Incontri gastronomici del quarto tipo

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo novembre sveleremo il tema deciso da Lorenzo Sartori. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
andyvox
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Incontri gastronomici del quarto tipo

Messaggio#1 » domenica 17 novembre 2019, 21:35

Sprofondato nel suo seggiolino, Zap si stava godendo il viaggio dal salone panoramico della sua navicella a pilotaggio automatico. Era molto contento della scelta che aveva fatto: quell’astronave era un vero gioiellino della tecnologia. In pratica, si guidava da sola. Tutto quello che lui doveva fare, era starsene seduto comodo in poltrona e godersi lo spettacolo dell’Universo che scorreva dinanzi ai suoi occhi.
Avevano da poco oltrepassato le porte di Tannhäuser, e lui aveva potuto vedere i raggi B balenare nel buio, uno spettacolo davvero unico nel suo genere. Tra qualche ora sarebbero arrivati presso i bastioni di Orione, e quello sarebbe stato il segnale che la meta finale era vicina. Zap non vedeva l’ora. Era da tutta la vita che aspettava quel momento.
All’improvviso, proprio quando stava già pregustando in cuor suo l’arrivo a destinazione, la navicella sobbalzò, scaraventandolo con forza dalla sua poltrona e mandandolo a sbattere contro una delle vetrate del salone. Quasi nello stesso istante, l’allarme si mise a suonare, diffondendo in tutto l’ambiente il suono assordante delle sirene di emergenza. La navicella fece ancora un paio di scossoni, meno intensi del primo, mentre la sirena continuava ad ululare. Poi, dopo circa un minuto, tornò la calma. Ancora prima che Zap avesse modo di capire cosa stesse succedendo, il suo compagno di viaggio Zip entrò trafelato nel salone.
- Zap! Zap! Come stai? È tutto a posto?
- Io sto bene, ho solo preso una botta, - disse Zap massaggiandosi l’anca, un po’ dolorante. - Ma si può sapere cosa è successo?
- Non ho buone notizie, purtroppo, - fece Zip un po’ timoroso. Conosceva per esperienza il carattere dell’amico, ed era sicuro che non avrebbe molto apprezzato quello che doveva comunicargli.
- Sputa il rospo, - lo incalzò Zap.
- Ecco, io … non so proprio come dirtelo ma … abbiamo un problema.
- Questo lo avevo più o meno intuito. E di che tipo di problema si tratterebbe, per la precisione?
- Prometti di non arrabbiarti? - chiese titubante Zip.
- Zip!!! Insomma, ti decidi per una buona volta a dirmi cosa diavolo sta succedendo? -
- Va bene, ecco, per farla breve … pare che abbiamo terminato il carburante prima del tempo. Ho dovuto passare in tutta fretta alla propulsione a Massimo Risparmio perché rischiavamo di fermarci in mezzo allo spazio.
- Come abbiamo terminato il carburante? - sbraitò Zap. - Ma non eravamo partiti con il pieno?
- Sì, ma la navicella evidentemente consuma più di quanto pensassimo. Inoltre, forse abbiamo fatto troppe deviazioni dal percorso rispetto al piano originario.
- Stai forse insinuando che avremmo dovuto rinunciare a passare dalle porte di Tannhäuser ? Ma se era da anni che volevo vederle! Piuttosto, forse avremmo dovuto rinunciare alla gita su Magrathea, ma tu ci tenevi tanto a rendere omaggio al tuo vecchio idolo Slartiblartfast ...
- Va beh, dai, non cominciamo a litigare, tanto ormai non serve a nulla, - tagliò corto Zip, che non aveva voglia di mettersi a discutere in quel frangente. - Quel che è fatto è fatto. Il punto è che, a meno che tu non voglia passare il resto dei tuoi giorni alla deriva nell’iperspazio, non abbiamo molte alternative. La propulsione al minimo ha una autonomia molto limitata, come ben sai. Dobbiamo prepararci ad un atterraggio di emergenza. In questo modo potremo analizzare con più calma la situazione e avere il tempo di chiedere un rifornimento eccezionale.
