breve vive del cambiamento dell’azione reso frenetico dalla brevità.

Per farti un esempio (ma è un parere personale e questo non influirà sul giudizio del tuo racconto) la storia avrebbe avuto tutt’altro impatto e sapore se il guerriero si fosse trovato ispirato e “illuminato” dalla dea nel mezzo della battaglia, ottenendo così la forza di combattere con la forza della fede per quella luce (trasformando le fasi di “accettazione” del dono in un furore religioso più attivo).

Parlando invece di elementi che ritengo oggettivamente negativi:

Alcune scelte riguardo ai tempi verbali mi hanno lasciato perplesso e hanno interrotto la lettura, la frase “Da allora Lei non era stata solo un simbolo, un nome da invocare o pregare, lui la sentiva accanto a se ogni giorno, in dovere di proteggerla, sempre.” ha reso quasi inutile proseguire la lettura dato che anticipa la sopravvivenza del soldato.

Trovo che sia un racconto ben scritto che soffre di alcune scelte stilistiche oltre che di uno sviluppo che sarebbe più adatto ad andare a svilupparsi in una storia più lunga piuttosto che come evento a sé stante.

Spero di rileggerti al prossimo contest!

 

Dolly di Emiliano Grisostolo

 

Purtroppo mi trovo d’accordo con la gran parte degli altri partecipanti che hanno commentato, il tuo racconto è ben svolto e ben narrato ma il succo della storia finisce per diventare annacquato dalla quantità di parole spese per il suo svolgimento.

Volendola buttare sulla suspance avrei piuttosto tirato fuori una storia alla Sesto Senso, con una marito che c’è ma non parla mai con la moglie, che accende delle luci che la moglie, per qualche strano motivo, continua a spegnere in preda al terrore, a Dolly che quando fa le feste al suo padrone viene tirata via in malo modo; avrei rivelato solo nell’ultima riga lo status di vedova single della moglie per aggiungere così quel colpo di shock value che nelle storie brevi aiuta.

Buona tecnica, tema rispettato ma poco mordente, spero di rileggerti presto!

 

Continua a credere in quella luce di Filippo Puddu

 

Ammetto di essere di parte ma ho un debole per le storie che basandosi su una fiaba ne eviscerano i lati più oscuri e contorti trasformando l’allegoria in un’esplicitazione nuda e cruda.

Cosa rappresenti la favola di Cappuccetto Rosso lo sappiamo tutti, e forse è vero che il tema è abbastanza usato nell’ultimo periodo, ma il tuo stile asciutto e senza fronzoli riesce a disegnare molto bene la sofferenza della “Cappuccetto Alternativa”.

A mio parere è una bella prova e un discreto esercizio di stile, bravo.

 

Un oscuro pellegrinaggio di Francesco Iorio

 

il tuo stile richiama per certi versi la pittura, come ti è già stato fatto notare.

Le parole sono scelte in modo da creare nella mente del lettore uno scenario onirico e dettagliato che rappresenta in immagini quelle che sono gli stati d’animo di una persona, di cui non sappiamo nient’altro che la “visualizzazione” grafica -in questo caso sotto forma di testo- delle sue emozioni.

Purtroppo non sono la persona più adatta a giudicare un racconto che punta in modo così forte sulle emozioni pure e ancor meno sono in grado di apprezzare il tuo stile così arzigogolato e poetico, ma mi rendo conto che questa è una mia carenza e non tua.

Il tema è certamente rispettato e il racconto è soddisfacente dal punto di vista tecnico, la considero una buona prova e mi auguro di rileggerti presto per analizzare meglio il tuo stile narrativo, ciao!

 

I giganti di Sharon Galano

 

Il tuo è un bel racconto soprattutto dal punto di vista stilistico, scorre molto bene e la scelta di focalizzarsi sulle ombre giganti come mezzo narrativo per raccontare le avventure erotiche “dietro i paraventi” è un’ottima scelta che richiama alla mente un taglio quasi cinematografico di ricerca dell’immagine.

Purtroppo secondo me hai lavorato davvero molto, forse troppo, sulla costruzione della situazione finale per poi abbandonarla, probabilmente per le ragioni di spazio con cui tutti dobbiamo confrontarci.

Per essere più preciso trovo che avresti dovuto spendere qualche parola in più per farci capire come il ragazzo desiderasse la prostituta, sino all’ultima frase infatti il lettore si attende una semplice richiesta di chiarimenti e un confronto con la donna per poi trovarsi spiazzato dalla richiesta di una prestazione, cosa positiva ma che avrebbe funzionato meglio con qualche indizio più concreto sparso per il racconto o l’improvvisa comprensione per i sentimenti del padre nel vedere una donna così attraente.

Il tema è presente e il racconto mi piace, buona prova, spero di leggere ancora qualcosa di tuo nelle prossime sfide.

 

Alla deriva di Alberto Della Rossa

 

rileggerti è sempre un grande piacere e sei in grado di utilizzare le parole per creare uno scenario vivido e animato come una serie di immagini in movimento,

La tecnica è di livello altissimo, il tema centrato e l’accoppiata lupi di mare e gatti non può che fare centro perfetto nelle mie preferenze.

A parte qualche piccolo problema di accelerazioni e decelerazioni nel ritmo dovute sicuramente al conto caratteri non ho nulla su cui far presa per generare una critica costruttiva.

Ottima prova.

 

Se solo avessi di Adriano Muzzi

 

Il tuo racconto riesce, al netto della forma forse eccessivamente ricercata, a giungere con il suo contenuto emozionale e a rilasciare un bombardamento a tappeto di empatia.

La scelta di affrontare questo tema in modo così sentito e personale, sviluppandolo tramite una missiva è, secondo me, una scelta assolutamente vincente e che è riuscita a colpirmi in prima persona; personalmente credo che in un racconto breve la capacità di tirare un destro allo stomaco senza preavviso sia una delle qualità più ricercate per cui non posso che elogiare te e la tua opera.

Complimenti, prova di grande impatto, non vedo l’ora di rileggerti.

 

Luce di Giulio Marchese

 

Un ottimo incipit e delle buone idee (che come il buon Adriano ha fatto notare ricordano da vicino la trama di In Time) si ritrovano smagrite e stipate in un corpetto troppo stretto per loro.

Si capisce che hai una buona immaginazione e una discreta capacità nel mettere su carta le tue idee sebbene lo stile mostri ancora qualche piccola incertezza.

Il mio consiglio per le sfide future è quello di focalizzarti di più su un unico argomento e svilupparlo con lo scopo preciso di metterlo in mostra, la discussione iniziale riguardo la multa prende più spazio e si incide di più nella mente del lettore rispetto alla seconda parte che invece dovrebbe essere la protagonista del “piatto”.

Spero di rileggerti in futuro e di aver modo di poter giudicare qualche altra opera, a presto!

 

La finestra al primo piano di Enrico Nottoli

 

È il primo racconto che leggo scritto da te e devo dire che mi è piaciuto, sia il tema che lo svolgimento sono riusciti a parte un paio di espressioni utilizzate dal narratore che mi hanno fatto perdere un po’ la bussola (ma si tratta unicamente di mie preferenze e non di errori stilistici veri e propri) e forse un po’ troppa staticità.

In ogni caso è un racconto che punta decisamente più sui sentimenti che sulle azioni per cui il tuo scopo originale di provocare una reazione empatica nei confronti del protagonista è più che riuscito.

