Gruppo Cristiano Saccoccia

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il due gennaio sveleremo il tema deciso da Maurizio Ferrero. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
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Spartaco
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Gruppo Cristiano Saccoccia

Messaggio#1 » sabato 14 marzo 2020, 18:04

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Questo gruppo è dedicato a Cristiano Saccoccia, vostro Giudice di Qualità.
I concorrenti dovranno leggere, commentare e classificare i partecipanti dell'altro gruppo. Le loro classifiche faranno media con quella del Lettore Anonimo e quella stilata dal Giudice di Qualità.

Questo è il gruppo Cristiano Saccoccia de La Sfida a Ballata di fango e ossa con Maurizio Ferrero come giudice.

Il migliore di questo gruppo andrà a sfidare il secondo classificato del gruppo Dario Oriolo e sarà giudicato da Federico di Moscabianca Edizioni. Il secondo classificato sfiderà il vincitore dell'altro gruppo e sarà giudicato da Silvia di Moscabianca Edizioni.


Vediamo i racconti ammessi:

Il sorriso del maiale, di Luca Nesler consegnato il 11/03 alle 14:46 (Malus +3)
L'idra e l'avvoltoio, di Agostino Langellotti consegnato il 13/03 alle 22:05
L'esercito della chimera, di Arianna D'Angelo consegnato il 14/03 alle 01:21
Sulla collina di Hedin, di Andrea Lauro consegnato il 14/03 alle 16:32
Rospo e la manticora, di Danillo Riccio consegnato il 15/03 alle 13:47
Ritorno a Kinshasa, di Davide di tullio consegnato il 15/03 alle 23:07
I cacciatori di manticore., di Valerio Covaia consegnato il 16/03 alle 00:08


Avete tempo fino alle 23.59 di mercoledì 25 marzo per commentare i racconti del gruppo Dario Oriolo
Chi non postasse anche solo un commento verrà squalificato.
Chi non postasse la classifica verrà squalificato
Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che saremo fiscali e non accetteremo classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradiamo essere avvertiti, sapete come trovare i moderatori. Vi ricordiamo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.

I racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a Spartaco.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo Dario Oriolo.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri thread.

BUONA SFIDA A TUTTI!



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Mosaico
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Re: Gruppo Cristiano Saccoccia

Messaggio#2 » mercoledì 18 marzo 2020, 14:54

CLASSIFICA

1 Rospo e la manticora
2 L’idra e l’avvoltoio
3 Sulla collina di Hedin
4 Il sorriso del maiale
5 I cacciatori di manticore
6 Ritorno a Kinshasa
7 L’esercito della chimera

COMMENTI

IL SORRISO DEL MAIALE
Buongiorno Luca,
intanto mi presento, mi chiamo Marco e sono un “novizio” di Minuti Contati.
Partiamo subito: una buona lettura!
Inizio un po’ lento, ho fatto fatica ad entrare nel racconto. Forse è anche merito di qualche ripetizione di troppo (sdraiato-sdraiato; l’uomo-l’uomo) che in fase di lettura rende tutto cacofonico.
Andando avanti però il racconto diventa vivo, la scena di violenza arriva infatti in maniera esplosiva e del tutto inaspettata.
Il racconto continua in crescendo, arrivando a un finale che mi è piaciuto.
Complimenti.
Piccolo appunto, la frase finale ha un brusco cambio di location, ma questi purtroppo sono i limiti che si affrontano quando si è imbrogliati in un numero di caratteri da rispettare.
Riguardo ai bonus l’unico che mi non mi ha convinto è l’ambientazione.
Più che “raccontare” l’ambiente io avrei optato per “mostrare”.
Non ho avuto la percezione di degrado che mi aspettavo o meglio: ci hai provato ma non mi è arrivato al 100%.

L’IDRA E L’AVVOLTOIO
Buongiorno Luca,
intanto mi presento, mi chiamo Marco e questa è la mia prima Sfida.
Parto subito e senza preamboli: il racconto è bellissimo.
Mi sembrava di essere sul campo di battaglia, di sentire l’odore della pioggia e il fango sotto i piedi.
Buon ritmo, ho apprezzato più della trama il tuo stile.
Sei riuscito a farmi calare nell’ambientazione che hai descritto usando dettagli concreti e dinamici.
Lo stesso vale per i personaggi.
Bravissimo.

L’ESERCITO DELLA CHIMERA
Ciao Arianna, mi chiamo Marco e per tua sfortuna/fortuna sono un appassionato di romanzi storici.
Quando ho visto che il tuo racconto iniziava con il nome del condottiero di Rimini mi si è acceso il cuore.
Mi viene da dire però solamente “peccato”!
Leggendo il racconto mi sono sentito alla tua mercé, ovvero mi sembrava di assistere a una lezione spiegata, come se tu mi stessi raccontando la trama del tuo racconto prima di scriverlo.
Idem per l’ambientazione.
Avrei preferito che fossero rappresentate le sensazioni dal punto di vista dei protagonisti invece di sterili descrizioni fatte di aggettivi.
Credo fortemente che lavorandoci su questo racconto potrebbe prendere spessore.
Ti sei spesso focalizzata sulla scena, anche a mezzo dei dialoghi, spiegando quello che volevi realizzare o peggio ancora: facendolo spiegare ai personaggi.
Se la trama non lo richiede, passa avanti.

SULLA COLLINA DI HEDIN
Ciao Andrea, mi chiamo Marco e questa è la mia prima “Sfida”.
Tema Santi e Diavoli colpito nel centro.
Anche i bonus ci sono tutti e sono funzionali al racconto, quindi non messi lì per raccattare qualche punticino.
Il racconto scorre, nulla da dire.
Anzi: ho conosciuto un mostro nuovo, il dracontopode.
Apprezzata è stata anche la scena di violenza, lo scontro con il cavaliere templare è ben descritto e nulla lascia irrisolto. C’è tutto quello che mi aspettavo.
Bravo.

ROSPO E LA MANTICONA
Buongiorno Danilo.
Ti dico subito che mi è piaciuto tanto.
Un buon racconto, ben caratterizzato.
Dall’inizio ho sviluppato una simpatia per Rospo e andavo avanti con la lettura (conoscendo le linee guida per la composizione del racconto) mi chiedevo come avresti fatto a soddisfare ogni punto.
Che dire: mi hai sorpreso.
Lo stile che usi è molto particolare, anche la quasi assenza di dialoghi, che potrebbe apparire come un difetto, non stona, anzi aggiunge quella particolarità a un racconto che merita davvero.
Complimenti, spero di rivedere Rospo in altri racconti.

RITORNO A KINSHASA
Ciao Davide, sarò sincero: il racconto non mi è arrivato.
Ho faticato a capire subito che la scena descritta in corsivo fosse un sogno.
Non c’è il giusto collegamento, forse perché il punto di vista cambia in maniera repentina. Ho capito la natura della scena descritta sollo alla fine, quando lo spieghi.
La trama nel compenso c’è, secondo me con qualche regolata potrebbe fiorire in un bel racconto, azzardo, forse in un romanzo.
Giordano ricalca lo stereotipo del detective maledetto, dello scarto della società che ha però un fiuto investigativo formidabile.
Io purtroppo non apprezzo molto questi stereotipi (è un mio limite) anche se non nego che lo hai caratterizzato alla perfezione.

I CACCIATORI DI MANTICORE
Buongiorno Valerio.
Ho letto il racconto e ti dico subito che tutti i bonus richiesti sono stati inseriti.
La trama è lineare, non ho trovato nulla fuori posto o che necessiti una precisazione.
Il testo è scorrevole e non “inciampa” in nulla che debba essere segnalato.
Quello che ho notato leggendo, riguardo allo stile, è l’uso della d eufonica.
Io personalmente non amo l’uso della d, se non quando è strettamente necessario, tuttavia usarla non è un errore da penna rossa.
Noto subito l’uso della d perché seguendo il tormentato dibattito che da qualche tempo si è sviluppato sull’uso oppure no, ho deciso di uniformarmi, quando possibile, alle norme generalmente stabilite dalle case editrici.

