Come le rondini - di Maurizio Bertino

Data: 17 giugno 2019

Guest star: COLLETTIVO ITALIANO FANTASCIENZA (Simonetta Olivo, Linda De Santi, Fabio Aloisio, Emiliano Maramonte, Lorenzo Davia, Damiano Lotto, Piero Schiavo Campo, Alessandro Napolitano, Dario Giardi)

Prima special dell'estate 2019 di Minuti Contati! La fase di scrittura e commenti avverrà come di consueto, grande spettacolo nella finale con scontri diretti tra i racconti finalisti con copertura giornaliera e commenti stile telecronaca!
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Peter7413
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Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#1 » lunedì 17 giugno 2019, 23:49

Come le rondini
di Maurizio Bertino

«Giù!» dice. «Giù!» ancora.
Allora le fai fare l’aeroplanino e lei plana, plana e plana fino a poggiare i piedi per poi subito ripartire verso la pallina, verso il limone che tieni in giardino, verso qualunque cosa entri nel suo raggio visivo procurandole immagini ricche di misteri da svelare.
E intanto lo senti, il tempo che scorre, un conto alla rovescia su cui non hai potere.
Tic tac.
Tic tac.
Tic tac.
«Su!» nel dirlo alza le braccine e aspetta priva di un qualunque minimo dubbio.
La prendi e la sollevi verso il cielo, la senti vibrare di eccitazione. Te l’appoggi sulla spalla, tenendola ben stretta che non si sa mai, e lei punta verso l’alto.
«nine!» esclama e poi si lascia andare a uno di quei «Ooohhh» che così bene vengono ai bambini.
«Rondini» le spieghi «Giocano.»
Un altro «Oooohhhh.»
Due giorni prima: la grandine, la distruzione dei nidi, la morte. Ora “giocano” la loro vita. Il passato, cos’é? Il futuro, perché?
Ancora un «Ooohhh!», ma non più rivolto alle rondini. La palla di fuoco è ora visibile nel cielo, la indica con il ditino.
Non hai mai avuto due soli, da piccolo. Lei sì, anche se per pochi, drammatici, attimi.
La senti gorgogliare, come quando si immagina un gioco nuovo ed emette quel verso che le sussurri quando fai combattere il Pinocchio con l’orsetto: «Gsh! Gsh!»
«Gsh! Gsh!» fa indicando il nuovo sole.
«Gsh! Gsh!» le fai di rimando e lei ride. «Boom!» concludi intristendoti.
«Boom!» ti fa eco, ed è la prima volta che lo dice, «Boom!» e tu pensi alla sua prima parola con la “bi”.
I cani sono nervosi, abbaiano. L’aria si fa tersa, o è solo una tua impressione. Le rondini devono essere volate a “giocare” altrove. O forse si sono solo nascoste.
«Giù! Giù!» ti chiede e tu, di nuovo, a farla planare.
La sua manina ti guida verso la strada, dove ci sono le rose che si protende sempre ad annusare e il topolino in pietra al quale ruba tutte le volte il nasino.
La strada è vuota, non una macchina che sia una. Che poi… Non è che abiti in un paese chissà che trafficato, ma il contesto ti porta a immaginare che siano tutti insieme ai propri cari, che tanto che c’è da fare? Dove c’è da andare?
«Hanno detto dove colpirà? Ciao piccola!»
È l’anziana vicina, quella che ogni giorno si fa i cinque chilometri per la forma. Ti lasci trascinare dalla manina verso il cancello che vi separa da quella domanda. L’altra manina sta salutando.
«Oh, ma che carina che sei! E che gentile! Oh, che fai? Rubi il nasino al topolino in pietra? Brava! Bene, ora devo andare che sennò non ci arrivo al mio balcone e gradirei tantissimo (lo dice enfatizzando il tutto come si fa quando si parla ai bambini) riuscire a sedermi in veranda con una bella birra ghiacciata prima di… Beh, quello…»
«Boom!»
«Ma che brava che sei! Sì proprio quello!»
Le carezza il viso attraverso la sbarra del cancello e se ne va.
L’osservi allontanarsi, non sai che pensare.
Non ci riesci proprio, a pensare.
«Su! Su!»
Agisci d’istinto e la sollevi tenendola in aria e facendola roteare.
Un giro.
Due.
Tre.
E infine la vedi arrivare e ti sembra di capire, come quando si hanno quelle illuminazioni che sei sicuro che ti cambieranno la vita, ma che dopo pochi istanti già non ricordi più: lei che ride sullo sfondo color fuoco, le sue manine che afferrano l’aria, i capelli dorati che danzano leggeri come i suoi pensieri. Vedi la sua felicità, che è anche la tua.
Inaspettata e, forse, finalmente eterna.
Ultima modifica di Peter7413 il lunedì 17 giugno 2019, 23:54, modificato 1 volta in totale.