Un buon racconto, spero di leggerti ancora per comprendere meglio il tuo stile, a presto!

 

La lezione di Luca Pagnini

 

Grande stile per il tuo racconto, scorrevole e capace di delineare bene i personaggi senza fare quasi mai ricorso ad altri elementi se non le loro differenti personalità.

Ho trovato ottima l’ironia ma anche a me il finale ha lasciato un vago senso di incompletezza, quelle due righe rimaste nella tastiera avrebbero davvero potuto fare tanta differenza!

Per me il racconto è una buona prova nonostante le piccole mancanze, però mi aspetto di leggere qualcosa di ancora migliore nelle prossime edizioni di Minuti Contati!

A presto!

 

Classifica

 

1 – Alla deriva – Alberto Della Rossa
2 – Se solo avessi – Adriano Muzzi
3 – I giganti – Sharon Galano
4 – Continua a credere in quella luce – Filippo Puddu
5 – 26-14-11 – Luana Mazzi
6 – Un oscuro pellegrinaggio – Francesco Iorio
7 – La lezione – Luca Pagnini
8 – La finestra al primo piano – Enrico Nottoli
9 – Dolly – Emiliano Grisostolo
10 – Luce – Giulio Marchese
11 – Ossessione – Alessandro Duino

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alberto.dellarossa
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Messaggio#9 » venerdì 26 giugno 2015, 14:07

Eccoci qua: i primi 3  della mia classifica mi hanno davvero colpito, complimenti ragazzi!

 

 

– Ossessione, di Alessandro Duino, 3178 caratteri, ore 00.54
Ciao Alessandro.
Mi mancano alcuni elementi per valutare la formattazione. È un aspetto voluto? Personalmente non ho avuto quest’impressione e ho trovato l’assenza di spazi e l’utilizzo della punteggiatura difficoltosi e stancanti. Anche il delirio non lo trovo ben realizzato: mi è parsa più la voce di un sano che gioca a fare lo schizzato, piuttosto di uno schizzato tradotto in linguaggio leggibile (permettimi il gioco retorico). In definitiva il racconto, pur avendo un suo perché, l’ho trovato poco fruibile.

– 26-14-11…, di Luana Mazzi, 2964 caratteri, ore 22.01
Ciao Luana.
Lo stile è chiaro, descrittivo e ben aggettivato. La storia è decisamente chiamata, ma questo non è certo un problema – sostengo fieramente che una banale storia ben scritta valga molto di più dell’originalità a tutti i costi – semmai ho sentito molto il tributo ad alcune pagine di Martin. Detto questo ritengo che spingendo ancor più sulla cristianità e su alcuni aspetti, il tuo racconto potrebbe fare il salto di qualità che separa la solita novella fantasy dal racconto storico-fantastico. L’aspetto che meno mi convince è la forma, che in alcuni passaggi è zoppicante. Ad esempio: l’aria acre satura di piscio – è un’espressione malfatta. Piuttosto “l’odore acre del piscio ammorbava l’aria” o qualcosa del genere. Abusi dei pronomi personali e delle proposizioni coordinate: usa qualche punto fermo, il testo ne guadagna in scorrevolezza. L’espressione “io scelgo te” è quantomeno pleonastica, dopo tutto ciò che descrivi, mentre lasciare la sola descrizione della voce melodiosa come fruscio di foglie d’estate (bellissima immagine) avrebbe lasciato una suggestione sospesa e decisamente efficace. Tutti questi piccoli aspetti (questi e altri) rendono la prosa poco scorrevole, a detrimento di uno stile ben aggettivato e piacevole.
Spero di esserti stato utile.

– Dolly, di Emiliano Grisostolo, 2890 caratteri, ore 22.43
Ciao Emiliano. Bella l’idea, toccante la presenza del padrone e il legame mai rescisso con il cane, ma lo stile è pesante e la forma in alcuni casi è da rivedere. Ora, se per la forma è solo questione d’esercizio (rileggere a voce alta spesso è un aiuto più che sufficiente) è decisamente più ostico piegare lo stile alla propria volontà. Ciò che mi ha colpito negativamente è una certa prolissità delle descrizioni – in alcuni passaggi sfiori l’infodump (anche se le informazioni da trasmettere sono davvero essenziali). Siamo a Minuti Contati, la nostra croce è l’esiguità di caratteri: nel tuo caso si ha l’impressione che tu abbia fatto di tutto per montare a neve la narrazione.

– Routine cromatica, di invernomuto, 2964 caratteri, ore 23.12
Ciao Invernomuto
è vero, il trucchetto sogno/coma è forse abusato, eppure a me affascina sempre molto. Se poi parliamo di sindrome locked-in (come mi pare) mi piace ancora di più. Carina la metafora della prigionia e della permeabilità della routine da dentro a fuori. Devo però fare due appunti: attento alla forma, ci sono diverse ripetizioni. Lo stile è chiaro e funzionale al tema del racconto anche se rivedrei la struttura dei periodi in funzione meno paratassica. Il punto più debole del racconto è la fine, uno spiegone condensato in due parole: avrei spostato la scena all’esterno, con il protagonista sul letto in tutta la miseria del coma.
ad ogni modo buona prova :)

– Continua a credere in quella luce, di Filippo Puddu, 2219 caratteri, ore 23.35
Callagan: sono d’accordo con te, “torta un poco disintegrata” è una caratterizzazione ulteriore del personaggio. Detto questo il tuo pezzo mi mette in difficoltà: è davvero ben scritto (quindi bravo, mi piace lo stile chiaro e pulito). Ci sono tuttavia alcuni aspetti che faccio fatica a inquadrare: la sospensione d’incredulità vacilla un poco difronte all’atteggiamento generale della protagonista. Ripeto è solo un’impressione, quindi prendila con beneficio d’inventario. Detto questo il racconto mi ha colpito comunque, la mia valutazione (personale) rimane decisamente positiva.

– Un oscuro pellegrinaggio, di Francesco Iorio, 2653 caratteri, ore 23.58
Ciao Francesco
decisamente onirico ed ermetico, ma questo non è necessariamente un male, anzi. Hai il dono di pennellare l’ambiente con descrizioni mirate ed efficaci. Il problema, in questo caso, è come hai gestito la voce narrante, ovvero la prima persona, che – in questo caso – squalifica il narrato. Prova a ripensare il racconto con POV esterno, aggiungi un paio di migliaia di caratteri in più e avrai per le mani un pezzo efficace.

– I giganti, di Sharon Galano, 2955 caratteri, ore 00.08
Racconto descrittivo e scritto sicuramente bene, ma che non riesce a coinvolgermi emotivamente in alcun modo: forse il problema è proprio la ricerca quasi forzata del contatto empatico col lettore, ma che viene da me recepita più come un esercizio di stile. Se vogliamo è l’esatto contrario del racconto di Adry che, pur presentando a mio avviso alcune spigolature a livello stilistico, è empaticamente formidabile e potente. Alla fine quello che dovrebbe legarci al protagonista viene a mancare completamente, lasciando nella mia testa principalmente un “ma perché?” di carattere emotivo: sono ovvie le ragioni, meno le motivazioni.

