La linea

Appuntamento per lunedì 20 gennaio dalle 21.00 all'una con il tema di Stefano Pastor, il Campione della Sesta Era di Minuti Contati! Appuntamento fisso di ogni Era, l'edizione CHAMPION verrà d'ora in avanti programmata sempre nel mese di gennaio.
Gabriele Cavallini
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La linea

Messaggio#1 » lunedì 20 gennaio 2020, 22:51

Andiamo a prendere l'acqua la mattina. Siamo io e la mamma, ma da quando sono diventato grande mi manda anche da solo.
"Va'" mi dice, lanciandomi il secchio. La strada è secca, si arrampica come un serpente intorno alla collina. Fa sempre caldo e la salita è faticosa. Ma ne vale la pena. Sulla cima possiamo vedere la linea. La strada scende dritta sull'altro versante e la terra si fa sempre più scura. In fondo, vicino alla linea, la terra è un perenne pantano. I guardiani ci fissano: sono alti, più alti di chiunque. E sono di argilla e a quanto pare non mangiano mai. "Solo quelli che fanno troppe domande" mi dice il padre, quando gli chiedo come facciano a sopravvivere. Camminare vicino la linea è difficile. Io sono piccolo e la melma mi arriva sotto le ginocchia. Tengo il secchio sulla testa per non rischiare di sporcarlo. Quando arrivo sulla linea cerco lei. Ha i capelli corti e gli occhi neri, la pelle più chiara della mia, e nei mesi che passa oltre la linea ha sempre freddo. Si chiama Tara e ci amiamo. Sono l'unico a cui riempie il secchio con l'acqua. Nessun'altro, solo io, siamo stati chiari. E io lo riempio solo a lei quando è il mio turno. Sono duri i mesi sotto la pioggia. Le persone si rattrappiscono, richiudendosi in se stessi. Sembrano sempre sgualciti e grinzosi come i vestiti che indossano.
A tavola, se il padre è stanco abbassa la testa vicino al piatto. Quando è triste nasconde gli occhi e comincia a raccontare. "La guerra" sussurra. "Gli dei non smetteranno mai di piangere per la nostra guerra. Due tribù di fratelli che si uccidono fra loro. Come abbiamo potuto?". La mamma fa finta di non sentirlo. Io lo incalzo, "Padre, mi racconti della maledizione". Lui scuote il capo, si toglie polvere invisibile dalle spalle. "Sei mesi sotto la pioggia e sei mesi sotto il sole. Per farci provare il loro dolore". Ho sentito questa storia almeno cento volte, e ogni volta continuo a chiedere "E le due tribù?".
"Mai. Non potremo mescolarci mai".
Questo è il peso che siamo costretti a portare. Il sesto mese di ogni anno, a mezzogiorno in punto, avviene la marcia. La tribù sotto la pioggia passa oltre la linea e si scalda ai raggi del sole. Sono cupi, bagnati, e nei sei mesi di pioggia sono diminuiti, decimati dalle febbri. La tribù sotto il sole all'inizio è felice di questo scambio. La loro pelle è schiantata dal sole, i piedi abbrustoliti dalla terra incandescente. Ma sono consapevoli del dolore che proveranno di lì a qualche settimana. Anche la tribù della pioggia ringrazia gli dei per il sole, consapevoli però che fra pochi giorni soffriranno la sete e avranno gli occhi ustionati dalla luce. Io e Tara ci incontriamo nel pantano. E' successo altre cinque volte. Cinque cicli di pioggia e cinque cicli di sole. Ci tocchiamo: lei è fredda, stavolta. Fra sei mesi sarà calda come la roccia, e sarò io quello infreddolito. Allunghiamo quei pochi attimi lungo la linea più che possiamo, immersi nel fango. Vorrei che i nostri corpi, un giorno, potessero toccarsi come due prolungamenti naturali. Senza sentire quel freddo e quel caldo che separa le nostre anime. "Tara, non potrà piovere per sempre" le ripeto ogni anno io. "Hai ragione" mi sussurra. Poi ci allontaniamo, andando incontro ai nostri destini. E aspettiamo.



