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Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: lunedì 20 aprile 2020, 23:19
da Massimo Tivoli
Il limite
(di Massimo Tivoli)

«Cosa pensi di fare?» mi chiede Isko, con gli occhi di chi ha già perso in partenza.
«Non lo so.» Mi mordo il labbro. «So solo che è inutile rimuginarci sopra.» Quindi lo afferro per un braccio, lo scuoto. «Forza. Diamoci da fare.»
«Aspetta!» mi urla, con le mani in avanti e gli occhi spalancati.
Sbuffo. «Su, dimmi.»
«Non da solo.» Tiene lo sguardo basso e si torce le dita di una mano.
Sorrido, dandogli un buffetto sulla nuca. «Ma che vuoi insegnarmi il mestiere?»

* * *

«Se stesse al mio posto, lei ci crederebbe?» gli chiede Isko.
Seduto dall’altra parte della scrivania, Alejandro sgrana gli occhi, le pupille si dilatano come fossero gocce d’inchiostro precipitate sulla carta. Quindi il vecchio abbassa lo sguardo: si è offeso. Non si aspettava che Isko mettesse in dubbio la sua storia.
«La fattucchiera, giù a Quiapo, mi aveva assicurato che lei mi avrebbe aiutato.» Alejandro scuote la testa, indignato. «Invece anche lei pensa che me lo sia inventato.»
«Perché?» domanda Isko. «Chi altro lo sa?»
«Sono andato alla polizia» risponde il vecchio.
«E come hanno reagito?»
«Hanno reagito fregandosene degli zingari del camposanto. Anzi, sono contenti: finalmente è arrivato qualcuno a fare pulizia al posto loro.»
Una nuvola di fumo si materializza di fianco ad Alejandro, per poi dileguarsi lasciando apparire Morte: la donna siede sul bracciolo della sedia del vecchio, capelli biondo platino e occhi imprigionati in un oceano ghiacciato. Fa un tiro della sigaretta infilata nel bocchino nero lucente. Poi pianta gli occhi in quelli di Isko, sorridendogli languida.
Tesoro, non pensi di dover concedere allo zingaro una possibilità? Nella testa di Isko, la sua voce rimbomba graffiante, sensuale. La storia che ti ha raccontato non è più assurda della nostra relazione. Non trovi?
Isko non le risponde. Spegne la mezza cicca nel posacenere che sta sul piano, e l’occhio gli cade sulla mano scarnificata. Mentre il cuore perde battiti, distingue l’avorio delle ossa tra i fasci di carne pulsante sangue. Il lezzo di putrefazione lo investe.
Oh, poverino, gli sussurra all’orecchio Morte, leccandoglielo subito dopo. Adesso se ne sta inginocchiata al suo fianco. Gli carezza la mano. La tua metamorfosi avanza. Credi che il vecchio l’abbia notato?
Isko apre il cassetto. Lancia uno sguardo fulmineo ad Alejandro che, a parte fissarlo con aria interrogativa, sembra non accorgersi di niente. S’infila i guanti, pensando che è una fortuna che almeno il suo viso sia ancora intatto.
«È perché non posso pagarla?» gli domanda il vecchio.
«I pesos non m’interessano. Non più.»
«Non sono abbastanza reietto per diventare un suo cliente? A Binondo c’è chi la considera un loko, e chi un paladin. I primi sono pieni di soldi, i secondi poveri in canna…» Si gira a prendere il bastone appoggiato sullo schienale. «Insomma, ci speravo.» Quindi si alza.
Te lo lasci scappare? Uno con quella storia? Lo sapevo che non eri meglio di quegli smidollati corrotti della polizia.
Sta’ zitta.
Isko gli fa cenno con la mano. «Aspetti, torni a sedersi.» Il vecchio esegue. «Allora, cosa le fa pensare che l’assassino dei suoi nipoti sia il Manananggal?»

* * *

«E adesso?» mi chiede Isko, intedetto, forse deluso.
«Mi dispiace, ma abbiamo raggiunto il limite.»
«Possiamo sempre superarlo, no?» mi domanda, con gli occhi di chi non ci sta a perdere.
Sorrido. «Sì, ma non qui.»

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: lunedì 20 aprile 2020, 23:33
da antico
Ciao Massimo! Felice di rivederti nell'Arena! Tutto ok con caratteri e tempo, buona Patrizia Rinaldi Edition!