– Se solo avessi, di Adriano Muzzi, 2992 caratteri, ore 00.35
Ciao Adriano.
Il tuo racconto ha delle potenzialità enormi. Sei riuscito a mettere quasi perfettamente in pratica l’esercizio della reminiscence proustienne, e si sente.
Faccio un passo indietro: mentre leggevo il tuo racconto avevo la bocca dello stomaco chiusa. Per me che ho avuto una storia familiare un po’ particolare (non terribile, nemmeno brutta, ma sicuramente non ordinaria) il mood del racconto è stato una pugnalata al cuore. Sensazioni simili le ho provate guardando “Nel paese delle creature selvagge”. Questo vuol dire inequivocabilmente una cosa, ovvero che sei riuscito a rendere fruibile ad altri la reminiscence di cui parlo sopra – a me più che ad altri perché ho trovato dei punti di contatto col mio vissuto – e il segreto è stato proprio l’aver attinto a certi abissi che hai provato in prima persona. Quindi, per questo aspetto BRAVO, ma soprattutto fai tesoro di questa esperienza scrittoria. Il medesimo utilizzo della reminiscence mi è valso in altri concorsi grandi soddisfazioni (fra tutti il 3° posto al 300 parole del 2012), e se ha funzionato per me, fidati, può funzionare per chiunque. Detto questo però devo bacchettarti su un altro aspetto, altrettanto importante, ovvero la coerenza interna della psicologia di un personaggio. Dal racconto si può intuire che padre sei tu, in tutte le parti migliori del narratore: il problema è quando il personaggio si distacca da te e aggiungi l’elemento di dramma, ovvero l’errore del padre. Il tuo personaggio si comporta in maniera schizofrenica in diversi punti, il più macroscopico dei quali è descritto nel comportamento scisso: lontano, distante e tormentato nell’allontanamento e amorevole e dolce nel ritorno. Solo l’appunto sul sonno pieno di incubi raddrizza un poco la stortura narrativa. Problema di coerenza interna è anche il linguaggio, troppo forbito per un narratore nelle condizioni emotive del tuo protagonista. Se il racconto fosse stato narrato in 3 persona allora avresti potuto usare uno stile alto come quello che hai usato ma, trattandosi di una narrazione diretta e in prima persona, lo stile stride. Racconti la storia di un padre distrutto, in lutto perenne, che vive un dramma reale e quotidiano – è improbabile che si perda in certi preziosismi.
Bada che questi appunti non sono per affossare il racconto, sono solo la differenza che manca tra il tuo racconto e un racconto ai limiti della perfezione. La tua prova è, al netto delle mie osservazioni, decisamente buona, e ti vale una posizione decisamente alta nella mia classifica.

– Luce, di Giulio Marchese, 2174 caratteri, ore 00.48
Ciao Giulio: ti faccio i complimenti per l’idea di base del racconto, mi piacerebbe davvero leggere qualcosa di più lungo. Gli incubi concretizzati in esseri feroci hanno molto fascino, potrebbero creare una tensione narrativa notevole in un racconto più lungo. Purtroppo il racconto è viziato da diversi refusi e pastrocci sintattici. Se è pur vero che MC è un concorso modello BlietzKrieg e alcune imprecisioni sono tollerate e tollerabili, nel tuo racconto finiscono per inficiare la scorrevolezza dello stesso. Al lavoro dunque, la fantasia certo non ti manca 😉

– La finestra al primo piano, di Enrico Nottoli, 2862 caratteri, ore 00.52
Enrico davvero, ti prego, dai una corretta a livello formale al racconto, a quelle poche cose perfettibili e pubblicalo. È un gran racconto con un’anima forte, un’idea semplice e splendente. La brace della sigaretta, la frase reiterata, la circolarità della storia: sono tutti elementi retorici che se male usati rischiano di rovinare un racconto ma! nel tuo caso funzionano alla perfezione.
Bravo!

– La lezione, di Luca Pagnini, 2999 caratteri, ore 00.58
Ciao Luca! Benvenuto su MC, e devo dire che l’ingresso lo fai alla grande. Uno stile piano, senza fronzoli, con descrizioni e aggettivazione al posto giusto. La resa del dialetto è decisamente buona senza risultare artificiosa. In più sei riuscito a generare un bel po’ di suspance, portando la tensione a risolversi in una ironica bolla di sapone. Ti faccio i miei complimenti, non ho trovato particolari errori sul quale fare appunti, direi che te la sei cavata più che bene!

1) Enrico Nottoli, La finestra al primo piano
per la semplicità e la chiarezza della composizione

2) Adriano Muzzi, Se solo avessi
Emotivamente potente

3) La lezione
Per lo stile e per non dimenticarsi mai di non prendersi troppo sul serio

4) Continua a credere in quella luce, di Filippo Puddu
Per aver trattato un tema pesante in maniera chiara ed efficace

5) Routine cromatica, di invernomuto

6) Un oscuro pellegrinaggio, di Francesco Iorio

7) Luce, di Giulio Marchese

8) I giganti, di Sharon Galano

9) Dolly, di Emiliano Grisostolo

10) 26-14-11, Luana Mazzi

11) Ossessione, di Alessandro Duino

Giulio_Marchese
Messaggi: 291

Messaggio#10 » venerdì 26 giugno 2015, 17:13

Questa edizione l'ho seguita poco, non ho riletto i racconti quanto avrei voluto, non ho letto i commenti al mio racconto e nemmeno agli altri (cose che di solito faccio sempre). Anche quando ho scritto l'ho fatto di fretta concludendo un pò a caso rispetto all'idea iniziale. Malgrado tutto ciò sono contento di aver partecipato perché i racconti del mio gruppo mi sono piaciuti tutti, per questo ho avuto molte difficoltà a stilare una classifica. Probabilmente con più tempo a disposizione la classifica sarebbe stata diversa. Spero di avere più tempo a luglio. Ci leggiamo il mese prossimo ;)

Alla deriva, di Alberto Della Rossa
Ciao Alberto.
Davvero un bel racconto. Sembra davvero di stare su quella nave alla deriva nell’oscurità. I dialoghi sono credibili. Tutto è perfettamente al suo posto. Devo dire che nei racconti che ho letto in questa edizione la luce della speranza è molto frequente. Questo ovviamente non toglie niente al racconto ma quello “speranza” alla fine mi ha fatto sorridere.

Ossessione, di Alessandro Duino
Ciao Alessandro.
Mi piace molto il tuo stile, il flusso di pensieri e gestito molto bene e sembra di trovarsi accanto al protagonista nell’appartamento. Anche se, ovviamente, non ci sono spiegazioni il mio cervello ha urlato tutto il tempo “droga droga DROGA”. Quindi lo interpreto come un tossico più che come un pazzo (il pesciolino a terra e i cadaveri in cucina mi hanno ricordato Trainspotting e ho immaginato la casa come quella dei tossici di breaking bad). Per quanto riguarda il tema non mi espongo. Il finale anche dopo diverse letture resta oscuro e pieno di sottintesi che credo di non aver colto appieno. PS visto che hai superato i caratteri comunque potevi metterli quei cavolo di spazi!

