Gruppo Fabrizio Borgio

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo marzo sveleremo il tema deciso da Massimo Spiga. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Massimo Spiga assegnerà la vittoria.
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Spartaco
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Gruppo Fabrizio Borgio

Messaggio#1 » martedì 26 marzo 2019, 0:59

Immagine

Questo è il gruppo Fabrizio Borgio de La Sfida A Strike Force Therion con Fabrizio Borgio come giudice.

Gli autori del gruppo Fabrizio Borgio dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo Samuel Marolla.

I racconti di questo gruppo verranno commentati dagli autori del gruppo Samuel Marolla.

I 2 migliori racconti di questo raggruppamento accederanno alle semifinali e saranno valutati da Fabrizio Borgio che deciderà quale dovrà finire al vaglio di Massimo Spiga.

Al girone verrà assegnato un lettore esterno che stilerà una classifica che si sommerà a quelle degli altri.

I gruppi sono stati formati seguendo l'ora di consegna.

Ricordatevi di segnare, in risposta ai vostri racconti, i bonus a cui aspirate.
Nei commenti dovrete segnare i bonus che individuerete.


E ora vediamo i racconti ammessi:

Lux perpetua luceat eis, di Maurizio Ferrero, 19950 caratteri, consegnato il 17/03 alle 17:11.
Don Roberto, il cazzo, di Wladimiro Borchi, 8766 caratteri, consegnato il 21/03 alle 15:36.
La legione della della croce, di Roberto Masini, 19976 caratteri, consegnato il 23/03 alle 19:05.
Le due croci, di Agostino Langellotti, 19999 caratteri, consegnato il 24/03 alle 20:49.
Pani ca meusa, di Marco Lomonaco, 19990 caratteri, consegnato il 25/03 alle 23:57.



Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 04 aprile per commentare i racconti del gruppo Samuel Marolla.
Chi non postasse anche solo un commento verrà squalificato.
Chi non postasse la classifica verrà squalificato
Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che saremo fiscali e non accetteremo classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradiamo essere avvertiti, sapete come trovare i moderatori. Vi ricordiamo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.

I racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a Spartaco.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo Samuel Marolla.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA SFIDA A TUTTI!



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Luca Nesler
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Re: Gruppo Fabrizio Borgio

Messaggio#2 » martedì 26 marzo 2019, 23:47

1- Lux perpetua luceat eis
2- Pani ca meusa
3- Don Roberto, il cazzo
4- Le due croci
5- La legione della croce


La legione della croce
Il racconto ci mostra una coppia (maestro/allievo) appartenente ad una setta fanatica che applica alla lettera determinati precetti religiosi per giustificare degli omicidi.
Il racconto è scritto in modo poco coerente in molti punti, presenta qualche refuso e alterna delle parti scritte con un buon ritmo ad altre che trascurano la situazione affidando ad una narrazione piuttosto sbrigativa parti rilevanti della storia (come il finale).
L'incertezza sulla scrittura l'ho notata in alcune incoerenze o stranezze che cerco di riassumere, per brevità, in un elenco:
“l'addormentamento” con un colpo alla testa fa un po' “action movie” commerciale;
c'è molto inforigurgito nei dialoghi;
non si capisce il motivo della tortura al “sodomita”;
il questore è un personaggio troppo artificiale, risulta assurdo e ne risente l'atmosfera e la credibilità dell'intero racconto (capisco il bonus, però in questo caso penso che gli svantaggi superino i vantaggi);
ci sono alcuni refusi e ripetizioni;
l'espediente della ridondanza su Santiago, San Giacomo ecc., non aggiunge nulla alla trama ed è un po' assurdo;
L'impronta dell'impugnatura del coltello sul braccio della vittima, espediente che ci porta al finale, è assurdo: è del tutto improbabile. Inoltre se è sangue basta pulirlo (da come è scritto il pezzo pare che Pietro si accorga di ciò che è successo)
Alcune imprecisioni religiose (i frati ricevono un nuovo nome prendendo i voti, non venendo ordinati sacerdoti. Viene usato il titolo di “apostoli” ma penso si volesse usare “discepoli”).
Il finale è affrettato e brutto.
L'impressione generale è che il racconto sia nato meglio di come è andato a concludersi. Forse il limite di caratteri incombente ha rovinato la narrazione.
Per quanto riguarda la trama si tratta di un thriller piuttosto banale, senza trovate particolarmente brillanti. Tenendo conto del tempo a disposizione per elaborare una trama e del numero di caratteri, si sarebbe potuto fare di meglio.

Bonus:
Uso creativo della scurrilità: presente. In questo caso Roberto è stato creativo nell'evitarla, ma penso che sia valido.
Termine latino: presente.
Altissima mortalità dei personaggi: presente. Tre vittime e i due serial killer. Vivi solo i “buoni”.


