La signora che giocava a dadi

Appuntamento per lunedì 18 febbraio dalle 21.00 all'una con il Campione della Quinta Era di Minuti Contati: Raffaele Marra!
Lorenzo Diddi
Messaggi: 88

La signora che giocava a dadi

Messaggio#1 » lunedì 18 febbraio 2019, 23:14

La signora che giocava a dadi

Un mattino, ricevetti una telefonata da parte della signora che giocava a dadi. Recuperai tutto il necessario e mi incamminai verso casa sua. Una casetta piccola che stava sotto un ponticello, sopra il quale passava il treno ogni quindici minuti. Durante il tragitto, mi accorsi di aver preso il camice invece che l’impermeabile, gli occhiali piuttosto che la fisarmonica e qualche medicina rispetto alla boccetta di rum.
Con un leccalecca convinsi un tassista a portarmi all’indirizzo che dovevo raggiungere, in meno di quindici minuti. Il tassista era stato campione di slalom gigante in Friuli, in Liguria e nelle Marche e, quindi, procedeva spedito tra una corsia e un’altra di quelle strade a tratti a valle e a tratti a monte. Arrivato a destinazione, feci per aprire il portafogli per poterlo pagare, ma quello, senza indugio mi disse:
- Metta via. Non sono un tassista! Io non sono un bel nulla! - e sparì all’improvviso.
Un poco scosso, mi decisi a suonare al campanello. Quando mi fu aperta la porta di casa, la cara Elisabeth, figlia della signora che giocava a dadi, senza indugio mi accolse spargendo caramelle per il corridoio, che era lungo qualche chilometro. Conoscevo la vecchia Elisabeth da almeno un millennio; eravamo stati in clinica assieme. Eravamo entrati per la stessa ragione - Pazzi! - ci dicevano. Sta di fatto che, durante quegli anni, all’interno di quella enorme struttura piena di personaggi variopinti, mi specializzai e divenni medico.
- Congratulazioni al dottor Barattolo, che è entrato in manicomio come pazzo e ne esce come medico! - mi disse, apparentemente, qualcuno di mia conoscenza.
La vecchia Elisabeth, tuttavia, uscì dalla finestra e per questo, secondo alcuni, continuò a esser pazza. Ci ritrovammo una notte delle più blu, nel bel mezzo dell’immenso parco della città. Io ero andato li a pesca, lei per mirtilli. Il parco aveva un laghetto profondo qualche centinaio di metri e un area boschiva dove vivevano trapezisti o tutti quelli che evadevano dal manicomio attraverso la finestra.
- Illustre dott. Barattolo, che piacere vederti. La vecchia sta là - mi disse Elisabeth, dopo che aveva terminato le caramelle da lanciare in aria, che nel frattempo erano diventate piccoli aeroplani.
Mi avviai verso la stanza dove stava la signora che giocava a dadi. A un tratto, mentre stavo per varcare la soglia percepii un suono, come se qualcuno avesse dato un colpo di fisarmonica.
- Fermo li! - disse la vecchia - Lasciami almeno tirare il dado - proseguì.
Un poco scosso, rimasi fermo come una pietra, in attesa dell’esito del lancio. Passarono dieci minuti, poi altri cinque; nel frattempo arrivò il treno che fischiava e procedeva veloce – Sciagurato! – mi urlò il capotreno. Le pareti traballavano e la vecchia rideva come in preda alla follia.
- Il quattro! Puoi entrare, ma saltellando quattro volte con la gamba destra - mi implorò.
Improvvisamente, il panico. Mi accorsi di non saper distinguere l’orientamento spaziale.
- Fammi tirare. Vediamo cosa ne esce! – affermò la vecchia – In entrambi, il due. Quale dei due sei tu? – proseguì.
- Se non erro, il dottor Barattolo - dissi.
- Io non vedo un dottore, bensì un trapezista - rispose la vecchia, continuando a lanciare dadi per la stanza.


