Un salto nel buio

Appuntamento fissato per lunedì 21 ottobre con Carmen Laterza. Scrittrice indipendente, ghostwriter, editor, esperta di Self Publishing e Book Marketing, aiuta le persone a realizzare il loro sogno di scrivere e pubblicare un libro. Alle 21.00 verrà rivelato il tema da lei scelto e si avranno le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto di massimo 3300 caratteri. I migliori dell'edizione verranno inviati alla guest star per commento e classifica finale.
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Puch89
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Un salto nel buio

Messaggio#1 » martedì 22 ottobre 2019, 0:11

UN SALTO NEL BUIO
di Alessio Magno

Finalmente aveva raggiunto l'apice di quel singolare strapiombo in mezzo al nulla.
D'innanzi a sé, l'abisso. L'oscurità che lacerava violentemente una morbosa certezza insidiataglisi nel cervello.
Il grande dilemma dell'uomo, dannato al suo eterno dualismo.
La luce e il buio possono coesistere? Far parte di un'unica grande verità celata agli uomini?
Una risposta sepolta nelle viscere dell’esistenza, la cui folle ricerca lo aveva tormentato da tutta la vita, ed ora era lì, di fronte a se. Cristallina e pura come acqua sorgiva.
Una persuasione candida e pungente si diffondeva dentro di lui, come le radici di un albero avvizzito ma ancora gravido di linfa in una terra sterile e morente, cariche di illusoria sicurezza ne mutavano l'inconscio fino a germogliare, laddove non avrebbe potuto, laddove la vita era considerata estinta da immemore tempo.
I suoi piedi erano ben saldi a quell'esigua estremità che iniziava a perdere infimi frammenti sotto il suo peso, avviandosi ciechi in un’infinita e ignota corsa nel buio. Li osservava precipitare con sguardo disgustato, ritrovandosi sorprendentemente a riflettere sulla similitudine tra quelle briciole calcaree e la sua vita.
Precipitava disastrosamente nel buio, esattamente come loro, ed era un processo che durava dalla sua nascita. Più gli anni passavano, più cadendo acquisiva maggiore velocità, portando con se tutto ciò che riusciva ad incontrare sul suo impervio percorso, accumulando detriti che lo appesantivano e lo rendevano più veloce e inarrestabile.
Una claustrofobica sensazione di caducità lo accompagnava costantemente in una capitolazione che non conosceva fine, che falciava fatalmente sul nascere qualsiasi intenzione atta a frenarla.
Era tutta la vita che tentava miseramente di uscirne, osservando silenziosamente quell'assurda esistenza dall'esterno con un distaccamento emotivo permanente, umiliante, interrotto di tanto in tanto dagli stralci di un'agonizzante sensibilità sempre più effimera, che tentava di tener insieme la sua razionalità come un collante dalla presa sempre più debole.
Un'esistenza ch’era come se non fosse la sua, come se lui, in fin dei conti, non c'entrasse nulla con tutto quello strazio, quella vergogna, quell'assenza di significato. Come se potesse risvegliarsi improvvisamente dalla sua catatonia emotiva e rendersi conto che tutto quello non era mai esistito, non era mai realmente avvenuto.
Era giunto il tempo di farla finita, di tentare un nuovo percorso, una nuova possibilità coadiuvata dalla speranza propria dell’ignoto.
Mosse un passo in avanti, il vuoto sotto di se a colmare l’efferatezza di quel gesto.
Un istante di esitazione e, senza rendersene conto, aveva infine mosso anche l’altro.
Precipitava ineluttabile, finalmente libero per la prima volta.
E dopo un’indefinibile tempo, si era fermato. Senza tonfi, senza dolore.
Aprì a fatica gli occhi. Una luce sfocata e nebulosa lo travolse, accecandolo.
Un lieto candore lo circondava sommessamente, finché la vista si fece finalmente nitida.
Giaceva nel suo letto, in una stanza di lunga degenza nel reparto di Neurochirurgia.
Incrociò il debole sguardo con un paio di magnifici occhi blu oltremare, decorati dal più bel sorriso che avesse mai osservato, in cui riconobbe il volto di sua figlia.
Si era risvegliato dal coma.
Aveva scelto la vita.
Era finalmente libero.
Ultima modifica di Puch89 il martedì 22 ottobre 2019, 0:43, modificato 2 volte in totale.



