Il piede

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filippo.mammoli
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Il piede

Messaggio#1 » lunedì 20 aprile 2020, 22:51

Quando me lo disse la prima volta, non gli credetti.
Ero appena entrato nel carcere di Sollicciano e Claudio, uno dei miei tre compagni di cella che stavo per conoscere, si fece incontro per darmi il suo benvenuto. Avevo temuto questo momento fin da quando il giudice aveva emesso il verdetto di colpevolezza, condannandomi a otto mesi di prigione. Pregavo nell'aiuto della fortuna, io che non avevo mai pregato nemmeno Dio in vita mia.
Non puoi mostrarti debole o remissivo, mi dicevo, ma certo non puoi permetterti di fare lo spaccone o il finto duro con gente che conosce la violenza come unico linguaggio.
Non ero un criminale, io. Ero finito dentro per aver investito e ucciso un vecchio in bicicletta, mentre ero al volante della mia auto. Non lo avevo certo fatto apposta, ma al giudice questo non era interessato. Si era impuntato sul tasso alcolico e sulla presenza di tetraidrocannabinolo nel sangue e non aveva voluto sentire ragioni. Il mio avvocato aveva salutato come un successo incredibile la sentenza, dal momento che la richiesta dell'accusa era stata di tre anni.
E sì cazzo, otto mesi sono davvero una vittoria rispetto a tre interminabili anni, ma sono io che marcisco, lotto e mi spacco letteralmente il culo qui dentro da cinque settimane.
Sembra un secolo, soprattutto se ripenso a come ero allora e come sono adesso.
Rimasi fermo nella mia divisa fresca di bucato e con la biancheria da letto in mano, senza il coraggio di avanzare per prendere posto sulla mia branda.
«Entra dai, nun è che potemo stà a giocà a tira e molla tutta 'a giornata» mi spronò subito Claudio nel suo accento romanesco e con la voce rauca, consumata dal fumo. Gli altri due mi osservavano in silenzio, seduti sui loro letti.
«Mò te rifai er letto, te sistemi 'e tu cose e poi se famo 'na chiacchierata da amici.»
Cercai di non tremare, ma era evidente il mio stato confusionale indotto dalla paura.
«Ma che te stai a mette' paura? Tranquillo. Te 'o ponno dì loro due che non so' cattivo.»
Provai a prendermi tutto il tempo, facendo con estrema calma mentre immaginavo gli scenari possibili.
«Qui nun je ne frega un cazzo a nessuno de chi sei, de che hai fatto o de chi hai ammazzato. Qui ce stanno regole diverse.»
Diceva questo guardandomi con aria paterna.
«Te senti un duro?»
Esitai un attimo. Pensai al tono da usare.
«No. Però...» Claudio mi interruppe.
«Nun ce sta nessun però. Se vede che sei un bravo ragazzo. Te conviene abbandonà subito er difetto più grave. E 'o sai qual è?»
Fece una pausa a effetto, da attore consumato.
«L'orgojo, 'a dignità. Te fa fà 'e peggio cazzate. Te fa ragionà su ciò che è giusto e sbagliato. Se superi quel limite farai solo quello che te conviene. E qui dentro te po' sarvà 'a vita.»
Mi costrinse a leccargli il piede calloso, sudato e lercio per dimostrare a lui, ma soprattutto a me stesso, che ero capace fin da allora di calpestare la mia dignità.
«Ma non lo devi fà sempre e con tutti. Devi imparà dove sta er tu' limite» mi disse alla fine.
Mi sentii umiliato e mi vergognai di me stesso.
Oggi lo ringrazio, per avermi impartito quella lezione ed avermi aiutato a capire.
Il limite invalicabile è quello fisico, non mentale.
Forse lo capirà anche Ahmad, ora che gli sto stritolando la palle dopo averlo legato al letto e imbavagliato per aver tentato di incularmi ieri nelle docce.



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antico
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Re: Il piede

Messaggio#2 » lunedì 20 aprile 2020, 22:57

Ciao Filippo! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa Patrizia Rinaldi Edition!

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Massimo Tivoli
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Re: Il piede

Messaggio#3 » martedì 21 aprile 2020, 14:54

Ciao Filippo, pacere di leggerti.
Un mini-noir senza redenzione, come piace agli amanti del genere come me. In genere il limite viene sempre visto come un confine, una frontiera da valicare, nel senso di stare o da una parte o dall’altra. Di questo racconto mi è piaciuta la natura bidimensionale del superamento del limite: la perdita di dignità e del rispetto per se stessi, sottoponendosi a vittima, da una parte; e la perdita del rispetto per gli atri, eleggendosi a carnefice, dall'altra. In fin dei conti, la strategia di sopravvivenza in un ambiente ostile ci porta a superare il confine dell'umanità, in un senso e nell’altro all’occorrenza, ed entrare nel terreno del disumano, del bestiale. Racconto tecnicamente semplice, con una parte centrale di “tell” puro, che però risulta efficace nello scatenare le riflessioni di cui sopra. Bella prova.

