È arrivato il momento più doloroso di tutto il contest, quando tocca per forza mettere tutti i pensieri in fila e tirare le somme, quando la matematica deve per forza rappresentare un'opinione...
Ora i commenti.
Storia di periferiaCiao, Sonia,
in quanto unica pulzella dell'Edizione, ho letto per primo il tuo racconto.
E che bel racconto!
Sei stata molto capace a descrivere la paranoia e la paura che letteralmente lacera la protagonista, dalla sua passeggiata al parco a casa della sua amica. Hai dosato i colpi di scena, dalla violenza familiare, alla prostituzione fino alla rivelazione finale, in un crescendo di orrore.
Il 'lieto' fine forse è allo stesso tempo scontato e sorprendente: da una parte noi lettori siamo lì a tifare per Tiziana, ma sotto sappiamo che raramente queste storie finiscono bene. Poi però arriva il capovolgimento. Avevamo tifato per la persona giusta.
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Ho provato a immaginare a come sarebbe stato se prima fosse uscita Tiziana scortata dai paramedici, con gli occhi stravolti a ripetere che era legittima difesa e se poi fosse stato condotto fuori in manette Gabriele, con il suo sorrisetto strafottente, che incontrato lo sguardo della protagonista magari diceva: "Non ho finito con lei. Poi tocca a te.". Molto americano, ma figurati che paranoia, DOPO...
Va beh, ma 'sti cazzi, lascia perdere,
il tuo racconto funziona benissimo così com'è, e ti ripeto: Brava per come hai fatto crescere la tensione e come hai descritto la periferia romana, che mio malgrado conosco, avendo vissuto per undici anni a prima valle e Monte mario.
Ottima prova!
Ti segnalo un po' di typo e una punteggiatura erratica, ma niente di trascendentale, una buona rilettura e si corregge tutto.
Bonus presenti ambedue.
Lamenti di panchinari cronici all'apertura del campionatoCiao, Giuseppe,
bentrovato. TI dico subito cosa ho apprezzato del tuo racconto: il fatto che tre identità diverse, accomunate da una passione condivisa, arrivano tutte a incontrasi al (Roxy) bar, ognuno diverso ognuno in fondo perso dentro i fatti suoi. È come se il destino li volesse far avvicinare. Per questo mi è mancato il quarto paragrafo, quello in cui i loro sguardi si sarebbero potuti incrociare, quello in cui le vite si iniziano a mescolare insieme.
Ho apprezzato l'idea di seguire le coscienze dei ragazzi, come se avessi prenotato un posto in prima fila nei loro pensieri.
Purtroppo ci sono cose che mi hanno fatto storcere il naso, una su tutte: parlano tutti alla stessa maniera. Insomma, abbiamo tre caratteri diversi, per estrazione, per studi, per età, e nessuno dei tre ha un intercalare caratteristico, un lessico diverso. Purtroppo sembra che siano la stessa persona, se non fosse che quel raccontano sono storie diverse. Prova a lavorare su questo frangente, cercando di marcare le differenze tra i tre protagonisti, che non vediamo, ma che dobbiamo SENTIRE in maniera diversa, tanto che le stesse scelte linguistiche diventano parte integrante del personaggio stesso.
TI rinnovo i complimenti per la scelta di affidare tutto a un flusso di coscienza 'controllato', che è sempre un'arma a doppio taglio, ma che ci sta. Bravo!
SOPHROSUNECiao, Rovignon,
bentrovato.
Il racconto è un bel mix di mitologia greca e punk urbano, con dei ellenici e lotta fra bande. L'idea di fondo mi piace non poco, l'ineluttabilità delle azioni dei protagonisti che sono comunque indirizzati e condizionati dalla volontà degli dei. E poi dall'altra parte, gli dei stessi, mai così mortali, sono lì che agonizzano nella speranza che qualcuno li veneri.
C'è tanto di american gods, ma non molto, perché qui non abbiamo delle vere e proprie divinità alternative che stanno prendendo il sopravvento. Ho apprezzato l'uso di Sophrosune (che non conoscevo, lo ammetto, e ogni volta che incontro qualcosa che non conosco, mi emoziono!), sia nello svolgimento del racconto sia nell'epilogo.
Purtroppo, qualche pezzo della trama è un po' stiracchiato: le motivazioni degli dei sono un po' deboli per voler creare tutto questo casino, ma d'altronde, una cosa che ci ha insegnato la mitologia greca è che gli dei non ci vanno tanto per il sottile, quindi mi aggrappo a questa convinzione.