Lux perpetua luceat eis
Il racconto è brutale e pieno d'azione. Uno “Star Trek” con l'aggiunta di vampiri e ammazza-vampiri vaticani. L'ho trovato originale nelle idee e ben scritto, specialmente l'azione e i dialoghi scurrili.
La trama è molto lineare, ma il punto di forza sono le scene d'azione e gli espedienti per renderle di continuo più caotiche e grottesche tra vampiri, invasati in tute potenziate, zombie e mix di tutti gli elementi. La narrazione invece non risulta mai caotica e si segue bene.
Ho molto gradito l'idea del sole finale e dello sperma di Cristo, in linea con “l'anticlericalità” del resto del racconto.
Unico neo: quel momento in cui l'astronave si avvicina e il protagonista la vede dalle finestre che poi saranno oscurate. Questi, secondo me, sono due elementi un po' poco credibili con l'ambientazione del viaggio spaziale. Inoltre io non avrei fatto rizzare i peli del corpo ad un vampiro, ma sono dettagli ininfluenti su tutto il resto.
In definitiva l'ho trovato divertente, spassoso, ricco di situazioni, con un ottimo ritmo e gratificante nel finale. Come un panino con la porchetta.

Bonus: tutti presenti.


Don Roberto, il cazzo
E se la chiesa mettesse in pratica i suoi precetti?
Il racconto è scritto molto bene, è credibile e sono ben delineati personaggi e situazioni. Quello che sembra assurdo (ma per questo assolutamente spassoso) è il linguaggio di don Roberto.
Mi ha fatto ridere anche il giorno dopo averlo letto (e sorrido ancora).
Alcuni dettagli (primo il titolo) sono davvero azzeccatissimi. Lo trovo una piccola bomba, ma in questo contest ha il grosso difetto di avere una trama troppo povera. Wladimiro ha usato meno della metà dei caratteri a disposizione. Questo non è sicuramente un difetto in assoluto (ci mancherebbe) ma se la gioca con racconti con uno sviluppo molto più ricco.

«Porco cazzo, Diego, gli hai pure battezzato il figlio nello sperma! Ma che cazzo di schifo! Ed era pure un tuo amico, un tuo fratello, porcama… Non mi fate bestemmiare, cazzo, che stasera ci sono le polpette!»

Ti voglio bene Wladimiro.

Bonus:
Uso creativo della scurrilità: presente.
Termine latino: presente.
Altissima mortalità dei personaggi: assente. Due su cinque. Il superlativo mi impone di dire che questo non c'è.


Le due croci:
Un racconto di fantascienza lineare e non troppo originale. Ho avuto l'impressione di leggere una sorta di incipit o, comunque, un episodio pilota per una serie animata giapponese.
L'azione è buona, narrata bene e intrigante. I dialoghi invece sono molto stereotipati, comprese certe situazioni (i cattivi che parlano invece di sparare). Il protagonista è un super duro di quelli che non perdono mai e rientra perfettamente nello stile. Questo tipo di personaggi, però, soffrono molto una caratterizzazione poco originale. Un pelo di inforigurgito nel primo dialogo con lo spacciatore che poteva essere evitato.
In definitiva la forma è buona, ma trama, personaggi e dialoghi sono stereotipati e un po' banali. Inoltre, rispetto a questo contest, ho trovato il finale un po' troppo netto, poco conclusivo (per questo parlo di incipit). Segnalo anche qualche refuso.
Non male, ma nemmeno ai primi posti.

Bonus:
Uso creativo della scurrilità: presente.
Termine latino: presente.
Altissima mortalità dei personaggi: assente. Muoiono solo alcuni scagnozzi.


Pani ca meusa
Lo stile è fresco e interessante. La scrittura di questo racconto mi ha colpito e la giudico la migliore di tutti. I dialoghi e le immagini evocate sono splendide e coinvolgenti. L'espediente del panino con la milza che nasce dall'editto di Ferdinando d'Aragona è un'idea molto buona (che sia storicamente fedele o meno). Ho apprezzato molto alcune battute (su tutte la terza regola di Mimmuzzo) e le parlate dialettali che sono state usate molto bene.
I difetti, secondo il mio parere, sono due: la trama e il finale.
Mi spiego meglio: la trama è narrata in modo impeccabile, avvincente. Ma a conti fatti qual è? Non l'ho capita. Pur rileggendolo più volte (perché mi sarebbe piaciuto non fare la figura dell'ingenuo) non sono riuscito a capire il collegamento tra l'incipit e il finale, e nemmeno tra l'inizio e il finale. Capisco che c'è a causa dei nomi usati, ma se fossero diversi direi che sono due racconti incompiuti mischiati assieme dalla stampante.
Il finale muore nel buio e mi ha lasciato insoddisfatto (non ho capito, appunto) e mi è parso buttare via tutto l'ottimo lavoro fatto fino lì coi personaggi e le situazioni.
La battuta finale, invece, è perfetta e di grande effetto.
Questo racconto mi mette davvero in difficoltà perché è scritto troppo bene per non buttarlo in cima alla classifica ed è troppo deludente per farlo.
Mannaggia Marco!

Uso creativo della scurrilità: presente
Termine latino: presente.
Altissima mortalità dei personaggi: assente. Nelle scene mostrate muore solo Mimmo.