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: martedì 21 aprile 2020, 18:28
da Lorenzo Diddi
Ciao Massimo,

Piacere di (ri)leggerti!(?)
Ho una confessione da farti. Purtroppo, non sono riuscito a (intra)vedere la tematica imposta dal Contest, se non nel titolo del tuo racconto. Non sono stato in grado, neppure, di comprendere il significato dei paragrafi. A parte ciò, che dipende essenzialmente dalla pochezza del mio sguardo, devo dire che il racconto mi è sembrato un po’ debole per questo genere di “esercizi” su Minuti Contati. D’altro canto, lo ritengo un ottimo punto di partenza su cui costruire qualcosa di più grandioso (un romanzo? Un racconto lungo?). Massimo, ho come la sensazione che questo lavoro debba e possa, ancora, prendere una sua più netta forma. Buon proseguimento!

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: martedì 21 aprile 2020, 20:13
da alexandra.fischer
La storia ha a che vedere con il limite imposto dalle circostanze: Isko ha una relazione con la Morte e ha fatto giustizia di un gruppo di zingari defunti (questo è il messaggio che colto nella storia: è una mia impressione). E lui vorrebbe liberarsi di questo dono malvagio, allora consulta Aljeandro (una specie di brujo, vista anche l’ambientazione sudamericana della vicenda). Ci va con l’amico al seguito (un assassino, forse, vista l’allusione al volergli rubare il mestiere). Solo che il vecchio non è in grado di farlo. Questo è il finale (l’aver superato il limite, l’avere accanto qualcosa di resistente a qualunque rituale di annullamento). Parte meno chiara: il fatto che la Morte dica a Isko di dare un’ultima possibilità allo zingaro (parla forse del brujo?). Il tema è centrato.

Attento:
Ma che vuoi insegnarmi il mestiere? (Ma che vuoi, insegnarmi il mestiere?)

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: mercoledì 22 aprile 2020, 14:09
da Massimo Tivoli
Grazie Lorenzo e Alexandra dei vostri commenti. Vediamo che capiscono gli altri... :-)
Ad ogni modo, ho deliberatamente scritto un testo che sapevo avere poche o nessuna chance, ma vediamo chi becca il “giochino”. Stavolta, mi sono voluto divertire e basta. Scusate, spero che nessuno si urti per questo mio affrontare la cosa alla leggera.
P.s.: per farmi perdonare, vi do un indizio: il titolo originale era “3333” ma ho pensato fosse troppo rivelatore... :-)

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: mercoledì 22 aprile 2020, 18:02
da maurizio.ferrero
Ciao Massimo,

Ho letto il racconto più volte, sono andato a cercarmi cosa fosse il Manananggal, ma i dubbi sono ancora parecchi: sembra che mi manchi un pezzo.
Riesco a seguire la vicenda fino all'ultimo paragrafo e riesco a intuire che Isko deve aver stretto un qualche tipo di patto con la Morte, ma non riesco a capire dove la storia voglia andare a parare.
La scrittura è molto buona, non fraintendermi, ma in mancanza di altri elementi ho l'impressione che questo sia un incipit di qualcosa di più grande, che non può vivere di vita propria.
Si parla di un limite nel finale, quindi senza dubbio il tema c'è, ma non sono riuscito a capirlo.

A presto

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: mercoledì 22 aprile 2020, 18:08
da Massimo Tivoli
Ciao Maurizio, grazie del commento.
La tua impressione è azzeccatissima: vedi il mio commento precedente ad Alexandra e Lorenzo ;-)
Buona edition!

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: mercoledì 22 aprile 2020, 18:15
da maurizio.ferrero
Ok Massimo, ho capito: metanarrazione. Il limite è effettivamente quello fisico di 3333 caratteri, e la storia non può essere portata a compimento.
"Non qui" almeno.
Divertente, però lascia il tempo che trova. A questo giro credo tu abbia osato troppo ;)

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: mercoledì 22 aprile 2020, 18:30
da Massimo Tivoli
Sono pienamente d’accordo Maurizio, eccetto sul fatto che lascia il tempo che trova. Mi spiego: volevo sfruttare la metafora del personaggio. Personaggio all’inizio sfiduciato che, poi, una volta assaggiata l’avventura di una storia (sebbene solo l’incipit), inizia a credere di più in se stesso. Come a dire: per superare i propri limiti a volte “basta” (tra virgolette perché in realtà non è ovvio) mettersi in cammino, provarci, senza sapere come e quando finirà, e soprattutto senza pensare che il viaggio sia breve... Insomma, non volevo solo fare il “giochino”, ma quel giochino aveva un senso. Il pezzo nel mezzo avrebbe la funzione di far assaggiare al lettore una possibile storia (lunga) e di farlo rimanere, quindi, nel terzo paragrafo, deluso per l'interruzione ma con la voglia di andare avanti, proprio come accade al personaggio Isko sul finale. Insomma, serviva a empatizzare con un personaggio con una storia "monca". Ero comunque consapevole che sarebbe stato estremamente difficile, se non impossibile, coglierlo. Come già detto, mi sono voluto divertire, anche a scoprire se almeno un lettore lo avesse colto. Del resto, se ‘ste cose non le provo qua... ;-)
Buona Edition!