26-14-11…, di Luana Mazzi
Ciao Luana.
Il tuo racconto parte benissimo, l’atmosfera che si respira è proprio quella di un campo di battaglia. Il problema sta nella prosa (come ti hanno già fatto notare). In personalmente ho avuto qualche difficoltà nella parte centrale. E poi c’è il finale. O meglio non c’è un vero finale, descrivi una scena ma non c’è un messaggio che mandi (o quanto meno non l’ho colto) ne un colpo di scena. Francamente dall’arrivo della dea, il tema è certamente centrato, il racconto per me ha un po smesso di essere interessante, per questo speravo in un finale col botto. Invece no.
Sicuramente in un contesto diverso questo racconto potrebbe essere parte di qualcosa di più esteso.

Dolly, di Emiliano Grisostolo
Ciao Emiliano.
Il racconto è un po lento e, malgrado tutte le descrizioni, sembra manchi qualcosa. Ad esempio avresti potuto fare intendere com’è morto Dario. Secondo me quest’informazione poteva rendere il racconto davvero inquietante. È scritto bene quindi andiamo subito al finale. È telefonato. Subito si capisce dove vuoi andare a parare. L’introduzione di Dolly (visto il titolo) mi aveva dato una speranza. Il cane la sbrana! Invece no. Sul serio se il cane (a cause del male della casa dell’ottocento in cui visse Dorian Gray) impazziva e la mangiava non sarebbe stata una figata?

Routine cromatica, di invernomuto
Ciao invernomuto.
Il racconto è scritto molto bene. La prima parte funziona alla perfezione. Durante la terapia forse il ritmo è un po blando come la reazione del protagonista (che però effettivamente non reagisce bene alla terapia quindi ci sta). E niente, mi è piaciuto malgrado generalmente sogni e coma sono il trucchetto da prestigiatore che odio di più. Era tutto un sogno quindi non ti spiego niente. Ecco questo racconto spiega tutto, per questo funziona.

Continua a credere in quella luce, di Filippo Puddu
Ciao Filippo.
Hai preso una bambina che crede nelle favole e l’hai messa di fronte alla realtà. Il tema sarà pure abusato ma è reso benissimo. In meno di 3000 caratteri hai creato un empatia totale tre lettore è protagonista. La torta un poco sbriciolata che ti hanno contestato, secondo me, è invece un tocco di classe. Io ci ho visto anche i drammi domestici di donne che hanno mariti violenti ma li difendono malgrado tutto. Per me smonti un allegoria per tirarne su un altra. È un racconto profondo e originale nella narrazione. Complimenti.

Un oscuro pellegrinaggio, di Francesco Iorio
Ciao Francesco.
Il tuo racconto ha una trama ermetica. Non è detto che questo sia un male però francamente non sono riuscito a capire esattamente di cosa si parla. A me hanno insegnato che se il lettore non capisce è sempre e comunque una mancanza dell’autore. Io sono seriamente in difficoltà perché non ho capito dove si svolge la vicenda e che fa il personaggio.
Detto questo non so se mi è piaciuto o no. Una cosa che non mi è piaciuto sono le descrizioni dei sentimenti, non perché sia un difetto. Preferisco siano i gesti a parlare, ma questione di gusti. L’immagine del lago di inchiostro è bella ma non sono convinto.

I giganti, di Sharon Galano
Ciao Sharon.
Il racconto è scritto bene e malgrado alcune ripetizioni scorre fluido. La trama si avvita un po su se stessa e non è chiaro in che modo la prostituta c’entri con suo padre. Mi sarebbe piaciuto di più scoprire alla fine che la prostituta era proprio sua madre. Lui che ripercorre le orme del padre non so… non mi convince. Però ho apprezzato il racconto, solo dal finale mi aspettavo di più. Quello che non mi è piaciuto è il titolo. Non c’entra niente secondo me. Il protagonista guarda la prostituta scopare ogni sera, fuma, ha decisamente l’aria di un ragazzo cresciuto (magari troppo in fretta). Chiamare gli adulti gigante non è da lui, mi sembra una cosa troppo infantile per il personaggio che hai descritto.
Comunque è un buon racconto, complimenti

Se solo avessi, di Adriano Muzzi
Ciao Adriano.
Mi piace molto come riesci a trasportare chi legge nella storia un passo alla volta. Inizialmente pensavo si trattasse di una storia d’amore finita male e stavo già sbuffando. Poi però sono rimasto piacevolmente sorpreso. Il dramma familiare è palpabile e non si può che provare pietà per questo padre che si incolpa della morte del figlio. Alcune parole sono poco ricercate perché sono troppo ricercate. Voglio dire che sono le parole che meglio descrivono i sentimenti dell’uomo ma non sono adatte al ritmo del racconto. Il flusso di pensieri secondo me dovrebbe essere caratterizzato dall’uso di parole comuni. Quindi forse avresti dovuto cercare dei sinonimi che si adattassero meglio allo stile di narrazione scelto. Ma tant’è. Complimenti.

La finestra al primo piano, di Enrico Nottoli
Ciao Enrico.
La cosa che mi è piaciuta tanto del tuo racconto è lo stile. La voce narrante è ben caratterizzata e questo rende il racconto coinvolgente. La donna invece è come sospesa. L’unico frammento della sua vita che possiamo spiare è quando si cambia davanti allo specchio. Non sappiamo chi è che fa com’è fatta. Sappiamo solo quello che il ragazzo ci dice di lei. Questa secondo me è il punto di forza del pezzo. Secondo noi lei si lasciava guardare perché secondo il protagonista è così. Il punto debole invece è la trama. Non succede molto e quel che ci viene mostrato non è molto originale. Quindi prova riuscita al 50 e 50 per me. Credo che sul finale avresti dovuto far succedere qualcosa, far compiere una qualche azione ai personaggi. Questo per me è quel che manca.

La lezione, di Luca Pagnini
Ciao Luca.
Io francamente qual’era la lezione non l’ho capito. Il racconto è scritto bene. I personaggi sono ben caratterizzati. Inizialmente mi ero bloccato sulla scena del cancello. Non riuscivo a capire bene. Il finale non mi ha fatto ridere ne mi ha lasciato di sasso. Forse effettivamente andava gestito diversamente. La mia ipotesi era che fosse la casa dei nonni. Invece di chi è non poi così importante visto che lo scopo del racconto è un altro.

Classifica:
1 Alla deriva, di Alberto Della Rossa
2 Continua a credere in quella luce, di Filippo Puddu
3 Ossessione, di Alessandro Duino
4 Se solo avessi, di Adriano Muzzi
5 La finestra al primo piano, di Enrico Nottoli
6 Routine cromatica, di invernomuto
7 Un oscuro pellegrinaggio, di Francesco Iorio
8 26-14-11…, di Luana Mazzi
9 I giganti, di Sharon Galano
10 Dolly, di Emiliano Grisostolo
11 La lezione, di Luca Pagnini

enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#11 » venerdì 26 giugno 2015, 18:56

Ciao a tutti, come sempre mi sono divertito molto a leggere e commentare. Di sotto i commenti e la mia classifica :)


LUCA PAGNINI_ LA LEZIONE
Ciao Luca,
Il tuo racconto mi è piaciuto. Hai dato a ognuno la sua voce, anche con cadenza e modi di parlare addirittura regionali, e in un racconto fatto per lo più di dialoghi non è poco. Ammetto che il finale mi ha spiazzato, ma non mi è piaciuto gran che. Apprezzo molto l’ironia e la lista di indizi che avevi seminato con tutti i congiuntivi sbagliati dai personaggi, ma mi ha lasciato un po’ sovraccaricato di una tensione che non è riuscita a sciogliersi.
Comunque, il tema c’è e lo stile anche. Una prova discreta.
Alla prossima :)