- E dove dovremmo atterrare, stando ai tuoi calcoli?
- Sul pianeta Terra.
A quella notizia, Zap strabuzzò gli occhi e andò in escandescenze:
- Ma no, dai, ma per favore! Ma tra tutti i pianeti su cui ci poteva capitare di dover fare un atterraggio di fortuna, proprio la Terra?
- Perché, che cosa avrebbe la Terra di così terribile? - replicò Zip.
- Ha che è una civiltà arretrata, ecco cosa! È l’unico pianeta della Galassia a non conoscere la tecnologia dei viaggi iperspaziali. Ti rendi conto? I terrestri non sanno nemmeno come si usa la Guida galattica per autostoppisti, sono convinti che sia un romanzo di finzione e non una guida vera! Anni fa a mio nonno capitò, per colmo della sfortuna, di essere dimenticato sulla Terra nel corso di una missione esplorativa, per giunta senza avere con sé il suo Pesce Babele. Non ti dico che fatica dovette fare, per comunicare con i terrestri! Me l’avrà raccontato almeno un miliardo di volte, di quando dovette continuare a ripetere come un cretino “Telefono casa, telefono casa” per riuscire a far capire a questi qua che aveva bisogno di attivare una comunicazione interstellare.
- Va beh dai, se tuo nonno ci è già stato, forse era destino che ci tornassi anche tu, - cercò di cavarsela Zip con una battuta. - E poi, chi lo sa, può anche darsi che in questi anni abbiano fatto dei progressi.
- Ma per favore, ma quali progressi! Sono senza speranza, lascia che te lo dica io.
- Comunque, c’è poco che possiamo fare, anzi è meglio che ci prepariamo, perché l’atterraggio è imminente. Dammi una mano a fare le ultime manovre e a predisporre il Protocollo di Comunicazione di Emergenza.
- Va bene, se proprio non abbiamo altra scelta … Ma tu guarda che sfortuna … e pensare che è da una vita che stavo aspettando questa vacanza! Questa non ci voleva davvero!
Ancora depresso al pensiero di come il suo viaggio da sogno stesse andando in fumo, Zap si rassegnò a seguire Zip all’interno della cabina di controllo. Qui i due si diedero da fare, visto il poco tempo a disposizione. Zip fece un ultimo controllo sulle coordinate di atterraggio e impostò la procedura, mentre Zap controllava la dotazione del kit di emergenza.
- Bene, i kit sembrano in regola: abbiamo una copia della Guida Galattica, il Pesce Babele, il Camaleontizzatore di Sembianze, il Convertitore Monetario. Pare che ci sia tutto. Andiamo nei nostri gusci? - chiese Zap, ancora piuttosto abbacchiato.
- Sì, direi che possiamo andare. Se i miei calcoli sono esatti, dovremmo atterrare nella zona della Terra chiamata Europa, più o meno tra le nazioni di Italia e Austria, vedi qui il punto segnato in rosso? - fece Zip, indicando con il dito un punto nella mappa che aveva proiettato sul quadro di comando. - Direi che possiamo anche convertire subito un po’ di moneta, per portarci avanti. Cosa dice la Guida al riguardo?
- Aspetta, fammi controllare. Pare che la moneta in uso in quella zona sia l’euro. Tasso di conversione con le Unità Stellar Standard di Conto: 1 a 10.000! Sono proprio dei pezzenti questi terrestri, te lo dicevo! Hanno anche una moneta ipersvalutata!
- E di che ti lamenti? - replicò Zip - Meglio così, no? Ci basterà convertire una piccolissima quota di Unità Stellar, tanto dovremmo fermarci per poco tempo, giusto il necessario per chiamare i soccorsi. Dai, andiamo nei gusci, manca pochissimo all’avvio della procedura di atterraggio.

