Giorno d'esame

Appuntamento per lunedì 18 febbraio dalle 21.00 all'una con il Campione della Quinta Era di Minuti Contati: Raffaele Marra!
andyvox
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Giorno d'esame

Messaggio#1 » lunedì 18 febbraio 2019, 22:55

Giorno d’esame
Era un giorno speciale, e lei lo aspettava da tanto tempo. Lei avrebbe dovuto essere speciale, per l’occasione, e invece guardandosi nello specchio le sembrava che nulla fosse a posto. Il suono del citofono la richiamò alla realtà. Doveva andare. Si mise il rossetto, si diede due di colpi di spazzola, poi si precipitò fuori, senza nemmeno ricontrollarsi allo specchio.
- Nervosa? - le chiese l’uomo al volante.
- Non me la sento di parlare, ora. Andiamo, ti prego -
- Vedrai che tutto andrà bene. Dobbiamo avere fiducia nel ragazzo -
Lei gli fece segno di andare, brusca. Perché sembrava essere la sola a rendersi conto di quello che c’era in gioco? Senza replicare, l’uomo mise in moto. Era una giornata molto calda. L’uomo accese l’aria condizionata e alzò il volume della radio, lasciando alle note musicali il compito di riempire gli spazi vuoti tra loro.
Quando cominciarono a intravedere la sagoma bianca della Scuola, sentì la tensione crescere. L’ora si avvicinava. Guardò ostinatamente fuori dal finestrino, per sfuggire lo sguardo dell’uomo. Avrebbe voluto fumare, ma lui sarebbe stato contrario. La cosa avrebbe potuto fare una cattiva impressione.
Furono fatti accomodare in un salottino spoglio. Poi, un assistente li fece entrare nell’aula d’esame. La Commissione era schierata dietro un banco, il ragazzo era lì davanti, impeccabile nel suo completo grigio. Vedendolo, ebbe un tuffo al cuore. Lui fece un cenno nella loro direzione. Doveva essere parecchio nervoso pure lui. Poi, vennero fatti sedere, e l’esame ebbe inizio.
Fu tutto molto rapido. Venne quasi colta di sorpresa, quando l’assistente fece loro segno di uscire dall’aula, per attendere il giudizio. Mentre si rimettevano a sedere, l’uomo le strinse la mano:
- Andrà tutto bene. Il ragazzo è stato bravo -
- Sì, andrà tutto bene - replicò lei poco convinta.
“Bravo non basta”, pensò tra sé. In questi casi, bisognava essere perfetti. I minimi dettagli potevano fare la differenza, e lei non era sicura che tutto fosse andato proprio per il meglio. Cercò di ripercorrere le varie fasi della discussione, ma la sua mente era annebbiata.
Non dovettero aspettare molto. L’assistente uscì dall’aula, e li accompagnò alla postazione computerizzata, dove avrebbero potuto consultare l’esito. Fornì loro le password di accesso, poi si allontanò.
- Sei pronta? - fece l’uomo.
- Certo che sono pronta, dannazione. Vuoi sbrigarti? -
L’uomo digitò i codici di accesso, e sullo schermo del computer apparve il responso:
“Gentili coniugi Rambelloni,
Vi ringraziamo per la vostra partecipazione al Programma di Eccellenza. Le vostre risposte sono state attentamente valutate dalla Commissione. Purtroppo, ci spiace doverVi comunicare che dal raffronto con il Profilo Psicologico del candidato Rambelloni Fabrizio emergono ancora diverse incompatibilità, che potrebbero ostacolare il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal Programma. Pertanto, non riteniamo opportuno per il momento procedere al ricongiungimento familiare. Vi invitiamo a ripresentarvi per una valutazione successiva tra 36 mesi, a partire da oggi.
AugurandoVi una buona giornata, porgiamo distinti saluti”

Lei si mise ad urlare, mentre l’uomo la trascinava via. Avrebbe dovuto aspettare almeno altri tre anni, prima di poter riabbracciare suo figlio.