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Emiliano Maramonte
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#2 » lunedì 17 giugno 2019, 23:54

Ciao Maurizio!
Molto lieto che tu ce l'abbia fatta per questo Speciale estivo!
Parametri positivi!
Divertiti in questa CIF Edition!

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Peter7413
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#3 » martedì 18 giugno 2019, 14:55

Antonio, ti ringrazio per il commento :)
Ti rispondo subito sul paletto: è Pinocchio.
La questione paletto vs tema è da sempre aperta: il tema è un qualcosa senza il quale il racconto non avrebbe molta ragione d'essere mentre il paletto è un qualcosa che va solamente inserito, meglio se non forzatamente in modo da non apparire artificioso. Da qui la mia scelta.
Grazie ancora!

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Massimo Tivoli
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#4 » martedì 18 giugno 2019, 18:35

Ciao, Maurizio. È un piacere leggere un tuo racconto. Ho gradito parecchio la declinazione originale del tema: l’arrivo inaspettato della felicità pochi minuti prima della fine, di una catastrofe apocalittica, veicolato dall’empatizzare l’inconsapevole e inaspettata felicità della propria bimba. Almeno, per me è questo “l’inaspettato” in questo racconto piuttosto che il devastante oggetto celeste, meteorite, o quello che sia...
Molto toccante e, solo per questo, il racconto si guadagna tutta la mia ammirazione. Il paletto Pinocchio, in effetti, passa inosservato ma, considerata la funzione dell’elemento paletto, non si può dire che i vincoli del gioco non siano rispettati.
Non ho invece gradito la seconda persona, ma non è qualcosa che considererò (troppo) nel posizionamento in classifica perché credo appartenga alla mia soggettività: non ho mai letto un testo in seconda persona che non mi buttasse fuori dalla storia. Francamente, non so spiegarmi perché la narrazione in seconda mi faccia questo effetto, ma da lettore non posso ignorare che me lo faccia. Forse è perché mi sento troppo “toccato” dal narratore, che ahimé nel caso della seconda persona si palesa inesorabilmente nell’autore che orchestra le “mie” azioni e i “miei” pensieri all’interno della “sua” storia (molto vincolante, quasi asfissiante). Questo non fa altro che ricordarmi, quasi a ogni passaggio, che dopotutto sto leggendo solo una storia, è tutto finto; insomma, mi è sempre sembrato che la seconda persona presupponga/pretenda più di ogni altro tipo di narrazione, senza mezzi termini, che il lettore si presti al gioco. Cosa che può accadere ma anche non succedere.
In sintesi, mettendo da parte considerazioni soggettive, per me, resta uno dei racconti più meritevoli che abbia letto su MC per il coinvolgimento e l’impatto emotivo della situazione e soprattutto del finale.
Per dirla come la direbbe il tuo alter ego su MC: un pollice assolutamente su per me. Complimenti!

