Tu perché lo fai?

Appuntamento a lunedì 15 aprile dalle 21.00 all'una con il tema degli autori del romanzo ROMOLO - IL PRIMO RE: Franco Forte e Guido Anselmi.
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Pretorian
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Tu perché lo fai?

Messaggio#1 » martedì 16 aprile 2019, 1:00

Tu perché lo fai?

- Shay, tu perché sei quì?
Nella stanza semibuia, il viso della donna assume un’espressione interrogativa.
- Intendo, perché sei nella Compagnia della Morte? Perché ti sei arruolata?
Lei alza le spalle. Prima di rispondere, tende l’orecchio agli spari. Il suono è ancora lontano.
- L’ho scelto come pena alternativa all’ergastolo: dieci anni nella Compagnia, invece che una vita intera in qualche kibbuz carcerario nel deserto. Ai tempi mi sembrava una buona idea.
Hugo annuisce debolmente. Il sangue che sgorga lentamente dallo squarcio nell’esoscheletro ha cominciato a macchiare il pavimento. Servirebbe una nuova iniezione di gel emostatico, ma hanno consumato l’ultima carica due ore prima
- Cosa avevi fatto per meritarlo?
- Cos’è tutta questa curiosità, Hugo? Gli antidolorifici dovrebbero toglierti il dolore, non i freni alla lingua.
L’altro non risponde. Per qualche istante, gli unici rumori che si sentono nella stanza sono il lento gocciolare del sangue di Hugo sul pavimento e l’eco delle armi.
Alla fine, Shay sospira.
- Lavoravo per uno che prestava soldi a strozzo su Askelon. Avevo il compito di occuparmi delle proroghe: per ogni settimana di ritardo sui pagamenti, dovevo spezzare un osso. Un paio di volte ci sono andata giù troppo pesante e ai tipi non sono rimaste più ossa da impegnare.
Detto questo, striscia fino allo squarcio nel muro e osserva fuori: la piazza annerita dai crateri delle artiglierie è vuota, così come le finestre degli altri palazzi che la delimitano. Eppure, il rumore delle armi a proiezione si è fatto più vicino e costante. Nemici o nemici? Nello strisciare di quella guerriglia urbana, spesso lo si capisce solo quando è troppo tardi.
- E ti piaceva quello che facevi?
La voce rauca di Hugo scuote Shay dai suoi pensieri. Si volta verso di lui.
- Merda che picchiava altra merda. Non c’era niente di cui andare fieri, ma almeno portava il pane a casa.
Striscia nuovamente accanto al suo compagno. Dalla sacca che hanno col loro estrae una borraccia. Beve, poi la porge all’altro: è costretta a sostenergliela, perché Hugo non ha più la forza per farlo.
- E tu come ci sei finito nella Compagnia? - chiede, vedendolo particolarmente afflitto. – Anzi, lasciamelo indovinare: eri affiliato a qualche banda? Trafficavi droga nel Sistema di Lafayette?
- Io… io volevo solo fare la differenza – risponde quello, con voce sempre più roca e sottile. – Volevo solo provare a fare la cosa giusta.
Lo stupore di Shay è tale che per scuoterla ci vuole un colpo d’arma pesante contro uno dei palazzi vicini.
- Ho ucciso un uomo sul mio pianeta. Non c’era una ragione specifica: ero ubriaco e pensavo che quel tipo mi avesse guardato male, così gli ho aperto la pancia con un coltello– continua Hugo, apparentemente indifferente a ciò che accade attorno a loro. – Me ne sono pentitoo: quando la polizia è arrivata nel parcheggio del locale, mi hanno trovato che cercavo di rimettergli le budella nel corpo, come se potessi riaggiustarlo.
Indica debolmente la borraccia: Shay gli fa bere un altro paio di sorsi. Ormai il sangue sul pavimento ha formato una piccola pozzanghera.
- Mio padre conosceva persone importanti, avrebbe potuto farmi uscire di galera entro pochi mesi, ma io… io non volevo. Avrei dato qualunque cosa per rimediare a quello che avevo fatto. Qualunque cosa.
- Ed è per questo che hai scelto di arruolarti? Per espiare le tue colpe?
- L’idea era quella.
- Fattelo dire: è stata una scelta del cazzo.
- Me ne sono reso conto anch’io.
I due restano in silenzio per qualche minuto. Il rumore delle armi a proiezione si fa sempre più forte, così come il rombo che può significare solo mech in avvicinamento.
- Hugo?
L’uomo volta lentamente la testa verso di lei.
- Il proiettile che ti ha colpito… sulla linea di tiro c’ero io – fa lei, stringendogli le mani. – Salvarmi la vita basta per redimerti?
- No. Non basta mai.