Andrea Pozzali

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antico
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#2 » lunedì 18 febbraio 2019, 23:18

Ciao Andrea e benvenuto a Minuti Contati! Sono risalito al tuo nome cercandoti su LA SFIDA, ma ricordati di firmarti anche qui (o, al massimo, di scrivermi in privato che vuoi rimanere anonimo, nel caso). Ti suggerisco di entrare nel gruppo fb di MC per godere appieno dell'edizione. Detto questo, tutto ok con caratteri e tempo! In bocca al lupo in questa Marra Edition!

andyvox
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#3 » lunedì 18 febbraio 2019, 23:22

Scusami, nella fretta mi sono dimenticato di mettere il mio nome ...
Andrea Pozzali

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Marco Travaglini
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#4 » martedì 19 febbraio 2019, 18:15

Ciao Andrea,
piacere di conoscerti. Di seguito le mie impressioni sul tuo racconto, sperando di essere utile.

La storia è senza dubbio avvincente, quest'idea della separazione dei figli dai genitori per raggiungere l'eccellenza, in particolare incontra i miei gusti e interessi personali.
Credo però che lo stile la penalizzi non poco. Mentre leggevo, c'era una parola che non faceva altro che rimbombarmi in testa: "l'uomo". Nel racconto viene ripetuto 8 volte, tanto che pensavo che dovesse significare qualcosa di particolare, ma alla fine era solo un sostantivo. In generale "lei", "uomo", "ragazzo" sono gli unici sostantivi che usi per indicare i protagonisti di questo bel racconto. "Ragazzo" in particolare può star bene in bocca all'uomo (che suppongo sia il padre), che pare davvero poco preoccupato di non rivedere suo figlio, così come ci può stare che la signora Rambaldi non chiami per nome il marito, di cui pare avere davvero poca considerazione in questo frangente, ma forse qualche sinonimo avrebbe aiutato. Quello che non capisco è come una madre che vive un dramma di questo tipo non abbia pensato a suo figlio chiamandolo per nome nemmeno una volta: scopriamo solo nel resoconto finale come si chiama "il ragazzo". Non so, mi viene il dubbio di non aver colto qualche chiave di lettura fondamentale.
In generale credo ci sia anche qualche "poi" di troppo, e forse l'ultimissima frase è una ripetizione di quanto detto nel responso, se non altro però ci conferma il fatto che Fabrizio sia suo figlio.
Uscendo fuori dalle considerazioni sullo stile, davvero molto bene la caratterizzazione della madre, l'ansia traspare fin dalla prima riga, così come la caratterizzazione del figlio, con quel semplice gesto che fa ai genitori. Meno il padre.
Per il tema non saprei, non credo sia pienamente centrato, ma, di nuovo, forse non ho colto qualcosa.

andyvox
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#5 » martedì 19 febbraio 2019, 21:21

