Ermenegildissea

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el_tom
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Ermenegildissea

Messaggio#1 » domenica 19 aprile 2020, 22:44

Ermenegildissea

Uno spiazzo si apriva nella selva, una luce filtrava tra le fronde degli alberi.
Ermenegildo avanzava cauto, era stremato, le ultime vicissitudini avevano compromesso la sua già scarsa umanità. Un odore lo raggiunse improvvisamente e il suo stomaco gorgogliò violentemente per la fame.
Era profumo di pizza quel che sentiva?
“Per la barba del dimonio, una locanda in mezzo alla foresta! Lo sapevo che prima o poi la fortuna avrebbe girato”
Avanzò fino alla porta della locanda ed un attimo prima di bussare si fermò a riflettere.
Come avrebbe pagato? Non c'era soluzione a quel dilemma. La panza intanto latrò il suo disappunto verso quei dubbi.
Ermenegildo decise che ci avrebbe pensato a stomaco pieno, un sorriso inquietante si disegnò sul suo volto e si scrocchiò le dita, sì, in un modo o in un altro avrebbe trovato una soluzione.
Si tolse il cappello e bussò.
Pochi istanti dopo gli venne ad aprire una graziosa giovane, Ermenegildo per un attimo si perse nei suoi magnetici occhi azzurri.
“Buonasera messere e benvenuto nella mia umile locanda, dimmi, come posso servirti?”
“Buonasera madamigella, mi chiedevo se ci fosse ancora posto per un povero viandante?”
“Certamente, prego, entra e scaldati vicino al fuoco mentre ti preparo qualcosa"
“Grazie signorina, scusami l'ardire, è aroma di pizza quello che sento?”
“Certo, il tuo naso non sbaglia, chissà quante altre qualità nascondi" e così dicendo gli lanciò un sorriso lascivo prima di sparire nelle cucine.
Ermenegildo, che intanto si era accomodato vicino al focolare, si sfregò le mani “vuoi vedere che oltre al vitto trovo anche un comodo alloggio" pensò tra sé e sé fantasticando sulla ragazza.
Poco dopo la locandiera ricomparve con un piatto di pastasciutta. Ermenegildo rimase interdetto per un attimo ma la fame era troppa e non osò protestare.
Lo fece invece quando la giovane, per condire la portata, utilizzo del ketchuppo, una salsa dolciastra che solitamente veniva adoperata per insaporire le patate.
“Mia signora, scusa, ma no, proprio no, la pasta con il ketchuppo no, in nessun reame civile si usa quella mistura sulla pastasciutta, mi scuso ma io sta roba non la mangio, mi rifiuto, come peninsulano non posso proprio.”
Lo sguardo della ragazza s'indurì ma ella non disse niente, prese il piatto e lo riportò in cucina.
Ricomparve subito dopo, Ermenegildo notò che c’era qualcosa di diverso, sembrava più bassa e… larga, ai piedi, oltre ai sandali, indossava i calzini, i capelli erano più corti e il colore spento, quando parlò la sua voce non era più soave come prima.
“Ankora un momento e pizza arriva si”
Ancora una volta lo stomaco gridò per avere il suo tributo ed Ermenegildo ascoltò solo la sua di voce, non ebbe il tempo di riflettere, la locandiera arrivò con la pizza.
Quando la poggiò sul tavolo Ermenegildo impallidì, sulla pizza c’erano gorgonzola, ananasso e uovo.
Si alzò dalla sedia rovesciandola e si allontanò dal tavolo.
“Chi sei tu veramente?” gridò verso la locandiera che ora era completamente diversa da com'era apparsa quando aveva aperto la porta.
Era invecchiata, non era più una ragazza ma una signora, decisamente più bassa di prima e le sue forme molto meno aggraziate, i capelli d’un biondo grigiastro e la sua voce non aveva più nulla di soave.
Rispose pacata al suo cliente “Mio nome è Anghela ja, ogni anno venko in fostra penisola per sole, mare, e...”
“E…?” chiese timidamente Ermenegildo
Anghela emise una risatina stridula “Tu sa perkè mio pel pagnino” e fece l’occhiolino.
Ermenegildo gridò sorpreso.
I due cominciarono una danza intorno al tavolo su cui era poggiato l’orrore gastronomico e cantavano il loro richiamo amoroso.
“Fieni qui pello mio”
“Stai lontana da me crauta!”
“Mio amante latino”
“Vecchia di merda!”
“Penisolani lo fare meglio”
“Culona inchiavabile!”
Dopo aver udito quell’insulto il volto di Anghela trasfigurò, con un’agilità inaspettata saltò il tavolo che si frapponeva tra lei e il suo sogno erotico.
Ermenegildo, colto di sorpresa dall’orrore e dal panico, afferrò la prima cosa che gli capitò a tiro e la utilizzò come arma di difesa, il destino volle che il colpo che sferrò fini dritto in bocca all’arrapata locandiera.
La predatrice atterrò malamente sul pavimento e si afferrò la gola, era affamata d’aria. I movimenti si fecero via via più lenti e il colorito passò dal rosa al grigio/azzurro.
In breve la sua ricerca della virilità la portò alla perdita della vitalità.
Ermenegildo si guardò attorno, con cosa aveva ucciso la vecchia? Tutto era mutato, pizza a parte, perfino l’odore della locanda era diverso, ora sentiva il puzzo tipico dei crauti. Notò che l’unica cosa vicino a lui era un vassoio di pretzel, aveva soffocato la strega teutonica con un pretzel.
Lo stomaco reclamò la sua parte di bottino per la vittoria, Ermenegildo si recò quindi in cucina dove trovò un pentolone di crauti a stufare ed uno di wurstel a bollire.
