[PROMOSSO IN VETRINA] La maledizione di Maria Carolina

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Maurizio Mannoni
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[PROMOSSO IN VETRINA] La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#1 » mercoledì 30 settembre 2020, 22:55

La Maledizione di Maria Carolina


Corleone - Real Casina di Caccia di Ficuzza, 1810

Maria Carolina apre la busta, legge le prime righe e si siede sul letto. Spalanca gli occhi. «Non è possibile! Maledetto brigante còrso!»
Corre dal marito, non può tenersi tutto per sé. Si ferma fuori dalla porta socchiusa; Re Ferdinando I di Borbone è in tenuta da caccia e lustra il suo fucile. La regina storce la bocca; arretra di qualche passo. «Lepri e solo lepri. Questa è la tua miserabile vita.»
Torna in camera e apre la finestra del balcone. Vorrebbe urlare così forte da farsi sentire persino dai pescatori del porto. La collera le avvampa il volto. Batte il pugno sul comò intarsiato; per un soffio non cade il vaso di maiolica. I pensieri la tormentano.
Come ha potuto sua nipote acconsentire alle nozze con quel farabutto di Bonaparte... Proprio a lei questa sciagura... prigioniera in Sicilia per colpa sua! Non bastava quel riccioluto di Murat stravaccato sul trono della sua Napoli, mani sudicie sulle posate d’argento!
Inspira profondamente. Il battito rallenta, si siede ancora sul letto, una lacrima riga il suo viso segnato dagli anni; dal cassetto estrae il fazzoletto di seta, ha ancora lo stesso profumo di lavanda di diciassette anni fa. Chissà se avrà alleviato l’ultimo attimo di Maria Antonietta prima di poggiar la testa... povera sorella; quanto darebbe per rivedere i suoi occhi e il suo sorriso. Maledetti francesi.
La cameriera le si avvicina col vassoio. «Vostra maestà, vi sentite bene? Posso fare qualcosa?»
La regina si tiene la fronte. «È solo un momento, passerà» mormora tenendo socchiuse le palpebre. «Senti Gennarina, quando tua madre parla della leggenda delle onde, cosa intende esattamente?»
«Fesserie, che le frullano in mente quando finisce di leggere le carte... ma vi pare che a uno l’ammazzano e le sue lacrime in mezzo al mare vanno a portare jella a noi cristiani?»
Maria Carolina si tocca le tempie con la punta delle dita. «Sì, ma quell’ammiraglio Caracciolo, mi dà pensiero. Da quando l’abbiamo impiccato, non ce ne va bene una!»
«Macché, è il vento di adesso, regina mia, io gliel’ho detto a mammà di star a guardare solo coppe e bastoni. Non v’intossicate con queste storie, le cose si rimetteranno a posto. Avete solo bisogno di riposare un poco. Volete le vostre medicine?»
«Sì, stavo per chiedertelo, grazie Gennarina» sussurra stendendosi sul letto.
La governante appoggia il vassoio con l’oppio sul comodino e si congeda in silenzio. Sulla soglia volge un ultimo sguardo preoccupato alla regina, esce e chiude la porta.
La regina allunga la mano sperando che il martello alla testa cessi al più presto. Soffia sulla candela e chiude gli occhi.

Maria Carolina, con l’abito turchino delle parate è in sella al suo cavallo. Dinanzi le guarnigioni attendono il suo segnale.
Un uomo in uniforme le viene incontro. Finalmente! Tira un lungo respiro. «Nelson! Siete arrivato!» Il calore in viso cala pian piano.
«Perdonatemi, Vostra Altezza. C’è stato un problema con la corvetta a dieci cannoni, ora possiamo procedere!»
La medaglia di Trafalgar appuntata sulla divisa sembra ancora più brillante confrontata col suo occhio vitreo. Questo è l’abisso dove ti perderai, squallido brigante còrso! La regina si aggiusta il colletto. Anche i gigli ricamati le paiono rifiorire. Sguaina la spada e la solleva in alto nel cielo. Le truppe gridano festanti l’inno dei Borboni, il frastuono delle artiglierie diviene presto assordante. Un fremito di gioia le fa vibrare le membra. Corre tra i campi, mani strette sulle redini, l’eco dei suoi uomini alle spalle, passa sui ponti e i ruscelli, travolge rami e foglie d’una boscaglia, sente già il profumo di salsedine, sta per giungere al litorale quando d’un tratto stramazza a terra. È avvolta dalle tenebre. Si sforza d’aprir le palpebre ma non riesce... scorge i contorni sbiaditi di un volto. Le penzolano sul naso due enormi orecchie di lepre, sposta il capo e focalizza lo sguardo: la barbetta e gli occhi di Caracciolo la fanno sobbalzare. Sente una mano scuoterle la spalla. Re Ferdinando ha il tovagliolo intorno al collo. «Maria Carolina, 'a cuoc c'ha mis 'o rosmarin int'a caccavell?»
Ultima modifica di Maurizio Mannoni il martedì 24 novembre 2020, 8:05, modificato 24 volte in totale.



