“A schiena dritta contro il vento”

Appuntamento per lunedì 20 gennaio dalle 21.00 all'una con il tema di Stefano Pastor, il Campione della Sesta Era di Minuti Contati! Appuntamento fisso di ogni Era, l'edizione CHAMPION verrà d'ora in avanti programmata sempre nel mese di gennaio.
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Adry666
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“A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#1 » lunedì 20 gennaio 2020, 22:51

Chiudo gli occhi. Granelli di sabbia dorata danzano disegnando spirali al ritmo del vento. Dei cammelli, allineati come perle su un drappo di velluto, attraversano le lame affilate delle dune.

Apro gli occhi. Davanti a me c’è la lavagna sporca di gesso, sopra di me le facce irridenti delle mie compagne di classe. Gocce di pioggia rigano le finestre luride.
“Brutta bastarda di un’araba, levati quel cazzo di Hijab dalla testa!”
Guardo Erica negli occhi e le dico con voce tremolante:
“È la nostra tradizione, non mi pare di fare del male a qualcuno. Anche tu hai quei jeans bucati che …”
Non finisco la frase, che mi arriva uno schiaffo. Per un attimo il mio udito si affievolisce e sento bruciare la guancia. Sapore di rame nella bocca. Rimango seduta e non reagisco alle loro violenze. Ma spero che finisca presto.
“Adesso, carina, devi mangiare il panino!” Un'altra compagna, Luisa, mi porge un tramezzino con il salame.
“Sai che non posso…”
“Adesso vivi in Italia e devi adattarti alle nostre tradizioni!” Mi urla nell'orecchio ancora intorpidito.
“Guarda come si fa, ebete!” Erica leva il panino dalle mani di Luisa e lo morde strappandone un pezzo enorme. Tutte scoppiano a ridere rumorosamente.
Erica diventa paonazza e le sue mani si contraggono come gli artigli di una strega. Le altre hanno smesso di ridere e la guardano pietrificate. All'inizio non capisco, poi sentendo un rantolo invece del suo respiro, comprendo la situazione.
“Erica non riesci a mandare giù il boccone?” chiedo.

Chiudo gli occhi. Il cuore mi pulsa al ritmo ipnotizzante dei tamburi a cornice suonati dalle donne della tribù degli “uomini blu”. Dal falò scintille arancioni si elevano verso il cielo come preghiere. Balliamo pestando i piedi sui tappeti lisi dal tempo. Poi inizia il corso sulle manovre base di primo soccorso tenuto da mia madre, dottore in anestesia e rianimazione. Le mani materne si muovono sicure sul manichino di gomma. Io la guardo e vedo il mio futuro prossimo.

Apro gli occhi. Erica mi guarda con gli occhi che sembrano voler uscire dalle orbite. Mi metto alle sue spalle, la cingo all'altezza dello sterno e inizio a stringerla con crescente forza. Al quarto tentativo si piega e sputa fuori un bolo di cibo, ma si accascia.
“Aiutatemi a distenderla!”
Le metto una mano sul collo, non si sente niente. Cavolo! Mi metto a cavalcioni e inizio un massaggio cardiaco. L’olezzo di salame quasi mi fa vomitare, ma continuo senza fermarmi. Poi, uno sbuffo, il petto si alza e di abbassa, impercettibilmente, ma lo fa.
Apre gli occhi, mi guarda.

Chiudo gli occhi. Mio padre e mia padre, sono seduti spalla a spalla su un tappeto srotolato sulla sabbia tiepida. La notte avanza implacabile stendendo la sua ombra algida sulle dune arancioni. Ma loro due sono oltre, brillano di luce propria, non vengono toccati dal manto nero. Non so se stanno pregando, o semplicemente chiacchierando, ma mi pare tutto così bello, così perfetto. Sospiro e sorrido.

Apro gli occhi. Erica mi sorride debolmente. Sirene di ambulanza si avvicinano irrequiete. Mi alzo e mi allontano. Fuori l’aria è grigia e sa di pioggia. Fa freddo. Mi allaccio il Hijab e mi serro a doppia mandata il cappotto. Inizio a camminare a schiena dritta contro il vento, sognando deserti e braccia forti che mi abbracciano senza chiedermi nulla. Non può piovere per sempre.



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antico
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Re: “A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#2 » lunedì 20 gennaio 2020, 22:58

Ciao Adriano! Tutto bene con caratteri e tempo, buona Pastor Champion Edition!

