Bommarito Edition - Genitori sbagliati - Rodriguez

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maria rosaria
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Bommarito Edition - Genitori sbagliati - Rodriguez

Messaggio#1 » domenica 9 agosto 2015, 18:39

Rodriguez di Maria Rosaria Del Ciello

Puzza di fritto. Vestiti sgargianti. Pance e deretani in bella mostra. Uomini e donne sembrano falene impazzite all'interno del locale. Qui, all’ultimo piano di un elegante grattacielo, ovunque è un vociare, uno schiamazzo, un olezzo di marcio, di soldi e di morte.
Capodanno in casa Rodriguez è sempre tumulto di ostentazione, mal celata tristezza sotto chili di trucco e di troppo.
Su tutto incombe la presenza demoniaca di Ramon, capo indiscusso di questa famiglia giunta qui generazioni fa, dal sud del paese. Cercavano fortuna, speravano di far soldi. A qualunque costo.

- Hei, ragazzo! Portaci dell’altro vino. Abbiamo le gole asciutte, qui. - Ramon comanda, ordina, si toglie la giacca e allenta il colletto della camicia. Un uomo gli si avvicina, si piega un po’ e sussurra qualcosa all’orecchio.
– Bastardi. Neanche il giorno dell’ultimo dell’anno – bofonchia Ramon tra sé e sé. Si rivolge alla donna seduta al suo fianco: - Hanno fatto esplodere il supermarket.
Il supermarket è quello nel quartiere a Nord della città, avamposto della famiglia per nuovi traffici e commerci.
Ramon carezza i capelli della donna al suo fianco, Sunny, poi la bacia su una guancia.
- Vado a fare una telefonata, piccola. Torno subito. – Si alza e si allontana verso una scalinata che porta a una specie di soppalco con affaccio sulla sala. Sale le scale a fatica, il peso e l’età si fanno sentire, e quella sigaretta sempre in bocca non aiuta di certo.

Un abito nero strizza un corpo gonfio d'età. Una scollatura inadeguata e una collana barocca, tempestata di strass, completano la figura di Sunny, la moglie di Ramon. Saluta Ramon e lo guarda allontanarsi ma lei è rapita da Carlos, dai racconti che il genero distribuisce agli astanti. Affiorano nella mente della donna pezzi di gioventù, quando anche il marito era un giovane leone, fiero e feroce. Il desiderio irrompe nel corpo della donna che vorrebbe per sé quell’uomo, nonostante sia il marito della sua unica figlia, il padre dei suoi due nipoti. La donna allunga un piede, sotto la tavola imbandita, sfiora le gambe muscolose dell’uomo.
Charlie sembra ricambiare quel gesto, interrompe le sue bravate oratorie e poco dopo i due si alzano, allontanandosi insieme verso una terrazza. Consumano lì un amplesso veloce tra le grida e il frastuono di quella serata.
Due bambini sbucano all’improvviso dal buio, spalancano le loro bocche sull’ignoto, sul peccato e fuggono via ridendo. Sunny li riconosce. Sono i suoi nipotini.

Ramon è in piedi, al telefono. La vetrata che ha di fronte affaccia sulla sala piena di gente e lui può vedere tutti muoversi, agitarsi, ridere. Sembra un acquario e lui il pescecane, il re incontrastato di quel mondo fasullo. Gli occhi, iniettati di sangue, vagano inutili su cose e persone. Tutti hanno sempre avuto timore di quegli sguardi di brace, anche se ultimamente le cose stanno un po’ cambiando.
Ramon sbraita qualcosa dentro la cornetta, poi attacca e si lascia cadere su un’elegante poltrona di pelle. Sunny è tornata al tavolo. Ramon l’ha vista mentre si allontanava con Carlos, la troia. La osserva aggiustarsi il vestito e iniziare a chiacchierare con gli altri commensali come se nulla fosse. La vede lanciare occhiate al genero e ridere sguaiata a quell’ultimo giorno dell’anno che è oramai agli sgoccioli. Dieci, nove, otto, sette… le bottiglie di champagne sono puntate verso l’alto e verso il futuro.

