Paralisi

Appuntamento per lunedì 17 febbraio 2020 dalle 21.00 all'una con un tema scelto da Lorenzo Marone!
alexandra.fischer
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Paralisi

Messaggio#1 » lunedì 17 febbraio 2020, 22:05

PARALISI
Di Alexandra Fischer

Apro la porta e scendo le scale senza badarci.
Ho la borsa a tracolla e la sacca della spesa e le sento appena.
C’è il sole e i finestroni del vano delle scale sono spalancati per fare entrare aria di primavera.
Oggi è sabato e mi preparo tutta euforica ad andare a fare la spesa prima e un giro in centro poi.
Attraverso il primo incrocio tutta contenta, ma al secondo, mi blocco: la corsia è a doppio senso e io non riesco a fidarmi a muovere il primo passo.
Eppure.
Mi guardo intorno e i tigli secolari sono sempre gli stessi: le case davanti alla strada anche.
Alzo gli occhi ai balconi e noto i tappeti appoggiati alle ringhiere, sposto lo sguardo sulle finestre spalancate dalle quali giunge il rumore di aspirapolveri e panni stesi.
Mi sento sollevata, pronta ad affrontare la doppia corsia, ma ecco, un sorpasso da destra mi blocca sul ciglio.
Torno indietro, e mi impongo di farcela.
Dopotutto, ho contato le strisce e non è un’impresa impossibile percorrerle in un lampo come ho sempre fatto.
Ce ne sono otto in tutto.
Cerco sicurezza nel lungofiume dietro di me: c’è ancora tempo per la spesa, oggi i supermercati fanno tutti l’orario continuato.
E poi, ieri ho preparato in anticipo la pietanza per mio fratello: sarà contento di trovare l’insalata di patate.
Certo, mancano ancora il panfrutto, la birra, e il detersivo per i pavimenti.
Mi sgranchisco le gambe e cammino, rilassata dal rumore del fiume.
Guardo gli anatroccoli: alcuni nuotano, altri volano via, certi si riposano sui sassi che affiorano dall’acqua.
Mi sento meglio, allora mi giro per riprendere la mia impresa di attraversare la strada e guardo le panchine: sono tutte di legno non verniciato.
Allora ripenso alla macchina che ha distrutto quella più vicina alla strada.
Mio fratello, che era con me, è stato lesto a tirarmi via; c’è mancato poco.
Guardo la panchina nuova e ripeto a me stessa che non è nulla.
Ma ogni volta che provo ad attraversare la strada, pur con la visuale libera, mi blocco dopo le prime quattro strisce.
Ora ho cambiato itinerario, ho scelto una via secondaria, dietro le Poste, in una zona rimasta ferma al 1940.
Le strade sono poco frequentate e a un’unica corsia.
Riesco a fare la spesa, ma quando esco dal supermercato, la vista dell’incrocio nel quale si immettono le auto del parcheggio pubblico mi dà le vertigini.
Voglio andare avanti, come sabato scorso, come è sempre stato.
Arrivo a metà strada e vedo un autobus.
Mi torna alla mente la voce dell’autista su quello che ho preso l’estate scorsa.
Tenetevi forte.
E l’impatto contro l’auto.
Nulla di grave, era appena partito dall’incrocio e ha frenato, però…al mio migliore amico è andata peggio.
Torno indietro, e a furia di prove, giri dell’isolato, sento l’orologio suonare impietoso l’una e mezza.
Mi viene da piangere e voci di rimproveri che risalgono ai tempi della scuola mi fanno sentire inadeguata.
Allora prendo il cellulare e chiamo mio fratello: «Denis, vieni a prendermi. Sono davanti al discount di via Gerbelli.»
La sua voce è piuttosto seccata: «D’accordo, aspettami lì. Ti sei caricata troppo come al solito, eh?»
«Mi sa di sì. Ciao.»

Riappendo e mi incammino di nuovo davanti alla vetrina dell’ingresso a testa bassa e a passi incerti.
Sobbalzo all’arrivo di Denis: «Cinzia. Cos’hai? Non ti riconosco più.»
Nemmeno io.



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antico
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Re: Paralisi

Messaggio#2 » lunedì 17 febbraio 2020, 22:16

Ciao Alexandra! Sempre la prima a consegnare! Ok con caratteri e tempo, buona Lorenzo Marone Edition!

alexandra.fischer
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Re: Paralisi

Messaggio#3 » martedì 18 febbraio 2020, 8:38

Ciao Antico, grazie.