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antico
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Re: Un salto nel buio

Messaggio#2 » martedì 22 ottobre 2019, 0:16

Ciao Alessio e benvenuto nell'Arena di Minuti Contati! Caratteri e tempo ok, buona Libroza Edition!

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Polly Russell
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Re: Un salto nel buio

Messaggio#3 » martedì 22 ottobre 2019, 12:14

Un salto nel buio di Alessio Magno
Buongiorno Alessio, credo sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo.
Inizio col dirti che c’è una sovrabbondanza di avverbi in “mente”, davvero, davvero troppi, i più dei quali, del tutto inutili. Tutta la descrizione della sua disperazione, prima del salto, poteva risolversi con un quarto delle parole che hai usato. Una scrittura tanto ampollosa non la userei per un racconto di questo tipo, se ne perde il senso. E infatti io l’ho perso, mi spiego meglio. Tutta la parte iniziale ci narra della sua discesa verso la disperazione, poi si suicida (ci prova almeno), e, per sua fortuna, si sveglia. Dove sta la scelta? È solo uscito dal coma, non ha scelto di farlo, è accaduto. A meno che, quello che ho scambiato per una discesa nel delirio, fosse il coma e che ci fosse finito per motivi che non sappiamo. Quindi la sua scelta è uscirne? Ma a questo punto non è chiaro. Almeno non lo è per me.
Sicuramente perfettibile. A presto.
Polly

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Puch89
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Re: Un salto nel buio

Messaggio#4 » martedì 22 ottobre 2019, 12:38

Buongiorno a te Polly.
Inizio col dirti che potrei aver ecceduto nella rappresentazione in quel modo dello stato mentale ed emotivo del soggetto, ma l'ho fatto per renderlo il più esplicito possibile e proprio perché il racconto è ambientato all'interno del suo coma. Ma mi rendo però conto di non aver reso come avrei dovuto il modo in cui ci è finito, che è direttamente collegato a quello stato mentale, di cui ne è la causa. Si trova in quel limbo perché ha tentato di togliersi la vita, ripercorrendo lo stato emotivo che l'ha portato a quel gesto ripete nuovamente le stesse azioni, stavolta per cambiare davvero le cose. Forse questa è una cosa che non sono riuscito a rendere come pensavo. Ho voluto concentrare l'attenzione del lettore sul suo dramma, cercando di indurlo a credere fino all'ultimo che il protagonista stesse a tutti gli effetti per togliersi la vita, quando in realtà lo stava ripercorrendo per cercare di fare la scelta giusta, buttandosi nuovamente si, ma stavolta verso la salvezza.
Ultima modifica di Puch89 il martedì 22 ottobre 2019, 22:23, modificato 3 volte in totale.

alexandra.fischer
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Re: Un salto nel buio

Messaggio#5 » martedì 22 ottobre 2019, 21:16

UN SALTO NEL BUIO di Alessio Magno La tua storia è narrata con uno stile barocco. Il tuo protagonista appare dilaniato dal dilemma sulla luce e sul buio e di fatto, la sua vita ne è pervasa (vedi l’albero che vive nel terreno arido, metafora della mente del protagonista nelle avversità). Nel finale, sveli la forza del tuo protagonista, capace di risvegliarsi dal coma usando forze nascoste (le stesse che gli hanno permesso di attraversare l’esistenza pur vedendola con occhi disincantati). La seconda possibilità è di svegliarsi dal coma riabbracciando la figlia.

Attenzione:
Il vuoto sotto di se (sé)

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wladimiro.borchi
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Re: Un salto nel buio

Messaggio#6 » venerdì 25 ottobre 2019, 15:57

Ciao Alessio, piacere di conoscerti.
Gli avverbi in - ente spesso e volentieri aggiungono ben poco da un punto di vista "informativo" e hanno la terribile pecca di rallentare tremendamente la lettura.
Sì usano solo dopo aver almeno provato venti alternative di comunicare quella stessa sfumatura.
Il racconto è, nei fatti, un flusso di pensieri del protagonista prima del balzo sucidiario, che lo riporta alla vita. Non ci ho trovato particolare aderenza al tema dato, peraltro, il linguaggio è ampolloso e davvero troppo ricercato senza che tu ne dia, nel racconto, adeguata giustificazione.
L'eccessiva verbosita' e un italiano davvero troppo e inutilmente pesante rendono il racconto un po' troppo un esercizio stiloso e troppo poco narrazione.
Apprezzabile come tale, ma non è tra i più riusciti del girone.
A rileggerci presto.
Wladimiro

