La tana nel bosco

Appuntamento a lunedì 19 novembre con Stefano Paparozzi e il suo tema per una nuova serata all'insegna della scrittura!
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White Duke
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La tana nel bosco

Messaggio#1 » lunedì 19 novembre 2018, 22:40

La tana nel bosco
Nicola Digirolamo

La coniglia si avvicinò all’ingresso della tana e spostò la terra che copriva l’apertura. Si guardò indietro, pensando ai cuccioli che dormivano nelle profondità .
Avevano pochi giorni e non li aveva mai lasciati. Avrebbe preferito rimandare quel momento, ma non poteva più farne a meno: doveva nutrirsi per allattare, e le scorte erano finite.
Il sole era già calato e il bosco era buio perché non c’era la Luna, le condizioni erano ottimali e decise di uscire. Con le zampe posteriori spostò della terra, stavolta per ricoprire l’entrata della tana, e dopo essersi accertata che l’apertura fosse chiusa e mimetizzata si addentrò tra gli alberi.
Decise di rimanere in zona e di non allontanarsi troppo. Non voleva rischiare. Se le fosse accaduto qualcosa per i cuccioli sarebbe stata la fine, non sarebbero mai riusciti a sopravvivere da soli.
Si muoveva al buio con estrema dimestichezza, saltellando agevolmente nel sottobosco e mimetizzandosi grazie al suo manto fulvo.
Riuscì a trovare ottime verdure, del fieno, e perfino un po’ di frutta deliziosa. Fu una ricerca davvero proficua.
Quando fu sazia decise di ritornare, fino a quel momento le era andata bene e avendo mangiato a sufficienza non c’era motivo di rischiare ancora.
Quasi arrivata all’apertura della tana si immobilizzò: i suoi sensi avevano captato qualcosa. Lentamente si avvicinò all’ingresso della tana da una posizione sottovento, per non far captare all’intruso il proprio odore, e al contempo percepire meglio il suo. Voleva essere sicura, ma ormai purtroppo temeva di aver capito.
In vista della tana le sue paure diventarono realtà: un furetto! Un dannatissimo furetto! Il suo più temuto e odiato avversario. E stava guardando proprio l’ingresso della tana!
Aveva intuito tutto?
Sì, non potevano esserci dubbi, stava fiutando proprio la sua tana.
Stranamente quel furetto non sembrava avere intenzione di entrare. Probabilmente pensava di tornare con altri membri del suo branco.
Bisognava agire subito. Poteva fronteggiarne uno, ma contro un’intera famiglia di furetti arrabbiati non avrebbe avuto nessuna possibilità.
Muovendosi silenziosamente si portò in una posizione sopraelevata, mantenendosi sottovento per non farsi scoprire.
Fece appello a tutto il suo coraggio e si lanciò sul nemico, cogliendolo di sorpresa e mordendolo sul collo con tutta la sua forza. I suoi potenti incisivi riuscirono a penetrare la carne del furetto, stordendolo, poi la coniglia lo morse ancora e ancora. Il sangue fluiva copioso dalla ferita e il nemico si dimenava in preda agli spasmi.
Poi il predatore smise di muoversi e la coniglia capì che era morto. Ora doveva spostare il cadavere perché sicuramente gli altri del branco lo avrebbero cercato.
Fortunatamente il furetto era poco più di un cucciolo e riuscì a muoverlo con facilità, del resto se fosse stato un maschio adulto difficilmente avrebbe potuto averne ragione.
Rientrata nella tana trovò i cuccioli svegli e si accasciò vicino a loro, riscaldandoli e nutrendoli.


Portate dei fiori sulla tomba di Algernon

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antico
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Re: La tana nel bosco

Messaggio#2 » lunedì 19 novembre 2018, 23:21

Ciao White! Prima cosa: mi scuso per l'ultima edizione perché ho visto il tuo messaggio privato solo a cose fatte. Controllo raramente il pm e mi affido molto a facebook, ma è senz'altro un errore mio. Detto questo: tutto ok con i parametri, buona Paparozzi Edition!

