Un uomo nuovo
Inviato: lunedì 20 aprile 2020, 23:16
Un uomo nuovo
Mi accendo una sigaretta, ne aspiro una profonda boccata e sbuffo via. Rido osservando la brace accesa.
- Lo avrebbe mai detto, dottore? Mai fumata una in tutta la mia vita. Il sapore è disgustoso, cazzo – aggiungo, sputando per terra. – Ma il sapore della libertà… la mente che mastica cose nuove a getto continuo… ah! Quello è dannatamente inebriante!
Butto la sigaretta a terra, la calpesto.
- Guardi! Guardi qui: ho preso dodici chili negli ultimi tre mesi! – dico, schiaffeggiando sonoramente l’adipe della pancia – Alla nostra prima seduta le avevo detto “il mio corpo è un tempio, no?” Beh, l’ho risantificato alle divinità giuste!
Non riesco a resistere: improvviso un tip-tap sulla passerella. Il Dottor Corelli osserva in silenzio la mia performance.
- Alcol… cibi grassi… droghe… non mi sono mai concesso nulla in vita mia. Non avevo idea di cosa mi stessi perdendo! – urlo, alzando le braccia al cielo. – Era tutto nella mia testa, Dottore! Il mio fottuto Super-Io e le mille costrizioni che mi sono state imposte fin da bambino! Ma ora sono libero!
Guardo in basso: Si è radunata una piccola folla. Molti mi indicano con le mani. Comincio ad ancheggiare verso di loro.
- Ho seguito i suoi consigli: mi sono liberato di tutti i miei schemi: ho lasciato esplodere il mio Es oltre qualsiasi limitazione. Non mi sono mai sentito così vivo.
Un giramento di testa. Devo fermare la danza.
- Eh: lo spirito è forte, ma la carne è debole…
Il dottore mugugna qualcosa in risposta. Mi avvicino.
- E non mi sono limitato solo all’alimentazione. Nossignore: pensi che la settimana scorsa mi sono dichiarato alla Signora Pisani, quella del cubicolo accanto al mio. L’ho fatto davanti a tutti! Ce lo vede quell’ometto grigio che è venuto la prima volta nel suo studio a fare una cosa simile? – sospiro. – Mi ha detto di no, ovviamente. Sa cosa ho fatto? Ho preso la sua collezione di musica folk peruviana… si, quella che mette in loop a tutte le ore “perché tanto a lei non le da fastidio, Signor Mevio” e gliel’ho fatta sparire nel tritadocumenti! Dio, la soddisfazione! Erano dodici anni che sognavo di farlo!
Rido. La folla in basso è aumentata. Mi sembra di vedere persino qualche bella ragazza. Strizzo l’occhio verso di loro e soffio un bacio.
- Ah, ma mica me la sono presa per il rifiuto. Nossignore! Quella sera stessa sono andato a signorine. È stato inebriante, come tornare vergine una seconda volta – mi volto verso il Dottore. Gli strizzo l’occhio. – Uomini… donne… trans… ho aperto i miei orizzonti, Doc. Grazie a lei ho capito che la vita è troppo breve per lasciarsi condizionare dalle convenzioni sociali e ora voglio provare tutto quello che mi sono sempre negato.
È il momento. Mi avvicino al cornicione. La gente in basso urla.
- Però… per questa cosa qui volevo che ci fosse anche lei. È… è un po’ troppo anche per il nuovo me stesso – mi mordo le labbra. Scaccio indietro i rigurgiti di timore e mi volto verso di lui. – Mi darebbe una mano?
Il Dottore si avvicina. Mi sorride. Mi spinge.
Volo. Distendo le braccia in figura d’angelo e chiudo gli occhi, assaporando le sensazioni che la gravità regala al mio corpo. Sento le urla della gente aumentare e sorrido.
Poi l’elastico da jumper si tira e mi riporta su.
- Fanculo!! – urlo, mostrando alla folla i diti medi.