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emiliano.maramonte
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Re: Paralisi

Messaggio#4 » venerdì 21 febbraio 2020, 12:34

Ciao Alexandra! Sono contento di commentarti.
Bene: nel complesso l'idea non è male: trauma da incidente che genera una paralisi psicologica. A momenti la storia è ben narrata e coinvolge, ma fino a un certo punto.
Purtroppo verso la fine le acque si confondono e non si capisce bene la dinamica dell'incidente. Leggendo queste frasi: "Allora ripenso alla macchina che ha distrutto quella più vicina alla strada. Mio fratello, che era con me, è stato lesto a tirarmi via; c’è mancato poco." ho pensato che fosse stata ancora vittima di qualcosa di brutto in quel momento, poi la trama ha proseguito nel percorso tracciato sin dall'inizio. Questo mi ha un po' disorientato.
Tra l'altro per quanto mi sia sforzato, non ho trovato il tema.
Io avrei sviluppato l'idea deviando nel fantastico: magari la ragazza cerca di attraversare la strada ma viene bloccata da una specie di barriera invisibile, oppure conta le strisce pedonali e cambiano di numero, o ancora viene rimbalzata sempre al punto di partenza in una specie di ciclo psicologico interminabile. Non ti nascondo che la storia, per quanto lodevolmente profonda da un punto di vista emotivo, è insipida, manca davvero di un guizzo, di una scintilla.
Occhio ai refusi e alla sbozzatura finale. Prenditi almeno un'ora in più per la consegna! Mi permetto di consigliarti di non precipitarti nella consegna... non ne giova per niente il risultato finale del testo!
Esempio: "tutta euforica/tutta contenta", ripetizione indisponente.

Buona Edition!
Emiliano.

alexandra.fischer
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Re: Paralisi

Messaggio#5 » venerdì 21 febbraio 2020, 20:12

Ciao Emiliano. Scusa se la storia ti è parsa insipida specie per il flashback non ben specificato e certi refusi. Quanto all'orario di consegna, non credo sia quello il problema (mi sono dilungata verso la fine e ho tagliato all'ultimo istante, quello è stato l'errore di fondo). Grazie per il consiglio di trasformarla in una trama fantastica, lo farò per quando rimetterò mano al testo.

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Davide Di Tullio
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Re: Paralisi

Messaggio#6 » venerdì 21 febbraio 2020, 23:30

Ciao Alexandra

il racconto è tutto sommato scritto bene. l' uso della prima persona lascia subito immaginare il taglio introspettivo della narrazione. Tuttavia, mi pare che vada un po' fuori tema. aggiungo che la trama, per quanto scandita in maniera regolare, e fin troppo lineare, senza un sussulto, il che lo rende un po' sbiadito. Detto questo, per il resto non trovo nulla da eccepire. Un buon racconto

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filippo.mammoli
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Re: Paralisi

Messaggio#7 » sabato 22 febbraio 2020, 12:24

Ciao Alexandra,
lo spunto della fobia mi piace e lo trovo originale.
Una paura del traffico derivante dall'incapacità di elaborare e superare un trauma per un incidente.
Ci può stare. Il ritmo del racconto è buono ma a tratti mi è parso un po' piatto e non sono riuscito a farmi coinvolgere più di tanto. Mi è risultato macchinoso nella parte centrale, quando svolgi e riveli il motivo della sua incapacità di attraversare la strada.
Buono il finale. Un racconto con potenzialità non del tutto sfruttate a mio modo di vedere.

alexandra.fischer
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Re: Paralisi

Messaggio#8 » domenica 23 febbraio 2020, 9:40

Ciao Davide, grazie del commento. Sono contenta che il racconto ti sia piaciuto, tutto sommato (mi rincresce per il tema, sfarfallante, e certe imperfezioni, ma è la stata la mia prima incursione in un qualcosa che ha a che vedere con una forma particolare di scrittura. Ora ne so di più e farò tesoro delle tue osservazioni).

alexandra.fischer
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Re: Paralisi

Messaggio#9 » domenica 23 febbraio 2020, 9:43

Ciao Filippo, grazie del commento. Sei stato molto gentile (sia ad apprezzare i punti di forza, sia a segnalare la macchinosità di certe parti della storia). Grazie per avermi fatto intravedere delle potenzialità che farò in modo di tirare fuori quando rimetterò mano al racconto. Scriverlo mi ha terrorizzata quando ho appreso qualcosa di più sulla Guest Star (alta sperimentazione artistica).

