Gruppo JEKYLL & HIDE: Lista racconti e classifiche

Appuntamento per lunedì 15 ottobre dalle 21.00 all'una con il tema della guest star ENRICO PANDIANI!
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antico
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Gruppo JEKYLL & HIDE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 16 ottobre 2018, 1:59

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BENVENUTI ALLA ARONA EDITION, LA SESTA DELLA SESTA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 121° ALL TIME!

Questo è il gruppo JAKYLL & HYDE della ARONA EDITION con DANILO ARONA nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo JAKYLL & HYDE dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo DORIAN GRAY.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo BLACK SWAN.


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE racconti ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da DANILO ARONA. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro già in possesso di punti RANK DELLA SESTA ERA (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che ancora non hanno punti rank d'Era sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Inoltre ho provveduto a posizionare i tre racconti con MALUS MINIMO in modo che fossero uno per gruppo.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo JAKYLL & HYDE:

Matto, di Stefano Pastor, ore 00.08, 2804 caratteri
Morte per scetticismo, di Andrea Partiti, ore 23.19, 2837 caratteri
Non sono stata io, di Alexandra Fischer, ore 21,44, 2685 caratteri
Pentimento senza memoria, di Patty Barale, ore 00.59, 2751 caratteri
Passeggiata in riva al lago, di Giovanni Cola, ore 00.22, 2980 caratteri
Il ritratto di Ryan Dragoi, di Roberto Masini, ore 00.00, 2980 caratteri
Attraverso lo specchio, di Raffaele Palumbo, ore 22.59, 2975 caratteri
Inventario, di LordMax, ore 23.43, 2985 caratteri
Credetemi, di Leonardo Marconi, ore 01.32, 2640 caratteri MALUS 4 PUNTI

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 25 OTTOBRE per commentare i racconti del gruppo DORIAN GRAY. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 26 OTTOBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i NOVE racconti del DORIAN GRAY e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete VENTISEI (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo DORIAN GRAY.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA ARONA EDITION A TUTTI!



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maurizio.ferrero
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Re: Gruppo JEKYLL & HIDE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » giovedì 18 ottobre 2018, 18:17

Ecco la mia classifica! Lasciatemi dire che, partecipando per la prima volta a questo contest, non è stato per niente facile decidere quali racconti fossero i miei favoriti. Ognuno di questi aveva qualcosa che mi piaceva, fosse anche solo qualche dettaglio, e definire una posizione per ognuno è stato piuttosto complicato, ma divertente. Detto questo, ecco qui i miei voti!

1. Morte per scetticismo
2. Passeggiata in riva al lago
3. Credetemi
4. Attraverso lo specchio
5. Matto
6. Pentimento senza memoria
7. Inventario
8. Non sono stata io
9. Il ritratto di Ryan Dragoi

Matto di Stefano Pastor
Molto interessante il concetto della partita a scacchi per decretare quale metà divenga "dominante", e ancor più interessante che venga lasciata alla fantasia del lettore le motivazioni e la natura delle entità che si combattono (spiriti? entità? o forse semplicemente due lati nascosti dell'inconscio di un uomo?).
Trovo anche io che verso il finale, però, la consistenza della vicenda si perda un po'. Il rivolgersi direttamente al lettore, quasi spettatore invisibile presente in scena, lo trovo un po' estraniante. Bel racconto, comunque.

Morte per scetticismo di Andrea Partiti
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, una sorta di versione uguale e contraria di "Al lupo, al lupo!". La critica alla società è evidente, ma ben piazzata, così come le reiterazioni di un evento in fin dei conti simile, ma che si aggrava sempre più. Mi fa pensare ai tanti casi di persone con problemi che rimangono nell'ombra, salvo poi diventare evidenti solamente quando è troppo tardi. E tutti a dire "era tanto una brava persona". Ottimo lavoro!

Non sono stata io di Alexandra Fischer
L'idea del racconto (e della maledizione) è buona. Purtroppo non sono un amante delle scene di interrogatorio, spesso le trovo un metodo forzato per dare informazioni al lettore, in più qui non è chiarissimo il rapporto tra la poliziotta e la protagonista. È in stato di arresto? Sta venendo solo interrogata?
Mi è piaciuto il dettaglio dell'anello, ma soprattutto il suo significato. Si tratta di un particolare che rafforza la convinzione che sì, la donna morta è davvero un doppleganger (quanti altri avrebbero un anello del genere?). Mi è parsa un po' forzata invece la passione della vittima per le pistole, guarda caso utilizzate come arma del delitto. Non sarebbe stato più naturale e meno invasivo un omicidio con un oggetto di uso comune (un coltello da cucina?).

Pentimento senza memoria di Patty Barale
Racconto molto carino soprattutto nella prima parte. Credo che sarebbe stato molto più d'effetto se alla fine non si fosse chiarito che il gemello malvagio esiste davvero. Lasciare il dubbio al lettore spesso è molto più efficace che scioglierlo. Mi è piaciuto molto il pezzo iniziale della confessione. Sul subito non è chiaro dove voglia andare a parare, ma quando si capisce che è l’ultimo dialogo di un condannato a morte fa molto effetto. Buon lavoro!

Passeggiata in riva al lago di Giovanni Cola
La storia risulta essere molto classica, ma mi piace. È molto evocativa l’idea del lago con il riflesso del Doppleganger nello specchio d’acqua. Interessante il fatto che qui venga trattato come un “raptus” del protagonista… anche se la brevità della vicenda lascia con il dubbio che possa esserci qualcos’altro. Bel lavoro. Darei una limatura alla punteggiatura, ma si tratta di banali refusi. Ottimo racconto!

Il ritratto di Ryan Dragoi di Roberto Masini
Veramente originale e d'atmosfera l'ambientazione del castello rumeno, ma se devo essere sincero il racconto in sé mi ha convinto poco. La citazione al ritratto di Dorian Gray è veramente troppo marcata, fin dal titolo, che più che risultare un simpatico inside joke fa quasi da spoiler per quello che sta per accadere. Interessante e inquietante il Corvo. Citazione da Poe? Se è così, quella è sicuramente meglio riuscita della principale!

Attraverso lo specchio di Raffaele Palumbo
Molto interessante l’idea di sfruttare il tema Doppelganger come il fenomeno ottico del vedere la propria immagine muoversi con la coda dell’occhio. La vicenda pone particolare attenzione ai dettagli, cosa che ti aspetti dato il concetto che viene analizzato. Si è trattato di un infarto condito da allucinazioni o davvero qualcuno è uscito dallo specchio? Lascia il dubbio su cosa possa accaduto davvero. Bel lavoro.

Inventario di LordMax
Bello, racconto divertente, ma purtroppo fatico a trovare attinenza con il tema, per quanto l’alter-ego digitale possa essere inteso come Doppelganger, non credo che nello specifico caso ricopra a pieno la descrizione (non dovrebbe essere un alter ego “oscuro”?). Il gioco di reiterare l’inventario funziona, ma forse all’ultima volta risulta essere un po’ troppo ripetitivo. In ogni caso, un plauso all’originalità!

Credetemi di Leonardo Marconi
Racconto interessante, molto belle ed evocative le descrizioni del marciume iniziali. Interessante l'interpretazione del tema come l'antitesi tra due divinità gemelle, secondo me hai colto nel segno (Il Demiurgo e Dio? Dio e il Diavolo? Sono combattuto). Credo che l'unico problema sia il ritmo: nella parte iniziale e centrale il racconto è lento, descrittivo, ma poi si chiude in pochissime frasi. In ogni caso, mi è piaciuto.

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Emiliano Maramonte
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Re: Gruppo JEKYLL & HIDE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » venerdì 19 ottobre 2018, 0:47

Sono giunto a un verdetto. Per le prime quattro posizioni è stata una bella lotta, però i racconti di questo girone presentavano così tanta varietà di stili e caratteristiche che ho avuto difficoltà a elaborare una scala di valori netta.

Classifica

1. Morte per scetticismo di Andrea Partiti
2. Attraverso lo specchio di Raffaele Palumbo
3. Matto di Stefano Pastor
4. Pentimento senza memoria di Patty Barale
5. Il ritratto di Ryan Dragoi di Roberto Masini
6. Non sono stata io di Alexandra Fischer
7. Passeggiata in riva al lago di Giovanni Cola
8. Inventario di LordMax
9. Credetemi di Leonardo Marconi


Commenti

MATTO di Stefano Pastor
Come sempre, nulla da eccepire sul fronte della tecnica e della narrazione: stile pulito, controllato e deciso, con la dose sempre giusta di ritmo, dall'inizio alla fine.
La storia è affascinante: una partita a scacchi tra due uomini, due gemelli, due "entità" che hanno bisogno l'una dell'altra per sopravvivere. E il gioco può essere potenzialmente infinito, laddove uno prevarica l'altro "salendo di livello", ed elevandosi da una situazione di semivita.
Il tema del torneo mi sembra centrato, con pieno merito.
Peccato però che ho avuto la sensazione che la storia, soprattutto verso la parte finale, si sia persa un po'. Diciamo che è sbilanciata: densa e intensa all'inizio e fino alla parte centrale, più fiacca verso la conclusione.
Nelle ultime righe il tema ristagna e anzi, ho percepito (ma posso sbagliarmi) che tu abbia avuto l'urgenza di spiegare qualcosa, forse per dare a tutti i costi un'impronta più forte a tutto il racconto, o per non disorientare il lettore.
Anch'io come Marco ho visto fuori posto l'uso del termine doppelganger. Stona messo lì come una faro e risulta un pochettino malizioso... Quasi una strizzatina d'occhio alla guest star.
In ogni caso, racconto di ottimo livello.
P.S.: Piccola pignoleria. A metà del racconto il protagonista dice: "Possiamo piantare qui". Immagino tu volessi intendere "piantarla".