I due si recarono nel retro dell’astronave, ed entrarono ciascuno in un guscio di emergenza. La procedura attivata da Zip prevedeva che i gusci venissero espulsi non appena entrati all’interno dell’atmosfera terrestre, per minimizzare i rischi e garantire l’incolumità dei passeggeri anche nell’eventualità di incidenti nella delicata fase di atterraggio. Per fortuna, in quel caso non vi furono problemi di sorta. Come due piccole gocce di inchiostro su un foglio bianco, i due gusci si adagiarono nel bel mezzo di un campo di grano, e i due amici poterono uscire incolumi all’aria aperta.
Erano arrivati in piena notte, e il campo era avvolto nella totale oscurità.
- Tutto bene, Zap?
- Tutto ok. Ora che si fa?
- Fammi controllare una cosa. Ecco, pare che l’astronave sia atterrata poco distante da qua, ho rilevato il segnale. Dobbiamo andare a controllare che sia tutto a posto e poi chiamare i soccorsi.
- Bene, allora muoviamoci. Questo buio mi mette un po’ di ansia. Guarda, laggiù c’è una luce, forse ci sarà anche una strada.
- D’accordo, ma Zap, mi raccomando una cosa …
- Sì?
- Fino a che non avremo capito bene dove siamo atterrati, cerchiamo di non facciamoci scorgere dagli abitanti del luogo, potremmo avere dei problemi.
- Va bene, va bene. Mio nonno mi ha sempre detto che tutto sommato i terrestri sono amichevoli, ma sono d’accordo con te. È meglio essere prudenti.
- Bene, allora procediamo con il Camaleontizzatore, secondo la Guida dovremmo essere finiti in una zona abitata da uomini bianchi di razza indoeuropea, impostiamo i parametri e trasformiamoci.
In pochi secondi, i due alieni assunsero le tipiche sembianze di una coppia di uomini di mezza età, poi si misero in cammino verso la luce, che si rivelò essere un lampione.
- Ecco, guarda, questa strada dovrebbe condurre verso un centro abitato.
- Sì, è anche nella direzione giusta per andare all’astronave, vieni.
Raggiunto il punto di atterraggio dell’astronave, i due poterono tirare un bel sospiro di sollievo. La navicella pareva infatti non aver riportato alcun danno e si era adagiata, seminascosta, tra gli alberi che costeggiavano un piccolo canale di irrigazione.
- Beh, direi che ci è andata proprio di lusso questa volta! L’astronave è in perfette condizioni, e in questo posto è anche al riparo dalla vista, - fece Zip rinfrancato, e procedette senza indugio ad attivare la Procedura di Soccorso. Dopo pochi minuti, giunse la conferma di ricezione.
- Bene, - esclamò Zip controllando il suo dispositivo di comunicazione interstellare. - I soccorsi saranno qui tra qualche ora!
- E adesso che facciamo? Aspettiamo qui, al buio, tutto questo tempo? - chiese Zap.
- Direi di no. Come prima cosa, cercherei di capire meglio dove siamo arrivati. Poi, sempre con estrema cautela, potremmo anche vedere se troviamo qualcosa da mettere sotto i denti. Tu non avverti un certo appetito?
- Appetito, bah, - fece Zap sconsolato. - Che appetito vuoi che abbia, ormai? Mi è passato del tutto. È da anni che sognavo di andare al Ristorante al Termine dell’Universo, e quando ormai ero quasi arrivato e già pregustavo la mia cenetta, ecco che finisco la benzina e mi ritrovo sulla Terra!
- Dai, dai, coraggio. Nulla è perduto. Vuol dire che al Ristorante al Termine dell’Universo ci andremo un’altra volta. Adesso siamo qui, e dobbiamo arrangiarci con quello che troveremo.

