I cacciatori di manticore.

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il due gennaio sveleremo il tema deciso da Maurizio Ferrero. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
cristiano.saccoccia
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Re: I cacciatori di manticore.

Messaggio#1 » lunedì 16 marzo 2020, 4:00

Ciao Valerio,
sono Cristiano, il tuo "giudice" di girone.
Ho trovato il racconto molto piacevole ( sono le 4 e non mi sono addormentato). Ben scritto e molto vivace e rispetti tutti i bonus richiesti dalla sfida.
Unica cosa, i finali di questo tipo non sono tra i miei preferiti (nota personalissima). Detto questo ho poco da aggiungere, mi è piaciuto e credo che gestisci davvero bene le sequenze narrative insieme ai dialoghi.
Mi spiace non dilungarmi oltre ma è un racconto classico e magari non ci sono obiezioni o menzioni d'onore aggiuntive.

Ti auguro una buona sfida e ti saluto cordialmente.
Cristiano Saccoccia



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Mosaico
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Re: I cacciatori di manticore.

Messaggio#2 » martedì 17 marzo 2020, 9:53

Buongiorno Valerio.
Ho letto il racconto e ti dico subito che tutti i bonus richiesti sono stati inseriti.
La trama è lineare, non ho trovato nulla fuori posto o che necessiti una precisazione.
Il testo è scorrevole e non “inciampa” in nulla che debba essere segnalato.
Quello che ho notato leggendo, riguardo allo stile, è l’uso della d eufonica.
Io personalmente non amo l’uso della d, se non quando è strettamente necessario, tuttavia usarla non è un errore da penna rossa.
Noto subito l’uso della d perché seguendo il tormentato dibattito che da qualche tempo si è sviluppato sull’uso oppure no, ho deciso di uniformarmi, quando possibile, alle norme generalmente stabilite dalle case editrici.

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Mosaico
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Re: I cacciatori di manticore.

Messaggio#3 » martedì 17 marzo 2020, 10:49

Come ti dicevo non è un errore, è una scelta di stile.
A volte, per alcune CE, un indirizzo preciso.

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Proelium
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Re: I cacciatori di manticore.

Messaggio#4 » martedì 17 marzo 2020, 19:22

Caro Valerio,
piacere di leggerti e conoscerti. Hai scritto un racconto che vorrebbe fare un sacco di cose, e questo ti fa onore. Quando scriviamo dovremmo sempre puntare all’altitudine (o alla profondità). L’intramontabile dubbio dell’uomo che si confronta, specchiandosi, nei mostri esistenziali del mito è stato raccontato da molti, e continuerà a esserlo (com’è giusto che sia) nei secoli dei secoli amen. Nonostante un certo inevitabile straniamento, l’idea di declinare queste riflessioni nella quotidianità dei nostri giorni è ambiziosa e interessante, ma a mio avviso dovresti lavorare un po’ di più per snellire lo stile e affilare prosa e dialoghi, sia per qualche refuso sia per rendere tutta l’operazione inequivocabile e ben definita. Inquadrare già da subito la vicenda, ad esempio, potrebbe ridurre l’effetto distorsione. Anche i nomi stranieri, i riferimenti agli Cherokee e i cenni storici sull’Olocausto frullano un po’ troppo vagamente: bisogna trovare il modo di prepararli e incastonarli per farli esplodere, e splendere, a dovere. Nel complesso, un buon “Work in Progress”. Tra le mani di un editor professionista, chissà! Ok i bonus, ci sono tutti. E ora in bocca alla manticora!

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el_tom
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Re: I cacciatori di manticore.

Messaggio#5 » giovedì 19 marzo 2020, 4:55

Ciao Valerio, piacere di leggerti.
Il tuo racconto scorre bene, lineare, l'ambientazione è ben gestita.
I personaggi sono un po' rigidi, la scena nel finale in cui Fred è a tavola con la famiglia ne da un'immagine inamidata, ma non inquadrando con certezza la temporaneità dell'azione può anche starci, a me evoca un sobborgo americano degli anni 60.
Un particolare che mi ha colpito è che la coda della manticora viene tagliata di netto con una sega, avrei scelto un altro attrezzo, l'ideale sarebbe stata un'accetta o un machete, magari più difficile da trovare in un capannone abbandonato ma più coerente con l'azione.
Bonus tutti presenti.
A presto :-)
La frase più pericolosa in assoluto è: Abbiamo sempre fatto così.