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DandElion
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Re: Gruppo Fabrizio Borgio

Messaggio#3 » martedì 2 aprile 2019, 17:05

DON ROBERTO, IL CAZZO! – WLADIMIRO BORCHI
Sei il primo racconto che ho letto e l'ultimo che commento.
Mi hai convinto subito e non volevo scrivere qualcosa e poi dovermi ricredere con gli altri racconti cosa che - spoiler!- non è affatto avvenuta, anzi!
Spesso la prima impressione è quella che conta e il tuo racconto mi è molto piaciuto.
Scorrevole, pulito, scurrile al punto giusto e misurato senza essere eccessivo.
Promosso a pieni voti
*Mortalità dei personaggi: flag!
*Scurrilità creativa: flag!
*Parole in latino: flag!

LUX PERPETUA LUCEAT EIS- MAURIZIO FERRERO
1) Altissima mortalità dei personagg: come nel mio racconto la voce narrante non muore però direi ok, vengono fatti fuori tutti gli altri
2) Uso creativo della scurrilità, sì, ma in alcuni casi è più esagerato che creativo, in fondo in alcuni passaggi è "gratuito" non apporta molto di più alla narrazione.
3) Impiego di almeno un termine in latino: quanti ne vuoi, un'ave Maria intera!
Detto questo, vado un po' contro corrente. Ammetto che il genere testo ripropositivo di ambientazioni Star Trek / Star Wars (non me ne vogliano i fan di entrambi di averli momentaneamente accomunati) non mi fa impazzire a questo ha pesato un po' negativamente sul mio giudizio. Il racconto a volte per me è faticoso da seguire, molte azioni, ma anche un discreto sforzo per immaginare le ambientazioni. Diciamo che per gli "addetti ai lavori" è più semplice forse. Nel complesso un racconto godibile, ma faticoso.


LA LEGIONE DELLA CROCE –ROBERTO MASINI
Bello. Ben congegnato, ben pensato MA molto stagliuzzato? Perché in alcuni punti si percepisce la mancanza di qualcosa, come se ci fosse una falla nel tessuto narrativo, e la conclusione è molto precipitosa, il che mi fa pensare ad una penuria di caratteri disponibili rimasti.
Mi piace l'idea, e mi sembra doveroso svilupparla con più caratteri. Consiglio il laboratorio. Bello però :)
Nota bene. L'uso forbito della scurrilità non è necessariamente uso creativo. in questo mi hai poco convinto, se non per nulla.
Latino & mortalità dei personaggi rispettati.


LE DUE CROCI - PRETORIAN
Nel dubbio sono andata a cercarmelo... "infodump: la pratica di presentare al lettore un mucchio indigeribile e incomprensibile di informazioni tutte insieme." Ah. beh io non sono contraria, quindi finche sono informazioni e non "spiegoni di settordicimila milioni di caratteri" fanno pure bene. Ecco forse invece di accorciare il finale potevi fare una supplementare limatina all'inizio...MA...
Ma cazzo che figata!
La prima parte del racconto è piuttosto lenta, monocorde, la seconda parte è veramente figa e la conclusione-non-conclusione.. Ciaone proprio, mi associo ad Euginino, VOGLIO gli altri capitoli.
Assai bene.
Voce bonus.
Ampia mortalità dei personaggi, uhm. forse in senso moooolto ampio. più no che sì.
Scurrilità creativa, ecco questa mi sfugge il punto in cui pensi di averla usata ... "scurrilità" manca..
Parole in latino, yes, benedicenti pure.

PANI CA MEUSA – MARCO LOMONACO
A parte un paio di refusi di latino maccheronico (volontari o meno) la narrazione è buona, scorrevole e piacevole. Ci sono alcune parti che ti hanno già ben fatto notare e che tu hai giustificato figlie della potatura il che da un certo punto di vista è una aggravante e non una scusante..
Btw, molto bella l'idea di raccontare questa faida lungo i secoli, un po' troppo tirato li il finale. Manca qualcosa, si percepisce una non completezza.
*Alta mortalità dei personaggi direi nì, in fondo muore solo Mimmuzzo.
*Scurrilità creativa, non c'è. C'è violenza e autogiustificazione della violenza, scurrilità vera e propria non c'è. La tendenza di alcuni in questo gruppo è stata confondere "creativo" con "forbito".
*Parole in latino.. oltre al maccheronico c'è anche del latino verace.

Bravi tutti, ma a mio parere:
1. DON ROBERTO, IL CAZZO! – WLADIMIRO BORCHI
2. LE DUE CROCI - PRETORIAN

3. PANI CA MEUSA – MARCO LOMONACO
4. LA LEGIONE DELLA CROCE –ROBERTO MASINI
5. LUX PERPETUA LUCEAT EIS- MAURIZIO FERRERO
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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Eugene Fitzherbert
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Re: Gruppo Fabrizio Borgio

Messaggio#4 » mercoledì 3 aprile 2019, 15:13

Ah, beh, è venuto il momento di stilare la classifica maledetta. Stavolta è veramente difficile, visto l'alto livello dei racconti. Mi sono divertito un sacco, questo è indubbio, e lo scambio di battute con tutti gli autori, che trascende dall'esito del contest, è cosa quanto mai stimolante. (Ma quanto cazzo parlo bene, ah?)