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Peter7413
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#5 » martedì 18 giugno 2019, 18:56

Grazie Massimo! Ti dirò: nelle mie intenzioni l'inaspettato era proprio questo barlume di felicità, pertanto ci hai preso in pieno. Ci tenevo, in effetti, ad affrontare il concetto di felicità e ho approfittato dell'elemento meteora per trasformarlo quasi in una metafora. Mi sono divertito parecchio, scrivendolo.
Sul discorso legato alla seconda persona, le tue considerazioni sono molto interessanti. Solitamente non mi fisso su un determinato approccio preferendo adottare quello che mi viene naturale in base alla storia che sto raccontando e qui mi è uscita questa seconda persona. Però le tue riflessioni a riguardo mi permettono di analizzare più a fondo la cosa, sono proprio uno sprone a farlo. Grazie ancora!

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Eugene Fitzherbert
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#6 » martedì 18 giugno 2019, 20:20

Ciao, Ancient!
Alla fine del racconto, sono stato un po' imbambolato a guardare lo schermo, perché in testa avevo solo un enorme ossimoro che lampeggiava: FELICITÀ MESTA. Secondo me sta lì la magia di tutto lo scritto, mettere l'accento su quanto sia effimera questa emozione e nonostante tutto quanto sia così inestimabile.
Il rapporto padre bambina (immagino che sia questo, ma non posso neanche credere che sia fratello grande sorella piccola, o visto il contesto apocalittico, potrebbe essere solo una orfana e chi se ne prende cura) è bello e toccante. E credo che sia questo il vero motivo della seconda persona narrante: alla fine è il papà che si sta rivolgendo alla piccola e non al lettore (o almeno io così l'ho interpretata!). Mi ha ricordato molto la canzone Father and Son di Cat Stevens, che non smette mai di mettermi i brividi (e non ho figli, pensa tu!).
Beh, complimenti. Non ho altro da aggiungere, vostro onore!

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Pretorian
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#7 » martedì 18 giugno 2019, 23:00

Ciao, Maurizio e piacere di leggerti.

Ti dirò la verità: inizialmente non capivo perché ci fossero "due soli" e mi sono goduto l'atmosfera spensierata del tuo racconto pensando che si trattasse di una metafora. Quando il mio cervellino ha colto il collegamento, è stato come ricevere un pugno allo stomaco, di quelli forti, per giunta. Il racconto su questo paradossale e struggente contrasto tra la fine imminente, che si specchia nella rassegnazione degli adulti, e la tenera innocenza della bambina, che guarda il mondo con gli occhi della scoperta. Lo stile di scrittura è di quelli che non mi fa propriamente impazzire, a causa dei periodi lunghi collegati da virgole o coordinate, ma devo ammettere che si coniuga bene con l'atmosfera a tratti bambinesca del tutto. In altre circostanze, però sarebbe stato un vulnus non da poco.

Alla prossima!

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Massimo Tivoli
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#8 » mercoledì 19 giugno 2019, 8:17

Eugene Fitzherbert ha scritto:E credo che sia questo il vero motivo della seconda persona narrante: alla fine è il papà che si sta rivolgendo alla piccola e non al lettore (o almeno io così l'ho interpretata!).


Scusa Eugene, ma la tua interpretazione mi lascia un po’ perplesso... Il narratore usa la terza persona quando si riferisce alla figlia e la seconda persona quando si riferisce al padre rivolgendosi – inevitabilmente per via della seconda – al lettore. Nei pezzi che seguono mi sembra palese:

“«Giù!» dice. «Giù!» ancora.
Allora le fai fare l’aeroplanino e lei plana, plana e plana...”
(tu padre/lettore fai fare a lei, figlia, l’aeroplanino)

“«Su!» nel dirlo alza le braccine e aspetta priva di un qualunque minimo dubbio.
La prendi e la sollevi verso il cielo, la senti vibrare di eccitazione. Te l’appoggi sulla spalla, tenendola ben stretta che non si sa mai...”
(come sopra)

e in tutti gli altri passaggi... bho, forse non ho capito che intendevi dire.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#9 » mercoledì 19 giugno 2019, 13:15

