I commenti di Patrizia Rinaldi ai racconti finalisti

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I commenti di Patrizia Rinaldi ai racconti finalisti

Messaggio#1 » mercoledì 13 maggio 2020, 20:33

Qui la news finale dell'Edizione.

Il livello di ogni racconto è molto alto. Perciò invito i finalisti a considerare relativa la variabile del mio gusto. La mia ammirazione e i miei complimenti vanno a tutti i finalisti, che ringrazio con entusiasmo per la possibilità di una lettura così piacevole.

Patrizia Rinaldi



Il bosco di Valbassa
Chi ha scritto è riuscito a portarmi con sé fin dalle prime battute. Le frasi, essenziali e ben misurate, gestiscono con sapienza una tensione narrativa davvero notevole, che comanda l’intreccio appassionante. Il tema proposto - il limite - diventa in questo racconto l’elemento chiave dello scioglimento. La divisione netta delle sequenze narrative è indovinata, precisa; non spezza la continuità, anzi, conferma l’unità della storia, fino alla sorpresa del finale.
È stato un vero piacere leggere questo racconto.

L’assalto
L’autrice/l’autore padroneggia una scrittura molto valida. Il duello di fioretto, così ben descritto, diventa l’occasione per raccontare la disubbidienza a un sistema di valori prestabilito e ingombrante.
Non c’è retorica in questa storia di formazione, dove il rapporto conflittuale della protagonista con la madre si incarna persino nel sudore e nel gesto tecnico dell’agonismo.
Chi scrive trova la chiave giusta per dirci un duello antico: il combattimento tra quello che gli altri decidono che dobbiamo essere e quello che invece vogliamo diventare.

Guenda
Il racconto riesce a descrivere molto bene la fatica del crescere: ci porta nel sogno bambino della vittoria del bene, fino all’impatto brusco con la realtà, che smantella sistematicamente questa vittoria.
Lo dico di questo scritto, ma lo penso anche di tutti gli altri racconti finalisti: è sorprendente come le autrici e gli autori che hanno proposto i loro testi siano stati capaci in così poco tempo di centrare la narrazione, di proporla in modo originale rispettando il tema.

Fame
Fame è senz’altro tra i racconti meglio scritti e più avvincenti di questa edizione: la scansione della frase non dà tregua e così il ritmo serrato riesce a portare il lettore nel buio del protagonista, gli fa vivere il suo tormento.

Un uomo nuovo
L’autrice/autore mi ha fatto apprezzare la frenesia narrativa, raggiunta da un buon ritmo e da un linguaggio sgranato, in prima persona. Mi è sembrato liberatorio lo sberleffo del finale.
Mi ha convinta la follia delle piccole rivoluzioni, descritta in modo leggero e originale.

Abracadabra
Una scrittura capace ci propone il rapporto, mai abbastanza indagato, tra finzione e superamento del limite. Entra in scena l’illusione che gioca con la realtà: la sorpresa del finale è efficace. Mi ha richiamato alla mente la dinamica delle parole ben scritte, che contemporaneamente celano e mostrano.

Inverno
La rivisitazione del mito di Prometeo è ben narrata. La scrittura si accorda al tema trattato grazie all’uso consapevole dei termini epici. La necessità del protagonista di vincere la paura e di superare il limite centra il tema proposto.

Generazione 72
In questo racconto echi di fantascienza e di rituali totemici si alternano fino alla smentita della trascendenza cercata: buono il linguaggio usato, coerente con il contesto narrativo.
Il finale smentisce le premesse in maniera esemplare.

Padre Endre d’Ungheria
Questa storia, ambientata in un passato dalle atmosfere scabrose, ci accompagna nell’orrore puro, spogliato da ogni pretesto di motivazione. La sintesi del finale squarcia qualsiasi possibilità di redenzione.

Il cedro
Silvina Ocampo scriveva in modo magistrale dell’innocente crudeltà dei bambini. In questo testo colpa e innocenza complottano per la disfatta sia di Caino che di Abele: la sconfitta riguarda entrambi i fratelli.

Limiti
Il ritmo incalzante del racconto ci porta nell’esasperazione di un ragazzo che si ribella al suo rivale e restituisce con ferocia la violenza subita. Ho apprezzato la descrizione dei gesti dei protagonisti durante lo scontro.

Il piede
Linguaggio crudo e adatto all’atmosfera narrata per questo racconto iperrealista ambientato in un carcere: il tema del limite precipita nella riflessione sulla dignità che, secondo il protagonista, deve essere difesa persino con la violenza più definitiva, come da insegnamento ricevuto.



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