Di Agostino Langellotti



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antico
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#2 » martedì 16 aprile 2019, 1:07

Ciao Agostino e benvenuto a Minuti Contati! Tutto a posto con tempo e caratteri, sappi che puoi modificare da qui all'una, ma varierò l'orario di consegna in base all'ultima modifica. Buona Romolo Edition!

Ps: ti ho già inviato una richiesta di amicizia su fb.
Pps: per vivere al meglio l'edizione di consiglierei ti entrare anche nel gruppo fb di Minuti Contati.

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Pretorian
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#3 » martedì 16 aprile 2019, 1:12

antico ha scritto:Ciao Agostino e benvenuto a Minuti Contati! Tutto a posto con tempo e caratteri, sappi che puoi modificare da qui all'una, ma varierò l'orario di consegna in base all'ultima modifica. Buona Romolo Edition!

Ps: ti ho già inviato una richiesta di amicizia su fb.
Pps: per vivere al meglio l'edizione di consiglierei ti entrare anche nel gruppo fb di Minuti Contati.


Grazie, Antico.
Ero già iscritto al gruppo de "La sfida a...", ma mi iscrivo volentieri anche a questo.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#4 » martedì 16 aprile 2019, 19:11

Ciao Pretorian.
Racconto ben scritto ma, secondo me, manca un po' di phatos. Questo perché sin dall'inizio, conoscendo la traccia, si capisce dove la storia vada a parare. Il racconto di un peccato passato e la morte imminente. Per questa ragione l'ho trovato un po' debole. Per il resto, comunque, niente da dire. Complimenti per lo stile. Hai inoltre utilizzato poche informazioni essenziali in merito al mondo fantascientifico che hai creato, senza appesantire. Una piccola segnalazione di refuso: quando scrivi “nemici o nemici”, immagino sia “amici o nemici”. Anche “dalla sacca che hanno CON (non col) loro.

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Massimo Tivoli
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#5 » martedì 16 aprile 2019, 19:16

Ciao Agostino. Mi è piaciuta l’interpretazione originale del tema: per quanto sangue si versi, la redenzione rimane un’illusione. E mi è piaciuto pure il personaggio (umanoide?) di Hugo. In particolare, ho gradito parecchio il finale, è l’aspetto che conferisce maggiore spessore al racconto e al messaggio che, forse, vuole passare. Il finale mi ha conquistato! Questo per me è sufficiente per considerarla un’ottima prova e per farti i miei complimenti.
Peccato che, sicuramente per il poco tempo e poche battute a disposizione, alcune parti del racconto rimangano un po’ oscure tanto che ho pensato che forse sarebbe stato meglio eliminarle. Per es., per due volte si nominano le “armi a proiezione” ma il lettore non ha idea di cosa siano, neanche una minima intuizione; così come i “mech”, cosa sono?
Ti segnalo un paio di (inevitabili qui a MC) refusi:
“Nemici o nemici?”
“pentitoo”
Ultima modifica di Massimo Tivoli il martedì 16 aprile 2019, 21:47, modificato 1 volta in totale.

alexandra.fischer
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#6 » martedì 16 aprile 2019, 19:24

Ciao Agostino, complimenti per il racconto.
Scrittura incisiva ed efficace. Mi piace come rendi umani i due protagonisti: la donna resa cinica dalla durezza del vivere, che prende il mestiere di esattrice per conto di uno strozzino come un lavoro qualunque (il tono è quello: antieroina che si fa amare) e anche l'uomo è dello stesso tipo, assassino suo malgrado (tenta di "aggiustare" la vittima mettendole in corpo i visceri saltati fuori dalla ferita che le ha inferto lui per averlo guardato male). Interessante il mondo SF che hai creato. Ha qualcosa di Spazio 1999 nella resa delle atmosfere (molto semplice ma efficace).

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Pretorian
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#7 » martedì 16 aprile 2019, 23:41

Gabriele Dolzadelli ha scritto:Ciao Pretorian.
Racconto ben scritto ma, secondo me, manca un po' di phatos. Questo perché sin dall'inizio, conoscendo la traccia, si capisce dove la storia vada a parare. Il racconto di un peccato passato e la morte imminente. Per questa ragione l'ho trovato un po' debole. Per il resto, comunque, niente da dire. Complimenti per lo stile. Hai inoltre utilizzato poche informazioni essenziali in merito al mondo fantascientifico che hai creato, senza appesantire. Una piccola segnalazione di refuso: quando scrivi “nemici o nemici”, immagino sia “amici o nemici”. Anche “dalla sacca che hanno CON (non col) loro.