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el_tom
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Re: Gruppo Cristiano Saccoccia

Messaggio#3 » giovedì 19 marzo 2020, 5:44

Classifica

1) Sulla collina di Hedin
2) Il sorriso del maiale
3) L'idra e l'avvoltoio
4) Rospo e la manticora
5) Il cacciatore di manticore
6) Ritorno a Kinshasa
7) L'esercito della Chimera

L'esercito della chimera

Ciao Arianna, benvenuta!
Cominciamo dai bonus: presenti tutti e tre.
La correlazione tra sporcizia ambientale e morale con tanto di dannazione è molto interessante, gran bella idea, ha molto potenziale ma lo svolgimento non le da gloria.
La trama è lineare e scorre, alcune volte viene preannunciata togliendo suspence al lettore, diventa un spiegazione e non coinvolge.
Dai un sacco di informazioni, alcune più volte ripetendo le stesse espressioni e la lettura si appesantisce un po'.
Ti consiglio anch'io di riscrivere il tuo racconto, l'idea di fondo è golosa, ci puoi giocare un sacco.
Non spaventarti per le critiche, sfruttale, siamo tutti qui per metterci in gioco ed imparare.
Spero di leggerti nelle prossime sfide :-)

Ritorno a Kinshasa

Ciao Davide, piacere di leggerti.
L'ambientazione del tuo racconto è interessante e ben espressa, i dialoghi tra i polizziotti rendono bene, la storia scorre e il ritmo nel finale è incalzante.
Secondo me il problema è che la storia non ci sta' nelle battute, è compressa, ha bisogno di più respiro, non ti perdi nella gestione dei caratteri, dici quello che devi dire solo che lo spazio non basta.
La storia non sta' chiusa nel racconto ha bisogno di più spiegazioni, il sogno e le allusioni di Profumo, il finale, meritano più spazio.
Bonus tutti presenti

A presto :-)

Il cacciatore di manticore

Ciao Valerio, piacere di leggerti.
Il tuo racconto scorre bene, lineare, l'ambientazione è ben gestita.
I personaggi sono un po' rigidi, la scena nel finale in cui Fred è a tavola con la famiglia ne da un'immagine inamidata, ma non inquadrando con certezza la temporaneità dell'azione può anche starci, a me evoca un sobborgo americano degli anni 60.
Un particolare che mi ha colpito è che la coda della manticora viene tagliata di netto con una sega, avrei scelto un altro attrezzo, l'ideale sarebbe stata un'accetta o un machete, magari più difficile da trovare in un capannone abbandonato ma più coerente con l'azione.
Bonus tutti presenti.
A presto :-)

Rospo e la manticora

Ciao Danilo, piacere di leggerti.
Parto dai bonus, presi tutti :-)
Il racconto è bello, scorre senza intoppi, e lineare e piacevole da leggere.
Bella ed efficave la caretterizazione dei personaggi, buono lo svolgimento dell'azione.
Purtroppo bisogna fare una classifica e si va anche un po' a gusto e tentoni.
Il tuo racconto mi è parso meno dinamico di quelli che ti precedono in classifica, i dialoghi limitati lo rendono un po' più lento.
Non è un difetto di stile, adoro Lovecraft e lui era decisamante avido nell'inserire dialoghi.
Mi è piaciuto ed è scritto bene.
A presto :-)

L'idra e l'avvoltoio

Ciao Agostino, il tuo è un onesto racconto fantasy che chiama un po' il grim-dark alla Abercrombie per la mancanza dell'elemento magico e il chiaroscuro dei protagonisti.
Incontro/scontro campale da esperti signori della guerra, uno bello ferale e l'altro più distaccato, entrambi si mostrano spietati con l'avversario e amorevoli con il loro popolo o la loro truppa.
Ci sono un paio di refusi che non intoppano la lettura, la frase con l'eco rompe un po' di più.
Io ci avrei messo più puzza e più denti gialli :-)
La violenza più che esplosiva è rabbiosa ma comunque i bonus ci sono.
A presto :-)

Il sorriso del maiale

Ciao Luca, eccoci qua e stavolta non c'è troppa pipì :-)
Un bel racconto, mi è piaciuto molto e mi ha coinvolto, sei stato molto bravo a rigirar le carte.
Quando ho letto del brigante nel pollaio e poi dell'arrivo del porco vedevo già uno che sgozzava amorevolmente l'altro nel porcile e invece avevi altri piani.
Hai mantenuto vivo l'interesse.
L'ambientazione non da molto l'idea di sporco a parte il pollaio ma direi che comunque i bonus ci sono.
A presto :-)

Sulla collina di Hedin

Ciao Andrea e complimenti, veramente un bel racconto.
Bella la storia, lo sviluppo, i dialoghi, gli argomenti, i personaggi, l'ambientazione. È tutto collegato ad arte.
Se proprio devo far una critica direi che non ho capito molto il motivo per cui Caterina uccide il templare.
I bonus ci sono tutti.
C'è poco da dire, un perla.
Molto molto bravo.
Chapeu

A presto :-)
La frase più pericolosa in assoluto è: Abbiamo sempre fatto così.

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roberto.masini
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Re: Gruppo Cristiano Saccoccia

Messaggio#4 » giovedì 19 marzo 2020, 19:14

Il solito improbo lavoro della classifica!
Questi i miei commenti

Sulla Collina di Hedin
Ciao, Andrea.
Bellissimo racconto. Tema centratissimo. Sotto il velo di una narrazione fantasy un vera e propria riflessione filosofica sul bene e sul male che non a caso ricorda il nome dell'albero dell'Eden che era Albero della conoscenza.La figura della protagonista (Caterina da Siena o no) è ricca di mille sfaccettature, caleidoscopica, direi. Molto apprezzabile l'uso del dracontopode con la sua stimolante funzione di analisi dei punti di vista, delle coincidenze degli opposti, a metà tra un Socrate e un Virgilio dantesco. Mi è sembrata appunto un'anabasi della protagonista verso la conoscenza attraverso Il Bene e il Male, Il Santo e il Diavolo, la dura scalata verso il Saggio della Montagna che risponde alle grandi domande esistenziali oppure no perché le risposte le abbiamo già dentro. Ho riscontrato personalmente un rifermento ai tre stadi della conoscenza di Comte, teologico, metafisico e scientifico. Ma questa è forse un a mia personale deduzione rispetto a un racconto con concezioni essenzialmente medievali!
I bonus ci sono tutti ma vorrei rimarcare l'uso estremamente funzionale della bestia medievale perché molte volte in questi contest i bonus sono solo aggiunti al racconto come un pleonastico francobollo.
Complimenti!

Il sorriso del maiale
Ciao, Luca.
Tema centratissimo attraverso una narrazione d'ambiente medievale reso in modo eccellente attraverso descrizioni e dialoghi molto pertinenti.L'esorcismo con riferimento ai Vangeli è altrettanto efficace anche se c'è un andamento ondivago del demone: prima Frate Antonio, poi la scrofa,poi Felice e infine di nuovo la scrofa che però condiziona tutti i frati. Se il demone è nella scrofa, lì dovrebbe rimanere oppure trasferirsi poi definitivamente in qualche altro. Fisime mie! L'unica contestazione che stavo per fare riguardava il bonus dell'ambientazione ma solo perché io avevo dato a sporca una connotazione d'immoralità. Il dizionario riporta anche: contrastante più o meno vistosamente con l'igiene, la pulizia, la decenza, per l'occasionale presenza di rifiuti ( una casa molto s. ) o in conseguenza di un contatto con sostanze imbrattanti (fango). Quindi anche i bonus sono tutti soddisfatti!

I cacciatori di manticore
Ciao, Valerio.
Tema centratissimo nella misura in cui i protagonisti si sentono santi nell'eliminare l'orrenda creatura e diavoli nel costringere un innocente a rivelare dove si trovi. Ambientazione perfetta e finale non banale, con l'utilizzo del sogno, rispetto alla scelta di raccontare una storia ambientata nel presente che ha come vero antagonista un mostro medievale. Le armi dela bestia sono esattamente quelle descritte nei bestiari. I bonus sono tutti e tre presenti.
Personalmente odio le d eufoniche, quando non occorrono!

Rospo e la Manticora
Ciao, Danilo.
Molte volte mi è stato detto di mostrare e non raccontare. Quindi premetto che anch'io ho la tendenza a non inserire molti dialoghi. Qui però ce ne sono veramente pochi. L'ambiente è ben descritto e la lotta con il mostro è resa in modo altrettanto efficace. Perfetta la descrizione della bestia . Ma se il diavolo è sicuramente la bestia, dov'è il santo. Il santo, secondo me, deve essere qualcosa di più di un giovane scudiero che difende il Condottiero. Quindi per me zoppicante è il tema. Tutti i bonus sono perfettamente inseriti.

Ritorno a Kinshasa
Ciao, Davide.
Un'hard boiled story abbastanza buona nell'ambientazione e nei dialoghi. Ottimo lo stile. Buono il finale. Ma il tema non mi sembra centrato appieno. In una sequenza di angeli veri, angeli caduti e risollevati, i diavoli sono solo incollati in quel sogno. E mi sembra un po' poco. A tal punto che gli stessi bonus, pur presenti, sono tutti concentrati nel sogno.
A rileggerci!

