Ah, beh, è venuto il momento di stilare la classifica maledetta. Stavolta è veramente difficile, visto l'alto livello dei racconti. Mi sono divertito un sacco, questo è indubbio, e lo scambio di battute con tutti gli autori, che trascende dall'esito del contest, è cosa quanto mai stimolante. (Ma quanto cazzo parlo bene, ah?)
Ora vi sgancio tutti i commenti, ribadendo la mia convinzione (condivisa con il Master Lomonaco) che è sempre e solo colpa del buon Nucera.
Lux Perpetua luceat eisWOOO!
Hai dimenticato il piede sull'acceleratore! Ho finito la lettura di questo racconto praticamente spettinato, anche se ho i capelli corti...
A parte gli scherzi, una storia che impone al lettore di arrivare alla fine, e lo sorprende a ogni paragrafo con una invenzione nuova: si parte con i vampiri, nello spazio, con gli schiavi clonati, e poi arrivano gli ammazzavampiri, che diventano pure zombi, e ci sono le reliquie, pure loro clonate e il mercato nero dove poterle vendere...
E che cazzo!
Ottimo, davvero. Forse, nell'introduzione, se accedi alle semifinali, ti conviene limitare la fase un po' troppo tell, dove introduci l'oggetto segreto di Max, per farla diventare più show:
Trasportava un carico di cento umani replicati da utilizzare come riserve di cibo per l’intero equipaggio vampirico della Vlad III, e un piccolissimo contenitore criogenico che si trovava nella tasca della tuta di Max. Al suo interno c’era qualcosa che avrebbe consentito al giovane vampiro di guadagnare il denaro necessario per sganciarsi per sempre dalla sua feroce e millenaria padrona.
capisco questa scelta, serviva per raggranellare qualche carattere in più per il seguito. In semifinale ne avrai qualche migliaio in aggiunta, e puoi rendere questo racconto ancora più bello!
Bonus tutti presenti.
Ancora complimenti e grazie per la lettura divertente e velocissima!
DON ROBERTO, IL CAZZO!Mitico, Wlad!
Hai scritto un racconto che sembra una piéce teatrale: lo svolgimento statico, per così dire, dove i personaggi entrano di lato, sembra di assistere a uno spettacolo.
Il prete è uno spettacolo di scurrilità senza fondo e questa è cosa buona e giusta.
La vicenda è abbastanza lineare, senza interruzioni o colpi di scena, a parte quello finale, del parroco che si rompe il cazzo e fa fuori tutti. E a proposito del finale, è lì e corona il tutto con il sangue che ancora non si era visto.
Ti posso dare alcuni consigli, anche se non sono degno neanche di comprarti i quaderni per gli appunti?
ALLORA:
1 - nel prologo, ti affidi al punto di vista ferreo e deciso di Diego, mentre poi la cosa si smorza durante la narrazione, passando quasi a quello del parroco. Potresti usare il punto di vista del parroco Fin dall'inizio: aggiungeresti il voyeurismo alle già tante malefatte dell'uomo di chiesa.
2 - Accenna a qualche episodio ancora più intimo delle coppie scoppiate per suffragare il tentativo di deviazione dal peccato e arricchire il background. Se poi sono cose assurde, tanto meglio.
3 - Il monologo finale fallo diventare un duetto, con i due amanti che completano le frasi a vicenda, come se fossero davvero una sola persona e aggiungi un po' di linguaggio del corpo: si guardano, si danno le mani, sorridono con gli occhi persi uno nell'amore dell'altra, insomma facci arriva quanto più vicino a questi due innamorati, per poi farli fuori.
4 - Piccole imprecisioni: Quando il prete fa la sua comparsa, sembra che sia Sabrina a dire 'Salutate ak 47!'. Dovresti rimettere a posto il focus su questo passaggio; Si dice crivellati, non trivellati, anche se tutti e due rendono l'idea; "Patrizia e Tiberio, marito e moglie", sarebbe meglio scrivere moglie e marito.
Beh, basta.
Il Take home message è che il racconto mi è piaciuto, è un Wlad al 100%, le scurrilità ci sono, i dialoghi assurdi sono meravigliosi, la vicenda nella sua semplicità ha margine per essere arricchita di altre chicche.
Good job, Man!
La legione della croceCiao, Roberto,
ci si rivede sempre in questi lidi.
