Matto

Appuntamento per lunedì 15 ottobre dalle 21.00 all'una con il tema della guest star ENRICO PANDIANI!
Stefano Pastor
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Matto

Messaggio#1 » martedì 16 ottobre 2018, 0:08

MATTO

Una notte di molti anni fa feci una partita a scacchi col mio doppelgänger.
Non era la prima volta che accadeva e l’esito era scontato. Il mio gemello, malvagio o meno che fosse, era in tutto identico a me. Insieme eravamo nati e insieme eravamo diventati grandi, sempre in competizione. Nessuno dei due era superiore all’altro. Non poteva vincere, sarebbe stata un’ennesima patta.
Dopo un’ora che giocavamo, invece, mi accorsi di essere in vantaggio. Quando lui fu costretto ad arroccare lo svantaggio fu evidente.
“Com’è possibile?”, mi sfuggì.
Non parlavamo mai, lui non era in grado di farlo. I suoi erano solo sussurri, emessi a tarda notte quando giacevo nel mio letto, spesso incomprensibili. Ma talvolta terribilmente chiari.
Mi accorsi che era agitato e allora glielo chiesi: “Cosa succede se vinco io?”.
Qualcosa di terribile, immaginai, giacché il timore lo spinse a impegnarsi ancora di più.
In quel dualismo io prosperavo, non volevo che cambiasse. Lo stesso timore colpì anche me. “Possiamo piantare qui”, proposi. “Non ho più voglia di giocare, consideriamola patta”.
Mi sentì, perché scosse il capo.
Avevo bisogno di lui. Della mia parte malvagia. C’erano azioni che mai avrei osato compiere da solo. Azioni sgradevoli, eppure necessarie. Era lui che mi spronava, mi dava forza.
Eravamo facce della stessa medaglia. Sole e luna, luce e ombra. Realtà e inconscio. Entrambi necessari.
Giocai male, fornendogli occasioni per riscattarsi, ma lui non ne approfittò. Forse non se ne accorse neppure, concentrato com’era.
Mentre ancora m’ingegnavo di trovare una soluzione, lui comprese di aver perso. Non fece alcuna mossa, lasciò solo cadere il suo re.
Mi spaventai. “Non fare così, ci sono ancora tante mosse…”. Ma nessuna in grado di portarlo alla vittoria.
Chiusi gli occhi. “E adesso?”.
Mai niente ci aveva separato. Eravamo un solo essere. Nulla distingueva le nostre identiche personalità.
Lui sorrise. Uno strano sorriso, quasi amaro. Poi si alzò e andò via. Rimasi solo in quella polverosa soffitta.
Ci volle un po’ prima di capire di aver sbagliato. E nulla fu come prima.
Sono sopravvissuto, direte, giacché vi sto parlando. In un certo senso sì, sono passato di livello. È questo che succede quando si vince. Ora sono io a infestare lui. Io a consigliarlo, a spronarlo, a contenerlo quando esagera. Perché ho dimostrato di essere migliore.
O forse no, è stato lui a scegliere. A decidere che la mia vita meritasse di essere vissuta più di quella che era capitata a lui. Così se l'è presa. Forse sono io ad aver perso.
Temo proprio che non lo scoprirò mai, se quella partita era truccata.
E se ora queste parole giungono a voi, al sicuro nei vostri letti. Se riuscite a comprendere i miei sussurri, sappiate che esiste qualcosa peggiore della morte: vivere a metà.
E io a quella vita oggi sono condannato.



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antico
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Re: Matto

Messaggio#2 » martedì 16 ottobre 2018, 0:11

Ed ecco il vincitore dell'ultima edizione! Ciao Stefano! Tutto ok con caratteri e tempo, buona Arona Edition!

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Marco Travaglini
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Re: Matto

Messaggio#3 » martedì 16 ottobre 2018, 15:03

Ciao Stefano, è un piacere leggerti di nuovo e ti faccio i complimenti per l'ultima vittoria.

