L'ultimo olocausto - Andrea Partiti

Appuntamento a lunedì 15 aprile dalle 21.00 all'una con il tema degli autori del romanzo ROMOLO - IL PRIMO RE: Franco Forte e Guido Anselmi.
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Andrea Partiti
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L'ultimo olocausto - Andrea Partiti

Messaggio#1 » martedì 16 aprile 2019, 0:02

Il vecchio sale verso la cima del monte. I suoi passi sono pesanti. Il fiato è spezzato da singhiozzi e fatica. Sulle spalle ha tre fascine di legna secca per il sacrificio. Le ha portate il loro asino fino alla base del monte, ma ora è tutto per lui quel peso che gli taglia la carne.
Il figlio lo segue, ma il vecchio non lo guarda, non riesce a gioire delle sue corse, del suo raccogliere insetti e fiori.
Il grande altare di pietra, visibile da ogni angolo del monte come un corvo su un palo, diventa sempre più incombente, nero del sangue rappreso e bruciato di mille sacrifici all’unico Dio.
Il vecchio prende la mano del figlio che obbediente ferma i suoi giochi e lo segue su per l’ultima gradinata scavata nella roccia. Prende il bambino e lo solleva sulla pietra lucida. Posa le fascine, le disfa e le distribuisce attorno all’altare.
Sotto alla tunica il vecchio porta il pugnale d’argento dei sacrifici. Il pugnale usato da suo padre, da suo nonno e da tutti i loro antenati fino alla creazione. Sgancia l’arma dalle cinghie e la estrae dalla guaina. Il figlio, che ha assistito a molti sacrifici prima di quello, non si scompone. Si domanda appena quale sarà il sacrificio, perché non hanno portato animali come d’uso. Neppure l’asino è con loro.
Il vecchio pensa che sarà lui l’ultimo a sollevare quel pugnale, che la stirpe di uomini che ininterrotta l’ha portato con sé finiva quel giorno, su quella roccia. Pensa alla promessa di una progenie numerosa come le stelle del cielo e stringe i denti con rabbia e confusione. Ma la promessa è stata infranta da quella richiesta impietosa. Può solo obbedire all’unico Dio.
Il bambino solleva le gambe sulla pietra: sente che c’è qualcosa di diverso nell’aria, ma ha fiducia nel genitore.
È il suo ultimo sacrificio, il suo ultimo atto di fede. Il vecchio seppellirà il pugnale con il figlio, perché a lui era destinato in vita e a lui sarà destinato nella morte. Un destino beffardo essere sepolto con l’arma che lo uccide, ma l’arma non è che uno strumento. È la mano che la impugna, è il dio che la guida ad avere la responsabilità.
Il vecchio invita il figlio a sdraiarsi. Questi obbedisce, non oppone resistenza. Il pugnale si alza, tremante. Resta sospeso nell’aria, una goccia di sudore cala dal palmo della mano, scorre giù per l’impugnatura e per la lama, fino a cadere sul torace esposto del bambino. La punta cala, perfora la pelle, le ossa, un cuore stupito. Il figlio rivolge gli occhi al padre in cerca di una spiegazione che non ha tempo di ricevere. La gola gli si riempie di sangue. Gorgoglia.
Il vecchio lascia l’arma conficcata e cade in ginocchio, piange.
Un giovane ariete si avvicina. Non ne ha sentito i passi felpati mentre saliva la scalinata. L’animale tocca il vecchio con le corna attirandone l’attenzione, gli lecca le mani bagnate di lacrime, calde e salate.
Il vecchio gli carezza la testa come faceva con il figlio.
L’ariete capisce il suo dolore e il vecchio vede il divino nei suoi occhi.
In quel momento capisce. Solo un Dio malvagio poteva chiedergli suo figlio, mentre i vecchi Dei ancora hanno la compassione che vede in quegli occhi, hanno ancora la pietà di consolare un povero vecchio sciocco che li ha traditi. Sprecano le loro poche energie per mandare un segno della loro presenza, del loro supporto.
Il vecchio estrae il pugnale dal petto del figlio, il sangue che già si rapprende uscendo dalla ferita e colando grumoso sulla pietra. Pulisce la lama con un panno.
Non sarà l’ultimo sacrificio del pugnale, sconsacrato dalla malvagità. La sua storia non è finita.
Il vecchio ha obbedito, ha pagato per i suoi peccati e non avrà la progenie promessagli grazie a quel figlio miracoloso. Ma sorride comunque, perché ora non ha debiti con l’unico Dio.
Per mano sua i vecchi Dei vivranno. Li nutrirà col suo pugnale e i vecchi Dei nutriranno lui.
Il vecchio accende le fascine e siede sui sassi insieme all’ariete. Dedica l’olocausto ai vecchi Dei, ne respira i fumi e le energie tornano nel suo corpo devastato.
Ultima modifica di Andrea Partiti il martedì 16 aprile 2019, 0:08, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: L'ultimo olocausto - Andrea Partiti