alexandra.fischer
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#2 » venerdì 2 ottobre 2020, 8:02

Tema storico affrontato con abilità. Ben tratteggiata la figura di Maria Carolina e dei tempi concitati del suo regno. Comprensibile la sua ira per le nozze della nipote Maria Luigia con Napoleone Bonaparte e anche il suo sentimento di speranza all’apparire di Nelson. C’è anche la nota poetica del fazzolettino profumato, ricordo struggente della sorella Maria Antonietta. E il disprezzo per il marito, l’imbelle re Ferdinando, fissato con la caccia anziché agli affari di stato.


Attento:
«Lepri e solo lepri. Questa è la tua miserabile vita.»

apre la finestra del balcone.
Avrebbe voluto urlare così forte da farsi sentire persino dai pescatori del porto.

«Vostra maestà si sente bene? Posso fare qualcosa?»
Attento allo stacco scena oppio assopimento-parata. Lo risolverei scrivendo: Maria Carolina, con l’abito turchino delle parate, in sella al suo cavallo, pensa: «Finirà che questo ventaccio mi porterà via il cappello.»
Perdonatemi, Vostra altezza.
La sovrana si dà un’occhiata al colletto
Ecco l’abisso, squallido brigante còrso.
Sente Re Ferdinando scuoterle la spalla.
Aspetto notizie.

Maurizio Mannoni
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#3 » sabato 3 ottobre 2020, 10:17

Grazie infinite, ottimi suggerimenti. Hai ragione, dopo la scena dell'oppio, il sogno deve emergere più chiaramente, quindi il discorso diretto così presto non consente di capire molto. Poi va beh, chiedo vènia per signora detto alla regina, Vostra maestà è sicuramente più credibile :) Lo posterò con le correzioni.

alexandra.fischer
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#4 » sabato 3 ottobre 2020, 19:09

Grazie a te per la bellissima storia. Io credo che, a correzioni avvenute, meriti la Vetrina già solo per la credibilità con la quale hai dato vita ai personaggi.

Maurizio Mannoni
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#5 » domenica 4 ottobre 2020, 8:24

Grazie ancora.
Ho corretto il pezzo.
Ultima modifica di Maurizio Mannoni il mercoledì 28 ottobre 2020, 20:18, modificato 1 volta in totale.

alexandra.fischer
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#6 » martedì 6 ottobre 2020, 20:34

Lo hai riscritto con estrema cura. L’atmosfera della storia si sente ancora di più (mi è rimasto impresso il profumo di lavanda del fazzoletto di Maria Antonietta). E i particolari storici sono verosimili, vedi la parata, e la scena della caccia preceduta da quella della preparazione dei fucili da parte del re. Tratteggi molto bene l’imbelle figura del re, ossessionato dalla selvaggina e mi è piaciuta anche la leggenda della balia Adalgisa (la maledizione delle lacrime dell’annegato).

Ti scrivo le parti da rivedere, davvero piccole. Attento a:

Intanto, Murat, dalle ginocchia insudiciate dal fango delle battaglie

Vostra Maestà, vi sentite bene?
Perdonatemi, Vostra Altezza.
Dopo queste correzioni, per me può andare bene.

