Il Rituale del Pollo

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RiccioRob
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Il Rituale del Pollo

Messaggio#1 » domenica 19 aprile 2020, 22:57

«Te lo giuro, Merlone. Quel Bigatt l’era grosso quattro volte l’osteria del Ciula. Ah, l’era mia una lucertola troppo cresciuta. E poi… e poi…» Mormorò zoppicando verso l’uscita del bosco. «No allora, al Merlone ci dico che il Bigatt l’era grosso SEI volte l’osteria e che g’aveva due teste. Sí, una sputava fuoco e l’altra…boh, veleno. No deh, gli dico che i Bigatti erano due e vada via il cül»

Parlottava da solo il Ganassa, cercando i migliori dettagli per gonfiare il racconto di quell’avventura assurda.
Tanto i compagni erano probabilmente tutti morti o dispersi. Nessuno avrebbe smentito la sua versione.
Non che nelle valli a nord del Falcamonte il buon Ganassa godesse di molta credibilità, sia chiaro. Non gli potevi raccontare alcuna vicenda senza che lui affermasse di averla vissuta prima e meglio di te. Un contapalle di prima categoria.
La ferita al ginocchio gli lanciava sferzate di dolore allucinanti. Per fortuna il brigante se l’era cavata con quella, graffi sparsi in tutto il corpo e un gran male alle natiche.
Poteva andare peggio.

Si chiese se non si fosse beccato anche una botta in testa, visto che cominciò a sentire della musica incalzante poco fuori dal bosco. Ormai era quasi notte e il Ganassa non aveva visto segni di civlità per ore ed ore.
Sbucò dall’ultimo filare di alberi ed un prato verde gli si parò innanzi. Uno stuolo di giovanotti in tunica nera si voltò di scatto. La musica si fermò. Non era frutto della sua immaginazione.
«Ma ghi è guesta persona, sgusate? Come cazzo ha fatto a entrà questo??»
Tuonò la voce di uno strano vecchietto che si dimenava in cima ad un rozzo palchetto in legno. Tra le mani una lucente chitarra nera.
«Orcoboia, deh scusate io non volevo mica interrompere la festa. Continuate pure eh, volevo solo chiedere se c’avevate qualcosa da bere o da mangiare. Son scappato da una decina di bigatti che…»
«Nun te devi preoccupà!» Esclamò il bizzarro individuò, cambiando subito atteggiamento. Scese dal palco e si avvicinò al Ganassa allargando le braccia.

«Ci avevi arrecato spavento, pensavamo tu fossi un birro demmerda» L’accento era palesemente di Alazia, seppur con molti difetti di pronuncia, ed il suo tono di voce era cantilenante. Una parlata che riusciva ad essere sboccata e colta al tempo stesso. «Guesta è una festa privata, gabidooo?? Ce dispiacerebbe qualche intrusione, ma te sei benvenuto qui tra noi, ar concerto der grande ghitarrista BENZONE DE SATANASSI. Che sarei io, piacere. Castrangelo, daje qualcosa da beve a sto pover’uomo!»

Benzone tornò defilato sul suo palchetto. Da lassù, vestito di nero,borchie metalliche e circondato da torce infuocate, sembrava il cugino scemo del demonio. Però pur sempre un demonio, quindi era meglio stare attenti.
Un giovane dai modi femminei intanto andava a riempire un boccale per il Ganassa, che si tenne in disparte dalla folla e prese una vagonata di robaccia da mangiare al bancone. Ti ritrovi a una festa con cibo e vino gratuito e non ne approfitti?
Stava già masticando del prosciutto di cinghiale, quando il musicista riprese il suo concerto.
Si adoperò nell’assolo più veloce e stonato che il Falcamontese avesse mai sentito. Uno stridire insensato di corde metalliche che sembrava piacere molto a quella sottospecie di adepti.