Grazie, Gabriele. Mi fa piacere che i racconto ti sia piaciuto e ti ringrazio per avermi segnalato i refusi. Sul pathos, non sono totalmente d'accordo, ma penso che sia anche una cosa soggettiva: effettivamente, conoscendo il tema, poteva essere facile intuire dove sarei andato a parare

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Pretorian
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#8 » martedì 16 aprile 2019, 23:46

Massimo Tivoli ha scritto:Ciao Agostino. Mi è piaciuta l’interpretazione originale del tema: per quanto sangue si versi, la redenzione rimane un’illusione. E mi è piaciuto pure il personaggio (umanoide?) di Hugo. In particolare, ho gradito parecchio il finale, è l’aspetto che conferisce maggiore spessore al racconto e al messaggio che, forse, vuole passare. Il finale mi ha conquistato! Questo per me è sufficiente per considerarla un’ottima prova e per farti i miei complimenti.
Peccato che, sicuramente per il poco tempo e poche battute a disposizione, alcune parti del racconto rimangano un po’ oscure tanto che ho pensato che forse sarebbe stato meglio eliminarle. Per es., per due volte si nominano le “armi a proiezione” ma il lettore non ha idea di cosa siano, neanche una minima intuizione; così come i “mech”, cosa sono?
Ti segnalo un paio di (inevitabili qui a MC) refusi:
“Nemici o nemici?”
“pentitoo”


Grazie, Marcus: mi fa piacere che il racconto ti sia piaciuto.
Sia i mech che le armi a proiezione sono tecnologia dell'ambientazione dove ambiento i miei racconti. Non ho inventato molto, però: se cerchi su internet puoi trovare entrambi.

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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#9 » martedì 16 aprile 2019, 23:47

alexandra.fischer ha scritto:Ciao Agostino, complimenti per il racconto.
Scrittura incisiva ed efficace. Mi piace come rendi umani i due protagonisti: la donna resa cinica dalla durezza del vivere, che prende il mestiere di esattrice per conto di uno strozzino come un lavoro qualunque (il tono è quello: antieroina che si fa amare) e anche l'uomo è dello stesso tipo, assassino suo malgrado (tenta di "aggiustare" la vittima mettendole in corpo i visceri saltati fuori dalla ferita che le ha inferto lui per averlo guardato male). Interessante il mondo SF che hai creato. Ha qualcosa di Spazio 1999 nella resa delle atmosfere (molto semplice ma efficace).


Grazie, Alex. Mi fa piacere di incontrarti anche qui.

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Laura Cazzari
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#10 » mercoledì 17 aprile 2019, 14:12

Ciao Agostino, mi sono sempre piaciuti i riferimenti ai combattimenti nel futuro e agli esoscheletri quini li ho apprezzati particolarmente. Il tema del sangue e della redenzione c’è e mi piace anche la chiusura finale dove dici che non si raggiunge mai la redenzione. Hai una scrittura molto lineare e scorrevole. Tuttavia, la storia l’ho trovata un pochino scontata, sarebbe stato piacevole un ritmo più incalzante. Occhio ad alcuni refusi, come “nemici o nemici” o “pentitoo”.
Laura Cazzari

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Luca Nesler
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#11 » mercoledì 17 aprile 2019, 16:38

Ciao Agostino. Bazzico parecchia fantascienza, quindi non ho trovato la situazione originale, b ma sicuramente resa molto, molto bene. La lettura è scorrevole, ma ricca di dettagli. Ho idea che con una buona trama sapresti scrivere un ottimo libro di fantascienza che leggerei volentieri.
Davvero bravo!
Alla prossima!

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alberto.tivoli
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#12 » giovedì 18 aprile 2019, 23:02

Ciao Agostino.
Ottimo racconto, centrato sul tema.
L’ambientazione fantascientifica è comprensibile e interssante, i riferimenti a armi e nemici non spiegati o mostrati in scene non inficia l’immersione nel racconto, è per me sufficiente un minimo di dimestichezza con il genere che agevolmente si riempiono i vuoti con la fantasia. Nell’economia di un racconto così breve è giustificata tale richiesta al lettore.
La storia è resa prevalentemente con i soli dialoghi che allo stesso tempo caratterizzano i personaggi. Questa soluzione dimostra la perizia del narratore.