Sono nudo. Sono libero. Sono vivo.
di Agostino Langellotti
Mi accendo una sigaretta, ne aspiro una profonda boccata e sbuffo via. Rido osservando la brace accesa.
- Lo avrebbe mai detto, dottore? Mai fumata una in tutta la mia vita. Il sapore è disgustoso, cazzo – aggiungo, sputando per terra. – Ma il sapore della libertà… la mente che mastica cose nuove a getto continuo… ah! Quello è dannatamente inebriante!
Butto la sigaretta a terra, la calpesto.
- Guardi! Guardi qui: ho preso dodici chili negli ultimi tre mesi! – dico, schiaffeggiando sonoramente l’adipe della pancia – Alla nostra prima seduta le avevo detto “il mio corpo è un tempio, no?” Beh, l’ho risantificato alle divinità giuste!
Non riesco a resistere: improvviso un tip-tap sulla passerella. Il Dottor Corelli osserva in silenzio la mia performance.
- Alcol… cibi grassi… droghe… non mi sono mai concesso nulla in vita mia. Non avevo idea di cosa mi stessi perdendo! – urlo, alzando le braccia al cielo. – Era tutto nella mia testa, Dottore! Il mio fottuto Super-Io e le mille costrizioni che mi sono state imposte fin da bambino! Ma ora sono libero!
Guardo in basso: Si è radunata una piccola folla. Molti mi indicano con le mani. Comincio ad ancheggiare verso di loro.
- Ho seguito i suoi consigli: mi sono liberato di tutti i miei schemi: ho lasciato esplodere il mio Es oltre qualsiasi limitazione. Non mi sono mai sentito così vivo.
Un giramento di testa. Devo fermare la danza.
- Eh: lo spirito è forte, ma la carne è debole…
Il dottore mugugna qualcosa in risposta. Mi avvicino.
- E non mi sono limitato solo all’alimentazione. Nossignore: pensi che la settimana scorsa mi sono dichiarato alla Signora Pisani, quella del cubicolo accanto al mio. L’ho fatto davanti a tutti! Ce lo vede quell’ometto grigio che è venuto la prima volta nel suo studio a fare una cosa simile? – sospiro. – Mi ha detto di no, ovviamente. Sa cosa ho fatto? Ho preso la sua collezione di musica folk peruviana… si, quella che mette in loop a tutte le ore “perché tanto a lei non le da fastidio, Signor Mevio” e gliel’ho fatta sparire nel tritadocumenti! Dio, la soddisfazione! Erano dodici anni che sognavo di farlo!
Rido. La folla in basso è aumentata. Mi sembra di vedere persino qualche bella ragazza. Strizzo l’occhio verso di loro e soffio un bacio.
- Ah, ma mica me la sono presa per il rifiuto. Nossignore! Quella sera stessa sono andato a signorine. È stato inebriante, come tornare vergine una seconda volta – mi volto verso il Dottore. Gli strizzo l’occhio. – Uomini… donne… trans… ho aperto i miei orizzonti, Doc. Grazie a lei ho capito che la vita è troppo breve per lasciarsi condizionare dalle convenzioni sociali e ora voglio provare tutto quello che mi sono sempre negato.
È il momento. Mi avvicino al cornicione. La gente in basso urla.
- Però… per questa cosa qui volevo che ci fosse anche lei. È… è un po’ troppo anche per il nuovo me stesso – mi mordo le labbra. Scaccio indietro i rigurgiti di timore e mi volto verso di lui. – Mi darebbe una mano?
Il Dottore si avvicina. Mi sorride. Mi spinge.
Volo. Distendo le braccia in figura d’angelo e chiudo gli occhi, assaporando le sensazioni che la gravità regala al mio corpo. Sento le urla della gente aumentare e sorrido.
Poi l’elastico da jumper si tira e mi riporta su.
- Fanculo!! – urlo, mostrando alla folla i diti medi.
Sono nudo. Sono libero. Sono vivo.
di Agostino Langellotti