«Senti te, Castrangelo. Ascolt-ah sì, grazie. Cos’è? Vino? Bene grazie, dicevo… Chi l’è ‘sto Benzone che suona sul palco?»
«Si tratta del piú talentuoso musicante di Alazia. Egli ci comunica la Verità attraverso le sue parole ed il suono dolce della chitarra».
Dolce come una ginocchiata sulle balle, pensò Ganassa.
Furono interrotti dall’imperiosa voce del sacerdote, musicista o qualunque cosa fosse.
«E siamo giunti al gran finale, amici garissimi! Vi voglio ora tutti riuniti nel cerchio de foco, qui davanti al palco» Ed alle sue parole delle strisce di fiamme bruciarono l’erba fino a formare un enorme pentacolo infuocato. «Ricordate che la Vita è il nemico!!!! Recate con voi ogni dono per celebrare il Natale del Male. Ecco qui… la betulla, il fico sacro, la canfora, la mandragola e pure le ossa dei morti!» Un ghigno malefico si aprì sul suo volto truccato di nero.
Per il brigante la situazione iniziò a farsi seriamente pericolosa. Gettò il boccale per terra, infilò quanto piú cibo nelle tasche e se la diede a gambe.
Un poderoso strattone gli impedì la fuga.

Era Castrangelo e gli aveva afferrato il collo con la presa di un morgante.
«Boiafaus, lasciami stare!!»
Benzone iniziò a suonare come un ossesso ed urlò a gran voce:
«Portate anche lo straniero!!! VIENI QUAAAA, SGHIFOSOO!! ULTIMO!!»
L’inaspettatamente fortissimo Castrangelo trascinò di peso il Falcamontese verso quella bolgia blasfema, mentre la musica gli faceva sanguinare i timpani.
Ganassa non era mai stato granché forte a menare le mani, ed era stanco e ferito. Serviva un diversivo. Frugò nelle tasche e tra le cibarie rubate trovò quanto di piú simile ad un arma da botta: il corpo di un pollo spennato.
Piutost che nuta, l’è mei piutost, diceva sempre il nonno.

A Castrangelo arrivò un’improvvisa pollata sulla ghigna, che per un secondo gli fece mollare la presa.
Gli adepti li osservavano con sguardo vitreo, snudando lunghi pugnali dalle tuniche.
Benzone non si curava di nessuno, troppo intento nel suo assolo rituale, mentre il fuoco del pentacolo iniziò a crepitare con sempre più vigore.
Il brigante diede una ginocchiata allo stomaco del giovane adepto, maledendosi per aver usato il ginocchio malandato e tagliò la corda. Non prima di aver scagliato il polletto verso la folla.
Fu allora che accadde l’impensabile.
Il pollo cadde nel cerchio e sul pentacolo si levò un turbinio di fiamme diventate verdastre, che prosciugarono l’anima di ognuno dei giovani spettatori del concerto. Castrangelo, riverso a terra, scoppiò a piangere.
«Noooo! Il sacrificio!! Anche io voglio esserci!!»
Benzone De Satanassi fu preso dallo sgomento e scagliò via la funerea chitarra.
«Ma cosa hai fatto?? Tutte quelle anime dovevano incanalarsi in me!! Me dovevano rende invicibbbile!!»
Il suo grido fu coperto dal furore del fuoco, che si affievolì sempre piú ed infine si spense, lasciando dietro sè soltanto un cumulo di tuniche vuote. Ed un pollo morto.
Benzone non fece tempo a chiedersi che fine avesse fatto tutta quell’energia vitale, che il cadavere del pennuto iniziò a gorgogliare. La carne ribolliva e si espandeva, ribolliva e si espandeva.

«CHIIIIICCCHIRIIIIIIICCCHIIIIIIII» Una voce satanica, che era l’insieme di decine e decine di voci, riecheggiò da un gigantesco uccello spennato e senza testa, che torreggiò sul palco.
«UN POLLOOO!!!!» Strillò Benzone prima di leopardarsi le mutande.
Era grosso anche più del Bigatto e con una zampata calciò via Castrangelo finché non divenne un puntino all’orizzonte.
La creatura puntò quindi al malvagio musicante, che scese dal palco in lacrime.
«Il rituale era perfetto!! Era perfettooo!»
Il Ganassa era paralizzato dalla paura. Va bene aver affrontato la banda del Rospo, va bene anche il grosso ed avido rettile, ma come occuparsi di quella massa di carne bianca ambulante?
Il ginocchio doleva troppo. La fuga non era piú un opzione.
«Co-co-coccodè!!» berciò il Falcamontese.
«Chicchiri??» rispose il pollo voltandosi.
«Aò, ma che te metti a insultà su madre adesso?»
«Io non parlo il pollese, boia d’un porco!! Lo distraggo ma te fa qualcosa, mövat!»
L’immonda bestia trotterellò verso il Ganassa ad ampie falcate.
Al brigante venne in mente un’idea talmente idiota che avrebbe potuto funzionare.