Ciao Maurizio.
Racconto molto toccante, che in qualche modo mi ha ricordato "La vita è bella" di Benigni, dove il padre cerca di rendere giocoso e felice un momento davvero terribile per l'umanità. Chiaramente, il tuo è in chiave apocalittica. Molto originale e intenso. Mi ha emozionato, quindi... bravo. Davvero un'ottima prova. Complimenti!
L'unica nota è sulla seconda persona. Non mi piace, ma è una cosa mia. Comunque non va a influire negativamente sul tuo prodotto, che reputo lo stesso eccellente.

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Sirimedho
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#10 » sabato 22 giugno 2019, 15:10

Buongiorno Maurizio,

anche se non sono uno dei commentatori, ho letto con molto piacere il tuo racconto, che trovo davvero bello.
L'unica parte che mi convince poco è l'inciso della vecchia signora: "(lo dice enfatizzando il tutto come si fa quando si parla ai bambini)" che mi rallenta la lettura e la irrigidisce e penso si possa togliere.

Rispetto al tema della seconda persona, a me non dispiace, aumenta il senso di sospensione in attesa del "boom", ci rende una specie di fotografia di questa ultima passeggiata di un padre con la sua bambina.

I miei complimenti e a presto rileggerti.

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Eugene Fitzherbert
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#11 » domenica 23 giugno 2019, 13:15

Massimo Tivoli ha scritto:
Eugene Fitzherbert ha scritto:E credo che sia questo il vero motivo della seconda persona narrante: alla fine è il papà che si sta rivolgendo alla piccola e non al lettore (o almeno io così l'ho interpretata!).


Scusa Eugene, ma la tua interpretazione mi lascia un po’ perplesso... Il narratore usa la terza persona quando si riferisce alla figlia e la seconda persona quando si riferisce al padre rivolgendosi – inevitabilmente per via della seconda – al lettore. Nei pezzi che seguono mi sembra palese:

“«Giù!» dice. «Giù!» ancora.
Allora le fai fare l’aeroplanino e lei plana, plana e plana...”
(tu padre/lettore fai fare a lei, figlia, l’aeroplanino)

“«Su!» nel dirlo alza le braccine e aspetta priva di un qualunque minimo dubbio.
La prendi e la sollevi verso il cielo, la senti vibrare di eccitazione. Te l’appoggi sulla spalla, tenendola ben stretta che non si sa mai...”
(come sopra)

e in tutti gli altri passaggi... bho, forse non ho capito che intendevi dire.


Ciao, Massimo, scusa non avevo letto questo tuo commento. E mi ha dato da pensare, effettivamente.
Avevo parzialmente misinterpretato (se mi lasci andare il termine) la narrazione e da quello era scaturito il mio commento in merito. Non modifico il commento originale, perché è giusto che resti agli atti che sono in buona percentuale rincoglionito.
D'altronde, visto che ci siamo, mi ha stuzzicato il tuo modo di vedere la narrazione in seconda persona (e Wladimiro Borchi, che dovresti conoscere perché bazzica questi lidi, ci ha scritto un intero romanzo...) e credo che possa essere un ottimo spunto per un racconto a se stante. Una sorta di Master of Puppets letterario: penna ordina, TU ESEGUI.
Io personalmente non trovo sgradevole questo approccio, anche se mi è rimasta stampata in mente la sequenza ne L'ombra dello scorpione dello zio Steve, quando Frannie Goldsmith descrive Harold Lauder e dice di lui che era un tipo strano che scriveva racconti in seconda persona. Ecco questo giudizio mi ha in parte tenuto lontano da questa sperimentazione. Chissà, magari prima o poi ci proverò anche io. D'altronde Minuti contati serve pure a questo, no?