Ora vi sgancio tutti i commenti, ribadendo la mia convinzione (condivisa con il Master Lomonaco) che è sempre e solo colpa del buon Nucera.

Lux Perpetua luceat eis
WOOO!
Hai dimenticato il piede sull'acceleratore! Ho finito la lettura di questo racconto praticamente spettinato, anche se ho i capelli corti...
A parte gli scherzi, una storia che impone al lettore di arrivare alla fine, e lo sorprende a ogni paragrafo con una invenzione nuova: si parte con i vampiri, nello spazio, con gli schiavi clonati, e poi arrivano gli ammazzavampiri, che diventano pure zombi, e ci sono le reliquie, pure loro clonate e il mercato nero dove poterle vendere...
E che cazzo!

Ottimo, davvero. Forse, nell'introduzione, se accedi alle semifinali, ti conviene limitare la fase un po' troppo tell, dove introduci l'oggetto segreto di Max, per farla diventare più show:
Trasportava un carico di cento umani replicati da utilizzare come riserve di cibo per l’intero equipaggio vampirico della Vlad III, e un piccolissimo contenitore criogenico che si trovava nella tasca della tuta di Max. Al suo interno c’era qualcosa che avrebbe consentito al giovane vampiro di guadagnare il denaro necessario per sganciarsi per sempre dalla sua feroce e millenaria padrona.

capisco questa scelta, serviva per raggranellare qualche carattere in più per il seguito. In semifinale ne avrai qualche migliaio in aggiunta, e puoi rendere questo racconto ancora più bello!

Bonus tutti presenti.
Ancora complimenti e grazie per la lettura divertente e velocissima!

DON ROBERTO, IL CAZZO!
Mitico, Wlad!

Hai scritto un racconto che sembra una piéce teatrale: lo svolgimento statico, per così dire, dove i personaggi entrano di lato, sembra di assistere a uno spettacolo.
Il prete è uno spettacolo di scurrilità senza fondo e questa è cosa buona e giusta.
La vicenda è abbastanza lineare, senza interruzioni o colpi di scena, a parte quello finale, del parroco che si rompe il cazzo e fa fuori tutti. E a proposito del finale, è lì e corona il tutto con il sangue che ancora non si era visto.

Ti posso dare alcuni consigli, anche se non sono degno neanche di comprarti i quaderni per gli appunti?
ALLORA:
1 - nel prologo, ti affidi al punto di vista ferreo e deciso di Diego, mentre poi la cosa si smorza durante la narrazione, passando quasi a quello del parroco. Potresti usare il punto di vista del parroco Fin dall'inizio: aggiungeresti il voyeurismo alle già tante malefatte dell'uomo di chiesa.

2 - Accenna a qualche episodio ancora più intimo delle coppie scoppiate per suffragare il tentativo di deviazione dal peccato e arricchire il background. Se poi sono cose assurde, tanto meglio.

3 - Il monologo finale fallo diventare un duetto, con i due amanti che completano le frasi a vicenda, come se fossero davvero una sola persona e aggiungi un po' di linguaggio del corpo: si guardano, si danno le mani, sorridono con gli occhi persi uno nell'amore dell'altra, insomma facci arriva quanto più vicino a questi due innamorati, per poi farli fuori.

4 - Piccole imprecisioni: Quando il prete fa la sua comparsa, sembra che sia Sabrina a dire 'Salutate ak 47!'. Dovresti rimettere a posto il focus su questo passaggio; Si dice crivellati, non trivellati, anche se tutti e due rendono l'idea; "Patrizia e Tiberio, marito e moglie", sarebbe meglio scrivere moglie e marito.

Beh, basta.
Il Take home message è che il racconto mi è piaciuto, è un Wlad al 100%, le scurrilità ci sono, i dialoghi assurdi sono meravigliosi, la vicenda nella sua semplicità ha margine per essere arricchita di altre chicche.
Good job, Man!

La legione della croce
Ciao, Roberto,
ci si rivede sempre in questi lidi.
Hai scritto un racconto che mi ha riportato alla memoria Dexter e il suo Doomsday Killer. L'idea di un punitore religioso non è nuova, e tu ne hai fatto il centro del tuo thriller. Purtroppo non tutto funziona come dovrebbe, alcune sbavature nella trama e dei dialoghi che fanno di tutto per spiegare le cose non aiutano a godersi la vicenda.
Il finale è un po' troppo affrettato e alcuni passaggi nella sequenza di chiusura puzzano un po' di Deus Ex Machina.
Il personaggio del questore e il suo modo di parlare hanno alleggerito la tensione e hanno dato una nota di colore alla storia.

I bonus ci sono tutti e tre.