MORTE PER SCETTICISMO di Andrea Partiti
Lasciami dire che il racconto mi è piaciuto molto e mi ha inquietato. Soprattutto la seconda e l'ultima sequenza mi hanno fatto scorrere un brivido dietro la schiena.
Ho amato la scansione degli episodi, lungo un arco temporale di ben 12 anni condensati in 3000 caratteri, e il crescendo è ben costruito, con una spavalderia da parte del doppio che si fa sempre più ardita e dannosa.
Fino alla chiusura quando il doppelganger, secondo le leggende, compie la sua missione, protetto dall'incredulità generale e dall'indifferenza di chi ha il compito di intervenire.
Forse si coglie anche una venatura di critica sociale: la nostra realtà è crudele, vive e si nutre di indifferenza, nonostante le atrocità o le brutture di cui è colma. E questo è molto interessante.
Se proprio devo rimproverarti qualcosa, è la ripetitività di qualche episodio, soprattutto nella parte centrale, dove la storia ristagna un po', ma poi, per fortuna si riprende in conclusione.
Ben scritto e ben costruito. Si merita una sufficienza piena.

NON SONO STATA IO di Alexandra Fischer
Dunque: complessivamente il tuo racconto è interessante, e soprattutto pone al centro di tutto il mistero dello specchio, o meglio, tutta un'iconografia di storie che parlano di sortilegi e maledizioni nel riflesso. Mi è subito venuto in mente un bel film horror di qualche anno fa, si chiama "Riflessi di paura". I personaggi svolgono abbastanza bene la loro funzione e il tema è stato rispettato.
Da rivedere i dialoghi, che non mi sono piaciuti: legnosi e a tratti confusi. Da ritoccare lo scambio di battute quando la Stolz spiega l'origine della maledizioni, fino alla questione delle pistole. Più snello... il tutto deve essere più snello.
La parte finale, poi, mi ha creato non poche difficoltà nella comprensione delle battute finali della vicenda, fino a culminare in quella frase esplicativa messa lì quasi a voler illustrare a tutti i costi il senso della trama al lettore. Inutile e brutta.
Un paio di annotazioni tecniche:
1) La commissaria si soffermò per un attimo sull’anello al dito indice destro della donna: un cammeo raffigurante la Gorgone e distolse lo sguardo a disagio, quasi la creatura mitologica avesse posseduto il potere di pietrificarla., secondo me da riformulare così: "La commissaria si soffermò per un attimo sull’anello all'indice destro della donna - un cammeo raffigurante la Gorgone - e distolse lo sguardo a disagio, quasi quell'effigie mitologica avesse il potere di pietrificarla.
2) "[...] una versione più giovane della Stolz, la quale aveva ancora in mano la pistola con la quale si era sparata al cuore dopo aver ucciso l’uomo." Ripetizione molto antipatica.
In conclusione: una sufficienza per le suggestioni dell'idea centrale, un po' meno la realizzazione e il risultato finale.

PENTIMENTO SENZA MEMORIA di Patty Barale
Parto subito da ciò che mi è piaciuto: è una storia cupa e inquietante con la giusta dose di tormento (verso il lettore). Ho seguito la vicenda con trepidazione fino alla fine della confessione col prete. Bella l'idea dell'apparizione del gemello in occasione di episodi violenti. E l'ambiguità rilevata da Marco prima di me, non è poi così deleteria per la trama in quanto proprio il dubbio (il doppio è reale o no?) dà all'insieme una certa suggestione... In fondo il concetto di doppelganger non è proprio questo? Non è ambiguità?
Non mi è piaciuta, invece, un po' di superficialità (senza offesa...) nel gestire la narrazione, in alcuni passaggi, che ha condotto a frasi a tratti pesanti e assolutamente da rivedere. E non mi è piaciuta la parte finale della chiusa, che ha assunto i toni di uno spiegazione ansiosa e preoccupata messa lì per timore di non aver detto tutto al lettore. Prova a rileggere il racconto senza le due frasi finali... Se il testo si fosse chiuso con: "Non prestò attenzione all’uomo dalla folta barba e occhiali scuri che sedeva a poche sedie di distanza da lei.", sarebbe stata una conclusione efficacissima e clamorosa, lasciando al lettore mille elementi su cui riflettere e arrovellarsi.
Direi che potrebbe starci una sufficienza stentata.
Qualche rilievo tecnico.
1) "Restai paralizzato: avevo avuto la sensazione di guardare me stesso al di là di una lente deformante." Da riformulare così: "Restai paralizzato: avevo la sensazione di guardare me stesso attraverso (una sorta/una specie) di lente deformante."
2) "Io, non so per quale motivo, guardai al di là del prato addobbato a festa e lo vidi risalire la collina.", virgole a gogò!!!!!!!!!!
3) "Ma non so perché, e il come l’ho appreso nel corso del processo." Frase un po' ritorta su se stessa...

PASSEGGIATA IN RIVA AL LAGO di Giovanni Cola
Racconto piuttosto atipico nella sua apparente semplicità. Il tono è assai discorsivo, sin troppo, direi; all'inizio manca del tutto il mordente assolutamente essenziale per questi tipi di racconti brevissimi, eppure la lettura prosegue per la forte curiosità di capire dove la trama voglia andare a parare. E io, a un certo punto, mi sono detto: "Con una preparazione così lunga e, a tratti, noiosa, il finale DEVE riservare qualche sorpresa clamorosa"... Ebbene, in parte è stato così. Il tutto culmina con una scena brevissima ma intensa, suggestiva, potente, spietata che, a seconda di come la si voglia intendere, coglie nel segno, pur lasciando troppi dubbi. Uno fra tutti: perché la ragazza si comporta in questo modo strano? Io avevo pensato a un doppelganger della ex... Poi però mi sono dovuto rimangiare il pensiero, e dunque il perno di tutto è in quell'evento al lago.
Quindi come valutare il tuo racconto? Non è affatto facile. La prosa è pulita e sorvegliata, gradevole fino alla fine, ma il punto è: le due parti concettuali della storia si bilanciano? Siamo al limite. Forse l'evento del doppio nel riflesso del lago non è proprio sufficiente a giustificare una preparazione così lunga. Probabilmente avrei preferito qualche indizio disseminato qua e là anche all'inizio, per mettere sul chi va là sin da subito il lettore.
Ergo: il tuo racconto rasenta la sufficienza.

IL RITRATTO DI RYAN DRAGOI di Roberto Masini
Inizio col dire che mi è piaciuta molto l'idea dell'anagramma del nome Dorian Gray, è stata una trovata carina per dare alla storia un'impronta da testo ottocentesco, tipo Dracula et similia. E infatti la storia HA un vago sapore ottocentesco, nell'ambientazione, nello stile narrativo, nei personaggi.
Hai provato a ribaltare gli elementi del romanzo di Wilde, provando a mescolare le carte, ma secondo me ci sei riuscito a metà. L'idea di fondo non è proprio limpida: un quadro che fa diventare malvagi, o più semplicemente fa emergere pulsioni perverse che in qualche modo già esistono. Lo svolgimento a tratti è confuso, non me ne volere. C'è una specie di doppio sortilegio che invece di rendere più interessante la trama, la appesantisce. Inoltre sia il cappello introduttivo che la chiusa con la spiegazione della situazione penalizzano la riuscita complessiva del racconto. Mi spiego: la storia avrebbe potuto iniziare già con "Era una calda giornata d'agosto...". Leggi quell'incipit e vedrai che ti introduce un conflitto anche piuttosto inquietante. Eliminando le righe introduttive e finali avresti potuto guadagnare caratteri per arricchire la trama e disseminare qua e là piccole informazioni per il lettore per consentirgli di farsi un'idea del quadro generale senza imboccarlo tu...
Nel complesso non è scritto male, la narrazione mi ha preso abbastanza ed è a tratti è violenta, cattiva al punto giusto. Peccato per alcune parti che proprio non funzionano, come ti ho spiegato sopra.
Mi sentirei di valutare il racconto da sufficienza, ma sinceramente non credo la raggiunga...

ATTRAVERSO LO SPECCHIO di Raffaele Palumbo
Leggendo le prime righe, ho avuto sensazioni pruriginose su un racconto troppo semplicistico tendente al banale. Poi mi sono ampiamente ricreduto e ho apprezzato davvero tanto la storia e il modo in cui è condotta la narrazione. Anzi, dirò che proprio lo stile, asciutto e tagliente, è efficacissimo! Ti arriva dritto in faccia e gioca con i dettagli, rendendo il tutto molto vivido e immediato.
Anche se il finale sembra monco, in realtà a me piace così: è un'istantanea di un episodio che però lascia intravedere uno scenario un po' più grande. Il riflesso dice: "Siamo stati cattivi, tanto cattivi", lasciando intendere una specie di doppia personalità o una forma di possessione. E non importa che sia spiegato poco o nulla, apprezzo proprio questo gioco di sottintesi che costringono a pensarci e ripensarci.
Anche il finale mi è piaciuto. Non è il massimo, ma è accettabile, tanto più che si intuisce che il doppio (il lato oscuro del protagonista?) lo strangola e lo soverchia.
Ottima prova.