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Gennibo
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#12 » domenica 23 giugno 2019, 13:45

Racconto bellissimo, su due livelli, la gioia di una bimba e di un padre. Lei ignara e felice. Lui che si gode gli ultimi momenti mentre vede arrivare la fine, ma forse anche no, dice che non si sa dove avverrà l’impatto. Magari la prossima volta ci racconterai di una figlia e un padre unici sopravvissuti sulla terra dopo lo scontro con un enorme meteorite. Bello lo stile, chiaro, elegante e poetico. Non vedo l’ora di leggerti ancora.

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lordmax
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#13 » martedì 25 giugno 2019, 22:04

Seconda persona per il racconto, davvero una scelta coraggiosa anche se nei racconti brevi funziona molto meglio che in quelli lunghi.
Per quanto riguarda il tema ci siamo senza problemi per quanto riguarda il paletto direi che è preso di striscio.
Racconto molto malinconico ed entusiasmante al tempo stesso, in qualche modo ricorda 'la vita è bella' di Benigni anche se forse più per il tentativo del padre di rendere felice il figlio.
Ho apprezzato molto che non si faccia riferimento al rapporto reale fra adulto e bambina lasciando così liberi di interpretarlo come meglio si crede.
La struttura e la gestione delle scene è molto ben orchestrata solo la vicina di casa ha un leggero calo.
Nel complesso una fotografia panoramica di una situazione senza via di uscita ma che lascia comunque un barlume di speranza per l'umanità... almeno a livello spirituale.
Giusto una nota tecnica, il secondo sole è palesemente un oggetto extraterrestre, nel senso che non è una bomba o un missile intercontinentale altrimenti i tempi sarebbero molto brevi e la popolazione non avrebbe il tempo di accorgersene. Dato che il tempo di arrivo è 'lungo' non vi sarebbe alcun dubbio sul punto di impatto, già al tempo della prima guerra mondiale l'astronomia era in grado di calcolare con micidiale precisione il movimento degli oggetti astronomici e oggi arriviamo a precisioni nell'ordine dei metri.

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alberto.tivoli
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#14 » mercoledì 26 giugno 2019, 17:03

Ciao Maurizio, di seguito il mio commento.

Un bellissimo racconto per lo stile di scrittura e la sua struttura.
La storia è molto emozionante e propone lo scontro tra la felicità e la fine di essa in modo molto intenso, che colpisce il lettore. L’intervento della vecchietta rallenta un pochino la progressione della vicenda che invece è scandita dal rapporto tra padre e figlia.
Mi è piaciuto molto l’uso della seconda persona che, a dispetto di quanto avrei potuto pensare di primo acchito, ho trovato essere efficace per questa storia.

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Peter7413
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#15 » mercoledì 26 giugno 2019, 17:29

Grazie a tutti per i commenti :)
Mi sembra di notare che la vecchietta ha rallentato un po' per tutti... Il problema è che mi serviva per delineare maggiormente il contesto che altrimenti avrebbe rischiato di rimanere troppo sfocato (e considerato che già tendo a sfocare molto non volevo rischiare di ritrovarmi con delle intenzioni che non uscivano dal racconto).
Sulla seconda persona... Anche quella mi sembrava funzionale al tutto. Mi spiego: normalmente non piace molto neppure a me, però con la terza o la prima mi sembrava non girasse. Potrei, come esercizio, provare a riscriverlo per vedere come funziona... Credo potrebbe essere un esperimento decisamente interessante :)

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Rionero
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Re: Come le rondini - di Maurizio Bertino

Messaggio#16 » giovedì 27 giugno 2019, 12:42

Azz seconda persona scelta davvero ardita.
Premiante? Non lo so se lo è ai fini della fruizione, ma sicuramente un plauso per la difficoltà scelta.

Un bel quadro familiare con tocchi di malinconia.
Di fatto non succede niente e tutto si regge sullo stile tendente al poetico.
Io apprezzo questo tipo di racconti.

L'aggiunta della fine del mondo un più.

La vecchietta secondo me ci sta bene, in scene da fine del mondo è interessante anche il resto della società non solo il protagonista.

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