Messaggio#2 » martedì 16 aprile 2019, 0:04

Ciao Andrea! Tutto ok con caratteri e tempo, buona Romulo Edition!

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Emiliano Maramonte
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Re: L'ultimo olocausto - Andrea Partiti

Messaggio#3 » martedì 16 aprile 2019, 16:39

Ciao Andrea!
Ben ritrovato!
Prime impressioni a caldo (finita da pochi secondi la lettura...): questo racconto ha una potenza evocativa e simbolica incredibile! Gioca moltissimo su immagini forti e vivide, che strizzano l'occhio a tutta un'iconografia biblica di enorme portata narrativa. Mi è piaciuto il ritmo, lento, cadenzato ma inesorabile, che ha condotto allo spaventoso (ma necessario) sacrificio per redimere un intera stirpe, a vantaggio di una Volontà più alta, di un Volere ineluttabile. Il vecchio padre conduce il figlio alla morte lacerato nell'animo ma consapevole di una ricompensa divina, che riscatterà la sua esistenza e quella dei suoi avi, lavando peccati atavici. Tutto molto bello. Come anche molto suggestiva (l'ho praticamente adorata!), la pietà simbolica dell'ariete, nei cui occhi il vecchio vede una scintilla ultraterrena, che gli dona un minimo di conforto.
Poco da dire sul fronte tecnico se non un paio di inconvenienti sul punto di vista: in una fase intermedia del racconto, il PDV salta un paio di volte dal vecchio padre al figlio e questo disorienta un po', perché la storia inizia e finisce e viene vista attraverso gli occhi del padre; invece tu riporti anche le reazioni interiori del figlio e, di striscio, anche dell'ariete!
Comunque una prova narrativa di ottimo livello, che avrebbe meritato più caratteri e un paio di riletture in più, giusto per dare un'aggiustatina complessiva all'equilibrio del testo.
Complimenti.
In bocca al lupo!
Emiliano.

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Sirimedho
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Re: L'ultimo olocausto - Andrea Partiti

Messaggio#4 » martedì 16 aprile 2019, 22:35

Buonasera Andrea.

Bel racconto, si lascia leggere, con degli sprazzi veramente interessanti (il pugnale usato che risale “fino alla creazione”). Il richiamo al sacrificio di Isacco è chiaro, e un po’ ci si aspetta di vedere in cosa è diverso, ed arriva con il colpo di scena dell’uccisione del figlio. Il passaggio agli antichi Dei è una conclusione che ci può stare, ma mi lascia perplesso come il padre in un attimo si senta libero dal peso di quello che ha fatto, additandolo all’unico Dio (che poi tanto unico non è, visto che ci sono ancora gli antichi), ma ci può stare - è una possibile chiave di lettura, la gestione del rimorso tramite sostituzione. Molto bella la frase “L’ariete capisce il suo dolore e il vecchio vede il divino nei suoi occhi”.

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eleonora.rossetti
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Re: L'ultimo olocausto - Andrea Partiti

Messaggio#5 » giovedì 18 aprile 2019, 21:41

Ciao Andrea, ben trovato.
Un racconto molto evocativo il tuo, che mi ha subito dato rimandi, nella lettura, al sacrificio di Isacco, ovviamente con un diverso finale. Il tema è centrato: il sangue c'è e la redenzione anche, nonostante l'abbia trovata un pochino troppo "rapida" perché possa giustificare o quantomeno far affrontare l'uccisione di un figlio. Avrei sacrificato qualche frase iniziale per approfondire meglio.
Attenzione al cambio di POV nella prima parte, mi ha un po' disorientato: l'avrei tenuto incentrato soltanto sul padre, anziché far vedere i pensieri e gli stati d'animi del figlio.
Per quanto io di solito non venga coinvolta molto dalle storie "raccontate", quindi prive di "show don't tell", questo mi ha preso parecchio. In sostanza, è un lavoro ben fatto.
Alla prossima!
Uccidi scrivendo.