L'Idra e l'avvoltoio
Ciao, Agostino.
Un buon racconto fantasy eroico con termini militari un po' incoerenti come rodeleri e doppiosoldo che ricordano i lanzichenecchi del XVI secolo e il termine tercio utilizzato dall'esercito spagnolo per descrivere un tipo di organizzazione militare costituita da una parte di picchieri e una parte di moschettieri armati di archibugi ( anche qui XVI secolo). Antagonista e protagonista ben decritti con una sequenza di tattiche perfette. Ma dove sono i santi. Ci sono solo cattivi e buoni diavoli! Non ho apprezzato il finale. Due bonus presenti: non mi sembra paradossalmente che ci sia una scena di violenza esplosiva.
L'espressione un palo con su inchiodati i teschi spero sia un refuso!

L'esercito della Chimera

Ciao. Arianna.
Il tuo mi è sembrato un racconto storico che si è perso nel tentativo di utilizzare tutti i bonus. Concordo con chi ha detto che si sono affastellati temi erotici e fantastici in un coacervo indistricabile. Qualche avvisaglia o anticipazione di questo esercito sarebbe stata utile: la parola compare solo alla fine oltre che nel titolo. Ho visto molti diavoli e pochi veri santi e il mostro rimane indescrivibile.

Ed ecco la classifica:

1. Sulla collina di Hedin, di Andrea Lauro
2. Il sorriso del maiale, di Luca Nesler
3. I cacciatori di manticore., di Valerio Covaia
4. Rospo e la manticora, di Danilo Riccio
5. Ritorno a Kinshasa, di Davide di Tullio
6. L'idra e l'avvoltoio, di Agostino Langellotti
7. L'esercito della chimera, di Arianna D'Angelo

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Gruppo Cristiano Saccoccia

Messaggio#5 » sabato 21 marzo 2020, 17:45

Il sorriso del maiale
Ciao Luca. Ben ritrovato.
Come sempre, complimenti. Stile ottimo e racconto fluido, ben strutturato e con una bella semina. L'ho saputa apprezzare soprattutto a racconto concluso, perché fino alla fine iniziavo ad essere perplesso sulla presenza di Lucio, non indispensabile alla storia. Ma alla fine mi sono ricreduto per via del suo ruolo nella evoluzione del protagonista.
Ottimo anche il cambio di registro nei dialoghi e la caratterizzazione.
L'unico punto un po' confuso è quello che riguarda la vita nel monastero, dove ho fatto fatica a distinguere i personaggi secondari e i loro ruoli. Però è solo in quel punto. Nel resto è tutto chiaro, a parte la frase finale. No. Ho ben capito chi sia questo mercante, il marito della donna? Inoltre non ho compreso se il cambiamento di Simone sia dovuto a una possessione o a un semplice accostamento al peccato. Sono curioso sulle tue intenzioni.
Parliamo dei bonus. La location sporca è risicata, ma non me la sento di bocciarla.
Sulla bestia direi che c'è, perché viene menzionata e la violenza esplosiva pure.
Ripeto, ottima prova.
A rileggerci.

L'idra e l'avvoltoio
Ciao Agostino.
Ben ritrovato. Anche nel tuo caso, ottimo stile e caratterizzazione dei due protagonisti, unici attori della vicenda, con i due eserciti come sfondo.
Gli espedienti da te utilizzati sono stati molto interessanti e le strategie adottate dai due comandanti hanno ben reso l'idea di una sorta di partita a scacchi portata a una situazione di stallo.
Una cosa che non mi ha tanto convinto è stato leggere degli uomini dell'Avvoltoio che conoscono i sentieri di montagna meglio del colosso. Quelli sono loro territori da generazioni. Gli altri sono semplici mercenari. Come è possibile? Mi è parsa una grossa forzatura. Sarebbe come leggere di un tedesco che usa sentieri sconosciuti ai partigiani. Non è molto credibile e ha un po' stonato in un racconto che stava proseguendo con estrema logica.
Per il resto, una trama che non esplode e che può ritenersi interessante più che altro all'interno di una storia molto più ampia. Ma questi sono gusti personali.
Parlando di bonus, ho visto evidente solo la bestia medievale dello stendardo. L'ambientazione sporca non mi ha molto convinto. La terra bagnata in un campo aperto non la consideri tale. Si poteva fare di meglio. Anche la violenza esplosiva è più che altro uno spintone con annessa minaccia e non mi sembra rispettare molto la richiesta.
Comunque, in conclusione, bel racconto.

L'esercito della Chimera
Ciao Arianna.
Credo sia la prima volta che ci incrociamo su MC.
Se è una delle prime volte, non spaventarti di fronte alle critiche. È una bella palestra e serve a migliorarci.
Nel tuo racconto ci sono tutti e tre i bonus. Sei stata brava a inserirli. Anche la trama ha un suo perché. Bisogna però lavorare sullo stile.
In primo luogo sfoltire gli aggettivi. Ne usi molti e rendono un po' pesante la letture. Prova a toglierli e a raccontare meno, mostrando le cose attraverso vie secondarie. Magari seminandole nei dialoghi o nelle azioni e comportamenti.
Per esempio, dire che una persona è malvagia o che fa una risata demoniaca rende tutto un po' parodistico. Prova a fare arrivare il lettore stesso a quella conclusione, senza dirglielo in maniera esplicita. Il racconto ne gioverebbe parecchio.
Attenta anche ai verbi, in parecchi punti sbagliati. Anche alle eufoniche, appesantiscono.
Sono sicuro che con questi e altri suggerimenti riuscirai a raffinare parecchio la tua penna. Non mollare.
A rileggerci!

Sulla collina di Hedin
Ciao Andrea, piacere di ritrovarti.
Complimenti per il racconto. Hai caratterizzato molto bene i personaggi e hai reso l'ambientazione molto suggestiva. Anche la creazione della poesia, il nome della collina e tutto il contorno, mi è piaciuto molto.
Hai dato anche un vero senso alla trama, toccando argomenti profondi, con fluidità. Forse, a tre quarti di racconto circa, si incespica un po', nel senso che diventa molto difficoltoso seguire il senso dello scambio di battute tra la protagonista e la Naga, ma alla fine conduci comunque a destinazione.
Da amante delle ciclicità, ho apprezzato anche il finale.
I bonus direi che ci sono tutti, quindi non mi resta che rinnovarti i complimenti.

Rospo e la manticora
Ciao Danilo. Piacere di incontrarti qui su MC.
Parto col dire che il tuo stile mi piace davvero tanto e anche la storia l'hai sviluppata molto bene. I personaggi sono parecchio caratterizzati e ho molto apprezzato anche il tipo di registro linguistico diverso per ognuno di loro. Anche l'ambientazione è molto suggestiva e sugli aspetti tecnici, di conseguenza, ho ben poco da dire.
Certo, non è una storia ricca di plot twist, anzi, è molto lineare in quanto abbiamo il protagonista, abbiamo il mostro e abbiamo la lotta con il mostro che lo porta vincitore. Non il più originale degli schemi, diciamo, ma lo hai reso gradevole nel modo in cui l'hai tratteggiato.
I bonus ci sono tutti e tre. L'unica cosa che non trovo è l'aderenza al tema "sia santi che diavoli". Mi potresti dire dove l'hai inserito? Perché altrimenti, per quanto mi sia piaciuto, ne uscirebbe penalizzato.

Ritorno a Kinshasa
Ciao Davide. Ben trovato su MC.
Parto col dirti che hai un ottimo stile descrittivo e non è cosa da poco. La trama scivola tranquillamente, seguendo gli standard classici del noir. Forse i personaggi sono un po' troppo all'americana, con il detective (si utilizza questo termine in Italia?) il sigaro dell'ispettore, lo slang. Non so, mi è parso un po' estraneo alla nostra realtà, ma capisco che in questo genere narrativo, spesso, vengono introdotti questi stereotipi per creare atmosfera.
Venendo al resto, penso che il racconto possa essere tranquillamente sfoltito. Soprattutto nella parte iniziale. Tutta la parte dove lui si sveglia e si prepara, ricevendo la chiamata dal lavoro, è necessaria? Potevi iniziare con lui già alla centrale, in attesa di essere ricevuto. Ma anche quella non la reputo necessaria, se non per caratterizzare un po' il protagonista. Quello che contava davvero, in tutta la vicenda, era l'indagine di per sé, il confronto finale con il nemico e la corruzione del protagonista (o liberazione? Chi lo può dire?). C'erano, in sintesi, molti modi per guadagnare caratteri e utilizzarli per dare più profondità alla vicenda, perché di Giordano sappiamo davvero poco ed è difficile entrare in sintonia con lui, empatizzare e capire le sue scelte.
Con questo tipo di lavoro, secondo me, il testo guadagnerebbe parecchio.
A rileggerci.