Un'esplosione improvvisa si confonde tra quegli ultimi secondi di fine anno. Lì, al piano più alto di un elegante grattacielo, la morte si vendica dei Rodriguez in uno scempio di corpi dilaniati, grida soffocate, vite spezzate.
Ramon è impietrito, guarda la scena dalla vetrata che va in frantumi come le vite brulicanti, fino a un attimo prima, di quell’acquario. Scende le scale di corsa, a fatica, il fumo gli brucia gli occhi, qualcosa cade dal soffitto e lui si scansa appena in tempo per non essere colpito.
Quando arriva nella sala, Ramon cade in ginocchio davanti ai corpi senza vita di Sunny, di figli e nipoti. I suoi nipoti.
Ramon piange. Fa gesti convulsi con le mani. La sinistra ferma sul petto, la destra, prima in alto sulla fronte, scivola in basso e, a seguire, tocca la spalla sinistra e poi la destra. Infine, l'uomo giunge le mani.
Non gli bastava il supermarket, pensa, fottuti Cimino.
Sono loro, ora, i nuovi trafficanti di droga della città. Si sono aperti anche alla prostituzione e alla vendita di organi. Un mercato in espansione che ora è dei Cimino. I nuovi boss. Che vogliono tutto. A qualsiasi costo. Solo adesso Ramon se ne rende conto.


Maria Rosaria

alexandra.fischer
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Messaggio#2 » lunedì 10 agosto 2015, 12:12

Ciao Maria Rosaria del Ciello,
ho riletto il tuo racconto e ne ho apprezzata la variante (era molto valido anche prima, secondo me. Difatti, quando mi hai chiesto un parere come migliorarlo, non ho potuto fare altro che concordare con quello che ti hanno scritto gli altri partecipanti: cioè rendere i personaggi meno "televisivi"). Poi, dipende da cosa vuoi fare del tuo racconto: trasformarlo in una sceneggiatura? Allora è un buon punto di partenza com'era. Farlo diventare un romanzo? Allora sta andando bene in questa tua nuova versione.
Attenta a Hei per Ehi.
E alla spiegazione sul supermarket che dai subito dopo la notizia della sua esplosione: io l'avrei resa in un dialogo (con la donna che chiede a Ramon: quale supermarket? Dove? E lui che le risponde dicendole poi che è esploso).

alexandra.fischer
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Messaggio#3 » lunedì 10 agosto 2015, 13:01

Con le modifiche suggerite, Chiedo la grazia per Maryrose.

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maria rosaria
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Messaggio#4 » lunedì 10 agosto 2015, 13:07

Grazie, Alexandra. Nel pomeriggio aggiusto tutto. ;-)

maria rosaria
Maria Rosaria

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maria rosaria
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Messaggio#5 » lunedì 10 agosto 2015, 15:28