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Pretorian
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Re: Paralisi

Messaggio#10 » lunedì 24 febbraio 2020, 0:18

Ciao, Shanda e piacere di leggerti.
Il tuo racconto prende il tema della fobia e lo sviluppa in un modo inaspettato, dato che sceglie una fobia "privata" rispetto ad altre più "pubblica" che ho visto nel girone (e che anche o ho scelto). Scelta interessante, devo dire. Si per sè, il racconto si sviluppa bene. Vediamo il protagonista-narratore che bada ai propri affare e cerca di vivere normalmente la propria vita, ma ne è impedito dal continuo incappare nella propria fobia e ne scopriamo anche l'origine. Ecco, se posso suggerirti un miglioramento, avrei dato effettivamente più risalto a questi due fattori: qualcosa più di un semplice cenno avrebbe permesso al lettore di comprendere meglio la situazione che ha generato il tutto e una descrizione più approfondita dei sintomi della fobia permetterebbe al lettore di immedesimarsi in ciò che prova il narratore. Per ottenere lo spazio necessario, avresti potuto tagliare qualcosa della "quotidianità" illustrata: per quanto interessante, qualche frase in meno non avrebbe tolto quasi nulla, ma ti avrebbe concesso più spazio per le cose importanti.

Alla prossima!

Daniel Travis
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Re: Paralisi

Messaggio#11 » lunedì 24 febbraio 2020, 16:48

Brava per l'idea: nello tsunami di racconti d'attualità ad ampio spettro (incluso il mio, mea culpa), una storia di vita relativamente in piccolo, che riesce comunque a intrecciarsi alle fobie evocate dal tema portando in scena un esempio del complesso di ansia patologica, paure e nevrosi paralizzanti, PTSD, depressioni debilitanti e così via che costituiscono il preoccupante quadro psicologico in cui viviamo, è rinfrescante.
Detto questo, qualche piccolo difetto c'è: avrei preferito che il migliore amico emergesse di più e prima, per guadagnare un contatto emotivo con lui e legarmi, di conseguenza, di più all'esperienza della protagonista nel finale; inoltre, qui e là la forma può risultare un po' ingarbugliata - detto questo, si legge bene, ed è l'ennesimo passo su una strada ricca di miglioramenti che vedo da un bel po' nei tuoi racconti. Stai affrontando un bel percorso, e mi fa piacere poterlo seguire, per quanto a puntate.
Complimenti.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Polly Russell
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Re: Paralisi

Messaggio#12 » giovedì 27 febbraio 2020, 19:56

Ciao Shanda!
La fobia della tua protagonista è resa, in alcuni punti, in modo magistrale. Il suo contare le strisce pedonali per esempio, rende l’idea in modo perfetto e ti fa empatizzare con lei.
Purtroppo credo che tu sia andata fuori tema, perché quella che ci narri è una fobia da trauma, una psicosi che ha un senso e che è ben lontana dall’isteria di massa montata da chiacchiere da bar, inutili. Non ho capito la dinamica dell’incidente, nel senso che all’inizio credevo che un auto fosse uscita fuori strada e avesse distrutto la panchina dove lei era seduta, salvata al volo dal fratello, poi quando hai parlato dell’autobus, dell’incrocio e del suo migliore amico mi sono persa. Comunque mi hai fatto empatizzate con lei, e non è poco.
Occhio, che gli anatroccoli ancora non volano. XD
Polly

alexandra.fischer
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Re: Paralisi

Messaggio#13 » giovedì 27 febbraio 2020, 20:48

Ciao Pretorian, grazie del consiglio in merito al taglio della quotidianità in favore di una resa della fobia svolta in modo più incisivo. Lo farò mio quando mi ritroverò a lavorare di nuovo sul racconto. Sono lieta che la storia nel complesso ti sia piaciuta.

alexandra.fischer
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Re: Paralisi

