Il cielo fuori dalla finestra

Appuntamento per lunedì 17 febbraio 2020 dalle 21.00 all'una con un tema scelto da Lorenzo Marone!
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wladimiro.borchi
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Il cielo fuori dalla finestra

Messaggio#1 » lunedì 17 febbraio 2020, 23:19

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IL CIELO FUORI DALLA FINESTRA

Matteo fissava il cielo fuori dall’ampia finestra della torre, dove le cime degli alberi venivano piegate, in modo quasi impercettibile, dal vento.
Dentro, dietro lo spesso vetro antiproiettile, regnava un silenzio quasi irreale.
È l’effetto campana, me ne avevano parlato, ma non credevo che attenuasse ogni suono fino a farlo scomparire, sembra di guardare dentro un acquario!
Tutte le profezie si erano avverate e lui, che aveva saputo leggerne i segni, aveva avuto in premio la salvezza.
Appena il primo angelo suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra!
Era l’infezione, il virus che veniva da oriente, la trebbiatrice per mietere vite, che aveva impastato di rosso persino le cime dei monti: I cinesi mangiavano cani, gatti e topi vivi. Era normale che i portatori di morte fossero loro. Apocalisse capitolo otto versetto sette era di una chiarezza disarmante.
Matteo aveva cercato di avvertire i suoi cari, aveva mostrato loro le prove: ma il peccato li aveva resi ciechi e non gli avevano creduto.
Il secondo angelo suonò la tromba e una gran montagna di fuoco fu scagliata nel mare.
E, infatti, dal mare venne la nuova onda di morte: navi straniere attraccarono alle rive, naufraghi sempre più affamati divorarono quel poco che era rimasto dopo la pestilenza.
Rapivano e violentavano le donne, uccidevano gli uomini, rendevano schiavi i bambini.
Matteo aveva cercato ancora conforto nel governo dei superstiti, ma il peccato aveva reso ciechi i loro occhi e non gli avevano creduto.
Il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una grande stella.
Com’era possibile non credere alla profezia dopo la caduta del meteorite? Apocalisse capitolo otto versetto dieci non poteva riferirsi ad altro.
Matteo era corso per le strade ad avvertire i pochi rimasti: «Salvatevi, la fine del mondo è vicina!»
Ma il popolo ormai era cieco e nessuno gli aveva creduto.
Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò: il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente.
E, nella notte, venne il Babau, con la sua bocca gonfia di denti aguzzi a divorare i pochi ancora in vita.
Matteo aveva visto lontano, interpretato le scritture e aveva investito tutto nella “Torre di guardia”.
Dalla sua cima ancora una volta aveva gridato a tutti: «Svegliatevi!»
Ma il peccato li aveva ormai resi sordi e non avevano potuto udire la sua voce.
Ora tutto era quiete e la luce di un nuovo inizio brillava sul manto verde dei prati.

«Dottor Spenalzo, mio marito è sempre fermo dinanzi alla finestra. Davvero non si può fare nient’altro per lui?»
«Signora, continui a dargli i farmaci e non perda la speranza. Il delirio di persecuzione è il più insidioso: non so se riusciremo a recuperarlo, ma così, almeno, non si mette in pericolo.»
«Non si preoccupi, Dottore, so benissimo come diventa quando non prende le medicine ed è l’ultima cosa che voglio! È che vederlo ridotto in questo modo mi fa davvero male: un uomo come lui, sempre in prima linea. Lo sa che per un periodo è stato anche Ministro dell’Interno?»



