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Cambiano i tempi...

Inviato: martedì 18 febbraio 2020, 1:00
da daniele.mammana-torrisi
Cambiano i tempi...



Gli assaltatori scalarono la china del terrapieno a quattro zampe, dardeggiando tra gli scoppi delle granate. Il fianco orientale di Forte Vaux era tozzo e butterato dagli schianti. Schiacciava le loro piccole ombre, sferzate dal brillare degli ordigni che i fronti si scambiavano. Tallonandosi a vicenda sopra i corpi lasciati dai nove assalti e contrattacchi precedenti, gli assaltatori sfrecciarono nella breccia. Il tuonare delle mitragliatrici francesi li accolse. Scartando a destra per non inciampare nei feriti, Albert stappò una granata dalla cintura e la scagliò alta sopra alla propria testa. Lo scoppio ruppe lo sbarramento incrociato dei francesi e due commilitoni lo affiancarono, sobbarcati da un lanciafiamme. Uno strattone al grilletto e dalla lancia proruppe un fiume di fiamma che si propagò nelle strette pareti della trincea francese.
Albert imbracciò il fucile. Vide una sagoma azzurrina nel fumo e tirò il grilletto. Qualcosa di ovattato rintoccò a mezz’aria.
Un proiettile gli fischiò accanto, assordandolo per un secondo. Nel momento in cui un francese lo stava placcando a terra, Albert colse un eco del suono che aveva udito prima.
S’issò con un colpo di reni per mordere il suo aggressore. Il mondo si ruppe in un coro di granate che si schiantavano a terra. Il francese s’aggrappò a lui per non cadere e Albert gli strinse il braccio. Il respiro gli tornò in gola, strappandogli un gemito. Si alzò strizzando gli occhi. Lo sbarramento aveva sfuso il cortile del forte, risvoltando i morti degli assalti precedenti.
Un guizzo azzurrino alla sua destra lo destò. Tossendo, il francese che l’aveva placcato emerse dalla cenere e alla sua vista Albert afferrò il fucile. L’altro fece lo stesso. Scattarono in piedi, con l’indice sul grilletto.
Un applauso rintoccò a mezz’aria, fermandoli. Si girarono alla sua fonte, ritrovandosi a guardare una giovane donna che palleggiava un bossolo sul palmo della mano. «Adoro quest’epoca. Vi scannate come cani, ignari che tra vent’anni i vostri figli faranno la stessa identica cosa.»
Il francese inarcò un sopracciglio. «Sono morto e sto avendo una visione?»
«Sì alla prima, Roman!» esclamò la ragazza con uno schiocco di dita. «Sei morto. Come te, Albert. Auguri.»
Scosso il capo, Albert abbassò il fucile. «Come?»
«Spappolati da una granata. Potrei raccogliervi e mettervi in un barattolo. Starebbe bene sulla mia dispensa, vicino agli altri.»
«Se ci state prendendo in giro e questo è un sogno, allora…»
«Allora cosa, soldatino? Mi spari? Non funziona così.»
In una folata di vento si trovò accanto ai due soldati, con le sue braccia attorno alle loro spalle. «Vi mostrerò qualcosa.»
Una catena di piastrine corse davanti ai loro occhi, trasportando le scene di un conflitto di ferro, fuoco e macchinari più avanzato del loro. Il bianco e nero prese colore, accelerando attraverso picchi innevati e giungle date alle fiamme. Il verde fu scavalcato dai notti orientali, tracciate dalle scie dei razzi.
Sorrise soddisfatta. «Sarà un secolo eccitante! E poi…»
«Poi?» chiese Roman.
«Poi m’inventerò qualcosa per il Ventunesimo. Cambiano i tempi, ma voi rimanete sempre gli stessi. Basta poco, sapete? Un allarmismo qui, una spintarella sul portafoglio lì e voilà, eccomi di nuovo. Finché c’è Guerra, c’è speranza!»




Torrisi Daniele

Re: Cambiano i tempi...

