La casa sotto la collina

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Laura Cazzari
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La casa sotto la collina

Messaggio#1 » sabato 18 aprile 2020, 19:01

Appena oltre l’ultimo filare di alberi intravedo una casa abbandonata.
Non è quello che avevo sperato quando pensavo di avere tra le mani il tesoro del Bigatto.
Immaginavo che a quest’ora sarei stato colmo di birra e accompagnato da due o tre signorine di facili costumi.
Avrei comprato uno stallone di razza e un cappello con la piuma. Io adoro i cappelli con le piume.
Invece, mi attende una notte piena di spifferi e in compagnia dei ragni e degli insetti.
Mi avvicino riluttante. La casa abbandonata vista da vicino e ancora più lugubre. È posta all’ombra di una collina, lontana dalla strada, e sembra che il sole non la visiti da diverso tempo.
Entro deciso e per poco la porta non mi rimane in mano.
L’aria è pregna di umidità e uno spesso strato di polvere ricopre tutto.
Tuttavia, sembra ben riparata e sta per sopraggiungere un temporale.
Trovo un punto per terra libero e, dopo averlo pulito alla bell’e meglio, stendo la mia coperta.
Mi ci siedo sopra e, mentre consumo un misero pasto a base di carne secca e bacche, mi guardo intorno.
La casa è costituita da due stanze. Il soggiorno e quella che deve essere la camera da letto.
La porta è chiusa, ma non ci tengo a scoprire cosa racchiude.
Mi stendo, sentendo il mio stomaco brontolare, per niente soddisfatto del misero pasto appena consumato, e cerco di addormentarmi cullato dal rombo dei tuoni in lontananza.
Ho appena chiuso gli occhi, quando un rumore sinistro interrompe quello che poteva essere un sonno ristoratore.
Mi metto a sedere e mi guardo attorno, mentre un brivido mi scorre lungo la schiena.
Ormai è quasi completamente buio e la stanza viene rischiarata solo dai lampi in lontananza.
All’improvviso noto, con la coda dell’occhio, qualcosa muoversi.
Mi volto di scatto e BAM, mi trovo, a un palmo dal naso, il viso di vecchia semi-trasparente.
- E tu chi scaresti? Cosa sci fai in casca mia? - biascica lei come fosse ubriaca.
Quello che ha tutta l’aria di essere un fantasma di una vecchia ubriaca mi studia da vicino con gli occhi vacui e la bocca storta e sorridente.
Sogghigna e non faccio in tempo a urlare o a scappare o a chiedermi perché un fantasma dovrebbe essere ubriaco, che lei mi passa attraverso.

