L'uomo col cappello

Appuntamento per lunedì 20 gennaio dalle 21.00 all'una con il tema di Stefano Pastor, il Campione della Sesta Era di Minuti Contati! Appuntamento fisso di ogni Era, l'edizione CHAMPION verrà d'ora in avanti programmata sempre nel mese di gennaio.
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giulio.palmieri
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L'uomo col cappello

Messaggio#1 » martedì 21 gennaio 2020, 0:56

L’UOMO CON L’OMBRELLO

Il signor Kolde usciva sempre a mezzogiorno con l’ombrello, seguito da un cane barbone tutto cencioso a cui aveva affibbiato il nome Enki. Enki entrava prima di lui nel Caffé, e quando il signor Kolde arrivava lo accoglieva scodinzolando per poi guidarlo, miope com’era, alla cappelliera in cui posava l’ombrello, e poi al tavolo. I clienti c'erano abituati. Il signor Kolde mangiava spesso un’insalata di misticanza con un po’ d’olio, qualche oliva, e se era stagione concludeva con un piatto di fichi. Gli piacevano molto anche i borlotti alla romana, con la cipolla calda, soprattutto d’inverno, quando le giornate s’accorciavano e lui ci vedeva ancora meno attraverso quelle lenti che gli rimpicciolivano gli occhi. Se qualcuno gli chiedeva come facesse a camminare tutto il giorno dopo un pranzo così leggero, lui rispondeva: – Ci sono tante cose da vedere!
Io lo accompagnai una volta sotto la pioggia, e davvero mi sembrò di vedere coi suoi occhi: perché lui indicava il profilo di una torre a gradoni all’orizzonte o descriveva da lontano i giardini soprelevati di Babilonia, che schiavi antichi alimentavano nei giorni d’arsura con l’acqua dei pozzi. Un alto palazzo si scorgeva dall’altra parte del Tevere, grigio nella caligine, e sotto l’ombrello, gli occhi lucenti dietro i vetri degli occhiali, il signor Kolde indicava “Un portale azzurro, la porta di Ishtar! Da lì ci si inoltra nel cuore della capitale”
Parlava anche Kisikil, la ragazza che aspettava ogni giorno, d’estate e d’inverno. E quando a sera abbassavo la saracinesca del bar, pensavo anch’io a lei, a come potesse apparire una ragazza di un’epoca tanto remota. Kolde era stato archeologo, aveva viaggiato, e a un certo punto della sua vita era caduto in depressione. Qualcosa come un sonno in cui però senti i rumori, e il calore, e il freddo mi aveva detto una volta, di fronte a un piatto di patate. E un giorno s’era alzato dal letto, invecchiato, aveva indossato un completo di suo nonno, s’era recato dall’oculista e aveva adottato Enki.
– Piove da settimane – gli dissi un giorno che veniva giù di brutto e alla televisione avevano dichiarato lo stato dall’allerta. Vivevo con stracci ovunque sul pavimento e avevo spostato i fusti della birra su un tavolaccio vicino al bancone. Pochi clienti, pochi soldi. E chissà la conta dei danni.
– Vedrai che passerà – rispose lui, che ormai dormiva su un tavolo, in un angolo del locale.
– E se non smettesse più?
Una mattina mi svegliai, attraversai il locale camminando con gli stivali sul pavimento allagato. Sentii abbaiare Enki, felice, e alzai la saracinesca cercando di pensare che tutto si risolve nella vita, perché tutto passa.
– Vieni con me, Riccardo – sentii pronunciare alle mie spalle, ed era lui che prendeva il suo ombrello dalla cappelliera, e mi superava scalpicciando per uscire sulla strada – Ti porto a fare un giro.
Fuori il selciato non c’era più. Udivo un brusio di voci, guardavo case basse, una strada polverosa che s’addentrava in una città ignota. Il cielo era sgombro, senza nuvole, e da un balcone all’altro volavano uccelli variopinti, che cantavano come in un sogno.
– Dove ci troviamo? – dissi tremando.
– A Babilonia, nel cuore della mezzaluna fertile – rispose lui con un sorriso, mentre Enki ci precedeva sulla strada. – Vieni, non vuoi conoscere Kisikil?