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antico
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Re: Il cielo fuori dalla finestra

Messaggio#2 » lunedì 17 febbraio 2020, 23:21

Ciao Wladimiro! Tutto ok con caratteri e tempo, divertiti in questa Lorenzo Marone Edition!

alexandra.fischer
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Re: Il cielo fuori dalla finestra

Messaggio#3 » martedì 18 febbraio 2020, 9:11

IL CIELO FUORI DALLA FINESTRA di Wladimiro Borchi Tema centrato. Che bel gioiello narrativo. Mi piace come hai reso l’atmosfera protetta nella quale vive il protagonista: la torre dalla quale osserva il vento, ma senza udirne il rumore. Certo, perché lui è il solo sopravvissuto ai disastri profetizzati nella Bibbia e questo grazie alle sue doti esegetiche (c’è anche un riferimento ai Testimoni di Geova e alla Torre di Guardia che mi ha dato un indizio stridente sull’eroe che hai creato: un profeta inascoltato, che soffre per l’umanità distrutta dal Corona Virus e dai Migranti Inferociti, le Paure del Presente, poi, certo, l’altro indizio stridente è il Babau che divora i pochi superstiti. Quando intendo stridente, voglio dire che si tratta di falle psichiche nella mente del protagonista e lo trovo un pregio, ne rende più complessa la figura). Il fatto che si chiami Matteo getta una luce sinistra sul suo destino di profeta: incompiuto, visto che è solo nella torre. Il finale contiene un plot-twist molto riuscito: il colloquio della moglie di Matteo con lo psichiatra. In pratica, è lei a tenere in piedi la torre rifugio (con i medicinali che sedano il delirio persecutorio). Amaro il finale: da disturbi mentali così non se ne esce. Basta leggere fra le righe la diagnosi del medico per capirlo (ed è straziante sapere che un uomo così è stato Ministro dell’Interno).

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wladimiro.borchi
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Re: Il cielo fuori dalla finestra

Messaggio#4 » martedì 18 febbraio 2020, 9:17

Ti adoro.
LOL

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maurizio.ferrero
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Re: Il cielo fuori dalla finestra

Messaggio#5 » martedì 18 febbraio 2020, 22:13

Ciao Wladimiro,

Hai fatto un bel lavoro nell'agganciare i riferimenti alle citazioni dell'apocalisse, con un tempo così limitato non deve essere stato semplice. Buona la narrazione, riesce a far sembrare che tutto stia accadendo davvero fino a quasi alla rivelazione finale. Dico "quasi" perché aver nominato la Torre di Guardia mi aveva messo sull'attenti per quanto riguardava la presenza di plot twist. Mai fidarsi dei testimoni di Geova.
Una sola cosa non mi ha entusiasmato, che avevo già fatto notare a un racconto di un'edizione precedente (mi pare proprio tuo, se la memoria non mi inganna): la palese citazione all'ex-ministro dell'interno. Capisco l'intento satirico, ma ha anche il duplice effetto di ammazzare la sospensione dell'incredulità. Insomma, trasforma il racconto da storia vera e propria a metafora ironica da social network.
Non che sia un male, in realtà. Ma credo che la storia avrebbe funzionato anche se il protagonista fosse stato uno qualunque.

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Gennibo
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Re: Il cielo fuori dalla finestra

Messaggio#6 » martedì 18 febbraio 2020, 22:41

Molto interessante il tuo racconto Wladimiro. Non sono d'accordo con Maurizio, a me invece è sembrato un modo per rendere ancora più inquietante la storia, un Matteo primo ministro c'è stato..., e anche la mania di grandezza ci sta, della serie, non si sa mai, la pazzia è qualcosa può essere latente in qualsiasi persona. Bravo :D

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Andrea Partiti
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Re: Il cielo fuori dalla finestra

Messaggio#7 » giovedì 20 febbraio 2020, 16:08

Mi piace il parallelo biblico in cui colleghi le principali fobie moderne con i sette angeli dell'apocalisse (in maniera più o meno lineare), fino all'asteroide almeno, che collegherei già ai deliri del protagonista. Può funzionare, anche se è molto difficile collegare davvero un numero sufficiente di catastrofi agli effetti delle trombe, che non sono andato a cercarmi, ma erano -giustamente- di proporzioni apocalittiche.
Il racconto però si perde dalle allusioni ai testimoni di geova in poi.
Il Matteo a inizio racconto, per colpa della troppa informazione, da lettore lo identificavo subito con uno dei nostri Matteo politici del momento. Racconto politico. Niente di male.
Poi devii verso la religione e i testimoni di geova tirandoli in gioco esplicitamente facendo riferimento a torre di guardia e svegliatevi. Religione sbagliata per il racconto? l'unico Matteo con le fisse religiose, ce l'ha con la Madonna e fa il cattolico DOC.
Alla fine invece i testimoni non sono davvero rilevanti, né in linea con i deliri religiosi del protagonista e tornando al piano iniziale vai a pescare il ministro dell'interno, facendo retromarcia dalla religione alla politica.
I due ingredienti mi sembrano mischiati male, anche se il racconto è godibile, se non ci si pensa troppo su.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Il cielo fuori dalla finestra