Hai scritto un racconto che mi ha riportato alla memoria Dexter e il suo Doomsday Killer. L'idea di un punitore religioso non è nuova, e tu ne hai fatto il centro del tuo thriller. Purtroppo non tutto funziona come dovrebbe, alcune sbavature nella trama e dei dialoghi che fanno di tutto per spiegare le cose non aiutano a godersi la vicenda.
Il finale è un po' troppo affrettato e alcuni passaggi nella sequenza di chiusura puzzano un po' di Deus Ex Machina.
Il personaggio del questore e il suo modo di parlare hanno alleggerito la tensione e hanno dato una nota di colore alla storia.
I bonus ci sono tutti e tre.
Concludo dicendo che hai di che lavorarci ancora un po', per dargli quella forma più compiuta che questo racconta merita.
Le due CrociCiao, Pretorian,
nuovo Sovrano della Tela Nera!
Ho letto il racconto con gusto, devo ammetterlo, perché comunque il tuo stile, al netto di alcuni refusi e qualche ripetizione è sempre molto pulito e scorrevole.
Al di là del divertimento di leggere un racconto, però vorrei fare alcune considerazioni:
1 - La parte iniziale è molto raccontata e poco mostrata, per dirla all'italiana. Mi è piaciuto che hai introdotto l'universo fantascientifico in cui è ambientato il racconto per vie traverse, ma lo stesso ti sei lasciato andare tra i paragrafi.
2 - C'è un po' di infodump nella primo dialogo tra il gangster e il prete.
3 - L'effetto hard boiled dell'intero racconto è un po' artificiale, come se stessi trattenendoti: non farlo! Lasciati andare al trash più scardinato!
4 - IL FINALE: non c'è un finale. DIamine! Dov'è il resto? E le altre cinque croci? È il secondo racconto che mi concludi senza concluderlo, dannazione!
5 - IL nome Swarm (sciame) è uno spettacolo, perché il prete è uno sciame di NANOMACCHINE! Bravo!
6 - L'idea di fondo dell'Hellblood è buona, ma risulta un po' sotto tono e poco enfatizzata.
7 - Perché usare l'ESPANSIONE, che già esiste? Esiste un modo migliore per indicare la colonizzazione di nuovi sistemi solari...
8 - NOn so se te l'ho già detto: Dove diavolo sono le altre croci? :D
9 - sul bonus della morte dei personaggi, sono combattuto. Muore tanta gente, ma l'interpretazione da parte tua forse è un po' troppo di manica larga.
Per il resto, ti rinnovo tutti i complimenti che ti ho fatto, perché il racconto mi ha divertito fino alla fine!
Pani ca meusaMarcoMaster! Finalmente leggo qualcosa di tuo.
Allora, ti dico che non faccio il lavoro di fino che ti ho visto fare, con le note a margine del racconto, non saprei neanche come farlo, non è il mestiere mio. Ti faccio un po' di commenti in sequenza, nella maniera più organica possibile.
Il racconto in quanto tale è divertente e prende in considerazione una delle tradizioni siciliane più radicate e conosciute (se ci avessi messo pure la mafia e gli scacciapensieri, avevamo il piatto completo! Just kidding!). È una vicenda abbastanza articolata, che mette le radici addirittura cinquecento anni e più anni fa e quello che ci fai vedere è che certe tradizioni non muoiono mai. Sono arrivato alla fine della lettura soddisfatto, contento di aver speso quei quindici minuti in compagnia di Santuzzo e Mimmozzo. C'è un però, e te lo dico di seguito. Se ho preso cantonate, se ho detto cazzate, allora perdonami, ma è così che mi è arrivato il racconto...
1 - La 'lettera' iniziale (che ha il suo valore di sviare i sospetti sulle morti dei preti) contiene degli elementi di troppo, che restano lì (la rottura dell'altare, ad esempio; o i fedeli dei due continenti). La spiegazione che mi sono dato è che, essendo la lettera un fake, allora sono notizie buttate a caso, e che quindi lì devono rimanere. Mi spiegherai.
2 - Il secondo paragrafo introduce l'assistente di sua Eminenza, che è anche il cugino di Mimmo; di lui poi si perdono completamente le tracce, nonostante il grado di parentela con il protagonista. Mi chiedo se magari fosse a conoscenza dell'attività di famiglia e se magari avesse mai cercato di avvertire Mimmo di quello che stava per accadere.