INVENTARIO di LordMax
Di questo racconto ho apprezzato due cose: il ritmo narrativo e l'idea di fondo.
La storia ti incalza sin dall'inizio con una cadenza quasi da metronomo con questi miniepisodi in cui il protagonista cerca di raggiungere un obiettivo ma non ci riesce pur trovando ogni volta un nuovo escamotage per andare un po' più avanti.
Però ci sono anche due inconvenienti, anzi tre. Uno: essendo stato io un videogamer incallito, a metà della trama avevo già intuito di cosa si trattasse. Chiunque abbia giocato a Doom o a Quake o a giochi simili, riconosce immediatamente il percorso da te descritto, quindi ho subito pensato a un videogioco. Per non parlare poi dell'accorgimento narrativo della realtà virtuale, vecchio come il bacucco. Due: Un po' di ripetitività. All'ultimo episodio, dopo l'ennesima ripetizione dell'inventario, non ne potevo più e volevo che il racconto finisse il prima possibile. Morto come e perché, poi? Tre: il tema, preso moooooolto alla lontana e in senso molto lato.
Che dire? Un interessante esperimento, carino fino a un certo punto ma che si sgonfia come un pallone forato in più punti.

CREDETEMI di Leonardo Marconi
Dunque: di fronte a questi "esperimenti" letterari mi pongo sempre in maniera un po' prevenuta, soprattutto a causa della mia forma mentis come autore, tutta votata al dinamismo e alla ricerca del metodo più efficace per catturare il lettore. Flussi di coscienza come questo hanno un senso, secondo me, solo se ben congegnati; se invece sono lasciati un po' all'impulso del momento e al meccanismo del "scrivo quello che mi viene in mente", diventano dei calderoni pieni di tutto e di niente, con l'unico risultato di indispettire chi legge. Tutto sommato, lo stile è interessante, è come un fiume in piena, che, però trasporta con sé anche tanti detriti. Con questo voglio dire che a tratti si ha voglia di farsi trascinare dalla corrente, ma più spesso, durante la lettura, se ne vorrebbe uscire. Almeno è questa la sensazione che ho avuto io.
Come pure ho avuto la sensazione di una scrittura funzionale all'autocompiacimento. E in parte lo hai ammesso parlando di citazioni e illustrando brevemente un aspetto filosofico che sicuramente è lampante nella tua testa, ma molto meno al lettore il quale si interroga sul senso di alcuni passaggi.
Superfluo tornare sul discorso del sovraffollamento di immagini, visto che è un aspetto già ben sviscerato da altri prima di me, tuttavia non posso negare che alcune visioni suggerite sono molto suggestive e visionarie.
Anche il tema, purtroppo, non emerge in modo chiaro. Un pazzo? Una divinità sdoppiata? Boh. In altri contesti avrei pure apprezzato questo gioco del detto/non detto, ma qua aggiunge confusione ad altra confusione.
Un paio di annotazioni tecniche:
- Elimina le "d" eufoniche non necessarie; ormai non si usano più ("ad un", "ed un", e similari);
- fai più attenzione all'uso degli spazi prima e dopo i segni d'interpunzione. Lungi da me dare lezioni di grammatica, ma dopo i puntini sospensivi ci va uno spazio, e dopo la parentesi aperta e prima di quella chiusa no.
Se si è trattato di sviste dovute alla fretta di consegnare il racconto, mi scuso per avertele fatte notare.

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Il Calmo
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Re: Gruppo JEKYLL & HIDE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » venerdì 19 ottobre 2018, 0:57

CLASSIFICA E COMMENTI

1) MATTO
2) MORTE PER SCETTICISMO
3) PASSEGGIATA IN RIVA AL LAGO
4) ATTRAVERSO LO SPECCHIO
5) INVENTARIO
6) CREDETEMI
7) IL RITRATTO DI RYAN DRAGOI
8) PENTIMENTO SENZA MEMORIA
9) NON SONO STATA IO


1) CREDETEMI

Ciao, piacere di leggerti per la prima volta.
Non lo so, vado subito al punto. Non mi ha convinto molto questo racconto. Non sono tanto le immagini in successione che mi lasciano interdetto ma lo stile nel suo complesso. Probabilmente sono io che non ci sono entrato, ma l’ho trovato molto (forse troppo) ampolloso.
Il finale poi mi ha spiazzato ma non in positivo, perché non riuscivo più a capire di cosa si stava parlando, se di Dio, o di un pazzo davvero al manicomio.
Sono solo miei gusti personali ovviamente, nulla di più, ma essendo comunque una gara, non penso di collocarlo tra i primi.

2) INVENTARIO

Ciao e piacere di averti letto.
Dico subito che alla prima non ero entrato molto nel mood che proponevi, poi però ad una seconda lettura l’impressione complessiva è migliorata.
Lo stile è pulito e semplice (grande pregio in racconti brevi). Le immagini sono chiare e arrivano subito trasmettendo sia odori che immagini (altro pregio). Alla lunga però lo schema inizia a diventare ripetitivo, ma essendo un videogame ci può anche stare. Il problema forse è che ci vedo un po’ poca attinenza con il tema o comunque troppo debole e la cosa che mi ha proprio fatto storcere la bocca è stata la chiusura finale. Il racconto in quelle due righe è come se si afflosciasse, non so se riesco a farmi capire ma perde molta della potenza che aveva. Se chiudevi con schermo rosso – morto – game over, per esempio, sarebbe stato molto più incisivo, anche se il problema dell’attinenza sarebbe comunque rimasto.

3) ATTRAVERSO LO SPECCHIO

Ciao.
L’idea è interessante e l’incipit mi ha preso immediatamente perché ho immaginato la scena e un qualcosa di inquietante che stava per succedere.
Anche le spiegazioni successive incuriosiscono molto. Lo stile è asciutto e lineare.
Poi però, non so come dire, ma il racconto perde potenza. È come se si appiattisse in un qualcosa di un po’ troppo scontato e senza dare comunque troppe spiegazioni. Forse qualcosa in più sul perché “siamo stati cattivi, tanto cattivi” l’avrei voluta.
Peccato perché secondo me era buonissima come idea e immagine iniziale.

4) IL RITRATTO DI RYAN DRAGOI

Ciao Roberto.
Ti dico subito che il mio parere su questo racconto non è positivo.
I riferimenti a tutti i costi a Dorian Gray o a Poe, inclusa lo stile proprio non mi hanno convinto. L’ho trovato come se fosse un esercizio di stile ma con poca originalità. Sembra proprio di leggere un racconto di Poe ma è troppo condensato per suscitare empatia. Ti faccio un esempio: quando dici della ragazza “la aggredii, la violentai, la uccisi e la buttai nel pozzo”, tutte queste cose appaiono come tirate via, senza un minimo di pathos o di descrizione, che invece poteva essere molto interessante. Sembra appunto un elenco di fatti in successione (che in un racconto più lungo potevano essere sviscerati) ma che qui risultano purtroppo asettici.
Anche io non sono riuscito a capire il dettaglio dei capelli bianchi.

5) PASSEGGIATA IN RIVA AL LAGO

Ciao Giovanni.
Dunque il racconto è ben scritto. Lo stile è ricercato ma non pesante e le frasi lunghe al punto giusto. Tema sicuramente centrato.
Il racconto però secondo me ha due problemi.
Il primo è che è molto raccontato specie nella prima parte e questo può far cadere l’attenzione. Addirittura la narrazione prosegue fino quasi alla fine, forse un discorso diretto poteva starci o comunque avrebbe spezzato il ritmo.
Il secondo problema è secondo me il finale perché uno si aspetta il peggio e invece lei sparisce. È morta? Era immaginaria? Sono solo impressioni mie ovviamente.
Al netto di ciò resta una serie di immagini evocate perfettamente e uno stile che mi ha convinto.

6) PENTIMENTO SENZA MEMORIA

Anche questo racconto, come altri, è molto raccontato e poco mostrato. Persino il titolo mi spiega già più o meno cosa potrebbe succedere.
L’idea non è male, anzi è buona e il finale con il gemello che osserva non mi è dispiaciuta, però nel complesso il racconto secondo me avrebbe bisogno di una spinta diversa. Per esempio la parte iniziale con il prete io la taglierei completamente e inizierei il racconto con la domanda se ci si può pentire o meno, ma senza nessuno a rispondere.
È come se gli mancasse un pochino di ritmo in più e anche il finale è troppo lungo, troppo spiegato. Una frase più secca e di impatto avrebbe dato un sapore diverso. Non so se mi sono spiegato, non è facile e comunque sono solo mie impressioni personali.
Nel complesso quindi devo dire che in una classifica non posso metterlo molto in alto.