Ciao Marco,

ti ringrazio molto per il tuo commento, cerco di rispondere alle tue osservazioni.
Per quello che riguarda il tema, "nulla è come sembra" è legato all'esame: dovrebbe sembrare un giorno di esame per il figlio (come l'esame finale della laurea), mentre l'esame in effetti viene fatto ai genitori. Se le risposte dei genitori non passeranno l'esame, non potranno rivedere il figlio. Dovrebbe essere una sorta di ribaltamento di ruoli: in questa scuola speciale, gli esaminati sono i genitori, non i figli.
Per quello che riguarda le scelte stilistiche, mi dispiace che non ti siano piaciute, ma erano tutte mirate a creare un'atmosfera quanto più possibile fredda e sgradevole, in tema con l'argomento del racconto.
La scelta di insistere sul vocabolo "l'uomo" vuole dare l'idea di una coppia ormai finita, che non ha più nulla da dirsi: per la protagonista quella persona non è più un marito, ma solo un estraneo. L'effetto voleva intenzionalmente creare fastidio, forse ho un po' esagerato :-)
Anche gli altri particolari sparsi nel racconto (il fatto che non parlino per tutto il tragitto, che lei non lo guardi in faccia, che lo tratti con freddezza) dovrebbero dare l'idea di una coppia in gravissima crisi. Per aumentare il senso "fine di una coppia", volutamente il marito è reso con tinte quasi macchiettistiche, come un guscio vuoto (praticamente dice solo una frase, ripetuta, in tutto il racconto). Per questo motivo non l'ho caratterizzato in alcun modo e ho cercato di dare comunque l'impressione di una persona superficiale.
Per quello che riguarda il fatto che la madre non usi il nome del ragazzo, temevo che introdurre un tocco di umanità di questo genere non si sposasse con il tono volutamente freddo e alienato del racconto.
Sull'uso del poi, ce ne sono quattro, nemmeno tantissimi, anche se in effetti almeno il terzo potevo eliminarlo. Sono d'accordissimo sulla frase finale: temevo anche io che potesse essere ridondante, ma l'ho messa per essere sicuro che alla fine la situazione fosse chiara.

Ciao e grazie,

Andrea
Andrea Pozzali

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Marco Travaglini
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#6 » martedì 19 febbraio 2019, 22:14

Ciao Andrea,
grazie mille dei chiarimenti, li apprezzo sempre moltissimo.
Ti confermo che più o meno tutto quello che volevi far trasparire è arrivato. Poi, come ti ho già detto, "l'uomo" per me era eccessivo, ma sono impressioni personali (l'immagine di coppia a fine corsa per me l'avevi mostrata già benissimo con altre immagini).
In bocca al lupo!

andyvox
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#7 » mercoledì 20 febbraio 2019, 22:13

Ciao Antonio,

piacere di conoscerti. Ti ringrazio per il tuo commento, in effetti ho voluto giocare il racconto più sulle atmosfere che sulla trama, mi fa piacere comunque che l'effetto sorpresa sia stato raggiunto. Il riferimento a Black Mirror mi ha incuriosito: immagino che tu ti riferisca alla serie televisiva, che peraltro non conoscevo e di cui ho appreso solo grazie a Wikipedia. Non sono un grande appassionato di serie tv, ma mi sa che a questo punto un'occhiata è d'obbligo.
Andrea Pozzali

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Emiliano Maramonte
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#8 » domenica 24 febbraio 2019, 17:20

Ciao Andrea!
Nel complesso il racconto mi ha colpito molto. Avendo una figlia, emotivamente il responso finale mi ha praticamente distrutto, e in questo il racconto ha fatto pienamente centro, come anche ha centrato pienamente (secondo me) il tema della competizione, in quanto sei stato bravo a camuffare tutta la vicenda sotto il manto di un esame accademico (almeno a me è sembrato così...), rivelatosi poi qualcosa di ben più drammatico.
E' ben scritto, non ho trovato grossi inconvenienti, solo il responso finale andrebbe alleggerito per renderlo ancora più asettico (rileggilo togliendo "vostra" e "purtroppo"...), però grosso modo le varie parti della storia mi sono parse equilibrate. Condivido le perplessità di qualche concorrente prima di me sull'uso eccessivo dei termini "uomo" e "ragazzo"... secondo me è dannoso usare questa strada per cercare di rappresentare il gelo nel rapporto di coppia o una spersonalizzazione di alcuni personaggi; i nomi devono esserci, tanto è la trama che parla da sé. In questo modo indispettisci il lettore. A me ha dato molto fastidio.
Per il resto nient'altro da aggiungere se non che mi ha fatto piacere provare a fantasticare sul contorno della vicenda da te raccontata, ossia come è stato possibile che la società si sia incattivita fino a questo punto? In che condizione vivono i protagonisti? C'è una dittatura? E perché c'è bisogno di un esame per i rapporti famigliari? In fondo non mi è importato poi molto dare risposte a queste domande, un po' perché capisco che con 3333 caratteri era impossibile rappresentare un'intero background narrativo e poi perché... va bene così, questi sospesi rendono più inquietante il racconto!
Per me, la valutazione è sufficiente.

