La scatoletta di tonno

Quando? Lunedì 16 settembre dalle 21.00 all'una
Con chi? Vincenzo Maisto, anche conosciuto come IL SIGNOR DISTRUGGERE

Perché partecipare? Sarà la prima edizione della Settima Era e tutto sarà più divertente e veloce: solo nove edizioni per un vero e proprio campionato annuale che, in più, riserverà anche dei premi extra oltre alla visibilità sui canali soliti di Minuti Contati.

Quanti caratteri saranno disponibili? 3333 caratteri max spazi inclusi.
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Marco Travaglini
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La scatoletta di tonno

Messaggio#1 » martedì 17 settembre 2019, 0:57

Il gatto stava sbocconcellando il suo pasto di carne, come si divertiva a fare ormai da tre giorni. Le crocchette nella sua ciotola erano finite, ma si era ben guardato dal toccare la scatoletta di tonno sul tavolo.

«Sono arrivati» disse Greta.
Pietro chiuse gli occhi.
«Davide?»
«No, non è Davide. Lo sai che non verrà, non più.»
Greta sospirò.
«Sono quelli che hanno comprato l’appartamento di fronte, quello dei Tarquini. Ti ricordi che lo hanno liberato una settimana fa?»
Pietro si afflosciò sulla poltrona e tornò a guardare la TV.
«Speriamo che non si siano portati dietro uno di quei cagnolini rompicoglioni, di quelli che abbaiano e guaiscono tutta la notte, come se vedessero fantasmi dappertutto.»
Armeggiò con il telecomando, che come al solito non ne voleva sapere di cambiare canale.
«E’ una coppia giovane. Lei… ha una bella pancina.»
Si girò verso sua moglie.
«Che hai?»
«Io, credo che dovremmo andare ad accoglierli. Non è così che facevamo una volta?»
«E come vorresti fare? Uscire dalla porta e presentarti con un dolce come se niente fosse?»
«Non lo so. Ma lo sento dentro. Sento che devo andare.»
«Bhè allora potresti portargli quella maledetta scatoletta di tonno, non riesco più a sopportarla, ormai si sarà riempita di vermi.»
Il gatto scese a terra e corse a grattare il portone, lanciando dei miagolii disperati.
«Io vado Pietro.»
«Greta no!»

Il notaio guardò il documento.
«Davide Marini. Ci abbiamo messo un bel po’ a rintracciarla.»
Il ragazzo si afflosciò sulla poltrona, osservando il quadro di fronte.
«Bhè ora ci siete riusciti no?»
Il notaio lo soppesò con lo sguardo, poi tornò a segnare i dati del documento.
«Le hanno detto almeno come sono morti i suoi genitori?»
«Non so, avvelenamento da mercurio nel tonno, una cosa del genere» rispose facendo un gesto noncurante con la mano.
«Già, proprio qualcosa del genere. Ad ogni modo lei ora, in quanto unico erede, è il nuovo proprietario dell’immobile in via Trapani. Lo sa che sono stati proprio i nuovi vicini a scoprire cos’era successo ai suoi genitori?»
Il ragazzo guardava spazientito il suo smartphone.
«Ha finito con quelle carte? Posso andare?»
Il notaio restituì il documento a Davide.
«Ho finito per ora, ci vedremo domani per i dettagli. Lo sa che la ragazza ha perso il bambino per lo shock? Fossi in lei andrei almeno a parlarci.»
Il ragazzo recuperò il documento e si avviò verso l’uscita.
«Le porterò un dolce. Arrivederci.»



Marco Travaglini
Ultima modifica di Marco Travaglini il martedì 17 settembre 2019, 1:00, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#2 » martedì 17 settembre 2019, 0:59

Ciao Marco e benvenuto nella Settima Era! Tutto ok con i parametri, buona SIGNOR DISTRUGGERE EDITION!

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Laura Cazzari
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#3 » martedì 17 settembre 2019, 11:42

Ciao Marco, mamma mia la tua storia arriva dritta come un pugno nello stomaco. Il fatto che i primi protagonisti siano i gatti l’ho molto apprezzato, anche se non è stata una sorpresa svelata a poco a poco, ma chiaro fin da subito. Il finale è devastante specialmente quando capisci a cosa si riferisce la prima riga del racconto. Una pecca, trovo che il tema sia stato trattato un po’ troppo marginalmente.
Laura Cazzari

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Wladimiro Borchi
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#4 » mercoledì 18 settembre 2019, 15:37

Ciao Marco,
anche tu, mi pare, sei andato sul criptico.
Provo a interpretare...