3 - La cosa che più mi ha fatto storcere il naso è il bambino. A sette anni parla come un uomo di quaranta (rata per debito secolare, per esempio). Ho cercato di interpretare che sia una cosa che gli ha fatto imparare a memoria Mimmo e che Santuzzo sta ripetendo a pappardella, ma è una mia interpretazione che non si evince dal testo.
4 - L'anatomia della tua splenectomia è un po' erratica, e te lo dico per deformazione professionale, mio malgrado. E ti assicuro (avendone viste a decine, soprattutto traumatiche) che non si sente odore di bile, visto che fegato e cistifellea stanno dall'altra parte dell'addome.
5 - Il prigioniero spesso strilla nonostante sia imbavagliato e si agita sembrando uno stoccafisso.
6 - Non ho capito se Spanò (che compare nell'ultima sequenza) è lo stesso forestiero che Mimmo vede fuori dalla porta della bottega. E se lo è allora, nella sua comparsa non è specificato.
7 - Spanò mi puzza di deus ex machina, che arriva in men che non si dica e risolve tutto il caso. Magari potevi far dire a sua Eminenza di contattare Spanò e vedere a che punto erano le indagini, così per far incastrare questo finale che altrimenti sembra un po' tirato. Sorvolo sull'ingresso dell'uomo senza alcun rumore di scasso, perché immagino che sia uno abbastanza scafato, una sorta di Wolfe che risolve i problemi e lo fa discretamente. Alla stessa maniera, non mi spiego il senso del suo gracidio nel suo modo di parlare e perché sia 'maledetto' alle orecchie di Mimmo.
8 - La costruzione della scena finale è anche leggermente spiazzante: se l'uomo è entrato in cantina dalla porta che cigola alle spalle dei due protagonisti, come fa poi il bambino a correre verso la porta dando le spalle al padre che sta combattendo? In linea di massima, Spanò avrebbe dovuto trovarsi tra Mimmo e la porta. Ma forse non l'ho visualizzata bene.
9 - 'le braccia dell’uomo rotearono attorno ai polsi di Mimmozzo e li chiusero in una chiave articolare come quelle dei film. Nello stesso movimento fluido, il panzone si infilò una mano sotto la giacca e ne trasse una pesante croce', in questa frase, non riesco a capire quante mani abbia Spanò, se con due fa una chiave articolare (presumo che sia una presa da autodifesa) e con l'altra mano prende la croce/ascia.
10 - Ti segnalo alcune imprecisioni di poco conto sparse qua e là: l'uomo appeso a un gancio non è 'incaprettato'; non mi va di fare ricerche su Kosher, ma mi ricordo una cosa sugli ebrei siciliani che erano serfarditi e non lo pronunciavano alla stessa maniera, ma mi sa che mi sbaglio, sono riconglionito al 75% oggi, che è pure poco; Immagino che la citazione Pecunia non DOLET sia voluta per dare più caratterizzazione al personaggio di Mimmo, un po' grezzo; più altra roba che non mi ricordo ma veramente minore.
Tecnicamente, ci sono alcuni punti in cui il soggetto cambia all'interno della stessa frase, qualche cambio di PdV, pochi sparsi refusi.
Stilisticamente è uniforme, con pochissime sbavature ("lacrime sulle gote").
Va da sé che sei uno che scrive, e questa ne è la prova provata. Va anche da sé che questa storia l'hai scritta un po' di fretta e l'obbligo di stralciare pezzi e caratteri per colpa di Nucera ti ha fatto fare delle scelte, che sono pesate sull'economia stessa del racconto, soprattutto nel finale che è molto veloce e il colpo di scena della lettera finta passa quasi in sordina.
Chissà com'era in versione totale, senza compromessi. Ecco, di quello sono curioso.
Complimenti, e te li faccio sinceramente, perché la scrittura è pulita e precisa, nulla da eccepire. Sei il Master e si vede.
E con questo, andiamo diretti di classifica, una delle più sofferte... Non posso mettere parimerito nessuno, mi affido alla mia indole di rincoglionito, ora oltre l'80%...
1 - Lux Perpetua Luceat Eis
2 - DON ROBERTO, IL CAZZO
3 - Pani ca meusa
4 - Le due croci
5 - La legione della croce