Rodriguez di Maria Rosaria Del Ciello

Puzza di fritto. Vestiti sgargianti. Pance e deretani in bella mostra. Uomini e donne sembrano falene impazzite all’interno del locale. Qui, all’ultimo piano di un elegante grattacielo, ovunque è un vociare, uno schiamazzo, un olezzo di marcio, di soldi e di morte.
Capodanno in casa Rodriguez è sempre tumulto di ostentazione, mal celata tristezza sotto chili di trucco e di troppo.
Su tutto incombe la presenza demoniaca di Ramon, capo indiscusso di questa famiglia giunta qui generazioni fa, dal sud del paese. Cercavano fortuna, speravano di far soldi. A qualunque costo.
– Ehi, ragazzo! Portaci dell’altro vino. Abbiamo le gole asciutte, qui. – Ramon comanda, ordina, si toglie la giacca e allenta il colletto della camicia. Un uomo gli si avvicina, si piega un po’ e sussurra qualcosa all’orecchio.
– Bastardi. Neanche il giorno dell’ultimo dell’anno – bofonchia Ramon tra sé e sé. Si volge alla donna seduta al suo fianco e, lo sguardo perso verso un punto imprecisato del soffitto, le accarezza i capelli.
– Che succede, Ramon?
– Hanno fatto esplodere il supermarket.
Il supermarket è quello nel quartiere a Nord della città, avamposto della famiglia per nuovi traffici e commerci.
Ramon la bacia su una guancia.
– Vado a fare una telefonata, piccola. Torno subito. – Si alza e si allontana verso una scalinata che porta a una specie di soppalco con affaccio sulla sala. Sale le scale a fatica, il peso e l’età si fanno sentire, e quella sigaretta sempre in bocca non aiuta di certo.

 

Un abito nero strizza un corpo gonfio d’età. Una scollatura inadeguata e una collana barocca, tempestata di strass, completano la figura di Sunny, la moglie di Ramon, che saluta Ramon e lo guarda allontanarsi mentre lei è rapita da Carlos, dai racconti che il genero distribuisce agli astanti.
Affiorano nella mente della donna pezzi di gioventù, quando anche il marito era un giovane leone, fiero e feroce. Il desiderio irrompe nel corpo della donna che vorrebbe per sé quell’uomo, nonostante sia il marito della sua unica figlia, il padre dei suoi due nipoti. La donna allunga un piede, sotto la tavola imbandita, sfiora le gambe muscolose dell’uomo.
Carlos sembra ricambiare quel gesto, interrompe le sue bravate oratorie e poco dopo i due si alzano, allontanandosi insieme verso una terrazza. Consumano lì un amplesso veloce tra le grida e il frastuono di quella serata.
Due bambini sbucano all’improvviso dal buio, spalancano le loro bocche sull’ignoto, sul peccato e fuggono via ridendo. Sunny li riconosce. Sono i suoi nipotini.

 

Ramon è in piedi, al telefono. La vetrata che ha di fronte affaccia sulla sala piena di gente e lui può vedere tutti muoversi, agitarsi, ridere. Sembra un acquario e lui il pescecane, il re incontrastato di quel mondo fasullo. Gli occhi, iniettati di sangue, vagano inutili su cose e persone. Tutti hanno sempre avuto timore di quegli sguardi di brace, anche se ultimamente le cose stanno un po’ cambiando.
Ramon sbraita qualcosa dentro la cornetta, poi attacca e si lascia cadere su un’elegante poltrona di pelle. Sunny è tornata al tavolo. Ramon l’ha vista mentre si allontanava con Carlos, la troia. La osserva aggiustarsi il vestito e iniziare a chiacchierare con gli altri commensali come se nulla fosse. La vede lanciare occhiate al genero e ridere sguaiata a quell’ultimo giorno dell’anno che è oramai agli sgoccioli.
Dieci, nove, otto, sette… le bottiglie di champagne sono puntate verso l’alto e verso il futuro.

Un’esplosione improvvisa si confonde tra quegli ultimi secondi di fine anno. Lì, al piano più alto di un elegante grattacielo, la morte si vendica dei Rodriguez in uno scempio di corpi dilaniati, grida soffocate, vite spezzate.
Ramon è impietrito, guarda la scena dalla vetrata che va in frantumi come le vite brulicanti, fino a un attimo prima, di quell’acquario. Scende le scale di corsa, a fatica, il fumo gli brucia gli occhi, qualcosa cade dal soffitto e lui si scansa appena in tempo per non essere colpito.
Quando arriva nella sala, Ramon cade in ginocchio davanti ai corpi senza vita di Sunny, di figli e nipoti. I suoi nipoti.
Ramon piange. Fa gesti convulsi con le mani. La sinistra ferma sul petto, la destra, prima in alto sulla fronte, scivola in basso e, a seguire, tocca la spalla sinistra e poi la destra. Infine, l’uomo giunge le mani.
Non gli bastava il supermarket, pensa, fottuti Cimino.
Sono loro, ora, i nuovi trafficanti di droga della città. Si sono aperti anche alla prostituzione e alla vendita di organi. Un mercato in espansione che ora è dei Cimino.
I nuovi boss. Che vogliono tutto. A qualsiasi costo.
Solo adesso Ramon se ne rende conto.
Maria Rosaria