I cacciatori di manticore
Ciao Valerio, ben ritrovato su MC.
Il racconto ha una struttura robusta e mi complimento con te per averla costruita. L'interrogatorio al giovane ben si sposa con il concetto "sia santi che diavoli", portando uomini dalle buone intenzioni a compiere azioni non tanto belle. Su questo punto, però, devo dirti che sarebbe bastato mostrarlo, anziché ribadirlo più volte durante il racconto. Altrimenti il lettore si sente preso per stupido e non si ottiene un buon risultato. E' una cosa su cui ho dovuto lavorare anche io a suo tempo.
Lo stesso vale per l'infodump all'interno dei dialoghi. Riepiloghi troppo e questo li rende innaturali. Per farti alcuni esempi:

"La manticora continuerà a vivere per tanto tempo, perché io non la tradirò. Non lascerò che le tendiate una trappola e patisca le mie stesse sofferenze!»

Questa frase è innaturale. Perché sia il ragazzo che gli uomini sanno bene quali sono le intenzioni di questi ultimi. L'unico che non lo sa è il lettore, ma dirglielo tramite il dialogo non va bene, diventa artificioso. Immagina un uomo che punta la pistola ad un altro e questo dica: "Ti prego, non voglio che tu prema il grilletto affinché una pallottola mi attraversi il corpo e mi uccida!"
Ho estremizzato ma il concetto è lo stesso e questo problema lo si trova più volte nel testo.

Altri problemi: gli unici ad avere identità propria sono il ragazzo e il vecchio. Gli altri tre sono come dei manichini, tanto che è difficile distinguerli, pur ricordandosi i nomi. Questo porta a non empatizzare per Fred nella parte finale, all'uccisione della famiglia, perché non si ha fatto proprio il protagonista. Ed è un peccato, perché lo stratagemma del sogno ha un suo perché e tanto mi ha ricordato Misery di Stephen King.

Ancora, il ragazzo, una volta che gli viene massacrata la mano, ha la forza di parlare e parla parecchio, troppo. Sembra non gli sia successo nulla, quando in realtà gli hanno perforato il palmo e distrutto le dita. Tu, in tutta onestà, riusciresti a dire tutte quelle frasi? Calcola che poco dopo gli hai fatto anche perdere i sensi per il dolore, giustamente.

Infine, il pippone sui campi di concentramento eccetera, era necessario? Oltre a stonare un pochino all'interno della situazione, mi ha un po' disorientato in merito alla collocazione temporale del racconto. Mi sembrava un fantasy, all'inizio, o di epoca medievale. Invece i riferimenti ci portano in una società moderna. Con le manticore? Con dei cacciatori di manticore? E' tutto molto strano. Forse tu avevi in mente un'ambientazione specifica, ma non è trapelata.

L'utilizzo della sega, vedo che l'ha già fatto presente qualcuno.

Spero che queste indicazioni ti siano utili. Sono sicuro che lavorando su questi aspetti possa emergere il tuo stile e l'ottia penna che sicuramente hai. A rileggerci!

CLASSIFICA
1) Sulla collina di Hedin
2) Il sorriso del maiale
3) L'idra e l'avvoltoio
4) Rospo e la manticora
5) Ritorno a Kinshasa
6) I cacciatori di manticore
7) L'esercito della Chimera

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Re: Gruppo Cristiano Saccoccia

Messaggio#6 » sabato 21 marzo 2020, 23:29

Classifica come al solito sofferta. Per il podio, a essere sincero, le idee sono state abbastanza chiare. Per il quarto, quinto e sesto posto, invece, è stata davvero dura decidere. Non posso che appellarmi (inevitabilmente) al gusto personale e, presumendo lungimiranza, al margine di miglioramento dei singoli racconti immaginandoli tra le mani di un editor.

-1) Sulla collina di Hedin
-2) Il sorriso del maiale
-3) L’idra e l’avvoltoio
-4) I cacciatori di manticore
-5) Rospo e la manticora
-6) Ritorno a Kinshasa
-7) L’esercito della Chimera

-1) Ciao Andrea, piacere di conoscerti e di leggerti. Ma che bel racconto, complimenti! Ho apprezzato moltissimo la ricerca filosofica, narrativa e linguistica del tuo pezzo: per rendere concreto l’astratto servono talento, sensibilità e un tocco di oscurità visionaria. E fatica. Come quella di Caterina la Nera che scava e si arrovella per capire. O tua, nel predisporre, concatenare e affilare parole argute, stregonerie feroci e speculazioni concettuali. Ti ho letto tutto d’un fiato. Bonus: ambientazione ok, lo sporco del pensiero che si fa luogo fisico, bellissimo. Violenza improvvisa ok, anche se lì per lì non ho capito e ho dovuto riprendere bene tutto il passaggio. Dracontopode mefistofelico ok, con lode. Unica postilla: il linguaggio arcaico funziona, ma in alcuni passaggi si fa un po’ troppo vezzoso. Sono sicuro si possa alleggerire senza snaturarlo con alcuni interventi minimi. Buona fortuna Andrea!

-2) Ciao Luca, sempre un piacere leggerti e prenderci a crapate nell’arena. Specie in un periodo come questo in cui c’è bisogno di evadere, non pensare e sorridere. Anche se si tratta del sorriso di una scrofa indemoniata che si fa beffe degli uomini di fede. L’ambiente del monastero, oltre al tema evidente della Sfida, strizza inevitabilmente l’occhio a Il nome della rosa: ci sono monaci corrotti, concupiscenze visionarie e diaboliche presenze, ma a differenza del mostro di Eco, che metteva al bando il “riso” in qualunque sua forma, qui abbiamo una scrofa grottesca che lo esibisce come tratto distintivo e dissacrante. Ho apprezzato il lavoro sulle fonti e i climax visionari, da pandemonio prima nebbioso e poi scatenato, a cui il racconto conduce. Bene anche il finale e, nel complesso, il percorso di crescita del protagonista. Ho trovato la prima parte eccessivamente lenta, poi il racconto decolla. La presentazione-preambolo poteva essere più svelta, ma la qualità dei dialoghi è buona e migliora via via. Avrei lavorato per rendere la bassezza del mercenario un po’ meno piatta e gratuita. Sui bonus: sicuramente sì alla violenza esplosiva. Bestiario alla mordi e fuggi, ma c’è. Qualche dubbio sull’ambientazione, di uno sporco prevedibile che non esce mai dal seminato. Concesso per traslato sul pandemonio umano che diventa scenario. E adesso in bocca alla scrofa (o dove ti pare!)

-3) Ciao Agostino, piacere di ritrovarti! Ecco un racconto con un bel faccia a faccia duro e crudo. Ho apprezzato la tensione dialogica che sei riuscito a creare tra i due campioni e i rispettivi simboli mitologici. L’Idra e l’Avvoltoio che, consci entrambi della loro forza, tentano di aggirarsi e divorarsi a vicenda. Il tutto avviene con immediatezza: la scelta del tempo presente è una benedizione per la scorrevolezza. L’ho trovato piacevole, seppur con qualche criticità che ti segnalo. Il fatto che ci sia una preponderanza significativa del parlato sull’azione rischia, alla lunga, di sfinire il lettore. La zuffa tra i due campioni nel fango (ottima anche per il bonus -1) è come l’ultimo uomo che fa “libero per tutti” a nascondino: salva la partita, ma ricordati che detto e agito devono sempre essere sinergici, bilanciati e in armonia il più possibile. I due protagonisti (o antagonisti, scegli tu) sono ben caratterizzati, ma ho trovato gli altri personaggi (sulla scena e oltre) più parte dello sfondo che della storia. Sarà che i presenti sono tanti, ma i grandi sono solo due. Anche il finale, un po’ deboluccio e tutto sommato conciliante, non aggiunge nulla che non si sappia già. Bonus: ambientazione piovosa e fangosa che si vede e si tocca con mano, ok. Violenza esplosiva (e salvifica) ok. Bestiario ok, bene!