Concludo dicendo che hai di che lavorarci ancora un po', per dargli quella forma più compiuta che questo racconta merita.

Le due Croci
Ciao, Pretorian,
nuovo Sovrano della Tela Nera!
Ho letto il racconto con gusto, devo ammetterlo, perché comunque il tuo stile, al netto di alcuni refusi e qualche ripetizione è sempre molto pulito e scorrevole.
Al di là del divertimento di leggere un racconto, però vorrei fare alcune considerazioni:

1 - La parte iniziale è molto raccontata e poco mostrata, per dirla all'italiana. Mi è piaciuto che hai introdotto l'universo fantascientifico in cui è ambientato il racconto per vie traverse, ma lo stesso ti sei lasciato andare tra i paragrafi.

2 - C'è un po' di infodump nella primo dialogo tra il gangster e il prete.

3 - L'effetto hard boiled dell'intero racconto è un po' artificiale, come se stessi trattenendoti: non farlo! Lasciati andare al trash più scardinato!

4 - IL FINALE: non c'è un finale. DIamine! Dov'è il resto? E le altre cinque croci? È il secondo racconto che mi concludi senza concluderlo, dannazione!

5 - IL nome Swarm (sciame) è uno spettacolo, perché il prete è uno sciame di NANOMACCHINE! Bravo!

6 - L'idea di fondo dell'Hellblood è buona, ma risulta un po' sotto tono e poco enfatizzata.

7 - Perché usare l'ESPANSIONE, che già esiste? Esiste un modo migliore per indicare la colonizzazione di nuovi sistemi solari...

8 - NOn so se te l'ho già detto: Dove diavolo sono le altre croci? :D

9 - sul bonus della morte dei personaggi, sono combattuto. Muore tanta gente, ma l'interpretazione da parte tua forse è un po' troppo di manica larga.

Per il resto, ti rinnovo tutti i complimenti che ti ho fatto, perché il racconto mi ha divertito fino alla fine!

Pani ca meusa
MarcoMaster! Finalmente leggo qualcosa di tuo.

Allora, ti dico che non faccio il lavoro di fino che ti ho visto fare, con le note a margine del racconto, non saprei neanche come farlo, non è il mestiere mio. Ti faccio un po' di commenti in sequenza, nella maniera più organica possibile.

Il racconto in quanto tale è divertente e prende in considerazione una delle tradizioni siciliane più radicate e conosciute (se ci avessi messo pure la mafia e gli scacciapensieri, avevamo il piatto completo! Just kidding!). È una vicenda abbastanza articolata, che mette le radici addirittura cinquecento anni e più anni fa e quello che ci fai vedere è che certe tradizioni non muoiono mai. Sono arrivato alla fine della lettura soddisfatto, contento di aver speso quei quindici minuti in compagnia di Santuzzo e Mimmozzo. C'è un però, e te lo dico di seguito. Se ho preso cantonate, se ho detto cazzate, allora perdonami, ma è così che mi è arrivato il racconto...

1 - La 'lettera' iniziale (che ha il suo valore di sviare i sospetti sulle morti dei preti) contiene degli elementi di troppo, che restano lì (la rottura dell'altare, ad esempio; o i fedeli dei due continenti). La spiegazione che mi sono dato è che, essendo la lettera un fake, allora sono notizie buttate a caso, e che quindi lì devono rimanere. Mi spiegherai.

2 - Il secondo paragrafo introduce l'assistente di sua Eminenza, che è anche il cugino di Mimmo; di lui poi si perdono completamente le tracce, nonostante il grado di parentela con il protagonista. Mi chiedo se magari fosse a conoscenza dell'attività di famiglia e se magari avesse mai cercato di avvertire Mimmo di quello che stava per accadere.

3 - La cosa che più mi ha fatto storcere il naso è il bambino. A sette anni parla come un uomo di quaranta (rata per debito secolare, per esempio). Ho cercato di interpretare che sia una cosa che gli ha fatto imparare a memoria Mimmo e che Santuzzo sta ripetendo a pappardella, ma è una mia interpretazione che non si evince dal testo.

4 - L'anatomia della tua splenectomia è un po' erratica, e te lo dico per deformazione professionale, mio malgrado. E ti assicuro (avendone viste a decine, soprattutto traumatiche) che non si sente odore di bile, visto che fegato e cistifellea stanno dall'altra parte dell'addome.

5 - Il prigioniero spesso strilla nonostante sia imbavagliato e si agita sembrando uno stoccafisso.

6 - Non ho capito se Spanò (che compare nell'ultima sequenza) è lo stesso forestiero che Mimmo vede fuori dalla porta della bottega. E se lo è allora, nella sua comparsa non è specificato.

7 - Spanò mi puzza di deus ex machina, che arriva in men che non si dica e risolve tutto il caso. Magari potevi far dire a sua Eminenza di contattare Spanò e vedere a che punto erano le indagini, così per far incastrare questo finale che altrimenti sembra un po' tirato. Sorvolo sull'ingresso dell'uomo senza alcun rumore di scasso, perché immagino che sia uno abbastanza scafato, una sorta di Wolfe che risolve i problemi e lo fa discretamente. Alla stessa maniera, non mi spiego il senso del suo gracidio nel suo modo di parlare e perché sia 'maledetto' alle orecchie di Mimmo.

