Il pollaio

Quando? Lunedì 16 settembre dalle 21.00 all'una
Con chi? Vincenzo Maisto, anche conosciuto come IL SIGNOR DISTRUGGERE

Perché partecipare? Sarà la prima edizione della Settima Era e tutto sarà più divertente e veloce: solo nove edizioni per un vero e proprio campionato annuale che, in più, riserverà anche dei premi extra oltre alla visibilità sui canali soliti di Minuti Contati.

Quanti caratteri saranno disponibili? 3333 caratteri max spazi inclusi.
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maurizio.ferrero
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Il pollaio

Messaggio#1 » lunedì 16 settembre 2019, 22:48

Mario si accese una sigaretta e guardò il soffitto con aria imbufalita.
«Fottuti stranieri.»
«Papà, lo sai che non voglio che fumi in casa» disse sua figlia Carolina.
Mario spense la sigaretta e guardò di nuovo in alto. Una serie di versi continui, simili al chiocciare di galline, era chiaramente udibile dal piano superiore, dove una nuova famiglia si era trasferita da poco.
«Ma non lo senti questo casino? Mi sta facendo impazzire. Che accidenti tengono in casa? Polli? Anatre? Pinguini?»
«Non che io sappia.»
«Ah, perché tu li hai visti questi fantomatici vicini, qualche volta? Sono, cinesi? Scommetto africani. Del Marocco, o giù di lì.»
«Io… veramente non lo so. Il signor Aalechiejni…»
«Come?»
«Aalechiejni. Non mi pare un africano. Sai che lui e la moglie hanno avuto un figlio da poco? Mi ha detto che stanno cercando una babysitter, e mi sono offerta volontaria.»
«Con un nome del genere deve essere dell’est Europa, sicuro. Almeno non è un negro.»
«Papà!»
«Che c’è?» rispose Mario, riaccendendosi la sigaretta. Carolina andò in camera sua.

Tre giorni dopo, Mario stava rientrando dal lavoro quando incrociò sua figlia mentre usciva dall’ascensore della palazzina. Aveva con sé una carrozzina.
«Ehi, quella che è?»
«Sto portando il bambino a fare una passeggiata.»
«È il figlio di quel…»
«Aalechiejni.»
«Fammelo vedere. Almeno vedo che faccia ha il pargolo.»
Carolina tolse il velo che copriva la carrozzina. Mario rimase interdetto, poi il suo viso si contrasse in una smorfia. Nella carrozzina c’era un uovo grosso come un pallone da rugby, ben avvolto in coperte di lana. Era liscio e color ocra.
«Ma… ma che cazzo?»
«Papà, non dire parolacce davanti al bambino.»
«Carolina, ma sei scema? Ti stai facendo pigliare per il culo?»
«Ma papà, che dic…»
Mario non attese l’ascensore e imboccò le scale. Salì fino al sesto piano arrivando a destinazione con il fiatone. Suonò il campanello, poi diede dei rapidi colpi alla porta. Dopo qualche istante gli aprì un uomo dall’aria distinta, con indosso un vecchio completo e occhiali da vista. Aveva capelli di un colore indefinibile, a metà strada tra il biondo e il giallo acceso.
«È lei il signor… quello che ha assunto mia figlia come babysistter?»
«Sua figlia Carolina, sì? Sono io» rispose l’uomo in un italiano stentato.
«Come si permette di prenderla in giro in quel modo? Ha solo quattordici anni, per la miseria. Al suo paese si fanno queste cose ai figli degli altri?»
«No capisco, signore.»
«Hai capito benissimo, coglione. Sto parlando di quell’uo…»
Le porte dell’ascensore si spalancarono, Carolina ne uscì portandosi dietro il passeggino. Aveva un espressione eccitata stampata in volto.
«Signor Aalechiejni! Credo che ci siamo!»
L’uomo scostò Mario e si avvicinò al passeggino. Entrambi osservarono l’uovo coprirsi di crepe e venire rotto dall’interno. Nel guscio si aprì uno spiraglio e ne uscì una piccola manina da neonato. Poi, una testolina coperta da capelli dello stesso colore di quelli del padre. Il neonato si mise a chiocciare.
«È un maschietto!» disse eccitata Carolina. Il padre del bambino aveva le lacrime agli occhi dalla gioia.
Mario non disse una parola. Scese le scale, rientrò in casa, si sedette al tavolo e si accese una sigaretta. Non fece nemmeno un tiro, lasciando che si consumasse, finché la sensazione bruciante della cenere non gli scottò le dita.
«Fottuti stranieri.»