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antico
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Re: La linea

Messaggio#2 » lunedì 20 gennaio 2020, 23:00

Ciao Gabriele! Caratteri e tempo ok, buona Pastor Champion Edition anche a te!

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maurizio.ferrero
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Re: La linea

Messaggio#3 » giovedì 23 gennaio 2020, 9:04

Ciao Gabriele,

Metti in tavola una leggenda evocativa che gioca sullo stereotipo degli amanti separati in maniera molto originale. Il ritmo è ben piazzato, fa capire cosa stia accadendo man mano, e non è facile quando si racconta di "storie antiche". Si rischia sempre l'effetto di "tanto tempo fa... Wall of text". Non è il tuo caso. Bravo.
Non mi è molto chiara solo una questione di tempistiche:
Durante la cena, il figlio si fa raccontare dal padre della maledizione, come se questa fosse stata lanciata molto tempo prima.
Poco dopo, si parla di "cinque cicli" (e quindi anni). Il figlio da quanto mi è parso di capire dovrebbe essere almeno un adolescente, quindi al tempo della guerra e della maledizione doveva già essere abbastanza grande da capire.
Insomma, non mi è chiaro da quanto questa situazione duri. Da un lato sembra "molto tempo", dall'altro solo 5 anni.
In ogni caso, un buon lavoro.

Gabriele Cavallini
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Re: La linea

Messaggio#4 » giovedì 23 gennaio 2020, 9:59

Ciao Maurizio,
hai ragione, forse non sono stato molto chiaro. Volevo dire che il protagonista e Tara si sono incontrati solo cinque anni prima (cinque cicli). Il periodo precedente è infatti "Io e Tara ci incontriamo nel pantano. È successo altre cinque volte". Spero di aver chiarito i tuoi dubbi!

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Laura Cazzari
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Re: La linea

Messaggio#5 » giovedì 23 gennaio 2020, 17:26

Ciao Gabriele, devo dire che ho trovato la tua idea davvero originale. Il tema c’è, anche se la frase è inserita un po’ debolmente. Alcune frasi che hai usato non mi hanno convinto. Per esempio, all’inizio dici “I guardiani ci fissano” messa così sembra che in quel momento ci sia un’altra persona con il nostro protagonista. Con questa frase cosa intendi “Vorrei che i nostri corpi, un giorno, potessero toccarsi come due prolungamenti naturali” solo che adesso quando si toccano hanno due temperature diverse? Inoltre, se loro si possono toccare vuol dire che non c’è una vera e propria barriera a separarli, quindi chi li costringe materialmente al supplizio? I guardiani non sembrano poter fare niente…
Laura Cazzari

Gabriele Cavallini
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Re: La linea

Messaggio#6 » giovedì 23 gennaio 2020, 17:50

Ciao Laura,
cerco di chiarire i tuoi dubbi. Non c'è una vera e propria separazione, tant'è che si chiama la linea il luogo di incontro fra i due climi, non la barriera. I guardiani, in realtà, anche se non lo dico, possono in effetti agire e costringerli a rimanere separati. È parte della maledizione. Non mi sono sentito di precisarlo perché mi sembrava scontato. Anche perché sennò la separazione perderebbe di senso.
Il padre in una frase lo dice dopo la domanda del figlio "E le due tribù?"
"Mai. Non potremo mescolarci mai".

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Gennibo
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Re: La linea