Titolo azzeccatissimo, dal duplice significato, porta con sé l’idea di pazzia ma al tempo stesso lo scacco matto che è il punto di svolta del racconto. Il tema è sicuramente centrato. Sarò franco, non vado matto quando vedo l’autore rivolgersi direttamente al lettore, soprattutto in racconti di natura fantastica. “Forse sono io ad aver perso” sarebbe stata una chiusura ottima e lì mi sarei fermato, anche perché tutto quello che viene detto dopo è già ovvio e deducibile dal racconto stesso. La partita in generale è “ben giocata”: possiamo dedurre che in realtà i due doppioni non siano affatto uguali, come invece è convinto il protagonista, ma ce ne rendiamo conto solo alla fine, e la cosa ci viene rivelata per gradi con ottima maestria. Gusto personale: non mi fa impazzire che sia presente la parola doppelgänger all’interno del racconto, potrei sbagliare ma credo che se non fosse stata la parola usata come tema, sia tu, che altri, non l’avreste mai usata.

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Emiliano Maramonte
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Re: Matto

Messaggio#4 » martedì 16 ottobre 2018, 15:28

Ciao Stefano, ben ritrovato.
Come sempre, nulla da eccepire sul fronte della tecnica e della narrazione: stile pulito, controllato e deciso, con la dose sempre giusta di ritmo, dall'inizio alla fine.
La storia è affascinante: una partita a scacchi tra due uomini, due gemelli, due "entità" che hanno bisogno l'una dell'altra per sopravvivere. E il gioco può essere potenzialmente infinito, laddove uno prevarica l'altro "salendo di livello", ed elevandosi da una situazione di semivita.
Il tema del torneo mi sembra centrato, con pieno merito.
Peccato però che ho avuto la sensazione che la storia, soprattutto verso la parte finale, si sia persa un po'. Diciamo che è sbilanciata: densa e intensa all'inizio e fino alla parte centrale, più fiacca verso la conclusione.
Nelle ultime righe il tema ristagna e anzi, ho percepito (ma posso sbagliarmi) che tu abbia avuto l'urgenza di spiegare qualcosa, forse per dare a tutti i costi un'impronta più forte a tutto il racconto, o per non disorientare il lettore.
Anch'io come Marco ho visto fuori posto l'uso del termine doppelganger. Stona messo lì come una faro e risulta un pochettino malizioso... Quasi una strizzatina d'occhio alla guest star.
In ogni caso, racconto di ottimo livello.
P.S.: Piccola pignoleria. A metà del racconto il protagonista dice: "Possiamo piantare qui". Immagino tu volessi intendere "piantarla".

In bocca al lupo!
Emiliano.

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maurizio.ferrero
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Re: Matto

Messaggio#5 » martedì 16 ottobre 2018, 21:48

Molto interessante il concetto della partita a scacchi per decretare quale metà divenga "dominante" (avevo scritto un racconto simile una volta, ovviamente con contesto completamente diverso, è sempre un grande classico), e ancor più interessante che venga lasciata alla fantasia del lettore le motivazioni e la natura delle entità che si combattono (spiriti? entità? o forse semplicemente due lati nascosti dell'inconscio di un uomo?).
Trovo anche io che verso il finale, però, la consistenza della vicenda si perda un po'. Il rivolgersi direttamente al lettore, quasi spettatore invisibile presente in scena, lo trovo un po' estraniante. Bel racconto, comunque.

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invernomuto
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Re: Matto

Messaggio#6 » mercoledì 17 ottobre 2018, 16:06

Ciao Stefano!

