Il gigante

Appuntamento per lunedì 20 gennaio dalle 21.00 all'una con il tema di Stefano Pastor, il Campione della Sesta Era di Minuti Contati! Appuntamento fisso di ogni Era, l'edizione CHAMPION verrà d'ora in avanti programmata sempre nel mese di gennaio.
Daniel Travis
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Il gigante

Messaggio#1 » martedì 21 gennaio 2020, 0:01

È fumo.
Fumo nero, dai lineamenti aggraziati alle caviglie sottili, dalle lunghe dita alle labbra piene. Fumo così denso che puoi stringerlo, impossibile da trovare in natura, e tanto ricco di toni e sfumature. In fondo ai suoi occhi, quando è abbastanza piccolo da poterli fissare con facilità, scorgo braci ardenti, e anche in fondo alla gola, quando apre la bocca. Posso baciarlo senza scottarmi, ma una luce si affaccia dal basso.
Fa male sapere che ciò che ha dentro potrebbe bruciarmi. È assurdo: se il mio amante fosse in carne ed ossa, non potrei comunque esplorarne gli organi, affondare nei suoi occhi… Eppure, mi uccide pensare che tanto, di lui, mi sia inaccessibile.
Mi aggrappo alle sue spalle, avvolta da volute del suo fumo. Lui mi affonda dentro.

Batteva i confini, interessato, per indagare la mia comunità. Eravamo, dopotutto, nuovi arrivati nel territorio dei suoi, da conoscere, comprendere – scacciare, se necessario.
Pensò di avermi incontrata per caso; non era così. Dal nostro minuto insediamento, avevamo scorto le teste dei giganti di fumo in lontananza.
Non avevamo la forza di spostarci di nuovo, né le armi per gettarci in battaglia. Eravamo esausti, e bisognosi di una casa.
Così, io percorrevo il limitare della comunità come grazioso, arrendevole esempio di umanità, per mostrarci pacifici, e indifesi. La nostra debolezza era ormai la nostra unica arma.
Mio padre piangeva, quando partivo. Io no: aspettavo di non essere vista per farlo.

Mi inarco sul suo corpo. È una reazione spontanea alle sue spinte, alla sua stretta sui miei fianchi, in parte. In parte, sono io a prolungare il movimento.

Non parlammo subito, io e il gigante. Trovammo a fatica gesti, e segni tracciati nel terreno, per trasmettere l’indispensabile. Foresta poteva significare “Sono di oltre la foresta,” o “Amo la foresta”: solo in un secondo momento scoprii che l’ifrit danzava tra i due significati.
Imparai ad apprezzare la sua ambivalenza, la sua curiosità maniacale; la gentilezza con cui esplorava le mie regole e sensibilità.
Il suo linguaggio mi avvolse, parola su parola, forma su forma. Era fatto di crepitii e sussurri, di attese e scoppi, e di gesti inumani.
Piansi sempre più spesso, ma nel ritorno verso casa: schiacciavo le fiamme sul fondo del mio petto, negavo la felice tensione del mio stomaco.

Venne la prima pioggia.
Il villaggio era entusiasta; io, piena d’ansia. Come reagiva il mio impossibile amico all’acqua? Soffriva?
Raggiunsi i confini del suo territorio sotto la tempesta. L’acqua mi faceva rabbrividire; il terrore mi gelava dentro. Del mio gigante, non c’era traccia.
Fu lui a trovarmi, e a scaldarmi in un abbraccio.
Era alto poco più di tre metri, a quel punto, ed evaporava ancora. Io avevo i piedi gelati, il petto che bruciava, e non ero mai stata così confusa.
Lo baciai. Affondammo nella terra bagnata.