Rimango immobile per diversi istanti. C’è qualcosa di strano, ma non riesco a capire cosa.
Ho mal di testa e in bocca un sapore acido.
Non ricordo di aver bevuto, quindi non dovrei avere postumi da sbornia.
Poi, il mio braccio si muove, senza che io gli abbia detto di farlo.
Guardo la mia mano aprirsi e chiudersi davanti a me, ma è come se io fossi solo uno spettatore.
Il terrore mi travolge.
Sento una voce nella mia testa.
Era tanto che ascpettavo che qualcuno mi trovasce.
Biascica la vecchia.
Il mio corpo si alza di colpo e corre fuori dalla casa.
Piove a dirotto, sono completamente bagnato, ma non sento niente.
La vecchia nella mia testa urla felice mentre corre a braccia aperte sotto la pioggia.
Esci dal mio corpo.
Le urlo mentalmente. Se questo spirito non se ne va, cosa ne sarà di me?
L’ho scolo presco in prescito. Andremo in città, scercheremo Leon e poi scarai libero.
E chi è Leon?
Lei non mi risponde, ma delle immagini iniziano a susseguirsi nella mia mente, senza alcun senso logico.
Quella che credevo una vecchia in realtà è una signora esuberante che viveva nella casa adesso abbandonata.
La vedo preparare una torta e canticchiare, poi un istante dopo la vedo entrare in una locanda e portare la torta a un omone alto e dalla barba folta.
Subito dopo li vedo scambiarsi un rapido bacio in un vicolo.
Per un attimo sono pervaso da un’ondata d’amore intenso, sostituita subito da una rabbia travolgente.
Vedo la stessa donna, ubriaca marcia, barcollare nella sua casa e poi cadere per terra.
Sbatte forte la testa contro il tavolo e non si rialza più.
Fine della visione.
Se pensi che questo spieghi quello che stai facendo, ti sbagli di grosso.
La donna, però non risponde più.
Sento che è sempre più elettrizzata, mentre ci avviciniamo al villaggio.
Per quanto tempo avremo corso?
Domani avrò male dappertutto, se sarò di nuovo in me.
Quando entriamo in città finalmente si ferma. Ha il fiatone, no io ho il fiatone.
Sto uscendo di testa.
Si muove lentamente, annusa tutto, tocca tutto come se lo vedesse per la prima volta. Una mela, un cavallo, un muro. Palpa persino il sedere di un ragazzo che mi passa vicino e siamo costretti a scappare perché lui non sembra aver gradito.
Poi arriviamo finalmente alla locanda.
Il mio corpo si ferma e la donna è colta dal dubbio. Felicità, timore, dubbio si alternano dentro di me.
Non credo di aver mai provato tutte queste emozioni insieme.
Poi si decide ed entriamo.
Fantastico, vorrà bersi un altro goccetto.
Dentro c’è un bel fuoco.
Se fossi in possesso del mio corpo correrei subito a scaldarmi, ma lei, invece, va dritta dall’oste.
- Cosa posso fare per te, ragazzo? - chiede lui, pulendo un boccale.
- Leon? - domanda lei con voce tremante.
- Il vecchio oste? Lo trovi vicino al fuoco.
Lei non ringrazia neanche e comincia a scrutare la stanza piena di gente. Poi la sento irrigidirsi appena nota un uomo anziano intento a scaldarsi le mani accanto al fuoco.
Si dirige verso di lui e si siede nel posto libero più vicino.
Dopo qualche istante di silenzio i loro occhi si incontrano. Un turbinio di emozioni mi pervade.
- Voi vivete qui da tanto?
La sento chiedere con la mia voce. Per fortuna non biascica più.
- Da quando sono nato, giovanotto - risponde lui, facendo intuire che non è in vena di colloquiare.
- Posso chiedervi a chi appartiene la casa sotto la collina?
Lui mi scruta, con uno sguardo indagatore.
- Perché ti interessa?
- È in una bella posizione, mi piacerebbe rimetterla a posto.
- Conoscevo solo un’altra persona che sosteneva che quella orribile casa fosse in una bella posizione.
Il suo sguardo diventa triste.
- Era di una donna, ma è morta. Credo che tu possa farne quello che vuoi.
- Chi era questa donna, non aveva parenti o figli? Sapete non vorrei avere noie.
- No, era sola, non aveva nessuno. Lei… lei non aveva un carattere facile. Un attimo prima sembrava placida come le acque di un lago e un istante dopo diventava impetuosa come una tempesta.