I due si rimisero sulla strada principale, che costeggiava una serie di appezzamenti di terra coltivati, ma fatti pochi passi sentirono dei rumori. Sembrava che delle persone stessero venendo loro incontro. Ancora una volta, il primo a reagire fu Zip, che fece segno all’amico di stare zitto e di nascondersi insieme a lui sotto il ciglio della strada. Da lì, i due alieni videro due uomini che, con andatura un po’ incerta, stavano procedendo in direzione contraria alla loro. Quando furono più vicini, Zip e Zap si resero conto che i due stavano parlando tra loro in una lingua strana:

- Eh, Tone, ma te ta gh'ét sintit nigót?
- No, me no, perché?
- Ma sembràä de iga sintit argü che vociàä!
- Ma mochela lè! Te ta gh'ét biìt, scultem mé. Va a dormer, che l'è mèi.
- Ta gh'ét risù, Tone. L’è mej andàä a dormer. Ta salùdé.


I due uomini si strinsero la mano in segno di saluto, poi presero due direzioni diverse. Tone proseguì sulla strada principale, mentre l’altro prese una stradina che tagliava per i campi, e che portava ad un cascinale di cui si scorgevano, nel buio, le luci in lontananza. Zip e Zap rimasero ancora qualche minuto nascosti, poi con molta attenzione uscirono dal loro nascondiglio e ripresero la strada principale:
- Ma tu hai capito che lingua parlavano quei due? Il mio Pesce Babele non è riuscito a capirci niente, - chiese Zap perplesso.
- No, nemmeno il mio ci è riuscito. In effetti è strano. Se le coordinate sono esatte, dovremmo essere nel Nord Italia, in Europa. Però …
- Però? - lo incoraggiò a proseguire Zap.
- La lingua parlata in Italia dovrebbe essere l’italiano, ma quelle due persone non parlavano italiano, altrimenti il Pesce Babele non avrebbe avuto alcun problema. Non riesco a spiegarmi questa cosa. L’unica possibilità è che si trattasse di uno strano dialetto, non ancora codificato da Babele. Va beh, andiamo avanti, ma stiamo attenti, non vorrei che avessimo sbagliato qualcosa nel settare le coordinate di atterraggio. Vedo che là c’è una cosa che sembra un cartello stradale. Forse ci potrà dare qualche indicazione utile.
Arrivati al cartello, i due videro in effetti che sullo sfondo bianco spiccava una scritta nera, a caratteri maiuscoli: LONGHENA.
- Ecco, c’è scritto “LONGHENA”. Guarda un po’ cosa dice la nostra Guida al riguardo, - fece Zip.
- Longhena: comune italiano di 577 abitanti della provincia di Brescia, noto per i suoi “casoncelli”, - rispose Zap, leggendo la voce della sua Guida Galattica.
- Beh, se non altro siamo in Italia, quindi le coordinate erano giuste. Ma cosa sarebbero questi “casoncelli”?
- Pare che siano un piatto tipico del luogo, una vera specialità!
- Ah, ma questo è un altro segno del destino, non trovi? Eravamo partiti per andare in un Ristorante, e finiamo in un posto famoso per i suoi piatti di cucina!
- Stai scherzando, vero? Non vorrai paragonare il Ristorante al Termine dell’Universo, il posto più incredibile di tutta la Galassia, con uno sperduto paesino nel mezzo del nulla, sul Pianeta più sfigato di tutta la Galassia?
- Basta con tutto questo pessimismo! - sbottò infastidito Zip. - Ti ho già promesso che al Ristorante al Termine dell’Universo ci andremo un’altra volta! Adesso, però, cerchiamo un posto dove poter mangiare questi famosi casoncelli, sono proprio curioso di assaggiarli!
- Sì, ma …
- Ma?
- Che lingua utilizziamo per farci capire? Il nostro Pesce Babele è settato sull’italiano, ma se la gente del luogo dovesse parlare solo la strana lingua che parlavano i due di prima?
- In effetti, a pensarci bene, potresti aver ragione, - rispose Zip pensieroso. - Però, tutto sommato, la Guida conferma che siamo in Italia, quindi l’italiano dovrebbe essere parlato e capito da tutti. Non vedo motivi per usare altre lingue, cerchiamo solo di stare un po’ attenti.
Proseguendo sempre lungo la strada principale, i due arrivarono alla fine al centro dell’abitato: una piccola piazzetta, quasi uno slargo, con da un lato la chiesa e al lato opposto un giornalaio, che a quell’ora della notte era chiuso, e una trattoria, che invece era aperta. Zip fece un cenno all’amico ed entrò nel locale, che era semivuoto. Subito, i due vennero accolti da un uomo di corporatura robusta, dai capelli radi e dallo sguardo vivace:
- Buonasera, signori, accomodatevi. Siete in due?
Zip, felice nel vedere che il Pesce Babele funzionava alla perfezione, rispose con fare sicuro:
- Sì, grazie.
- Prego, venite. Questo tavolo va bene?
- Perfetto, grazie.