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antico
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#2 » martedì 21 gennaio 2020, 1:00

Ciao Giulio! Tutto ok con i parametri, buona Pastor Champion Edition!

alexandra.fischer
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#3 » martedì 21 gennaio 2020, 17:26

L’UOMO COL CAPPELLO di Giulio Palmieri. Il tema è centrato in pieno. Il miope signor Kolde, con il “cane guida” barbone Enki (quindi legato alla simbologia dell'aldilà, perché il nome è legato all'epopea di Gigalmesh) si rivela una figura lungimirante, malgrado la vista debole. Come ex-archeologo specializzato in antichità assiro-babilonesi (e con tanto fanciulla amata dell’epoca Kisikil) riesce a scorgere l’epoca che tanto ammira anche attraverso la realtà di tutti i giorni (vedi la scena di pioggia, dove lui vede un palazzo terrazzato al posto dell’edificio moderno), alla fine indica al barista-interlocutore una via d’uscita dallo straripamento del Tevere. Un portale temporale che li conduce tutti e tre all’epoca tanto amata da Kolde. Il come rimane inspiegato e va bene così, perché si tratta di una storia di fantastico puro (degna del miglior Buzzati). Qualche paragrafo in più la renderebbe ancora più interessante (per mostrare al Lettore la bella Kisikil e il confronto fra due epoche così diverse). Interessante la scelta dell’epoca (quella assiro-babilonese è nota per essere nota come l’Età dello Scorpione).
Attento:
discrepanza di titoli: è l’uomo col cappello o con l’ombrello?
Cane cencioso (e come? Pulcioso, rognoso, sporco, arruffato, vorrai dire)

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Gennibo
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#4 » martedì 21 gennaio 2020, 22:52

Ciao Giulio, è un piacere leggerti. Questo è racconto magico che fa sognare, la mancanza della vista è compensata dalla fantasia e dai ricordi dell’uomo miope, invece poi si scopre che l’uomo è in grado di portare Riccardo a conoscere altri mondi, o forse (mi piace pensare) è Riccardo che impara a “vedere” con gli occhi di Kolde il suo mondo.
Un bel racconto che mi ha ricordato le storie di Borges.

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giulio.palmieri
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#5 » giovedì 23 gennaio 2020, 0:18

Grazie per i vostri commenti.

@Alexandra: be', spero ti sia piaciuto. Concordo col fatto che potrebbe essere descritta anche Kisikil, ma così com'è il racconto resta accennata quel tanto che basta per destare curiosità.
Invece, il "can barbone" è una citazione di Pinocchio, ed è una sorta di spirito guida con lo stesso nome del dio accadico (Enki) che governava le "acque profonde". Un po' l'equivalente di Ermes nella nostra cultura (sebbene Enki abbia anche aspetti lunari).
Grazie per lo spunto circa l'età dello scorpione: credo che si tratti del segno zodiacale sotto cui sorgeva il sole all'equinozio (o sotto cui tramontava) quindi parliamo di parecchie epoche fa; e mi viene in mente che, nell'epopea di Gilgamesh, i guardiani degli inferi hanno aspetto di scorpione.
Per il titolo, ho fatto confusione nel trascriverlo; nel testo esteso ho dato il titolo giusto.

@Isabella: grazie Isabella. Borges è tra i miei preferiti. Buona edition!