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Rionero
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Re: La tana nel bosco

Messaggio#3 » mercoledì 21 novembre 2018, 12:37

Caro White,

il tema del tuo racconto è interessante: la doppia figura della madre che da la vita, ma che per proteggere i propri pargoli può anche toglierla. Oltretutto la scelta di un coniglio - animale tradizionalmente associato alla tenerezza, innocenza e prolificazione - per incarnare questo ruolo è certamente interessante.
Lo stile si adatta a questo, rincorrendo l'immagine tradizionale del coniglio (saltellando, frutta deliziosa ecc. sono tutti termini che mi riportano a quell'ambito semantico di pace), non accelerando neanche - nonostante l'occasione - nel momento dell'attacco che rimane una scena con tante potenzialità (l'allegro coniglietto portatore di morte e distruzione era interessante) forse poco sfruttate, anche con la scelta del nemico-cucciolo.
Insomma, credo che avresti potuto osare molto di più, soprattutto in termini di stile, per rendere avvicente il racconto.

A rileccerci!

Claudio

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SalvatoreStefanelli
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Re: La tana nel bosco

Messaggio#4 » mercoledì 21 novembre 2018, 16:28

Storia interessante. Trasporre in forma di coniglio quello che normalmente si dice delle mamme umane. Ambientazione perfetta, tutto normale. Ci si aspetta la sorpresa e questa arriva. Sembra tutto bene, ma c'è un ma, quello stesso che mi pare di capire ti abbia già fatto notare Rionero: un cucciolo? Sembra un assassinio più che una difesa dei propri cuccioli. Anche la tranquillità con cui la madre entra nella tana... non ci sta. Il sangue del furetto morto lascia una traccia che la coniglia sa bene quanto pericolo possa portare. Penso che avresti potuto trovare un finale più deciso.

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Il Calmo
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Re: La tana nel bosco

Messaggio#5 » giovedì 22 novembre 2018, 0:25

Ciao Nicola.
Ho letto il tuo racconto più volte per cercare di superare la prima impressione che mi aveva pervaso ma purtroppo non ci sono riuscito.
Il racconto per me proprio non funziona a vari livelli.
Il primo livello è il contenuto. L’idea era quella di descrivere uno spaccato di vita animale, dove la madre si sacrifica per i figli o in ogni caso rischia la vita per essi e fin qui nulla da eccepire. Il problema è che il tutto resta piatto, senza sussulti e con la scena della lotta poco credibile. La coniglia che aggredisce il piccolo furetto è un’immagine che proprio mi riesce difficile da immaginare. Il finale non ha colpi di scena e ci può stare (tutti ci saremmo immaginati la morte della coniglia), però venendo a seguito di una storia monocorde finisce per essere ancora più piatto secondo me.
Il secondo livello è lo stile, pieno di aggettivi, puntualizzazioni e ripetizioni.
Faccio degli esempi: decise di uscire, decise di rimanere in zona, decise di ritornare, da una posizione di sottovento, si mise sottovento ecc ecc.
Allo stesso modo ci sono tanti incisi che spezzano il ritmo, come l’intera penultima frase dove lei sposta il furetto, che è una cosa che potresti tranquillamente togliere per arrivare più agilmente al finale.
Ecco questa la mia analisi, nulla di personale ovviamente, è solo il mio parere che spero possa essere utile.

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White Duke
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Re: La tana nel bosco

Messaggio#6 » giovedì 22 novembre 2018, 8:11

Il Calmo ha scritto:Ciao Nicola.
Ho letto il tuo racconto più volte per cercare di superare la prima impressione che mi aveva pervaso ma purtroppo non ci sono riuscito.
Il racconto per me proprio non funziona a vari livelli.
Il primo livello è il contenuto. L’idea era quella di descrivere uno spaccato di vita animale, dove la madre si sacrifica per i figli o in ogni caso rischia la vita per essi e fin qui nulla da eccepire. Il problema è che il tutto resta piatto, senza sussulti e con la scena della lotta poco credibile. La coniglia che aggredisce il piccolo furetto è un’immagine che proprio mi riesce difficile da immaginare. Il finale non ha colpi di scena e ci può stare (tutti ci saremmo immaginati la morte della coniglia), però venendo a seguito di una storia monocorde finisce per essere ancora più piatto secondo me.
Il secondo livello è lo stile, pieno di aggettivi, puntualizzazioni e ripetizioni.
Faccio degli esempi: decise di uscire, decise di rimanere in zona, decise di ritornare, da una posizione di sottovento, si mise sottovento ecc ecc.
Allo stesso modo ci sono tanti incisi che spezzano il ritmo, come l’intera penultima frase dove lei sposta il furetto, che è una cosa che potresti tranquillamente togliere per arrivare più agilmente al finale.
Ecco questa la mia analisi, nulla di personale ovviamente, è solo il mio parere che spero possa essere utile.


