Primo impiego
Inviato: martedì 18 dicembre 2018, 1:29
- Ci sarà l’ora dei lupi e degli scudi frantumati quando l’era degli uomini arriverà al crollo, ma non è questo il giorno! – trillò il piccolo elfo, ficcandosi in mezzo al marciapiede. Gli porse un volantino.
- Ma levati dal cazzo! – lo rimbeccò Stefano, allontanandolo con un calcio. Il folletto volò con uno squittio in mezzo al selciato ed esplose in una poltiglia verde quando un cocchio trainato da lupi mannari lo investì.
Gli stava bene: non ne poteva più di quei cosi e la loro propaGandalf asfissiante.
Guardò la clessidra da polso, doveva muoversi. Era quasi orario di chiusura e l’ufficio collocamento si trovava soltanto a un paio di quartieri di distanza.
Sollevò il cappuccio per mimetizzarsi ma non servì: le sue origini umane erano troppo evidenti.
- Vota per il lato oscuro – si avvicinò un Sith, tentando di ammaliarlo. Gli fece fluttuare di fronte un santino di Darth Vader.
- Lo farò – acconsentì lui pur di levarselo di torno. Accelerò il passo e finalmente raggiunse destinazione.
Il centro lavoro brulicava di ogni tipo di spiritello e alieno che poteva immaginare.
Si diresse alla macchina per i biglietti e pigiò il tasto riservato agli umani: “U-1”. Si sedette in sala di aspetto, accomodandosi tra un mago dal barbone bianco e dall’aria sconfortata e un vampiro sdentato tremendamente pallido. Sbirciò il giornale che leggeva lo stregone: il partito dei Grifondoro si era alleato con gli Jedi, un patto che avrebbe potuto portarli al governo.
Il vecchio parve accorgersi di lui e ripiegò il giornale, serrandoselo tra le gambe.
Il vampiro dovette capire quanto era successo e ridacchiò.
- Cosa c’è da ridere? – s’infastidì Stefano. Un succhiasangue senza canini non gli faceva certo paura.
- Niente, niente, caro amico. Che ci fai qui?
- Cerco lavoro – tagliò corto.
- Le elezioni fi ftanno mettendo male per voi umani e cerchi rimedio. – Quell’impiccione lo aveva capito subito: il Partito Oscuro non vedeva di buon occhio gli uomini capitati nel loro mondo. La loro prima mozione avrebbe ostracizzato tutti gli umani che non avessero avuto un impiego.
- Ftavo penfando di aiutarti.
- In che modo? – domandò Stefano.
Il vampiro si leccò le labbra: - Potrei trasi]ff[/i]ormarti in un vampiro, farefti dei noftri. Capito l'inghippo?
Lui rise di gusto: - Ma chi? Tu? Senza denti?
L’altro non parve affatto offeso e tirò fuori dal mantello nero una dentiera con canini d’oro: - Mio figlio mi ha prestato questa: roba da giovani, un po’ pacchiana. Mi vergono di metterla in pubblico.
- Magari un’altra volta – ai congedò Stefano. Il tabellone luminoso trillò e indicò il suo turno. Salutò il non morto con un cenno e si diresse al banchetto dove lo aspettava uno xenomorfo dall'aria annoiata.
- Documenti – borbottò svogliato l'essere chitinoso, aprendo una feritoia nel vetro che li separava.
Un odore di putrido, come di erba marcia, fece fremere le narici di Stefano. Mise i documenti nel pertugio e l'alieno li prese tra le sue grinfie.
- Lei è un umano, signor Stefano Proletti – sbavò.
- Sì, sì! – si spazientì.
- Dagli archivi vedo che è arrivato un anno fa.
Stefano se lo ricordava bene. Anni passati tra World of Warcraft, flame da nerd per insultare i trekkies e sessioni lunghe giorni di Dungeon & Dragons gli avevano tolto parte della sua. In qualche modo la distanza affettiva che lo separava dal resto degli umani si era concretizzata.
- Esatto! Ora possiamo arrivare al sodo. Sto cercando un impiego, qualunque cosa. Potrei pulire la cacca dei draghi, sventrare rane per la Maghi Corporation. Datemi qualcosa da fare!
- Signor Proletti, tutte le assunzioni sono state bloccate per gli umani. Una decisione del governo di transizione.
- Ma è un’ingiustizia! – urlò lui, battendo i palmi sul vetro.
- Ha avuto un anno di tempo per farlo. Poteva pensarci prima – sentenziò l'alieno.
Stefano se ne andò ribaltando la sedia a terra.