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Pretorian
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#13 » venerdì 19 aprile 2019, 20:15

Luca Nesler ha scritto:Ciao Agostino. Bazzico parecchia fantascienza, quindi non ho trovato la situazione originale, b ma sicuramente resa molto, molto bene. La lettura è scorrevole, ma ricca di dettagli. Ho idea che con una buona trama sapresti scrivere un ottimo libro di fantascienza che leggerei volentieri.
Davvero bravo!
Alla prossima!


Grazie milla Luca. guarda, in verità ci sto provando da anni ma, vuoi per sfiga, vuoi per pigrizia, non sono mai riuscito a completare niente. XDXD

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Pretorian
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#14 » venerdì 19 aprile 2019, 20:15

alberto.tivoli ha scritto:Ciao Agostino.
Ottimo racconto, centrato sul tema.
L’ambientazione fantascientifica è comprensibile e interssante, i riferimenti a armi e nemici non spiegati o mostrati in scene non inficia l’immersione nel racconto, è per me sufficiente un minimo di dimestichezza con il genere che agevolmente si riempiono i vuoti con la fantasia. Nell’economia di un racconto così breve è giustificata tale richiesta al lettore.
La storia è resa prevalentemente con i soli dialoghi che allo stesso tempo caratterizzano i personaggi. Questa soluzione dimostra la perizia del narratore.



Cosa dire: grazie!!

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Andrea Partiti
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#15 » sabato 20 aprile 2019, 0:36

L'ambientazione è molto chiara per me, ci dai il giusto e possiamo ricostruire tutto quel che c'è attorno dai dettagli che ci dai. Ognuno lo farà a modo suo, ma è un vantaggio dei racconti brevi, poter sfruttare l'immaginario che ha già il lettore. Vantaggio e svantaggio, perché ovviamente se trovi il lettore con cui hai un background minimo in comune, rischi di mandarlo in confusione e basta. Nel mio caso, da lettore sia di fantascienza che di bizarro fiction, hai trovato una porta spalancata nell'immaginarmi tutto quel che non racconti.
Ammetto che il dialogo, per essere una discussione in punto di morte, mi sembra troppo articolato ed elaborato. Capisco il liberarsi la coscienza, il raccontarsi tanto rimandato di soldati che hanno sempre tenuta privata la loro vita prima dell'arruolamento, ma è quasi eccessiva. Penso che con un giro di editing a mente fredda possa migliorare ancora e perdere qualche spigolo e rendere i dialoghi ancora più naturali.
Mi lascia anche lievemente dubbioso la stanza. Sono in una stanza, c'è un pavimento. Metti i tuoi protagonisti in un luogo che per quanto ne sappiamo è una scatola grigia e anonima e vuota, perché non ci dici nulla di questo posto in cui aspettano. Siccome è così scarno questo luogo, finisce per frenare, quasi preferirei che ci fossero solo la terra, il sangue e il rumore dei nemici a fare da contorno, senza questo paletto che mi sembra dannoso per la scena (o, in alternativa, che dessi una ragion d'essere alla stanza, un'infermeria, un nascondiglio, qualcosa su cui possiamo costruire).

Fabio84
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#16 » domenica 21 aprile 2019, 18:21

Ciao Agostino,
La storia mi è piaciuta molto e mi sono lasciato rapire dal finale.
Triste destino quello di Hugo ma immagino che era quello che stava cercando.
Scrittura e stile molto fluido (ci sono alcuni errori di battitura ma è quasi inevitabile in questi contest).
Ho apprezzato i due diversi tipi di linguaggio di Shya e Hugo.
Ciao

Fabio

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lordmax
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#17 » lunedì 22 aprile 2019, 23:58

Il racconto mi piace, l'ambientazione chiara e precisa anche se solo accennata, la situazione disperata ma forse no, i compagni che si scambiano confidenze in un momento altrimenti tragico.
Ci sono due -mente di troppo che appesantiscono all'inizio e spezzano il ritmo. E proprio sul ritmo non mi trovo, non sono riuscito a entrare in sintonia con la storia anche se è resa bene ed è scorrevole.
I riferimenti alla tecnologia sono semplici e non obbligano a fermarsi per capire di cosa si tratta, sono solo parte del rumore di fondo e ci stanno bene.
Mi piace la caratterizzazione dei personaggi resa in modo semplice e molto precisa con stereotipi immediati, l'antieroina e il ricco omicida suo malgrado che alla fine ci crede.
Il finale per quanto scontato è esattamente quello che ci si aspetta quindi perfetto.
Il tema è centrato in pieno anche grazie alla frase finale.