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Gennibo
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Re: “A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#3 » mercoledì 22 gennaio 2020, 0:24

Ciao Adriano, mi è piaciuto il tuo stile, con la doppia ambientazione che sta vivendo la protagonista, quella interiore nel deserto, dove ci sono le sue radici e dove c'è l'amore dei suoi genitori, e quella che sta vivendo, in un mondo crudele con le coetanee che la bullizzano, fin quando la situazione si ribalta. Bello anche l'happy ending. Che dire? Bravo.

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giulio.palmieri
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Re: “A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#4 » giovedì 23 gennaio 2020, 1:30

Ciao Adriano, piacere di leggerti.
Allora: ottima la scansione temporale tra le due dimensioni (il ricordo e il presente), a maggior ragione che hai accentuato bene il contrasto tra i due livelli narrativi: pieno d'azione il presente, poetico ed evocativo il passato.
Anche il tema del bullismo unito all'allegoria della pioggia è ben reso.
Magari, nell'evocazione della dimensione del passato, si possono usare meno aggettivi.
Prova molto buona.

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maurizio.ferrero
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Re: “A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#5 » giovedì 23 gennaio 2020, 8:54

Ciao Adriano,

Il tema è centrato in maniera più metaforica che fisica, sebbene la pioggia sia presente. Ci sta. Mi è piaciuto anche lo stacco tra i due momenti narrati, passato e futuro, anche se mi pare che il salto di genere sia troppo netto.
Mi spiego meglio: la cruda realtà del presente viene contrapposta a un passato onirico, quasi fiabesco, che mi ha ricordato le atmosfere da mille e una notte. Forse troppo. Ho capito il tuo intento di voler fare del passato un bellissimo ricordo, ma mi sarei soffermato più sulle scene con i genitori e la famiglia che nella descrizione di dune e tappeti. Sarebbe stato più realistico e più credibile.
Bello il finale, dolceamaro al punto giusto.
Ultima cosa: "chiuse il cappotto a doppia mandata" mi suona strano, non è mica una serratura. L'avrei formulata in maniera più semplice.

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Laura Cazzari
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Re: “A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#6 » giovedì 23 gennaio 2020, 17:24

Ciao Andrea. Partiamo parlando del tema. La frase è stata inserita, ma non tropo contestualizzata. A cosa si riferisce? Alla pioggia perché lei è abituata al deserto o metaforicamente alla speranza di non subire altre angherie? Mi è piaciuta l’alternanza “qui e là”, ma messa così rompe un po’ la tensione narrativa. Secondo me ci sono margini di miglioramento.
Laura Cazzari

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Adry666
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Re: “A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#7 » venerdì 24 gennaio 2020, 8:47

Innanzitutto grazie a tutti per i commenti.

Nel caso specifico: @Laura Cazzari: quando dici "Andrea" penso che tu ti riferisca a me, corretto? Non è la frase ma la speranza, la visione della protagonista che anela verso un futuro migliore, che secondo me è sinonimo di "non pioverà per sempre".

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filippo.mammoli
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Re: “A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#8 » sabato 25 gennaio 2020, 15:15

Ciao Adry,
Ti dico subito he hai scritto un racconto bellissimo, intenso e molto adatto a stemperare il clima di odio e razzismo di questo periodo.
Hai reso a meraviglia i pensieri della protagonista, solo che nelle parti in corsivo, quelle delle sue visioni, lo stile un po' ampolloso a mio giudizio ha spezzato un po' troppo il ritmo, per il resto serrato fino alla fine.
Nelle altre parti la scrittura è come piace a me: lineare, efficace e molto pulita. Bello il finale con il contrappasso e l'interpretazione molto originale del tema.
Bravo

alexandra.fischer
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Re: “A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#9 » domenica 26 gennaio 2020, 8:34