- Vi porto subito i menu. Gradite dell’acqua, intanto?
- Sì, molto gentile
- Frizzante o naturale?
- Per te va bene naturale? - chiese Zip all’amico. Zap, un po’ intimidito da quel contesto per lui del tutto inusuale, si limitò ad un breve cenno di assenso.
Il cameriere si allontanò e i due si immersero nell’esame dei menu.
- Zap, tutto a posto? - fece Zip a bassa voce.
- Sì, sì, tutto a posto, - rispose Zap - Devo solo ambientarmi un attimo, mi sembra tutto così strano.
- Devo dire che a me invece il posto piace parecchio. Queste luci così basse, questi soffitti a volta, le pietre a vista … anche il fatto che siamo così in pochi. C’è un’atmosfera particolare, davvero pittoresca. Va beh, - fece chiudendo il menu, - direi che non ci sono molti dubbi, no? Prendiamo casoncelli, e via!
Il cameriere tornò a prendere le ordinazioni e se ne tornò svelto in cucina.
- Speriamo che arrivino presto, questi casoncelli. Ho una fame! - fece Zip, mentre Zap sembrava sempre più depresso. Non riusciva a togliersi dalla testa il fatto di aver dovuto rinunciare al suo tavolino già prenotato presso il Ristorante al termine dell’Universo per andare a mangiare dei casoncelli in un paesino sperduto nel mezzo del nulla. L’arrivo dei piatti in tavola lo distolse da questi cupi pensieri. “Va beh, ormai siamo in ballo e balliamo. Proviamo a sentire come sono questi casoncelli” pensò tra sé e sé.
Già al primo boccone, il suo stato d’animo cominciò a migliorare. La consistenza della pasta, il gusto del ripieno, il burro generoso utilizzato come condimento, erano tutti sapori sconosciuti per la sua bocca da alieno, ma lo conquistarono fin dal primo istante. Immerso nella degustazione della sua pietanza, alzò lo sguardo per guardare l’amico, e vide che anche lui sembrava apprezzare molto quel cibo:
- Ma sono buonissimi!
- A chi lo dici! Io non avevo mai mangiato un piatto così delizioso.
- Ce ne facciamo portare un’altra porzione?
- Perché no?
Il cameriere tornò con grande gioia a prendere una seconda ordinazione, e poi anche una terza:
- Vi piacciono i nostri casoncelli, eh? Così buoni, li trovate solo da noi. Li facciamo a mano tutti i giorni, sempre con la stessa ricetta, senza uova, come li faceva mia nonna, e sua nonna prima di lei.
- Buonissimi, davvero complimenti, - fece Zap, a cui la mangiata aveva restituito del tutto il buonumore.
- Ma era la prima volta che li mangiavate? - chiese l’oste.
- Sì, in effetti sì.
- Quindi non siete di queste parti?
Ci fu solo una piccola esitazione, poi Zip rispose improvvisando:
- No, siamo di passaggio.
- Ah, peccato. Perché se vi piacevano così tanto i casoncelli, potevate venire alla classica “Sagra del casoncello”, sabato prossimo.
- Eh no, purtroppo non saremo in zona, sabato prossimo. Magari un’altra volta, - replicò Zip, che non vedeva l’ora di cavarsi d’impaccio da quella conversazione potenzialmente compromettente.
Per fortuna, la cena procedette senza intoppi. I due alieni pagarono felici il loro conto, poi uscirono.
- Dai forza, - fece Zip. - Anche se abbiamo la pancia piena, dobbiamo affrettarci. I soccorsi raggiungeranno l’astronave tra pochi minuti, mi hanno appena inviato un segnale. Non vorrei farli aspettare.
Zap camminava con passo svelto, quasi saltellando. In effetti, era felice. Tutti i cattivi pensieri erano spariti:
- Ma ti rendi conto, Zip! Abbiamo mangiato benissimo, e abbiamo speso l’equivalente di 0,006 Unità Stellar!
- Quindi alla fine non ti dispiace più, aver dovuto rinunciare alla tua cena al Ristorante al Termine dell’Universo? - chiese Zip con una punta di ironia.
- No, direi di no! Sono i casoncelli, la vera fine del mondo! Anzi, vuoi che ti dica una cosa?
- Cosa?
- Mi sa che ci faccio un pensierino, quasi quasi, a quella “Sagra del casoncello” di cui parlava l’oste. Forse ci potrei portare mio nonno. Secondo me, tornare sulla Terra gli potrebbe far piacere!
Zip trattenne un sorriso, poi indicò all’amico una luce abbagliante che stava calandosi sui campi davanti a loro, proprio in corrispondenza del punto in cui era atterrata la loro astronave:
- Mi fa piacere vederti così contento, ma adesso allunghiamo il passo, se non ti dispiace. Dobbiamo tornare a casa, e i soccorsi stanno atterrando in questo preciso istante.
“Bene, allora a presto, Terra” pensò Zap voltandosi un attimo indietro, prima di seguire l’amico che già andava incontro alla squadra di soccorso.
Ultima modifica di andyvox il domenica 17 novembre 2019, 21:49, modificato 2 volte in totale.