Inviato: martedì 18 febbraio 2020, 1:03
da antico
Ciao Daniele! Al pelo, ma sei nei limiti di tempo, quindi niente malus minimo! :) Ok anche i caratteri, buona Lorenzo Marone Edition!

Re: Cambiano i tempi...

Inviato: martedì 18 febbraio 2020, 10:23
da alexandra.fischer
CAMBIANO I TEMPI… di Daniele Torrisi Tema centrato. Le Paure del Presente, nel tuo caso, riguardano le due Guerre Mondiali e sono vere. C’è il timore che qualcosa di simile possa tornare e causare gli stessi danni catastrofici (epidemie, milioni di morti, forse anche malattie da radiazioni, fame, mutilazioni). In questo, gli anniversari sono molto efficaci (per non dimenticare). Molto ben indovinata la scelta di cominciare da un’azione di guerra (molto ben rese le atmosfere della Prima Guerra Mondiale e la morte dei due nemici, l’inglese e il francese). E la comparsa di questa donna, personificazione della Morte, rende il tutto più agghiacciante: mostra loro noncurante il futuro di coloro che verranno di lì a una ventina d’anni e il suo vaticinio per il Ventunesimo Secolo non è dei più allegri. Perché ciò che è accaduto può avvenire di nuovo visto che la natura umana è rimasta invariata negli anni (di nuovo c’è solo il progresso nell’inventare armi sempre più innovative e letali).

Attento:
sì alla prima, Roman (sì, alla Prima, Roman)

Re: Cambiano i tempi...

Inviato: martedì 18 febbraio 2020, 12:24
da daniele.mammana-torrisi
Ciao, Alexandra!
Innanzitutto, sono contento che ti sia piaciuto il mio testo!

Non avevo sin da subito un'idea in merito al tema del contest, che per i miei gusti era troppo delineato. Un paio di storie erano appena state postate, lasciandomi in testa il germe di un'idea. E' stato a quel punto, mentre la mia playlist di Youtube toccava Fields of Verdun, che mi è venuta la prima battuta per cominciare.

Nella stesura originale, senza i tagli matti e disperatissimi per stare nel limite dei caratteri, la scena dell'assalto era un po' più architettata e Guerra si presentava con qualche dettaglio in più, ma alas! Bisognava stare nel limite, quindi eccoci qui. Come scenario ho optato per Fort Vaux, uno dei più contesi durante la lunghissima battaglia di Verdun.
Dovremmo essere da qualche parte tra il nono o il decimo contrattacco; il forte è passato di mano sedici volte, da francese a tedesco a francese a tedesco...

La donna che appare non è la Morte, però! Nel senso, se si vuole la si può vedere come tale, ma lei sarebbe la Guerra. L'ho voluta rendere affabile e sopratutto, una sorta di giovane ventenne vestita di rosso. La puoi immaginare con un continuo ghigno soddisfatto, con gli occhi che luccicano ogni volta che un uomo alza una pietra contro un suo simile.
Basta poco per farla lavorare, lo dice lei stessa, e di nuovo, adora il nostro ingegno. Dalle clave e dalle pietre alle atomiche, ha guardato la nostra evoluzione srotolarsi su di un tappeto di morti e per questo ha un occhiolino dolce nei nostri confronti. Che questo voglia dire che farà del suo meglio per continuare a farci massacrare tra noi è un accenno al fatto che la sua affabilità è deviata.
Mostra il futuro ai due soldati perché può. Nella versione integrale, ridacchiava nel menzionarli che i loro figli si sarebbero trovati nella stessa identica posizione ventidue anni dopo. E da lì mostra loro la Seconda Guerra Mondiale, Corea, il Vietnman, l'Iraq e appunto, quel vaticinio sull'immaginarsi qualcosa per il Ventunesimo Secolo.

I tempi cambiano, ma noi no. E lei ci ama per questo.

Re: Cambiano i tempi...