EMILIANO GIROSTOLO_ DOLLY
Ciao Emiliano,
Il racconto che hai scritto ha degli sbilanciamenti a mio avviso. A volte indugia in particolari (che comunque a me piacciono molto) ma poi si chiude in due righe, mentre credo che un finale carico di significato come questo avesse bisogno di più respiro. Peccato perché la narrazione era molto pulita e scorrevole e poteva venir fuori un gran bel racconto dall’idea iniziale.
A rileggerci :)

SHARON GALANO_ I GIGANTI
Ciao Sharon,
Veramente un bel racconto per me. Hai usato una narrazione molto interessante e con un punto di vista non banale. Mi piace anche l’idea, il ragazzino che guarda la prostituta evoca un sacco di sensazioni quasi palpabili (come le tende). Secondo me hai gestito bene il tema dato sia nella narrazione che nel concept.
Un ottimo racconto di formazione insomma.
Ciao :)

FRANCESCO IORIO_ UN OSCURO PELLEGRINAGGIO
Ciao Francesco,
sono d’accordo con diversi commenti precedenti. Secondo me hai scritto in una maniera incantevole, impalpabile, sospesa a metà, come se chiedessi al lettore di aspettare ancora un attimo prima di riprendere fiato una volta finito. Mi ha colpito in positivo come hai saputo narrare, certo però che in effetti dai un po’ troppe poche spiegazione. Ma insomma chi se ne frega, il racconto mi è piaciuto lo stesso! :)
Alla prossima :)

ROUTINE CROMATICA_ INVERNOMUTO
Ciao Invernomuto,
Il tuo è decisamente un racconto accattivante, ma per me ha un problema di fondo. Di solito le narrazioni “piane” sono quelle più funzionali alla grande maggioranza dei racconti (quindi uno stile lineare, semplice, curato), ma in questo racconto ingrigiscono tutto, tanto per restare in tema con il tuo racconto. In pratica quando alla fine parli degli stupri in televisione usi la stessa mano con cui affronti la descrizione della routine. A mio avviso questo ha penalizzato molto il tuo racconto, fermo restando che è comunque un lavoro apprezzabile.
Ciao :)

LUCE_ GIULIO MARCHESE
Ciao Giulio,
concordo con molti dei commenti fatti in precedenza. Il racconto ha grande margine di miglioramento se ampliato, probabilmente il contatore delle battute ti ha ostacolato nella narrazione totale della storia. Così ci sono troppe domande a cui non rispondi e purtroppo si notano. Una su tutte: chi sono “loro”? Non l’ho capito ecco, e non è una cosa di secondo piano.
Comunque non buttarlo perché potrebbe venire qualcosa di molto buono!
Alla prossima :)


ADRIANO MUZZI_ SE SOLO AVESSI
Ciao Adriano,
hai scritto sicuramente un bel testo, ricco di immagini e di emozioni. L’unica cosa che ho da rimproverarti (a mio avviso chiaramente) è la mancanza di una messa a fuoco precisa nei confronti dell’uditore del tuo personaggio, quindi il figlio. Nella maggior parte del racconto riesci a far dialogare bene il protagonista col figlio ma a volte cadi in frasi decisamente eccessive come: “Adesso le lacrime mi rigano il viso reso ispido dalla barba incolta come sciatori che solcano la neve fresca”. Stonano molto, specie in un racconto introspettivo come questo. Un padre che dialoga col figlio morto non credo che userebbe questi termini.
Per il resto un lavoro molto buono.
Ciao :)

ALLA DERIVA_ ALBERTO DELLA ROSSA
Ciao Alberto,
hai scritto un gran bel racconto. Belli sia i dialoghi che la parte narrata e molto evocativo in generale. Riesci a tessere un’atmosfera visibile (anche se è buio) all’interno di tutto il racconto, e con il tema della luce è azzeccato in pieno. A tratti mi hai ricordato il secondo libro in Oceano Mare di Baricco, specie nella costruzione degli scenari.
Molto bravo. Un racconto ottimo.
Alla prossima :)

CALLAGAN_ CONTINUA A CREDERE IN QUELLA LUCE
Ciao Callagan,
Un racconto molto difficile da valutare. Perché da una parte ho una voce sicura e una bella scrittura, senza tanti fronzoli, e dall’altra una storia a mio avviso poco accattivante. L’idea alla base non era male ma non è stata sviluppata nel modo giusto. Quando ho visto lo stacco bianco mi ero aspettato un turning point che non è arrivato.
Il risultato quindi è un buon racconto ma che non è riuscito a prendermi.
Alla prossima :)

OSSESSIONE_ ALESSANDRO DUINO
Ciao Alessandro,
a me il tuo racconto è piaciuto molto. Il tuo stile mi ha accattivato fin da subito e mi ha spinto a continuare a leggere fino alla fine tutto d’un fiato. Onestamente gli spazi saltati potevi evitarli perché la narrazione e il tuo intento funzionavano benissimo anche senza ulteriori azzardi stilistici. Comunque, anche se molte cose rimangono oscure, lo trovo un gran bel testo. Perché arriva dritto e quando le cose arrivano in questo modo si possono perdonare anche alcune piccole lacune.
Bella prova!
A rileggerci :)

26-14-11_ LUANA MAZZI
Ciao Luana,
il bello di questo racconto è il modo in cui evoca le immagini e riesce a portarti con lui nella storia. Mentre leggevo mi sembrava di essere lì a fianco del tuo protagonista morente. Anche il tema è centrato al meglio. Però non ho capito proprio il titolo, forse è un mio problema ma non lo trovo ben inserito.
Comunque tutto sommato una prova piacevole da leggere.
Alla prossima :)

CLASSIFICA:
1 Alberto Della Rossa _ Alla deriva
2 Sharon Galano _ I giganti
3 Adriano Muzzi _ Se solo avessi
4 Alessandro Duino _ Ossessione
5 Francesco Iorio _ Un oscuro pellegrinaggio
6 Callagan _ Continua a credere in quella luce
7 Luana Mazzi_ 26-14-11
8 Invernomuto _ Routine cromatica
9 Luca Pagnini _ La lezione
10 Emiliano Girostolo _ Dolly
11 Giulio Marchese _ Luce

FrancescoIorio
Messaggi: 12

Messaggio#12 » venerdì 26 giugno 2015, 20:53

Ecco qua commenti e classifica.