Ne so qualcosa anche io.
- Sembra che voi la conosceste bene, se vi offro una birra avete voglia di parlarmene?
Lui è titubante, ma dopo averci riflettuto accetta.
Il fantasma da fondo ai pochi spiccioli che mi erano rimasti, mentre l’uomo si scioglie la lingua bevendo una lunga sorsata di birra.
- Elsa si chiamava, era una bravissima cuoca. Io cercavo di convincerla a venire a vivere in paese, ma lei non ne ha mai voluto sapere. Eravamo innamorati sai?
Sento il fantasma fremere dal desiderio di abbracciarlo e io mi sto rassegnando all’idea che mi prenderò un bel pugno in faccia. Invece, lei tiene a freno i suoi impulsi.
- Avevamo deciso di sposarci. Ovviamente la mia famiglia non era d’accordo, lei non aveva dote, non aveva famiglia ed era una mina vagante, oltre che più grande di me.
Solo di due anni.
Dice lei nella mia mente.
- Avevamo deciso di sposarci in segreto. Avevamo pianificato tutto. Lei mi avrebbe aspettato a casa sua, io avrei rubato il carretto di mio padre, sarei passato a prenderla e, insieme, avremmo raggiunto il villaggio più vicino e ci saremmo sposati. Una volta tornati, la mia famiglia non avrebbe potuto far altro che rassegnarsi. Saremmo andati a vivere in quella stupida casa sotto la collina. Era stata irremovibile su questo punto.
- E poi cosa è successo?
A questo punto sono curioso anche io.
Il vecchio fissa il fuoco per diversi istanti e alla fine credo che non risponderà.
Invece, riprende a parlare e la sua voce è sommessa e triste, come se il ricordo gli provocasse dolore.
- Poi commisi un errore. Dissi tutto a mio fratello, convinto che mi avrebbe aiutato a rubare il carretto, ma lui spifferò il piano a mio padre. Il giorno che sarei dovuto andare da Elsa mio padre entrò nella mia stanza e cominciò a picchiarmi con una spranga. Mi disse che, piuttosto che vedermi disonorare la famiglia, mi avrebbe voluto morto e per poco non mi uccise. Mi colpì talmente forte e talmente tante volte da farmi rimanere incosciente per diversi giorni. Non riuscii ad alzarmi dal letto per un mese. A tutti quelli che venivano a portarmi da mangiare chiedevo di Elsa, ma mi scontravo sempre contro un muro di silenzio. Quando finalmente fui in grado di uscire di casa, scoprii cosa era successo. Elsa mi aveva aspettato fino a notte fonda, poi era venuta a cercarmi. Mio fratello, per farle mettere il cuore in pace, le raccontò che ero partito per sposarmi con una ricca ereditiera di un altro villaggio e che se avesse voluto aspettarmi sarei tornato a breve. Lei non resse il colpo. Comprò una bottiglia di acquavite e se la scolò tornando a casa. Lì ubriaca, cadde battendo la testa e morì sul colpo.
Il vecchio resta in silenzio per diversi istanti.
Tutte le emozioni contrastanti della ladra del mio corpo si dissipano, lasciando spazio solo ad un amore sconfinato. Un amore che neanche la morte ha potuto spezzare.
- Io mi sento responsabile della sua morte. Da quel giorno ho tagliato completamente i ponti con la mia famiglia.
- E non vi siete mai sposato?
Lui scuote la testa.
- Io la amo ancora - dice con una devastante semplicità, mentre una lacrima sparisce nella sua barba ispida.
Quando mi rendo conto di cosa sta per accadere ormai è troppo tardi.
Vedo il mio corpo avvicinarsi al vecchio Leon e vedo le mie labbra posarsi sulle sue.
Il bacio dura un istante eterno, poi sento che la donna sta mollando, a poco a poco, la presa su di me e sparisce, lasciandomi addosso una sensazione di serenità.
Io, invece, rimango come uno scemo a baciare un vecchio.
Appena riacquisto il controllo del mio corpo balzo indietro.
- Scusate mi sono fatto trasportare, bella storia comunque - mi fiondo verso l’uscita prima che lui si riprenda dallo shock e decida di pestarmi a sangue.
Prima di uscire, però, mi volto e gli urlo un’ultima frase:
- Lei vorrebbe che la casa diventasse vostra.
Mi chiudo la porta della locanda alle spalle e mi dileguo nella notte.
Ha smesso di piovere per fortuna.