L'idea della partita a scacchi mi piace davvero tanto, anche se tendi ad "accennarla" solo in paio di passaggi, citando l'arrocco e la sua scelta di lascia cadere il re, mentre trovo che sarebbe stato d'impatto utilizzare la partita come un "metronomo" ("il mio cavallo incalza il suo alfiere; il mio gemello stringe i pugni [...]") ma comprendo che non sia stato possibile farlo anche per una questione di spazio.
L'idea che la partita faccia da "controllo" per l'equilibrio delle due personalità è una buona trovata, soprattutto grazie alla scelta di mostrare la paura di entrambi di abbandonare lo status quo.
A quanto pare, però, in quest'edizione ci siamo un po' tutti "inceppati" sul finale, e trovo che il tuo esageri nell'esposizione, in particolar modo quando il narratore si rivolge a noi per lamentare la sua vita a metà" in assenza della sua parte più intraprendente.

Molto buono lo stile, pulito ed efficace, e sicuramente centrato il tema di quest'edizione - in definitiva una buona prova.

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Il Calmo
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Re: Matto

Messaggio#7 » venerdì 19 ottobre 2018, 1:01

Ciao Stefano, non so se ti avevo mai “incrociato” ma ti leggo spesso e da te davvero c’è solo da imparare almeno per quello che mi riguarda.
Non è forse il racconto che mi ha convinto di più, a partire dall’uso della parola doppelanger all’inizio (che mi è piaciuta poco), ma lo stile e l’idea sono vincenti e meritano di vincere nettamente la contesa.
La partita a scacchi nell’immaginario collettivo è sempre stata forse più con la morte e invece qui è con se stessi e la cosa è interessante.
Bel lavoro come sempre.

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giancarmine trotta
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Re: Matto

Messaggio#8 » sabato 20 ottobre 2018, 10:02

Ciao Stefano,
ho letto con attenzione il tuo racconto, memore del bel testo della passata edizione. Gestisci l'atmosfera, la plasmi a meraviglia e metti il lettore in condizione di partecipare alla partita: benissimo. La parte finale, in qualche modo aperta, pare un dualismo rispetto agli scacchi. Da una parte ogni mossa provoca azioni e reazioni, dall'altra assistiamo a una vittoria che genera una mezza sconfitta, una vita vissuta a metà.
Si percepisce l'abilità nel raccontare e far partecipare chi legge. E' come entrare nella soffitta e palpitare a ogni mossa. Non mi è piaciuta la parola del tema mensile al primo rigo: perché? potevi evocare una bella immagine o condizione iniziale e partire da lì.
Titolo top!
In generale è un buon lavoro, complimenti e alla prossima,
G.
***

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diego.martelli
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Re: Matto

Messaggio#9 » martedì 23 ottobre 2018, 8:27

Mi piace tantissimo il ritmo, e complessivamente anche la scrittura (sebbene alcune specifiche scelte non mi abbiano convinto: "Temo proprio che non lo scoprirò mai, se quella partita era truccata." nella mia testa si autocorregge in "Temo proprio che non scoprirò mai se quella partita era truccata."). Tema centrato, prosa sciolta e rilassante. L'unico punto che mi ha un po' perplesso è la voce narrante che si rivolge ai lettori, che non ho ben compreso: per quello che il racconto descrive, egli era divenuto semmai la "parte buona" di una "parte cattiva" divenuta quella principale, e mi aspettavo che "parlasse a sé stessa" o al massimo alla sua controparte.

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antico
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Re: Matto

Messaggio#10 » martedì 30 ottobre 2018, 11:26

Racconto ben scritto, gradevole, intelligente, capace di fornire spunti di riflessione. C'è un però... Ad un certo punto tende a essere indefinito e a perdersi nella sua allegoria ricercando la storia, ma non trovandola più. E allora i concetti sembrano ritorcersi su se stessi e il messaggio perde di forza. C'è tanta roba qui dentro, ma proprio per questo e per farla rendere al meglio sarebbe opportuno rielaborarla con più calma rispetto alle poche ore che ha avuto a disposizione per nascere. Detto questo, per me è un pollice tendente all'alto.

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