Fece spallucce e si rifocillò, erano sicuramente meglio della pasta con il ketchuppo e di quella cosa che doveva essere una pizza.
Si decise a riprendere il cammino, alla fine gli era andata di lusso, aveva mangiato gratis, si era riposato al caldo ed all’asciutto, aveva trovato una sacca e l’aveva riempito di viveri e si era portato dietro un coltellaccio come arma.
Si allontanò dalla locanda e rientrò nella foresta con il sole nascente alle spalle, quando l’astro gli fu di fronte e si tuffò sotto la linea dell’orizzonte Ermenegildo era ancora nella selva.
“Devo trovare un posto dove accamparmi per mangiare e dormire” pensò il ramingo ma, nell’oscurità, udì delle risate. Le recenti esperienze gli avevano insegnato ad essere prudente. Avanzò il più silenziosamente possibile nella direzione da cui proveniva l’allegro suono.
Tra gli alberi intravide una luce, era un fuoco ed attorno vi danzavano delle fanciulle vestite solo di corone di fiori e di collane di piccole pietre colorate, sui loro giovani e sinuosi corpi erano disegnati dei simboli che non aveva mai visto e che si confondevano con le figure generate dalla luce e dalle ombre.
Le ragazze danzavano, ridevano e, quando nella loro coreografia si avvicinavano tra loro, si baciavano e si carezzavano.
I propositi di cautela di Ermenegildo durarono sette secondi netti, giusto il tempo necessario al suo sangue di defluire verso il suo cervello inferiore. Raccolse il coraggio e deciso andò verso le danzatrici, queste, vedendolo arrivare, cominciarono ed emettere dei gridolini di finto spavento mentre gli sorridevano, gli andarono incontro e lo accolsero tra loro.
Cominciarono a spogliarlo.
“Oh, è giunto tra noi un terribile brigante”
“Ah, ci picchierà, ci possiederà”
“Non picchiarci nostro signore, saremo tue, farai di noi ciò che vuoi”.
Ermenegildo non oppose resistenza alcuna, rimase in mezzo alle ragazze indossando solo un’espressione da beone.
Le danzatrici gli vorticavano attorno ed Ermenegildo era perso nell’estasi del momento, si riebbe solo quando si accorse che era stato legato come il salame che era.
“Ehi, ehi, liberatemi, liberatemi subito! Aiuto! Che volete farmi?”
Le danzatrici gli risero in faccia.
“Onoriamo la Dea stupido maschio, colei che porta armonia tra noi” gli risposero in coro.
Ripresero la loro folle danza intorno all’insaccato umano, vorticando sempre più velocemente, gridando sempre più forte. Cominciarono a percuotere Ermenegildo con frasche e ramaglie varie.
Lo sfortunato non riusciva più a distinguerle, vedeva solo ombre ormai.
La danza sfrenata s’interruppe improvvisamente, le ballerine, ansanti e sudate si rivolsero ad Ermenegildo
“Quali sono le tue ultime parole, idiota!”
Non era una domanda ma bensì un ordine.
Ermenegildo, rassegnato al suo destino, sospirò e rispose “Se proprio devo morire, vorrei essere scannato da lei” e rivolse un cenno del capo verso una ballerina dai capelli rossi e gli occhi color di foglia “ e vorrei un suo bacio come ultimo desiderio”. La ragazza indicata gli si avvicinò dicendo “E sia!” ma prima di arrivare a lui un’altra l’afferrò per un braccio bloccandola “Perché lei e non io? Pensi che questa baldracca sia più bella di me?” La rossa, sentendosi apostrofare a quel modo si divincolò dalla presa della sua rivale e cominciò a graffiarla e a tirarle i capelli “Baldracca a chi? Sciacquetta bionda!” le bionde presenti nel gruppo subito si schierarono con l’aggredita e si scagliarono sulla rossa. Un altro gruppo di ragazze si lanciò a sua volta sulle bionde al grido di “Smettetela, la cerimonia deve continuare!”
In breve si creò una zuffa con tutte le danzatrici in cui Ermenegildo, sempre legato, se ne stava buono in disparte, un po’ spaventato ed un po’ eccitato nel vedere quella rissa.
All’improvviso avvertì una presenza dietro di lui, le corde che lo trattenevano si allentarono, appena possibile si girò e si trovò di fronte alla ragazza che avrebbe dovuto ucciderlo. Questa era tutta graffiata, aveva foglie e rametti tra i capelli, un occhio pesto ed un labbro spaccato. Afferrò Ermenegildo per il capo, lo tirò a sé e lo baciò con passione, poi lo spinse via, gli lanciò i suoi vestiti e la sacca con i suoi pochi averi e gli disse “Va, ora!”
Ermenegildo raccolse il tutto e se la diede a gambe mentre la sua salvatrice si rituffava nel groviglio umano.
Quando si sentì sufficientemente lontano si fermò e si rivestì, ormai si era fatta l’alba.
Con l’arrivo del nuovo giorno vide che era arrivato ai bordi della foresta, oltre c’era il fiume, finalmente un punto di riferimento, gli sarebbe bastato seguirlo verso sud per tornare al covo.
Continuò il cammino.
La sera del terzo giorno, finalmente, si presentò davanti al capo.
Quando lo vide, Mangiafuoco, il capo, lo invitò a raccontargli cos’era successo.
Appena Ermenegildo terminò la sua storia Mangiafuoco gli si avvicinò e gli tirò uno sberlone che per poco non gli svitò la testa dal corpo.
“E tu credi che io sia così stupido da bermi tutta questa serie di panzane! I tuoi compari sono fuggiti con il mio oro vero?”
Ermenegildo sorrise, casa dolce casa, ora era veramente arrivato, cos’altro sarebbe potuto andare storto ora…?