(SPOILER ALERT)









Da quel che ho inteso i due coniugi sono defunti da tre giorni (le crocchette del gatto), quelli che vediamo parlare sono i loro fantasmi. A farli fuori (immagino) è stato il buon Davide avvelenando il tonno. Il gatto non è scemo e, quindi, non se l'è mangiata e il tonno lasciato aperto è stantio e sta facendo i vermi.
Come il gatto sente i vicini, va a raschiare alla porta e i due cadaveri vengono scoperti dai nuovi vicini. La povera vicina perde anche il figlio in grembo.
Davide deve averli fatti fuori per l'eredità ed essersi dato alla macchia.

Se ho capito bene, l'idea è molto buona.
Questo tipo di racconti che necessitano di un paio di riletture per essere compresi mi piacciono molto e denotano un discreto coraggio nell'autore.
Io ad esempio, quando ho paura d'aver detto poco divento didascalico e il risultato è assai peggiore di quello che ottieni tu lasciando che il lettore si scervelli un po'.
Una buona prova, forse troppo criptica, qualche elemento in più non avrebbe guastato (ma senza esagerare come faccio io...)
IMBUTO!!!

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Marco Travaglini
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#5 » mercoledì 18 settembre 2019, 22:11

Laura Cazzari ha scritto:Una pecca, trovo che il tema sia stato trattato un po’ troppo marginalmente.

Ciao Laura, grazie del commento. Riguardo al tema, accolgo la critica, e ti espongo il mio punto di vista partendo dall'assunto che in alcune edizioni a cui ho partecipato il tema è stato considerato semplicemente una traccia da cui trarre ispirazione e non il fulcro della vicenda. Nella mia vicenda i fatti vedono "mostrati" marginalmente i nuovi vicini: eppure tutti i personaggi ne parlano, li "raccontano". Sono i nuovi vicini a scoprire cosa è successo e quindi sbloccare la vicenda, è la preparazione del loro arrivo a creare quel vuoto che fa sì che i cadaveri rimangano sepolti in casa per diversi giorni, e sono loro, alla fine, a trovarsi nella stessa situazione dei coniugi Marini, con la perdita di un figlio e con la grana di Davide (come vicino). Sicuramente ci sono racconti in cui i nuovi vicini sono proprio il cuore della vicenda, ma a mio modo di vedere anche il mio racconto è a tema.

Wladimiro Borchi ha scritto:Se ho capito bene, l'idea è molto buona.
Questo tipo di racconti che necessitano di un paio di riletture per essere compresi mi piacciono molto e denotano un discreto coraggio nell'autore.
Io ad esempio, quando ho paura d'aver detto poco divento didascalico e il risultato è assai peggiore di quello che ottieni tu lasciando che il lettore si scervelli un po'.
Una buona prova, forse troppo criptica, qualche elemento in più non avrebbe guastato (ma senza esagerare come faccio io...)


Ciao Wladimiro, grazie del commento. Anche io di solito evito racconti di questo tipo, ma stavolta ho voluto provare. L'ispirazione purtroppo è arrivata a tarda ora e ho dovuto consegnare "la brutta" proprio al suono del gong. Sicuramente qualcosina in più poteva essere esplicitato, però devo confessarti che vedere già due soli commenti con due interpretazioni così diverse tra loro, è affascinante. La cosa bella è che in entrambe le interpretazioni (facciamo 3 con la mia), il messaggio che passa è comunque lo stesso, e la cosa mi piace.
PS: quando ti ho letto non mi sei mai sembrato didascalico, ma raramente ho letto un tuo commento in cui non tenevi in gran considerazione questo fattore :D

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diego.martelli
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#6 » giovedì 19 settembre 2019, 1:26

La scatoletta di tonno, di Marco Travaglini
La vicenda in sé mi è piaciuta molto, anche perché non lesina sugli elementi macabri. Ho trovato molto fuorviante l'intreccio: il dialogo fra i due morti è costellato da "tracce fisiche" ("chiuse gli occhi, "sospirò", si afflosciò sul divano") che mi hanno tratto in inganno: all'inizio credevo fossero due gatti a parlare, poi due persone viventi, e solo in seconda lettura ho visto l'indizio che hai seminato (il telecomando che non cambia canale). Avrei però personalmente preferito qualche indizio in più sull'identità dei due parlanti. Relativamente allo stile, credo che il dialogo potesse essere reso più scorrevole, e a tratti gli usi delle virgole potessero essere migliorati. ""Bhè allora potresti portargli quella maledetta scatoletta di tonno, non riesco più a sopportarla, ormai si sarà riempita di vermi." poteva, a titolo di esempio, essere resa con un punto esclamativo dopo tonno). Attenzione a "Bhè", che credo dovrebbe essere un "Beh" o un "Be' ".