8 - La costruzione della scena finale è anche leggermente spiazzante: se l'uomo è entrato in cantina dalla porta che cigola alle spalle dei due protagonisti, come fa poi il bambino a correre verso la porta dando le spalle al padre che sta combattendo? In linea di massima, Spanò avrebbe dovuto trovarsi tra Mimmo e la porta. Ma forse non l'ho visualizzata bene.

9 - 'le braccia dell’uomo rotearono attorno ai polsi di Mimmozzo e li chiusero in una chiave articolare come quelle dei film. Nello stesso movimento fluido, il panzone si infilò una mano sotto la giacca e ne trasse una pesante croce', in questa frase, non riesco a capire quante mani abbia Spanò, se con due fa una chiave articolare (presumo che sia una presa da autodifesa) e con l'altra mano prende la croce/ascia.

10 - Ti segnalo alcune imprecisioni di poco conto sparse qua e là: l'uomo appeso a un gancio non è 'incaprettato'; non mi va di fare ricerche su Kosher, ma mi ricordo una cosa sugli ebrei siciliani che erano serfarditi e non lo pronunciavano alla stessa maniera, ma mi sa che mi sbaglio, sono riconglionito al 75% oggi, che è pure poco; Immagino che la citazione Pecunia non DOLET sia voluta per dare più caratterizzazione al personaggio di Mimmo, un po' grezzo; più altra roba che non mi ricordo ma veramente minore.

Tecnicamente, ci sono alcuni punti in cui il soggetto cambia all'interno della stessa frase, qualche cambio di PdV, pochi sparsi refusi.
Stilisticamente è uniforme, con pochissime sbavature ("lacrime sulle gote").

Va da sé che sei uno che scrive, e questa ne è la prova provata. Va anche da sé che questa storia l'hai scritta un po' di fretta e l'obbligo di stralciare pezzi e caratteri per colpa di Nucera ti ha fatto fare delle scelte, che sono pesate sull'economia stessa del racconto, soprattutto nel finale che è molto veloce e il colpo di scena della lettera finta passa quasi in sordina.
Chissà com'era in versione totale, senza compromessi. Ecco, di quello sono curioso.
Complimenti, e te li faccio sinceramente, perché la scrittura è pulita e precisa, nulla da eccepire. Sei il Master e si vede.

E con questo, andiamo diretti di classifica, una delle più sofferte... Non posso mettere parimerito nessuno, mi affido alla mia indole di rincoglionito, ora oltre l'80%...

1 - Lux Perpetua Luceat Eis
2 - DON ROBERTO, IL CAZZO
3 - Pani ca meusa
4 - Le due croci
5 - La legione della croce

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lordmax
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Re: Gruppo Fabrizio Borgio

Messaggio#5 » giovedì 4 aprile 2019, 17:52

Ciao a tutti

Devo dire che questa sfida è una sfida per la definizione della classifica.
Non sono riuscito a trovare un racconto che fosse veramente superiore agli altri.
Ammetto che Wladimiro ha un tocco di originalità in più rispetto agli altri che mi hanno fatto piacere subito il racconto fin dalla prima lettura ma anche Roberto ha avuto una idea molto originale e interessante.
La qualità della scrittura, al netto dei refusi che ci sono sempre in questo tipo di contest, è simile e anche la struttura dei racconti non presenta veri buchi per nessuno.
Alla fine mi sono ridotto a scegliere sulla base del gusto personale e della vicinanza, imvho, al racconto da cui parte la sfida.

Classifica
1 - Don Roberto, il cazzo, di Wladimiro Borchi
2 - Le due croci, di Agostino Langellotti
3 - La legione della della croce, di Roberto Masini
4 - Pani ca meusa, di Marco Lomonaco
5 - Lux perpetua luceat eis, di Maurizio Ferrero


Don Roberto, il cazzo, di Wladimiro Borchi
Cazzo ci hai preso. Idea veramente stupenda, una piecé teatrale perfetta, immobile, semplice, lineare e a scena fissa. Sarebbe veramente da proporre a una compagnia come intermezzo ludico di un'opera seriosa.
Il linguaggio scurrile del prete non è così poco credibile... almeno per me che vengo dalle campagne del Canavese.
I due amanti che credono di fare tutto di nascosto e invece lo sanno tutti e il paio di eventi passati ci stanno benissimo. Forse, visto che di caratteri ne avevi ancora parecchi ci sarebbe stato bene un po' più di linguaggio del corpo almeno da parte dei due amanti e magari qualche evento pruriginoso del passato.
Ci sono alcuni refusi (tipo trivellati invece di crivellati) ma ben poca cosa.
Nel complesso direi che ci sono tutti gli elementi per un ottimo piazzamento in classifica.
Bunus: termini latini, scurrilità, mortalità dei protagonisti.