Messaggio#7 » venerdì 24 gennaio 2020, 14:14

Ciao Gabriele, l’idea del tuo racconto mi piace, ma, probabilmente per mio limite, ho faticato a capire il senso di alcune cose.
Ad esempio: Perché all’inizio fai quella distinzione tra l’andare con la mamma, ma poi sei grande e vai da solo, però da quello che capisco poi non vai da solo, “ sulla cima possiamo vedere” e compare “il padre”.
Non ho capito il ruolo dei Guardiani, delle apparentemente innocue statue di argilla.
E neppure la frase: “Solo quelli che fanno troppe domande”, a cosa è riferito? Io lo leggo come: il figlio chiede: “Come fanno a sopravvivere?” risposta “Solo quelli che fanno troppe domande”.
Mi aspetto che la linea sia un punto di demarcazione che corre sulla cima della collina dividendo la zona un lato da un altro. Ad esempio, il lato nord da quello a sud. Ma poi dici: la strada scende dritta sull’altro versante. Quindi la linea è quella che scende giù verso l’altra valle… o no?
Anche il perché della maledizione non mi è chiaro. Ok cheuna tribù deve capire come stanno gli altri, ma sembra un supplizio infernale questa cosa dello scambio senza andare da nessuna parte.
O forse il senso è che quando finalmente questi umani cocciuti riusciranno a capire che devono andare d'accordo e stare insieme, la maledizione svanirà… L'amore tra i due ragazzi potrebbe essere la speranza che questo succedera?
L'idea c'è, e secondo me è buona, si dovrebbe sistemare un po' e poi sarebbe molto valido.

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giulio.palmieri
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Re: La linea

Messaggio#8 » venerdì 24 gennaio 2020, 19:48

Ciao Gabriele, piacere di leggerti. Non credo di aver molto da aggiungere ai commenti già presenti: l’idea c’è ed è valida, però molti dettagli sfuggono e andrebbero delineati. Poi secondo me dovresti dare una direzione più decisa al racconto: o è un fantasy (con tutta una serie di dettagli che delineano un mondo altro rispetto alla realtà) oppure è un racconto fantastico (in tal caso devi decidere quale elemento o personaggio deve capitalizzare l’attenzione del lettore). Buona scrittura

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filippo.mammoli
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Re: La linea

Messaggio#9 » sabato 25 gennaio 2020, 15:34

Ciao Gabriele,
l'idea della linea secondo me è molto buona e il racconto è interessante. La scrittura è ottima, secondo i miei canoni e gusti.
Il tema è presente in modo centrale ed evidente.
Resta forse qualcosa di sfuocato e non approfondito che lascia un po' perplessi sull'ambientazione esuo significato di tutta la storia. Comunque un bel racconto.

Daniel Travis
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Re: La linea

Messaggio#10 » lunedì 27 gennaio 2020, 21:03

Amo il setting, mi piace molto lo spaccato di una vita sospesa da forze innaturali (per quanto le origini della maledizione siano, in fondo, antropiche). Mi sarebbe piaciuto intravedere qualcosa in più riguardo i guardiani, ma questo testimonia quanto siano avvincenti, non una qualche mancanza del testo.
Resta qui e là non troppo efficace la forma ("toccarsi come due prolungamenti naturali"), ma non si tratta di niente di impossibile da risolvere.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

alexandra.fischer
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Re: La linea

Messaggio#11 » martedì 28 gennaio 2020, 9:12

Il racconto ha il sapore di una fiaba degli Indiani d’America. E mi piace questo bambino innamorato della coetanea Tara della tribù rivale, divisa da una faida eterna con tanto di maledizione divina contro la vendicatività umana (periodi di pioggia si alternano a periodi di siccità: questo vale per le due tribù a turno, ogni sei mesi. Basta varcare la misteriosa linea vigilata da Custodi di Argilla che sembrano vivere d’aria). Bella la scena del fidanzamento fra Tara e il Nostro simboleggiato dallo scambio reciproco di secchi d’acqua: lo fanno solo fra loro (molto poetico, mi ha fatta pensare alla scena della preparazione della sauna nel Kalevala, il poema epico finlandese). Insomma, storia originale, con finale speranzoso e tema centrato, ma che richiede gli aggiustamenti segnalati qui sotto (non per pignoleria mia, ma penso alla tua storia, magari ampliata, sotto gli occhi di qualche editor).
Attento:
“Va” (“Va’”)
Il padre (di chi? Il suo? Oppure è un’autorità religiosa del posto? Nel qual caso: il Padre)
Le persone si rattrappiscono chiudendosi in se stessi (Le persone si rattrappiscono chiudendosi in loro stesse)
Sembrano sempre sgualciti e grinzosi (sembrano sempre sgualcite e grinzose) e comunque, quel sgualcite mi piace poco: scriverei logorate.