Inviato: mercoledì 19 febbraio 2020, 16:11
da Andrea Partiti
Allora, l'idea mi piace.
Serve snellire un po' quella scena iniziale, perché raccontare azione e movimento è molto difficile. E' facile immaginare le scene raccontandole, ma a volte ci si perde. Una rilettura a freddo, quando avrai avuto tempo di dimenticarti quello che avevi in mente, può fare miracoli.
La lunga scena iniziale mi ha fatto domandare dove stessi andando a parare, perché per le paure del presente raccontavi una scena della prima guerra mondiale, sembrava difficile trovare la direzione giusta, invece c'era.
Mi sfugge come funziona la tua incarnazione della Guerra.
Vive nel presente, seminando guerra, raccogliendo i soldati caduti? Benissimo. Come sa delle guerre future, della seconda guerra mondiale della generazione successiva, delle guerre coi missili?
Vive fuori dal tempo? Benissimo anche in quel caso. Ma allora perché conosce le guerre solo fino a circa il 2020 e non oltre?
Lo so che è una limitazione inevitabile, tu quello conosci, però avere una Guerra Via di Mezzo che conosce il futuro, ma non troppo, non mi sembra una soluzione convincente, penso che per la coerenza del racconto serva una scelta drastica a riguardo.

Re: Cambiano i tempi...

Inviato: giovedì 20 febbraio 2020, 21:34
da Gabriele Dolzadelli
Ciao Daniele. Ben ritrovato a MC.
Il tuo testo è ben scritto, ma credo che presenti alcuni problemi di ritmo. Mi spiego. Il ritmo c'è ed è intenso, come è giusto che sia rappresentando una guerra. Però, se si vuole tenere questa andatura, credo che l'eccesso di descrizioni e di ricercatezza rischi di far incespicare la mente del lettore e fargli perdere il filo. Nelle prime letture, infatti, ho capito le situazioni più nel loro insieme che nei dettagli, proprio a causa di questo. Secondo me andrebbe un po' snellito.
In quanto alla traccia, secondo me non l'hai presa in pieno. Il fatto che le guerre sono provocate dalle paure è vero, lo sappiamo, ma qui dovevi essere più specifico su quale paura, nel dettaglio, la stesse scatenando. Inoltre, prendi in considerazione il tempo presente solo utilizzandolo come riferimento nel dialogo, ma l'ambientazione non lo è. Insomma, questi escamotage non mi hanno molto convinto. Alla prossima.

Re: Cambiano i tempi...

Inviato: venerdì 21 febbraio 2020, 9:32
da maurizio.ferrero
Ciao Daniele,

Dunque, il tuo racconto secondo me presenta qualche problema, specialmente con il ritmo. La prima parte d'azione è ben scritta, ma è troppo lunga (occupa più della metà del testo) e pagna veramente poco con la seconda parte. C'è uno stacco netto tra le due situazioni, cosa che può anche avere senso data la morte dei due protagonisti, ma credo che tutta la prima parte poteva essere ridotta in modo da darti più spazio per la seconda, che è più interessante ed è il vero fulcro del racconto.
Poi, ho dubbi sull'identità della ragazza: è la Guerra (inteso come il cavaliere dell'apocalisse), oppure la Morte? Non è chiaro, e in definitiva potrebbe pure essere qualcun altro, perché la sua identità non è definita né dall'aspetto fisico (sarebbe stato interessante darle qualche dettaglio fisico per fare intendere chi fosse), né dalle sue parole.
Il tema della paura della guerra per me è centrato.

Re: Cambiano i tempi...

Inviato: mercoledì 26 febbraio 2020, 23:54
da roberto.masini
Ciao, Daniele. Le descrizioni mi hanno portato direttamente dentro le trincee della Prima Guerra Mondiale. Scrittura efficace e potente. Altrettanto forte la figura della Morte. foriera di altre sventure in un'ottica di corsi e ricorsi storici di vichiana memoria. Ma il tema, secondo me, non è centrato. Dov'è la fobia? Il termine fobia indica un'irrazionale e persistente paura e repulsione di certe situazioni, oggetti, attività, animali o persone, che può, nei casi più gravi limitare l'autonomia del soggetto ma che non rappresenta un reale pericolo per la persona. La Guerra e la Morte non sono certo paure irrazionali!