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antico
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Re: Il pollaio

Messaggio#2 » lunedì 16 settembre 2019, 23:02

Ed ecco il vicecampione della Sesta Era! Ciao Maurizio e benvenuto anche nella Settima Era! Tutto ok con i parametri, divertiti in questa SIGNOR DISTRUGGERE EDITION!

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Laura Cazzari
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Re: Il pollaio

Messaggio#3 » martedì 17 settembre 2019, 11:39

Ciao Maurizio, è un piacere rileggerti. Devo dire che sono rimasta un po’ spiazzata dalla tua storia e quindi non so bene come commentarla. Partiamo col dire che il tema c’è ed è forte e chiaro. Credo che, come spesso trovo nei tuoi racconti, tu abbia voluto estremizzare una situazione reale. La paura del diverso che spesso si trasforma in odio e che molte volte è solo una questione di ignoranza. Ho ragione?
Laura Cazzari

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emiliano.maramonte
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Re: Il pollaio

Messaggio#4 » martedì 17 settembre 2019, 12:47

Ciao Maurizio,
molto lieto di rileggerti!
Mi sono trovato di fronte a una storia molto particolare, scritta alla grande, per carità, con poche o nessuna sbavatura, condotta con mano davvero felice; ma sulle tue capacità narrative alzo le mani, non ho altro da aggiungere.
Il punto è la trama, o meglio, quello che hai voluto comunicare. Per essere chiaro è chiaro, anzi, sin troppo lampante, ed è un questione attualissima, che stiamo vivendo ora, ossia il diverso, il rispetto delle altre razze, l'accoglienza e tutto ciò che vi è correlato. E devo dire che riesci benissimo a creare i contrasti giusti, soprattutto tra la vecchia generazione che, per sua natura, è diffidente, e le nuove (la figlia del protagonista), più propense ad aprirsi all'altro. Quello che mi ha lasciato perplesso è la questione dell'uovo: che valenza ha? Se è una valenza squisitamente allegorica (e penso proprio che lo sia), comunque ho difficoltà a collocarla. In sostanza: l'ignoranza e il pregiudizio ci fanno vedere le cose come non sono? Se invece è stato, il tuo, un tentativo di satira, non so, non mi pare sia pienamente riuscito. Nel complesso hai centrato perfettamente il tema e hai scritto un racconto di ottimo livello, pur con i limiti sopra indicati.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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maurizio.ferrero
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Re: Il pollaio

Messaggio#5 » martedì 17 settembre 2019, 14:00

Ciao Laura e ciao Emiliano, grazie mille ad entrambi per il commento.

Avete ragione entrambi. È stata mia intenzione in questo racconto estremizzare il concetto di diversità dello straniero.
Vuole essere anche una metafora sulla differenza di visione tra le due generazioni: il padre, che continua a considerare lo straniero diverso, e la figlia, che invece giudica perfettamente normale che gli stranieri depongano uova, e non si scompone minimamente quando da quell'uovo nasce un bambino.
La mia intenzione era buttarla sul surreale, e perché no, anche sul comico.
Spero che ora il mio intento sia un po' più chiaro.

A presto!

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Wladimiro Borchi
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Re: Il pollaio

Messaggio#6 » mercoledì 18 settembre 2019, 9:08

Ciao Maurizio,
racconto scritto davvero bene salvo un piccolo inciampo che riporto sotto.

"sua figlia mentre usciva dall’ascensore della palazzina"

L'aggettivo possessivo lo trovo quasi sempre inutile, se il PDV è del protagonista è ovvio che la figlia sia la sua. Della palazzina: IDEM, quale altro ascensore potrebbe essere.
Sostituirei con

"la figlia che usciva dall'ascensore"

Mi sembra che scorra molto meglio.

Detto questo il racconto l'ho trovato molto interessante e gradevole. Forse il messaggio che intendevi comunicare è un po' troppo criptico, ma a una seconda rilettura arriva.
Complimenti e a rileggerci presto.
Wladimiro
IMBUTO!!!

alexandra.fischer
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Re: Il pollaio

Messaggio#7 » mercoledì 18 settembre 2019, 18:52

Storia davvero surreale. Tema centrato. Il vicino c’è, ha cognomi improbabili (Aalechiejni) e l’abitudine di avere figli che nascono da uova (e forse una moglie pennuta, visto il rumore di volatili che dà fastidio al protagonista). Simpatica la figlia di lui, Carolina. Si è adattata subito al modo di essere del vicino ed è una bambinaia promettente. Molto ben riusciti i dialoghi, danno verosimiglianza alla storia.