Laura Cazzari

alexandra.fischer
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Re: La casa sotto la collina

Messaggio#2 » lunedì 20 aprile 2020, 19:09

LA CASA SOTTO LA COLLINA di Laura Cazzari La tua storia è di dark fantasy. Il tuo protagonista è distratto dalla sua ricerca del tesoro del Bigatto dal fantasma di una vecchia donna ubriaca: ne viene fuori una tragica vicenda. Un amore impossibile osteggiato dalla famiglia dell’uomo. Come storia si legge bene e commuove. Certo, l’anti eroe messaggero avrebbe meritato qualcosa di più (che so, un regalo dal fantasma per rifarsi del mancato guadagno con il tesoro), ma l’aver trasmesso all’oste vecchio e scapolo il messaggio della defunta donna amata, trasmette un’emozione al lettore. Bella l’atmosfera iniziale con i gusti del Nostro, ricorda quella delle fiabe di Perrault. Molto ben resa la scena della possessione spettrale.
Attenta a:
da fondo (dà fondo)
Discutibile l’uso dell’inchiostro colorato per distinguere i pensieri dei due inquilini dello stesso corpo, basta il corsivo.

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lval21
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Re: La casa sotto la collina

Messaggio#3 » martedì 21 aprile 2020, 11:30

Storia toccante, che racconta l’epilogo spettrale di una classica vicenda alla Romeo e Giulietta. Il fatto che l’innamorata sia il fantasma di una donna ubriaca e che per ricongiungersi al suo amato debba impossessarsi del corpo del povero narratore rende tutto, indubbiamente, più interessante! La prosa è scorrevole, e a dispetto dei toni malinconici della vicenda, riesce a strapparti più di un sorriso, specialmente per via delle conseguenze della possessione spiritica (il bacio finale su tutte!).

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daniele.mammana-torrisi
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Re: La casa sotto la collina

Messaggio#4 » mercoledì 22 aprile 2020, 21:05

Ciao, Laura!

Dalla traccia che ci era stata data, ti dirò, mi aspettavo tutto tranne che una storia del genere. Perdonandole la formattazione, che ha bisogno di uno sguardo in più quando mette i pensieri in un colore e tot righe dopo non lo fa più, è una presa molto originale.
Dalla trama di base va in una direzione che per me era inaspettata. Quindi, sul lato del come l'hai impostata e scritta, hai i miei complimenti. E' stato bello vedere una sorta di assurda normalità in un mondo dove, comunque, in genere ci si può aspettare quest e situazioni più grandi dei personaggi. Sì, il magico ci stava, ma era solo una maniera per riunire per un secondo due innamorati.

Forse è stato un lieto fine, tutto sommato?

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Luca Nesler
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Re: La casa sotto la collina

Messaggio#5 » sabato 25 aprile 2020, 17:38

Ciao Laura. Il tuo racconto è un racconto in un racconto! Non parli del protagonista assegnatoci che per fargli incontrare qualcuno che narra un'altra storia. Come se avessi un racconto nel cassetto e avessi trovato un escamotage per raccontarlo lo stesso (tipo: si addormenta e sogna: ...)
Mi è piaciuto come gestisci l'uomo posseduto e la dolcezza della storia d'amore, ma sai che sono un lettore pigro e tutto questo raccontare non mi ha molto preso, anche se gestisci bene la scrittura.
Sui personaggi devi stare più attenta a calarti. Quando dici "accompagnato da due o tre signorine di facili costumi" non esprimi in modo verosimile il pensiero di un losco figuro, troppo elegante, non conforme all'idea proposta per la situazione.
Alla prossima!

Carondimonio
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Re: La casa sotto la collina

Messaggio#6 » domenica 26 aprile 2020, 9:00

Prendete una dose d'orrore, mescolatela insieme ad un tocco d'amore e uno di morte e poi condite il tutto con un pizzico d'ironia: il risultato è un piatto gustoso, che potrebbe non piacere ad alcuni palati ma è piuttosto riuscito e commovente.
Senz'altro la parte horror è quella dove dai il meglio di te, mentre mi sembra che ci sia qualche piccola incertezza quando si cambia registro, specialmente per chi si aspetta che la storia segua un certo percorso che invece soprende piacevolmente.
A livello estetico non mi ha convinto la scelta di usare dei colori diversi nei dialoghi, mentre il finale mi sembra troppo rapido, io avrei preferito qualcosa di più graduale.
Questo racconto ha delle buone potenzialità, che con alcune piccole modifiche possono essere espresse pienamente.

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