Morte di un Dio

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo maggio sveleremo il tema deciso da Cristiano Demicheli. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
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Davide Di Tullio
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Morte di un Dio

Messaggio#1 » domenica 17 maggio 2020, 22:46

Anche gli dei si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso!

Friedrich Nietzsche



Dove sono? Il riverbero della luce al neon mi acceca. Un uomo e una donna mi guardano, bisbigliano, sorridono. Li odio, Ma non ho la forza per scacciarli.
Brandelli di memoria galleggiano sulla mia coscienza. Mi sento come il sognatore che si accorge di sognare. È il segno che la fine è vicina.
Affiorano i ricordi. La mia casa. Un castello in cima al colle più alto della Murgia. Le mura riflettono i raggi di un sole generoso che illumina il dedalo di stanze, filtrando dalle bifore; luoghi forgiati per difendersi dall'arsura che arroventa queste terre.
Lì è accaduto qualcosa di terribile, di meraviglioso. È lì che vive la mia Medea.
Riesco a vederla. Ogni notte mi offre il petto, sotto lo sguardo degli spiriti del bosco che accorrono per assistere al baccanale. Il suono di un flauto riecheggia tra le pareti. Riesco a sentire l'odore del suo sangue, ipnotico è il battito del suo cuore.
Ecco, ora ricordo...


«Signore», si prostra nuda avvolta dalla luce della luna come da seta trasparente, «arrivano!». Gli occhi sbarrati, lucidi di pianto.
«Chi? Chi arriva?»
«Gli sciacalli, dalla città»
«Quando?»
«Domattina, al primo sole»
«Come lo sai?»
«Una raccomandata»
«Invochi il mio aiuto?»
«Voi... Siete la mia unica speranza. Vegliate su questo castello da che ho memoria»
«Il bosco accorrerà»
«Il bosco sta morendo. Gli spiriti vagano senza meta. Nessuno ha più timore di loro. Posso sentire i loro lamenti. Invocano l'epifania!»
«E gli animali? La volpe che scruta l’orizzonte, la poiana che fende l'aria, la vipera che attende sotto il sasso. Loro arriveranno»
«No, signore. Gli sciacalli hanno invaso il nostro mondo. Hanno frantumato, sventrato, disboscato. Sono cani famelici. Il bosco non è più la casa degli animali, ma la loro tomba. Fuggiti, soccomberanno al nuovo mondo.
«Cosa desideri?»
«La vostra presenza ci rinvigorirà. Un’apparizione, una soltanto, e la catarsi si compirà»
«Il mondo che mi hai descritto non è fatto per le epifanie. Hai valutato le conseguenze? Gli sciacalli possiedono strumenti potenti»
Medea scrolla la testa. La chioma scompigliata le copre il viso. Un singhiozzo accompagna il suo lamento.
«Signore, dobbiamo tentare! Il cerchio si chiude. La vita sta scivolando via da queste pendici. Presto il sole picchierà su una distesa brulla e il bosco sarà solo un ricordo»
«Il tuo pianto mi strazia, Medea. Per l'amore che nutro per te avrai l'epifania»
La donna solleva il capo. Le mani tremanti scivolano tra i capelli, per raccoglierli sulle spalle. Un sorriso le stringe gli occhi gonfi di pianto in un'espressione da bambina.
«Tutto il bosco dovrà offrirmi il suo tributo»
«Sarà fatto, mio signore». Medea congiunge le mani.
Da fuori, il cinguettio dei passeri mi ricorda che il sole si sta levando. Il profumo della resina pervade le stanze. È tempo di riposare. Medea si ritira.

Una folla si accalca, dietro le transenne occhi curiosi si poggiano su di me.
Ancora sprazzi di memoria.


Il cielo stretto nei confini di un cortile esagonale. Le stelle sembrano raccogliersi per assistere al baccanale.
Un braciere arde, sputando scintille che si spandono come lucciole.
Sento il suono dei tamburi confondersi con il vocio della folla. Medea conduce il corteo dei musici in maschera. Suonano il flauto; sono travestiti da pantera, da cervo, da orso.
Il ritmo incalza, ne sento il trasporto. L'aria si fa incandescente, sento le risa, scorgo le ombre fondersi sulle pareti vertiginose.
Riprendo forza. Sono la pantera, il cervo, l'orso. Sono Medea. Mani sfiorano la sua pelle. Posso sentirle, come se fossero su di me. L'eccitazione scuote le membra, rinvigorita dal vino che strabocca da crateri di terracotta. Siamo vicini, siamo uno.

Qualcuno si stacca dal gruppo. Tira fuori una macchina fotografica e comincia a scattare. Quel rumore... mi ricorda qualcosa... Sì, Medea parla con uno sconosciuto...