In bocca al lupo!
Emiliano.

andyvox
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#9 » domenica 24 febbraio 2019, 18:21

Ciao Emiliano,

grazie per il commento, mi fa piacere in particolare che il racconto abbia fatto nascere le domande che riporti alla fine, perché era proprio quello lo scopo. Anche la tua lettura sull'esame accademico è giusta, volevo dare esattamente quell'impressione. Onestamente, non pensavo che non mettere dei nomi di persona potesse dare così fastidio, dal momento che è una tecnica usata in diversi racconti che sono considerati dei classici della letteratura e che a me piacciono alla follia. Dal momento che sei già la seconda persona che mi fa notare questa cosa come un difetto grave, devo evidentemente rivedere il mio pensiero su questo punto.
Andrea Pozzali

viviana.tenga
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#10 » mercoledì 27 febbraio 2019, 14:29

Ciao Andrea,
Secondo me, la scelta di usare degli asettici "uomo", "ragazzo" era di per sé buona per creare un'atmosfera di un certo tipo, rendere l'idea di una società distopica che annulla l'individuo.
Il problema è che, fin dalle prime righe, la cosa cozza un po' con una focalizzazione troppo interna sulle emozioni della protagonista. Se ti fossi tenuto più all'esterno (es: "rimase a lungo a guardarsi allo specchio con espressione incerta" invece che "le sembrava che nulla fosse a posto") secondo me avresti ottenuto un effetto migliore e più coerente.
Anche a me il racconto ha portato molta curiosità di saperne di più sul mondo in cui i personaggi vivono, e questo è un punto positivo. In ogni caso, i dettagli che dai sono sufficienti a inquadrare la vicenda, quindi da questo punto di vista il racconto funziona.

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Linda De Santi
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#11 » mercoledì 27 febbraio 2019, 20:33

Ciao Andrea, piacere di conoscerti!
Il racconto è scritto bene e ha un bello stile scorrevole. La prima parte, tutta giocata sul crescendo di mistero e tensione, mi è piaciuta molto. Ho apprezzato un po’ meno la seconda, in cui tutto sembra svolgersi un po' troppo in fretta. Mi sarebbe piaciuto sapere come mai il ragazzo si trova in una scuola d’eccellenza (lo hanno iscritto i suoi genitori, che poi si sono pentiti? Oppure l’iscrizione gli è stata imposta da qualcuno per qualche ragione?) e perché, nel mentre che la frequenta, non può avere contatti con i genitori. Delle motivazioni, anche minime, a questi aspetti, avrebbero dato maggiore consistenza a tutta la storia.
E' comunque un racconto molto piacevole da leggere, per cui ti faccio i complimenti. Alla prossima!

andyvox
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#12 » mercoledì 27 febbraio 2019, 20:59

Ciao Viviana,

grazie per il commento. Condivido la tua osservazione sulla focalizzazione, a mia parziale discolpa devo dire che la donna non chiama mai il figlio con il termine asettico "ragazzo", è solo l'uomo a farlo (e questo dovrebbe servire a renderlo superficiale e anche un po' antipatico, volutamente). C'è solo un "ragazzo" nella narrazione (quindi non pronunciato dal marito) perchè in quel punto proprio non sapevo come non usarlo