Zoppicò fino al confine del bosco e con gran fatica prese ad arrampicarsi sul primo abete capitato a tiro. Arrivò solo a metà scalata quando il pollo si avventò sul brigante.
«Domineddio non bestemmierò più, salvami tu!»
Un fragore esplose sulla creatura, seguito da un invitante odore di pollo arrosto.
«BRUCIA, BESTIA SGHIFOSA!!»
Ganassa ritrovò il coraggio per scalare l’albero, mentre il Benzone de Satanassi scagliava una torcia del palco dietro l’altra al pollo fiammeggiante.
Giunto sulla cima, afferrò la punta dell’abete e si lanciò giù soffocando un urlo.
L’aveva vista fare solo al teatro dei burattini, questa cosa.
Il brigante penzolava a diversi piedi d’altezza, reggendosi all’albero con tutte le sue forze.
Il pollo, ignorando Benzone, ormai incombeva su Ganassa
«Uno, due, tre!!» Urlò mollando la presa. Atterrò sulle sue natiche già doloranti, mentre l’abete si proiettò sul lato opposto schioccando una poderosa frustata al demone.

Un gorgoglio abissale di dolore e rabbia emise, incespicando ed inciampando all’indietro.
Il pollo cadde a sedere con un tonfo. Sotto di lui il malcapitato Benzone, che si infilò al suo interno attraverso il più disdicevole degli orefizi.
La bestia, atterrata e ormai completamente bruciata, morì evaporando le proprie anime, che come fumo verdastro si levarono al cielo.
Il Ganassa strisciò via con il sorriso amaro dei sopravvissuti. Non vedeva l’ora di raccontare anche questa vicenda al Merlone.
«E gli dirò che ce n’erano due, di polli giganti.»

*

Il silenzio nella foresta fu rotto da un urlo agghiacciante ed il rumore di carne maciullata e interiora che fuoriescono.
Una tenebrosa figura sgusciò via dalla carcassa del demone.
«Non si dica mai che Benzone de Satanassi si mette a fà il ripieno der pollo arrosto».


"In un mondo che ci obbliga all'eccellenza, fare schifo è un gesto rivoluzionario."

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invernomuto
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Re: Il Rituale del Pollo

Messaggio#2 » martedì 21 aprile 2020, 4:40

Ciao RiccioRob, non ci siamo mai incrociati prima ma sento di avere un'affinità spirituale con te.

Prima di leggere il tuo racconto, ogni volta che ne vedevo il titolo tra quelli del forum principale, mi pronunciavo in testa un "Il rituale del POOOOLLLOOOH!" perché anni e anni di trash mi hanno rovinato le sinapsi irrimediabilmente. Potrai ora immaginare la mia sorpresa quando entro a leggere e giudicare la tua storia e scopro che non solo le mie, ma anche le tue connessioni neuronali sono state bruciate dall'esposizione a materiali memetici dannosissimi.
Il tuo racconto è uno sfacelo di accenti mescolati, di citazioni di leopardamenti di mutande - di iNgnoranza - ed sono tutte cose positive!

Ora, io mi sento un verme a dirvelo a tutti, ma nel vostro gruppo ci sono tante - ma tante - belle prove, così tante che son contento che siate tutti quarantenati qui e non siate venuto ad abbassare la mia posizione nel mio gruppo. Hai fatto una prova che mi piace tantissimo, il cui quid - oltre al presentarci il tris-trisavolo di Benson - è la spacconeria da pescatore.
Trovo che troppi commenti senza critiche siano sterili, per cui te ne muovo una: Per chi non conosce Richard Benson il tuo testo sembrerà un trip da acidi finito molto male.

Non so dirti se sarai al top della classifica, perché la decisione è davvero ardua, ma posso dirti che mi hai colpito molto.

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Davide Di Tullio
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Re: Il Rituale del Pollo

Messaggio#3 » giovedì 23 aprile 2020, 12:29

Ciao Riccio

piacere di leggerti! il tuo racconto mi ha molto divertito. A cominciare dall´uso disinvolto di espressioni dialettali di varia estrazione, con cui hai creato una specie di linguaggio a se. I dialoghi funzionano, e anche le parti raccontate, sebbene siano presenti in maniera massiccia, risultano fluide alla lettura, grazie anche ad una prosa condita di gergo e quindi di facile presa sul lettore. Un intreccio surreale e pecoreccio che si amalgama bene ed é in perfetta linea con il tema del contest. Non ho molto altro da aggiungere. Complimenti e a rileggerci!