7) NON SONO STATA IO

L’idea è interessante. Purtroppo lo stile e la realizzazione meno secondo me.
Ho trovato il tutto con un sapore un po’ artefatto. I dialoghi poco credibili. Anche il finale non mi torna perché un omicidio c’è davvero stato e per quello comunque dovrebbe pagare.
Non lo so, io credo che avendo tante ore a disposizione, avresti forse potuto postare il racconto con più calma, provando a rivederlo. Mi è sembrata una cosa fatta molto in fretta, questa almeno la mia impressione, che essendo appunto personale vale per quel che vale.

8) MORTE PER SCETTICISMO

Ciao Andrea.
Senti vado subito al punto. Per me funziona. È semplice ed è il pregio migliore.
Non si presta a fraintendimenti. È interessante che tutti blocchi di racconto inizino nello stesso modo. Forse avrei fatto una scansione temporale più lunga, vent’anni sono pochi e avrei voluto un episodio in meno nel mezzo e uno oltre i vent’anni, magari qualcosa ancora di più grave per aumentare la tensione.
È solo una mia idea ovviamente ma nel complesso molto bene.

9) MATTO

Ciao Stefano, non so se ti avevo mai “incrociato” ma ti leggo spesso e da te davvero c’è solo da imparare almeno per quello che mi riguarda.
Non è forse il racconto che mi ha convinto di più, a partire dall’uso della parola doppelanger all’inizio (che mi è piaciuta poco), ma lo stile e l’idea sono vincenti e meritano di vincere nettamente la contesa.
La partita a scacchi nell’immaginario collettivo è sempre stata forse più con la morte e invece qui è con sé stessi e la cosa è interessante.
Bel lavoro come sempre.

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Marco Travaglini
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Re: Gruppo JEKYLL & HIDE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » venerdì 19 ottobre 2018, 0:59

Intanto complimenti a tutti, non c’è un solo racconto che non mi abbia colpito favorevolmente in qualche aspetto. Ho cambiato questa classifica un miliardo di volte, ma credo finalmente di aver trovato quella giusta. Mi spiace per un paio di bei racconti che ho dovuto penalizzare per rispetto del lavoro degli altri, perché l’attinenza al tema era assente o davvero troppo debole.

1. Matto, di Stefano Pastor
2. Attraverso lo specchio, di Raffaele Palumbo
3. Passeggiata in riva al lago, di Giovanni Cola
4. Pentimento senza memoria, di Patty Barale
5. Morte per scetticismo, di Andrea Partiti
6. Non sono stata io, di Alexandra Fischer
7. Il ritratto di Ryan Dragoi, di Roberto Masini
8. Credetemi, di Leonardo Marconi
9. Inventario, di LordMax


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Matto, di Stefano Pastor

Intanto complimenti per l’azzeccatissimo titolo, dal duplice significato, porta con sé l’idea di pazzia ma al tempo stesso lo scacco matto che è il punto di svolta del racconto. Il tema è sicuramente centrato. Sarò franco, non vado matto quando vedo l’autore rivolgersi direttamente al lettore, soprattutto in racconti di natura fantastica. “Forse sono io ad aver perso” sarebbe stata una chiusura ottima e lì mi sarei fermato, anche perché tutto quello che viene detto dopo è già ovvio e deducibile dal racconto stesso. La partita in generale è “ben giocata”: possiamo dedurre che in realtà i due doppioni non siano affatto uguali, come invece è convinto il protagonista, ma ce ne rendiamo conto solo alla fine, e la cosa ci viene rivelata per gradi con ottima maestria. Gusto personale: non mi fa impazzire che sia presente la parola doppelgänger all’interno del racconto, potrei sbagliare ma credo che se non fosse stata la parola usata come tema, sia tu, che altri, non l’avreste mai usata.

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Morte per scetticismo, di Andrea Partiti

Sette scene per un racconto di 3000 caratteri mi sembrano veramente tante. Infatti sei stato costretto a raccontare molto e a usare anche il discorso indiretto; fa eccezione l’ultima scena. Probabilmente avresti potuto tagliare almeno un paio di scene, sebbene sia chiaro che siano lì per mostrare lo scetticismo degli altri. Va detto che comunque, quasi in ogni scena, riesci a dare almeno un piccolo accenno di mostrato che ci consente di immaginare bene almeno una parte della vicenda.
Il tema è sicuramente centrato.

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Non sono stata io, di Alexandra Fischer

Mi piace molto l’idea di fondo del racconto, questa maledizione lanciata un po’ troppo superficialmente che poi non avrebbe più senso di esistere, ma permane negli anni a tormentare la povera signora Stolz. Il tema è sicuramente centrato. Il dialogo con la commissaria però mi sembra un po’ troppo pilotato. Non mi è chiaro se la commissaria fosse a conoscenza di quale fosse il delitto, chi fosse la vittima o se fosse stata semplicemente allertata dai vicini per lo sparo. Il continuo riferimento alla gorgone non so se rimandi a qualcos’altro, purtroppo la mia educazione tecnica e l’ignoranza dei miti greci non mi aiutano: ma mi è piaciuto molto il particolare dell’anello sulla mano destra e sulla mano sinistra a suggerire l’immagine specchiata.
La frase di chiusura invece rovina un pochino il racconto, la donna non ha ucciso solo una parte di sé stessa, ha ucciso anche Ariedo: anche le impronte digitali non dovrebbero essere uguali ma specchiate. In tutto il racconto non si nota nessuna sofferenza particolare sofferenza della Stolz, non mi è chiaro se abbia perso il marito o solo un vecchio amico venuto a farle visita dopo tanto tempo, ma la fissa delle pistole mi fa pensare che abitasse lì con lei.

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Pentimento senza memoria, di Patty Barale

Uhm, da padre di gemelli questo racconto mi ha messo un pochino di strizza addosso, il che è un ottimo segno, ma perdonami se scrivo con una mano sola, mentre con l'altra faccio gli scongiuri ahahah. A me il titolo non sembra così male come dici dai, direi invece che riassume in tre parole il racconto, o almeno la prima parte. Dopo aver letto tutto ero convinto che ad aver commesso gli omicidi fosse stata una sorta di entità sovrannaturale, ma con l’ultima frase cambia tutto. Mi riesce un po’ complicato però pensare che si riescano a commettere impunemente tutti questi omicidi senza lasciare nemmeno una traccia, soprattutto quelli che prevedono intrusioni in ambienti chiusi, anche se so bene che nel mondo dei gemelli molte porte si riescono ad aprire più facilmente. Ma il grosso dubbio è questo: come mai solo uno dei gemelli è a conoscenza dell’altro? Questa domanda torna di nuovo a farmi credere che forse il gemello non è reale. Non so, questo punto per me rimane un pochino ambiguo, e se il gemello è reale ci sono alcune contraddizioni.
Sicuramente tema centrato.

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Passeggiata in riva al lago, di Giovanni Cola

Tante volte succede che un racconto con un buon inizio e un ottimo svolgimento poi si perda nel finale. In questo racconto invece succede esattamente il contrario: un inizio e uno svolgimento un pochino claudicanti, fanno da struttura portante ad un finale da applausi. La gestione del punto di vista mi piace molto, il fatto che non sapremo mai di preciso cosa sia successo, anche se riusciamo vagamente ad intuirlo, ci lascia senza certezze anche se con qualche dubbio in più rispetto al protagonista. Qualunque cosa sia successa, il gesto finale è supportato dall’esasperazione descritta all’inizio. Purtroppo tolta la scena bellissima del riflesso, è quasi tutto raccontato. Anche il dialogo con la donna, che parte con una domanda in discorso diretto, riceve (per me inspiegabilmente) una risposta in discorso indiretto. Tutto questo raccontato secondo me penalizza molto il risultato finale, davvero un peccato.
Il tema è centrato? Io credo di sì, ma non lo sapremo mai con certezza :D

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Il ritratto di Ryan Dragoi di Roberto Masini

Il titolo è una bella anticipazione del racconto: un anagramma di Dorian Gray che racchiude una storia in cui gli elementi principali del romanzo di Wilde vengono rimescolati. Di certo il tema è centrato in pieno, su questo nessun dubbio.
Ci sono un po' di cose che non mi convincono in pieno:
- la polizia rumena non ne esce proprio benissimo eheh
- non mi è chiaro il discorso sui capelli bianchi che prima sono un indizio di colpevolezza e la riga dopo sono solo un vago ricordo
- c'è molto raccontato e pochissimo mostrato
La pecca maggiore però credo sia proprio nella natura del racconto: cercando di utilizzare come linee guida le indicazioni fornite da Arona nella sua intervista, rielaborare un'opera e presentarne comunque più o meno i tratti principali, anche se un pochino rimescolati, non genera nel lettore quel fascino e quello stupore che invece credo siano l'ingrediente principale di questa edizione. Ma mi rendo conto benissimo che in poche ore si tratta di un'operazione ai limiti dell'impossibile.
Chiudo dicendo che questo racconto meritava uno strappo alla regola, e quindi doveva essere inserito di diritto nel gruppo Dorian Gray :D

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Attraverso lo specchio, di Raffaele Palumbo

Come è stato detto prima di me in questo racconto ci sono dettagli e particolari curati molto bene. Anche tutto il lavoro sul discorso degli occhi è notevole, sebbene si fermi a metà racconto. Riguardo allo stile ho trovato particolarmente azzeccati tutti i corsivi e gli incisi, hanno dato veramente un qualcosa in più. Manca un pochino di originalità secondo me: come molti altri racconti di questa edizione, il doppelgänger ha origine dallo specchio, ma mentre in altri racconti da lì partono altre vicende o si intrecciano con esse, in questo caso la vicenda nasce e muore davanti allo specchio. Insomma una buona, forse ottima, preparazione e un finale un pochino sottotono secondo me.
Segnalo un “Ecco!,” in cui la virgola segue il punto esclamativo, e credo non ci vada: se mi sbaglio chiedo lumi oltre che scusa.