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romina.braggion
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#6 » sabato 25 gennaio 2020, 22:45

Ciao Giulio,
ho apprezzato moltissimo il tuo racconto: poetico, divertente, visionario, surreale, malinconico. Il signor Kolde mi ha ricordato con piacere Mr. Magoo. C'è un'apertura, uno svolgimento e un finale molto chiari e semplici ma visivamente descrivono un vasto mondo al passato e al presente e il tema è centrato perfettamente.
Complimenti per la tua prova.
Buona continuazione.
Romina Braggion

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Polly Russell
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#7 » domenica 26 gennaio 2020, 17:46

L’uomo col cappello di Giulio Palmieri
Ciao Giulio, ammetto di aver letto anche i commenti, per capire se il problema sia io. E mi sa di sì, perché nessuno ha notato niente di strano. Quindi prendi il mio commento per quello che è, il commento di una che non ha capito il racconto. Ma andiamo per ordine: la figura del vecchio archeologo è incredibilmente interessante, ben tratteggiata. Come lo è il barista che ce lo racconta. Mi piace questa amicizia improbabile nata tra un piatto di fagioli e un’insalata. Il cliente “strano” che diventa una sorta di mentore, o comunque qualcuno che ha molto da dire, per chi sa ascoltarlo. Il dubbio mi sorge nel finale. Il barista è morto? E anche il cliente?
Sente abbaiare il cane, apre e il cliente è già alle sue spalle, nel bar chiuso, lo prende e lo porta in uno dei mondi incredibili che aveva immaginato. Ok, poetico, ma come è accaduto?
Il vecchio è uno spirito guida? Il barista è impazzito? O è un racconto surreale? Perché in questo caso io ho proprio un limite, non li capisco. Quindi, apprezzo lo stile e la storia, almeno finché mi è comprensibile.
Polly

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giulio.palmieri
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#8 » domenica 26 gennaio 2020, 21:13

@Romina: grazie per il commenti e i complimenti, sempre molto graditi! E buona edition.

@Polly: grazie Polly per il commento. Premesso che il racconto ti deve arrivare (quindi se non hai capito qualcosa è più un demerito del racconto che del lettore) provo a rispondere ai tuoi dubbi:
- il barista è la voce narrante. Inizia parlando del signor Kolde in terza persona, come raccontasse la sua storia al lettore. Nel finale è sempre lui, il barista, che descrive gli effetti dell'alluvione.
- durante l'alluvione il signor Kolde dorme nel locale. Il racconto è un fantastico puro, quindi, come da letteratura, alcuni eventi "causa" possono non essere spiegati. Ti faccio un esempio classico: nella metamorfosi di Kafka il protagonista si risveglia, dopo sogni inquieti, tramutato in scarafaggio. Non viene spiegato nulla, il lettore si prende in un attimo il fatto fantastico della mutazione e parte da lì, senza se e senza ma. A mio personalissimo avviso, quella non spiegazione accresce ancora di più la meraviglia, l'orrore e l'inquietudine del fatto, su cui Gregor Samsa stesso minimizza. Come effetto estetico mi viene da dire che a volte valgono più le ombre delle figure.
- Il racconto è un fantastico puro, il finale (secondo me) ha valore come allegoria.
Spero di aver risposto, ad ogni modo terrò in conto i tuoi commenti. Buona Edition!

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Andrea Lauro
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#9 » domenica 26 gennaio 2020, 22:27

Ciao Giulio, il racconto mi è piaciuto: un’astrazione che viene lentamente a farsi reale, o forse è meglio dire il contrario, che è il reale ad astrarsi progressivamente... insomma ci siamo capiti.
Malinconica e fragile la figura di Kolde, che ci porta a vedere le cose in modo differente, a non stupirci mai. Il finale mi ha lasciato con un senso di pace e benessere, quindi grazie per la lettura!
andrea
Note:
“Parlava anche (DI) Kisikil”
“avevano dichiarato lo stato D’allerta”

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giulio.palmieri
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#10 » lunedì 27 gennaio 2020, 12:56

Ciao Andrea, grazie per il tuo commento! Penso che lasciare delle sensazioni a chi legge sia il massimo per chi si cimenti nella scrittura, tanto meglio se poi si tratta di sensazioni positive. Per gli errori grammaticali hai ragione: purtroppo sono arrivato a postare il racconto a dieci minuti dalla fine, e ho avuto giusto il tempo di accorciarlo (saltando la revisione finale). La prossima volta cercherò di regolarmi meglio con i tempi. Saluti, grazie ancora e buona edition!