Maurizio Mannoni
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#7 » martedì 6 ottobre 2020, 22:10

Davvero mi fa piacere che si riesca a vedere la contrapposizione tra le due personalità, di Maria Carolina e Re Ferdinando. Pare che Napoleone avesse affermato che la regina fosse "il vero uomo del Regno di Napoli". Grazie ancora.
Ultima modifica di Maurizio Mannoni il mercoledì 28 ottobre 2020, 20:19, modificato 1 volta in totale.

alexandra.fischer
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#8 » domenica 11 ottobre 2020, 16:26

Maurizio, il testo è migliorato nettamente. Usi i particolari con maestria nel rendere personalità e atmosfere storiche. C’è tutta la tensione di Maria Carolina per l’imminente arrivo di Trafalgar, l’unico in grado di aiutarla a sconfiggere l’odiato Napoleone (il re Ferdinando pensa solo alla selvaggina e la scena finale di Caracciolo con la lepre ha un che di tragicomico visti i frangenti) e credo anche a rivalersi su un destino che la vede sola nell’”esilio” siciliano (la nipote Maria Luisa divenuta moglie del brigante còrso è una traditrice e dell’amata sorella Maria Antonietta resta solo un fazzolettino imbevuto di essenza alla lavanda).
Resta un’ultima correzione da fare:
«Macché, è il vento di adesso, regina mia…» (e non madame), così rendi il tono popolaresco di Adalgisa senza farle perdere però la verosimiglianza (per lavorare a palazzo doveva avere un minimo di infarinatura di etichetta).
Fatto questo, per me è un testo degno della grazia.

Maurizio Mannoni
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#9 » domenica 11 ottobre 2020, 17:45

Il bello di Minuti Contati è proprio poter avere dei suggerimenti intelligenti e tali sono quelli che ho ricevuto. Grazie, ho corretto.
Ultima modifica di Maurizio Mannoni il mercoledì 28 ottobre 2020, 20:15, modificato 1 volta in totale.

alexandra.fischer
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#10 » domenica 11 ottobre 2020, 19:47

Ciao, Maurizio. Sei molto gentile.

CHIEDO LA GRAZIA

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Alessio
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#11 » lunedì 19 ottobre 2020, 20:01

Ciao Maurizio, ti tocca essere la vittima dei miei primi interventi su Minuti Contati! Mi odierai un sacco! :P

In generale noto che ci sono anche qui alcune parti poco chiare legate all'uso di soggetti sottintesi o pronomi non chiaramente riconducibili alla persona cui si riferiscono. Ti segnalo le mie osservazioni inframmezzate al testo.

Corleone - Real Casina di Caccia di Ficuzza, 1810

La regina apre la busta, legge le prime righe e si siede sul letto. Spalanca gli occhi: «No, non è possibile! Quel maledetto d’un brigante còrso!»
Se ciò che le fa spalancare gli occhi è il contenuto di quelle prime righe che legge, allora invertirei: "La regina apre la busta, si siede sul letto e legge le prime righe. Spalanca gli occhi." (Punto, non due punti) In questo modo la reazione alla lettera mi sembra più immediata. Qui potrebbe essere un buon punto per mostrarci la rabbia della regina, magari stringe i pugni con la lettera ancora in mano che si accartoccia o qualcosa del genere. Renderei anche più secca la battuta: "Non è possibile! Maledetto brigante còrso!"

Corre dal marito, non può tenersi tutto per sé. Si ferma fuori dalla porta socchiusa; Re Ferdinando I di Borbone è in tenuta da caccia e lustra il suo fucile. Storce la bocca; arretra di qualche passo. «Lepri e solo lepri. Questa è la tua miserabile vita.»
Ci mostri il re che lucida il fucile e poi "Storce la bocca, etc..". Sembra che sia lui a storcere la bocca. Inizialmente pensavo che "Lepri e solo lepri, etc..." fosse una frase di autocommiserazione del Re. Puoi mettere qui "La regina storce la bocca", lasciare il soggetto sottinteso nella frase successiva "Torna in camera" e dire "Maria Carolina apre la busta" all'inizio per evitare la ripetizione. A meno che tu voglia evitare di chiamare subito per nome la regina, ma allora la sequenza va un attimo rivista

Maria Carolina torna in camera e apre la finestra del balcone. Avrebbe voluto urlare così forte da farsi sentire persino dai pescatori del porto. La collera le avvampa il volto. Batte il pugno sul comò intarsiato; per un soffio non cade il vaso di maiolica. I pensieri la tormentano.
Io scriverei "Vorrebbe urlare". Così com'è mi sembra un errore di consecutio.