Andrea Pozzali

andyvox
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Re: Incontri gastronomici del quarto tipo

Messaggio#2 » domenica 17 novembre 2019, 21:43

Scusate, avevo provato a mettere una nota nel testo per tradurre il dialogo, in bresciano stretto, contenuto nel racconto ma ... non sono capace :-(. Vi metto qui di seguito la traduzione:

- Eh, Antonio, ma tu non hai sentito nulla?
– No, io no, perché?
– Mi sembrava di aver sentito qualcuno che parlava.
– Ma piantala! Tu hai bevuto, dai retta a me. Vai a dormire, che è meglio.
– Hai ragione, Antonio. Meglio andare a dormire. Ti saluto.

Per quello che riguarda i bonus, ci sono tutti e tre: gli alieni sbarcano a Longhena, il più piccolo comune della Provincia di Brescia (Bonus 1), noto per i suoi casoncelli (Bonus 3). Per il Bonus 2, si citano a più riprese i romanzi del ciclo della Guida Galattica per Autostoppisti, oltre a fare riferimento al monologo finale di Rutger Hauer in Blade Runner e al film E.T.
Andrea Pozzali

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roberto.masini
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Re: Incontri gastronomici del quarto tipo

Messaggio#3 » domenica 24 novembre 2019, 16:18

Ciao, Andrea.
Il tuo racconto fantascientifico deve molto al bonus del piatto tipico dove si svolge la storia! Ne è scaturita una narrazione che consente al lettore di affermare che, anche se la Terra è l'unico pianeta della Galassia a non conoscere la tecnologia dei viaggi iperspaziali, i suoi casoncell" battono qualsiasi piatto che si possa gustare presso il Ristorante al Termine dell'Universo! L'uso del dialetto rafforza la dimensione comunale della cultura enogastronomica italiana. Divertente l'uso di termini tecnologici quali il Camaleontizzatore di Sembianze (transformer!) o il Pesce Babele(traduttore simultaneo!). Bonus rispettati. Ho apprezzato l'uso di citare non titoli ma frasi di film famosi.
L'unico dubbio che ho riguarda l'uso di gusci d'emergenza che avrebbero un senso per un abbandono definitivo dell'astronave e non, come in questo caso, per una sua successiva ricerca nell'ottica della riparazione.
Due refusi:
1. Sono dovuto passare anziché Ho dovuto passare
2...., tanto poi non serve a nulla PUNTO e non VIRGOLA.
A rileggerci!

andyvox
Messaggi: 122

Re: Incontri gastronomici del quarto tipo

Messaggio#4 » lunedì 25 novembre 2019, 9:43

Ciao Roberto,

grazie per il tuo commento e soprattutto per avermi segnalato l'erroraccio che ho commesso con l'ausiliare, quando me ne sono reso conto mi sarei mozzato le mani! Per la punteggiatura dei dialoghi invece so di essere un caso disperato, e dire che questa volta avevo anche cercato di starci molto attento.
Quanto al resto, non prendo meriti non miei e dico subito che il Pesce Babele non è una mia invenzione, ma è preso pari pari da Guida galattica per autostoppisti, che in questo racconto ho citato a più non posso, il Camaleontizzatore invece è farina del mio sacco. Sui gusci hai ragione, potevo spiegare un po' meglio quel passaggio.
Andrea Pozzali

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CaterinaDP
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Re: Incontri gastronomici del quarto tipo

Messaggio#5 » mercoledì 27 novembre 2019, 10:41

Ciao Andrea, piacere di leggerti!

Mi è piaciuto il fatto che tu abbia scelto il punto di vista degli alieni in questo racconto e non dei terrestri ospiti.
Nel tipo di storia e di personaggi scelti, il tuo racconto richiama i toni della Guida Galattica che spesso citi. Ma proprio per questo ci si aspetta una caratterizzazione dei personaggi più netta e ironica e forse questo manca. È molto carina l’idea di due amici alieni che se ne vanno in giro per l’universo a cercare locali dove si mangi bene, ma sarebbe stato opportuno che esaltassi l’aspetto comico sia dei protagonisti sia della storia, per dare uno stile più netto che avrebbe divertito di più.
Alcune imperfezioni, ma sicuramente superabili con una rilettura più attenta, come “cerchiamo di non facciamoci scorgere”.
I bonus sono presenti.