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roberto.masini
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Re: I cacciatori di manticore.

Messaggio#6 » giovedì 19 marzo 2020, 17:30

Ciao, Valerio.
Tema centratissimo nella misura in cui i protagonisti si sentono santi nell'eliminare l'orrenda creatura e diavoli nel costringere un innocente a rivelare dove si trovi. Ambientazione perfetta e finale non banale, con l'utilizzo del sogno, rispetto alla scelta di raccontare una storia ambientata nel presente che ha come vero antagonista un mostro medievale. Le armi dela bestia sono esattamente quelle descritte nei bestiari. I bonus sono tutti e tre presenti.
Personalmente odio le d eufoniche, quando non occorrono!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: I cacciatori di manticore.

Messaggio#7 » sabato 21 marzo 2020, 17:33

Ciao Valerio, ben ritrovato su MC.
Il racconto ha una struttura robusta e mi complimento con te per averla costruita. L'interrogatorio al giovane ben si sposa con il concetto "sia santi che diavoli", portando uomini dalle buone intenzioni a compiere azioni non tanto belle. Su questo punto, però, devo dirti che sarebbe bastato mostrarlo, anziché ribadirlo più volte durante il racconto. Altrimenti il lettore si sente preso per stupido e non si ottiene un buon risultato. E' una cosa su cui ho dovuto lavorare anche io a suo tempo.
Lo stesso vale per l'infodump all'interno dei dialoghi. Riepiloghi troppo e questo li rende innaturali. Per farti alcuni esempi:

"La manticora continuerà a vivere per tanto tempo, perché io non la tradirò. Non lascerò che le tendiate una trappola e patisca le mie stesse sofferenze!»

Questa frase è innaturale. Perché sia il ragazzo che gli uomini sanno bene quali sono le intenzioni di questi ultimi. L'unico che non lo sa è il lettore, ma dirglielo tramite il dialogo non va bene, diventa artificioso. Immagina un uomo che punta la pistola ad un altro e questo dica: "Ti prego, non voglio che tu prema il grilletto affinché una pallottola mi attraversi il corpo e mi uccida!"
Ho estremizzato ma il concetto è lo stesso e questo problema lo si trova più volte nel testo.

Altri problemi: gli unici ad avere identità propria sono il ragazzo e il vecchio. Gli altri tre sono come dei manichini, tanto che è difficile distinguerli, pur ricordandosi i nomi. Questo porta a non empatizzare per Fred nella parte finale, all'uccisione della famiglia, perché non si ha fatto proprio il protagonista. Ed è un peccato, perché lo stratagemma del sogno ha un suo perché e tanto mi ha ricordato Misery di Stephen King.

Ancora, il ragazzo, una volta che gli viene massacrata la mano, ha la forza di parlare e parla parecchio, troppo. Sembra non gli sia successo nulla, quando in realtà gli hanno perforato il palmo e distrutto le dita. Tu, in tutta onestà, riusciresti a dire tutte quelle frasi? Calcola che poco dopo gli hai fatto anche perdere i sensi per il dolore, giustamente.

Infine, il pippone sui campi di concentramento eccetera, era necessario? Oltre a stonare un pochino all'interno della situazione, mi ha un po' disorientato in merito alla collocazione temporale del racconto. Mi sembrava un fantasy, all'inizio, o di epoca medievale. Invece i riferimenti ci portano in una società moderna. Con le manticore? Con dei cacciatori di manticore? E' tutto molto strano. Forse tu avevi in mente un'ambientazione specifica, ma non è trapelata.

L'utilizzo della sega, vedo che l'ha già fatto presente qualcuno.

Spero che queste indicazioni ti siano utili. Sono sicuro che lavorando su questi aspetti possa emergere il tuo stile e l'ottia penna che sicuramente hai. A rileggerci!

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Puch89
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Re: I cacciatori di manticore.