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Inventario, di LordMax

Il racconto si legge molto bene, è coinvolgente e molto divertente. L’empatia con il protagonista si crea fin da subito. Non sappiamo cosa stia cercando, ma veramente siamo trasportati in una serie di peripezie via via crescenti affrontate con determinazione, complimenti.
Non mi è chiaro come faccia a sopraggiungere la morte, e la cosa mi lascia parecchio amaro in bocca dopo aver faticato tanto per arrivare fino al magazzino.
Purtroppo questo racconto, a mio modo di vedere, ha un enorme difetto: non riesco a trovare nessuna attinenza al tema, anche nel suo significato più largo. L’unica cosa che giustificherebbe il tutto sarebbe un’interpretazione di doppelgänger inteso come alterego protagonista del videogame, ma è davvero molto debole come attinenza. Non so se mi è sfuggito qualcosa.

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Credetemi, di Leonardo Marconi

Commentare questo racconto per me è stata la parte più difficile di questa edizione e me lo sono lasciato per ultimo. L'ho riletto più di una volta per essere sicuro di non essere superficiale nel commento, ma tutte le volte ne sono uscito con la stessa sensazione. A mio personale parere vengono evocate davvero troppe immagini. Un esempio su tutti: “taxi, clacson, papponi, prostitute, clochard, pushers, travestiti, negri altezzosi con occhiali da sole, delinquenti comuni, imbelli e dagli sguardi sprezzanti”. L’immagine che volevi dare credo che fosse già chiara dalle prime quattro parole. In generale tutto il racconto trabocca di molte immagini e sensazioni, passiamo dai fedeli inginocchiati in un non meglio identificato passato, a una metropoli del XX secolo, per finire un manicomio, con una puntatina in un avamposto spaziale... sono davvero tante immagini: ho notato anche dai commenti che è il tuo stile, sei molto poetico, e ci sta, a molti può piacere, ma io sono un lettore che purtroppo in mezzo a tutto questo si perde.
Quello che comunque mi piace è che nonostante si tratti prevalentemente di un monologo interiore, gli hai dato molto movimento, con questo personaggio che barcolla, si aggrappa a un lampione, si affaccia a una vetrina (ottima la descrizione del Vietnam per farci capire in che anno siamo, un po’ meno, secondo me, i commenti contro la tv), riconosce la 66esima strada, finisce in un ambulanza e si perde nell’oblio mentre gli viene fatta l’iniezione.
Credo che l’attinenza al tema sia un po’ debole: una frase attaccata alla fine di un lungo monologo che non aveva di fatti nulla a che fare con il tema.

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giancarmine trotta
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Re: Gruppo JEKYLL & HIDE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » sabato 20 ottobre 2018, 10:22

Ciao a tutti e complimenti. Il tema portava verso una strada stretta, difficile divagare e credo che tutti abbiate rispettato il tema o vi siate avvicinati. Idealmente i racconti sono divisi in due grandi gruppi: i primi cinque e i secondi quattro. Tra i gruppi la differenza è minima, legata ai dettagli come il titolo, una bella frase o qualunque cosa mi abbia stuzzicato.

1. Matto, di Stefano Pastor
2. Morte per scetticismo, di Andrea Partiti
3. Pentimento senza memoria, di Patty Barale
4. Passeggiata in riva al lago, di Giovanni Cola
5. Attraverso lo specchio, di Raffaele Palumbo
6. Inventario, di LordMax
7. Il ritratto di Ryan Dragoi, di Roberto Masini
8. Non sono stata io, di Alexandra Fischer
9. Credetemi, di Leonardo Marconi



Commenti:

Matto

Ciao Stefano,
ho letto con attenzione il tuo racconto, memore del bel testo della passata edizione. Gestisci l'atmosfera, la plasmi a meraviglia e metti il lettore in condizione di partecipare alla partita: benissimo. La parte finale, in qualche modo aperta, pare un dualismo rispetto agli scacchi. Da una parte ogni mossa provoca azioni e reazioni, dall'altra assistiamo a una vittoria che genera una mezza sconfitta, una vita vissuta a metà.
Si percepisce l'abilità nel raccontare e far partecipare chi legge. E' come entrare nella soffitta e palpitare a ogni mossa. Non mi è piaciuta la parola del tema mensile al primo rigo: perché? potevi evocare una bella immagine o condizione iniziale e partire da lì.
Titolo top!
In generale è un buon lavoro, complimenti e alla prossima,
G.
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Morte per scetticismo

Ciao Andrea,
ci presenti un racconto dalla struttura ripetitiva, essenziale, pulita.
Le prime due sequenze sono splendide: inquietano e fanno venire voglia di continuare.
Le ultime scene sono azzeccate e anche il finale ha senso, è appropriato.
Gli unici problemi li ho riscontrati nel mezzo; la scelta di troppe scene, appunto ripetitive, mi è sembrata esagerata. Dai 12 anni potevi benissimo passare ai venti inserendo delle descrizioni evocative: qualcosa che ci facesse immaginare lo stato d'animo di questo bambino/ragazzo durante l'adolescenza o ancora dopo.
In definitiva è certamente tra i lavori migliori del gruppo: una grande idea sviluppata ottimamente per due terzi del racconto.
Alla prossima,
G.
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Non sono stata io

Ciao Alexandra,
ci presenti un'idea classica, che non tramonta mai: la maledizione di uno specchio. Hai dato molto risalto al parlato (e lo capisco essendo un interrogatorio) rispetto alle descrizioni (che si concentrano all'ottimo indizio degli anelli e dello specchio): il risultato mi ha soddisfatto a metà; ho trovato i dialoghi telecomandati, appiattiti. Non ho avuto empatia con i protagonisti, ma potrebbe essere una sensazione personale. Il giudizio finale è quindi in chiaroscuro, perché l'idea di fondo, anche se classica, era adatta allo sopo, mentre lo sviluppo dei dialoghi non mi ha entusiasmato.
Il finale lo reputo pertinente e credo hai fatto bene a chiudere il racconto con quella domanda senza risposta.
Alla prossima,
G.
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Pentimento senza memoria

Ciao Patty,
ci presenti un bel racconto: diretto, senza troppi fronzoli, centrato. Certo ti si potrà imputare che alcune scene sono poco realistiche, ma colpiscono chi legge e questo è un gran bene. Hai dosato bene dialoghi e descrizioni, sfruttando i sentimenti del lettore davanti allo struggimento di una mamma che ha perso due gemelle, ma è un modo giusto di colpire nel segno dovendo scrivere una storia in tremila battute.
Tra i migliori lavori che ho letto, perché ho percepito la chiarezza di idee sin dal primo rigo. Sapevi dove volevi arrivare e questo è un gran bene.
Alla prossima, ciao,
G.
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Passeggiata in riva al lago

Non facile trovare racconti che iniziano balbettando, continuano parlando e terminano cantando. L'ultima frase è una chicca: bravo!
Ma che fatica arrivarci Giovanni. E' la prima parte quella in cui hai arrancato e mentre leggevo questa tua difficile opera in salita, d'un tratto hai scollinato correndo verso un traguardo inaspettato. Troppe le frasi con i due punti e gli elenchi secondo me e troppo descritto il motivo del no della ragazza. Avrei puntato più sul pathos e poi via verso il tuo finale di cui non cambierei una virgola.
Difficile classificarti!
Alla prossima,
G.
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Il ritratto di Ryan Dragoi

Ciao Roberto,
qui c'è materiale per un libricino da 40000 battute!
La parte raccontata è predominante su quella descrittiva: un primo problema non è dovuto a questo fatto in se, ma alla location che hai scelto. Mi spiego: Se la scena si fosse svolta a Milano d'inverno, si poteva omettere la presenza della nebbia o di colori grigi sullo sfondo dei protagonisti; ma svolgendosi in Romania, in luoghi che al massimo associamo a Dracula, diventa necessario aggiungere qualche particolare in più. Siamo in Romani d'agosto e credo sia difficile immaginare il resto per chi non conosce il luogo. Anche la scena della turista svedese mi è sembrata "zippata".
Interessante invece il concetto dell'uomo che non si riconosce e dei pensieri che lo colgono successivamente.
Alla prossima lettura,
G.
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Attraverso lo specchio

Questo racconto mi ha fatto pensare alcune cose, che ti elenco: leggendolo, in particolare la prima metà, mi ha dato l'improssione di una grande penna. Belle descrizioni, dettagli ben inseriti nel contesto e suspance. Wow.
La parte finale, invece, mi è parsa debole: come se la montagna avesse partorito un topolino. Probabile che tempo e spazio abbiano contribuito a metterti i bastoni tra le ruote.
In defintiva, quindi, è un racconto che mi ha appagato a metà. Però ho apprezzato punteggiatura, ritmo, descrizioni.
Alla prossima,
G.
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Inventario

