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Un sorso di dignità

Inviato: lunedì 20 gennaio 2020, 22:35
da Andrea Partiti
Il vecchio Falletti apre il cassetto. Avvicina la lampada a olio ed estrae la scatola di latta. È leggera, terribilmente leggera nelle mani pesanti.
La pioggia cade pesante fuori dalla finestra, dietro alla tenda.
Appoggia la scatola sulla scrivania, la apre ed estrae il libro mastro, una mazzetta di banconote e un sacchetto di scudi. E il boccettino. Lo appoggia lontano nell’angolo del tavolo.
Conta le banconote, gli scudi e annota il conto sul registro con grafia precisa.
Gli basteranno per coprire le spese del mese. Per pagare gli stipendi dei suoi dipendenti, saldare i debiti del banco, pagare i fornitori. Pagherà puntuale come hanno sempre pagato puntuali suo padre e suo nonno. Nessuno avrai mai da ridire sull’onestà della famiglia Falletti.
Divide le banconote in buste, aggiungendo delle monete dove serve. Su ogni busta scrive il nome della persona o della banca a cui è destinata. Da mesi le buste per le banche diventavano più pesanti, come un peso legato in vita.
Impila le buste e le rimette nella scatola di latta. Le cercheranno lì, dove l’hanno visto prenderle ogni mese da decenni; non dovranno fare alcuna fatica per regolare i suoi conti. Vorrebbe essere lui di persona ad aprire il banco il giorno successivo, il primo giorno del mese, come ogni mese da più di vent’anni. Ma con quale coraggio salutare chi viene a riscuotere, scambiare una battuta con i lavoratori, con gli amici, con le persone che hanno diviso gioie e passioni con lui?
La pioggia diventa intensa, violenta, le finestre vibrano.
Il vecchio afferra il boccettino e lo avvicina a sé facendolo raschiare sul legno. Pesa troppo per sollevarlo.
Suo nonno l’ha messo nella scatola, molti anni prima. Cedendo il controllo dell’attività ha spiegato al figlio a cosa serviva. Era un monito, ma era anche una promessa. Era una soluzione, ma una soluzione da non prendere alla leggera. Il boccettino era prima di ogni cosa dignità. Era la dignità della famiglia Falletti, che non si era mai piegata e non si sarebbe piegata mai.
Suo padre aveva spiegato il boccettino con le stesse parole che aveva udito ricevendolo. Un giorno il vecchio sperava di poter fare altrettanto con suo figlio, perché capisse quanto era serio e importante il loro ruolo, il loro nome.
Il vecchio prende l’ultimo scudo tra le dita. L’ultimo scudo non impegnato, l’ultima cifra nera sul registro: avrebbe pagato anche il suo viaggio.
Spezza con l’unghia la cera che sigilla il boccettino, spinge il tappo di sughero che rotola in un arco sulle pagine del libro mastro. La lampada a olio inizia a baluginare, l’ultimo olio sfrigola sullo stoppino.
Piega la testa all’indietro e rovescia il flacone nella bocca aperta.
È vuoto. Secco.
La pioggia si fa leggera, l’acqua gorgoglia giù dai tetti.
Il vecchio Falletti piange, quando la luce si spegne.

Re: Un sorso di dignità

Inviato: lunedì 20 gennaio 2020, 22:43
da antico
Andrea, buonasera! Tutto ok con i parametri, divertiti in questa Pastor Champion Editon!

Re: Un sorso di dignità

Inviato: martedì 21 gennaio 2020, 23:50
da Gennibo
Ciao Andrea. Del tuo racconto mi è piaciuto il gioco tra pesante e leggero che viene percepito dal protagonista come un’entità emozionale e morale (non prenderla alla leggera) invece che di peso. Parli di scudi, per chiarire il periodo, ma ho faticato a immaginarmi un’ambientazione diversa da quella attuale, forse a causa dello stile di scrittura moderno. Mi è piaciuto il finale e l’interpretazione del “piove sul bagnato”. Bravo.

Re: Un sorso di dignità

Inviato: mercoledì 22 gennaio 2020, 10:51
da maurizio.ferrero
Ciao Andrea,

Buon racconto, ben scritto, che tratta in maniera più allegorica il tema del contest, sebbene la pioggia sia presente anche fisicamente.
Mi ha un po' stonato l'accenno a un'epoca passata identificato dalla presenza degli scudi, che però non ha alcuna valenza né sbocco all'interno del racconto. Potrebbe essere ambientato in qualsiasi epoca, anche quella moderna, quindi non capisco il perché di questa scelta. Ma è un dettaglio poco importante.
Per il resto, direi tutto molto buono, sentimenti e sensazioni trattate con riguardo e dando loro il giusto peso. Anche se la storia non è particolarmente originale, il modo in cui è scritta la impreziosisce.