Altro punto un po' debole è la realizzazione spezzettata. Non è tanto il cambio di punto di vista in valore assoluto che è eccessivo ma il fatto che associato a un racconto così breve perde proprio di significato. Spesso hai dedicato a un personaggio solo poche righe con un paio di battute di dialogo in cui la parte più pregnante e carica di significato la dice proprio l'interlocutore. Inoltre, cambiare il punto di vista in una serie di battute di dialogo con tanti personaggi non ha molto senso, perché non aggiunge davvero un nuovo punto di vista.
Un'altra cosa che ho notato è l'uso erratico e talvolta un po' fantasioso delle virgole. C'è un punto un cui a causa di una virgola mancata non stavo riuscendo a capire davvero cosa volessero dire i personaggi che parlavano, nella fattispecie, Zeus e Dionisios. Per la precisione, questa frase:
E dove deve essere Dionisos?
In realtà, credo che la frase giusta sia: E dove deve essere, (virgola) dioniosos?, in questa maniera sappiamo che l'interlocutore è appunto Dionisos e non l'oggetto del cercare. Analogamente, in altre parti del racconto, ho rilevato le stesse cose.
La storia è interessante e l'idea di fondo è molto accattivante, ma forse ci sono alcuni punti da rivedere. Se proprio vuoi tenere la struttura a cambi di punti vista, allora ti consiglio di allungare molto i singoli capitoli, cercando di entrare davvero nella testa di ciascuna voce narrante.
A rileggerci!
La cruenta panchinaAh! Quei bravi ragazzi!
Ciao, Roberto (detto anche Marco! :D ),
bentrovato.
Hai deciso di mettere in piedi una storia di mafia, prevaricazioni e amore famigliare, prendendo un po' dai soprano un po' dalla letteratura e dall'immaginario italo americano.
L'idea è bella, affascinante, e soprattutto in linea con il filone con cui ti stai misurando. Purtroppo, devo ammettere che la realizzazione è un po' altalenante. Ci sono delle fasi in cui scivoli nel tell, lasciando da parte lo Show, e altre che meriterebbero di un approccio action, sono quasi impalpabili. Forse dovresti ribilanciare tutto, per portare il racconto verso un versante più dinamico, così da far divertire il lettore in ogni parte.
Ah, dimenticavo: Il finale mi è piaciuto, a pure tanto. GOOD!
CHIAMAMI DANTECiao, David,
C'è Dante, è un cacciatore di Demoni spavaldo e borioso, insomma, Devil May cry?
A parte gli scherzi, il racconto è divertente, velocissimo e ben ritmato. Sembra un po' una puntata di supernatural fatta di acido. Come tu stesso hai ammesso, hai scritto tutto di fretta per lo scadere del tempo e un po' di vede:
- Il protagonista all'inizio si spoglia due volte (Mi levo camicia e pantaloni e vado in cucina... Vado in cucina, mi spoglio e butto la roba)
- Nel dialogo con la ficcanaso a un certo punto si sono incasinati gli interlocutori, quando Dante si scusa prima con il suo cliente e poi torna a rivolgersi alla donna
- La metonimia narrativa del ritorno a casa per sicurezza poteva essere preparata meglio e colorita un po'.
Ora, qua siamo a romperci i coglioni a vicenda per contratto, ma ti dirò che il racconto mi ha divertito dall'inizio alla fine, e questa forse è la cosa più importante. Ancora: leggere il tuo commento a Wlad, mi ha fatto capire che stai facendo le prove tecniche sulla creazione di questo personaggio: per quanto possa servire, ti dico che mi piace, a parte le considerazioni iniziali. Se vuoi farlo diventare un protagonista seriale, allora il riferimento a Devil May Cry potrebbe essere uno scoglio fastidioso. Le origini che hai accennato, la storia che si porta dietro, potrebbero essere degli elementi per fargli cambiare nome. Vedi un po' tu.
A presto!
PS: ma secondo te la felpa rosa di Mugnai la potrebbe indossare anche Nucera?
E ora la classifica, tanto odiata...
1 - Storia di periferia
2 - CHIAMAMI DANTE
3 - Lamenti di panchinari cronici all'apertura del campionato
4 - SOPHROSUNE
5 - La cruenta panchina