Ora, si tende; perde e recupera consistenza. I suoi occhi sono soli sotterranei. Ruggisce. Si stringe a me, come alla vita.
Rispondo all’abbraccio, gli carezzo la nuca.
Non potremo restare a lungo: tra poco, il sole squarcerà le nubi, e il mio ifrit tornerà un gigante di fumo, libero, avvolto intorno al suo cuore di fiamme.
Lascio scorrere le lacrime: non possono intaccare questo momento. Anzi, è proprio la sua finitezza a renderlo prezioso.
In fondo, non può piovere per sempre.
Ultima modifica di Daniel Travis il martedì 21 gennaio 2020, 0:18, modificato 3 volte in totale.


Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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antico
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Re: Il gigante

Messaggio#2 » martedì 21 gennaio 2020, 0:06

Ciao Riccardo! Tutto ok anche per te con caratteri e tempo, divertiti in questa Pastor Champion Edition!

alexandra.fischer
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Re: Il gigante

Messaggio#3 » martedì 21 gennaio 2020, 15:49

IL GIGANTE di Riccardo Rossi Storia d’amore delicata, di sapore orientaleggiante (“Mille e una Notte”) fra una lei umana e un lui che è un ifrit (demone fatto di fumo e gigantesco, alto tre metri). L’originalità di questa storia è in due dettagli: la personificazione del fumo visto come un amante seducente, eppure ineffabile e anche la resa dell’ifrit come un’entità di natura benevola (lui e i suoi soccorrono la comunità umana giunta nella loro dimora per trovare sollievo dalla siccità, presumo, e da altri disagi, mentre nella tradizione araba di solito sono malvagi). Straziante il finalino con la pioggia che separa i due amanti, ma dolcemente malinconico il finalino: c’è sempre una speranza. Ecco il senso di: non può piovere per sempre. Tema centrato.

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nedox
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Re: Il gigante

Messaggio#4 » martedì 21 gennaio 2020, 16:25

Ciao Daniel,
personalmente sono uno che non ama leggere storie di amore quindi non ti nego che ho fatto un po’ di fatica ad arrivare in fondo. Non è per la struttura in sé, anzi, le parole scorrono bene, però ritengo che ci siano troppe descrizioni che a tratti rendono il racconto zoppicante. Una storia che nonostante tutto ha il suo fascino in quanto creativa e a tratti “strana”, ma in senso buono.

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romina.braggion
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Re: Il gigante

Messaggio#5 » mercoledì 22 gennaio 2020, 18:29

Ciao Riccardo, ho apprezzato moltissimo il tuo racconto. Come ho scritto per Maurizio, scoprire qualcosa di nuovo in un romanzo o racconto è per me impagabile.
Questo tuo è molto poetico e fluido. Lo trovo piacevole da leggere e l'idea di fare sbocciare l'amore tra due esseri completamente diversi è sì antica, vedi dei greci e romani con gli umani, ma sempre attuale, anzi oggi direi anche foriera di messaggi necessari alla solidarietà e misericordia.
Per me è un racconto notevole, ben scritto e ben sviluppato in ogni aspetto. Il tema è toccato in maniera inconsueta. Solo mi domando perché l'umana piange sempre. ;D
Buona continuazione e in bocca al lupo.
Romina

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Polly Russell
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Re: Il gigante

Messaggio#6 » giovedì 23 gennaio 2020, 12:40

Il gigante di Daniel Trevis
Ma Wow!! Ok, lo so, sono poco professionale ma “wow” è proprio quello che mi è venuto in mente leggendo il tuo pezzo.
Non ultima, per la riuscita scelta di stravolgere il senso che io (e il Corvo) avevamo dato alla frase. Qui la pioggia è prima temuta, poi anelata e il modo di dire diventa l’amara considerazione di doversi godere il momento prima che svanisca.
L’idea di un gigante di fumo è ottima e ottimamente realizzata, e se mai deciderai di ampliare la storia, voglio sapere tutto di questo John Smith al femminile e della sua Pochaontas di brace.
A livello tecnico poco da dire, è ben gestito, chiaro. Non si fa nessuna fatica a calarsi in un ambiente del tutto sconosciuto.
Un refuso all’inizio, parti con un “puoi vedere” (vado a memoria) descrivendo il gigante e continui con “posso” “tocco”.
Complimenti.
Polly

