Svolta tricolore di Emiliano Maramonte
Inviato: martedì 22 gennaio 2019, 0:40
7 dicembre 2022, ore 20:03
Quando arrivarono gli spari, Valeria stava sorridendo.
Insieme a Michele stava facendo una passeggiata tra i negozi del centro addobbati a festa. Lui le aveva promesso un regalo di Natale da favola. Valeria aveva già adocchiato su un espositore oltre una vetrina lo smartphone che desiderava da tanto tempo.
Poi c’erano stati gli echi delle detonazioni e la felicità si era dissolta. I passanti intimoriti si stavano chiedendo cosa stesse succedendo. La commessa del negozio di telefonia uscì in strada e chiese lumi al barista di fronte.
Valeria si rintanò nell’abbraccio di Michele e gli chiese: «Cosa è stato?»
«Forse petardi, saranno dei ragazzacci…» provò a minimizzare lui, ma si notava che era inquieto. «Facciamo così, affrettiamo il passo verso il duomo.»
Lo seguì.
Ci fu una raffica di mitra neanche troppo lontana. Seguirono urla e clamore.
Valeria e Michele s’immobilizzarono proprio nel bel mezzo della piazza, con la gente in fuga tutt’intorno. A Valeria tremavano le gambe.
L’aria era scossa dall’abbaiare tonante di cani e dalle voci possenti di uomini che impartivano ordini.
Nella luce azzurrina dei lampioni comparvero personaggi fasciati da tute nere e caschi con visiere oscurate. Imbracciavano armi e le puntavano contro chiunque per radunare la gente in capannelli ordinati.
Michele prese l’iniziativa e attirò a sé Valeria, trascinandola di corsa in una strada laterale che conduceva dietro la cattedrale del duomo.
Valeria era sconvolta. Era sull’orlo delle lacrime, ma Michele le fece shhhhhh, invitandola con una carezza a non fiatare. «Ti porterò via da qui» la rassicurò.
Si nascosero dietro a una monovolume e restarono in attesa, tremanti e frastornati. I soldati erano dappertutto e mantenevano l’ordine con minacce urlate e fucili spianati, però sembravano ancora abbastanza distanti.
In quel momento le note aggressive di Smells like teen spirits eruppero dal cellulare di Michele. Lui lo tirò fuori dal cappotto con movimenti nervosi, cercando in tutti i modi di zittirlo, ma ottenne solo di attivare per sbaglio la comunicazione. Valeria udì dall’altoparlante le parole tormentate di una donna in preda al panico.
«Mamma, calmati!» disse Michele, accostando il telefono all’orecchio. «Cosa? Sì, li abbiamo visti. Mamma, stai bene?» La comunicazione s’interruppe all’improvviso.
La suoneria doveva aver attirato alcuni militari. «Chi va là!» intimò uno di loro. Valeria scorse le dense ombre degli anfibi al di là della monovolume.
Li trovarono e li portarono via. Valeria si dimenava e strillava. La separarono da Michele. La segregarono dietro a un muro di soldati ai bordi della piazza.
Una voce stentorea eruppe dalla filodiffusione della piazza e una trasmissione televisiva con un severo individuo in tuta mimetica occupò tutti gli schermi dei negozi.
«Italiani, l’auspicata svolta politica ha avuto luogo. Questo Comitato di Salute pubblica costituito da alti ufficiali ha posto fine allo sfacelo economico e morale durato trenta lunghi anni. Nelle prossime ore, con successivi bollettini, vi saranno indicati i provvedimenti più importanti e idonei a fronteggiare gli attuali squilibri della Nazione. Stiamo per riconsegnare il Tricolore nelle vostre mani. Viva l’Italia!»
Un soldato le fece cenno col fucile di muoversi. Valeria chiamò a squarciagola Michele, ma fu tutto inutile.
Quando arrivarono gli spari, Valeria stava sorridendo.
Insieme a Michele stava facendo una passeggiata tra i negozi del centro addobbati a festa. Lui le aveva promesso un regalo di Natale da favola. Valeria aveva già adocchiato su un espositore oltre una vetrina lo smartphone che desiderava da tanto tempo.
Poi c’erano stati gli echi delle detonazioni e la felicità si era dissolta. I passanti intimoriti si stavano chiedendo cosa stesse succedendo. La commessa del negozio di telefonia uscì in strada e chiese lumi al barista di fronte.
Valeria si rintanò nell’abbraccio di Michele e gli chiese: «Cosa è stato?»
«Forse petardi, saranno dei ragazzacci…» provò a minimizzare lui, ma si notava che era inquieto. «Facciamo così, affrettiamo il passo verso il duomo.»
Lo seguì.
Ci fu una raffica di mitra neanche troppo lontana. Seguirono urla e clamore.
Valeria e Michele s’immobilizzarono proprio nel bel mezzo della piazza, con la gente in fuga tutt’intorno. A Valeria tremavano le gambe.
L’aria era scossa dall’abbaiare tonante di cani e dalle voci possenti di uomini che impartivano ordini.
Nella luce azzurrina dei lampioni comparvero personaggi fasciati da tute nere e caschi con visiere oscurate. Imbracciavano armi e le puntavano contro chiunque per radunare la gente in capannelli ordinati.
Michele prese l’iniziativa e attirò a sé Valeria, trascinandola di corsa in una strada laterale che conduceva dietro la cattedrale del duomo.
Valeria era sconvolta. Era sull’orlo delle lacrime, ma Michele le fece shhhhhh, invitandola con una carezza a non fiatare. «Ti porterò via da qui» la rassicurò.
Si nascosero dietro a una monovolume e restarono in attesa, tremanti e frastornati. I soldati erano dappertutto e mantenevano l’ordine con minacce urlate e fucili spianati, però sembravano ancora abbastanza distanti.
In quel momento le note aggressive di Smells like teen spirits eruppero dal cellulare di Michele. Lui lo tirò fuori dal cappotto con movimenti nervosi, cercando in tutti i modi di zittirlo, ma ottenne solo di attivare per sbaglio la comunicazione. Valeria udì dall’altoparlante le parole tormentate di una donna in preda al panico.
«Mamma, calmati!» disse Michele, accostando il telefono all’orecchio. «Cosa? Sì, li abbiamo visti. Mamma, stai bene?» La comunicazione s’interruppe all’improvviso.
La suoneria doveva aver attirato alcuni militari. «Chi va là!» intimò uno di loro. Valeria scorse le dense ombre degli anfibi al di là della monovolume.
Li trovarono e li portarono via. Valeria si dimenava e strillava. La separarono da Michele. La segregarono dietro a un muro di soldati ai bordi della piazza.
Una voce stentorea eruppe dalla filodiffusione della piazza e una trasmissione televisiva con un severo individuo in tuta mimetica occupò tutti gli schermi dei negozi.
«Italiani, l’auspicata svolta politica ha avuto luogo. Questo Comitato di Salute pubblica costituito da alti ufficiali ha posto fine allo sfacelo economico e morale durato trenta lunghi anni. Nelle prossime ore, con successivi bollettini, vi saranno indicati i provvedimenti più importanti e idonei a fronteggiare gli attuali squilibri della Nazione. Stiamo per riconsegnare il Tricolore nelle vostre mani. Viva l’Italia!»
Un soldato le fece cenno col fucile di muoversi. Valeria chiamò a squarciagola Michele, ma fu tutto inutile.