-4) Caro Valerio,
piacere di leggerti e conoscerti. Hai scritto un racconto che vorrebbe fare un sacco di cose, e questo ti fa onore. Quando scriviamo dovremmo sempre puntare all’altitudine (o alla profondità). L’intramontabile dubbio dell’uomo che si confronta, specchiandosi, nei mostri esistenziali del mito è stato raccontato da molti, e continuerà a esserlo (com’è giusto che sia) nei secoli dei secoli amen. Nonostante un certo inevitabile straniamento, l’idea di declinare queste riflessioni nella quotidianità dei nostri giorni è ambiziosa e interessante, ma a mio avviso dovresti lavorare un po’ di più per snellire lo stile e affilare la prosa, sia per qualche refuso sia per rendere tutta l’operazione inequivocabile e ben definita. Inquadrare già da subito la vicenda, ad esempio, potrebbe ridurre l’effetto distorsione. Anche i nomi stranieri, i riferimenti agli Cherokee e i cenni storici sull’Olocausto frullano un po’ troppo vagamente: bisogna trovare il modo di prepararli e incastonarli per farli esplodere, e splendere, a dovere. Nel complesso, un buon “Work in Progress”. Tra le mani di un editor professionista, chissà! Ok i bonus, ci sono tutti. E ora in bocca alla manticora!

-5) Ciao Danilo,
piacere di conoscerti e di leggerti. Che dire del tuo racconto? Senza girarci troppo intorno, è un pezzo fantasy molto lineare che procede senza intoppi. Non ho trovato problemi morali, tormenti interiori, sovrasensi o altre implicazioni di sorta... il senso è tutto nella parola che si legge. Un po’ come i personaggi, semplici e tutti proiettati all’esterno. Non è un difetto vero e proprio, ma per gusto personale apprezzo maggiormente le narrazioni che aprono a più livelli di significato, non disdegnando un po’ di (in)sano (ma stimolante) ermetismo da scassinare con il grimaldello. Ho apprezzato, invece, il tuo stile di scrittura: trovo sia il vero punto di forza, la linfa e l’energia del racconto. Un bel pastiche linguistico che si alza e si abbassa, si diverte a giocare con la sua stessa materia senza prendersi troppo sul serio (anche se i bestemmioni coloriti del Capitano mio Capitano li avrei edulcorati un tantino). Funziona così bene che quasi, e sottolineo QUASI, non ci si accorge di un avvio lentissimo che ripercorre il prologo della Ballata di sangue e ossa e di una vicenda tutto sommato prevedibile. Se non altro, abbiamo l’ennesima conferma che non è importante solo “cosa” si dice, ma anche “come” lo si dice. Ok i bonus, buona fortuna!

-6) Ciao Davide,
piacere di conoscerti e di leggerti. Che possiamo dire del tuo detective? Sicuramente ho apprezzato lo sforzo nella ricerca di nomi e ambientazioni il più possibile “nostrane”, cercando di sfuggire al cliché dell’americanata poliziesca. Non ho riscontrato particolari cortocircuiti narrativi. Sviluppi la storia correttamente: non ci sono errori né cadute, ma ho avvertito poca elettricità. Mi accodo inoltre, mio malgrado, alla segnalazione antipatica, ma necessaria, di un protagonista eccessivamente stereotipato. Credo che le due cose siano collegate. Per lasciarci un segno indelebile, indipendentemente dal genere, ogni storia ha bisogno di individualità eccezionali, inimitabili. Oltre al nostro Montalbano, hai mai letto qualcosa sul commissario Vazquez? Potrebbe essere un mentore importante. Taccio volutamente il nome del suo autore, così quando lo scopri ti diverti. Buona fortuna, a rileggerci presto! (Bonus ok).

-7) Ciao Arianna,
piacere di conoscerti. Un po’ meno di leggerti, purtroppo: ho trovato questo racconto molto confusionario... Cenni storici, fantastici, erotici e didascalici si aggrovigliano senza troppo senso né armonia. I pezzi si incastrano male, i dialoghi sono poco incisivi e l’info-dump fa il resto. A un certo punto mi è sembrato di leggere una versione satanista di 50 sfumature di grigio (con stanza del Piacere annessa). Hai diretto la tua ricerca di “sporcizia” nella combo introspettiva perversione sessuale + degrado della casa, ma l’esito è acerbo. Come Cristiano, anch’io mi sento di consigliarti di rivedere il pezzo e riscriverlo con maggiore consapevolezza, magari dopo aver digerito qualche lettura eccellente sull’argomento. Ti consiglio in particolare Cent’anni di solitudine, che ho appena finito di leggere. Lì si sente davvero la dissoluzione della casa e la dannazione incestuosa, satura di morte ed eternità, della famiglia che ci abita. Anche il racconto La caduta della casa Usher può offrirti lezioni importanti. Ok tutti i bonus. Buon lavoro, alla prossima!

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Puch89
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Re: Gruppo Cristiano Saccoccia

Messaggio#7 » mercoledì 25 marzo 2020, 18:26

Classifica

1) Sulla collina di Hedin - Andrea Lauro
2) L'idra e l'avvoltoio - Agostino Langelotti
3) Il sorriso del maiale - Luca Nesler
4) Rospo e la manticora - Danilo Riccio
5) Ritorno a Kinshasa - Davide di Tullio
6) L'esercito della chimera - Arianna D'angelo
7) I cacciatori di manticore - Valerio Covaia


Il sorriso del maiale - Luca Nesler
Ciao Luca, rieccoci qua.
Veniamo al dunque, il racconto mi è piaciuto, te lo dico subito chiaramente, così ci si toglie subito il pensiero!
Però devo dire che l'inizio "cozza" un pochino con la fine, in termini di fluidità e di sensazioni che personalmente mi ha stimolato, ma è una cosa mia credo. Simone è ben rappresentato, ragazzo ingenuo dalle buone intenzioni che però, alla fine, viene plagiato dall'uomo che incontra e che si rivela forse il vero diavolo (per come l'ho intesa io) e lo distoglie dalla retta via. Di rimando, però, ho trovato gli altri frati un pelo anonimi, ma capisco che erano di contorno e non si poteva star lì a perder tempo nel caratterizzarli tutti a dovere. Mi è piaciuto come hai reso gli scorci di vita monastica, molto realistici e ben descritti.
L'ambientazione rientra nel bonus, sia perché materialmente hai rappresentato sozzume, sia perché dei frati che si ammazzano e fottono una scrofa a vicenda è un'immagine assai sporca, in termini morali. La scena esplosiva anche c'è tutta, non me l'aspettavo devo dire, e l'accenno al mostro medievale sono felice sia rimasto tale, perché di carne al fuoco ce n'era già a sufficienza.
Che dire, un buon racconto, dall'inizio un po' lento, ma che nel finale si riprende tutto alla grande. Bravo Luca!

L'esercito della chimera - Arianna D'angelo
Ciao, Arianna.
Veniamo subito al dunque. Il racconto di per sé non è così malaccio, il problema è che hai tentato di entrare a gamba tesa nello stanzino dei bonus cercando di accaparrarteli tutti sacrificando lo stile e la fluidità necessaria per fruire al meglio di una storia del genere. Il contesto storico scelto è anche interessante, ma al contempo difficile da estraniare in un parallelismo fantastico, se non sei davvero scafata nel farlo. Ci sono passaggi troppo estranei alla trama che uccidono il ritmo e l'interessa; tanto, troppo infodump; tanti, troppi aggettivi, e detto da uno che ne usa molti è tutto dire, credimi. Poco "show" e troppo "tell", se sai a cosa mi riferisco. Ma tutto questo è pura palestra, potrà sembrare dura e poco utile in un primo approccio, ma poi una volta messo da parte l'ego ci si accorge che molte critiche sono utili (anche se a volte non tutte, questo è garantito).
Mi piacerebbe rivedere questo racconto rimaneggiato magari più in là, nel laboratorio, sempre che tu abbia la voglia di farlo, perché ha del potenziale e più di un passaggio mi ha sinceramente catturato.
I bonus alla fine li hai centrati, per il resto ecco, diciamo che te ne abbiamo dette già abbastanza, credo tu abbia capito.
Alla prossima!