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Vastatio
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Messaggio#6 » lunedì 10 agosto 2015, 21:42

Ciao,

trovo questa revisione di molto superiore a quella postata durante il contest. Per quanto il quadro dipinto sia lo stesso le emozioni sono più vivide, il focus è quasi sempre sul personaggio di Ramon, dandogli così l'importanza che merita.

Bene anche l'aver trovato una giustificazione e averla mostrata al lettore per la sua salvezza. Sinceramente credevo che foss elo stesso Ramon ad aver organizzato la dipartita della sua famiglia, avendone certificato la mancanza di lealtà. Sarebbe stata una fine forse non originale, ma sicuramente adatta al crudele Ramon che descrivi ora.

Un po' affrettato l'episodio dell'adulterio. Era più d'effetto nella versione originale con Sunny che faceva moine nuovamente al marito. Ecco, forse se la telefonata arrivasse a questo punto si avrebbe ancora più "forza" nelle espressioni di Ramon e nella sua "ipotetica vendetta" (ma sono io che amo i finali tragici).

In ogni caso trovo questa versione adatta al nostro istruttore.

Chiedo la grazia.

 

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maria rosaria
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Messaggio#7 » mercoledì 12 agosto 2015, 9:54

Grazie, Vastatio.
:-)

maria rosaria
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Spartaco
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Messaggio#8 » martedì 18 agosto 2015, 15:37

Maria Rosaria, prova a pungolare i tuoi compagni del laboratorio, magari riceverai quella richiesta di GRAZIA che ti manca!

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Flavia Imperi
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Messaggio#9 » martedì 18 agosto 2015, 18:48

Ciao Maria Rosaria!

Il racconto è migliorato molto, solo ci sono degli errori di punto di vista. Per esempio se nella seconda parte il pdv è di Ramon, "re incontrastato di quel mondo fasullo" è un giudizio esterno che fa uscire fuori dal punto di vista di lui. L'altra cosa che non mi è piaciuta, ma forse per questioni di gusto, è la sequenza di movimenti della mano invece di dire che si fa il segno della croce. Mi sono piaciute molto invece frasi a effetto come "di trucco e di troppo", un racconto colorito, con un'ambientazione vivida.

Chiedo la grazia!
Siamo storie di storie

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maria rosaria
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Messaggio#10 » martedì 18 agosto 2015, 20:18

Grazie, Flavia.
Mi rileggo tutto e vedo di correggere gli errori.

:-) :-)
Maria Rosaria

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maria rosaria
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Messaggio#11 » mercoledì 19 agosto 2015, 12:08

Rodriguez di Maria Rosaria Del Ciello

Puzza di fritto. Vestiti sgargianti. Pance e deretani in bella mostra. Uomini e donne sembrano falene impazzite all’interno del locale. Qui, all’ultimo piano di un elegante grattacielo, ovunque è un vociare, uno schiamazzo, un olezzo di marcio, di soldi e di morte.
Capodanno in casa Rodriguez è sempre tumulto di ostentazione, mal celata tristezza sotto chili di trucco e di troppo.
Su tutto incombe la presenza demoniaca di Ramon, capo indiscusso di questa famiglia giunta qui generazioni fa, dal sud del paese. Cercavano fortuna, speravano di far soldi. A qualunque costo.