Lorenzo Diddi (Marra Edition del 18.02.2019)



Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: La signora che giocava a dadi

Messaggio#2 » lunedì 18 febbraio 2019, 23:20

Ciao Lorenzo! Tutto regolare con i parametri, divertiti in questa Marra Edition!

Avatar utente
giancarmine trotta
Messaggi: 383

Re: La signora che giocava a dadi

Messaggio#3 » martedì 19 febbraio 2019, 18:02

Ciao Lorenzo,
sono dispiaciuto perché mi sono fatto un'idea della trama, ma non mi convince.
Ho dovuto rileggerlo e l'unica cosa che mi è rimasta bene in mente è che sembrano tutti pazzi: se sono pazzi possono compiere qualsiasi gesto o immaginare il mondo a loro piacimento, camminare in corridoi chilometrici e veder volare le caramelle.
Qualche incertezza nelle virgole, ma nulla di importante.
Giudizio non del tutto positivo, ma sospeso: attendo i commenti e le impressioni a caldo degli altri.
A rileggerci, ciao,
G.
*

Lorenzo Diddi
Messaggi: 88

Re: La signora che giocava a dadi

Messaggio#4 » martedì 19 febbraio 2019, 19:55

Ciao Giancarmine,

Grazie del feedback! Apprezzo molto il tuo voler approfondire il racconto, per poter recuperare un qualcosa in più o confermare il qualcosa in meno !

Avatar utente
Andrea Partiti
Messaggi: 1038
Contatta:

Re: La signora che giocava a dadi

Messaggio#5 » martedì 19 febbraio 2019, 21:59

Capisco il surreale. Il surreale può essere bello. Ma il surreale deve anche essere coerente con sé stesso, avere una struttura o uno scopo nascosti ed esaltati dalla sua surrealtà, altrimenti l'impressione che mi resta da lettore, se gli elementi gettati per la pagina non tornano almeno vagamente insieme al fondo, è un semplice "eh?"

Avatar utente
Massimo Tivoli
Messaggi: 396
Contatta:

Re: La signora che giocava a dadi

Messaggio#6 » mercoledì 20 febbraio 2019, 8:55

Ciao Lorenzo, mi accodo ai precedenti commenti. Per come hai sviluppato la storia, sia la signora che il protagonista rimangono dei pazzi e questo fa sì che non scatti il “nulla è come sembra”. Come ti hanno già detto, tutto rimase sospeso in questo scenario surreale, forse immaginato dalla mente di un pazzo: il protagonista, e non c’è un’evoluzione, appunto tutto resta sospeso dall’inizio alla fine, anche io sono rimasto sospeso aspettandomi un capovolgimento delle premesse narrative che non è arrivato. In bocca al lupo!

Gabriele Cavallini
Messaggi: 65

Re: La signora che giocava a dadi

Messaggio#7 » mercoledì 20 febbraio 2019, 18:35

Devo dire che nella sua assurdità il racconto mi è piaciuto. E' scritto bene, ed evoca immagini suggestive e che a tratti mi hanno fatto temere per la mia sanità mentale. Qui il problema forse sta nel tema, come è già stato scritto sopra, mi sembra un pò semplice far fare cose apparentemente senza senso ai personaggi per via della loro pazzia. Forse se la pazzia fosse rimasta sottintesa e poi tu l'avessi dimostrata solo nel finale sarebbe venuto fuori qualcosa di molto interessante. Comunque, tralasciando la tematica e per un gusto personale, l'ho apprezzato tanto.

Lorenzo Diddi
Messaggi: 88

Re: La signora che giocava a dadi

Messaggio#8 » giovedì 21 febbraio 2019, 20:01

Grazie Gabriele !

Sono molo contento di ricevere un buon feedback da parte tua.