L'idra e l'avvoltoio - Agostino Langelotti
Il racconto l'ho trovato davvero ben scritto e fluido, nonostante la ragguardevole mole di dialoghi rispetto ad un'azione vera e propria.
Ora capisco cosa intendi quando mi parli di eccessiva descrizione, sebbene ognuno abbia il proprio modo di vedere le cose.
Mi piace la tensione creata tra le due fazioni, la caratterizzazione dei protagonisti che hai creato con dovizia e competenza, la loro diatriba che, come già detto da qualcun altro, sembra un gran parallelismo ad una mastodontica partita a scacchi.
Il faccia a faccia fra i due è eccezionale, si percepisce la tensione ed ogni sfumatura dell'ostilità reciproca; la zuffa è stato un ottimo modo per puntare al bonus senza strafare. Avrei calibrato meglio però l'azione e il parlato, capisco sia difficile considerando il modo in cui hai impostato questa storia, che si basa fondamentalmente sul parlato e sul confronto diretto, ma aiuterebbe il lettore a divincolarsi tra le due cose senza pesare troppo; fermo restando che il tutto è scritto in maniera fluida, come ho già riportato.
Il finale non mi è piaciuto moltissimo, o meglio ci sta, ma avrei preferito qualcosa di più "sentito", rimanendo in linea con l'atmosfera di guerra e ostilità che si respira dall'inizio alla fine.
I bonus ci sono, li hai presi tutti e tre, senza remore.
Che dire, gran bel racconto, mi ha tenuto incollato allo schermo senza problemi e me ne ricorderò per un po'. Alla prossima.

I cacciatori di manticore - Valerio Covaia
Ciao Valerio, lieto di leggerti.
Allora partiamo subito dal presupposto che l'idea alla base mi è piaciuta, la trovo affascinante, il problema sono l'esposizione e l'intreccio che non ho molto digerito. Mi spiego.
Hai utilizzato un'esposizione dei fatti molto artificiosa, con dei dialoghi poco credibili nel contesto in cui sono inseriti; come il ragazzo che viene pugnalato alla mano e sciorina un discorso fin troppo lungo e costruito per le condizioni in cui versa in quel momento; spesso parlando i personaggi utilizzano periodi troppo lunghi e mai interrotti per comunicare azioni e stati d'animo, utili per far pesar meno la lettura e per bilanciare i tempi di apprendimento delle situazioni di chi sta leggendo. Il tutto poi, viene alternato a lunghissime narrazioni che appaiono anch'esse costruite senza pathos, che non basta descriverlo nei dettagli ma va soppesato nella struttura comunicativa del racconto, in modo tale da farlo percepire senza apparire solo una lunga e fredda lista di eventi.
Per il resto, ho trovato incongruente che dei presunti cacciatori di manticore, trovatisi davanti ad una di esse (e che per giunta cercavano di stanarla) si siano fatti cogliere impreparati come un gruppo di civili qualsiasi. Poi non hai perso neanche una riga ad introdurre il contesto, capiamo che siamo nel presente ordinario, ma ci sono queste manticore che minacciano l'incolumità collettiva, mi sarebbe piaciuto saperne di più per dare profondità all'ambientazione.
Ad un certo punto a più di metà racconto mi informi dei nomi dei tre cacciatori senza avermi dato nessun modo di entrare in contatto con loro, mi esponi di come muoiono e finisce lì.
Ci sono tutta una serie di situazioni che hai esposto in modo ampolloso e privo di coinvolgimento, per quello che è il mio giudizio soggettivo. Il finale ci potrebbe stare, ma mi è sembrato sviluppato in fretta, non riesco ad essere dispiaciuto per Fred perché non mi hai dato modo di empatizzare.
Ce ne sarebbero ancora di cose da dire ma mi fermo qui, penso tu abbia capito e spero che prenderai queste osservazioni nel giusto verso per capire come migliorare. I bonus direi che li hai presi. Alla prossima.

Ritorno a Kinshasa - Davide di Tullio
Ciao Davide. Allora, il racconto mi è piaciuto, il tuo stile di scrittura è molto essenziale e asciutto ma riesce a mantenere una certa proprietà descrittiva senza perdersi in fronzoli eccessivi, il che è davvero un'ottima cosa. Forse può risultare un po fredda, ma credo che sia colpa anche del limite di caratteri imposto. La storia ci sta, verso la fine mi ha anche attratto particolarmente, l'olon è una trovata semplice ma funzionale e l'ho apprezzata, però credo che ci sia un po di incongruenza. Viene descritta inizialmente come caso nazionale per i suoi effetti catatonici, quando in verità è una sostanza che "libera" dai propri demoni fornendo un nuovo punto di vista del concetto di esistenza a chi la assume; sono due cose abbastanza diverse fra loro, non mi sembra coerente.
Il personaggio di per sé è chiaro sia stereotipato, ma immagino tu l'abbia voluto proprio così, solo che forse lo è un po' troppo.
Alcuni passaggi sono troppo frettolosi, non danno il tempo di assorbire la trama, si va a ritmo serratissimo e troppo poco approfondito. Anche i dialoghi, che godono di un buon botta risposta ma li ho trovati privi di pathos, sono tutti diretti senza stacchi descrittivi che, almeno per quanto mi riguarda, se scanditi bene aiutato a descrivere la scena e lo stato emotivo dei dialoganti. Il finale arriva, come tutto il testo, troppo in fretta.
Per il resto il racconto meriterebbe più spazio per essere sviluppato, potresti pensarci su.
Il tema non è molto centrato, la parte del sogno è stata costruita appositamente per rimanere attinente a 2 bonus su 3 ed era evitabilissima, caratteri che potevano essere usati meglio! E sia santi che diavoli calza poco in tutto il contesto. Alla prossima!

Rospo e la manticora - Danilo Riccio
Ciao Danilo, piacere di leggerti.
Allora, buon racconto, devo dirtelo subito. Quando scrollando preventivamente ho visto il wall of text mi ero un po preoccupato, poi mi sono ricreduto. Il testo è vero che soffre un po' la carenza di dialoghi, ma hai gestito discretamente la cosa, bravo.
Non che sia necessariamente un difetto, alcuni dei migliori autori erano avidi di inserire dialoghi, ma bisogna saperci fare.
Tornando a noi, i bonus ci sono tutti e tre e ben inseriti.
Rospo è un personaggio che hai saputo davvero ben caratterizzare, ho amato il suo modo di prendere le cose in quel certo modo che hai ideato. Quasi viene voglia di venirne a sapere di più, di tuffarsi nelle sue storie e scoprire cos'altro ha da raccontare, e quando scatta questo meccanismo nella mente del lettore è una cosa eccezionale, significa che si è lavorato bene.
La storia è funzionale, forse un po' lenta soprattutto all'inizio, ma alla fine l'ho apprezzata per come si chiude.
Spero di rileggerti presto, alla prossima!

Sulla collina di Hedin - Andrea Lauro
Ciao Andrea, finalmente sono riuscito a leggere il tuo racconto.
Mi hai lasciato senza parole, devo essere onesto. Posso affermare con sicurezza che questo è il racconto migliore di tutto il contest, senza dubbio. Tutto il testo scorre con grande facilità ma, in maniera inversamente proporzionale, è ricolmo di poesia, filosofia, riflessione. Quando ci si imbatte in contenuti che inducono il lettore a riflettere e sondare se stesso rimango affascinato, sia per il testo sia per la mente dell'autore che hanno partorito tanta complessità. Occorrono grande sensibilità e competenza per scrivere dialoghi del genere, ma soprattutto riuscire a centrare il focus di ciò che intendi esprimere ed elaborare e suddividerlo come un prisma in ogni sua sfumatura, per poterlo riversare e ricomporlo in enigmi e botte e risposta come avviene qui. Sei stato davvero bravo in questo, lasciatelo dire.
Ho apprezzato anche l'utilizzo di un vocabolario fluente e ricco ma mai pesante o ampolloso, hai saputo creare un'atmosfera seducente, che invoglia a continuare a leggere.
La storia di per sé mi è piaciuta molto, la rielaborazione di Caterina da Siena è stata fenomenale. Ma chi ho apprezzato di più è stata la Naga, con questo passaggio che ho trovato davvero affascinante e il suo successivo essere rivoltato in un'ulteriore prospettiva:

«Ma tu mi chiedevi il perché di queste foglie: mi piace pensare che s’ammucchino come strati di conoscenze acquisite. A contatto con il terreno sta la conoscenza prima, grave e marcescente: quella che ti dà l’appoggio ma sovente fa pure scivolare. Sopra viene quella dogmatica, che crea substrato e per quanto uno tenti di rimuoverla, lì rischia di rimanere: chiamala pregiudizio. Infine», disse scartando di lato, in modo che le foglie più alte del manto si levassero in volo, «c’è quella di astrazione. La più leggera e delicata, frutto di studi continui: quella che siam pronti a confutare il giorno stesso in cui la partoriamo.»