Messaggio#14 » giovedì 27 febbraio 2020, 20:51

Ciao Daniel, grazie dell'incoraggiamento (sei gentilissimo). Farò tesoro del tuo suggerimento prezioso di legare meglio la fobia alla perdita dell'amico (magari partendo dalla quotidianità descritta: ecco, magari facendo affiorare qualche bel ricordo con lui spezzato dall'incidente al quale ha assistito dal bus). Non sminuire il tuo racconto, sei un ottimo scrittore, e devo anche a te certi passi in avanti (sono un po' meno cavernicola? Meno male): hai descritto l'attualità? Ottimo, sei rimasto nel Tema delle Paure del Presente molto meglio di me. E di certo, la Guest Star voleva proprio questo "tsunami".

alexandra.fischer
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Re: Paralisi

Messaggio#15 » giovedì 27 febbraio 2020, 21:01

Ciao Polly, grazie per aver trovato valida la resa della psicosi nei primi accenni del sintomo. Mi dispiace che tu ti sia persa nel resto (colpa mia, chiedo venia). Allora, lo spiego così: la paura di Cinzia è nata prima dall'incidente sul bus, da dove ha assistito allo scontro costato la vita al migliore amico. E poi al trauma successivo: salvata dal fratello poco prima che un'auto guidata da un'altra persona distruggesse la panchina accanto alla quale si trovava con lui. Hai ragione sul fatto che avrei dovuto rendere meglio queste cause scatenanti. Quanto al tema, ti do ragione riguardo all'esserci andata fuori (Paure del Presente): forse avrei potuto legare meglio il tutto che so, mostrandole qualcuna delle sue tormentatrici passate impegnate in una chiacchiera da bar, come dici tu; questo avrebbe dato un peso ulteriore alla sua fobia (qualcosa tipo, ma guardale, erano così in gamba e ora hanno paura anche loro: e io come ne esco, visto che non sono alla loro altezza?) Lo terrò presente quando ci rimetterò mano.
Ultima modifica di alexandra.fischer il giovedì 27 febbraio 2020, 21:18, modificato 1 volta in totale.

alexandra.fischer
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Re: Paralisi

Messaggio#16 » giovedì 27 febbraio 2020, 21:13

Ciao Dario 17, grazie per i suggerimenti che mi hai dato (stravolgere il modo della protagonista di vedere la realtà proprio per colpa della fobia, generata dall'incidente, ma anche da una fragilità emotiva di vecchia data, aggravata anche da un secondo trauma, quello di aver rischiato la vita lei stessa per colpa di un guidatore pazzo). Sì, le lenzuola macchiate di sangue, i vetri, le allucinazioni, sono tutti ottimi spunti sui quali lavorare. Venendo ai punti deboli (per i quali mi scuso. Segue spiegazione: il primo trauma è l'incidente al migliore amico dal quale assiste seduta sul bus, è un frontale, e lei siede dietro al conducente, ma in quella frazione di secondo riconosce auto e amico. Secondo trauma, passeggia con il fratello nei pressi del lungo fiume, sono entrambi accanto a una panchina e arriva un automobilista e ci passa sopra con la macchina. Solo la prontezza dei riflessi del fratello la salva dall'essere presa in pieno dall'auto). Quanto al minimizzare, al razionalizzare le paure, questo è un meccanismo di difesa psichico (la tendenza a rimuovere), nel caso della protagonista, indebolito da un'emotività di carta velina venuta fuori da un vissuto severo (sgridate eccessive, frasi umilianti che si ripresentano ogni volta che lei… tenta di attraversare la strada e superare la paura).

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antico
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Re: Paralisi

Messaggio#17 » lunedì 2 marzo 2020, 18:07

Dunque, ritengo il tema preso al pelo perché trattasi di una fobia che è comunque legata ai giorni nostri e generata dai ritmi concitati della vita di città che risultano spesso causa di incidenti stradali. L'immagine di questa donna che rimane chiusa nel suo loop e quindi bloccata in un'isola cittadina senza riuscire a tornare sui suoi passi è molto bella, ma avresti potuto scandirla meglio perché alcuni passaggi risultano un po' confusi. Per me, tutto sommato, un pollice tendente all'alto.

alexandra.fischer
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Re: Paralisi

Messaggio#18 » lunedì 2 marzo 2020, 20:01

Ciao Antico, terrò conto dei tuoi suggerimenti riguardo ai passaggi confusi (solo la scrittura e la riscrittura possono risolvere il guaio, unitamente a una buona dose di letture). Sono lieta che il racconto, nel suo insieme, ti sia piaciuto. Grazie.

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