Ciao, nessun problema per le critiche, so che non è nulla di personale. Però sul fatto che è difficile che un coniglio attacchi un furetto ti devo correggere. Coniglio e furetto in natura sono nemici giurati, nella maggior parte dei casi il coniglio è preda e il furetto predatore (per l’ovvio motivo che uno è erbivoro e l’altro carnivoro), ma la regola non sempre viene rispettata, dipende dal caso. Un coniglio nano sicuramente di fronte ad un furetto se la darebbe a gambe perche non avrebbe nessuna possibilità e punterebbe tutto sulla sua maggiore velocità nella fuga. Per contro un coniglio neozelandese o un gigante della Patagonia (un bel pelosone da 6-7 kg con un morso che può staccare un dito ad un essere umano) non avrebbero problemi a mettere KO un furetto se si sentono minacciati. Quindi la scena descritta non è poi così improbabile.
Portate dei fiori sulla tomba di Algernon

viviana.tenga
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Re: La tana nel bosco

Messaggio#7 » venerdì 23 novembre 2018, 18:16

Ciao Nicola,
Ammetto che il racconto non mi ha convinto molto. L'ho trovato un po' piatto, una descrizione di eventi abbastanza asettica, con troppi avverbi e precisazioni superflue (es:"per i cuccioli sarebbe stata la fine, non sarebbero mai riusciti a sopravvivere da soli", quando sarebbe bastato "per i suoi cuccioli sarebbe stata la fine", o "Fu una ricerca davvero proficua", quando lo si capiva già dalla frase prima). Anche il finale mi sembra che non riesca ad avere il pathos che dovrebbe, forse perché non abbiamo mai l'impressione che la mamma-coniglia possa non riuscire a sconfiggere il furetto (un minimo di lotta potrebbe aiutare in questo senso). Insomma, secondo me c'è ancora da lavorarci.

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AmbraStancampiano
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Re: La tana nel bosco

Messaggio#8 » venerdì 23 novembre 2018, 22:31

Ciao Nicola, piacere.
Il tuo racconto naturalistico è stato davvero una piacevole sorpresa. Ho molto apprezzato le intenzioni narrative e anche la scelta di conigli e furetti per rappresentare la natura tenera e crudele della madre.

Concordo con chi dice che però il tono è un po' troppo monocorde; intendiamoci, nelle descrizioni naturalistiche come i documentari quel tono (e anche le specificazioni e le ridondanze come "per i cuccioli sarebbe la fine!") è perfetto, ma da un racconto breve ci si aspetta qualcosa di diverso a livello di ritmo e tono. Anche lo stile in questo caso è sporchino, e gli aggettivi messi prima dei verbi e le forme verbali indirette (come "decise di fare") rallentano di molto la lettura e il ritmo generale della narrazione.
Un altro punto in cui avresti potuto osare con una descrizione un po' più serrata degli avvenimenti è il combattimento contro il furetto, che risulta un po' buttato lì, mentre dovrebbe essere il momento di tensione massima.

Nella summa, lo trovo un lavoro davvero interessante e molto migliorabile con accorgimenti piccoli e una bella sfoltita di aggettivi e verbi.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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giancarmine trotta
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Re: La tana nel bosco

Messaggio#9 » sabato 24 novembre 2018, 11:06

Ciao Nicola e ben trovato.
Le mie impressioni sono simili a quelle di chi mi ha preceduto. Per non essere inutilmente ripetitivo, vorrei utilizzare questo spazio per suggerirti una strada. Mi spiego: la storia che ci proponi è adatta al tema del mese, perché ci mostri un punto di vista, anche molto particolare. Ciò che manca, secondo me, è un taglio. Poteva essere ironico, oppure grottesco, o ancora romantico, eccetera eccetera.
La scelta è tua e dipende dall'indole, da ciò che ti riesce meglio e da ciò che avresti voluto comunicare.
Spero di esserti stato utile, alla prossima,
G.
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DandElion
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Re: La tana nel bosco