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filippo.mammoli
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Re: Il piede

Messaggio#4 » martedì 21 aprile 2020, 15:13

Che dire... Ti ringrazio dell'apprezzamento. Hai recepito in pieno il mio messaggio. I racconti noir sono i miei preferiti (sto per pubblicare una raccolta di racconti noir per l'appunto) e sì, hai indovinato, quasi mai per i miei personaggi è possibile una redenzione.
Darò un'occhiata più approfondita al tuo Link e ho già visto che si tratta di un thriller, genere che adoro sia leggere che scrivere.
Mi sa che abbiamo gusti molto molto simili...

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emiliano.maramonte
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Re: Il piede

Messaggio#5 » martedì 21 aprile 2020, 15:37

Ciao Filippo!
Stesso girone, ma chi se ne frega! Volevo vedere come te l'eri cavata con il tema.
L'ambientazione carceraria sembra trita e ritrita ma può dare vita a milioni di storie, tematiche e varianti diverse. Mi viene in mente una bellissima serie della HBO "Oz" andata in onda dal 1997 in poi, che io seguii praticamente col naso incollato alla TV per tanto che mi piacque, e parlava di un microcosmo carcerario in cui le regole erano diverse e dove vigevano leggi più istintive, più "animalesche", come quella del più forte. Ebbene, sotto questo punto di vista il racconto mi è piaciuto. E' una rapida istantanea di un'esistenza che è stata stravolta dal carcere. Il protagonista impara, a proprie spese, a valicare un limite e, soprattutto, la spietatezza della vita. E la lezione appresa è solo per sopravvivere e non anche per migliorare come persona, per "rieducarsi", come impone la nostra costituzione. In questo, la frase finale chiude benissimo il cerchio.
Gradevolissima la rievocazione del linguaggio romanesco; caricaturale, drammatico e divertente il rapporto tra Claudio (il galeotto veterano) con il nuovo arrivato, il primo che fa da bizzarro mentore per il secondo.
La realizzazione della storia è abbastanza semplice, ma penso per scelta, senza particolari fronzoli e costruzioni narrative ardite, e manca di qualche picco emotivo in più. La sensazione generale è, a tratti di monotonia.
Occhio all'eccesso di possessivi! Ho notato che sei di manica larga in tal senso.
Comunque, racconto soddisfacente, ma ormai hai un'indiscutibile, ottima penna.

Buona Edition!
Emiliano.

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filippo.mammoli
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Re: Il piede

Messaggio#6 » martedì 21 aprile 2020, 17:30

Grazie per il commento "non dovuto".
Se non sapessi chi sei e non conoscessi la tua sincerità, potrei pensare che hai trovato un modo furbo ed elegante per piazzare un piccolo condizionamento per chi dovrà giudicare il racconto ;)
Esclusa a priori tale eventualità, ti dico che apprezzo la tua lettura e aggiungo solo che in genere a me i fronzoli piacciono poco e che si debba essere Baricco, che comunque non amo, per poterseli permettere.
Quanto poi alle ambientazioni o situazioni abusate, credo che esistano solo modi e topoi logori e già percorsi. La forma è tutto, Forma e sostanza come cantava Giovanni Lindo Ferretti.
Darò una sbirciatina al tuo quanto prima!

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emiliano.maramonte
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Re: Il piede

Messaggio#7 » martedì 21 aprile 2020, 18:11

Caro Filippo, spero di non aver ingenerato alcuna incomprensione o equivoco.
Non volevo affatto intendere che avevi scritto un racconto con una tematica logora, anzi! Lodavo il fatto che hai utilizzato un luogo comune piegandolo con successo agli scopi della tua storia! Quindi... giudizio positivo! ;-)
Grazie in anticipo a te per un'eventuale lettura del mio racconto "fuori concorso".


Emiliano.

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filippo.mammoli
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Re: Il piede

Messaggio#8 » martedì 21 aprile 2020, 18:19

Ma scherzi,
Ho fugato subito il dubbio prima di partire e il tuo commento secondo me, oltre a essere positivo, è centrato, plausibile e sincero.
La critica è la benvenuta ed è il senso ultimo di quest'arena.
Mi sono permesso di giocare un po' solo per l'affetto e la stima già consolidata.
A presto.

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emiliano.maramonte
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Re: Il piede

Messaggio#9 » martedì 21 aprile 2020, 23:09

Alla grande!


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Il Calmo
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Re: Il piede

Messaggio#10 » mercoledì 22 aprile 2020, 11:25

Racconto che ho gradito per la sua chiarezza e anche per l’ambientazione.
Hai dipinto bene il protagonista e il tema è centrato.
Il finale ottimo e spiazzante.
L’uso del romanesco ci sta anche se non so quanto mi abbia convinto.
Non mi è piaciuto molto il momento del “piede”. Quella scena secondo me andavaa meno descritta e più mostrata e forse, dico forse, andava allungata.
Mi sembra troppo “irreale” che dopo cinque minuti in cella si arrivi a un gesto così, capisco i caratteri ovvio, ma è una osservazione che mi sentivo di farsi.
Comunque buona prova.