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Il gigante

Messaggio#7 » giovedì 23 gennaio 2020, 20:00

Ciao Daniel.
Racconto molto ben riuscito. Pur essendo una trama molto lineare, non risulti noioso, ma punti tutto sulla prosa poetica e sulle sensazioni emotive. Direi che sei riuscito nell'intento. Hai ben reso questo rapporto amoroso tormentato a causa della natura stessa dell'amante. L'arrivo del bel tempo, in questo caso, ha una connotazione di speranza a tutto tondo, perché legato alla vita dell'Ifrit.
Una cosa che non ho ben compreso è se l'essere muore in ogni caso, a causa della pioggia, o se il suo cessare possa permettergli di sopravvivere. Perché nel primo caso mi chiederei come possano vivere, procreare e non estinguersi delle creature che ad ogni pioggia finiscono per morire. O le pioggie sono rare o, appunto, ne soffrono ma non muoiono. Puoi darmi una delucidazione a riguardo? Non l'ho trovato molto chiaro. A rileggerci!

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Andrea Lauro
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Re: Il gigante

Messaggio#8 » domenica 26 gennaio 2020, 22:39

Ciao Riccardo, che piacere leggerti, una bella prova.
Mi piacciono i flashback, che tratteggiano a colpi di pennello l’arrivo di un’umanità sconfitta nel territorio confinante con gli ifrit. Vedo poi la curiosità della protagonista come la vera speranza di evoluzione e riscatto degli umani.
E nelle ultime righe, quel “Anzi, è proprio la sua finitezza a renderlo prezioso.”, una chicca. Bravo.
a presto,
andrea

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Wladimiro Borchi
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Re: Il gigante

Messaggio#9 » lunedì 27 gennaio 2020, 10:00

Ciao Riccardo,
complimenti davvero per lo stile e per la scelta di intervallare al momento di amore tra l'Ifrit e la fanciulla, alcuni flashback che hanno condotto al culmine che ci fai vivere.
La pioggia, se non ho capito male, è quel che rende palpabile il gigante di fumo. In questo senso il "non può piovere per sempre" diviene, anziché una speranza, come nell'accezione che gli avevo dato, come un rammarico: la fine della pioggia, ahimè, distruggerà l'idillio.
Prova buonissima e lettura del tema assai originale.
Complimenti ancora.
W
IMBUTO!!!

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daniele.mammana-torrisi
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Re: Il gigante

Messaggio#10 » lunedì 27 gennaio 2020, 21:54

Ciao, Riccardo!

Il Gigante ha questo gusto d'indefinito che gli aleggia attorno, in tono con tutte le volte che l'immagine del fumo torna e ritorna nella storia. La ragazza non ha un nome -non gliene serve uno- così come il luogo in cui lei e la sua gente si sono mossi, che per questo ha un carattere di unicità: è un posto, potrebbe essere qualsiasi posto, da qualche parte.
Forse in oriente, forse in occidente.
Non è importante ai fini della storia e questo l'ho apprezzato. L'attenzione è su come la relazione tra lei e lo spirito di fuoco si formi e qui, almeno per me, sta la perla della storia: l'Ifrit non parla.
Farlo dialogare con gli umani nella loro lingua sarebbe stato facile e, per la necessità dei caratteri, la strada per farsi capire è riassunta, ma apprezzo che ci sia. Che i significati siano sfuggenti, ora vaghi e ora così generali da coprire tante cose, che i suoni siano pure scoppi e sbuffi... questo mi è piaciuto.
Comunicare non è semplice come si crede e che i due siano riusciti a costruire un ponte tra universi diversi, anche se non strettamente incompatibili, è una bella conclusione alla storia.
In un certo senso, è una versione mitologica di Arrival!