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maurizio.ferrero
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Re: Un salto nel buio

Messaggio#7 » sabato 26 ottobre 2019, 8:35

Ciao Alé. Non sono tenuto a commentarti e classificarti a sto giro, ma visto che è il tuo primo arrivo nella macelleria di minuti contati penso che un parere in più ti possa fare bene.
Premetto che non ho letto i commenti degli altri per non farmi influenzare: potrei quindi dirti cose che ti sono state già dette, prendila come una prova del 9. Se tanti ti fanno notare gli stessi errori, probabilmente quegli errori ci sono.

Avverbi che finiscono in -mente e aggettivi: troppi. I primi sono inutili e da eliminare senza pensarci due volte, i secondi sono inutili quando sono di troppo. Nel tuo caso sono sicuramente da sfoltire. Non dico di non usarli, ma se un aggettivo ad accompagnare un sostantivo ci può stare, due sono eccessivi. Rallentano molto la lettura.

Manca di concretezza: hai descritto una carrellata di pensieri e sensazioni, che però sono e rimangono concetti astratti. Non c'è niente di concreto a cui aggrapparsi, a parte gli occhi azzurri della figlia nel finale. Vale lo stesso discorso degli aggettivi: l'astrazione va bene quando è un caso isolato, un intero brano fatto così non porta a niente. Serve solidità per appassionarsi a una storia.

Prevedibile: ho capito dalla prime righe dove volevi andare a parare. Quando una storia è così, i risultati finali possibili sono tre: nascita, morte o risveglio (dal sonno o da un coma, come nel tuo caso). Nei racconti così brevi, giocare sul colpo di scena è quasi sempre una buona mossa, anche se non obbligatoria. Deve essere ovviamente motivato. Molto meglio descrivere una situazione prevedibile ma appassionante che un colpo di scena stupido. Nel tuo caso, però, la storia non appassiona, perché è una carrellata di pensieri che ci vengono sottoposti, e ritorniamo al discorso della mancanza di concretezza di cui ti ho già parlato.

Scrittura in generale: la grammatica è buona, non ho visto errori grossolani.

Perdonami se ci sono andato giù duro, ma credo che avere qualcuno che ti sbatte in faccia gli errori sia il miglior modo per capirli.
E poi oh, dovevo darti il benvenuto.
A presto!

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CaterinaDP
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Re: Un salto nel buio

Messaggio#8 » sabato 26 ottobre 2019, 17:30

Ciao, Alessio.
Noto nel tuo racconto una quantità eccessiva di avverbi; inoltre quasi ogni aggettivo va a coppia col suo sinonimo. Questo rende un po' pesante la lettura e soprattutto non coinvolge il lettore, troppo attento a decifrare il linguaggio barocco.
Diminuendo l’enfasi sugli aggettivi e sugli avverbi sicuramente migliorerebbe molto.
A rileggerci al prossimo racconto.

Paola
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Re: Un salto nel buio

Messaggio#9 » sabato 26 ottobre 2019, 19:55

Inizio subito col fare la maestrina ma ci sono tre sé, riferite al medesimo, senza accento. A parte questo, hai creato un porticato di parolone per costruire che cosa? La storia prende “movimento” dopo venticinque righe. Prima non si capisce: chi? Come? Quando? E perché? Poi, uno può anche apprezzare il lessico, la fluidità di lettura…

viviana.tenga
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Re: Un salto nel buio

Messaggio#10 » sabato 26 ottobre 2019, 20:16

Ciao Alessio,

Mi tocca ripetere quello che hanno già detto gli altri: troppi avverbi in -mente, prosa corretta ma pesante e poco leggibile.
L'idea di base non è affatto da buttare. La psiche umana è sempre qualcosa di interessante di conseguenza lo può essere raccontare cosa succede dentro la mente di un uomo in coma. Avrei però preferito che tu ci mostrassi meno riflessioni astratte e più "azione" (per esempio, frammenti di ricordi, o più avvenimenti all'interno del sogno che sono in realtà specchio del conflitto interiore). Così, non c'è nulla che catturi davvero l'attenzione del lettore, che gli dia una ragione per interessarsi davvero al dramma del protagonista.