Daniel Travis
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Re: Il piede

Messaggio#11 » venerdì 24 aprile 2020, 1:48

Il tuo è un ottimo racconto da 4000 caratteri, che scende a buono nello spazio ristretto dei 3333 del contest.
Nonostante qualche eco didascalica, lo stile funziona: ci porti nel bel mezzo di un mondo tutt'altro che gradevole e ce lo fai respirare, che ci piaccia o no - per tre quarti del testo ci tieni incollati alle parole.
Il finale, però, finisce un po' sbrodolato: un singolo periodo di una riga o poco più per la scena centrale del resto, seguito da una piccola svolta («Ma non lo devi fà sempre e con tutti. Devi imparà dove sta er tu' limite») ancora più corta, e un finale affrettatissimo. Se questi tre momenti - il piede, il dialogo, l'aggressione finale - avessero in mezzo un paio di punti e di righe in più (e magari esplorassero una fonte d'astio diversa dal trito abuso in doccia), sarebbe un testo fenomenale.
Resta, comunque, una bella prova.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Davide Di Tullio
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Re: Il piede

Messaggio#12 » venerdì 24 aprile 2020, 16:08

Ciao Filippo,

piacere di rileggerti! allora, al solito la tua prosa scorre liscia e lineare. Apprezzo anche l´originalitá nell´uso dell´idioma romanesco. Eppure.. non so credo che manchi di realisticitá. Non che la situazione in se non possa essere verosimile, ma ho trovato i dialoghi un po troppo stereotipati e quindi meno vividi.
Il tema é centrato e la vicenda in se ha una costruzione sensata, ma a mio gusto manca un po di verve.

a rileggerci!

viviana.tenga
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Re: Il piede

Messaggio#13 » venerdì 24 aprile 2020, 22:11

Ciao Filippo,
Mi è piaciuto lo stile limpido e il modo in cui hai caratterizzato i personaggi (sia il protagonista che Claudio - per quel che mi riguarda, l'uso del romanesco funziona alla grande). Ho trovato la frase finale molto potente nella sua violenza improvvisa (resa ancora più marcata dal fatto che Ahmad non gli ha fatto nulla, solo "provato a"), sicuramente un'ottima chiusura. Concordo con altri commenti sul fatto che la scena del piede meritava più spazio. O, se non la scena in sé, la trasformazione che avviene in quel momento nella mente del protagonista, che è il punto centrale del racconto.

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Laura Cazzari
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Re: Il piede

Messaggio#14 » martedì 28 aprile 2020, 9:18

Ciao Filippo, il tuo racconto è crudo e arriva dritto al punto. Il tema del limite c’è, ma devo ammettere che mi sarebbe piaciuto che finisse con l’umiliazione e non con la vendetta, perché ai miei occhi il superamento del limite era quello della dignità. Un po’ veloce la parte finale, ma capisco che avevi bisogno di caratteri per descrivere il personaggio. Buona prova comunque.
Laura Cazzari

Kiljedayn
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Re: Il piede

Messaggio#15 » martedì 28 aprile 2020, 10:00

Ciao, Filippo, piacere di leggerti e conoscerti! Il tuo è un buon racconto, che raggiunge lo scopo prefisso: mostrarci l'evoluzione del protagonista da "bravo ragazzo" (per usare le parole di Claudio) a detenuto scafato pronto a farsi rispettare con la violenza. Condivido tutte le osservazioni che ti sono state fatte dai commentatori precedenti, forse la scena del piede viene un po' superata con leggerezza; tuttavia, la sua importanza simbolica c'è, e risulta abbastanza efficace. Buona la caratterizzazione di Claudio. In sostanza, un racconto che ho apprezzato. Ti faccio i migliori auguri per questa edition, alla prossima!

Sybilla Levanti
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Re: Il piede

Messaggio#16 » mercoledì 29 aprile 2020, 15:20

Ciao Filippo, racconto che pone in primo piano come, se indirizzati (bene o male non ha importanza dato che siamo noi a dare una direzoine positiva o negativa rispetto alla partenza), i limiti che abbiamo dentro si possono, se non superare, di sicuro spingere un po' oltre rispetto ai confini che abbiamo, che ci siamo costruiti o che la society ci ha costruito intorno.

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antico
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Re: Il piede

Messaggio#17 » mercoledì 6 maggio 2020, 20:04

Racconto molto buono che mi lascia un pelo incerto solo sul finale. Bellissimo il duetto tra il protagonista e Claudio e nulla da dire sulla scena del piede, secondo me giusta. I miei dubbi sul finale sono motivati da una presentazione del protagonista sostanzialmente dipinto come debole che, d'improvviso, diventa tosto come Claudio per difendere quelli che sono i suei limiti e va benissimo non fosse che fino a quel punto siamo stati testimoni di un uomo pieno di dubbi e fuori contesto e d'improvviso ce lo vediamo così cambiato. E ci sta alla grande dopo cinque settimane di prigione, solo mi è sembrato proposto in modo troppo repentino in rapporto all'equilibrio del racconto. Pollice quasi su per me.

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