Daniel Travis
Messaggi: 443
Contatta:

Re: La signora che giocava a dadi

Messaggio#9 » domenica 24 febbraio 2019, 16:33

Ciao e complimenti.
In parte, mi trovo a dover confermare i commenti altrui.
Il racconto comincia dipingendo uno scenario apparentemente assurdo, e invece poi...
Niente. Resta così.
L'unica trama riconoscibile - due pazzi s'incontrano - è un sentiero così lineare da far desiderare che si possa trattare di un errore, di un falso pattern riconosciuto per sbaglio, e che ci si trovi davanti a un puro esercizio di stile che, per sbaglio, dà l'impressione di una forma definita.
Si potrebbe salvare, includendo un autentico finale.

Lo stile, in compenso, è letteralmente il migliore che abbia letto finora in questa edizione, tra i migliori che ricordi a Minuti Contati, e dimostra una maestria nel tessere l'assurdo che mi lascia, francamente, a bocca aperta.
Se mi passi la frecciata, non vedo l'ora di leggere racconti scritti con questo stile. Colpo di scena: non è una frecciata; non vedo l'ora sul serio.
A presto.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

Lorenzo Diddi
Messaggi: 88

Re: La signora che giocava a dadi

Messaggio#10 » domenica 24 febbraio 2019, 17:21

Ciao Daniel Travis,

grazie per la tua riflessione. Sono lusingato, mi ha fatto molto piacere ricevere un feedback così completo e a favore del racconto. Grazie davvero per le parole.

Avatar utente
jimjams
Messaggi: 677

Re: La signora che giocava a dadi

Messaggio#11 » martedì 26 febbraio 2019, 22:14

Ciao, Lorenzo. Io sono uno smemorato nato, quindi spero di non sbagliarmi se dico che questa mi pare la tua prima partecipazione. Benvenuto. Passiamo al racconto. Prima di tutto complimenti per la scelta di percorrere un sentiero scomodo. Questo genere di comicità è difficile già in situazioni normali, in un racconto mini come questo diventa davvero difficile rendere quello che si vuole, usare uno stile surreale e ironico e allo stesso tempo rendere la trama sensata. Tu hai pieno successo nello stile, si vede che lo curi e che ti piace giocare con le parole. Ho trovato la lettura divertente di per sé, senza tuttavia capire dove volessi andare a parare. Ora, non sono del tutto sicuro che in certi casi sia necessario andare a parare da qualche parte per forza. Ci sono componimenti che sono divertenti da leggere per il suono stesso delle parole, o per le situazioni dei personaggi. Questo in parte ha questa caratteristica. Spero che parteciperai ancora, magari con qualche carattere in più a disposizione, per vedere che succede. NB non so se finirai in ultima posizione nella mia classifica, se così fosse sappi comunque che ho apprezzato.

Lorenzo Diddi
Messaggi: 88

Re: La signora che giocava a dadi

Messaggio#12 » mercoledì 27 febbraio 2019, 8:53

Ciao Mario! Grazie per il commento. Sono contento della tua riflessione a riguardo.
Non è da molto che vivo MC (ho iniziato un anno fa, più o meno). Saltello tra una Edition e un'altra, ma questa è la mia 6° partecipazione a MC.
Detto questo, ringrazio te e tutti coloro che hanno commentato e (anche solo) letto il racconto.

Buona edizione a chi passerà al secondo step!

Ciao!

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: La signora che giocava a dadi

Messaggio#13 » giovedì 7 marzo 2019, 14:42

Lorenzo, stile meraviglioso come al solito. Anche se non metto valutazioni singole altissime, adoro i tuoi racconti e mi sto sempre più rendendo conto che la loro collocazione ideale sarebbe in una raccolta dedicata in cui questo teatro dell'assurdo e dell'improbabile potrebbe trovare la sua massima espressione funzionale. Detto questo, qui mi fermo a un pollice tendente all'alto perché, preso da solo e messo in confronto ad altri racconti nati per un tema specifico, tende a essere svantaggiato perché chiude meno rispetto a loro e tende a perdersi in un indefinito non immediatamente individuabile. In ogni caso, è sempre un piacere leggerti.

Torna a “125° Edizione - Marra Edition - Decima della Sesta Era”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti