Limiti

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wladimiro.borchi
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Limiti

Messaggio#1 » martedì 21 aprile 2020, 0:20

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LIMITI

La vescica deve essere svuotata ogni tre ore.
L’aveva detto il dottore e Andrea lo doveva fare, a meno di non voler bagnare i pantaloni, davanti ai compagni di classe.
Incontinenza da rigurgito: la vescica si riempie oltre il limite e l’urina strabocca!
Andrea finisce e si avvolge il pisello con tanta carta igienica.
Almeno cinque giri, non voglio mettermi a sgocciolare per tutta la scuola, come Cagliostro da piccolo, quando non aveva ancora imparato a farla nella lettiera!
Pensare gli fa male e allora cerca di concentrarsi sulla fasciatura.
Ho il pistolo col turbante!
Sente le labbra che, stavolta, si increspano verso l’alto. Forse ha trovato l’argomento giusto per non soffrire.
Nasconde il fagotto negli slip e tira su la cerniera, quando sente la porta dei bagni che si apre e si chiude.
È lui… È qui!
Andrea deglutisce e, con le mani che tremano, esce dal bagno.
Giovanni della terza A lo fissa con il solito sguardo maligno.
«Ciao, palla!» gli abbaia, alludendo ai suoi settanta chili distribuiti per circa un metro e mezzo di altezza.
Non rispondere alle provocazioni, se lo ignori la smetterà.
Era la voce di mamma che gli parlava nella testa e non aveva quasi mai ragione.
Giovanni gliele aveva suonate almeno tre volte, mandandolo a casa segnato e con gli occhi pesti, anche se Andrea non aveva mai risposto alle sue “provocazioni”.
Sei una donnicciola, ne buschi sempre, ti ci vorrebbe poco a reagire. Chi tira per primo, tira due volte! Ma tu che ne vuoi capire, sei un topo di fogna!
La voce di papà, invece, ci azzeccava sempre. Sbagliava solo “fogna”. In realtà voleva dire “biblioteca” per alludere alla passione del figlio per la lettura.
La mamma lo correggeva sempre, ma lui continuava a sbagliare.
Andrea, stavolta, doveva dar retta a papà.
«Sei venuto a fumare nei bagni, Giovanni! Se lo fai, stavolta, lo dico alla tua prof di italiano».
Il bullo non se lo fa ripetere e tira subito fuori Marlboro e Bic.
«Non avevo nemmeno voglia, faccia da cazzo obesa!» dice Giovanni, accendendo la sigaretta e soffiando il fumo nella sua direzione «Ma voglio proprio vedere ora che fai».
Era quello che Andrea voleva, quello che si aspettava.
Gli mancava solo la certezza.
Ora, però, c’era anche quella: la misura era colma, il limite era stato superato e la collera poteva debordare come urina fuori da una vescica troppo piena.
Andrea sente le lacrime salirgli agli occhi e la rabbia strozzargli la gola.
«Vado a dirlo alla Prof.» si incammina, pronto a prendere il primo colpo.
Arriva e lo fa cadere all’indietro. Sente caldo sull’occhio e vede rosso da un lato. Deve avere un sopracciglio rotto.
Non fa male!
Giovanni lo solleva e lo sbatte al muro.
Andrea infila le mani nelle tasche, tira fuori lo Zippo con il teschio, dalla destra, e lo avvicina alla faccia dell’aggressore. «Prendilo, è tuo!» biascica nonostante le nocche che gli premono sulle guance.
Giovanni lo lascia. «Hai ragione, merdina, dove l’hai trovato?» domanda sorridendo e passandosi il balocchino fra le mani.
La mano di Andrea scatta. Il punteruolo nella sinistra si infila nella giugulare del bullo.
I suoi occhi lo fissano stupiti, mentre il sangue inizia a zampillare.
«Era vicino a Cagliostro. L’ho trovato morto. Qualcuno si è divertito a legargli un petardo alla coda».
Cinque secondi e il sangue uscito è oltre il limite: la vittima perde conoscenza!



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antico
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Re: Limiti

Messaggio#2 » martedì 21 aprile 2020, 0:24

Ciao Wladimiro! Tempo e caratteri ok, buona Patrizia Rinaldi Edition anche a te, leader del' Rank d'Era!