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Gabriele Dolzadelli
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#7 » giovedì 19 settembre 2019, 22:03

Ciao Marco.
Sono giorni che sto cercando di capire cosa non mi convinca di questo racconto. Di certo è ben scritto, seppur abbia qualche pezzo di dialogo un po' troppo innaturale. L'inizio con il gatto che non mangia il tonno, facendo un'anticipazione degli eventi successivi, mi è piaciuta tantissimo, ma poi sembra che non ci siano gli elementi giusti seminati sul percorso per accompagnare il lettore al finale. A una prima e a una seconda lettura, infatti, non riuscivo bene a capire chi fossero i genitori di Davide, se i vicini oppure i protagonisti. L'unico elemento d'aiuto è il bambino citato sul finale ma ho faticato a ricostruire gli eventi. Forse va reso un pochino più fluido ma non saprei nemmeno dirti in che modo. Non ho nemmeno inquadrato troppo il ruolo del figlio in tutta la vicenda. E' forse un semplice pretesto per spiegare l'accaduto? Perché inserire la morte del bambino nella pancia? E' come se volessi dire qualcosa ma questo non è arrivato. Sono piuttosto confuso. A rileggerci.

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emiliano.maramonte
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#8 » venerdì 20 settembre 2019, 15:38

Ciao Marco!
Bentornato!! Ero curioso di leggere un tuo nuovo lavoro.
Dico subito che mi ha soddisfatto a metà. La prima parte colpisce nel segno, con una sequenza che crea le giuste attese seminando molte domande nella testa del lettore e preparando il gran finale che, almeno nella promessa iniziale, dovrebbe esplodere nella seconda parte. A me lo stile è piaciuto, buon botta-e-risposta dei dialoghi e giusta tensione narrativa. Gli inconvenienti sorgono proprio là dove la storia dovrebbe decollare. Nel momento in cui le domande si sono moltiplicate nella mia mente, l'efficacia del racconto si è sgonfiata. L'impressione che ho avuto è che i vari blocchi di trama siano abbastanza slegati tra loro, e non dovrebbe essere così. Invece, dopo la lettura, si fa fatica ad avere un quadro completo, chiaro, anche sforzandosi di colmare le lacune lasciate (volutamente?) da te. E le famose righe iniziali inerenti il gatto, per quanto potenzialmente determinanti, purtroppo mi hanno aiutato poco a dipanare la matassa. Forse l'interpretazione di Wladimiro potrebbe essere quella più vicina alla verità, ma costringere il lettore a fare contorsioni mentali per comprendere la trama di un racconto brevissimo, non so se sia così positivo.
Nel complesso, un racconto riuscito a metà, che rasenta, per me, la sufficienza.

Piccola precisazione: "Bhé" si scrive " Be' ", o al massimo "Beh" (anche se questa regola che all'elisione si debba sostituire l'h non l'ho mai capita né accettata... non è naturale, secondo le regole grammaticali italiane, ma, tant'è, pare sia entrata nell'uso comune, anche tra gli scrittori)...

In bocca al lupo!
Emiliano.

alexandra.fischer
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#9 » sabato 21 settembre 2019, 7:47

Per quel che riguarda la storia, è comprensibile. Greta, la madre del protagonista, ha portato la scatoletta avariata a casa dei nuovi vicini, facendo scoprire loro l’accaduto (ma è tutto nella mia mente). Trovo che questo racconto possa essere il punto di partenza per qualcosa di più lungo (sarebbe bello vedere questo incontro fantasma-vicina e relativa scatola di tonno verminoso). Ma, cosa c’entra Davide con il tonno? Ecco un dettaglio su cui lavorerei: forse lo ha comperato lui? O si è dimenticato di buttarlo via e lo ha messo in tavola? (Di qui il tono vagamente inquisitorio del notaio).


Attenzione:
Bhé (o scrivi Be’ oppure Beh)
Io vado Pietro (io vado, Pietro)
Greta no (Greta, no)

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Gennibo
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#10 » sabato 21 settembre 2019, 11:11

Ciao Marco, il tema è centrato. La storia è gestita bene e mi è molto piaciuta. Anche se all’inizio non avevo capito cosa mangiasse il gatto; ma ci sta che il lettore ci arrivi più avanti. Metti gli indizi qui e là dosandoli bene, così che alla fine ci troviamo tutte le informazioni per trarre le giuste conclusioni.
Il comportamento distratto e indifferente del figlio chiarifica cosa sia successo. Bravo.