Detto questo, spero di rileggere altro di tuo nelle prossime edizioni. Mi rendo conto che non è bello vedersi smontare il proprio racconto alla prima partecipazione, ma ti assicuro che ci siamo passati tutti o quasi ;)

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emiliano.maramonte
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Re: Un salto nel buio

Messaggio#11 » sabato 26 ottobre 2019, 22:32

Ciao Alessio, lieto di incontrarti nell'infernale Arena! Benvenuto!

La butto lì subito: quando leggi un testo, un qualsiasi testo, e, arrivato a metà, desideri che finisca il prima possibile perché la lettura è diventata un tormento e non un diletto, allora sicuramente c'è qualcosa che non funziona. Hai scelto questo approccio profondamente introspettivo, per di più assai ampolloso, e l'una e l'altra cosa si sono rivelate d'intralcio vicendevolmente, arrecando danno all'efficacia della trama nella sua interezza. Senza contare che l'escamotage finale è abbastanza logoro, quindi non c'è neanche un piccolo premio per il lettore che, faticosamente, arriva alla fine e dice: "Cavoli, è stata dura, ma ne è valsa la pena!". Mi dispiace davvero tanto essere così severo, però tutta la prima parte mi ha gettato in confusione: pensa che per un attimo ho pensato a un soldato in preda alla depressione per la guerra che voleva lanciarsi nel vuoto... Insomma, un quadro dipinto a pennellate fortissime che però non permette di avere una visione generale definita e gradevole. Il tema per come lo hai affrontato è davvero flebile.

Comunque, in bocca al lupo!
Emiliano.

Gabriele Cavallini
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Re: Un salto nel buio

Messaggio#12 » domenica 27 ottobre 2019, 17:08

Ciao Alessio,
parto col dirti che il racconto, nel complesso, non mi ha preso. Fin da subito si capisce che l'intero racconto girerà intorno a una carrellata di pensieri del protagonista; non è per forza un fatto negativo, ma quando vengono meno le azioni vere e proprie, la lettura tende ad annoiare. Usi un linguaggio aulico e forse fin troppo descrittivo: qua sento di darti un consiglio personale, poiché capita spesso anche a me di commettere questo errore e perdermi nelle descrizioni. Taglia, riduci all'essenziale. Posso assicurarti che l'impatto della descrizione sarà migliore. Il tuo racconto trasuda di tante idee, si capisce che hai molti concetti interessanti, è la forma che risulta sbagliata. Non lasciare che siano i pensieri di un personaggio a esprimere i tuoi pensieri personali. Inventa qualcosa tramite il quale costruire un ponte emotivo con il lettore, sennò rischierai solo di annoiarlo.

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jimjams
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Re: Un salto nel buio

Messaggio#13 » giovedì 31 ottobre 2019, 23:50

Ciao Alessio, che dire, il tuo racconto l'ho letto d'un fiato, quasi tenendolo sospeso. Perché non riuscivo a capire dove saresti andato a parare, e mi facevo un po' di ipotesi. Ma non l'ho azzeccata e questo mi ha colpito. Buono lo stile, intrigante, mi ha catturato, come ho detto, a di là dell'uso un po' allegro di avverbi, ma questo imparerai a giostrarlo. Buona l'idea che tutto sommato rientra nel tema. Un buon racconto, mi è piaciuto parecchio. Bravo.

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antico
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Re: Un salto nel buio

Messaggio#14 » venerdì 1 novembre 2019, 17:17

Giungo alla fine e non sto a ripetere ciò che ti hanno più volte sottolineato. Ho faticato parecchio a entrare nel racconto, le prime righe sono pesanti e quelle successive non addolciscono la pillola. Sono riuscito a connettermi nel finale, quando torna alla vita. Tutto ciò per dirti che quando trattiamo situazioni inconscie il primo obbiettivo è quello di portare dentro il lettore e qui ti sei concentrato più su un linguaggio pesante anche bello da leggere ad alta voce, ma assolutamente repulsivo nei confronti di chi si approccia alla lettura di un racconto breve. Pollice ni per me. Curioso di leggerti una seconda volta.

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