Ciao LordMax,
il racconto è piacevole alla lettura (in particolare i primi due terzi) e leggendo ho riscontrato una certa empatia col protagonista e con la riuscita della sua impresa.
La prima volta la frase "Inventario, rampini, corda..." incurioscisce; la seconda fa sorridere, è piacevole; la terza completa un ciclo (almeno nella mia percezione) e quindi appaga. La quarta è di troppo, magari potevi trovare un escamotage se proprio non potevi farne a meno.
Qualche virgola non al punto giusto spezza il ritmo di frasi ben congeniate.
Un lavoro buono, con qualche sbavatura.
Alla prossima,
G.
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Credetemi

Ciao Leonardo,
forse mi ripeterò perché non ho letto tutti i commenti prima del mio, ma sono certo che qualcuno ti abbia fatto notare l'eccessivo uso di termini in alcune frasi, tra cui quella iniziale, in cui si arriva stanchi al punto. Questo racconto che sembra una disamina interiore è certamente interessante: a me non dispiace affatto la parte descrittiva, evocativa; mi è piaciuta meno la chiusa, che sembra affrettata, forse per tempo e per spazio, o forse per avvicinare il racconto al tema. Quanto hai scritto, devo sottolinearlo, non passa certo inosservato perché il racconto lascia un segno.
Alla prossima,
G.
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diego.martelli
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Re: Gruppo JEKYLL & HIDE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » martedì 23 ottobre 2018, 8:26

1. Passeggiata in riva al lago, di Giovanni Cola
2. Matto, di Stefano Pastor
3. Morte per scetticismo, di Andrea Partiti
4. Attraverso lo specchio, di Raffaele Palumbo
5. Pentimento senza memoria, di Patty Barale
6. Credetemi, di Leonardo Marconi
7. Non sono stata io, di Alexandra Fischer
8. Inventario, di LordMax
9. Il ritratto di Ryan Dragoi, di Roberto Masini

Matto, di Stefano Pastor
Mi piace tantissimo il ritmo, e complessivamente anche la scrittura (sebbene alcune specifiche scelte non mi abbiano convinto: "Temo proprio che non lo scoprirò mai, se quella partita era truccata." nella mia testa si autocorregge in "Temo proprio che non scoprirò mai se quella partita era truccata."). Tema centrato, prosa sciolta e rilassante. L'unico punto che mi ha un po' perplesso è la voce narrante che si rivolge ai lettori, che non ho ben compreso: per quello che il racconto descrive, egli era divenuto semmai la "parte buona" di una "parte cattiva" divenuta quella principale, e mi aspettavo che "parlasse a sé stessa" o al massimo alla sua controparte.

Morte per scetticismo, di Andrea Partiti
Credo che la cosa migliore del racconto sia il fatto che il doppio, alla fine, si veda! Mi apprestavo a un finale che ripristinava tutto in una angosciosa ma mondana realtà (che so, ferite autoinferte, o lui che si ingannava in qualche modo) ma... no: il doppio esiste e nello stupore e nel dolore generale appare, sovvertendo la realtà con la sua sola presenza malvagia. Semplice, bello, chiaro e scorrevole, mi è piaciuto molto: e anche il messaggio di critica sociale verso chi cerca sempre di "normalizzare" ogni situazione mi sembra elegante e ben espresso. Complimenti!

Non sono stata io, di Alexandra Fischer
I nomi dei protagonisti sono perfetti, e anche i toni e i ritmi dei dialoghi: mi hanno subito fatto pensare a romanzi gialli nordeuropei. Il soprannaturale trasuda da subito ma è gestito all'interno delle razionali domande dell'investigatrice. Quanti personaggi femminili, tutti interessanti! Non credo di avere critiche da fare, mi è molto piaciuto.

Pentimento senza memoria, di Patty Barale
Semplice e bello! Non è chiara la dinamica per cui nessuno ha mai scoperto il suo gemello, che pur vicino ai luoghi dei delitti la fa franca: "ma non so perché, e il come l’ho appreso nel corso del processo" mi ha mandato fuori strada, facendomi pensare che ci fosse una realtà oggettiva di quanto avvenuto che comprendesse l'inesistenza del doppelganger. Questo passaggio è l'unica cosa che mi pare da chiarire, tutto il resto è formulato benissimo e funziona.

Passeggiata in riva al lago, di Giovanni Cola
Il romanticismo epistolare viene spazzato via dalla crudezza del femminicidio in questo racconto lineare, pulito e del tutto funzionante. Il doppelganger niente altro è che un espediente della mente del protagonista per distanziarsi dalle sue pulsioni omicide e bestiali, e la parte dell'omicidio è descritta benissimo, con il lancio del corpo di lei che distrugge l'immagine riflessa... lasciandolo solo. Complimenti!

Il ritratto di Ryan Dragoi, di Roberto Masini
Punti bonus per la citazione e per l'ambientazione gothic-horror. Ho apprezzato tutto, in generale, anche se non ho capito perché i suoi capelli bianchi sarebbero indizio di colpevolezza: altresì non viene spiegato "bene" come riesca a farla franca fino al momento culmine della sua carriera - se cercano delle persone e non scoprono un pozzo che contiene plurimi cadaveri, andiamo male... malgrado queste perplessità, un ottimo pezzo e una grande atmosfera.

Attraverso lo specchio, di Raffaele Palumbo
Horror psicologico! La presenza dell'altro e il suo essere davvero "altro" che vengono resi a mio avviso magnificamente, partendo da un dubbio ottico finendo nell'orrore e nell'omicidio. Ho trovato le descrizioni delle pulsazioni misurate funzionali al posizionamento della mano per la scena finale, ma meno coinvolgenti del resto: forse è la "freddezza" della misurazione e del numero che influenza l'atmosfera in modo negativo. In generale un ottimo lavoro.

Inventario, di LordMax
Il racconto è divertentissimo, il tema del doppelganger viene esplorato parlando dell'avatar di un videogioco fin troppo realistico! :D
L'espediente del colore del testo è singolare ma immagino non sia vietato da alcuna regola: si potrebbe perdere però fruendo il racconto da qualche media particolare (o banalmente essere perduto per via di differenti vesti grafiche). Però si potrebbe dire quasi la stessa cosa della formattazione "strana" del mio testo...
Non vedo nessun problema al testo, è divertente e scorrevole: forse, solo l'adesione al tema è un po' lasca.

Credetemi, di Leonardo Marconi
Il racconto è fantastico! Il racconto usa un registro sporco e un ritmo trascinante per raccontare la storia di un Demiurgo caduto e perso in uno scenario urbano degradato. Prima critica che mi sento di muovere: non ho "visto" il doppelganger, se non nella figura vista nel finale, che è un po' poco. Seconda critica: il registro mi pare che qua e là "sbandi", usando termini dallo stile troppo differente.
Rimane comunque una ottima prova.

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invernomuto
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Re: Gruppo JEKYLL & HIDE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » giovedì 25 ottobre 2018, 15:58

Apro la classifica con un Mea Culpa per il colpevole ritardo con cui posto la classifica.
Quest'edizione è stata un po' strana e, dando un'occhiata ai racconti di tutti i gironi, mi sembra che i racconti siano quasi tutti un po' fiacchi (non vogliatemene, mi inserisco a pieno titolo tra quelli che hanno sparato un "colpo a salve" a questo giro) nonostante il tema del doppio sia uno dei punti forti della scrittura creativa.
Finiti i dovuti preamboli, ecco i miei voti e relativi commenti:

1) Morte per scetticismo di Andrea Partiti
2) Attraverso lo specchio di Raffaele Palumbo
3) Matto di Stefano Pastor
4) Pentimento senza memoria di Patty Barale
5) Passeggiata in riva al lago di Giovanni Cola
6) Non sono stata io di Alexandra Fischer
7) Credetemi di Leonardo Marconi
8) Inventario di LordMax
9) Il ritratto di Ryan Dragoi di Roberto Masini


Matto di Stefano Pastor
L'idea della partita a scacchi mi piace davvero tanto, anche se tendi ad "accennarla" solo in paio di passaggi, citando l'arrocco e la sua scelta di lascia cadere il re, mentre trovo che sarebbe stato d'impatto utilizzare la partita come un "metronomo" ("il mio cavallo incalza il suo alfiere; il mio gemello stringe i pugni [...]") ma comprendo che non sia stato possibile farlo anche per una questione di spazio.
L'idea che la partita faccia da "controllo" per l'equilibrio delle due personalità è una buona trovata, soprattutto grazie alla scelta di mostrare la paura di entrambi di abbandonare lo status quo.
A quanto pare, però, in quest'edizione ci siamo un po' tutti "inceppati" sul finale, e trovo che il tuo esageri nell'esposizione, in particolar modo quando il narratore si rivolge a noi per lamentare la sua vita a metà" in assenza della sua parte più intraprendente.
Molto buono lo stile, pulito ed efficace, e sicuramente centrato il tema di quest'edizione - in definitiva una buona prova.