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diego.martelli
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Re: Il pollaio

Messaggio#8 » giovedì 19 settembre 2019, 1:23

Il pollaio, di Maurizio Ferrero
Esecuzione senza sbavature, molto divertente e leggera la critica al rifiuto del diverso: in questo caso il diverso è effettivamente diverso, creando una comica situazione di incomprensione. C'è sotto anche una questione generazionale: il nuovo, incomprensibile al padre, è invece così normale per la figlia da renderla incapace di prevedere o comprendere le reazioni paterne. La reazione aggressiva dell'uomo chiaramente si incastra bene sul suo dichiarato razzismo: la sua ipotesi sull'uovo, uno scherzo alla figlia ingenua, si presta molto bene al lancio della scena finale.

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maurizio.ferrero
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Re: Il pollaio

Messaggio#9 » giovedì 19 settembre 2019, 9:33

Grazie Alexandra, Diego, Wladimiro.

Grazie Wladimiro per l'osservazione su quella frase, in effetti quella da te proposta suona meglio.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Il pollaio

Messaggio#10 » giovedì 19 settembre 2019, 12:51

Ciao Maurizio.
Come sempre, il tuo è un racconto scritto ottimamente. Il messaggio che volevi trasmettere è a grandi linee chiaro, date le affermazioni del protagonista in merito agli stranieri e alla situazione nel suo insieme. Forse sono le sfumature a sfuggire un po' e a essere più a libera interpretazione. La cosa, però, non mi è affatto pesata e mi sono goduto il racconto spegnendo il cervello e godendomi semplicemente la circostanza grottesca che hai rappresentato. Molto originale.
Complimenti e a rileggerci.

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Gennibo
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Re: Il pollaio

Messaggio#11 » sabato 21 settembre 2019, 11:02

Ciao Maurizio, bello leggerti!
Mi piace la tua scrittura, leggera, sarcastica e surreale. All’inizio sono rimasta un po’ spiazzata dall’uovo, è vero però che dal piano di sopra si sente chiocciare, immagino che i “vicini” non abbiano i polli, ma siano loro stessi degli ibridi.
Carina l’idea! Mi sono divertita a leggere i dialoghi padre/figlia. Spiritoso il cognome degli stranieri, un misto di alchechengi e alieni. Per me hai centrato l’idea del vicino “diverso” che ci mette a disagio e del giovane che è più propenso ad accettare la diversità. E poi, di questi “cosi” ci si può fidare o finiranno per colonizzare il mondo come i “Visitors” della vecchia serie televisiva? ;)

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Il Calmo
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Re: Il pollaio

Messaggio#12 » sabato 21 settembre 2019, 12:15

IL POLLAIO

Devo dire che concordo con i commenti precedenti.
Sono rimasto anche io spiazzato dal finale. L’intento di descrivere la paura del diverso ci sta, così come lo stile (ottimo e fluido) e i dialoghi credibili e rapidi.
Quello che ci sta meno è appunto il finale, troppo surreale secondo me e alla fine non raggiunge l’obiettivo di far riflettere ma il tutto rimane in una dimensione grottesca e semicomica.
Mi è sembrata una occasione un po’ mal sfruttata.
Ma sono solo mie impressioni.

Alessandro
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Re: Il pollaio

Messaggio#13 » domenica 22 settembre 2019, 18:30

Il tema affrontato veramente è quello del razzismo prendendo quello del vicinato come sostegno. Bello. Valido il divario generazionale con il papà intransigente e la figlia che appare comprendere ed accettare la situazione al punto di meravigliarsi della reazione del padre. Questa appare in sintonia con la descrizione del personaggio: l'assoluta convinzione che la figlia sia presa in giro e la conseguente voglia di vendetta.

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maurizio.ferrero
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Re: Il pollaio

Messaggio#14 » mercoledì 25 settembre 2019, 8:36

Grazie a tutti per gli ultimi commenti :) l'elemento surreale può essere gradito o meno, è un fattore molto personale. Io mi ci sono divertito ;)

lailmil
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Re: Il pollaio

Messaggio#15 » mercoledì 25 settembre 2019, 12:11

Cavoli Maurizio,
la tua impronta sui racconti che scrivi è sempre inequivocabile! Questo racconto riesce ad essere folle, tenero, surreale e verosimile, scritto egregiamente dalla prima all'ultima riga. E in tutto questo, riesci pure a ficcarci dentro il tema del diverso e del razzismo. Complimenti, è sempre un piacere leggerti!

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antico
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Re: Il pollaio

Messaggio#16 » venerdì 27 settembre 2019, 13:56

Racconto assolutamente riuscito. Per gusto personale, lo metto appena un briciolo dietro quello di Partiti, pur essendo più equilibrato e questo perché l'uovo mi sembra inserito con poca valenza simbolica (anche se è chiara la sua funzione). Tema ben affrontato, lettura piacevole, nessun refuso visibile. Pollice quasi su per me.

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