– Ehi, ragazzo! Portaci dell’altro vino. Abbiamo le gole asciutte, qui. – Ramon comanda, ordina, si toglie la giacca e allenta il colletto della camicia. Un uomo gli si avvicina, si piega un po’ e sussurra qualcosa all’orecchio.
– Bastardi. Neanche il giorno dell’ultimo dell’anno – bofonchia Ramon tra sé e sé. Si volge alla donna seduta al suo fianco e, lo sguardo perso verso un punto imprecisato del soffitto, le accarezza i capelli.
– Che succede, Ramon?
– Hanno fatto esplodere il nuovo supermarket.
Ramon la bacia su una guancia.
– Vado a fare una telefonata, piccola. Torno subito. – Si alza e si allontana verso una scalinata che porta a una specie di soppalco con affaccio sulla sala. Mentre sale le scale sente tutto il peso dell’età che avanza. Dovrebbe anche smettere di fumare, e questo proposito di fine anno attraversa leggero i suoi bui pensieri.


Un abito nero strizza un corpo gonfio d’età. Una scollatura inadeguata e una collana barocca, tempestata di strass, completano la figura di Sunny, la moglie di Ramon, che saluta Ramon e lo guarda allontanarsi mentre lei è rapita da Carlos, dai racconti che il genero distribuisce agli astanti.
Affiorano nella mente della donna pezzi di gioventù, quando anche il marito era un giovane leone, fiero e feroce. Il desiderio irrompe nel corpo della donna che vorrebbe per sé quell’uomo, nonostante sia il marito della sua unica figlia, il padre dei suoi due nipoti. La donna allunga un piede, sotto la tavola imbandita, sfiora le gambe muscolose dell’uomo.
Carlos sembra ricambiare quel gesto, interrompe le sue bravate oratorie e poco dopo i due si alzano, allontanandosi insieme verso una terrazza. Consumano lì un amplesso veloce tra le grida e il frastuono di quella serata.
Due bambini sbucano all’improvviso dal buio, spalancano le loro bocche sull’ignoto, sul peccato e fuggono via ridendo. Sunny li riconosce. Sono i suoi nipotini.


Ramon è in piedi, al telefono. La vetrata che ha di fronte affaccia sulla sala piena di gente e lui può vedere tutti muoversi, agitarsi, ridere. Sembra un acquario e lui il pescecane, il re incontrastato di quel mondo palpitante.
Gli occhi, iniettati di sangue, vagano inutili su cose e persone. Tutti hanno sempre avuto timore dei suoi sguardi di brace, anche se ultimamente le cose stanno un po’ cambiando.
Ramon sbraita qualcosa dentro la cornetta, poi attacca e si lascia cadere su un’elegante poltrona di pelle.
Sunny è tornata al tavolo. Ramon l’ha vista mentre si allontanava con Carlos, la troia. La osserva aggiustarsi il vestito e iniziare a chiacchierare con gli altri commensali come se nulla fosse. La vede lanciare occhiate al genero e ridere sguaiata a quell’ultimo giorno dell’anno che è oramai agli sgoccioli.
Dieci, nove, otto, sette… le bottiglie di champagne sono puntate verso l’alto e verso il futuro.


Un’esplosione improvvisa si confonde tra quegli ultimi secondi di fine anno. Lì, al piano più alto di un elegante grattacielo, la morte si vendica dei Rodriguez in uno scempio di corpi dilaniati, grida soffocate, vite spezzate.
Ramon è impietrito, guarda la scena dalla vetrata che va in frantumi come le vite brulicanti, fino a un attimo prima, di quell’acquario. Scende le scale di corsa, a fatica, il fumo gli brucia gli occhi, qualcosa cade dal soffitto e lui si scansa appena in tempo per non essere colpito.
Quando arriva nella sala, Ramon cade in ginocchio davanti ai corpi senza vita di Sunny, di figli e nipoti. I suoi nipoti.
Ramon piange. Fa gesti convulsi con le mani. La sinistra ferma sul petto, la destra, prima in alto sulla fronte, scivola in basso e, a seguire, tocca la spalla sinistra e poi la destra. Infine, l’uomo giunge le mani.
Non gli bastava il supermarket, pensa, fottuti Cimino.
Sono loro, ora, i nuovi trafficanti di droga della città. Si sono aperti anche alla prostituzione e alla vendita di organi. Un mercato in espansione che ora è dei Cimino.
I nuovi boss. Che vogliono tutto. A qualsiasi costo.
Solo adesso Ramon se ne rende conto.
Maria Rosaria