Daniel Travis
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Re: Il gigante

Messaggio#11 » lunedì 27 gennaio 2020, 22:21

Ringrazio tutti per i commenti e gli apprezzatissimi complimenti: avete reso ancora migliore una bella settimana, e non è cosa da poco.

Un refuso all’inizio, parti con un “puoi vedere” (vado a memoria) descrivendo il gigante e continui con “posso” “tocco”.
Beccato. Ho eliminato il tu generico in favore di un più personale io, in quel paragrafo, e mi è sfuggito un pezzo. Grazie per la segnalazione, sistemo in revisione.

Una cosa che non ho ben compreso è se l'essere muore in ogni caso, a causa della pioggia, o se il suo cessare possa permettergli di sopravvivere. Perché nel primo caso mi chiederei come possano vivere, procreare e non estinguersi delle creature che ad ogni pioggia finiscono per morire. O le pioggie sono rare o, appunto, ne soffrono ma non muoiono. Puoi darmi una delucidazione a riguardo? Non l'ho trovato molto chiaro.

Certo. Cerco di non aggiungere nulla al testo, se possibile, per non usare "contenuti extra" per tirare l'acqua al mio mulino: la prima pioggia è raccontata al passato.
Venne la prima pioggia.
[...] Come reagiva il mio impossibile amico all’acqua? Soffriva?
[...] L’acqua mi faceva rabbrividire; il terrore mi gelava dentro. Del mio gigante, non c’era traccia.
Fu lui a trovarmi, e a scaldarmi in un abbraccio.
Era alto poco più di tre metri, a quel punto, ed evaporava ancora. Io avevo i piedi gelati, il petto che bruciava, e non ero mai stata così confusa.
Lo baciai. Affondammo nella terra bagnata.

La protagonista trova il gigante terrorizzata da come la pioggia potrebbe danneggiarlo, e lo ritrova in evaporazione, sempre più piccolo, e - ora- capace di abbracciarla.
Può restare il dubbio: evaporerà fino alla morte, o c'è ritorno per lui?
Sempre il testo risponde con la narrazione del momento presente:
Mi aggrappo alle sue spalle, avvolta da volute del suo fumo. Lui mi affonda dentro.
[...] Mi inarco sul suo corpo. È una reazione spontanea alle sue spinte, alla sua stretta sui miei fianchi, in parte. In parte, sono io a prolungare il movimento.
[...] Ora, si tende; perde e recupera consistenza. I suoi occhi sono soli sotterranei. Ruggisce. Si stringe a me, come alla vita.
Rispondo all’abbraccio, gli carezzo la nuca.

Se il rapporto di adesso fosse ancora quello del primo incontro, il passato remoto non avrebbe senso.
La risposta alla domanda "Ma che succede quando finisce la pioggia?" viene data dalla frase seguente:
Non potremo restare a lungo: tra poco, il sole squarcerà le nubi, e il mio ifrit tornerà un gigante di fumo, libero, avvolto intorno al suo cuore di fiamme.

Resta un possibile alone di dubbio che, d'altronde, ben si sposa con la natura del gigante.
Grazie mille per complimenti e commenti.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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antico
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Re: Il gigante

Messaggio#12 » domenica 2 febbraio 2020, 20:26

Due diverse entità che s'incontrano e imparano a conoscersi. Molto bello, ma non mi torna il rapporto tra l'incipit e l'epilogo. A livello logico, nell'incipit dovrebbe essere lui tornato fumo dopo la pioggia e quindi l'epilogo dovrebbe precederlo. Diversamente, faticherei a figurarmelo anche solo per come è raccontato. Scoperta, conoscenza, contatto, amore, questa la sequenza che mi sembra tu segua e l'amore è quello mostrato in avvio. Insomma, se così non è, mi sono incasinato. In ogni caso, lo vedo come un problemino di un racconto prezioso. Pollice quasi su per me.

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