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antico
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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#18 » venerdì 26 aprile 2019, 10:14

Si percepisce, durante la lettura, la pressione dei minuti contati. Diversi refusi e un minore controllo sul narrato, soprattutto nella parte centrale (il finale è pulito perché, presumo, ce l'avevi bene in testa fin dalla partenza). Detto questo, direi una più che buona PRIMA su MC. Non succede molto, ma non doveva succedere in quanto si tratta di un dialogo in punto di morte, con annesse riflessioni. Gradevolissimo alla lettura. Tema centrato in pieno. Per me un pollice tendente verso l'alto.

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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#19 » lunedì 29 aprile 2019, 23:55

antico ha scritto:Si percepisce, durante la lettura, la pressione dei minuti contati. Diversi refusi e un minore controllo sul narrato, soprattutto nella parte centrale (il finale è pulito perché, presumo, ce l'avevi bene in testa fin dalla partenza). Detto questo, direi una più che buona PRIMA su MC. Non succede molto, ma non doveva succedere in quanto si tratta di un dialogo in punto di morte, con annesse riflessioni. Gradevolissimo alla lettura. Tema centrato in pieno. Per me un pollice tendente verso l'alto.


Grazie, Antico.

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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#20 » lunedì 29 aprile 2019, 23:55

lordmax ha scritto:Il racconto mi piace, l'ambientazione chiara e precisa anche se solo accennata, la situazione disperata ma forse no, i compagni che si scambiano confidenze in un momento altrimenti tragico.
Ci sono due -mente di troppo che appesantiscono all'inizio e spezzano il ritmo. E proprio sul ritmo non mi trovo, non sono riuscito a entrare in sintonia con la storia anche se è resa bene ed è scorrevole.
I riferimenti alla tecnologia sono semplici e non obbligano a fermarsi per capire di cosa si tratta, sono solo parte del rumore di fondo e ci stanno bene.
Mi piace la caratterizzazione dei personaggi resa in modo semplice e molto precisa con stereotipi immediati, l'antieroina e il ricco omicida suo malgrado che alla fine ci crede.
Il finale per quanto scontato è esattamente quello che ci si aspetta quindi perfetto.
Il tema è centrato in pieno anche grazie alla frase finale.


Grazie, Lord, mi fa piacere che il racconto ti sia piaciuto.

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Re: Tu perché lo fai?

Messaggio#21 » lunedì 29 aprile 2019, 23:59

Andrea Partiti ha scritto:L'ambientazione è molto chiara per me, ci dai il giusto e possiamo ricostruire tutto quel che c'è attorno dai dettagli che ci dai. Ognuno lo farà a modo suo, ma è un vantaggio dei racconti brevi, poter sfruttare l'immaginario che ha già il lettore. Vantaggio e svantaggio, perché ovviamente se trovi il lettore con cui hai un background minimo in comune, rischi di mandarlo in confusione e basta. Nel mio caso, da lettore sia di fantascienza che di bizarro fiction, hai trovato una porta spalancata nell'immaginarmi tutto quel che non racconti.
Ammetto che il dialogo, per essere una discussione in punto di morte, mi sembra troppo articolato ed elaborato. Capisco il liberarsi la coscienza, il raccontarsi tanto rimandato di soldati che hanno sempre tenuta privata la loro vita prima dell'arruolamento, ma è quasi eccessiva. Penso che con un giro di editing a mente fredda possa migliorare ancora e perdere qualche spigolo e rendere i dialoghi ancora più naturali.
Mi lascia anche lievemente dubbioso la stanza. Sono in una stanza, c'è un pavimento. Metti i tuoi protagonisti in un luogo che per quanto ne sappiamo è una scatola grigia e anonima e vuota, perché non ci dici nulla di questo posto in cui aspettano. Siccome è così scarno questo luogo, finisce per frenare, quasi preferirei che ci fossero solo la terra, il sangue e il rumore dei nemici a fare da contorno, senza questo paletto che mi sembra dannoso per la scena (o, in alternativa, che dessi una ragion d'essere alla stanza, un'infermeria, un nascondiglio, qualcosa su cui possiamo costruire).



Grazie del commento: vedrò di dare una ripulitura alla storia appena possibile.
Per quanto riguarda la stanza, eh: nella versione originaria del racconto avevo fatto una piccola premessa da cui si sarebbe dovuto capire che i protagonisti erano i superstiti di un piccolo distaccamento della Compagnia della Morte distrutto durante uno scontro di guerriglia urbana e che la stanza dove si erano rifugiati era quella di uno dei tanti edifici abbandonati, ma mi sono reso conto che prendeva troppo spazio e l'ho eliminato. Effettivamente, avrei dovuto rendermi conto che mancava un po' di contesto in questo modo.

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