Re: Un sorso di dignità

Inviato: giovedì 23 gennaio 2020, 0:56
da giulio.palmieri
Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Il racconto ha un'ottima scansione; nel complesso una prova buona.
Alcuni aspetti non mi convincono del tutto, e te li listo di seguito:
- il tema è centrato, a mio avviso, parzialmente
- alcuni dettagli dovresti descriverli in maniera più visiva (tipo nel passaggio: "La pioggia diventa intensa, violenta, le finestre vibrano". Solo le finestre che vibrano danno la sensazione giusta, il resto della frase invece è poco visivo
- l'epoca non è chiarissima, intendo i riferimenti alle banche e agli scudi. Forse il Rinascimento?

Molto ben descritta la stanchezza del protagonista, e la fine, evoca una sensazione poetica.
Mi ricorda una poesia di Baudelaire: La morte dei poveri; ma qui tu hai evocato anche i temi della dignità, del lavoro e del buon nome di una famiglia.
Ad ogni modo, una prova di grande sensibilità.

Re: Un sorso di dignità

Inviato: giovedì 23 gennaio 2020, 17:23
da Laura Cazzari
Ciao Andrea. Allora devo dire che hai un’ottima capacità descrittiva. Utilizzi suoni e immagini che aiutano il lettore a immaginarsi la scena. Anche io non ho capito tanto la questione degli scudi che sembra essere l’unico tassello per capire il periodo storico. Un paio di punti del tuo racconto mi lasciano perplessa. Punto uno il tema. C’è la pioggia, ma non c’è il concetto di “non può piovere per sempre”. Secondo punto la boccetta: perché vuota? Avrebbe sicuramente avuto più effetto se si fosse concluso come immaginato. Secondo me ci sono margini di miglioramento.

Re: Un sorso di dignità

Inviato: giovedì 23 gennaio 2020, 21:33
da Andrea Partiti
Nella mia idea vaga, la boccetta vuota era un messaggio dal nonno a chiunque si fosse trovato a usarla.

"Comportati in maniera etica e onesta come se ne andasse della tua vita, ma non arrenderti anche se ti senti disperato, perché non può piovere per sempre, non è questa la soluzione."

Ma è un finale aperto e vago apposta.
Per quanto mi riguarda possono essere sia lacrime per la tensione che si spezza quando capisce il messaggio che lacrime di dolore perché gli viene negato il sollievo che vuole.

Re: Un sorso di dignità

Inviato: sabato 25 gennaio 2020, 15:00
da filippo.mammoli
Ciao Andrea,
nulla obiettare sulla capacità descrittiva della scena e dei sentimenti del protagonista.
Ho faticato però a collocare la scena, non tanto nel tempo, quanto nella sua dimensione funzionale.
Ho trovato anche un po' troppo insistita la descrizione sul tema del banco e della boccetta, fondamentale per il tuo racconto, ma abbastanza fuori da quello del contest. Resta comunque un bel racconto.

Re: Un sorso di dignità

Inviato: lunedì 27 gennaio 2020, 10:54
da Daniel Travis
Il set up è impeccabile: colpisce e informa visivamente del contesto, della situazione e dello stato d'animo del protagonista, mentre - con i riferimenti alla dignità degli avi - fa sentire tutto il peso della sua vergogna, le sue speranze infrante, il suo attaccamento inamovibile all'ultimo "sorso di dignità", non solo con la sua scelta finale ma con la sua meticolosità nel sistemare i conti, fino all'ultima moneta - per il viaggio.
E poi, quando ormai mi ero accomodato su un pezzo di grande valore stilistico ed emotivo, boom,il finale.
Un pugno nello stomaco, e il tema sgorga - ah-ah - con una pulizia fantastica. Doppio colpo al tema e al lettore, KO tecnico.
Complimenti.