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Luca Nesler
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Re: L'ultimo olocausto - Andrea Partiti

Messaggio#6 » venerdì 19 aprile 2019, 18:08

Ciao Andrea. Rendi molto bene le emozioni del momento, ma penso che questo racconto abbia risentito dei limiti di caratteri. Mentre lo leggevo ho pensato che stessi portandoci vicino al mito (per così dire) presentandoci i personaggi come persone normali, di cui sentiamo l'odore e vediamo il sudore, avvertiamo le emozioni e consideriamo le scelte. Poi però Isacco si comporta, in quel poco che ci mostri, in modo troppo poco realistico per mantenere questa impressione. Non penso che conoscendo l'uso dell'altare e chiedendosi dove sia la vittima, ubbidisca senza problemi di sorta a sdraiarsi sotto il coltello del padre o, almeno, rende poco l'idea di una persona vera.
Questo è l'unico appunto che mi sento di fare, per il resto racconto intenso e molto crudo che pone l'accento sull'assurdità di certi passi biblici che vengono troppo spesso sottovalutati nel loro impatto culturale.
Alla prossima!

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filippo.mammoli
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Re: L'ultimo olocausto - Andrea Partiti

Messaggio#7 » sabato 20 aprile 2019, 10:02

A parte l'atmosfera evocativa, tra l'altro un refrain almeno iniziale del sacrificio tentato di Isacco, non mi resta molto. Scritto bene, senza dubbio. Scarsa l'originalità nello svolgere il tema, cosa c'è di più banale per il tema sangue e redenzione, di in sacrificio umano al dio cattivo?
Dritto dall'inizio alla fine, senza climax né sorpresa nel finale. Magari sono io che non l'ho capito.

alexandra.fischer
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Re: L'ultimo olocausto - Andrea Partiti

Messaggio#8 » lunedì 22 aprile 2019, 17:24

Racconto geniale: rovesci il tema biblico del sacrificio di Isacco. Ecco il sangue e la redenzione come tema svolto in modo magistrale. Mi piace come caratterizzi i personaggi: il vecchio, legato al nuovo dio e deciso a sacrificargli il figlio avuto in tarda età come dimostrazione di fede e lo fa, malgrado la sofferenza, il figlio, fino all’ultimo ignaro della sorte che gli si prospetta. E la sorpresa finale? L’atteggiamento pietoso dell’ariete, incarnazione dei vecchi dei, ben più pietosi di quello nuovo.

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Francesco.Epico
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Re: L'ultimo olocausto - Andrea Partiti

Messaggio#9 » mercoledì 24 aprile 2019, 15:26

Il racconto è scritto molto bene, con padronanza di tecniche e di linguaggio. I personaggi sono ben caratterizzati e gestiti con abilità. Anche il tema mi sembra centrato. Io ho sentito molto la mancanza di dialoghi che avrebbero avuto il merito di alleggerire un po’ lo sviluppo che, a tratti, mi è parso pesante. Non sono riuscito a comprendere bene l’intenzione dell’autore di inserire la parola olocausto addirittura nel titolo. Ho patito nel finale la mancanza di una situazione forte capace di scuotere lo stato dei fatti. Sì, c’è l’ariete pietoso, ma mi è sembrato un po’ telefonato, come si usa dire nel linguaggio calcistico.
Comunque un buon lavoro, complimenti!

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antico
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Re: L'ultimo olocausto - Andrea Partiti

Messaggio#10 » lunedì 29 aprile 2019, 14:21

Molto bello nel suo dipingere la stupida ossessione dell'umanità. L'uomo non si pente del sacrificio del figlio, ma si convince dell'utilità di spostare il destinatario del sacrificio stesso. Un'idea geniale e coraggiosa che meriterebbe una revisione nella sua parte centrale che, allo stato. Attuale, mi sembra un pelo troppo incasinata sul perché il protagonista sia arrivato a questo "ultimo" sacrificio. Sì, ci sono dei richiami extradiegetici, ma li vedrei meglio esplicitati. Per me un applauso e un pollice quasi su.

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