Anche la tribù della pioggia ringrazia gli dei per il sole, consapevoli però che fra pochi giorni soffriranno la sete e avranno gli occhi ustionati dalla luce (Anche la tribù della pioggia ringrazia gli dei per il sole, consapevole però che fra pochi giorni soffrirà la sete e avrà gli occhi ustionati dalla luce).

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Eugene Fitzherbert
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Re: La linea

Messaggio#12 » martedì 28 gennaio 2020, 11:00

Ciao, Gabriele,
hai scritto Un buon fantasy fiabesco, con forti connotati ecologici e un messaggio di pace e amore che non fa mai male.
Ovviamente una storia di questa natura soffre dei pochi caratteri a disposizione e spesso alcuni particolari accennati restano sospesi nel vuoto. So perfettamente che I guardiani, grandi coprotagonisti, servono a far da contorno per dare un'aria mistica in più, ma si prendono gran parte della scena per come li hai introdotti e descritti, tanto che mi aspettavo che avessero un ruolo nel finale: se sono di argilla, si possono sciogliere sotto le piogge e quando questo avverrà un cataclisma si abbatterà su tutt'e due le popolazioni. Insomma, ho viaggiato in ogni direzione, come mi càpita fin troppo spesso.
Dal punto di vista tecnico, ci sono delle piccole imprecisioni, ma niente di che. Non mi piace che la mamma la fai chiamare MAMMA, mentre il papà diventa IL PADRE. Magari lasciare lo stesso aspetto colloquiale per tutti e due i genitori avrebbe reso la cosa più comprensibile e avrebbe mantenuto integro il punto di vista del protagonista.

andyvox
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Re: La linea

Messaggio#13 » giovedì 30 gennaio 2020, 10:08

Ciao Gabriele,

l'idea è buona, ma secondo me poteva essere sviluppata con maggiore attenzione. Posso condividere la scelta di non spiegare proprio tutto (ad esempio i contorni esatti della maledizione, ecc.), ma se sottolinei alcuni elementi, quelli dovrebbero avere una loro funzione ben precisa. Ad esempio, concordo in pieno con Eugene che non ha molto senso che il protagonista chiami i genitori in modo diverso, a meno che l'utilizzo de "il padre" non abbia una connotazione psicologica specifica, che però nel racconto non emerge. Stessa cosa per i guardiani: entrano all'inizio e l'attenzione si punta su di loro, ma poi spariscono e non si capisce bene chi siano e che ruolo abbiano.
Andrea Pozzali

Himenoshirotsuki
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Re: La linea

Messaggio#14 » giovedì 30 gennaio 2020, 18:42

Ciao, Gabriele,
ma che bello questo fantasy fiabesco. Davvero, da amante del genere, l'ho apprezzato davvero tanto. Personalmente, non credo che i pochi caratteri a disposizione ti abbiano penalizzato più di tanto, anzi, vedo bene questo racconto come l'incipit di un libro, magari la leggenda che darà il là a una storia più ampia. I dettagli non spiegati mi mettono addosso una grande curiosità: chi sono i guardiani, chi è il padre e, soprattutto, come mai il protagonista e Tara si conoscono? Certo, dici che si sono visti cinque anni prima, ma cosa ha attirato i loro sguardi? Perché proprio loro? Spero che il prompt della prossima prova ti permetta di sviluppare magari un seguito di questo racconto. Lo leggerei molto volentieri, sappilo

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antico
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Re: La linea

Messaggio#15 » sabato 1 febbraio 2020, 18:49

L'idea è molto bella e la resa, nel suo insieme, anche. Restano parecchie imprecisioni al suo interno. Mamma, padre è già stata rilevata da molti, ma vabbeh, potrebbe anche starci. A livello logico mi chiedo il perché di questo sottolineare l'esclusività dell'acqua tra Tara e il protagonista, quasi che siano loro due i due unici deputati al trasporto dell'acqua, cosa che va a cozzare con la loro giovane età e con il fatto che la maledizione è presente da ben prima della loro nascita. Infine, un appunto: perché li fai spostare da una zona all'altra e non fai, invece, molto più semplicisticamente, spostare le nubi (del resto sono state inviate da degli Dei, che problemi avrebbero?). Pollice tendente al positivo, ma da rivedere nella sua struttura interna (idea da pollice su).

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