Tom


La frase più pericolosa in assoluto è: Abbiamo sempre fatto così.

alexandra.fischer
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Re: Ermenegildissea

Messaggio#2 » lunedì 20 aprile 2020, 20:15

ERMENEGILDISSEA di el Tom Povero Ermenegildo. Non gliene va bene una: prima la locanda che promette pizza e invece si rivela una specie di birreria tedesca deformata dai pregiudizi di chi odia la cucina della Germania (il tutto, poco alla volta e con cambio di aspetto della gestrice: prima bella fanciulla con piatto di spaghetti e ketchuppo, dopo una più anziana con una pizza terrificante e infine una sorta di tardona dall’accento tedesco e con una preoccupante omonimia politica ). Ma non finisce qui, per il Nostro: un gruppo di fate lascive si rivela in realtà una congrega di baccanti decise a ucciderlo. Meno male che il suo ultimo desiderio (ossia scegliere la sua assassina dopo) lo salva. Il finale è spassoso: davanti a donne così, meglio il manesco capo Mangiafuoco (simpatico riferimento collodiano).
Attento a:
si (forma impersonale) (sì affermazione)
Mio nome Anghela ja (Mio nome Anghela, ja)
Vieni qui pello mio (Vieni qui, pello mio)
Stai lontana da me crauta (Stai lontana da me, crauta)
Va, ora! (Va’, ora!)

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lval21
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Re: Ermenegildissea

Messaggio#3 » martedì 21 aprile 2020, 11:33

L’Orrore Cosmico di una spaghettata col ketchup, una pizza all’ananas e di una procace locandiera che si trasforma in cancelliera tedesca! Divertente, ma probabilmente c’erano modi più sottili per affrontare gli stereotipi culturali italo-tedeschi, tantopiù che se mi citi il Berlusca in un’ambientazione fantastica, come lettore vengo scaraventato di prepotenza fuori dalla fiction. Mi è piaciuta decisamente di più la seconda parte, con le conturbanti menadi assatanate che si accapigliano per concedersi al povero Ermenegildo!