"26-14-11..." di Luana Mazzi
Ciao Luana.
Del tuo racconto sono riuscito ad apprezzare il realismo e l'atmosfera medioevale e di battaglia da te creata. Inoltre il tema è di sicuro centrato, anche se la trama in sè non è riuscita a catturarmi.
Per quanto riguarda il resto, condivido quello che è già stato detto: sono presenti alcune ripetizioni che tuttavia non si fanno nemmeno troppo notare, ci sono un paio di frasi che mi suonano male per via della scelta dei tempi verbali e infine non mi convince la punteggiatura così ricca di virgole.
Alla prossima

"Ossessione" di Alessandro Duino
Ciao Alessandro.
Mi è piaciuta molto la prima parte del racconto, nella quale sei riuscito a farmi immergere nella mente e nei pensieri del protagonista. Non so se l'assenza di spazi dopo la punteggiatura sia un errore, paradossalmente credo che serva a far leggere il racconto tutto d'un fiato, senza avere tempo di respirare e formulare un'idea razionale.
Non ho apprezzato alcune sviste nella forma, nè la mancanza di ulteriori dettagli sulla trama, anche se in genere apprezzo i racconti che lasciano spazio al lettore e alla sua interpretazione.
Alla prossima

"La lezione" di Luca Pagnini
Ciao Luca.
Ho trovato il tuo racconto particolarmente originale, ironico e leggero. In poche righe sei riuscito a caratterizzare i personaggi, a raccontare azioni e a far dialogare tra loro i protagonisti, senza creare confusione. La tematica è ben centrata, ma non è arricchita di ulteriori significati come in altri casi e per questo mi ha colpito.
D'altro canto, personalmente preferisco racconti più impegnati, che richiedano al lettore uno sforzo e che sappiano emozionare, ma ciò non vuol dire che io non abbia comunque apprezzato il modo in cui hai saputo sorprendermi e divertirmi.
Alla prossima

"Dolly" di Emiliano Grisostolo
Ciao Emiliano.
Condivido quello che hanno già espresso gli altri: il tema è presente e l'idea iniziale è bella, tuttavia la forma può essere rivista e probabilmente, per essere un racconto breve, ci sono descrizioni troppo pesanti. Mi ha comunque colpito la scelta del tempo verbale e ho apprezzato il modo in cui hai saputo narrare e trascinarci nella vita della protagonista, anche se il ritmo lento ha tolto spazio a situazioni potenzialmente cariche di tensione.
Infine, nonostante il significato della luce accesa e l'intento iniziale, il tuo racconto non è riuscito ad emozionarmi come avrebbe dovuto.
Alla prossima

"I giganti" di Sharon Galano
Ciao Sharon.
Il racconto è ben scritto, anche se sono presenti alcune ripetizioni che tuttavia non mi hanno infastidito. Il tema è centrato e mi piace il modo in cui hai narrato la storia. La fine di quest'ultima, però, mi ha lasciato insoddisfatto. Dopo aver gestito bene l'attesa e avermi trasmesso la voglia del protagonista di svelare quel mistero, mi aspettavo qualcosa in più o qualcosa di diverso. Ad ogni modo hai saputo comunicarmi immagini e sensazioni, quindi aspetto di rileggerti.
Alla prossima

"Se solo avessi" di Adriano Muzzi
Ciao Adriano.
Hai applicato il tema ad una situazione realistica, hai narrato come se la storia fosse davvero accaduta e quindi sei riuscito a trasmettermi tutta una serie di emozioni. Oltre la scelta del genere, della prima persona, del lessico, mi sento soprattutto di commentare la tua capacità empatica e di elogiarla. Non vedo l'ora di rileggere qualcos'altro.
Alla prossima

"Alla deriva" di Alberto Della Rossa
Ciao Alberto.
Penso che il tuo racconto sia quello scritto meglio di tutti, scorrevole e incantevole. Senza troppe difficoltà riesci infatti a proiettarci in una situazione che, grazie al ritmo incalzante, procede rapida verso l'inevitabile epilogo senza intoppi. Ho apprezzato anche il modo in cui sei riuscito a creare l'atmosfera e ad evocare una certa disperazione che, tuttavia, viene prontamente trasformata in speranza proprio alla fine. E' stato un piacere leggerti.
Alla prossima

"La finestra al primo piano" di Enrico Nottoli
Ciao Enrico.
Condivido quello che è già stato detto: l'idea di fondo non mi ha impressionato, ma mi è piaciuto che tu sia stato in grado di caratterizzare il protagonista e di raccontare una storia con semplicità. Penso che sia questo il pregio e il limite del tuo racconto. È infatti scritto bene, con immagini azzeccate, e si legge altrettanto bene, tuttavia dal punto di vista della trama non hai forse osato abbastanza e hai preferito andare sul sicuro.
Alla prossima

"Luce" di Giulio Marchese
Ciao Giulio.
Ho apprezzato l'idea di base e l'ambientazione anche se in così pochi caratteri non hai potuto descriverla ulteriormente. Penso che sia questo uno dei limiti del tuo racconto: avresti avuto bisogno di più spazio per spiegare al lettore più cose in quanto la trama è troppo dispersiva. Riguardo lo stile condivido il fatto che ci siano alcune incertezze che a volte rendono il racconto meno scorrevole. Spero di rileggerti presto.
Alla prossima

"Continua a credere in quella luce" di Filippo Puddu
Ciao Filippo.
Molto originale. Il racconto fila bene senza interruzioni e mi è davvero piaciuto il modo in cui ti sei addentrato nel tema. Inoltre mi hai non solo raccontato una storia con immagini semplici e dirette, ma hai saputo anche emozionarmi e farmi creare un legame con la protagonista. Ho capito cosa intendesse quando diceva "Lui è buono, lo so, lo sento." e anche se la duplice speranza è quella che la madre e la figlia si rivedano, ho interpretato la luce in maniera personale.
Alla prossima

"Routine cromatica" di Invernomuto
Ciao Invernomuto.
Racconto ben scritto, del quale ho apprezzato soprattutto l'idea di fondo. Non mi ha pienamente convinto il modo in cui è stata messa in atto: come già è stato evidenziato da altri, a metà racconto la terapia non inizia in un modo significativo per il lettore e alla fine la chiusa potrebbe essere resa in modo migliore. Comunque resta un racconto interessante in quanto riesce a trasmettermi sensazioni ed emozioni.
Alla prossima


Classifica
1) "Continua a credere in quella luce" di Filippo Puddu
2) "Alla deriva" di Alberto Della Rossa
3) "Se solo avessi" di Adriano Muzzi
4) "I giganti" di Sharon Galano
5) "La finestra al primo piano" di Enrico Nottoli
6) "Routine cromatica" di Invernomuto
7) "La lezione" di Luca Pagnini
8) "Dolly" di Emiliano Grisostolo
9) "Ossessione" di Alessandro Duino
10) "26-14-11..." di Luana Mazzi
11) "Luce" di Giulio Marchese

Alessandro Duino
Messaggi: 18

Messaggio#13 » venerdì 26 giugno 2015, 23:09

Se solo avessi di Adriano Muzzi

Complimenti Adriano gran bel racconto,secondo me il migliore del nostro gruppo.Mi ha colpito molto,hai saputo rendere al meglio il senso della perdita.Hai saputo coinvolgermi e trascinarmi nel vortice del dolore e sensi di colpa di un padre che ha perso il proprio figlio.Mi sono sentito vicino a quel papà.A rileggerti presto

Routine cromatica di Invernomuto

Mi è piaciuto molto il tuo racconto,una bella idea e ben sviluppata.Sarebbe stato interessante vederlo crescere ben più dei tremila caratteri del concorso.Il finale mi ha lasciato un po con l'amaro in bocca.Forse non l'ho capito io!Mi sarebbe piaciuto che fosse più chiaro in quale condizione fosse il carcerato prima che gli staccassero la spina

Alla deriva di Alberto della rossa

La forza del tuo racconto?la forte componente evocativa.Hai saputo trascinare il lettore su quella barca.Mi è sembrato quasi di conoscere i suoi occupanti,compreso il gatto.Sicuramente una prova degna di nota la tua.L'unica pecca,secondo me è il finale,dove il racconto perde un po della sua forza.