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roberto.ferrarese
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Re: Il Rituale del Pollo

Messaggio#4 » venerdì 24 aprile 2020, 10:26

Ciao RiccioRob,
Del tuo racconto mi sono piaciute la prosa molto scorrevole e divertente e il protagonista, il Ganassa, che è uno dei miei preferiti tra quelli dei racconti che ho letto.
Ricamare il sacerdote del rituale su Richard Benson ci sta, anche se trovo che molti riferimenti siano un po' troppo "moderni" e stonino con l'ambientazione medieval fantasy. Io forse avrei mantenuto il riferimento a Benson più velato, cercando di adattarne maggiormente le caratteristiche al contesto. Durante l'evocazione delle anime poi, complice il fatto che succedono tante cose, il ritmo del racconto si spezza e diventa un po' difficile da seguire. Si riprende bene nel finale e mi piace molto la chiosa che ci fa capire che sentiremo ancora parlare di Benzone de Satanassi!
Ci sono racconti che nel complesso mi sono piaciuti di più nel tuo difficile girone, ma credo che il tuo sia in assoluto uno dei più divertenti, complimenti!
Ro.

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Wladimiro Borchi
Messaggi: 258

Re: Il Rituale del Pollo

Messaggio#5 » venerdì 24 aprile 2020, 13:34

Ciao RiccioRob,
piacere di leggerti.
Il racconto è divertente e scalmanato, con un sacco di azione e trovate rocambolesche.
Anche l'ambientazione, con i riferimenti satirici a Richard Benson, non mi hanno affatto guastato la lettura, anzi mi sembra che tu abbia trovato un'ambientazione ibrida davvero carina e originale.
Lo stile è scorrevole e il condimento di espressioni gergali e dialettali conferisce al racconto quel non so che in più.
Sarà arduo fare una classifica con tutto questo buon materiale.
Complimenti davvero.
Wladimiro
IMBUTO!!!

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Pretorian
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Re: Il Rituale del Pollo

Messaggio#6 » venerdì 24 aprile 2020, 20:06

C'è Richard Benson in un'ambientazione fantasy. Basta, cosa cazzo si vuole di più? C'è RICCARDO BENSONI CHE FA ROBE!!! Solo per questo, per me meriti l'olimpo di Minuticontati. Guarda, per me potremmo finire qui, ma penso che ti sarebbe utile un suggerimento aggiuntivo: il combattimento con il pollo risulta abbastanza confuso ed è un peccato, perché ti avrebbe offerto una grande opportunità comica molto più ampia.

Per il resto, tutto ok.

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Re: Il Rituale del Pollo

Messaggio#7 » domenica 26 aprile 2020, 9:20

Racconto grottesco. Il Ganassa, oltre a essere un brigante sfortunato, è anche un bugiardo e si ritrova invischiato in un’avventura anche peggiore di quelle capitategli prima. Siamo alle prese con un rituale satanico, che il Nostro manda all’aria, trasferendo tutti i poteri dell’inferno in un…polletto, che poi riesce a sconfiggere riducendolo a gigantesco pollo arrosto. Ma si salva anche il cattivo (Benzone de Satanassi) quindi il finale è aperto. I due possono sempre riincontrarsi.
Attento: non è chiaro perché il Ganassa, dopo essersi riempito la scarsella (e le tasche) di cibo dei partecipanti al rituale demoniaco di assorbimento delle anime debba scappare (lo hanno invitato, ma nessuno lo ha minacciato di morte, ecco forse dovresti lavorare su quel particolare lì). Per il resto, mi è piaciuta l’atmosfera credibile del rituale (con i riferimenti alle pozioni di magia nera medievali) e il nome di Castrangeli per indicare uno degli adepti.

AnDrITomma
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Re: Il Rituale del Pollo

Messaggio#8 » domenica 26 aprile 2020, 23:48

Ciao Riccio, innanzitutto complimenti.
Il racconto è divertente, con un buon uso del dialetto che ben caratterizza tutti i dialoghi. mi ha molto divertito. Anche la prosa scorre bene e il tema del racconto direi che è in linea con la sfida proposta, con uno stile molto pecoreccio e atmosfere che ben rimandano al folklore italiano e a Brancalonia tutta.

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