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Puch89
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Re: Limiti

Messaggio#3 » martedì 21 aprile 2020, 2:33

Ciao Wladimiro! Al solito, i finali dei tuoi racconti mi spiazzano sempre, in un modo o nell'altro. Non c'è che dire.
Da come iniziava, pensavo che la patologia del bimbo fosse legata a filo doppio col plot twist ma mi sbagliavo, era un modo per riprendere il tema e legarcelo con un bel nodo.
Abbiamo un bambino bullizzato ed il suo carnefice, che a quanto pare è anche il fautore della morte del gatto Cagliostro, o mi sbaglio? Perché potrei aver travisato. Oppure Andrea decide di prendersela con Giovanni per la morte della bestia semplicemente perché vede in lui tutti i suoi mali, e siccome è uno stronzetto niente male che diavolo, perché non fargli pagare tutto a lui?
Per il resto, al solito leggere ciò che scrivi è sempre lieto e di uno scorrevole raro, mi ripeterò ogni volta ma è giusto dirlo.
I richiami ai genitori li ho trovati poco utili ai fini della trama, ma li hai inseriti per dare un minimo di spessore ad Andrea, costruirlo un po' insomma.
Il tema è più che centrato, considerando che il protagonista va fuori di senno tanto da aggredire mortalmente il compagno, giunto oltre il limite di sopportazione.
Bel lavoro!

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Wladimiro Borchi
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Re: Limiti

Messaggio#4 » martedì 21 aprile 2020, 9:56

Puch89 ha scritto:Abbiamo un bambino bullizzato ed il suo carnefice, che a quanto pare è anche il fautore della morte del gatto Cagliostro, o mi sbaglio?


Yes!
Andrea, il ciccione incontinente (vittima perfetta), ha premeditato tutto.
Attende Giovanni nei bagni, lo manipola per farlo fumare, così si accerta che non abbia più il suo zippo col teschio, che lui ha ritrovato accanto al gatto morto a cui hanno fatto saltare la coda con un petardo.
Ottiene così la conferma che il responsabile è il bullo e si prende la propria vendetta.

L'episodio è tratto da un racconto di mia nonna.
A mia zia, un ragazzaccio di quartiere ammazzò il gatto a sassate, quando era bambina. Lei, saputo da un amico chi era il responsabile, prese un coltello e andò a casa del malcapitato.
Suonò il campanello e chiese alla madre di farlo uscire.
La mamma andò ad aprirle contenta che il figlio avesse fatto conquiste. Solo il suo intervento impedì a mia zia di macchiarsi di un crimine.
Erano tempi bui allora...
Felice che ti sia piaciuto.
W
IMBUTO!!!

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emiliano.maramonte
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Re: Limiti

Messaggio#5 » martedì 21 aprile 2020, 11:16

Ciao Wladimiro! Stavolta commento e classifica per te. Mi tocca valutarti.
Ormai sei una garanzia: la penna è diventata esperta e ci sono qua e là nei tuoi racconti recenti colpi da maestro e piccole astuzie davvero apprezzabili, da scrittore consumato.
In particolare questa storia è avvincente e, per certi aspetti, un archetipo universale sempre valido ma a rischio banalità. Qui, invece, tu sei riuscito a dare quelle pennellate per modellare il tema in maniera molto interessante. Le prime righe sono da antologia, con un brio e un'ironia non comuni. Il ciccione vessato dal bulletto della scuola torna spessissimo nei film e nell'immaginario collettivo, e la conclusione delle vicende, di solito, può condurre sempre a un'unica soluzione: il suo riscatto, la sua vendetta. Una tremenda vendetta.
Ho apprezzato il piano diabolico e la risoluzione finale, con il gesto estremo che segna il superamento del limite (da qui il tema centrato).
Tuttavia, nonostante una moltitudine di lati positivi, il testo mi ha lasciato addosso una strana sensazione di "irrisolto". Mi aspettavo una correlazione più sinergica tra il problema di incontinenza di Andrea e la vendetta finale, mi aspettavo qualcosa in più. Credimi, non so cosa, non riesco a essere più preciso.
Molto chiara la questione dell'accendino: è un dettaglio intelligente per riannodare tutti i fili della trama, bravo!
Qualche sciocca sbavatura tecnica che nemmeno ti riporto perché si tratta di modi di vedere.

