La Città degli Eterni
Inviato: martedì 21 maggio 2019, 0:35
“Roma è davvero la Città Eterna allora.”
“Non pensavo di incontrarti qui.”
“Non pensavi di incontrarmi più.”
“Non osavo sognare tanto.”
Claudia è seduta su quello che resta del Tempio di Giano, avvolta in un cappotto di eco-pelle nera. E mentre brucia lenta la sua sigaretta, invece di guardare Luca il suo sguardo si concentra sul nuovo complesso della Ferrero che appare in lontananza: uno squarcio alieno nel profilo barocco dell’ex capitale. Eppure, lo sa bene, è l’unica cosa ben radicata nel presente: tutto il resto non sono che vestigia di un passato destinato ad essere dimenticato e superato. Troppo veloce è andato il tempo in questi ultimi anni, dalla Scoperta. E tante sono le città finite per essere inghiottite e rigurgitate in un futuro patinato, senza più tracce della loro storia.
“Ti ascolto, dimmi altre cazzate tanto è come l’altra volta. Com’era? Avrei voluto incontrarti qualche anno fa o tra cent’anni…”
“Sei sempre stata più brava te con le citazioni.”
“E con i gusti musicali.”
“E con i gusti musicali, te lo concedo. E ti concedo anche le entrate ad effetto e il tempismo.”
Claudia lo inchioda con lo sguardo: “Questo è stato il caso, la Sorellanza mi ha inviato a Roma e stamattina ti ho visto uscire da Monti – tentenna - sai riconoscerei i tuoi occhi neri tra milioni di occhi neri…” dagli occhi ironici trapela una malcelata dolcezza.
“Ora senti anche tu la musica italiana?” la interrompe Luca, ma solo per godersi quello spiraglio di dolcezza.
“Beh tecnicamente ora è diventata quasi musica classica. Fa curriculum per una jazzista.”
“Servono ancora jazzisti?”
“Oh con tutta l’eternità davanti a noi, servono più che mai.”
“Sei quindi a Roma per un concerto?”
“No, quella rimane un’attività collaterale, sono ancora una prescritta scientifica. Ma non mi lamento.”
“Ci credo, chi l’avrebbe detto quando eravamo mortali che avremmo avuto l’occasione di lavorare con tecnologie simili...”
“Hai capito adesso cos’aveva lei che non avevo io?”
“Rimane una domanda del tutto fuori dal tuo personaggio.”
“Sono passati cent’anni. Me ne fotto del personaggio, mi merito una risposta. Mi devi dire…”
“Niente. Non aveva nulla di meno. Era solo una questione di tempo, di momento. Non potevo fare altro, avevo delle responsabilità.”
“Cazzate. Quante bugie mi hai detto in qual maledetto giorno e mi continui a dire.”
“Sono stato deludente, ma non ti ho mai detto una sola bugia.”
“Chiunque ci sentisse in questa discussione dirette lei cretina, ma lui che gran coglione…” Claudia – con la sua voce bassa e calda – canta una canzone che viene dal passato, solo pochi Eterni la ricordano ancora.
Claudia e Luca si sentono come cento anni fa. E si parlano come allora, intimamente, sia del passato divisi che dei loro progetti. Lui sta lavorando alla nuova urbanistica, passeggiano per i vicoli senza tempo di Roma e le spiega quello che vorrebbe riuscire a far mantenere e come integrarlo armoniosamente. Qualcosa glielo mostra con i suoi olo-occhiali, ma lei preferisce quando glielo racconta a parole. Ridono, Claudia racconta di come si è integrata all’interno della Sorellanza, ma dei progetti non può parlare nel dettaglio. “Top Secret” - ammicca.
Si sono ritrovati.
“Ho provato a cancellarti ma non posso – dice Luca - anche se ci ho provato, sarebbe come abbandonare la mia anima. E mi accorgo che posso parlare ora di queste cose in questo modo perché sono un Eterno…ma le pensavo già allora, solo non avevo il coraggio, il cuore, lo stomaco per reggerlo consciamente. Ti ho pensato per tutti questi anni.”
“Tutti e cento?”
“Ha ancora senso contare gli anni?”
“In effetti, non lo fa più nessuno, siamo arrivati alla fine della storia.”
“Avresti mai pensato che ci saremmo rincontrati?”
“No, penso che tu avresti fatto passare altri cento anni.”
“Può essere, ma non ho passato un giorno senza pensarti.”
“Sei la peggior specie di coglione.”
Segue un bacio terribilmente sdolcinato, un bacio che è la fine del mondo.