Ciao Linda,

grazie mille anche a te. Ovviamente, in pochi caratteri si faceva fatica a spiegare tutto, e certe domande le ho tenute volutamente in sospeso per lasciare anche spazio all'immaginazione di chi legge. Una cosa però avevo cercato di farla capire, nel messaggio finale che viene inviato ai genitori. Il figlio non può avere contatti con loro perché "emergono ancora diverse incompatibilità, che potrebbero ostacolare il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal Programma". In pratica, il contatto emotivo con i genitori impedirebbe al figlio di dare il meglio. I genitori devono quindi periodicamente essere analizzati (sono loro ad essere sotto esame, non lui), per essere sicuri che non condizionino il figlio, da qui anche altre allusioni sparse nel racconto (la cattiva impressione che farebbero presentandosi dopo aver fumato, la necessità di essere speciali, ecc.)
Andrea Pozzali

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DandElion
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#13 » giovedì 28 febbraio 2019, 17:52

Ciao!
Non mi sembra di averti mai incontrato, se sei nuovo, ben arrivato.

Il tuo racconto mi ha lasciato dei sospesi, quindi l'ho letto di nuovo, cosa che raramente faccio.
L'idea di separare genitori e figli per rendere i figli eccellenti mi riporta in un ambiente distopico che gradisco, ma non vedo il motivo di guadagnare un ricongiungimento per meriti. o ti levo il figlio e lo ridò adulto alla società e tutti siamo daccordo che il fattore emotivo non serve oppure se il fattore serve farti vedere tuo figlio una volta ogni 3 anni è dannoso per genitori e figli. btw. non si capisce su cosa è l'esame. non si capisce se il figlio debba sostenerlo al cospetto dei genitori (come sembra) o se anche i genitori sono interrogati (come traspare dalla lettera) non si capisce che "l'uomo" è il padre, non un tassista o un autista. Non c'è empatia tra lei e l'uomo, non ci sono abbracci, tentativi di conforto, ma una distanza tra i coniugi che non è conciliabile con lo struggimento di lei nel non riavere il figlio.. insomma l'idea è buona, ma la declinazione in my opinion è molto migliorabile.. Magari lavoraci su nel laboratorio ;)
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

andyvox
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#14 » giovedì 28 febbraio 2019, 20:28

Ciao DandElion,

ti ringrazio per il commento. Come già detto anche in altri messaggi sopra, la distanza tra i coniugi è voluta: i due si odiano, sono una coppia ormai finita, per questo lei utilizza il termine "uomo" per rivolgersi a lui. Quando lui alza il volume della radio per riempire il silenzio tra loro, quando lei non lo guarda in faccia, quando pensa che vorrebbe fumare ma non lo fa per non essere biasimata ... da questi elementi mi sembrava chiaro che tra i due ci fosse un legame un po' diverso di quello che ci può essere tra una signora e il suo autista, ma evidentemente mi sbagliavo. Non capisco poi come mai il fatto che i due non si sopportino non possa essere conciliabile con lo struggimento della donna nel non riavere il figlio, mi sembra che ci siano molte coppie che litigano (o si separano), nelle quali in ogni caso i genitori continuano a volere bene ai figli. L'esame ovviamente lo sostengono solo i genitori, che devono semplicemente dimostrare di non avere più nessun potere di condizionamento sul figlio, perchè questa è la regola della scuola ipotetica che volevo ritrarre: rivedi tuo figlio solo se siamo sicuri che non sei in grado di esercitare nessuna influenza su di lui.
Andrea Pozzali

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antico
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Re: Giorno d'esame

Messaggio#15 » lunedì 4 marzo 2019, 19:01

Qualche perplessità... L'esame coinvolgeva anche il figlio in quanto madre e padre sottolineano che lui è stato bravo, quindi non era una valutazione dei soli genitori, semmai una valutazione sull'effinità tra le parti, cosa impossibile da realizzarsi se il tempo di separazione aumenta. Credo che il problema più grande, qui, sia la necessità di una maggiore chiarificazione del contesto perché le informazioni che trapelano sono pari a zero e il lettore è lasciato a interpretazioni su elementi a questo puto secondari, quali la relazione tra i due supposti coniugi. Per come la vedo, il racconto necessita di una revisione importante e credo che il Laboratorio potrebbe rivelarsi molto utile. Pollice ni per me.

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