Ben fatto!
In bocca al lupo!

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filippo.mammoli
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Re: Limiti

Messaggio#6 » martedì 21 aprile 2020, 19:37

Dunque dunque,
Ci rincontriamo signor Borchi (Cit.).
Questa volta tocca a me giudicare il tuo racconto.
E ti assicuro che è un piacere.
Si entra diritti nella psiche del ragazzino obeso e un po' nerd bullizzato dallo stronzo di turno.
Niente di originale nella trattazione del tema dunque, che è presente come limite fisico del protagonista e come limite che il bullo avrebbe fatto meglio a non oltrepassare. Ma è proprio nelle ambientazioni più classiche che si vede il talento.
Il tuo emerge cristallino anche qui: i pensieri del protagonista intervallati a giuste dosi all'azione che conduce sempre le danze. I dialoghi serrati e cattivi al punto giusto tanto da sembrare veri.
Il finale liberatorio è stato per me un punto dolente all'inizio perché non avevo collegato subito il gatto allo zippo e quindi allo smascheramento definitivo del bullo. Ma alla seconda lettura tutto è andato al suo posto.
Unico piccolo appunto: non mi piace mai quando il tema viene inserito nel titolo. Questo non cambia la sostanza del racconto.
Prova da podio, non c'è dubbio.

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Gimmi
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Re: Limiti

Messaggio#7 » mercoledì 22 aprile 2020, 12:25

Ciao.

Non ti dico le cose belle perché le saprai già.
Mi interessava il fattore vescica, avrei voluto che fosse più presente nel racconto che era ciò che poi porta a diversificare un tema molto battuto. In generale penso ci sia stata molta detto e poco visto. O meglio, molte cose dette che si potevano far vedere. Giocare sui pensieri dei genitori e i suoi in modo così esplicito tolgono un po' di forza al racconto, secondo me.
Per uccidere un ragazzo penso che il limite da superare fosse un po' basso. O comunque non ho sentito quella tensione crescente per portarlo a uccidere un ragazzo. Mi dirai, gli ha fatto fuori il gatto (no?), sarà ben incazzato. Ma magari le motivazioni ci sono, ma quello che vorrei sentire è proprio il climax di tensione crescente.
Poi magari c'è e sono io che sono solo stupido.
Ma questa è un'altra storia

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Vastatio
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Re: Limiti

Messaggio#8 » mercoledì 22 aprile 2020, 16:28

Ciao,

credo che manchi qualcosa al tuo racconto per sollevarlo dal banale. Capiamoci, è scritto bene, ma stai raccontando la storia di un bullo e della sua vittima che, finalmente, reagisce. E reagisce in modo esagerato: specie se poi parliamo di un topo di biblioteca, che avrà letto tanto e tanto e che, almeno per le letture che ho avuto io da giovane, trovo difficile che non abbia una coscienza "superiore".
Ti giustifichi buttando dentro la figura del padre becero, ma, e questo credo che sia il vero problema del racconto, ti sei tenuto troppo "fuori" dal tuo protagonista. La "freddezza" del gesto l'hai lasciata al narratore mentre avrei preferito essere totalmente coinvolto e preso dai sentimenti di Andrea. Temo tu ti sia affidato troppo al "senso comune" dell'odio verso chi viene bullizzato piuttosto che a farmelo sentire addosso e l'epilogo non riesci a farmelo giustificare con una narrazione così fredda e razionale.
Rimane quindi un racconto scritto bene e in tema ma con un finale troppo fuori dalle righe.

luca.pagnini
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Re: Limiti

Messaggio#9 » mercoledì 22 aprile 2020, 19:40

Ciao Wladimiro. Tema più che centrato e racconto scritto benissimo su cui, se non fossimo in questo contest, non avrei nulla da dire. Siccome però qui ci siamo, ti dico qualcosa che, uscendo dal limite di caratteri, forse potrebbe arricchirlo. Benché tutto un po’ stereotipato, la storia e i personaggi ci sono, ciò che andrei a modellare allora è la “psicologia” di Andrea. Da un topo di biblioteca, benché giovane (ma visto il finale, non poi così giovane, almeno di testa), mi aspetterei un ragionamento più fine, qualcosa che ci faccia entrare nel crescendo della rabbia e nella costruzione della sua vendetta, la butto lì, tipo dei rimandi a citazioni letterarie (non troppo ricercate, ovviamente) con le quali affiancare le voci di mamma e papà. Questo è solo un esempio, in definitiva mi sarebbe piaciuto vedere di più la rabbia propria di Andrea, così come dovrebbe essere in lui e non come ci immaginiamo sia in un ragazzo cicciottello bullizzato.