Tema centrato. La giovane protagonista in Hijab dalla mente piena di ricordi del suo paese (scenari affascinanti, che rimandano ai tuareg, al deserto, ai balli e alle tradizioni tipiche di quel mondo lontano. Bellissima l’immagine della sabbia dorata che danza a spirale nel vento e il paragone cammelli-perle allineate sul velluto) comincia male la sua vicenda (vedi il bullismo a scuola da parte delle compagne: il loro tentativo di farla rinunciare alle sue tradizioni: il velo, l’astinenza dalla carne di maiale). Piove davvero. Ma non per sempre (la cattiva Erica rischia di soffocare ed è l’araba brutta bastarda a salvarla dal soffocamento con la manovra imparata dalla madre, dottore in anestesia e rianimazione). Questa vita salvata, fermerà la pioggia di certo (ossia le farà guadagnare l’amicizia delle compagne). Resta la malinconia dei genitori (da come li descrivi, rimasti lontani, nel deserto, seduti su un tappeto l’uno accanto all’altra, li immagino defunti. Di certo, la madre medico sarebbe stata orgogliosa di lei). Finale agrodolce. La protagonista, pur con i ricordi nel cuore, cammina a schiena dritta verso il futuro e con tanto di Hijab (simbolo di un’identità da difendere).

Attento:
Erika non riesci a mandare giù il boccone (Erika, non riesci a mandare giù il boccone?)

Daniel Travis
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Re: “A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#10 » lunedì 27 gennaio 2020, 14:36

Apprezzo lo spunto, ma non resto del tutto soddisfatto dall'esecuzione: la storia è già estremamente scolastica, l'alternanza passato-presente così lineare e la chiosa a commento del testo rischiano di rendere il tutto stucchevole, di essere un "cappello su un cappello".
Sembra più una storia che chi tra i miei studenti ha un passato simile deride perché poco relatable, anziché un'espressione paradigmatica e/o ottimista di un'esperienza possibile.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Eugene Fitzherbert
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Re: “A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#11 » martedì 28 gennaio 2020, 10:36

Ciao, Adry,
uhmmm, la storia non mi ha colpito tanto quanto doveva. Non credo alla visione magica del passato della ragazza, non ci sono veramente riuscito, considerando che spesso queste persone devono attraversare l'inferno per arrivare qui e sperare in un mondo migliore, che neanche trovano.
Avrei preferito che i ricordi della guerra e le ferite della ragazzina affiorassero per non farla diventare come i suoi aguzzini. Magari questo sarebbe stato meno favoleggiante, lo ammetto, ma mi sarebbe arrivato più diretto e sarebbe stato più credibile.

Sulla scrittura niente da dire e niente da eccepire, a parte qualche refuso, ma su minuticontati ce ne fottiamo dei refusi, ché il tempo è sempre tiranno!

Himenoshirotsuki
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Re: “A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#12 » giovedì 30 gennaio 2020, 0:37

Ciao, Adry!
davverro un bellissimo racconto. Il tema è stato centrato. Mi è piaciuta l'alternanza passato-presente, soprattutto il passato che, secondo me, è scritto in maniera davvero poetica ed evocativa. La mia preferita è quella nel paragrafo finale, con la descrizione del padre e la madre seduti sul tappeto. Me la sono proprio immaginata.
Il bullismo che subisce questa ragazza, poi, mi ha fatto fremere le mani, forse perché l'ho trovata molto verosimile. Mi è piaciuto anche che gli aguzzini della protagonista non fossero dei ragazzi, ma delle ragazze. Un piccolo dettaglio, che però ha aggiunto un tocco di originalità al racconto.

andyvox
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Re: “A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#13 » giovedì 30 gennaio 2020, 9:52

Ciao Adry,

tema centrato per un racconto che tratta anche argomenti molto interessanti e di attualità. Secondo me, le due parti del lavoro (la realtà di oggi e il ricordo della vita passata) sono troppo slegate, capisco che nel poco tempo a disposizione non sia facile riuscire a mettere insieme tante cose, ma in questo modo il racconto corre via un po' troppo piatto, senza riuscire a costruire la giusta tensione narrativa.
Andrea Pozzali

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antico
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Re: “A schiena dritta contro il vento”

Messaggio#14 » sabato 1 febbraio 2020, 18:11

Molto bello l'intento del racconto che, però, mi sembra un po' stretto, nel senso che i passaggi tra la realtà e l'immaginato (o passato che sia) mi sono apparsi anche troppo forzati, il tutto accentuato da un finale ampiamente anticipato nella mente del lettore (perlomeno, a me sì) che toglie pathos a tutta la seconda parte, stretta com'è in una linea dritta dritta fino all'epilogo. Non fraintendermi, il racconto mi è comunque piaciuto e la mia valutazione è da pollice tendente all'alto. Mi premeva soprattutto evidenziare il perché di una valutazione non superiore.

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