«Non abbiamo tempo da perdere, signora. Le ho già mostrato le carte della banca. Spero le abbia lette». L'uomo ha in mano un telefono. Scatta foto agli interni.
«È inutile, non lascerò mai il castello. E la prego di smettere di fare fotografie!»
«Temo che abbia frainteso. Questo immobile è di proprietà della banca. Suo padre le ha lasciato una montagna di debiti, e la banca ha acquisito il Castello a titolo di compensazione»
«Siete degli sciacalli!»
«Facciamo solo il nostro lavoro. Se mi permette, dovrebbe prendersela con suo padre. Non ha forse sperperato il suo patrimonio?»
«Mio padre... è stato un grand'uomo. Ha usato i suoi denari per curare il bosco. Ha protetto questo luogo lottando con le unghie contro la speculazione edilizia»
«Suo padre è stato un perdente. Se avesse accettato la permuta delle terre, ora non saremmo costretti a sfrattarla»
«Io non la conosco. Lei viene in casa mia con il suo doppiopetto da becchino a insultare la mia famiglia»
«Ha tempo una settimana per portare via la sua roba, altrimenti la trascineremo via con la forza»
Medea allunga un ceffone all'ospite. L'uomo perde gli occhiali che si infrangono sul pavimento.
«Lei è pazza! La denuncerò per aggressione!» Raccoglie gli occhiali e se li mette nella taschino della giacca.
«Non mi importa. Cosa farete del mio bosco?», piagnucola Medea, piegandosi sulle ginocchia.
L'uomo si sfiora la guancia. È rosso in volto.
«Mi risulta un progetto immobiliare in ballo. In quanto al castello, diventerà un resort di lusso». L'uomo sorride.
Medea si rialza. «Come osate spargere il vostro letame su questa terra sacra?»
«Terra sacra?»
«Qui divinità antiche hanno trovato la loro dimora. È la divina natura che violate, non un misero bosco»
«Peccato vedere una bella signora come lei delirare»
«Lei è uno sciocco. Non sa quello che dice»
«Mi ha aggredito e vaneggia di divinità che vivono in questi luoghi. Potrei sbatterla fuori a calci, e farla rinchiudere. A meno che...» L'uomo si avvicina a Medea.
«Cosa pensa di fare?»
«Sia buona con me signora, e la tratteremo con i guanti»
Medea sente l'uomo su di sé, il pungente odore del dopobarba, l'alito caldo sul collo. Mani molli sfiorano i suoi fianchi. Sento il suo battito accelerare, la pelle fremere. Ha paura. Ho paura.
Siamo in un angolo. L'uomo le allarga le cosce, infila la mano sotto la veste. Sentiamo un dolore acuto al ventre, un terrore sconosciuto. Medea è supina. Si dimena. L'uomo la travolge. Pesa come un macigno. Sente il respiro mancarle.
Afferriamo il fermacapelli scivolato sul pavimento. Un colpo inferto sotto la clavicola e l'uomo si rialza.
«Puttana, cosa fai?»
L'uomo barcolla, indietreggia con gli occhi sbarrati. Medea gli è addosso. Gli gira intorno. Gli estrae il fermacapelli dalla schiena con uno strappo secco. Un altro fendente al collo. Un fiotto di sangue zampilla sulle le pareti. L'uomo preme con una mano la ferita, ma il sangue continua a sgorgare. Scivola sul pavimento viscido. Un rantolo è l'unico suono che esce dalla sua bocca.
Medea è su di lui. L'uomo è supino, sembra implorarla alzando la mano. Ancora fendenti: al addome, in un occhio, sullo sterno. L'uomo ha un polmone collassato. Respira a fatica in un lago di sangue. Medea è una furia. Medea rinasce.