Messaggio#10 » sabato 24 novembre 2018, 23:59

Il mio più caro amico ha una gatta e una furetta, con questo racconto mi hai ricordato che una signora dal veterinario era convinta che i conigli mangiassero i furetti e non il contrario.. Lui è stato abbastanza convincente, con una mossa del tipo: " se vuole facciamo la prova a chi dei due sopravvive".. btw il racconto è in pieno tema. Calzante la psicologia della coniglietta, realistica la successione degli eventi e buona la sottolineatura del "era quasi un cucciolo". Meno plausibile che il furetto voglia tornare in branco, ma non ci interessa.. Tutto sommato una prova in linea col tema, manca forse un momento in cui ci sia un salto, un "gasp!" o uno "wow"..
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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willy
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Re: La tana nel bosco

Messaggio#11 » mercoledì 28 novembre 2018, 18:21

Ciao Nicola,
questo tuo racconto è scritto con dovizia di particolari. Forse troppi. Qui sta l’inghippo. Cerco di spiegarmi: ogni azione è descritta nel dettaglio e quindi l’insieme prende un taglio più da documentario che da racconto vero e proprio. Anche la scena dell’uccisione, nonostante il sangue e tutto il resto, rimane comunque una scena con poco ritmo. Te lo dico perché anch’io ho sempre apprezzato di più i commenti sinceri e costruttivi di quelli al miele che lasciano il tempo che trovano.
Occhio alle ripetizioni che sfuggono, un esempio:

Il sole era già calato e il bosco era buio perché non c’era la Luna, le condizioni erano

Molto bella l’ambientazione, l’aria che si respira e la delicatezza di alcune scene.

Fabio84
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Re: La tana nel bosco

Messaggio#12 » giovedì 29 novembre 2018, 13:40

Ciao Nicola,
fortunatamente i conigli ce l'hanno fatta... ma povero furetto!
Secondo me è molto difficile fare un racconto sugli animali perché bisogna trovare il giusto compromesso tra quello che fa e quello che pensa, con il rischio di umanizzarlo troppo se ci si vuole attenere soltanto al solo aspetto "naturale".
Ci sono alcune ripetizioni qua e là (es. proprio la sua tana... proprio la sua tana).

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Andrea Partiti
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Re: La tana nel bosco

Messaggio#13 » giovedì 29 novembre 2018, 14:31

Il racconto non mi convince del tutto.
Scegli di umanizzare gli animali, ed è molto classico come espediente, ma non lo fai completamente. Lasci la coniglia priva di empatia e ancora succube del suo lato animale. Diventa difficile per me-lettore sia empatizzare con l'uccisione per difesa che considerarlo un aspetto della dura vita in natura.
Lo stile non aiuta, perché racconti in maniera distaccata e con delle strutture un po' pesanti da leggere, ripetitive, soprattutto dove ti soffermi con deduzioni e spiegazioni che potresti lasciare a chi legge. Finisci per allontanarci ancora di più dalla scena. Forse buttarci direttamente nella testa della protagonista sarebbe stato più immediato.

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antico
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Re: La tana nel bosco

Messaggio#14 » domenica 2 dicembre 2018, 14:53

Si legge bene, ma si arriva alla fine e si rimane incerti, perlomeno a me è successo così. Più che un racconto, è uno spaccato della vita di questa madre coniglio, il tutto presentato quasi dal punto di vista di un documentarista che riprende il tutto, non fosse che in più punti il pdv è più ravvicinato, quasi intimo. Ecco, in questo è poco coerente e il mix finale non può che risultare non convincente, al netto del fatto che sai scrivere e che quindi leggerti è più che piacevole. Come valutazione mi devo fermare a un pollice ni perché non è giudicabile negativamente, ma neppure positivamente. Serve qualcosa in più che gli dia gusto e direzione, ovviamente a mio parere.

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