Messaggio#8 » lunedì 23 marzo 2020, 9:59

Ciao Valerio, lieto di leggerti.
Allora partiamo subito dal presupposto che l'idea alla base mi è piaciuta, la trovo affascinante, il problema sono l'esposizione e l'intreccio che non ho molto digerito. Mi spiego.
Hai utilizzato un'esposizione dei fatti molto artificiosa, con dei dialoghi poco credibili nel contesto in cui sono inseriti; come il ragazzo che viene pugnalato alla mano e sciorina un discorso fin troppo lungo e costruito per le condizioni in cui versa in quel momento; spesso parlando i personaggi utilizzano periodi troppo lunghi e mai interrotti per comunicare azioni e stati d'animo, utili per far pesar meno la lettura e per bilanciare i tempi di apprendimento delle situazioni di chi sta leggendo. Il tutto poi, viene alternato a lunghissime narrazioni che appaiono anch'esse costruite senza pathos, che non basta descriverlo nei dettagli ma va soppesato nella struttura comunicativa del racconto, in modo tale da farlo percepire senza apparire solo una lunga e fredda lista di eventi.
Per il resto, ho trovato incongruente che dei presunti cacciatori di manticore, trovatisi davanti ad una di esse (e che per giunta cercavano di stanarla) si siano fatti cogliere impreparati come un gruppo di civili qualsiasi. Poi non hai perso neanche una riga ad introdurre il contesto, capiamo che siamo nel presente ordinario, ma ci sono queste manticore che minacciano l'incolumità collettiva, mi sarebbe piaciuto saperne di più per dare profondità all'ambientazione.
Ad un certo punto a più di metà racconto mi informi dei nomi dei tre cacciatori senza avermi dato nessun modo di entrare in contatto con loro, mi esponi di come muoiono e finisce lì.
Ci sono tutta una serie di situazioni che hai esposto in modo ampolloso e privo di coinvolgimento, per quello che è il mio giudizio soggettivo. Il finale ci potrebbe stare, ma mi è sembrato sviluppato in fretta, non riesco ad essere dispiaciuto per Fred perché non mi hai dato modo di empatizzare.
Ce ne sarebbero ancora di cose da dire ma mi fermo qui, penso tu abbia capito e spero che prenderai queste osservazioni nel giusto verso per capire come migliorare. I bonus direi che li hai presi. Alla prossima.

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Polly Russell
Messaggi: 812

Re: I cacciatori di manticore.

Messaggio#9 » giovedì 26 marzo 2020, 17:54

I cacciatori di manticore di Valerio Covaia
Ciao Valerio! Allora sarò un pelo in controtendenza, perché a monte di una buona trama e di una ottima aderenza alla traccia (anzi, probabilmente uno dei più aderenti) e ai bonus, ho trovato un bel po di cose da sistemare, e se, non ti offendi e hai le spalle larghe comincio.
I dialoghi sono troppo artefatti, chi è che con un coltello piantato tra le ossa del metacarpo racconta la storia della sua vita e della sua famiglia? O usa espressioni come “azione sconsiderata”? Uno con un coltello nella mano urla, piange, bestemmia e si dispera. E questo è il problema di tutti i dialoghi, sono tutti messi lì per spiegare a noi cosa succede, perché succede, in che modalità e quali sono le ragioni che spingono il gruppetto di cacciatori a fare quello che fanno. Nessuno si mette a raccontare cosa sta facendo e perché, a chi lo sta facendo con lui e per il medesimo motivo, a meno che non soffra di demenza senile.
La chiacchierata tra i cacciatori serve a mostrarci l’aderenza al tema e a darci le loro motivazioni, che altro motivo avrebbero avuto altrimenti? È un po’ come il discorso finale del super cattivo dei cartoni animati, capisci cosa intendo?
I cacciatori, appunto. Sono troppi. A un certo punto mi sono persa, anche perché salti di continuo con il punto di vista da l’uno all’altro. Non pretendo un punto di vista unico (anche se mi piacerebbe) ma nemmeno conoscere le sensazioni e i pensieri di tutti i personaggi in campo. Sei partito con il pov del ragazzo e saresti potuto tranquillamente rimanere su quello, senza perdere una briciola di trama o di azione, anzi, avresti creato suspense, visto che il ragazzo non può sapere quali sono le intenzioni dei rapitori e cosa lo attende.
Quindi, al netto di una ottima aderenza al tema: tu non ti sei limitato a parlare di santi e demoni, li hai fusi e tramutati nell’uno e nell’altro. C’è da lavorare sullo stile. Con un po’ di editing ne verrà un ottimo lavoro.
Polly

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