I Giganti di Sharon Galano

Ciao Sharon.Mi è piaciuto il tuo racconto anche se a tratti mi ha ricordato qualcosa di già visto o letto.La storia procede bene fino alla fine,anche se in alcuni momenti perde un po di ritmo.Comunque hai un bello stile e attendo di rileggerti in qualche altra prova.A presto

La Lezione di Luca Pagnini

Ciao Luca.La cosa che mi è piaciuta di più del tuo racconto è l'uso dei dialoghi,assolutamente funzionali al racconto e efficaci.Io avrei evitato le minime inflessioni dialettali che hai messo ma è una scelta di gusto personale.Anche secondo me il pendolo che si sente e poi si zittisce, crea un aspettativa di qualcosa di importante che poi non avviene.Ho trovato stonato l'uso dello smartphone come luce.Mi sono immaginato la tua storia in un preciso momento storico,anni 60/70 e avrei preferito leggere di torce.

26/04/11 di Luana Mazzi

Ciao Luana.Purtroppo il tuo racconto non mi ha colpito.Mi è sembrato che hai girato un po in tondo senza trovare il bandolo della matassa.Diciamo che hai lasciato troppe domande senza risposta lungo il percorso.Peccato perchè hai una bella scrittura.Sono curioso di leggere qualche altra tua creazione.A rileggerti presto.

Luce di Giulio Marchese

Ciao Giulio.E' la prima volta che leggo un tuo pezzo.Mi ricorda tanto un mio pezzo che ho sottoposto presuntuosamente all'antico ricevendo la giusta dose di critiche.Ti spiego.Hai usato gran parte dei caratteri a disposizione per raccontare qualcosa che riveste una minima importanza nell'economia del racconto.Il finale è la parte più interessante.Gli incubi che diventano reali,la luce che genera l'oscurità.Questo avresti dovuto raccontare.A presto.

Continua a credere in quella luce di Callagan

Ciao!Bella l'idea di reinterpretare la favola di cappuccetto rosso(ho visto giusto)?.Devo dire che il risultato non è per niente male.Un po lontano dai miei gusti ma bello.Una favola moderna.Non so se voluto o no,però io c'ho intavisto elementi che richiamano fatti e misfatti del nostro tempo.Sullo stile nulla da dire.Hai una bella mano.A presto

Un oscuro pellegrinaggio di Francesco Lorio

Ciao Francesco.Il tuo racconto non l'ho capito.E' scritto bene ma sinceramente l'ho trovato sfuggente.Come se avessi voluto lasciare al lettore una libera interpretazione del racconto.Ma forse così è un po troppo.Troppe domande senza risposta e anche il finale non aiuta il lettore nella comprensione del testo.

La finestra al primo piano di Enrico Nottoli

Ciao Enrico.Dal mio punto di vista non è stata una grande prova la tua.Ok il tema è senza dubbio centrato ma le cose positive sono poche a confronto delle cose da correggere.Ho letto ripetizioni fastidiose,per esempio fontanella,alcune incongruenze,tipo il ragazzino di dodici anni che dice "avrà trentasette anni".A dodici anni non si ha la percezione dell'età di chi è tanto più grande di noi.O"nel 68 per cento dei casi la trovavo".Una spiegazione che non aggiunge nulla al racconto.Andrà meglio la prossima volta!

Dolly di Emiliano Grisostolo

Ciao Emiliano.Mi dispiace averti messo per ultimo nella mia classifica,ma il racconto zoppica un po.Non è tanto la storia in se,che può piacere o no,ma è lo stile da correggere.Il tuo è un racconto troppo "spiegato",per poter appassionare.Il lettore non vuole spiegazioni ma vuole arrivarci da solo.Non è sicuramente facile arrivare a questo ma il successo di una storia passa da quella capacità.Ti faccio un in bocca al lupo per le prossime sfide.

 

 

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Messaggio#14 » sabato 27 giugno 2015, 17:08

Ecco la mia classifica. Lunedì avrete anche quella generale del gruppo con i quattro qualificati alla finale e gli eventuali altri ammessi direttamente al sito. Per tutti gli altri, c'è il laboratorio... Sfruttatelo!
 