«Non ho mai visto nulla del genere». Il poliziotto si guarda intorno.
«Sembra che la donna abbia reagito a un tentativo di stupro, ispettore»
«Sembra?»
«Era sconvolta. Le è stato somministrato un sedativo. Non appena tornerà in sé proveremo a interrogarla meglio, ma il referto del medico sembra confermarlo»
«Come può una donna così minuta aver sopraffatto la vittima?»
«Non lo sappiamo, signore. A prima vista i fendenti sono stati inferti con forza, ma non abbiamo trovato tracce di un complice. Nella stanza ci sono solo le impronte della donna, e dell'uomo, naturalmente. Girava scalza. Lui indossa un paio di mocassini taglia 45. La dinamica risulta piuttosto chiara. Un fermacapelli in metallo è l'arma del delitto»
«Dove lo avete trovato?»
«Tra le mani della donna, ispettore»
L'ispettore alza lo sguardo.
«E quello?»
«Un quadro, signore»
«Questo lo vedo... Una stanza di sessanta metri quadri, imbrattata di sangue fino al soffitto, e il quadro non ha uno schizzo. Non le pare strano? Lo avete trovato coperto?»
«No, signore, in effetti lo abbiamo trovato così come lo vede ora»
«Forse è stato spostato dopo il delitto»
«Lo escludo. Avremmo dovuto trovare tracce di impronte insanguinate fuori dalla stanza. Abbiamo già controllato, è tutto pulito.
Chi ha trovato la donna?»
«La signora delle pulizie. È rimasta sul ciglio della porta. Era spalancata, e ha potuto descriverci la scena. Il quadro era al suo posto quando si è affacciata nella stanza, poco prima di chiamarci»
«Capisco. Eppure ho la sensazione che il dipinto abbia un legame con l'omicidio. Chiami i colleghi della scientifica, vorrei farlo analizzare. A proposito: chi è lui?»
«Chiamerò la Pinacoteca per avere qualche informazione»
«Mi faccia parlare con la signora delle pulizie». L’ispettore segue il collega fino all'ingresso della sala. L'altro esce e ritorna tenendo per un braccio una donna, poi si allontana e li lascia da soli sulla soglia.
«Lei cosa sa della presunta omicida»
«Oddio, è terribile! Quella donna... signore, la conosco da che era bambina. Non avrebbe fatto male a una mosca». Il volto della signora si deforma in una maschera da tragedia. Si copre gli occhi con le dita artritiche.
«Ora si calmi. Sa da dove viene quel quadro?»
La vecchia alza gli occhi e fissa il dipinto.
«Sono trent'anni che frequento questo castello. L'ho sempre visto lì. Il padre della signora Medea... Era un tipo particolare. Collezionava oggetti bizzarri, come quel quadro»
«Cosa intende per bizzarro?»
«Non lo vede? Sembra che ci osservi»
L'uomo sposta lo sguardo, ma nessuna emozione trapela dai suoi occhi.
«Signora, è scossa. Le faccio portare dell'acqua»
«Non bevo l'acqua del castello. È avvelenata»
«Avvelenata?»
«La signora Medea dice che sono stati quelli della banca. Hanno salato l'acqua della falda»
L'ispettore fa un cenno. Arriva il poliziotto di prima.
«Faccia analizzare l'acqua del rubinetto»
«Sì, ispettore»
«Quelli vogliono mangiarsi il bosco»
«Di chi parla?»
«La banca, il Sindaco e tutta quella cricca di farabutti»
L'ispettore guarda il collega in attesa di un chiarimento.
«È una vecchia storia, signore», il poliziotto si gratta un orecchio, «Il Comune ha previsto una zona residenziale proprio sulle pendici di questo colle: villette a schiera, un campo da golf. Roba di lusso, insomma. Sembra che la moglie del primo cittadino abbia delle quote nella società che ha presentato il piano di lottizzazione»
«La solita storia». L'ispettore scuote la testa.
«Stavano facendo di tutto per espropriare il bosco»
«Li hanno tormentati per anni», interviene la signora, «erano brave persone, ma hanno risvegliato gli spiriti di questo luogo, e loro si sono vendicati». La donna si commuove. Ha il trucco sfatto.
«Va bene, ora ha bisogno di riposare. Il collega l'accompagnerà a casa». L'ispettore fa un cenno all'uomo, che annuisce e porta via la donna dalla stanza tenendola per un braccio.
L'ispettore resta solo. Si guarda intorno, sospira.

Ricordo ancora il buio nel quale balugina il pallido bagliore dei fari delle auto che si sentono passare fuori dalle finestre serrate. Poi, all'improvviso, la luce di una lampada...

«Signore, ho fallito», Medea è in ginocchio. «Con un gesto scellerato ho rovinato tutto», tira su con il naso. Le lacrime le bagnano la veste porpora all'altezza delle cosce.
«Lo abbiamo fatto insieme. Io ti ho dato la forza per colpire quell'uomo»
«Voi... mi avevate messo in guardia. Non ho voluto ascoltarvi. Avrei dovuto controllarmi»
«Le cose sono andate come dovevano. Piuttosto, cosa ne sarà di te?»
«L'avvocato è riuscito a fare passare la semi-infermità. Dicono che è per via di tutto quel piombo nell'acqua del castello che sto diventando pazza. Dicono che è colpa delle vecchie tubature, ma è una menzogna: sono stati loro ad avvelenare la falda»
«E il bosco?»
Medea resta in silenzio, a capo chino.
«Allora è davvero tutto finito»
Medea solleva il viso e mi guarda. Vedo la vita scivolarle via dagli occhi acquosi. È finita per Medea, per gli spiriti del bosco. Medea si alza, mi dà le spalle, si allontana. Torna l'oscurità.