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Andrea Lauro
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Re: Ermenegildissea

Messaggio#4 » martedì 21 aprile 2020, 20:45

Ciao Tom, passavo di qui: nel vedere che ne avevi partorita un'altra, non ho resistito.
Sbellicato come al solito.
buona minisfida!
andrea

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Re: Ermenegildissea

Messaggio#5 » sabato 25 aprile 2020, 18:03

Ciao Tom. Nel tuo racconto ci sono due storie distinte. Troppi caratteri? Scherzo, ma la cosa mi ha un po' disorientato. Non saprei bene dirti perché, ma mi pare che ci siano due narrazioni slegate, come due episodi. Come tuo solito sei stato molto ironico. La prima puntata, quella nella taverna austriaca, non l'ho apprezzata molto. Mi è parsa un po' becera e sciocca. La seconda, quella dove il nostro si salva grazie all'invidia tra donne, l'ho trovata molto più spassosa e interessante.
Dovresti curare un po' di più la scrittura, secondo me. Prendo una frase a caso:
“Buonasera messere e benvenuto nella mia umile locanda, dimmi, come posso servirti?”
Qui sarebbe da scrivere:
“Buonasera, messere, e benvenuto nella mia umile locanda. Dimmi: come posso servirti?” Anche se alcune cose con la punteggiatura non sono proprio algebra, deve comunque essere ben leggibile. La virgola prima del vocativo è una regola importante. Inoltre potresti cercare di affidarti ancora di più allo "show, don't tell" di quanto già tu non faccia. Una frase come "In breve si creò una zuffa con tutte le danzatrici in cui Ermenegildo, sempre legato, se ne stava buono in disparte, un po’ spaventato ed un po’ eccitato nel vedere quella rissa" è scritta maluccio e non ottiene un buon effetto sul lettore.
Scusa se sono lapidario e sintetico ma ho poco tempo!!! (cazzo, davvero, scusatemi tutti)
Alla prossima!

Carondimonio
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Re: Ermenegildissea

Messaggio#6 » domenica 26 aprile 2020, 9:04

A livello artistico è una storia divisa in due parti, di cui la prima che ha dei riferimenti a delle situazioni reali ed è piena di elementi farseschi simili ai film di Paolo Villaggio (in primis Pappa e ciccia con l'infermiera teutonica), che pur essendo divertenti non convincono fino in fondo.
Fortunatamente la seconda parte è più originale e scorrevole, e da questo punto in poi il racconto cammina benissimo sulle sue gambe senza appoggiarsi ad elementi del mondo reale.
Alla fine si ride di gusto delle disgrazie del protagonista che riescono a rendercelo simpatico, diciamo che con alcuni cambiamenti la storia sarebbe perfetta.

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daniele.mammana-torrisi
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Re: Ermenegildissea

Messaggio#7 » domenica 26 aprile 2020, 13:29

Ciao, Tom!

Devo accodarmi ad una delle opinioni espresse nei commenti sopra, premettendo che nel complesso la prima parte della storia... non vorrei dire che non mi ha divertito, sì, però mi ha dato il senso di un tiro fiacco. Ha della comicità, anche bizzarra per quello che è un mondo fantasy, per quanto alla spaghettata, tuttavia questa è un po' pigra. Alla seconda trasformazione, colpevole il mutare del come parla la locandiera, si coglie dove la situazione andrà a parare e finisce senza lasciare grandi conseguenze sulla storia.

La seconda parte, invece, è esilarante. Per quella hai i miei complimenti, perché il deragliare del rituale è tanto assurdo quanto improvviso. Le baccanti che finiscono a pungolarsi tra loro mi hanno ucciso. Ed è qui che insomma, l'Odissea di Ermenegildo decolla, per poi finire in calma. Non mi dispiacerebbe vedere altro delle sue avventure, perlomeno sul tono della seconda parte piuttosto che la prima. Che poi nella sua Odissea lui sia un onesto beone senza arte né parte, nemmeno l'astuzia proprio del riferimento, ha il suo gusto divertente; le scampa più per una fortuna bizzarra che per le sue abilità!
Niente, dalla metà in poi è stato divertente e quindi complimenti! ^^

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