A rileggerci!
Caterina

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Wladimiro Borchi
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Re: Incontri gastronomici del quarto tipo

Messaggio#6 » mercoledì 27 novembre 2019, 11:27

Ciao Andyvox,
Allora, il racconto è carino e, mi pare, senza troppe pretese. Sembra quasi una sorta di racconto da mettere su un opuscolo pubblicitario di un ristorante: "Anche l'alieno più diffidente si innamora dei nostri piatti!".
Molto interessante, invece, il modo con cui ti sei giocato le "citazioni". Mi ha divertito riconoscere Blade Runner ed E.T. (scoprendo, peraltro, che è il nonno di uno dei due protagonisti).
Lo stile non mi ha appassionato.
"l’allarme si mise a suonare, diffondendo in tutto l’ambiente il suono assordante delle sirene di emergenza."
Qui c'è una ripetizione involontaria che da un po' fastidio.
"Sì, ma la navicella evidentemente consuma"
Qui l'avverbio è del tutto inutile e rallenta la lettura.
Fino a "- Io sto bene, ho solo preso una botta, - disse Zap massaggiandosi l’anca, un po’ dolorante. - Ma si può sapere cosa è successo?" siamo nella testa di ZAP, ci racconti i suoi stati d'animo e, pertanto, pensiamo che sarà il suo PDV quello che orienterà l'intero racconto.
Subito dopo siamo nella testa di ZIP: "- Non ho buone notizie, purtroppo, - fece Zip un po’ timoroso. Conosceva per esperienza il carattere dell’amico, ed era sicuro che non avrebbe molto apprezzato quello che doveva comunicargli."
A questo punto il lettore si sente spiazzato. Qual'è il punto di vista? Dentro chi sono?
Rimaniamo dentro ZIP fino a qui: "- Speriamo che arrivino presto, questi casoncelli. Ho una fame! - fece Zip"
Ma subito dopo eccoci di nuovo dentro ZAP: "mentre Zap sembrava sempre più depresso. Non riusciva a togliersi dalla testa il fatto di aver dovuto rinunciare al suo tavolino già prenotato presso il Ristorante al termine dell’Universo per andare a mangiare dei casoncelli in un paesino sperduto nel mezzo del nulla. L’arrivo dei piatti in tavola lo distolse da questi cupi pensieri. “Va beh, ormai siamo in ballo e balliamo. Proviamo a sentire come sono questi casoncelli” pensò tra sé e sé."
Qui addirittura il PDV è quello del cameriere che ci comunica il suo stato d'animo: "Il cameriere tornò con grande gioia a prendere una seconda ordinazione, e poi anche una terza:"
Torniamo quindi su ZAP: "Buonissimi, davvero complimenti, - fece Zap, a cui la mangiata aveva restituito del tutto il buonumore."
E poi, ancora su ZIP: "replicò Zip, che non vedeva l’ora di cavarsi d’impaccio da quella conversazione potenzialmente compromettente."
Ovviamente si può fare tutto, ma tendenzialmente, almeno nei racconti brevi, sarebbe opportuno scegliere un punto di vista e non lasciarlo dall'inizio alla fine. Farlo continuamente, come hai fatto tu nel racconto, disorienta il lettore e rischia di fargli perdere la concentrazione.
In narrativa si usa sempre meno il c.d. "narratore onnisciente", perché è un archetipo letterario che crea molta meno empatia tra lettore e personaggio.
Prova, una volta, a scrivere concentrandoti sul P.D.V. di un unico personaggio e ti accorgerai che il racconto risulterà molto più emozionante.
Nel caso tu andassi in finale, potresti rimettere mano al racconto nel senso qui evidenziato.
A rileggerci presto.
Wladimiro
IMBUTO!!!

andyvox
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Re: Incontri gastronomici del quarto tipo

Messaggio#7 » giovedì 28 novembre 2019, 9:03

Grazie a tutti per i commenti e soprattutto per avermi segnalato errori, ripetizioni e avverbi inutili, credevo di aver letto e riletto proprio per evitare questo tipo di cose, ma è proprio vero che fare autoediting è molto più difficile di quanto si creda.
Wladimiro, grazie per la tua analisi così minuziosa, ma devo confessarti che, essendo molto più limitato di te dal punto di vista tecnico, ho fatto molta fatica a seguire il tuo discorso e credo anzi di non averlo capito del tutto, porta pazienza.
Andrea Pozzali

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