Messaggio#8 » giovedì 20 febbraio 2020, 18:24

Ciao Wladimiro. Ben ritrovato.
Come sempre, la tua penna è molto efficace e lo stile è ottimo.
Ti parlerò onestamente, però. L'idea iniziale era ottima e sono convinto che in qualche modo saresti riuscito a portarla splendidamente in porto, se non fosse che ti sei lasciato trasportare nel voler dare dei riferimenti molto diretti, cadendo in una parodia un po' troppo banale e in alcuni casi anche superficiale.
Questo perché:
1) sappiamo tutti quanti che Matteo Salvini non è un credente sfegatato ma sfrutta certi riferimenti per avere voti. Quindi, in che modo arriverebbe a una follia religiosa come quella da te descritta?
2) lo stesso vale per gli allarmismi che lancia su molti campi. Lui non ci crede fino in fondo ma sfrutta quella paura per avere voti, come ogni altro politico. Quindi, siamo sempre lì, come arriva a quella fine? L'impatto è poco credibile;
3) non capisco i riferimenti ai testimoni di Geova. Chi li conosce sa molto bene che non credono alla fine del mondo, per quanto credano a un futuro giudizio divino.
Insomma, sono state delle scivolate che a me, lettore, hanno fatto perdere molto il sapore del testo. Peccato.

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wladimiro.borchi
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Re: Il cielo fuori dalla finestra

Messaggio#9 » giovedì 20 febbraio 2020, 22:09

Ciao ragazzi,
L'ho detto subito che stavolta ho preferito divertirmi, conscio che assai difficilmente sarei andato in finale.
Lo sapevo in anticipo perché mi aspettavo commenti come quelli di cui sopra.
Secondo me dovreste godervi il racconto e via, senza eccessiva masturazione mentale.
Che Matteo sia Salvini non è scritto da nessuna parte (è uno sfotto' fra le righe, mica un saggio di politica contemporanea).
Il riferimento a un fantomatico ministro degli interni serve solo a chiudere con una risata, mica è un "je accuse" con cui si vuol propagandare una qualche tesi.
Il riferimento ai testimoni di Geova non è palese, mica il protagonista dice di farne parte, si tratta solo di una "citazione". Chi è sveglio la coglie e dice "chissà se l'autore..." , mica è parte della trama.
A me non dispiace e mi diverte, I tempi ci sono, lo stile è snello e arriva dove deve arrivare.
Non è il mio preferito tra quelli che ho scritto qua, ma mi posso accontentare.
Il mio preferito era "White Snow". Forse il mio racconto breve più azzeccato, che si è anch'esso arenato nel suo cammino verso la vetrina in un groviglio di pippe mentali.
Ma il gioco è gioco e va 'si rispettato.
W

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emiliano.maramonte
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Re: Il cielo fuori dalla finestra