Ci vuole abilità per scrivere così Andrea e con questo racconto hai dimostrato di averne molta.
I bonus ci sono tutti e colti con sapienza.
Potrei continuare ad elencare numerosi punti che ho apprezzato, ma credo che sia sufficiente, è chiaro che ti metterò al primo posto nella mia classifica, te lo dico subito. Alla prossima lettura!

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Spartaco
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Re: Gruppo Cristiano Saccoccia

Messaggio#8 » giovedì 26 marzo 2020, 0:59

Classifica Cristiano Saccoccia

1) L'idra e l'avvoltoio - Agostino Langelotti
2) Sulla collina di Hedin - Andrea Lauro
3) Il sorriso del maiale - Luca Nesler
4) Ritorno a Kinshasa - Davide di Tullio
5) Rospo e la manticora
6) I cacciatori di manticore - Valerio Covaia
7) L'esercito della chimera - Arianna D'angelo

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Spartaco
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Re: Gruppo Cristiano Saccoccia

Messaggio#9 » giovedì 26 marzo 2020, 10:32

Ecco commenti e classifica del Lettore Anonimo

1. Ritorno a Kinshasa
2. Il sorriso del maiale
3. L’idra e l’avvoltoio
4. Il cacciatore di manticore
5. Rospo e la manticora
6. Sulla collina di Hedin
7. L’esercito della chimera

Il sorriso del maiale
Il racconto all’inizio non riuscivo bene a leggerlo, dovevo entrare nell’ambientazione che mi ricordava “Il nome della rosa”, e quell’elenco di nomi di frati ostacolava la concentrazione a mio avviso.
Capito invece chi erano i personaggi principali e quindi quelli sui quali dovevo soffermarmi, la lettura è stata più scorrevole e piacevole. In sè la storia è ben costruita e mi è piaciuta. Un monastero a me affascina sempre come ambientazione. Il luogo mi sembra lurido al punto giusto e c’è un crescendo di violenza.
Complimenti

L’idra e l’avvoltoio
Storia riuscita. L’ambientazione non è di quelle che mi catturano subito. Mi ricordava in un certo senso il “Trono di spade”. Cmq è scritto bene e mi è piaciuta molto la scena finale, l’ultimo scambio di battute che ha dato spessore ai due protagonisti.

L’esercito della chimera
Mi aspettavo qualcosa di più leggendo le prime righe, perché l’ambientazione storica per me è interessante però non si sviluppa. E’ un po’ un orpello giusto per fare sembrare qlcs di più di quello che è.
Il racconto è un po’ scontato e banale e il finale non l’ho molto capito. Lasciato un po’ così.
Secondo me ci sono buoni spunti e anche le parti orgiastiche ci stanno, non mi sono dispiaciute e non mi hanno turbato.

Sulla collina di Hedin
Personalmente non amo questo genere fantasy. Il racconto è indubbiamente scritto bene. L’ambientazione sporca secondo me doveva essere meglio descritta. Le foglie rotte o la vegetazione alta non mi rimanda immagini di sporco. Potevi osare di più. La scena degli insetti che escono dalla bocca di Caterina e divorano il templare è descritta molto bene, mi è piaciuta, mi ha catturato.

Rospo e la Manticora
Il racconto mi è piaciuto. I bonus ci sono tutti. Ho apprezzato l’assenza dei dialoghi. Ho trovato tutto molto “semplice” ma non banale. Lineare e godibile la lettura. L’immagine del ragazzo che bestemmiava tutti i santi con epiteti mai espliciti ma chiari mi ha divertito. Bravo!

Ritorno a Kinshasa
Il racconto mi è arrivato da subito, forse perché a me il genere poliziesco piace.
Il sogno mi è piaciuto, leggevo angoscia e in pratica l’ho letto veramente tutto d’un fiato. L’ispettore è stereotipato ma va bene ci sta. Sono andata anche a cercare Re Leopoldo II perché mi avevi incuriosito.
Bella lettura!

Il cacciatore di manticore
Bel racconto. Scorrevole e ben articolata la trama. I bonus ci sono tutti. L’ho letto tutto d’un fiato. Mi sembrava di vivere la situazione, di essere lì presente e capivo il turbamento della scelta tra liberare il ragazzo o tentare in tutti i modi di avere delle risposte ed eliminare il problema manticora.

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Re: Gruppo Cristiano Saccoccia

Messaggio#10 » giovedì 26 marzo 2020, 17:58

Commenti
Mi scuso di nuovo con tutti col capo coperto di cenere.


1) Sulla collina di Heidi di Andrea Lauro
Ma Andrea... che meraviglia! Mi è piaciuto tantissimo, ogni frase, ogni pensiero, ogni gesto è perfettamente incastrato nel tutto, rendendo il racconto una sorta di viaggio filosofico tra il bene e il male, tra il desiderio e il dovere, conoscenza e supplizio. Davvero incredibile. Le figure sono contestualizzate alla perfezione, ci permettono di immergerci nel racconto accompagnandoci per gradi a piccoli passi. Le scene sono vivide, forti, e i dialoghi incredibili. Hai creato dei personaggi carismatici e sfaccettati, senza mai sbagliare una battuta o scivolare nello scontato. Davvero un gran lavoro, sembra quasi tu ci abbia pensato e lavorato da mesi. Davvero complimenti.
Ho davvero poco o niente da contestare. Anzi probabilmente niente. Ottimo lavoro.

2) Rospo e la manticora di Danilo Riccio.
Ciao Danilo, ero perplessa anche io quando ho visto un bel muro compatto di parole, quasi privo di dialoghi, ma l’hai gestito davvero bene e non ho avuto nessun problema a godermelo. Il tono con cui narri poi, scanzonato e irriverente, l’ho trovato davvero ben inserito. Un minimo accenno al passato di Rospo, quel tanto che basta per farci empatizzare con lui, vecchio volpone! XD i bonus sono largamente rispettati, e vedo che il limo e la melma sono andati alla grande in questa sfida.
Leggendo gli altri commenti e le tue risposte mi sono accorta che io il problema del santo non me lo ero proprio posto, mi sono fatta bastare le coloratissime bestemmie del condottiero e le preghiere di Rospo. E mi terrò per buone quelle, visto che ne è permeato tutto il racconto e sono la caratteristica di entrambi i personaggi umani in scena.
Ribadisco, non sono gran fan del raccontato, che mi fa tanto favola della nonna, ma te la sei giocata nelle giuste proporzioni. Più dialoghi avrebbero fatto scivolare il tuo lavoro nell’infausto show dont tell, e ci saremmo persi il tono scanzonato del narratore. Invece in questo modo scivola proprio come una favola, un po’ forte, ma pur sempre una favola. Ottima la chiusa.


3) L’Idra e l’avvoltoio di Agostino Langelotti
Ciao Pretorian! Ben ritrovato.
Un ottimo fantasy sword & sorcery, il tuo. Ambientazione perfetta, si percepisce la marcescenza del fogliame impregnato di fango e pioggia. Quindi sullo “sporco” nulla da eccepire.
La violenza non è troppo improvvisa, ce lo aspettavamo tutti che i prigionieri non se la fossero passata bene, anzi, io me li aspettavo appesi su un affumicatoio. Però è ben descritta, e anzi, regala una nota di sentimento al personaggio del mercenario. I due protagonisti sono delineati perfettamente, ottima caratterizzazione: sono due gran bastardi, ben lontani dall’eroe senza macchia e senza paura, che ci si abitua a leggere. Due gran bastardi ma del tutto verosimili, chi non approfitterebbe della seppur minima possibilità per vincere e riportare a casa la pellaccia? Quindi ancora più “reali”.
Noto che hai riletto con attenzione la seconda parte, un po’ più velocemente la prima, dove trovo diverse ripetizioni e qualche refuso. La quantità di nomi che hai usato per le armi, gli schieramenti, le tipologie di soldati... un po’ troppo per i miei gusti. Non dico che sia giusto o sbagliato, ma per me, due volte su tre, avresti potuto risolverla con “il soldato”, “il mercenario” e via così.
Lo scambio è molto commovente, commuove l’avvoltoio, commuove il suo senso di impotenza, la sua disperazione e il suo non essere stato capace a preservare tutti i propri uomini. Commuove l’attaccamento dell’idea al villaggio e il suo volersi immolare pur di salvare donne e bambini. Molto ben gestita, quella parte. Il finale è un po’ tirato via però. La frase finale dell’avvoltoio non è d’effetto come meriterebbe una frase finale. A questo punto non l’avrei messa affatto, e anzi, avrei lasciato intendere che il villaggio fosse spacciato.
Detto questo, che più che altro è un gusto personale, il lavoro è davvero ben fatto, ci s immedesima nell’ambiente e si hanno chiari i personaggi. Fisicamente e caratterialmente. Addirittura sembra di capirne le voci. Solo un dubbio: dove sono i santi?