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Andrea Lauro
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Re: Limiti

Messaggio#10 » giovedì 23 aprile 2020, 17:40

Ciao Wladimiro, un bel racconto. Ho apprezzato molto l’incipit, riesci a rendere molto bene la situazione vista con gli occhi di un ragazzino delle medie.
Mi è piaciuta la geometria con la quale hai dato i rimandi al concetto di “limite”: in incipit, in riferimento al piscio che rischia di uscire; nel finale, in riferimento al sangue che esce dalla ferita oltre il fisiologicamente sicuro; in centro, paragonando il piscio (o sangue che sia) con la collera che straborda. In questo modo leghi a doppio nodo il piano fisico al concettuale
Come nell’edizione precedente, però, quel maledetto dialogo finale. Il significato della vendetta arriva velocissimo, forse troppo per bloccare l’attenzione del lettore e fargli digerire il cambio repentino. Avrei dato un po’ più di spazio sul finale, o magari seminato ulteriormente il ricordo del gatto. Bel pezzo, comunque, peccato per il finale.
alla prossima lettura!
andrea
PS un plauso a tua zia per la vendetta corleonese che aveva in mente!

alexandra.fischer
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Re: Limiti

Messaggio#11 » lunedì 27 aprile 2020, 21:17

Racconto crudo. Andrea si vendica del bullo Giovanni (ormai, la sua vita ha superato il limite. Ha perso il gatto Cagliostro per una crudeltà del bullo, soffre di obesità e incontinenza e ha un padre che disapprova il suo amore per i libri. E la passività della madre. Non basta ignorare i cattivi perché la smettano. E lui ha imparato la lezione, prendendo l’arma del delitto, lo Zippo costato la vita al micio e ha aspettato l’occasione per usarla. Con Giovanni al bagno per la sigaretta e tanto di Bic, con la quale gli ha provocato l’ennesima lesione). Storia molto ben scritta, credibili i personaggi (del medico curante, del bullo, e dei genitori, tutti espressi dai pensieri di Andrea: molto ben caratterizzato anche lui allo stesso modo). E che coraggio, nel superare il limite: minacciarlo di rivelare alla professoressa l’abitudine di fumare invece di seguire la lezione.

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Polly Russell
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Re: Limiti

Messaggio#12 » giovedì 30 aprile 2020, 11:41

Leggere i tuoi racconti è sempre un piacere, perché mai privarmene solo perché non devo commentarlo?
Un incipit incredibile, davvero ben scritto. Crudo, forte e pieno di tenerezza allo stesso tempo. Si entra immediatamente in empatia con il protagonista e si teme per la sua sorte. Il bullo anche è ben stereotipato, fa quello che da un bullo ci si aspetta. Quello che mi stona appena è la reazione di Andrea. Intendiamoci, non che non sia plausibile, ma non ho percezione di quanto questa idea fosse radicata nella sua mente. Non riesco a capire, se non rileggendo che era pianificata, fredda, lucida, e non una reazione istintiva all'ennesima aggressione. Immagino serva una battuta in più dopo il petardo nella coda del gatto, perché sublimi. A presto.
Polly

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antico
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Re: Limiti

Messaggio#13 » venerdì 1 maggio 2020, 19:26

A livello formale, nulla da dire. Mi è mancato un po' l'empatizzare con il protagonista, me ne hai tenuto fuori, non ho percepito il suo dolore, la sua rabbia, il suo rancore pronto a scoppiare in una vendetta che lo segnerà per tutta la vita. Il tema è ben preso, questo è certo. Un pollice tendente verso l'alto in modo deciso che non arriva al su o al quasi su proprio per questa freddezza con cui hai trattato il tuo protagonista, di cui ti sei premurato di costruire il contesto senza però fare vibrare l'animo (questo, almeno, a me).

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