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Messaggio#12 » mercoledì 19 agosto 2015, 12:17

Rodriguez di Maria Rosaria Del Ciello

Puzza di fritto. Vestiti sgargianti. Pance e deretani in bella mostra. Uomini e donne sembrano falene impazzite all’interno del locale. Qui, all’ultimo piano di un elegante grattacielo, ovunque è un vociare, uno schiamazzo, un olezzo di marcio, di soldi e di morte.
Capodanno in casa Rodriguez è sempre tumulto di ostentazione, mal celata tristezza sotto chili di trucco e di troppo.
Su tutto incombe la presenza demoniaca di Ramon, capo indiscusso di questa famiglia giunta qui generazioni fa, dal sud del paese. Cercavano fortuna, speravano di far soldi. A qualunque costo.

 

– Ehi, ragazzo! Portaci dell’altro vino. Abbiamo le gole asciutte, qui. – Ramon comanda, ordina, si toglie la giacca e allenta il colletto della camicia. Un uomo gli si avvicina, si piega un po’ e sussurra qualcosa all’orecchio.
– Bastardi. Neanche il giorno dell’ultimo dell’anno – bofonchia Ramon tra sé e sé. Si volge alla donna seduta al suo fianco e, lo sguardo perso verso un punto imprecisato del soffitto, le accarezza i capelli.
– Che succede, Ramon? - chiede la donna.
– Hanno fatto esplodere il nuovo supermarket.
Ramon la bacia su una guancia.
– Vado a fare una telefonata, piccola. Torno subito. – Si alza e si allontana verso una scalinata che porta a una specie di soppalco con affaccio sulla sala. Mentre sale le scale sente tutto il peso dell’età che avanza. Dovrebbe anche smettere di fumare, e questo proposito di fine anno attraversa leggero i suoi bui pensieri.

 

Un abito nero strizza un corpo gonfio d’età. Una scollatura inadeguata e una collana barocca, tempestata di strass, completano la figura di Sunny, la moglie di Ramon, che saluta Ramon e lo guarda allontanarsi mentre lei è rapita da Carlos, dai racconti che il genero distribuisce agli astanti.
Affiorano nella mente della donna pezzi di gioventù, quando anche il marito era un giovane leone, fiero e feroce. Il desiderio irrompe nel corpo della donna che vorrebbe per sé quell’uomo, nonostante sia il marito della sua unica figlia, il padre dei suoi due nipoti. La donna allunga un piede, sotto la tavola imbandita, sfiora le gambe muscolose dell’uomo.
Carlos sembra ricambiare quel gesto, interrompe le sue bravate oratorie e poco dopo i due si alzano, allontanandosi insieme verso una terrazza. Consumano lì un amplesso veloce tra le grida e il frastuono di quella serata.
Due bambini sbucano all’improvviso dal buio, spalancano le loro bocche sull’ignoto, sul peccato e fuggono via ridendo. Sunny li riconosce. Sono i suoi nipotini.

