Dopo un secolo d'attesa.
Inviato: martedì 21 maggio 2019, 0:57
Dopo un secolo d’attesa
- Ne siamo sicuri? Siete certi che non sia un falso allarme?
- Ho ricontrollato i sistemi tre volte: l’alert si è attivato e rimane costante – esclama Helen, per poi aggiungere solennemente. – La nostra guardia
Il Direttore si appoggia alla poltrona, cercando di nascondere il brivido freddo che lo attraversa.
- La Profezia – dice, osservando la vetrata dell’ufficio. – Il mio predecessore me ne aveva parlato quando sono stato nominato e lui, a sua volta, lo aveva saputo da chi era venuto prima…
Si alza lentamente dalla poltrona ed attraversa l’ufficio.
- Chi lo sa a parte noi due?
- Il sovrintendente dell’archivio e il responsabile dei brand editoriali, come previsto.
- Nessun altro?
- Nessun altro.
- Chiamali tutti – dice il Direttore, asciugandosi la fronte con un fazzoletto. – Tra mezz’ora all’ascensore principale. Bisogna fare… ciò che c’è da fare.
- Provvedo subito.
Prima che la donna possa uscire, l’uomo le afferra il braccio.
- Nessuno deve sapere – dice, visibilmente agitato. – Nessuno.
L’ascensore si ferma trecento metri al di sotto l’ultimo piano registrato sulla tastiera. Quando le porte si aprono, i quattro si trovano davanti una galleria formata da grosse pietre squadrate. Nicholas, il sovrintendente archivio, prende il nexphone per usarne la luce, ma il Direttore lo ferma.
- No. Non è così che deve andare.
Si fa passare una torcia da Helen, la infiamma con l’accendino ed entra nel cunicolo.
I quattro non dicono una parola mentre attraversano il cunicolo. Il silenzio carico di tensione è interrotto solo dal rumore dei loro passi.
Alla fine, raggiungono la loro meta: un grande mainframe coperto di corteccia bianca, al centro del quale è modellato un volto.
Gli occhi del computer si accendono e i quattro uomini si inginocchiano.
“In che anno siamo?”
- Anno 2119, Maestro. Ottant’anni dopo la sua dipartita.
“Chi regna sul Trono dell’Editoria?”
- Richard Bachman il Clone, secondo del suo nome. Ha appena pubblicato il venticinquesimo volume della Torre Nera.
Il computer rimare in silenzio per qualche minuto. I suoi discepoli gli danno il tempo di cercare le informazioni che cerca sulla rete.
“È pessimo.”
- Indubitabilmente, Maestro – risponde il Direttore. – Il mercato è pronto per il suo ritorno…
Il computer non risponde. Per alcuni minuti regna il silenzio in silenzio, mentre il rumore del battito dei cuori dei quattro uomini si fa sempre più forte. Alla fine, non riuscendo più a sopportare la tensione, il Direttore chiede ciò che tutti hanno in mente.
- La Profezia si è compiuta? Lo… lo ha completato?
“Il Libro che fu Promesso. Il mio ultimo romanzo. Il lavoro per il quale ho sacrificato persino il riposo della morte e mi sono fatto rinchiudere in questa tomba di silicio e circuiti– risponde il computer, con tono solenne. – Si: l’ho finalmente completato.
Dalla bocca del mainframe emerge un leggero fascio di luce, che proietta a mezz’aria una scritta in caratteri gotici.
“IL SOGNO DELL’ESTATE”
A quella vista, i quattro si alzano in piedi all’unisono e urlano.
-Sia lode a George Raymond della nobile casa Martin, primo del suo nome. Signore del Trono dell’Editoria.
Agostino Langellotti
- Ne siamo sicuri? Siete certi che non sia un falso allarme?
- Ho ricontrollato i sistemi tre volte: l’alert si è attivato e rimane costante – esclama Helen, per poi aggiungere solennemente. – La nostra guardia
Il Direttore si appoggia alla poltrona, cercando di nascondere il brivido freddo che lo attraversa.
- La Profezia – dice, osservando la vetrata dell’ufficio. – Il mio predecessore me ne aveva parlato quando sono stato nominato e lui, a sua volta, lo aveva saputo da chi era venuto prima…
Si alza lentamente dalla poltrona ed attraversa l’ufficio.
- Chi lo sa a parte noi due?
- Il sovrintendente dell’archivio e il responsabile dei brand editoriali, come previsto.
- Nessun altro?
- Nessun altro.
- Chiamali tutti – dice il Direttore, asciugandosi la fronte con un fazzoletto. – Tra mezz’ora all’ascensore principale. Bisogna fare… ciò che c’è da fare.
- Provvedo subito.
Prima che la donna possa uscire, l’uomo le afferra il braccio.
- Nessuno deve sapere – dice, visibilmente agitato. – Nessuno.
L’ascensore si ferma trecento metri al di sotto l’ultimo piano registrato sulla tastiera. Quando le porte si aprono, i quattro si trovano davanti una galleria formata da grosse pietre squadrate. Nicholas, il sovrintendente archivio, prende il nexphone per usarne la luce, ma il Direttore lo ferma.
- No. Non è così che deve andare.
Si fa passare una torcia da Helen, la infiamma con l’accendino ed entra nel cunicolo.
I quattro non dicono una parola mentre attraversano il cunicolo. Il silenzio carico di tensione è interrotto solo dal rumore dei loro passi.
Alla fine, raggiungono la loro meta: un grande mainframe coperto di corteccia bianca, al centro del quale è modellato un volto.
Gli occhi del computer si accendono e i quattro uomini si inginocchiano.
“In che anno siamo?”
- Anno 2119, Maestro. Ottant’anni dopo la sua dipartita.
“Chi regna sul Trono dell’Editoria?”
- Richard Bachman il Clone, secondo del suo nome. Ha appena pubblicato il venticinquesimo volume della Torre Nera.
Il computer rimare in silenzio per qualche minuto. I suoi discepoli gli danno il tempo di cercare le informazioni che cerca sulla rete.
“È pessimo.”
- Indubitabilmente, Maestro – risponde il Direttore. – Il mercato è pronto per il suo ritorno…
Il computer non risponde. Per alcuni minuti regna il silenzio in silenzio, mentre il rumore del battito dei cuori dei quattro uomini si fa sempre più forte. Alla fine, non riuscendo più a sopportare la tensione, il Direttore chiede ciò che tutti hanno in mente.
- La Profezia si è compiuta? Lo… lo ha completato?
“Il Libro che fu Promesso. Il mio ultimo romanzo. Il lavoro per il quale ho sacrificato persino il riposo della morte e mi sono fatto rinchiudere in questa tomba di silicio e circuiti– risponde il computer, con tono solenne. – Si: l’ho finalmente completato.
Dalla bocca del mainframe emerge un leggero fascio di luce, che proietta a mezz’aria una scritta in caratteri gotici.
“IL SOGNO DELL’ESTATE”
A quella vista, i quattro si alzano in piedi all’unisono e urlano.
-Sia lode a George Raymond della nobile casa Martin, primo del suo nome. Signore del Trono dell’Editoria.
Agostino Langellotti