Come ha potuto, Maria Luigia, sua nipote, acconsentire alle nozze con quel farabutto di Bonaparte, proprio a lei questa sciagura... prigioniera in Sicilia per colpa sua! Intanto Murat, dalle ginocchia insudiciate dal fango delle battaglie, se ne sta lì, nella loro reggia, a posare le manacce sulle posate d’argento della tavola ricamata; no, quel re riccioluto dovrà sloggiare al più presto, parola della figlia di Maria Teresa!
Metterei "Come ha potuto sua nipote acconsentire [...] di Bonaparte? Proprio a lei". In questo modo mi sembra che scorra più fluida e abbiamo un nome in meno da ricordare (tra l'altro sono tutte Maria e ci si confonde). Stai scrivendo un racconto, non un trattato di storia ;). Un po' mi disturba anche quel "tavola ricamata". Una tovaglia è ricamata, non la tavola. Se vuoi rendere il pensiero di lei che immagina il suo castello in mano ad uno zotico, puoi farle immaginare che lui faccia qualcosa con quelle posate, tipo, che so, per esempio: "[...] se ne sta lì nella loro reggia a dare da mangiare al cane con le posate d'argento. [...]"

Inspira profondamente. Il battito rallenta, si siede ancora sul letto, una lacrima riga il suo viso segnato dagli anni; dal cassetto estrae il fazzoletto di seta, ha ancora lo stesso profumo di lavanda di diciassette anni fa. Chissà se avrà alleviato l’ultimo attimo di Maria Antonietta prima di poggiar la testa... povera sorella; quanto darebbe per rivedere i suoi occhi e il suo sorriso. Maledetti francesi.
«Vostra maestà, vi sentite bene? Posso fare qualcosa?», domanda la balia col solito affetto.
L'ingresso della balia secondo me funziona meglio se le fai fare qualcosa che ci mostri il suo affetto. Un gesto, un'espressione del viso, che ti consenta di inserire un action tag invece del "domanda".

La regina ha la mano sulla fronte. «Grazie Adalgisa, sentimi... ma quando tua madre parla della leggenda delle onde, cosa intende esattamente?»
«Fesserie, che le frullano in mente quando finisce con le carte... ma vi pare che a uno l’ammazzano e le sue lacrime in mezzo al mare vanno a portare jella a noi cristiani?»
"quando finisce con le carte" diventa chiaro due frasi dopo, quando parla di coppe e bastoni. Qui faccio fatica ad intendere che si tratta di leggere le carte. Forse basta "finisce di leggere le carte" ma anche così sembra che parli di qualche documento. Va pensata.

«Sì, ma quell’ammiraglio Caracciolo, mi dà pensiero, da quando l’abbiamo impiccato, non ce ne va bene una! Ma se l’è voluta lui, a passare coi giacobini!»
Attenzione alla punteggiatura: "Sì, ma quell'ammiraglio Caracciolo mi dà pensiero. Da quando l’abbiamo impiccato non ce ne va bene una!"

«Macché, è il vento di adesso, regina mia, io gliel’ho detto a mammà di star a guardare solo coppe e bastoni. Non v’intossicate con queste storie, le cose si rimetteranno apposto, riposate ora, ecco le medicine» le dice mentre si appresta a congedarsi.
Non sono troppo ferrato sul siciliano. Si dice "mammà"? Mi suona napoletano. "apposto" invece di "a posto" immagino che sia voluto per rendere la parlata della governante. La frase "riposate ora, ecco le medicine" mi sembra un po' troppo sbrigativa tipo "dormi e non rompere". Potresti scrivere:
«le cose si rimetteranno apposto. Avete solo bisogno di riposare un poco. Volete le vostre medicine?»
«Grazie Adalgisa.»
La governante appoggia il vassoio con l'oppio sul comodino e si congeda in silenzio. Sulla soglia volge un ultimo sguardo preoccupato alla regina, poi esce e chiude la porta.
Questo è solo un esempio per farti capire cosa intendo. Tu lo saprai scrivere sicuramente meglio di me.


Distende la mano al comodino, l’oppio le farà placare finalmente il martello alla testa.
Soggetto sottinteso. Nella frase prima il soggetto era la governante, ora invece è la regina. Ovviamente, se decidi di tenere la soluzione che ti ho proposto io sopra, questa frase non va più bene.