Morte per scetticismo di Andrea Partiti
Morte per scetticismo ha la morale e la struttura di una "cautionary tale" (mi perdonerai l'inglesismo, ma non sono riuscito a trovare un termine italiano che rendesse il concetto altrettanto bene), è chiaramente limitata dall'imposizione del limite di caratteri, ma probabilmente il ritmo frettoloso che gli hai dovuto imporre funziona anche a suo favore, dato che nella sua semplicità il messaggio diventa più incisivo e diretto.
Personalmente trovo che sia uno dei racconti migliori del tuo girone, complimenti.

Non sono stata io di Alexandra Fischer
Giudicare "non sono stata io" non è facile, perché mischi cose che mi piacciono molto con altre che, per gusto personale, non amo particolarmente.
Mi piace quando provi a mostrarci il carattere dei personaggi tramite le loro azioni, come quando la commissaria si torce le mani, ma ne fai un uso davvero ridotto e sembri quasi "glissare" sullo stato mentale dei tuoi personaggi, quando invece in una situazione simile dovrebbero esprimere sentimenti più forti.
Non mi piace l'eccessivo utilizzo dei puntini di sospensione, che interrompono troppo spesso il ritmo del racconto, specialmente nelle righe finali, dove sembri utilizzarli quasi a ogni frase.

Pentimento senza memoria di Patty Barale
Il racconto scorre bene, anche grazie alla tua bravura nel gestire i dialoghi, sempre molto diretti e senza fronzoli (anche se, questa volta, ho avuto qualche dubbio su dove collocare temporalmente la tua storia, principalmente per colpa del linguaggio un po' pomposo del prete) e alla tua capacità di non farci sentire la mancanza di un "palcoscenico" in cui questi personaggi si muovono.
Come altri ti hanno fatto già notare, penso che si senta troppo lo "stacco" con la parte finale, di cui mi piace l'idea (l'esecuzione con rivelazione del doppio è un finale drammatico e efficace) ma non la tecnica con cui hai deciso di mostrarcela.

Passeggiata in riva al lago di Giovanni Cola
Ti confesso che inizialmente, incredulo nonostante l'ok dell'antico, ho cliccato sul conta caratteri. Non perché abbia trovato il tuo racconto tedioso, sia chiaro, ma perché hai una scrittura così "densa" che mi sembrava d'istinto che tu avessi sforato di un bel po'.
Tutto in regola,invece, e la tua scrittura così "compatta" e senza fronzoli fa da vettore a una storia che sembra girovagare un po' attorno al punto per poi precipitarci dentro con un finale potente e d'effetto che fa perdonare tutto il resto.
A livello stilistico ho notato un uso eccessivo dei puntini di sospensione, sia all'interno della frase (dove li utilizzi per indicare una pausa teatrale, ma è un espediente che dà molto l'impressione di una scrittura amatoriale) sia alla fine della frase, per lasciare un alone di mistero e di discorso in sospeso (ma anche in questo caso, un ricorso eccessivo all'espediente gli fa perdere l'impatto che avrebbe se utilizzato con gran parsimonia, come si dovrebbe fare).
A parer mio il tema è perfettamente centrato (il doppio può essere un'altra parte della personalità - come Jakyll e Hyde, appunto) e la prova è buona, ma non ottima.

Il ritratto di Ryan Dragoi di Roberto Masini
Inizio con le cattive: Il ritratto di Ryan Dragoi non mi ha convinto - è troppo denso, con tanto intreccio che - srotolandolo - ci potresti intessere un libro intero, o quantomeno un racconto breve che faccia giustizia alla storia. L'espediente del narratore in prima persona, poi, rende il tutto più difficile, perché è proprio da lui che ci si aspetterebbe una narrazione che sembri meno una cronologia asettica dell'avvenuto e che sia profondamente sentita, anche a me quel "la aggredii, la violentai, la gettai nel pozzo" fa storcere molto il naso, dovrebbe essere un momento di grande intensità per lui!
Occhio anche all'aggettivazione eccessiva - non sono un talebano degli aggettivi ma, per esempio, era davvero necessario dirci che la turista svedese era "bellissima"? la descrizione del seno procace e del vestiario tipico di chi è molto sicuro del proprio corpo sono sufficienti a darci l'immagine mentale che la turista sia decisamente piacente.
Il tema, comunque, è presente e centrato, l'ambientazione e le idee da novella gotica sono interessanti e in un certo modo, anche la caratterizzazione del protagonista - pur non essendo sviluppata, complice anche la mancanza di caratteri) è interessante.

Attraverso lo specchio di Raffaele Palumbo
Attraverso lo specchio ha uno stile impeccabile, sai dosare il ritmo e le descrizioni, scegliere con cura le parole giuste per generare un'atmosfera tesa e ansiogena e sei riuscito a focalizzare i tremila caratteri a tua disposizione in uno spazio temporale quasi puntiforme: i dieci minuti di un singolo personaggio (o forse due, ma queste sono questioni filosofiche), in una singola stanza.
Personalmente, mi piace anche il finale - che lascia al lettore l'onere di decrittare cosa sia successo veramente: una vera e propria doppia personalità? Il senso di colpa per un'azione "tanto cattiva"? Un attacco di psicosi? Sono tutte chiavi valide e ogni lettore deciderà per sé quale sia quella giusta.

Inventario di LordMax
Da accanito giocatore di GDR, sia su carta e penna che su schermo, la situazione del tuo personaggio mi è risultata immediatamente familiare, cosa che forse ha rovinato un po' l'effetto sorpresa.
Il finale, con la morte che sopraggiunge infida e improvvisa, senza dare al protagonista l'occasione di identificare il pericolo, mi ha ricordato la tanto criticata puntata finale de I Soprano, che usa un espediente davvero simile al tuo e che non ho trovato eccessivamente fuori luogo.
Purtroppo devo accodarmi agli altri e ribadirti (inutilmente, perché ormai l'hai già sentito) che il tema non è pienamente centrato secondo me - più che di un "doppio" si tratta di un "avatar", concettualmente differente, e la cosa non può non ripercuotersi sul tuo piazzamento in classifica.
Spero di rileggerti presto, anche perché hai comunque uno stile interessante e scorrevole.

Credetemi di Leonardo Marconi
La tua è una prova coraggiosa che con me colpisce piuttosto nel segno: sono un avido lettore di autori beat (nel Pasto Nudo di Burroughs troverai lunghe e liriche descrizioni di marciume, simili a quelle utilizzate da te, soprattutto nella fase iniziale) e sono sempre incuriosito dai registri quasi "deliranti" come quello che hai deciso di utilizzare per il tuo racconto - per cui "stilisticamente" non ho rimproveri da farti.
Dal punto di vista tecnico, invece, ci sono alcune sbavature che mi hanno fatto storcere il naso: la declinazione al plurale di parole straniere (pushers, killers) andrebbe evitata in ogni caso, anche nel caso tu avessi utilizzato volutamente la forma incorretta per farci "sentire" la confusione nella mente del Demiurgo, inoltre l'utilizzo dei puntini di sospensione (specialmente per cercare di imporre al lettore il ritmo di narrazione) non è propriamente un errore ma è sgradevole, e infatti raramente vedrai quell'espediente venire utilizzato da scrittori professionisti (o meglio, magari li usano anche, ma gli editor glie li asportano subito dal testo).
Altra nota dolente, a parer mio, l'adesione al tema del contest: comprendo l'idea che teoricamente debba essere il doppelganger dell'Assoluto, ma questa "dualità" è presentata poco e trova mordente solo nel collasso finale che fa da chiusura al racconto.
In definitiva, hai uno stile che personalmente trovo molto d'impatto e comunicativo, pur con qualche incertezza tecnica ancora da smussare, ma la storia di cui si fa vettore non è all'altezza - almeno questa volta.

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mircalla
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Re: Gruppo JEKYLL & HIDE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » giovedì 25 ottobre 2018, 20:38

Chiedo scusa, sono alla mia prima partecipazione e mi sono resa conto solo ora del ruolo dei messaggi in coda ai racconti. Metto qui la mia classifica, la prossima volta sarò più comunicativa.

1 Credetemi di Lorenzo Marconi
Racconto che parte nei canoni del noir (attento a non esagerare troppo i toni, rischi un effetto paradosso!) e finisce nel soprnnaturale costruendo un Universo regolato da due divinità gemelle che si danno il cambio. Forse l’idea più originale di questo gruppo e la scrittura, fatto salvo il rischio evidenziato sopra, scorre fluida.

2 Pentimento senza memoria Patty Barale
Questo racconto mi è piaciuto per il ritmo e per il montaggio. Una soluzione certamente non originale nell’affrontare il tema, il doppio qui è un gemello invidioso, però è gestito bene e fino all’ultimo non si capisce se la soluzione che proponi è quella soprannaturale o quella realistica. Il modo in cui chiudi non mi ha fatto impazzire, quel “non prestò attenzione” poteva essere risolto esattamente al contrario. Si rese conto solo all’ultimo di essere innocente. Comunque sono stata piacevolmente sorpresa da questo racconto

3 Attraverso lo specchio di Raffaele Palumbo
Gli ingredienti di questo racconto vanno tutti nella direzione di una lettura piacevole. Ritmo, stile diretto e immediato, finale aperto alle interpretazioni e movimento. Forse un po’ mi stona il tempo presente e la terza persona. L’avessi scritto io avrei cambiato una delle due cose nel senso che mi suona meglio il presente e una prima persona e il passato con la terza. Ma forse questo del “come suona” è un problema tutto mio.