Nella sala d’aspetto c’era ancora il vampiro.
Stefano gli si sedette accanto e snudò il collo: - Presto, prima che faccia giorno!
- Ma levati dal cazzo! – lo rimbeccò Stefano, allontanandolo con un calcio. Il folletto volò con uno squittio in mezzo al selciato ed esplose in una poltiglia verde quando un cocchio trainato da lupi mannari lo investì.
Gli stava bene: non ne poteva più di quei cosi e la loro propaGandalf asfissiante.
Guardò la clessidra da polso, doveva muoversi. Era quasi orario di chiusura e l’ufficio collocamento si trovava soltanto a un paio di quartieri di distanza.
Sollevò il cappuccio per mimetizzarsi ma non servì: le sue origini umane erano troppo evidenti.
- Vota per il lato oscuro – si avvicinò un Sith, tentando di ammaliarlo. Gli fece fluttuare di fronte un santino di Darth Vader.
- Lo farò – acconsentì lui pur di levarselo di torno. Accelerò il passo e finalmente raggiunse destinazione.
Il centro lavoro brulicava di ogni tipo di spiritello e alieno che poteva immaginare.
Si diresse alla macchina per i biglietti e pigiò il tasto riservato agli umani: “U-1”. Si sedette in sala di aspetto, accomodandosi tra un mago dal barbone bianco e dall’aria sconfortata e un vampiro sdentato tremendamente pallido. Sbirciò il giornale che leggeva lo stregone: il partito dei Grifondoro si era alleato con gli Jedi, un patto che avrebbe potuto portarli al governo.
Il vecchio parve accorgersi di lui e ripiegò il giornale, serrandoselo tra le gambe.
Il vampiro dovette capire quanto era successo e ridacchiò.
- Cosa c’è da ridere? – s’infastidì Stefano. Un succhiasangue senza canini non gli faceva certo paura.
- Niente, niente, caro amico. Che ci fai qui?
- Cerco lavoro – tagliò corto.
- Le elezioni fi ftanno mettendo male per voi umani e cerchi rimedio. – Quell’impiccione lo aveva capito subito: il Partito Oscuro non vedeva di buon occhio gli uomini capitati nel loro mondo. La loro prima mozione avrebbe ostracizzato tutti gli umani che non avessero avuto un impiego.
- Ftavo penfando di aiutarti.
- In che modo? – domandò Stefano.
Il vampiro si leccò le labbra: - Potrei trasi]ff[/i]ormarti in un vampiro, farefti dei noftri. Capito l'inghippo?
Lui rise di gusto: - Ma chi? Tu? Senza denti?
L’altro non parve affatto offeso e tirò fuori dal mantello nero una dentiera con canini d’oro: - Mio figlio mi ha prestato questa: roba da giovani, un po’ pacchiana. Mi vergono di metterla in pubblico.
- Magari un’altra volta – ai congedò Stefano. Il tabellone luminoso trillò e indicò il suo turno. Salutò il non morto con un cenno e si diresse al banchetto dove lo aspettava uno xenomorfo dall'aria annoiata.
- Documenti – borbottò svogliato l'essere chitinoso, aprendo una feritoia nel vetro che li separava.
Un odore di putrido, come di erba marcia, fece fremere le narici di Stefano. Mise i documenti nel pertugio e l'alieno li prese tra le sue grinfie.
- Lei è un umano, signor Stefano Proletti – sbavò.
- Sì, sì! – si spazientì.
- Dagli archivi vedo che è arrivato un anno fa.
Stefano se lo ricordava bene. Anni passati tra World of Warcraft, flame da nerd per insultare i trekkies e sessioni lunghe giorni di Dungeon & Dragons gli avevano tolto parte della sua. In qualche modo la distanza affettiva che lo separava dal resto degli umani si era concretizzata.
- Esatto! Ora possiamo arrivare al sodo. Sto cercando un impiego, qualunque cosa. Potrei pulire la cacca dei draghi, sventrare rane per la Maghi Corporation. Datemi qualcosa da fare!
- Signor Proletti, tutte le assunzioni sono state bloccate per gli umani. Una decisione del governo di transizione.
- Ma è un’ingiustizia! – urlò lui, battendo i palmi sul vetro.
- Ha avuto un anno di tempo per farlo. Poteva pensarci prima – sentenziò l'alieno.
Stefano se ne andò ribaltando la sedia a terra.
Nella sala d’aspetto c’era ancora il vampiro.
Stefano gli si sedette accanto e snudò il collo: - Presto, prima che faccia giorno!