O almeno del tempo. Un bacio da Eterni.
“Non pensavo di incontrarti qui.”
“Non pensavi di incontrarmi più.”
“Non osavo sognare tanto.”
Claudia è seduta su quello che resta del Tempio di Giano, avvolta in un cappotto di eco-pelle nera. E mentre brucia lenta la sua sigaretta, invece di guardare Luca il suo sguardo si concentra sul nuovo complesso della Ferrero che appare in lontananza: uno squarcio alieno nel profilo barocco dell’ex capitale. Eppure, lo sa bene, è l’unica cosa ben radicata nel presente: tutto il resto non sono che vestigia di un passato destinato ad essere dimenticato e superato. Troppo veloce è andato il tempo in questi ultimi anni, dalla Scoperta. E tante sono le città finite per essere inghiottite e rigurgitate in un futuro patinato, senza più tracce della loro storia.
“Ti ascolto, dimmi altre cazzate tanto è come l’altra volta. Com’era? Avrei voluto incontrarti qualche anno fa o tra cent’anni…”
“Sei sempre stata più brava te con le citazioni.”
“E con i gusti musicali.”
“E con i gusti musicali, te lo concedo. E ti concedo anche le entrate ad effetto e il tempismo.”
Claudia lo inchioda con lo sguardo: “Questo è stato il caso, la Sorellanza mi ha inviato a Roma e stamattina ti ho visto uscire da Monti – tentenna - sai riconoscerei i tuoi occhi neri tra milioni di occhi neri…” dagli occhi ironici trapela una malcelata dolcezza.
“Ora senti anche tu la musica italiana?” la interrompe Luca, ma solo per godersi quello spiraglio di dolcezza.
“Beh tecnicamente ora è diventata quasi musica classica. Fa curriculum per una jazzista.”
“Servono ancora jazzisti?”
“Oh con tutta l’eternità davanti a noi, servono più che mai.”
“Sei quindi a Roma per un concerto?”
“No, quella rimane un’attività collaterale, sono ancora una prescritta scientifica. Ma non mi lamento.”
“Ci credo, chi l’avrebbe detto quando eravamo mortali che avremmo avuto l’occasione di lavorare con tecnologie simili...”
“Hai capito adesso cos’aveva lei che non avevo io?”
“Rimane una domanda del tutto fuori dal tuo personaggio.”
“Sono passati cent’anni. Me ne fotto del personaggio, mi merito una risposta. Mi devi dire…”
“Niente. Non aveva nulla di meno. Era solo una questione di tempo, di momento. Non potevo fare altro, avevo delle responsabilità.”
“Cazzate. Quante bugie mi hai detto in qual maledetto giorno e mi continui a dire.”
“Sono stato deludente, ma non ti ho mai detto una sola bugia.”
“Chiunque ci sentisse in questa discussione dirette lei cretina, ma lui che gran coglione…” Claudia – con la sua voce bassa e calda – canta una canzone che viene dal passato, solo pochi Eterni la ricordano ancora.
Claudia e Luca si sentono come cento anni fa. E si parlano come allora, intimamente, sia del passato divisi che dei loro progetti. Lui sta lavorando alla nuova urbanistica, passeggiano per i vicoli senza tempo di Roma e le spiega quello che vorrebbe riuscire a far mantenere e come integrarlo armoniosamente. Qualcosa glielo mostra con i suoi olo-occhiali, ma lei preferisce quando glielo racconta a parole. Ridono, Claudia racconta di come si è integrata all’interno della Sorellanza, ma dei progetti non può parlare nel dettaglio. “Top Secret” - ammicca.
Si sono ritrovati.
“Ho provato a cancellarti ma non posso – dice Luca - anche se ci ho provato, sarebbe come abbandonare la mia anima. E mi accorgo che posso parlare ora di queste cose in questo modo perché sono un Eterno…ma le pensavo già allora, solo non avevo il coraggio, il cuore, lo stomaco per reggerlo consciamente. Ti ho pensato per tutti questi anni.”
“Tutti e cento?”
“Ha ancora senso contare gli anni?”
“In effetti, non lo fa più nessuno, siamo arrivati alla fine della storia.”
“Avresti mai pensato che ci saremmo rincontrati?”
“No, penso che tu avresti fatto passare altri cento anni.”
“Può essere, ma non ho passato un giorno senza pensarti.”
“Sei la peggior specie di coglione.”
Segue un bacio terribilmente sdolcinato, un bacio che è la fine del mondo.
O almeno del tempo. Un bacio da Eterni.