4 Passeggiata in riva al lago di Giovanni Cola
Dispiace ripetere quello che hanno detto altri ma il tuo racconto ha un finale molto accattivante. La prima parte, per quanto mi abbia incuriosita, non è dello stesso livello. Il finale lasciato all’interpretazione del lettore (è andato via e quindi l’omicidio era solo immaginario oppure è semplicemente caduta nell’acqua e il protagonista ha rimosso l’omicidio) lo trovo un pregio.

5 Il matto Stefano Pastor.
Il linguaggio e il ritmo mi portano a un gotico ottocentesco. Ne fa parte anche quel riferirsi direttamente al lettore alla fine. Sicuramente ben scritto, anche se il contesto non è del tutto chiaro. Nonostante ciò non mi ha coinvolta più di tanto, forse perché non aggiunge niente di nuovo al genere a cui sembra occhieggiare.

6 Morte per scetticismo Andrea Partiti
La cadenza e la ripetizione della struttura di questo racconto sono la sua croce e al tempo stesso la sua delizia. Delizia perché danno un buon ritmo, quasi una filastrocca o una canzone, croce perché lo rendono forse un po’ troppo prevedibile. Non che il finale sia a sorpresa, visto che è spoilerato dal titolo ma dopo le prime due scene, il resto arriva matematicamente.

7 Inventario LordMAx
Il racconto sviluppa il tema portandoci nel mondo videoludico e della realtà virtuale stile ready player one. Il doppio in questo senso può essere sia l’avatar che rappresenta il giocatore, sia il numero di “vite” che il giocatore ha a disposizione. L’idea è buona ma il racconto descrive semplicemente le sequenze di gioco. Uno sforzo drammaturgico in più non guasterebbe

8 Non sono stata io Alexandra Fischer
Il racconto costruisce il suo scenario con molta precisione e i personaggi sono ben delineati. I punti deboli sembrano legati alla logica generale del racconto. Se c’è il cadavere della colpevole con una pistola in mano che senso ha che la Stolz professi la sua innocenza di fronte al commissario? Spararsi al cuore è una forma di suicidio poco verosimile. Ci si spara alla tempia o in bocca. Basta provare a fare il gesto per comprendere quanto sia difficile. L’idea è buona ma forse necessita di un ulteriore sviluppo.

9 Il ritratto di Ryan Dragoi di Roberto Masini
Racconto con diversi spunti che risultano non gestibili nel formato dei tremila caratteri a disposizione. Molto bello il titolo. La narrazione mi ha portata a disperdermi nei richiami e nelle citazioni. Il protagonista è un pittore e anche il guardiano di un castello – museo, c’è il quadro di un corvo che genera visioni nefaste e un autoritratto che imbruttisce. Un omcidio e tanti cadaveri. Troppo.

1. Credetemi di Lorenzo Marconi
2. Pentimento senza memoria Patty Barale
3. Attraverso lo specchio di Raffaele Palumbo
4. Passeggiata in riva al lago di Giovanni Cola
5. Il matto Stefano Pastor.
6. Morte per scetticismo Andrea Partiti
7. Inventario LordMAx
8. Non sono stata io Alexandra Fischer
9. Il ritratto di Ryan Dragoi di Roberto Masini

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Re: Gruppo JEKYLL & HIDE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » venerdì 2 novembre 2018, 14:37

Ecco a voi.

1) Morte per scetticismo, di Andrea Partiti
Molto, molto, molto bene. Qui abbiamo un messaggio asservito alla storia e non il contrario. Stile semplice, immediato, ordinato, anche fantasioso nella sua messa in scena. E il tema è preso alla perfezione. Non ho appunti da fare, un racconto pronto per la vetrina, un pollice su senza dubbio alcuno.
2) Attraverso lo specchio, di Raffaele Palumbo
Un'ottima prova con un qualcosa che non mi permette di assegnarle pollice su completo. Non so se non sono riuscito ad afferrarlo io, ma la parte finale sembra meno curata di quella che la precede e quel IL SUO NEMICO, pur capendo le intenzioni alla base della scelta, mi arriva troppo netto, quasi buttato lì (credo che per giustificarlo appieno sarebbe servita ancora un po' di indagine psicologica sul protagonista). Nient'altro da aggiungere, quindi pollice quasi su.
3) Matto, di Stefano Pastor
Racconto ben scritto, gradevole, intelligente, capace di fornire spunti di riflessione. C'è un però... Ad un certo punto tende a essere indefinito e a perdersi nella sua allegoria ricercando la storia, ma non trovandola più. E allora i concetti sembrano ritorcersi su se stessi e il messaggio perde di forza. C'è tanta roba qui dentro, ma proprio per questo e per farla rendere al meglio sarebbe opportuno rielaborarla con più calma rispetto alle poche ore che ha avuto a disposizione per nascere. Detto questo, per me è un pollice tendente all'alto.
4) Passeggiata in riva al lago, di Giovanni Cola
Un finale davvero splendido, peccato per tutta la prima parte un po' claudicante che va assolutamente sistemata, magari riorganizzandola ed evitanto tutto il raccontato per farlo uscire dal dialogo già iniziato con la donna mettendo a contrasto le aspettative di lui con la realtà dei fatti e facendo mano a mano montare la paranoia. Un pollice tendente all'alto e un invito a sistemarlo nel Laboratorio per portarlo così in vetrina.
5) Pentimento senza memoria, di Patty Barale
Tutta la preparazione funziona e si legge che è un piacere, peccato per il finale che, come altri, ha lasciato anche me piuttosto dubbioso perché sì, è difficile immaginare tutta questa serie di efferatezze compiute senza lasciare traccia alcuna e allora ecco che si fa largo un certo senso di forzatura. Il tema mi sembra trattato bene, anche se il doppelganger non è propriamente un doppelganger. Per me un pollice tendente all'alto, grossa potenza del racconto ancora da smussare per farla rifulgere.
6) Non sono stata io, di Alexandra Fischer
Oh dunque, qui vedo un'Alexandra diversa dal solito: meno attenzione al contesto (che cmq esce dai dialoghi) e una maggiore quantità, appunto, di linee di dialogo. Resta la sensazione di una prima bozza da affinare e sistemare e in questo mi ricollego a chi ti ha suggerito di provare, una delle prossime edizione, a scrivere come fai di solito, ma a revisionare invece di postare al volo perché è fondamentale anche quella fase e visto che tu hai questa gran capacità di mettere su carta (digitale) le idee prima di tanti altri è un peccato non sfruttare il tempo che ti rimane per rimetterci mano andando a smussare gli angoli. Per me un pollice tendente all'alto, anche se non così netto.
7) Inventario, di LordMax
Problemone: non mi sembra un'interpretazione sufficiente di doppelganger, se non assai alla lontana e cmq no, non sapendo il tema e mi chiedessero di indovinarlo dopo la lettura del racconto non avrei alcuna possibilità di riuscirci. Vero, il doppio del protagonista è il suo essere virtuale, ma non c'è nulla di negativo o disturbante nell'esserlo, perlomeno in questo testo, e in ogni caso la ratio è la stessa, cioè quella del protagonista. Problemino: nonostante la lettura comunque piacevole (al netto di un paio di inventari che si sarebbero potuti eliminare) il disvelamento del quid mi ha un pelo lasciato freddo perché quello del gioco barra vita reale e tema ormai classico e qui non ci ho visto elementi nuovi. Pertanto, in conclusione, pollice ni, ma tendente verso l'alto perché sì, il racconto è migliorabile e, in ogni caso, la lettura è piacevole.
8) Credetemi, di Leonardo Marconi
Questa caduta, questa sconfitta... Ecco, nonostante l'impianto del racconto non sono riuscito a viverla e tutto mi è sembrato quindi poggiare su fondamenta fragili. Il motivo scatentante della crisi del protagonista non mi è arrivato, anche se posso immaginarlo, ma da elementi esterni al racconto, elementi che fanno parte della comune cultura che unisce me, il lettore, e te, l'autore. Se posso suggererire una possibile revisione al testo, ti direi di andare più in profondita, ancora di più, andando a infrangere la superficie: cosa voleva questo demiurgo? In cosa si è dichiarato sconfitto? E perché? Ok, potrebbe (e quasi di sicuro è) essere una semplice rappresentazione di noi tutti: un individuo etichettato come "matto" e quindi messo ai margini. Benissimo, ma anche qui mi mancano gli stessi ingredienti: un qualcosa che mi mostri come questo individuo si è automaticamente escluso dalla società fino alla sua sconfitta definitiva. Per ora, per me, è un pollice ni.
9) Il ritratto di Ryan Dragoi, di Roberto Masini
La parola chiave che spiega il mio rapporto con questo racconto è: EMPATIA. Non sono riuscito a stabilire un contatto, mi è rimasto tutto molto esterno e di sicuro ha contribuito la mia non sufficiente conoscenza delle opere che volevi citare. Quindi devo fermarmi alla valutazione spiccia e sì, trovo anch'io che il primo omicidio sia stato quasi buttato, zero tensione e pathos. Da lì in avanti è un accelerare e continuare a buttare carne sul fuoco, ma il tutto lo fa sembrare più una prima sinossi che altro. Concludendo, pollice ni, questa volta.

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