Baraldi Edition Recuperi

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alexandra.fischer
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Baraldi Edition Recuperi

Messaggio#1 » martedì 30 giugno 2015, 17:12

RECUPERI
Di Alexandra Fischer
Il quartiere è intorpidito nell’ovatta della nebbiolina autunnale.
Poche luci giallognole la punzecchiano coraggiosamente in quello che è di fatto un sonnolento pomeriggio novembrino.
Qualcosa, tuttavia, scuote anche quell’angolo di mondo, nel quale non passano neppure le auto.
È il rumore di una porta sbattuta con violenza, che viene riaperta subito dopo dall’interno.
- Yolanda - grida una voce femminile – torna subito qui.
L’interpellata non si volta neppure, pur avendo ancora nella retina la macchia verde del colore dell’uscio.
Vorrebbe piangere ma non può, tale è la collera che l’acceca e l’anestetizza dal freddo pungente.
Non si è neppure presa il montgomery, tanta è stata la collera per aver ricevuto la mail che le ha distrutto il compleanno.
Manca l’invitato che più vorrebbe al mondo, suo padre.
E pensa che questa mancanza varrà anche per le feste a venire.
Nel salotto Anni Quaranta, la donna che l’ha chiamata torna a tranquillizzare gli invitati.
- Scusate. Sapete com’è fatta. Lo dicevo io a suo padre. Meno regali e più presenza. Invece…
La frase della madre di Yolanda rimane sospesa e nel silenzio riecheggiano le liti avvenute fra lei e il marito in quella stessa stanza.
La loro separazione è stata ben poco amichevole, perché il legame è passato dal grande entusiasmo degli inizi al gelo della fine.
Non c’è mai stato odio fra lei e l’ex- marito, né si sono contesi apertamente la figlia; tuttavia, l’abisso spalancatosi fra loro ha creato un vuoto anche nei riguardi della famiglia di lui.
Le sarebbe piaciuto poter offrire a Yolanda una sorpresa che comprendesse la presenza del padre, o anche solo di uno dei parenti di lui.
Niente da fare.
Non si direbbe neppure un compleanno, a meno di non rivolgere lo sguardo sul grosso tavolo nero in mezzo alla sala; là sopra ci sono infatti molti pacchetti, di varie dimensioni e troneggia una torta di marzapane rosa, festonata di glassa bianca.
Non mancano neppure i marron glacé e le praline.
I presenti, in tutto tre persone, sorridono comprensivi.
- Non hai niente da scusare – le dice la sorella Greta.
Il marito di lei replica: - Proprio così.
Intanto, si tasta nella tasca dei pantaloni e allunga una busta al figlio Manlio, dicendogli: - Vai a cercare tua cugina e dalle questa.
Cosa che il ragazzo fa di corsa; è vicino per età a Yolanda e sa dove può trovarla.
Quando arriva al parco, la trova in lacrime seduta sull’altalena e sa anche perché l’ha scelta.
Il padre ha voluto accompagnarla lì cinque estati prima per dirle che non avrebbe mai più potuto vivere con la madre, ma che non avrebbe mai dimenticato lei.
Le aveva promesso la propria presenza a ogni compleanno, diradandole sempre più e rattoppando gli squarci emotivi della figlia con un filo colorato fatto di regali.
Manlio si avvicina a Yolanda e le mette una mano sulla spalla.
Sua cugina si asciuga le lacrime con le mani e inghiotte l’amarezza.
- Vengo – dice asciutta – è solo che aveva promesso di esserci, almeno quest’anno.
Sono i suoi diciotto anni.
Il cugino le tende la busta: - Leggi qui, da parte nostra.
Yolanda la apre e lo abbraccia.
Ha perso il padre, ma ha recuperato i parenti di quel lato della famiglia.
- Li abbiamo cercati e se guarderai sul notebook, stasera, non sentirai più quel vuoto – le dice Manlio – torniamo a casa, ora. Tua madre e i miei ci aspettano per la torta.
E la cugina lo segue, sapendo quando è costata quella ricerca ai familiari, ma i recuperi sono sempre possibili, pensa, divisa fra curiosità e malinconia.
L’amarezza non c’è più, sostituita dal pungolo della curiosità, allorché comincia a ricevere il primo messaggio via Internet; ed è quello che la colpisce di più: “Devi sapere che io sono tua zia Trude e sono la sorellastra di tuo padre. Avrei voluto conoscerti già da prima, ma tuo zio me lo sconsigliò, sostenendo che l’esperienza ti avrebbe amareggiata ancora di più, facendoti sentire ancora più sola. Io non lo credo. Immagino quanto ti manchi tuo padre e io posso ridartelo, condividendo con te i ricordi della sua infanzia e della sua giovinezza. Lo conoscerai meglio, lui è sempre stato di poche parole e molti viaggi. Se lo vorrai, ti farò scrivere anche dal prozio. Sai, sono vissuti insieme a lungo dopo la morte di tuo nonno, perché nessuno dei due ha mai approvato il nuovo matrimonio di tua nonna. Ti abbraccio e ti scriverò ogni settimana di qui in avanti. Te lo prometto. Con affetto, tua zia Trude”.



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Vastatio
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Messaggio#2 » mercoledì 15 luglio 2015, 20:33

Ciao,

sicuramente la comprensione della storia migliora rispetto alla versione del contest. Tuttavia il racconto non riesce a coinvolgermi. Forse è per i frequenti cambi di inquadratura, ora su Yolanda, ora sulla madre, la sala, i parenti, il cugino, Yolanda, la mail... Volevi fare appositamente qualcosa di corale? Così però mi sembra tutto sfocato, appena credo di aver trovato il punto cardine mi sfugge. La lettera finale mi convince poco, forzata. Come forzato mi sembra il sollievo che dovrebbe portare la comprensione di un padre che ha deciso di "dimenticare" la figlia.

alexandra.fischer
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Messaggio#3 » martedì 28 luglio 2015, 11:05

Ciao Vastatio,
ti sono grata delle tue osservazioni. In effetti, si tratta di un racconto con frequenti passaggi. Ora che mi ci fai pensare, può essere un fattore indebolente (allora sarebbe meglio restringere i cambiamenti di contesto e personaggi). Le forzature che vedi (la mail, il sollievo di Yolanda) sono intrusioni del mondo reale (pesante, amaro in queste cose). Anche qui, farò tesoro delle tue osservazioni per meglio aggiustarle (magari partendo da una mail e da uno stato d'animo....molto più incisivi. C'è modo e modo di recuperare un rapporto).

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Spartaco
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Messaggio#4 » giovedì 6 agosto 2015, 22:57

Le regole del Mio laboratorio sono ferree, un solo racconto alla volta.
Dovrei squalificarlo, ma questo racconto è qui da prima del mio avvento, quindi chiederò all'Antico di passare a valutarlo.

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