Quid est veritas?, di M. Caterina Mortillaro

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antico
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Quid est veritas?, di M. Caterina Mortillaro

Messaggio#1 » mercoledì 12 dicembre 2018, 18:35

In questo tread si potrà commentare il racconto, finalista URANIA SHORT 2018, Quid est veritas?, di M. Caterina Mortillaro. Per leggerlo dovrete recuperarlo nella pubblicazione che lo contiene: URANIA 1660 - SIMBIONTI. Potete trovarla, oltre che nelle librerie e nei giornalai, anche in tutti i principali store digitali.

L'autrice potrà, a sua discrezione, partecipare o meno al dibattito.



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Emiliano Maramonte
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Re: Quid est veritas?, di M. Caterina Mortillaro

Messaggio#2 » mercoledì 12 dicembre 2018, 23:38

Non ci siamo. Questo racconto mi ha lasciato molto perplesso. Primo: ancora la realtà virtuale! Ma basta! Sono 40 anni che se ne parla, e, nonostante sia un tema più che mai attuale (siamo in piena era ipertecnologica), odora di stantio. Oltretutto i riferimenti cyberpunk, strano a dirsi, sono anacronistici e superati già dal 1999, quando Matrix ha totalmente ridisegnato e reinventato l'immaginario in questo ambito. In buona sostanza, l'autrice zoppica sulla base di due debolezze: il voler basare la trama tutta sulla realtà virtuale (in questo, ad esempio, Ready Player One di Spielberg è vincente perché, pur utilizzando un tema fantascientifico logoro, tuttavia lo caratterizza con riferimenti "nerd" e con la nostalgia per un'epoca ingenua e ricca di novità), e l'ostinato non detto che, sì, dà la sensazione di un dilemma (dov'è la verità?) ma il dilemma non c'è, anzi! E' il lettore che non riesce a distinguere dove sia la verità o quale sia la realtà poiché è l'autore che non glielo dice, e non il personaggio a non capirlo! Inoltre, indispettisce il tentativo di voler dare a tutti i costi una parvenza di innovazione con la scansione dei paragrafi come se fosse una sceneggiatura... ce n'era davvero bisogno?
Il vero merito di questo racconto è - stringi stringi - quello di porsi degli interrogativi, che, in fondo, sono dei capisaldi della fantascienza e che, ciclicamente, ritornano a inquietare schiere e schiere di lettori. Per il resto tutto rimane un po' in sospeso, fino a un finale inconsistente e monco.

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Peter7413
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Re: Quid est veritas?, di M. Caterina Mortillaro

Messaggio#3 » martedì 18 dicembre 2018, 19:14

Il tema qui è quello della dipendenza. Ho pensato subito ai videogiochi e al perdersi nella realtà virtuale, ma il vero rimando, a mio parere, è a STRANGE DAYS e al suo SQUID. Detto questo, con le polemiche dovute alle miopi dichiarazioni recenti di Calenda (ed essendo io stesso un appassionato di videogiochi) mi sono sentito inizialmente aggredito dal messaggio, sbagliando. Ripeto: qui si parla di dipendenza e di fuga dalla realtà verso altro che potrebbe avere mille forme diverse, ma sempre quello è. Nel finale il messaggio è esplicitato dal "raggiro" amorevole perpetrato dalla madre al protagonista e questo indirizza parecchio il racconto, cosa che non deve essere vista necessariamente come un male in quanto l'autrice, per come è arrivato a me, questo voleva fare e questo ha fatto, considerazione che rende il racconto riuscito e assolutamente apprezzabile. Riguardo alla suddivisione in capitoletti con titoli simil sceneggiatura, anche qui la ritengo una scelta corretta e funzionale perché aiuta nello spersonalizzare le giornate sempre diverse eppure uguali del protagonista, cosa che lo porta a non vedere differenze tra reale e non reale e quindi a perdersi.

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angelo.frascella
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Re: Quid est veritas?, di M. Caterina Mortillaro

Messaggio#4 » martedì 18 dicembre 2018, 22:53

Dei tre racconti questo è quello che mi convince di meno. Ripesca un argomento trito e ritrito senza aggiungervi niente. Inoltre la sua struttura con i continui cambi di ambientazione in uno scritto così breve, impedisce al lettore di entrare nella storia. D'accordo, il tema è quello, ma si sarebbe potuta applicare la sempre efficace regola del tre per spiegare il concetto (tre realtà diverse, magari con un rimpallo fra l'una e l'altra) rendendo il tutto meno dispersivo e più compatto.
L'effetto è peggiorato dall'assenza di una caratterizzazione efficace del personaggio che potrebbe aiutare a immedesimarsi.

friday
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Re: Quid est veritas?, di M. Caterina Mortillaro

Messaggio#5 » sabato 22 dicembre 2018, 16:10

Riporto quanto scritto sul mio blog (https://settequattro.wordpress.com/2018/12/22/tre-racconti-finalisti-al-premio-urania-short/).
La realtà virtuale e i videogiochi possono fare brutti scherzi e a un certo punto potresti non capire più cosa è reale e cosa no. Tema interessante, visto e rivisto molte volte, tanto che dalle prime righe si intuisce un po’ tutta la trama. Non riesco a vedere quell’elemento originale che evidentemente la giuria ha visto (altrimenti non l’avrebbe inserito tra i finalisti). La scrittura è di qualità, la caratterizzazione delle scene in modo cinematografico, come se fossero una sceneggiatura, aggiunge una sensazione di obiettività che si scontra con il punto di vista della narrazione. Dei tre, è quello che mi è piaciuto di meno.

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Gennibo
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Re: Quid est veritas?, di M. Caterina Mortillaro

Messaggio#6 » sabato 29 dicembre 2018, 18:41

Di questo racconto mi è piaciuto il ritmo, lo stile della scrittura e lo svolgimento della trama. Non ho trovato il tema originale. Non è il mio preferito, ma posso capire che le caratteristiche sopracitate siano state sufficienti a sceglierlo come uno tra i migliori.

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Marco Travaglini
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Re: Quid est veritas?, di M. Caterina Mortillaro

Messaggio#7 » martedì 1 gennaio 2019, 22:08

Anche a me, dei tre racconti, questo è quello che è piaciuto meno. So cosa sia la dipendenza da videogame (ok, non da realtà virtuale), e sinceramente non ritrovo in questo racconto nessun elemento che mi sia familiare. L'estrema diversità di ogni scena va proprio contro quello che è la dipendenza, che invece a mio parere dovrebbe tendere a focalizzarsi sulla ripetizione. In questo senso è buona quindi la ricerca di pattern conosciuti nella colonia. Ma sinceramente, la madre che compare all'improvviso tramite lettera, senza nessun indizio precedente, mi ha fatto cadere un pochino le braccia.

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