 

Ramon è in piedi, al telefono. La vetrata che ha di fronte affaccia sulla sala piena di gente e lui può vedere tutti muoversi, agitarsi, ridere. Sembra un acquario e lui il pescecane, il re incontrastato di quel mondo palpitante.
Gli occhi, iniettati di sangue, vagano inutili su cose e persone. Tutti hanno sempre avuto timore dei suoi sguardi di brace, anche se ultimamente le cose stanno un po’ cambiando.
Ramon sbraita qualcosa dentro la cornetta, poi attacca e si lascia cadere su un’elegante poltrona di pelle.
Sunny è tornata al tavolo. Ramon l’ha vista mentre si allontanava con Carlos, la troia. La osserva aggiustarsi il vestito e iniziare a chiacchierare con gli altri commensali come se nulla fosse. La vede lanciare occhiate al genero e ridere sguaiata a quell’ultimo giorno dell’anno che è oramai agli sgoccioli.
Dieci, nove, otto, sette… le bottiglie di champagne sono puntate verso l’alto e verso il futuro.

 

Un’esplosione improvvisa si confonde tra quegli ultimi secondi di fine anno. Lì, al piano più alto di un elegante grattacielo, la morte si vendica dei Rodriguez in uno scempio di corpi dilaniati, grida soffocate, vite spezzate.
Ramon è impietrito, guarda la scena dalla vetrata che va in frantumi come le vite brulicanti, fino a un attimo prima, di quell’acquario. Scende le scale di corsa, a fatica, il fumo gli brucia gli occhi, qualcosa cade dal soffitto e lui si scansa appena in tempo per non essere colpito.
Quando arriva nella sala, Ramon cade in ginocchio davanti ai corpi senza vita di Sunny, di figli e nipoti. I suoi nipoti.
Ramon piange. Fa gesti convulsi con le mani. La sinistra ferma sul petto, la destra, prima in alto sulla fronte, scivola in basso e, a seguire, tocca la spalla sinistra e poi la destra. Infine, l’uomo giunge le mani.
Non gli bastava il supermarket, pensa, fottuti Cimino.
Sono loro, ora, i nuovi trafficanti di droga della città. Si sono aperti anche alla prostituzione e alla vendita di organi. Un mercato in espansione che ora è dei Cimino.
I nuovi boss. Che vogliono tutto. A qualsiasi costo.
Solo adesso Ramon se ne rende conto.
Maria Rosaria

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maria rosaria
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Messaggio#13 » mercoledì 19 agosto 2015, 12:23

Grazie a tutti.
Ho apportato le modifiche suggerite.
Il punto di vista evidenziato da Flavia mi ha fatto riflettere su altre cosette che ho provato a correggere.

Ora lo lascio in pasto a qualche altro volenteroso che si sente di dare ulteriori suggerimenti...

maria rosaria

:-)
Maria Rosaria

Omaima Arwen
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Messaggio#14 » mercoledì 19 agosto 2015, 17:11

Ciao Maria Rosaria,
il tuo racconto è migliorato molto rispetto le altre versioni, risulta infatti più scorrevole e accattivante.
Mi sembra che gli altri ti abbiano già suggerito abbastanza per migliorare il testo.
Nel complesso un’ottima rielaborata! Complimenti :)

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Spartaco
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Messaggio#15 » mercoledì 19 agosto 2015, 22:13

Maria Rosaria, tu le richieste di Grazia le hai. Non prendertela troppo comoda, il Laboratorio non è eterno!

alexandra.fischer
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Messaggio#16 » giovedì 20 agosto 2015, 7:05

Complimenti, Maryrose,
il racconto è molto migliorato. Ramon è diventato un cattivo che si fa quasi amare, per via del suo spessore umano. Al di sotto della sua spietatezza, c'è un legame viscerale con la famiglia. Quello che ha fatto nel crimine, è stato per i suoi. A partire da Sunny, dalla quale è unito da un rapporto intenso (il fatto che se la prenda per il tradimento eppure l'abbia comunque al suo fianco, nell'ultimo Capodanno agiato).

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maria rosaria
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Messaggio#17 » giovedì 20 agosto 2015, 8:45

Ok.

Sfido Spartaco.

maria rosaria
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