Le due croci, di Agostino Langellotti
Bella idea, semplice, lineare, molto in linea con il libro di cui la sfida.
Personaggio alla james bond abbastanza ben caratterizzato e il legame con il nome è una bella idea.
L'inizio alla hard boiled è un po' lento, troppe informazioni che poi non vengono usate, siamo quasi a livello di infodump, non da ancora fastidio ma ci sono cose che si potrebbero tranquillamente omettere.
Gli scagnozzi sono le classiche carne da cannone che vanno via a pacchi e sono ben piazzati.
Il boss che alla fine non è un vero boss perché non fa nulla è abbastanza caratterizzato ma troppo statico, imvho.
Gli elementi ci sono tutti ma il racconto saltella, non scorre via liscio, non è male ma l'inizio è troppo lento e il finale troppo sparato. L'inizio fa delle promesse che poi non vengono mantenute nel finale. L'arrivo del mech ci sta nell'economia del racconto ma suona troppo come un deus ex machina, andrebbe introdotto o almeno accennato nella parte iniziale.
Qualche refuso e ripetizione c'è ma non è gran che basta un poco di editing.
L'impressione, personale, che ho ricevuto è che non sapessi quale genere scegliere mentre scrivevi, come se tu fossi partito con un hard boiled per poi andare a fare altro a metà.
Per i bonus non concordo sulla mortalità, il protagonista sopravvive e vince senza veri problemi.
Bonus: scurrilità creativa, termini latini


La legione della della croce, di Roberto Masini
Bellissima idea, semplice, immagino qualcuno la chiamerà banale ma i thriller sono esattamente quello, banali.
Ci sono un po' di refusi e di ripetizioni che andrebbero tagliati e qualche termine non proprio ideale, un po' di lavoro per la fase di editing insomma.
L'idea del questore super stereotipato con quel linguaggio assurdo e eccessivo mi è piaciuta molto. E' chiaramente una macchietta ma fa il paio con molti personaggi famosi fra cui anche uno di Camilleri. Ottima trovata.
Le vere pecche, a mio parere, sono nella struttura che risulta frammentate e porta a un finale troppo veloce e calato dall'alto. Va bene la micropistol nel pacchetto di sigarette non va bene che spunti come un deus ex machina. Ve bene la tortura ma non la mancanza di giustificazioni sul perché solo a lui.
Per il resto direi che è un racconto con notevoli potenzialità.
Per i bonus non sono d'accordo sulla mortalità visto che dei protagonisti veri muore solo il prete, ne il poliziotto ne il questore. vittime e serial killer sono solo personaggi secondari.
Bonus: termini latini, scurrilità creativa


Pani ca meusa, di Marco Lomonaco
Idea veramente originale riportare uno dei 'piatti' più famosi a una vendetta storica. Molto gradevole.
Il latino maccheronico di Mimmo mi piace molto di più di quello forbito e quindi per me il bonus è pienamente preso.
Il racconto è molto ben strutturato, fila via liscio e lineare. Il problema principale è la presenza di elementi all'inizio che poi scompaiono completamente durante il racconto: La lettera che non si capisce come interagisca nella storia, l'assistente che è imparentato ma è quello che chiama l'inquisitore e non si capisce da che parte sta. Il turista compare e scompare, non poteva essere l'inquisitore perché è vestito in modo troppo evidente per non essere notato immediatamente.
Nota di colore, un dente staccato da una gengiva NON smette di sanguinare e non lascia un filo di bava ma provoca una emorragia vera e propria figuriamoci più di uno. Un uomo appeso per le mani non è incaprettato. L'inquisitore sembra avere troppe mani quando si scontra con Mimmo. Sono solo dettagli ma stonano un po'.
Cosi a sensazione direi che il racconto originale era molto più ampio e lo hai tagliato troppo togliendo parti importanti per capire i dettagli.
Bellissima la frase finale che fa intendere come la sorte peggiore non sia toccata a Mimmo.
Per i bonus direi che manca la scurrilità creativa e l'alta mortalità, alla fine muore solo Mimmo e il figlio, che è il vero protagonista fa sì una bruttissima fine ma resterà in vita per parecchi anni ancora, troppi.
Bonus: termini latini


Lux perpetua luceat eis, di Maurizio Ferrero
Hai messo dentro veramente tutto, vampiri, spazio, templari, clonazione, schiavi, zombie e artefatti, ottimo.
La trama è molto lineare, si segue facilmente anche se qui e là ci sono delle ripetizioni che saltano all'occhio.
Sicuramente a causa del poco spazio trovo che seguire gli spostamenti ambientali sia complesso anche per chi, come me, è un fanatico della scifi e dell'horror.
Trovo che le scurrilità, che ci sono senza dubbio, siano quasi totalmente fini a se stesse, messe proprio solo per prendere il bonus, il racconto guadagnerebbe moltissimo se venissero quasi tutte eliminate.
L'idea della clonazione dello sperma di gesù è ottima ma trovo che sia stata liquidata troppo in fretta nel finale come anche la soluzione per vincere lo scontro che porta automaticamente alla morte di tutti tranne il protagonista.
Per altro trovo non raggiunto il bonus sull'alta mortalità dei protagonisti perché è uno solo e si salva, gli altri sono palesemente degli hanchmen funzionali alla storia ma non importanti.
Per il resto direi buon racconto
Bonus: termini latini e scurrilità