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: mercoledì 22 aprile 2020, 21:38
da costellazione di bacco
Ciao Massimo, piacere di leggerti,
Comincio con il dirti che da un punto di vista stilistico la tua narrazione è davvero ottima, ma da un punto di vista narrativo, ahimè, perde molto punteggio. Ho letto il racconto due volte e non ho trovato connessione tra i tre pezzi; unica cosa che sono riuscita a cogliere è il rapporto tra Morte e personaggio. Se non avessi letto i vari commenti mi starei ancora interrogando sul significato della narrazione.
A rileggerti.

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: martedì 28 aprile 2020, 15:13
da Luca Nesler
Ciao Massimo! Piacere di riaverti qui, ci sei mancato.
Del racconto posso dire che tecnicamente non ho nulla da dire, come sempre, ma a livello di contenuti, ahimè, non ci ho capito nulla. So che la tua politica è di non imboccare troppo il lettore e giochi sempre sul filo del rasoio, ma questa volta la trama mi è sfuggita proprio. Credo che ci siano troppi pochi agganci alla comprensione sia dal punto di vista delle descrizioni, che dalle battute di dialogo che non identificano situazione e personaggi con chiarezza. Inoltre hai aggiunto argomenti che io non conosco (il Manananggal) senza introdurli o spiegarli al lettore e non ne colgo le implicazioni.
Dopo tre letture penso che abbiamo Isko che è l'uomo della Morte e che si sta trasformando a sua volta in uno dei suoi agenti (?) per qualche ragione sconosciuta. Ora lui fa un qualche lavoro su commissione che però mi sfugge. Insomma, dà l'idea di essere un racconto denso di contenuti, che però rimangono tutti sullo sfondo o, addirittura, dietro le quinte.
Sempre colpa dell'autore? Colpa del lettore? Io penso che sia un concorso di colpa, se di colpa si deve parlare. C'è sempre qualcuno che capisce (gradisce) e sempre qualcuno che non capisce. Poi l'autore sceglie a quanti rivolgersi e con quale messaggio e questo è un suo sacrosanto diritto. Io, come tutti qui, do solo il mio parere.

Insomma, la tua penna è sempre limpida a livello tecnico, ma talvolta trovo l'esposizione narrativa insufficiente (per il lettore scarso che sono). In questo racconto, dal mio punto di vista, è "gravemente insufficiente" :D
So che non te la prenderai e spero di leggerti ancora!
Alla prossima!

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: martedì 28 aprile 2020, 15:17
da Luca Nesler
Massimo Tivoli ha scritto:Sono pienamente d’accordo Maurizio, eccetto sul fatto che lascia il tempo che trova. Mi spiego: volevo sfruttare la metafora del personaggio. Personaggio all’inizio sfiduciato che, poi, una volta assaggiata l’avventura di una storia (sebbene solo l’incipit), inizia a credere di più in se stesso. Come a dire: per superare i propri limiti a volte “basta” (tra virgolette perché in realtà non è ovvio) mettersi in cammino, provarci, senza sapere come e quando finirà, e soprattutto senza pensare che il viaggio sia breve... Insomma, non volevo solo fare il “giochino”, ma quel giochino aveva un senso. Il pezzo nel mezzo avrebbe la funzione di far assaggiare al lettore una possibile storia (lunga) e di farlo rimanere, quindi, nel terzo paragrafo, deluso per l'interruzione ma con la voglia di andare avanti, proprio come accade al personaggio Isko sul finale. Insomma, serviva a empatizzare con un personaggio con una storia "monca". Ero comunque consapevole che sarebbe stato estremamente difficile, se non impossibile, coglierlo. Come già detto, mi sono voluto divertire, anche a scoprire se almeno un lettore lo avesse colto. Del resto, se ‘ste cose non le provo qua... ;-)
Buona Edition!


Ora ho letto gli altri commenti e la tua spiegazione. Condivido la tua voglia di giocare (anch'io ho giocato col limite 3333), ma chiedi troppo al lettore! Anche leggendo la spiegazione non mi è chiaro il contenuto del racconto. Comunque hai fatto bene a sperimentare: se non lo facciamo qui! (come dici tu)
Alla prossima!