Re: Un sorso di dignità

Inviato: lunedì 27 gennaio 2020, 11:13
da Eugene Fitzherbert
Ciao, Andrea,
il tuo racconto mi è arrivato un po' tiepidino.
Tecnicamente è ben scritto, ma d'altronde sai il fatto tuo e maneggi le parole per creare sempre immagini efficaci e dirette e questa prova non è da meno.
Peccato per la storia che non arriva così come dovrebbe. La tua spiegazione che hai dato poco sopra getta un po' di luce sull'epilogo che poteva forse essere giocato meglio. Sicuramente con il senno di poi, l'idea è interessante e il messaggio (non bisogna mai cedere alle avversità!) decisamente pregnante con il tema, anche in maniera allegorica.
In definitiva, un ottimo lavoro, un po' troppo criptico.

AH, il discorso 'epoca storica': ci sono gli scudi, c'è il libro mastro compilato a penna con grafia precisa e c'è la lampada a olio che sfrigola. Che sia ambientato nel passato non ce'è alcun dubbio!

Re: Un sorso di dignità

Inviato: giovedì 30 gennaio 2020, 0:15
da Himenoshirotsuki
Ciao, Andrea!
Tecnicamente, mi è piaciuto molto. Ho trovato calzante la reiterazione delle azioni di quest'uomo. Persino le ripetizioni che, di solito, trovo molto dissonanti, acquistano un valore aggiunto nell'interezza del racconto. Anche le immagini sono efficaci, in particolare mi è piaciuta la continua contrapposizione tra leggero e pesante. Ammetto di non aver ben capito però come tu abbia inserito il tema all'interno del racconto. La pioggia è presente fisicamente, ma credo ci fosse un qualche significato allegorico che però non ho colto. Perché la boccetta era vuota? Fino alla fine ho creduto che il protagonista volesse avvelenarsi o, quantomeno, suicidarsi. Se hai tempo, mi piacerebbe mi spiegassi meglio questo punto qui, perché nel complesso il racconto mi è piaciuto.

Re: Un sorso di dignità

Inviato: giovedì 30 gennaio 2020, 9:30
da andyvox
Ciao Andrea,

il tuo racconto è ben scritto e nel complesso mi è parso un buon lavoro. Ho solo due perplessità: la prima riguarda la pertinenza al tema, che secondo me hai colto solo parzialmente, in quanto l'allegoria a me è sembrata molto sfumata (fra l'altro, se il tema è da interpretare in modo allegorico, la presenza della pioggia mi sembra superflua). Il secondo limite è che il racconto non riesce ad emozionare del tutto, forse perchè la mancanza di qualche elemento di contesto più concreto limita le possibilità di identificazione con il personaggio

Re: Un sorso di dignità

Inviato: giovedì 30 gennaio 2020, 20:27
da alexandra.fischer
Racconto dal Tema centrato. La pioggia è fuori, ma anche nella vita di Falletti, commerciante sull’orlo del fallimento. Il non può piovere per sempre è anche nelle sue lacrime, la boccetta fatale che avrebbe dovuto salvare la dignità di famiglia con il suicidio in caso di disfatta economica è diventata inutile (il veleno si è seccato). Ma la speranza è nell’onestà di lui (ne terranno conto tutti i debitori con i quali ha saldato il dovuto: in questo faccio il tifo per lui: uomo anziano ed educato all’antica). Ottima la scrittura.

Re: Un sorso di dignità

Inviato: sabato 1 febbraio 2020, 17:33
da antico
Mi è piaciuto davvero molto, ma, sinceramente, non mi è arrivato il finale che hai descritto. Quello che è arrivato a me è lo scherzo del destino che si beffa di una famiglia che tanto avrebbe voluto mantenere la dignità costringendola ad affrontare il fallimento. E poteva starci perché quella boccetta, passata di padre in figlio per generazioni, poteva davvero essersi seccata. Il tuo finale presupponeva più ciccia che manca, a mio avviso. Ma questo era solo per argomentare perché un lettore deve giudicare quello che gli arriva e non necessariamente quello che l'autore voleva fargli arrivare e, sotto questo punto di vista, il racconto mi è sembrato un ingranaggio perfetto (pur non voluto, a questo punto). Il tema stesso mi è sembrato essere stato trattato in modo irridente: Non può piovere per sempre, ma forse sì e anzi peggiorare. Arrivato a fine lettura mi sono sentito assolutamente soddisfatto con l'unico neo di un contesto storico che, avendolo tu voluto inserire, mi è sembrato eccessivamente abbozzato, mancante proprio per la tua insistenza nel volerlo richiamare. Pollice quasi su, per me.