Re: Cambiano i tempi...

Inviato: giovedì 27 febbraio 2020, 16:36
da Puch89
Ciao Daniele, felice di rileggerti.
Veniamo al dunque, è indubbio che sei capace di descrivere scenari di guerra (come nel racconto del contest precedente a questo) in maniera davvero esemplare, evocativa, intensa. Con il giusto occhio mentale, si riesce a calarsi nelle trincee e nelle situazioni violente e frastagliate della guerra del secolo scorso, su questo non si transige, davvero bravo.
Ma come ti hanno già detto molti, il ritmo è un problema. La mole di descrizioni ed il ritmo serrato nello svolgersi dell'azione rendono la lettura un poco difficoltosa, il che è un peccato perché il contenuto c'è, ma lo si fruisce con una certa lentezza.
In questo caso la prima parte è tanto evocativa quanto troppo ricca rispetto alla seconda, le hai dedicato troppo spazio quando avresti dovuto fare l'opposto, in quanto è proprio la fine il cuore di ciò che stai cercando di comunicare con questo testo.
La Guerra è ben resa (avevo capito chi fosse, con un pizzico di fortuna) ma arrivarci non è proprio immediato, il che non significa necessariamente che sia un male, ma ad alcuni potrebbe far storcere il naso.
Alla fine della fiera, il racconto mi è piaciuto, ma sarebbe stato molto più apprezzabile gestendo meglio descrizioni, ritmo e spazio dedicato tra incipit svolgimento e finale. Tema centrato? Ni. La paura della guerra e della morte sono cose naturali insite nell'animo umano, la fobia e l'isteria è un po' messa da parte in questo racconto.
Alla prossima lettura!

Re: Cambiano i tempi...

Inviato: domenica 1 marzo 2020, 14:18
da antico
Da appassionato di storia di trincea a (presumo tu lo sia) appassionato: vorrei consigliarti la lettura di NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE di E.M.Remarque. La tua direzione mi sembra chiara: intendi dipingere la guerra attraverso uno stile volutamente pesante (che non è l'unica tua arma perché nella seconda parte di questo testo ti alleggerisci parecchio divenendo, a mio parere, ben più efficace). La mia idea, al contrario, è che la guerra vada tratteggiata per pennellate leggere e violente, veloci e incisive. Quindi, in buona sostanza, che sia necessaria una maggiore leggerezza sia nel testo che nella sua stessa forma dividendolo in tante linee di dialogo che alleggeriscono finanche la vista. In più, vorrei sottolinearti alcuni momenti in cui perdi la scena e nello specifico "S’issò con un colpo di reni per mordere il suo aggressore. Il mondo si ruppe in un coro di granate che si schiantavano a terra. Il francese s’aggrappò a lui per non cadere e Albert gli strinse il braccio. Il respiro gli tornò in gola, strappandogli un gemito. Si alzò strizzando gli occhi. Lo sbarramento aveva sfuso il cortile del forte, risvoltando i morti degli assalti precedenti.
Un guizzo azzurrino alla sua destra lo destò. Tossendo, il francese che l’aveva placcato emerse dalla cenere e alla sua vista Albert afferrò il fucile. L’altro fece lo stesso. Scattarono in piedi, con l’indice sul grilletto."
Ci troviamo di fronte a un S'issò (quindi si alza) seguito da un Si alzò (ma era già in piedi) e ancora da uno Scattarono in piedi (ma, di nuovo, lui già lo era). Insomma, occhio che a volte ti ritorci un poco nella tua prosa.
Ribadisco, molto meglio la seconda parte con il personaggio di Guerra che alleggerisce il tutto anche se, sempre a mio parere, non riesci a definire al cento per cento quella che era la tua intenzione di fondo in rapporto al tema. Pollice ni tendente verso il positivo, per me.