Messaggio#10 » venerdì 21 febbraio 2020, 23:12

Ciao carissimo!
Innanzitutto grazie per il tuo feedback al mio racconto. Non dico altro. Poi te l'avevo detto che la lettura di un tuo racconto è un evento imperdibile! Ed eccomi qua, anche se non devo classificarti.
Notevole il percorso biblico che hai costruito, citando piaghe e tribolazioni, sicuramente hai fatto un consistente lavoro di documentazione e preparazione prima della stesura. Prima del colpo di scena finale, mi sono immaginato tante cose, e, ovviamente, non ho mancato di collegare la vicenda da te narrata all'emergenza del Coronavirus di queste settimane.
Mi è piaciuto molto lo stile, solenne ma scorrevole, e molto preciso, palesando ormai un'ottima disinvoltura nel condurre per mano il lettore, e una penna (tastiera, in questo caso) mediamente molto felice.
Il finale. Dipende da come lo si vuole interpretare. Se è un divertissement, come sembra, allora va bene così: non ti sei voluto prendere troppo sul serio e fine della storia. Se invece lo si considera nell'economia generale del racconto, bé, allora è un po' uno scivolone che sgonfia tutto l'ottimo lavoro fatto in 3/4 di trama.
In generale, però, non mi sentirei di penalizzare troppo questo racconto perché va preso così com'è. E piace.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Puch89
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Re: Il cielo fuori dalla finestra

Messaggio#11 » mercoledì 26 febbraio 2020, 2:39

Ciao Wladimiro, lietissimo di rileggerti.
Che dire, sono qui da ormai qualche mese e quando leggo qualcosa di tuo mi trovo sempre catturato dal tuo stile, riesci con un mirato ventaglio di definizioni ad entrarmi in testa creando il giuso clima; è come se piazzassi nell'anticamera del mio cervello un bel divano comodo e mi offrissi da bere, luce soffusa, musica d'atmosfera, per poi propinarmi un testo ammaliante ed evocativo.
Mi sento di farti questi complimenti come premessa perché qui dentro nonostante la capacità di molti, rientri tra i pochi in grado di coinvolgermi in tal modo.
Venendo al racconto, l'ho trovato eccellente nell'intreccio, nelle analogie, nell'idea e nel modo in cui sei riuscito a districarti tra satira e religione, mantenendo una certa forma che spinge ad arrivare alla fine senza fatica, il tutto col poco tempo a disposizione che abbiamo. Davvero notevole, per quanto mi riguarda.
Il finale, senza troppe menate, mi è dispiaciuto solo perché scivola un po e appare inferiore a tutto il resto, ma col giusto occhio in realtà so che non è così. Considerando le tue intenzioni iniziali va più che bene, il doppio riferimento a "Matteo" (satirico e biblico) è un colpo di genio.
Tema centrato, tra i migliori letti fino ad ora in questa edizione. Complimenti.

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roberto.masini
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Re: Il cielo fuori dalla finestra

Messaggio#12 » mercoledì 26 febbraio 2020, 22:46

Ciao Wladimiro. Un raffinato esempio di escatofobia con i riferimenti biblici all'Apocalisse; per me appassionato di ermeneutica è stata una lettura avvincente. Qualche distratto commentatore ha eccepito che l'unico Matteo con le fisse religiose sia Renzi. Evidentemente non ricorda i rosari, i crocifissi e le rivelazioni mistiche dietro le quali si era nascosto il nostro per mero calcolo politico. E io quindi ho apprezzato che questo falso Cristianesimo possa portare alla follia. "Maledetto chi fa perdere al cieco il suo cammino" Deuteronomio 27.18. Brillante scrittura. Tema centratissimo.

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antico
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Re: Il cielo fuori dalla finestra

Messaggio#13 » domenica 1 marzo 2020, 11:32

Il finale, Wladimiro, il finale. Controlli il tutto splendidamente, poi chiudi con quella mezza battuta che non può che buttare il lettore nella drammatica serietà della deficienza di QUEL Matteo e a quel punto, per forza di cose, possono cercarsi correlazioni non corrette con la realtà dei fatti. Di contro, un finale più sfumato "Lo sa che per un periodo è stato anche convinto di essere Ministro dell’Interno?" sarebbe stato più in linea con il tono del racconto e lo avrebbe portato al pollice su senza se e senza ma. Allo stato attuale lo valuto come un pollice tendente all'alto in modo convinto, ma è incredibile come una semplice, e anche banale, sfumatura possa, in più se presente nel finale, rischiare di danneggiare un'opera così rifinita fino a quel punto.

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