4) Il sorriso del maiale di Luca Nesler
Ciao Luca. Il racconto ha una buona trama e le caratterizzazioni dei due protagonisti sono davvero ottime, ho trovato buono anche il cambio di location e il salto in avanti, con uno strappo sulla vita futura dei due nuovi compari, sopratutto ho apprezzato che in un paio di righe tu ci abbia mostrato gli effetti dell’avventura nella psiche dell’ex frate.
Hai sovrabbondato con i nomi, non ci serve sapere come si chiamino tutti i frati del convento, ogni volta che ne nomini uno devo sforzarmi di ricordare chi sia pensando che abbia una qualche importanza, per poi scoprire che dopo quella scena non lo vedremo più, o quasi. In molti casi te la saresti potuta risolvere con l’anonimato, un frate, il confratello, il religioso e via andare.
Per la scena di violenza esplosiva, direi ni. Nel senso che se mi chiedono “esplosiva” mi aspetto una cosetta gore, e lo spappolamento di una mano, nemmeno troppo descritto, è, a mio gusto, troppo leggero. Tra l’altro non capisco perché resti lì a farsi fracassare la mano a sassate, senza reagire in alcun modo, di mani ne dovrebbe avere due. Anche sull’ambientazione sporca ho dei dubbi. L’unica parte che corrisponde alla richiesta è all’interno del pollaio, e mi stupirei fosse pulita. Per il resto abbiamo un cortile, un convento e un bosco, per i quali non ci fornisci dettagli riguardo al loro squallore.
Altro dubbio me lo mette la parte più movimentata del pezzo, quando si cerca di sgozzare la scrofa. Nel senso, ma quanto dura questa scena? Abbiamo un gruppetto di frati intenti a massacrarsi tra di loro e ad auto infliggersi ferite mortali, e Simone ha tutto il tempo di nascondersi dietro al pollaio, farsi una sega e rientrare per risolvere la situazione? Per quanto l’idea del frate che deve masturbarsi per resistere alla tentazione è davvero buona, non ci siamo con i tempi. A meno che tu non riesca a rendere meno feroce il casino che la scrofa sta provocando. Perché così, a mio avviso, arriverebbe a massacro finito.
La parte iniziale sembra lenta, ma in realtà è funzionale al narrato, rievoca alla pace e alla consuetudine del convento, quindi il crescendo di ritmo, mano a mano che la lettura prosegue mi è parecchio piaciuto. Tirando le somme, ci sono un paio di cose da aggiustare ma è stata una piacevole lettura.

5) Ritorno a Kinshasa di Davide di Tullio.
Ciao Davide. Ahimè io sono un’altra dei non amanti del genere. Non amo i polizieschi, in noir, i gialli... eccetera eccetera. Il tuo racconto, nonostante le mie avversità personali e ben scritto e si lascia leggere con piacere. La tue scrittura è leggera, fluida mai pesante, e non è poco, visto che mi ha permesso di leggere tutto d’un fiato in genere che proprio non sarebbe nelle mie corde.
Purtroppo i personaggi sono troppo stereotipati: il detective maledetto, stanco e disgustato dalla vita con l’armadio stracolma di Scheletri, il suo capo che non riesce a levarsi le mutande dal culo senza di lui e il cattivo che poi cattivo non è, e alla fine lo tira dalla sua parte.
In più è tutto troppo semplice. Davvero bastava andare da questo tizio e chiedergli dove aveva comprato la “droga” per raggiungere l’erborista/antropologo? E nessuno ci era riuscito o ci aveva pensato? A che serviva inventarsi una copertura, che non è proprio una passeggiata, e soprattutto rivolgersi a Giordano, che forse di incarichi sotto copertura ne avrebbe fatto volenti a meno? Sarebbe bastato andar lì e chiedere.
Tutto questo a meno che Giordano non sia una sorta di prescelto che l’erborista aveva designato dal principio, ma di questo non c’è notizia.
Insomma, un poliziesco, noir o tutta quella roba lì, dovrebbe avere un intreccio, una serie di indizi. Dovrebbe essere una sorta di puzzle che poi alla fine viene completato e qui non trovo nulla di tutto questo.

6) I cacciatori di manticore di Valerio Covaia
Ciao Valerio! Allora sarò un pelo in controtendenza, perché a monte di una buona trama e di una ottima aderenza alla traccia (anzi, probabilmente uno dei più aderenti) e ai bonus, ho trovato un bel po di cose da sistemare, e se, non ti offendi e hai le spalle larghe comincio.
I dialoghi sono troppo artefatti, chi è che con un coltello piantato tra le ossa del metacarpo racconta la storia della sua vita e della sua famiglia? O usa espressioni come “azione sconsiderata”? Uno con un coltello nella mano urla, piange, bestemmia e si dispera. E questo è il problema di tutti i dialoghi, sono tutti messi lì per spiegare a noi cosa succede, perché succede, in che modalità e quali sono le ragioni che spingono il gruppetto di cacciatori a fare quello che fanno. Nessuno si mette a raccontare cosa sta facendo e perché, a chi lo sta facendo con lui e per il medesimo motivo, a meno che non soffra di demenza senile.
La chiacchierata tra i cacciatori serve a mostrarci l’aderenza al tema e a darci le loro motivazioni, che altro motivo avrebbero avuto altrimenti? È un po’ come il discorso finale del super cattivo dei cartoni animati, capisci cosa intendo?
I cacciatori, appunto. Sono troppi. A un certo punto mi sono persa, anche perché salti di continuo con il punto di vista da l’uno all’altro. Non pretendo un punto di vista unico (anche se mi piacerebbe) ma nemmeno conoscere le sensazioni e i pensieri di tutti i personaggi in campo. Sei partito con il pov del ragazzo e saresti potuto tranquillamente rimanere su quello, senza perdere una briciola di trama o di azione, anzi, avresti creato suspense, visto che il ragazzo non può sapere quali sono le intenzioni dei rapitori e cosa lo attende.
Quindi, al netto di una ottima aderenza al tema: tu non ti sei limitato a parlare di santi e demoni, li hai fusi e tramutati nell’uno e nell’altro. C’è da lavorare sullo stile. Con un po’ di editing ne verrà un ottimo lavoro.


7) L’esercito della chimera di Arianna a D’Angelo
Ciao Arianna, è la prima volta che ti leggo, credo. Inizio col dire che di partenza è una buona idea, non solo, alcune parti sono davvero ben rese, lineari, pulite. Purtroppo hai messo troppa carne al fuoco e ti sei persa cercando di non farla bruciare, immagino cercando di accaparrarti tutti i bonus. Hai creato una sorta di 120 giornate di Sodoma in salsa un po’ più horror, e con una motivazione che non sia il semplice aver voglia di farlo. Ora, le motivazioni: se non fosse per i sacrifici umani, le motivazioni sarebbero state anche nobili, quindi ho fatto fatica ad accostarle al demonio e ai suoi intenti. Ho faticato anche ad immaginare come possa questo marito essersi alla fine innamorato di una moglie con cui, a quanto scrivi, non aveva mai scambiato nulla, nemmeno una passeggiata. Faccio anche fatica a immaginare come una donna riesca con un sol colpo ad aprire in due un corpo umano con un coltello.
Alcuni dialoghi sono messi lì solo per spiegare al lettore le loro motivazioni, ma i protagonisti le sanno già, non ha senso che se le ripetano, capisci cosa intendo?
Insomma, una buona idea su cui però bisogna lavorare ancora un pochino.
Polly

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Re: Gruppo Cristiano Saccoccia

Messaggio#11 » venerdì 27 marzo 2020, 0:57

Ecco la classifica finale:

1) Sulla collina di Hedin, di Andrea Lauro - 11 Pt
2) Il sorriso del maiale, di Luca Nesler - 18 Pt
3) L'idra e l'avvoltoio, di Agostino Langellotti - 20 Pt
4) Rospo e la manticora, di Danillo Riccio - 28 Pt
5) Ritorno a Kinshasa, di Davide di Tullio - 37 Pt
6) I cacciatori di manticore., di Valerio Covaia - 40 Pt
7) L'esercito della chimera, di Arianna D'Angelo - 56 Pt

Sulla collina di Hedin, di Andrea Lauro e Il sorriso del maiale, di Luca Nesler accedono alla semifinale e avranno tempo fino a domenica 29 marzo alle 23.59 per revisionare il testo.

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