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: martedì 28 aprile 2020, 15:43
da Massimo Tivoli
Sì, Luca. Stavolta ho passato il limite ;-)
Buona Edition!

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: martedì 28 aprile 2020, 19:36
da Polly Russell
Ciao Massimo, che dire, non ci sono riuscita. Dopo aver cercato Manananggal, dato un senso al perché un tale che si chiama Alejandro si trovi nelle Filippine con un gruppo di zingari, e perché Morte somigli alla Monroe, mi sono arresa. XD mi sono arresa e ho letto i commenti, e cacchio, col senno di poi è geniale! Una fantastica presa per i fondelli metanarrativa, però purtroppo non ci sarei mai arrivata con le mie forze, quindi, immagino avresti dovuto regalarci qualche indizio in più. Nulla da eccepire sullo stile, le “gocce di inchiostro” sono una delicatezza! Fatto salvo la comparsa di Morte, per le prime righe non si capisce se la vedano entrambi o no. Per il resto, hai giocato ma hai dato poche carte. Alla prossima!

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: giovedì 30 aprile 2020, 0:10
da DandElion
"le pupille si dilatano come fossero gocce d’inchiostro precipitate sulla carta."
Raramente mi capita di leggere una frase e pensare che avrei voluto pensarla io.. Solo che è tipo l'unica cosa che mi è stata chiara a prima lettura del tuo racconto. Rileggendolo non ci ho capito molto di più, leggendo i vari spiegonsssss invece si ok è un po' più chiaro e in effetti resta un po' l'appetito di sapere cosa succederà dopo, in qualche modo hai risvegliato in me- volontariamente o meno- un eco di Zafon, che non so se ti piaccia, ma per me dirlo ha il suono di un complimento (insomma non volermene se non ti piace, ecco, a me sì).. però appunto manca l'altra parte del romanzo, quella in cui l'incipit incomprensibile prende forma.. adesso ti tocca scrivere anche il resto!

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: giovedì 30 aprile 2020, 0:33
da Massimo Tivoli
Ciao Dand, innanzitutto grazie per la pazienza e per il commento gentile. A ’sto giro, ho fallito miserabilmente con l’aggravante che me la sono pure andata a cercare, ma l’accostamento a Zafon mi fa molto piacere, perché è uno dei miei autori preferiti :-) Sto già scrivendo il resto. Almeno con Isko, ho mantenuto la parola... ;-)
Ti auguro una buona Edition!

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: giovedì 30 aprile 2020, 14:53
da daniele.mammana-torrisi
Ciao, Massimo!

Sarò onesto: di mitologie e simbolismi sudamericani non ne so davvero niente, quindi metà di questi inserti mi sono volati sopra alla testa e l'altra metà mi ha potuto dire relativamente poco. Non conosco nemmeno l'autore che menzioni e, sebbene questa sia una mia mancanza, al netto di tutto... eh, devo ammettere che, funzionalmente, senza i commenti dove sveli il gioco della meta-narrazione, non ci ho capito molto.
E' una mia sconfitta, certo, però è anche un corto-circuito della storia stessa. Al tempo stesso, che ci sia una forte dose di meta-narrativa è una cosa che trovo fantastica. Usandola spesso, quando ho lo spazio e l'ispirazione per farlo, posso solo complimentare la scelta di metterla e che sia anche molto fine.
Purtroppo, però, penso che questa fosse una storia da scrivere con più spazio e più tempo di quello che ci erano concessi per questa prova. Alcune delle circostanze più bizzarre, che a modo loro sono interessanti, avrebbero bisogno di un minimo di spiegazioni dentro la storia stessa, per non pretendere del tutto che il lettore conosci simbologie, creature o mitologie solo in base alle sue conoscenze. Se poi via queste può cogliere altro, è sempre un guadagno, ma un minimo di contesto è un punto che ritengo sia sempre necessario.
Però è stato coraggioso sperimentare così, quindi complimenti!

Re: Il limite – di Massimo Tivoli

Inviato: lunedì 4 maggio 2020, 21:18
da antico
Ci sta, ci sta, anche se in questo caso non è così diretto come forse avrebbe dovuto essere e tutto ciò che è la polpa del testo tende a sviare e a confondere. Diciamo un azzardo non riuscito, ma ripeto che ci sta alla grande che ci si provi. Ecco, credo che velandolo un po' meno e rendendolo quindi più chiaro sarebbe stato tutto più funzionale. Allo stato attuale: un pollice per forza giù. Alla prossima!