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Il Calmo
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#11 » sabato 21 settembre 2019, 12:13

LA SCATOLETTA DI TONNO

C’è qualcosa in questo racconto che non riesce a convincermi.
Non è nello stile, che è fluido e neppure nel tema alla fine che comunque c’è.
Forse è nella trama. Non lo so, non mi ha preso particolarmente.
L’incipt buono ma poi il dialogo tra i morti non mi ha preso e ancora meno la parte con il notaio.
Io avrei a questo punto puntato davvero sul gatto, magari col suo punto di vista, facendo capire a poco a poco che i padroni erano morti.
La parte del presunto avvelenamento secondo me per una storia così breve non ci stava.
Mio parere personale ovviamente.

Alessandro
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#12 » domenica 22 settembre 2019, 18:35

Ho trovato molto criptico il racconto. Anche dopo varie letture è stato arduo dipanare la matassa. Non ha aiutato il fatto che l’inizio sia molto più fluido del finale. Penso di aver capito che Davide abbia avvelenato i genitori per l’eredità e che i nuovi vicini abbiano trovato i cadaveri grazie al rumore fatto dai gatti e che i dialoghi riportati siano fatti tra i due fantasmi.

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Marco Travaglini
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#13 » martedì 24 settembre 2019, 0:30

Ringrazio tutti per i commenti e i preziosi suggerimenti.
Scusatemi per la risposta in ritardo, volevo aspettare che più o meno tutti avessero commentato prima di chiarire alcuni punti.

Volevo raccontare una storia triste di solitudine come ce ne sono tante, partendo prima dal punto di vista dei genitori (morti) e mostrando poi il figlio attraverso la lente della società da bene, impersonata dal notaio.
Come ispirazione avevo preso un normale fatto di cronaca, mischiato con la storia di una ragazza che ho conosciuto in ospedale, che stava per morire per aver mangiato una normale scatoletta di tonno molto contaminata (semplicemente dal mercurio ingerito dal tonno)... poi mi è venuto in mente Trainspotting e ci ho infilato il gatto che si cibava dei suoi padroni morenti/morti.
Come dicevo, avendo avuto l'ispirazione solo all'ultimissimo momento, ho dovuto consegnare senza aver modo di rileggere: effettivamente ci sono alcune cose poco chiare e anche la poca distinzione tra gatto e genitori. Il comportamento dei genitori di Davide in alcuni frangenti è troppo vivo e trae in inganno. Speravo di riuscire a scrivere uno di quei racconti che parla di cose tristemente normali, ma che lascia un sapore amaro ma corposo in bocca: probabilmente ci sono riuscito solo a metà.
Riguardo al bambino perso dai vicini, ammetto che si è infilato nel racconto solo ed esclusivamente perché volevo in qualche modo rendere omaggio alla guest star citando le "mamme pancine", e dovevo far dire ad un personaggio la parola "pancina" :D
Chiedo venia per i due "bhè" che mi scappano sempre, e che quando possibile correggo alla prima rilettura... uno di quei difetti che ci si porta dietro e che per quanto ci si sforzi, nella scrittura di getto rimangono. Interessante la riflessione di Emiliano riguardo l'h. E grazie come sempre ad Alexandra per i suggerimenti per le virgole.

lailmil
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#14 » mercoledì 25 settembre 2019, 12:03

Ciao Marco,
sono venuta subito a leggere dopo il tuo commento sui vicini che scoprono i cadaveri, e ne è valsa la pena. Il tuo racconto mi è piaciuto molto, ci sono diversi elementi che ho apprezzato, tra cui il totale menefreghismo di Davide che è andato via contrapposto all'ansia di sua madre che invece continua ad aspettarlo nonostante la morte. Mi è piaciuto molto il parallelismo tra padre e figlio, che compiono gli stessi gesti. E infine, l'idea della scatoletta di tonno, che aggiunge un tocco grottesco a vicende già atroci.
Complimenti!

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antico
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Re: La scatoletta di tonno

Messaggio#15 » mercoledì 2 ottobre 2019, 12:13

Racconto a cui manca qualcosina per essere ottimo. Idea buona e semina perfetta, ma alla fine qualcosa stona e credo sia il fatto che il testo necessiterebbe di un po' più d'olio per girare più fluido, giusto quel poco e ben distribuito da permettere una lettura più fluida e magari anche un pelo più empatica. Sono sicuro che un passaggio dal Laboratorio gli gioverebbe molto e alla fine avremmo un nuovo racconto a tema ghost da mettere in vetrina. Pollice tendente all'alto in modo convinto, per me.

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