1) La finestra al primo piano, di Enrico Nottoli
Ho poco da dire. Il racconto è narrato con disinvoltura, lo stile è molto personale e solido ben riuscendo a conferire un'anima al raccontato, una luce interna che lo differenzia e rende unico. Il ragazzo è ben delineato, la donna descritta in modo appropriato, ma soprattutto aleggia vita in ogni riga. C'è musicalità qui, un qualcosa d'indefinito che lo caratterizza e rende unico. Non sono solito a commenti così poco costruttivi, ma per me questo è un pollice SU con lode.
2) Alla deriva, di Alberto Della Rossa
La tua grande capacità di creare immagini e renderle vive è evidente anche in questo brano. In più, qui c'è il lavoro sulle ombre, il tutto accade nel buio: le voci, lo scontro. Le sagome scure dei due marinai che combattono sulla barca in balia delle onde è strepitosa. Il finale rinforza il tema, ma non risulta fuori luogo o pesante, semplicemente ci stava. Pollice SU senza ombra di dubbio, sei totalmente padrone di ciò che racconti e la lettura ne risulta ovviamente arricchita.
3) Se solo avessi, di Adriano Muzzi
Un racconto doloroso. Riesci a fare empatizzare il lettore, a renderlo partecipe del dolore di quest'uomo che aveva tutto e non lo sapeva e che ora che non ha più nulla vive di ricordi tenendo accesa una luce che, si spera, non gli permetterà di essere di nuovo cieco in futuro. Il tema è ben declinato. Ci sono molti refusi sparsi, ma non tendo a considerarli più di tanto, a meno che non siano reiterati, in prove a tempo quali Minuti Contati. Un pollice SU per me.
4) Continua a credere in quella luce, di Filippo Puddu
C'è una cosa sola che mi ha fatto "un poco disintegrare" il naso in questo racconto (ghghgh, volevo citare anch'io quel passaggio) ed è (e torno serio) il pippone iniziale e finale sulla necessità di credere nella luce della speranza. Sono convinto che anche senza esplicitare così tanto il tema, sarebbe stato chiaro e anzi meglio si sarebbe sposato con quello che è il tuo stile, decisamente più asciutto e diretto. Inoltre, proprio in quei due momenti, la bambina mi è parsa troppo grande, mi sono sembrate espressioni non confacenti con la sua età. Ma forse quest'ultimo aspetto è voluto e qui si tratta di un sequestro di anni, cose cui la cronaca è abituata. Ho molto apprezzato i riferimenti alla continua gentilezza di lui perché riesci, in quel modo, a fare luce sulla malattia mentale dell'uomo, impossibilitato a respingere determinati impulsi, ma non "cattivo" a 360 gradi. Per me pollice SU, anche se non proprio al 100% a causa di quanto detto riguardo alla forzatura, non necessaria, del tema.
5) I giganti, di Sharon Galano
Quello che è giunto a me: il padre del protagonista ha tradito la madre con la prostituta ed è stato scoperto, quindi mandato via di casa. Il figlio si reca dalla prostituta e paga il suo tempo per chiedere informazioni del padre e magari anche per capire il perché del suo comportamento. Per me non è assolutamente chiaro che il ragazzo "ci vada". Manca qualche "giuntura" che avrebbe reso più chiaro il tutto, si sente l'assenza di alcuni anelli mancanti, ma le immagini hanno forza e l'attesa e le riflessioni del giovane protagonista arrivano fino al lettore. Per me un pollice SU, non al 100%, ma su. Ritengo che possa essere perfezionato con pochi, mirati, interventi e in caso di mancato passaggio del turno t'invito a venirmi a trovare nel laboratorio.
6) Dolly, di Emiliano Grisostolo
Benvenuto a Minuti Contati! Il racconto necessita di una revisione, ci sono alcune cosette da sistemare qua e là, ma ci può stare. Non mi piace il dubbio che qualcuno le entri in casa durante il giorno. Donna sola, relativamente isolata per quel che si può capire, se anche solo pensasse minimamente a una cosa del genere partirebbe la reazione fatta di allarmi o denunce. Insomma, farebbe qualcosa e qui invece va avanti come nulla fosse sperando, ogni volta di nuovo dentro casa, che le vada bene. Ritengo la cosa inverosimile ed emozionalmente mi allontana dal finale che invece dovrebbe fare rizzare qualche pelucchio, ci arrivo deconcentrato. Per il resto, nulla da dire: a parte quel problema gestisci bene le informazioni. Per me un pollice NI che tende verso l'alto. In caso non riesca a superare la prima fase ti attendo nel laboratorio e spero vivamente che tu venga a farmi visita.
7) Routine cromatica, di Manuel Piredda
La situazione è ben rappresentata, si percepisce il senso di claustrofobia vissuto dal protagonista. Notevole la valenza sociologica, l'evidenza che un uomo può adattarsi a qualunque routine facendola divenire la sua nuova normalità. Molto elevate le potenzialità prese dal testo nel momento in cui queste, le routine, vengono modificate: la reazione del protagonista, il suo opporsi, il suo voler desiderare la situazione precedente. Però poi arriva il finale con il suo ricondurre il tutto a una cura per una situazione comatosa... Tra l'altro, ho fatto una veloce ricerca su cromoterapia applicata in ricerche mediche e mi sembra che la trattazione nel testo sia eccessivamente superficiale. Ma anche non fosse la mia sensazione è che sacrificare quanto di buono fatto fino a quel punto sull'altare di una scelta non opportuna non sia stata scelta strategicamente corretta. Tra l'altro, avendo creato una reazione forte, la cromoterapia in effetti non è che non stesse funzionando. Qualunque atto che causi una deviazione dalla status quo e quindi provochi contrasto è degno di essere approfondito, soprattutto quando si vuole risolvere una situazione di stasi maxima come può essere quella di un coma. Pollice su per tutta la preparazione, pollice giù per il finale. Pollice NI in generale e un invito al laboratorio in caso tu non riesca a passare il turno.
8) La lezione, di Luca Pagnini
Bentornato a Minuti Contati! Racconto per me molto difficile da valutare. Scritto bene, tutto sembra al posto giusto, ma il finale non mi sembra efficace quanto avrebbe dovuto. Il congiuntivo sbagliato da Marco proprio sul traguardo "che vi piace o no" mi ha ribaltato quello che stavo immaginandomi, ovvero che l'unico a non sbagliare fosse l'unico a essersi fermato prima delle superiori, chiara critica alla scuola italiana. Mi sfugge il perché l'insegnante abbia dovuto inscenare uno scherzo simile mettendo a repentaglio l'incolumità dei suoi genitori (perché è casa sua, vero?). Insomma, la conclusione genera più confusione che altro rovinando, a mio modo di vedere, una struttura fino a quel punto ben orchestrata (da notare che sei riuscito a gestire tre personaggi in modo molto efficace). E poi c'è il discorso del pendolo il cui improvviso silenzio credo sia metaforico, anche se il significato mi rimane oscuro. Pertanto il pollice in questo caso è NI, se non passerai il turno ti attendo nel laboratorio perché le potenzialità del racconto mi sembrano notevoli.
9) 24-14-11, di Luana Mazzi
Benvenuta a Minuti Contati! Il titolo non va bene: totalmente decontestualizzato dal racconto e neppure fornisci delle chiavi di lettura. Il testo parte bene e si legge con curiosità fino all'arrivo della Dea. La domanda è "Perché ha scelto lui?". Fai rispondere alla Dea, ma è più un "Perché sì" che una risposta argomentata, non soddisfa anche perché dalle righe non esce questo carattere così straordinario da parte del protagonista, sostanzialmente non è messo mai in contrasto, ma preso dalla fine di un contrasto in un'atmosfera di relativa pace e pertanto non riesci a lavorare sui suoi chiaroscuri e a scolpirlo al meglio. Il finale mi lascia parimenti incerto, si parla di fede, ma in forma data, già c'era e così rimane, non la fai vivere al lettore e anzi lo mantieni distante. Per quanto detto il pollice è NI e piuttosto incerto se tendere al basso o all'alto. In caso di mancato passaggio del turno ti attendo nel laboratorio ;)
10) Ossessione, di Alessandro Duino
Siamo in una casa di cura, gli angeli sono gli infermieri, la luce non si capisce bene cosa sia e neppure cosa stia andando a controllare. Mi sono fatto l'idea che lui veda tutti quelli che ha ucciso, a partire dal suo pesciolino, ma credo sia un pelo forzata anche perché allora perché Dio. Beh, Dio è morto secondo Guccini e lui è uno di quelli che ha contribuito? Non so. Ed è un peccato perché lo stile è buono, efficace. La lettura scorre bene, fluida nonostante la punteggiatura (mettilo uno spazio ogni tanto...). Per il momento pollice giù, ma ha ampio margine di miglioramento. Ti attendo nel laboratorio!
11) Luce, di Giulio Marchese
Recupera "Pentiti Arlecchino, disse l'Uomo del Tic-Tac" di Harlan Ellison, potrai approfondire la questione legata alle tessere del tempo. Certo, ci sono anche rimandi a "Momo" di Ende, ma Ellison mi sembra faccia più al caso tuo. Detto questo, mancano molti elementi e penso che con una diversa organizzazione dello spazio avresti potuti inserirli. Hai dedicato troppi caratteri all'episodio della multa sul tempo che, pur intrigante, alla fine risulta ininfluente per la direzione che volevi dare al racconto. Non si capisce cosa sia il pericolo, non si comprende da dove arrivi, non si riesce a intuire su cosa poggia esattamente questa società distopica. Ti attendo nel laboratorio, mi piacerebbe tu dessi una seconda chance a questa storia. Per il momento il pollice è giù.
12) Un oscuro pellegrinaggio, di Francesco Iorio
Benvenuto a Minuti Contati! Devo ammettere di non essere riuscito a comprendere il tuo racconto. Mi sembra manchino dei pezzi e neppure voglio avventurarmi in chissà quali disquisizioni perché sarebbero troppo azzardate e forse eccessive per un racconto di 3000 caratteri che deve essere in grado al primo istante di acchiappare l'attenzione del lettore all'occorrenza avvinghiandolo in una ricerca di un'eventuale interpretazione. Pollice giù per me, ma t'invito al laboratorio: magari con 2000 caratteri in più a disposizione riuscirai a fare maggior luce in tutta quest'oscurità ;)

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