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wladimiro.borchi
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#11 » martedì 28 gennaio 2020, 12:07

Racconto dal gusto retro', fin dal suo incipit.
Lo stile l'ho trovato assolutamente pertinente e mi sono limitato a godermi la storia, come se osservassi una regia di Magritte su un racconto di Kafka.
Purtroppo, i miei limiti mi hanno fatto perdere il senso del finale allegorico, che ho inteso banalmente come un risveglio nell'al di là dopo che, a causa dell'alluvione i protagonisti sono annegati in nottata.
Molto poetico anche così e ben scritto. Ahimè, non sono riuscito a empatizzare fino in fondo con la situazione.
Un buon lavoro comunque.
Wladimiro

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nedox
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#12 » mercoledì 29 gennaio 2020, 10:58

Ciao Giulio,
ho apprezzato molto il tuo racconto in quanto mi sono perso tra i dettagli della narrazione. Poco importa se non arriva al dunque, ho provato un sacco di sensazioni (in particolare fame quando racconti del pranzo del protagonista) e una travolgente curiosità di conoscere questo uomo dalla grande e travolgente personalità a cui hai saputo dare un volto con il tuo stile narrativo che trovo di grande impatto. Bel lavoro.

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daniele.mammana-torrisi
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#13 » mercoledì 29 gennaio 2020, 21:05

Ah, la malefica Babilonia! Bisogna radunare i capi dei valorosi Achei e i loro etnici cugini indoeuropei di Hattusha!

Al di là di questa battuta, Giulio, eccomi qui da te. Questa è stata una lettura particolare. Da un lato, rinvenire certi acuti riferimenti, come Enki, Kisikil e Ishtar, mi ha fatto un enorme piacere. Studio questi argomenti, quindi trovarli è stato un calore familiare.
Dall'altro, devo ammettere un po' che non ho capito come siano finiti a Babilonia. Il nubifragio intenso? Qualche potere magico di Kolde? Il protagonista si sta immaginando tutto? Non ho capito e mi dispiace, perché nel complesso si stava rivelando una bella lente nel mondo di qualcuno che, davanti alla realtà, decide di prendere la sua mente e lasciarla correre e il tema mi stava proprio piacendo.
L'evento che scatena la conclusione -sempre ammesso che esista- mi è oscuro. Un rigo in più su di esso, forse, l'avrebbero reso più facile da individuare e cogliere. Sono affogati e si è risvegliato lì? Il suo cervello sta impazzendo e i neuroni sparano a raffica quel che ha sentito da Kolde?
Non lo so, può essere, tutto può essere e questo mi lascia con la sensazione di non avere capito qualcosa, o avere saltato una parte, ma l'ho riletto tre volte.
Il tema c'è e forse è quello; la depressione era la pioggia? Se sì, non sarebbe dovuta finire per fare avverare la visione?

In ogni caso, è stata una bella lettura!

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giulio.palmieri
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#14 » mercoledì 29 gennaio 2020, 23:37

Salve Wladimiro, Ned e Daniele!

Ho letto con piacere i vostri commenti e ne terrò conto. Tuttavia, difendo il fatto fantastico di non dare una spiegazione dell’alluvione. Può essere interpretata in molti modi (d’altronde le immagini di una rappresentazione possono avere più significati). Fatto sta che rappresenta una sorta di spartiacque: dapprima il signor Kolde intravede attraverso la pioggia le forme della città di Babilonia e sa che laggiù abita Kisikil. Dopo l’alluvione, semplicemente, il mondo che esterno perde di consistenza ed egli può addentrarsi, conoscere i luoghi della sua immaginazione. Se non sbaglio era Jung che diceva: chi volge lo sguardo all’esterno s’addormenta, chi lo volge all’interno si sveglia. Io di mezzo ci ho messo un’alluvione, cosa importa il suo significato? Cheers

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Gabriele Dolzadelli
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#15 » giovedì 30 gennaio 2020, 22:33