Maria Carolina, con l’abito turchino delle parate, in sella al suo cavallo, pensa: «Finirà che questo ventaccio mi porterà via il cappello.» Dinanzi le guarnigioni attendono il suo segnale.
Appena lo vede andarle incontro, tira un lungo respiro e il calore in viso cala pian piano: «Nelson! Siete arrivato!»
"Appena lo vede andarle incontro" chi? Solito problema. Prova a vedere se ti piace così:
Un uomo in uniforme le viene incontro. Finalmente! La regina tira un lungo respiro. «Nelson! Siete arrivato!» Il calore in viso cala pian piano.


«Perdonatemi, Vostra Altezza. C’è stato un problema con la corvetta a dieci cannoni, ora possiamo procedere!» le risponde col piglio sicuro di sempre.
La sovrana si dà un’occhiata al colletto: anche i gigli ricamati le paiono rifiorire. Poi lo sguardo si sofferma sull’uniforme dell’ammiraglio, la medaglia di Trafalgar è ancora brillante, sale su all’occhio vitreo... Ecco l’abisso, squallido brigante còrso!
Secondo me è più efficace se inverti:
La medaglia di Trafalgar appuntata sull'uniforme dell'ammiraglio sembra ancora più brillante confrontata col suo occhio vitreo. Questo è l'abisso dove ti perderai, squallido brigante còrso!
Maria Carolina si sistema il colletto. Anche i gigli ricamati paiono rifiorire.


Sguaina la spada e la sferra in alto nel cielo.
Chi sguaina la spada? Nelson? Maria Carolina? E "la sferra in alto nel cielo"? Immagino che tu intenda che la solleva verso il cielo, ma così sembra che la lanci.

Le truppe gridano festanti l’inno dei Borboni, il frastuono delle artiglierie diviene presto assordante. Un fremito di gioia le fa vibrare le membra. Corre via, mani strette sulle redini, l’eco dei suoi uomini alle spalle, passa sui ponti e i ruscelli, travolge rami e foglie d’una boscaglia, sente già il profumo di salsedine, sta per giungere al litorale quando d’un tratto stramazza a terra. È avvolta dalle tenebre. Si sforza d’aprir le palpebre ma non riesce... scorge i contorni sbiaditi di un volto. Gli penzolano sul naso due enormi orecchie di lepre, sposta il capo e focalizza lo sguardo: la barbetta e gli occhi di Caracciolo la fanno sobbalzare. Sente Re Ferdinando scuoterle la spalla. «Maria Carolina, hai detto alla cuoca di mettere il rosmarino nel pentolone?»
Anche qui c'è qualcosa che non mi convince, ma in questo momento non riesco a focalizzare, magari la prossima volta.

Spero che le mie considerazioni ti possano essere utili.
Buona scrittura!

Maurizio Mannoni
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#12 » martedì 20 ottobre 2020, 8:21

Ciao Alessio, più che altro rischi che ti assuma come editor personale :) Ho accolto quasi tutti i tuoi suggerimenti. Mi è piaciuta in particolare la scena più articolata della governante . Prometto che nel caso riuscissi a guadagnare la vetrina la chiamerò Gennarina :), napoletana verace che seguì la corte nell'esilio siciliano. A parte gli scherzi, anche la frase sulla medaglia, capovolgendo il tutto, mi ha colpito molto, rende meglio, hai ragione, Grazie ancora.
Ultima modifica di Maurizio Mannoni il mercoledì 28 ottobre 2020, 20:16, modificato 1 volta in totale.

Maurizio Mannoni
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#13 » martedì 20 ottobre 2020, 8:22

ho corretto
Ultima modifica di Maurizio Mannoni il mercoledì 28 ottobre 2020, 20:16, modificato 2 volte in totale.