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Re: Gruppo Fabrizio Borgio

Messaggio#6 » venerdì 5 aprile 2019, 23:48

Ecco classifica e commenti del Lettore Anonimo:

1) Pani ca meusa: Ottimo racconto. Hai un’ottima penna. Il miglior pregio è che le scene da te descritte prendono facilmente vita, non appesantisci il racconto con eccessive descrizioni, né ci sono troppi dialoghi. Il bambino così piccolo è stato particolarmente disturbante, immagino fosse l’obbiettivo e quindi complimenti, ma ho ancora i brividabadibidi.
L’unica critica sta nell’apparizione dal nulla de ‘il panzone’, fa un po’ effetto: “sta per finire il tempo come concludo il racconto in fretta”.

2) Le due Croci: Mi è piaciuto molto anche il tuo racconto, che scorre lineare e non pesa sul lettore (cosa che il latino non rende facile), sei bravo nel descrivere tutte le varie trasformazioni-guarigioni-morti fantascientifiche dei personaggi. Ciò che ti ha fatto arrivare al secondo posto è il finale davvero troppo aperto, sembra il finale di stagione di una serie tv, ma tu non devi lasciarmi attaccata per sei mesi e hai lasciato l’intera questione delle 7 croci aperta.
P.s. i nomi con le iniziali tutte uguali mi confondono (ma potrei essere solo io) e a un certo punto in un solo paragrafo ci sono tutti e tre i personaggi, terrei Swarm col significato linguistico e cambierei gli altri.

3) La legione della croce: La competizione questo giro è stata impegnativa: anche il tuo racconto è tutto sommato ben fatto, la struttura è solida e mi sono piaciute all’inizio le diverse scene degli omicidi. Per quanto riguarda le critiche avrei limato la scurrilità creativa dell’investigatore, che è così eccessiva da rallentare la narrazione e irritare il lettore (o quantomeno me, mentre leggo) e spiegherei meglio la soluzione del racconto: i voli semi-pindarici ma incredibilmente azzeccati dell’investigatore mi piacciono, ma la storia del coltello con cui si taglia l’assassino e del perché viene preso mi è sembrata confusa.

4) DON ROBERTO, IL CAZZO!: Hai chiaramente una buona penna ironica, ma in questo caso con me non hai sfondato la porta. Non ho mai compreso il divertimento nella scurrilità in sé e il fatto che quello volgare sia il prete, per quanto io percepisca l’ironia non mi fa ridere così tanto. Detto questo la scena in cui compaiono i coniugi e tutta la storia delle polpette mi hanno strappato dei sorrisi e la tua scrittura è chiara e coinvolgente.
5) Lux perpetua luceat eis: Wow, quanta roba tutta insieme, per quanto tu sia stato bravo nel gestire tutte le informazioni e le varie creature nello spazio, mi è risultato davvero troppo pieno e pesante. Se a questo aggiungi il fatto che non sono una fan né degli zombie né dell’ambientazione nello spazio hai avuto un po’ sfortuna. Avrei preferito avessi evitato la resurrezione e che avessi mostrato la debolezza dei vampiri nella battaglia in un altro modo. In compenso dio che salva Max per salvare lo sperma di cristo ritrovato è una scena nuova e divertente.

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Re: Gruppo Fabrizio Borgio

Messaggio#7 » sabato 6 aprile 2019, 9:50

Classifica finale e semifinalisti:

Don Roberto, il cazzo, di Wladimiro Borchi= 5 Punti (11 -6 di bonus)
Pani ca meusa, di Marco Lomonaco= 13 Punti (13 -3 di bonus)
Lux perpetua luceat eis, di Maurizio Ferrero= 11 Punti (17 -6 di bonus)
Le due croci, di Agostino Langellotti= 11 Punti (14 -3 di bonus)
La legione della croce, di Roberto Masini= 14 Punti (20 -6 di Bonus)

Accedono in semifinale, e verranno giudicati da Fabrizio Borgio, i racconti di Wladimiro Borchi e Marco Lomonaco!

Fate i vostri conti e, se riscontrate qualche anomalia, fatemelo sapere al più presto contattandomi su facebook.

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Marco Lomonaco - Master
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Re: Gruppo Fabrizio Borgio

Messaggio#8 » domenica 7 aprile 2019, 19:08

Grazie al lettore anonimo per lettura, feedback e apprezzamento... Scusami per il tempismo ma ero convinto di aver già ringraziato :/
Se dici cose senza senso, sarai trattato come un paroliere.
Sbattuto su e giù e ribaltato su un tavolo, fino a che le tue interiora saranno fuoriuscite.
E ci leggerò dentro ciò che mi pare, magari il futuro. [cit.]

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