Ciao Giulio. Piacere di leggerti per la prima volta.
Hai un ottimo stile, complimenti. Hai padroneggiato molto bene lo svolgimento, distribuendo le informazioni e dando un quadro chiaro del protagonista.
C'è qualcosa, però, che mi ha portato a non emozionarmi troppo. Faccio fatica a dirti cosa, perché credo sia molto un discorso a pelle. Probabilmente, credo, è colpa del protagonista secondario, la voce narrante. Sappiamo molto poco di lui, a parte che gestisce un bar. Gli fai guardare la pioggia e gli appiccichi addosso una metafora della vita sui problemi che, presto o tardi, si risolvono, senza però che il lettore sappia nulla delle situazioni difficili che sta davvero affrontando o di cosa si porti alle spalle. Lo capisco, perché le battute sono poche e tu le hai dedicate quasi interamente per l'archeologo, però, secondo me, con le scelte che hai fatto ne sei uscito molto penalizzato.
Il risultato è stato, per me, di trovarmi alla fine con una sensazione di "e quindi?" con un aspetto fiabesco suggestivo che però non coglie il bersaglio.
Ad ogni modo, ti ho apprezzato. Mi piacerebbe rileggerti ancora.

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giulio.palmieri
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#16 » sabato 1 febbraio 2020, 1:47

Ciao Gabriele, grazie per il tuo commento.
In effetti, con così poco spazio bisogna puntare sull'idea e meno sulle dinamiche dei personaggi. Secondo me, tutto si gioca sul fatto che la pioggia e il finale si ascrivono di più a una dimensione fantastica che non viene bene fuori dalla prima parte del racconto. Forse sarebbe stato il caso seminare diversamente all'inizio e preparare meglio il lettore all'apertura finale. Mi porto a casa cmq il tuo giudizio assieme agli altri, e di sicuro riscriverò di conseguenza. Ci rileggiamo presto, spero anch'io di avere occasione di rileggere i tuoi racconti.

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giulio.palmieri
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#17 » sabato 1 febbraio 2020, 2:03

Riporto il commento di Dario17 che non ho trovato su questo thread:

L'UOMO COL CAPPELLO
Il tono onirico e magico del racconto sarebbe pure un'idea simpatica, ma estrarlo dalla smitragliata di frasi spezzettate, dai "virgola e..." diffusi a iosa e dalle descrizioni gratuite è impresa ostica.
Si salta di palo in frasca tra una torre e un particolare in più sul signor Kolde, senza apparenti collegamenti logici.
"Qualcosa come un sonno in cui però senti i rumori, e il calore, e il freddo mi aveva detto una volta, di fronte a un piatto di patate." riassume a grandi linee il mio giudizio sull'opera.
Andrebbe fatto un lavoro di riscrittura, dando così respiro all'idea che, ripeto, così malaccio non è.
Il tema si riduce a "piove da settimane". No.
TORRE DI BABELE


Allora, premesso che se trovo un commento del genere buttato giù direttamente nel "listone finale" provo, diciamo, un po' di spaesamento (perché non mi si dà neanche la possibilità di ribattere). Non trovo elementi per ragionare; non capisco il tuo giudizio complessivo, né possibili punti d'intervento sul racconto. Mi sembra più un giudizio buttato giù d'istinto che supportato da ragionamenti.
Il tuo riassunto finale (Torre di Babele) non c'entra poi nulla come sintesi, perché la torre di Babilonia è un elemento usato solo per permettere di individuare una precisa epoca storica.
Per gli errori grammaticali, ho già scritto nei commenti precedenti di non aver avuto tempo di effettuare la revisione finale.
Ad ogni modo, se vorrai aiutarmi con argomenti logici e puntuali ti ascolto, altrimenti sarà per un'altra volta.