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Alessio
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#14 » giovedì 22 ottobre 2020, 13:50

Maurizio Mannoni ha scritto:Ciao Alessio, più che altro rischi che ti assuma come editor personale :)

Ahah non ci penso proprio! :D Prima cosa, non ne sarei in grado. In secondo luogo, i miei commenti così articolati sono stati il frutto di un po' di tempo a disposizione e dell'entusiasmo del nuovo arrivato che cerca di dare il proprio contributo alla discussione. Ti assicuro che finirà presto!
In ogni caso, posso consigliarti delle risorse gratuite che puoi sfruttare per studiare e rilevare autonomamente tutte le cose che ti ho indicato io. Non so se si possono mettere questi link sul forum, anche se sono cose che penso qui conoscano un po' tutti. Magari le conosci anche tu. Se ti interessa mandami un messaggio privato.

Maurizio Mannoni ha scritto:A parte gli scherzi, anche la frase sulla medaglia, capovolgendo il tutto, mi ha colpito molto, rende meglio, hai ragione.

Mi fa piacere che tu abbia apprezzato i miei suggerimenti. Tieni presente che sono solo degli esempi, non voglio certo mettermi a scrivere la storia al posto tuo. Quella frase in particolare funziona meglio perché la tua era esterna al punto di vista ed era raccontata, oltre ad avere qualche difficoltà di attribuzione del soggetto ai verbi (la questione dei soggetti sottintesi che ti ho già fatto notare). Quella che ti ho suggerito, invece, quasi sicuramente non sarà la miglior soluzione possibile, anzi magari è pure brutta, però almeno ci riporta nel filtro del personaggio e ci mostra quello che lei vede senza *dirci* che lo vede. E questo è un approccio che in generale funziona molto bene.

Al di là delle cose che ti ho già indicato, penso che in generale il tuo testo abbia bisogno ancora di parecchio lavoro e i problemi principali sono proprio il raccontato, un punto di vista spesso incoerente e la sequenza delle informazioni che fornisci al lettore (esempio: Maria Carolina legge la lettera, si arrabbia e parla di un còrso, poi va dal marito, poi torna in camera e solo allora capiamo chi è il còrso e perché la regina è arrabbiata. Troppo tardi. Qui non c'è la necessità di creare suspance, si percepisce solo un qualche cosa di lasciato in sospeso).
Le storie non mi sembrano male, se ti metti a studiare un po' secondo me puoi scrivere delle buone cose.

Buona scrittura!

Maurizio Mannoni
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#15 » giovedì 22 ottobre 2020, 15:08

Ti ringrazio Alessio, caspita se c'è da imparare, sono solo agli inizi e scrivo esclusivamente per passione. Non ritengo la sequenza incoerente: Maria Carolina riceve una busta, dopo aver letto le prime righe sente la necessità di sedersi, è colta dalla stizza e intende condividere questo sentimento col marito. Poi delusa torna nella sua stanza. Per quanto riguarda il nome di Napoleone, a me piace proprio che compaia dopo :) Buona scrittura anche a te.

Maurizio Mannoni
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#16 » sabato 31 ottobre 2020, 7:19

RICHIEDO IL GIUDIZIO DIRETTO DEL DOTTORE

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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#17 » giovedì 12 novembre 2020, 9:33

Ciao Maurizio.

Ti metto in valutazione!
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#18 » lunedì 23 novembre 2020, 9:46

Ciao Maurizio.

Un bel racconto, complimenti.
Mi sono un po' perso sul finale però, a partire dallo "sguaina la spada".
Quella che segue mi pare una visione, ma non è così chiaro né che lo sia né cosa veda la regina.
Forse sono io che mi sto perdendo qualche dettaglio importante
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

Maurizio Mannoni
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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#19 » lunedì 23 novembre 2020, 11:23

Buongiorno Dottore, ti ringrazio. La visione è semplicemente un sogno. Per renderlo più comprensibile ho aggiunto, una volta congedata la cameriera, "Soffia sulla candela e chiude gli occhi". Nel sogno la regina vive il suo desiderio di rivalsa verso Napoleone salvo poi scontrarsi, al risveglio, con la realtà di un re marito che non la comprende.

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Re: La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#20 » martedì 24 novembre 2020, 22:52

Bene, Maurizio.

Ti passo all'Antico per la Vetrina (occhio che ultimamente i tempi per la pubblicazione si stanno allungando molto...)

Complimenti ;)
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

Maurizio Mannoni
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Re: [PROMOSSO IN VETRINA] La maledizione di Maria Carolina

Messaggio#21 » mercoledì 25 novembre 2020, 15:55

Grazie, sono contento! Aspetteremo, non c'è problema :)

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