Dario17
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#18 » sabato 1 febbraio 2020, 15:32

giulio.palmieri ha scritto:Riporto il commento di Dario17 che non ho trovato su questo thread:

Allora, premesso che se trovo un commento del genere buttato giù direttamente nel "listone finale" provo, diciamo, un po' di spaesamento (perché non mi si dà neanche la possibilità di ribattere). Non trovo elementi per ragionare; non capisco il tuo giudizio complessivo, né possibili punti d'intervento sul racconto. Mi sembra più un giudizio buttato giù d'istinto che supportato da ragionamenti.
Il tuo riassunto finale (Torre di Babele) non c'entra poi nulla come sintesi, perché la torre di Babilonia è un elemento usato solo per permettere di individuare una precisa epoca storica.
Per gli errori grammaticali, ho già scritto nei commenti precedenti di non aver avuto tempo di effettuare la revisione finale.
Ad ogni modo, se vorrai aiutarmi con argomenti logici e puntuali ti ascolto, altrimenti sarà per un'altra volta.


Io sono un novizio nudo e crudo qua su MC ma mi pare di aver già capito, nonostante la scarsissima esperienza, che si ha sempre la possibilità di discutere del giudizio espresso insieme alla classifica finale: basta citare suddetto commento e trascinarlo nel proprio topic. Cosa che hai fatto tranquillamente nel post precedente, tra l'altro.
Venendo al tuo racconto, mi sono già espresso in maniera che più chiara non si può: l'idea è simpatica, ma andrebbe fatto un lavoro di profonda riscrittura perchè la prosa è sconnessa e tappezzate di "virgola+e" che, sebbene non vietate categoricamente, sono da evitare il più possibile.
Hai messo come fine di una frase la stessa parola con cui cominci la succesiva:
"...seguito da un cane barbone tutto cencioso a cui aveva affibbiato il nome Enki. Enki entrava prima di lui nel Caffé, e quando..." A ME suona malissimo.
Non c'è stato tempo di effettuare la revisione finale? Vale per tutti, temo. Eppure in molti racconti che ho letto da quando partecipo ai contest errori grammaticali non sono pervenuti.
TORRE DI BABELE non è assolutamente il mio riassunto finale, ma un commentino finale spiritoso e colorito che metto sempre nei miei giudizi, di sicuro non per canzonare l'autore. Prendo atto che tu non lo gradisci e, se in futuro dovessi di nuovo commentare un tuo scritto, non ne metterò alcuno a fine post.

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giulio.palmieri
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#19 » sabato 1 febbraio 2020, 21:05

Ciao Dario, ok, farò maggiore attenzione alla revisione finale (quando un giudice è fiscale ti costringe a essere preciso) e ti ringrazio per le precisazioni, in particolare le ripetizioni e il virgola+e. Almeno così ho dei riferimenti puntuali e utili per la riscrittura.
Per la sintesi finale fa’ ciò che vuoi, in fondo ci può stare.
Ad ogni modo, ti faccio solo presente che se metti un giudizio così assertivo direttamente nel “listone finale” (e non nel thread) può suonare un po’ male: io l’ho interpretato come un “questa è la classifica, questo è il giudizio” e zitto e mosca. Il che non aiuta. Alla prossima.

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antico
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Re: L'uomo col cappello

Messaggio#20 » martedì 4 febbraio 2020, 18:38

Il personaggio di Kolde è bellissimo e le potenzialità insite nell'idea sono di una potenza incredibile. Ho riflettutto sul discorso del "racconto di fantasia" e hai ragione, però il racconto è sbagliato, a mio modo di vedere, negli equilibri interni perché a fronte di una introduzione fantastica, segue una svolta e un finale eccessivamente veloce che non permette al lettore, o perlomeno a tutti i lettori, di accettare lo sbalzo senza cercare una connessione con quanto precede e questo perché poi non hai materiamente il tempo di portarlo dentro a questa visione. Pertanto il mio giudizio deve per forza assestarsi su un pollice ni che guarda verso il positivo, ma proprio solo per quella che considero una strategia errata che oltre a non portare i frutti desiderati ha anche, in un qualche modo, danneggiato la preparazione. Ovvio che ti invito a lavorarci con in mente un'altra size che sia più confacente a come lo hai pensato.

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