È terrore quello che provo. Questa folla che si accalca dietro le transenne ignora chi sono. Gli sguardi si voltano altrove e, di tanto in tanto, si posano su di me, ma solo per qualche secondo. Sono attimi vacui, distratti. Qualcuno si soffia il naso, altri guardano il telefono, alzando la testa solo quando richiamati all'attenzione da un vicino che commenta. Questa calca è indegna. Detesto il suo odore. Se potessi l'avvolgerei nelle fiamme. Ma qui, lontano dal bosco, sono solo un'idea, la copia di un sogno. Sto diventando nulla. Sono indifferente a tutto. Questa è la fine.

Ecco a voi la notizia del giorno: presso la Pinacoteca Nazionale, il famoso dipinto “Dioniso”, opera del pittore Michelangelo Maestri, è svanito di fronte a una folla attonita. Al suo posto la tela bianca, ancora incorniciata. L'opera era stata donata al museo dopo una confisca, ed era balzata agli onori della cronaca perché legata a un turpe fatto di sangue, accaduto l'estate scorsa presso il Castel del Monte. I guardiani, subito intervenuti dopo essere stati richiamati dagli schiamazzi dei visitatori, non sono riusciti a spiegare l'accaduto. Gli esperti hanno interrogato i testimoni e visionato le telecamere a circuito chiuso, ma non sono riusciti ancora a venire a capo dello strano fenomeno.
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Ultima modifica di Davide Di Tullio il domenica 17 maggio 2020, 23:03, modificato 5 volte in totale.



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Davide Di Tullio
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Re: Morte di un Dio

Messaggio#2 » domenica 17 maggio 2020, 22:49

Provo a giocarmi due bonus su tre:

    I personaggi non sanno qualcosa che il lettore sa (o viceversa) (-4 PUNTI)
    Ambientazione almeno in parte italiana (-1 PUNTO)

NazarenoMarzetti
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Re: Morte di un Dio

Messaggio#3 » domenica 24 maggio 2020, 13:48

Ciao
Racconto veramente interessante e molto piacevole da leggere. Niente da dire né sullo stile né sull'intreccio pensati bene. Ti sei concentrato su due personaggi e sei riuscito tinteggiarli bene dal profilo psicologico, meno da quello fisico. Avrei preferito qualche nota in più specie all'inizio quando non si capisce chi è che sta parlando, mi sono immaginato Medea come una driade.

Ho sempre avuto la sensazione che il racconto fosse ambientato in italia e la chiusura lo conferma. Questo ti espone a una serie di problemi: in italia i monumenti storici e le aree verdi sono una patata bollente. Non è così facile trasformare un castello in un resort di lusso e un bosco in una schiera di villette.
Di base c'è il problema che "se è vecchio DEVE essere mantenuto" cosa che scoraggia chiunque vista la selva di leggi a cui bisogna stare attenti. Poi ci sono programmi televisivi e politici arrivisti pronti a fare un casino ogni volta che qualcuno prova a intaccare un qualche "patrimonio" (pensa che vicino a dove vivo c'è una struttura degli anni '80 fatiscente che non può essere buttata giù né convertita perché qualcuno la considera un patrimonio e il proprietario sta aspettando che cada giù da sola).

Se avessi ambientato altrove forse avrebbe stonato meno.

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Polly Russell
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Re: Morte di un Dio

Messaggio#4 » martedì 26 maggio 2020, 21:43

)Morte di un Dio di Davide Tullio
Oh si! Accidenti che bello! Ho adorato la parte iniziale, i dialoghi tra Medea e Dioniso e, soprattutto, ho adorato l’empatia di lui, che ci descrive le sensazioni di Medea. Una soluzione geniale che ti ha anche permesso di mantenere il giusto punto di vista. Un gran bel lavoro. Questo è senza dubbio il tuo miglior lavoro, almeno tra quelli che ho letto, ottima la scelta delle parole, delle frasi e ottimo il paragone con gli sciacalli. Il che mi porterebbe a sperare che almeno per una volta, tu possa abbandonare i detective e librarti su un racconto di ambientazione storica, il 1700 nel nord Europa sarebbe perfetto! Non ho molto altro da dire se non un paio di sottigliezze. Quando il detective parla del quadro al suo sottoposto, eviterei frasi tipo “quel quadro c’entra qualcosa” gli dai una connotazione magica che lui non può sospettare, virerei su un più semplice “non mi convince, magari lo hanno spostato, forse ci sono delle impronte” o cose così. E anche sulla semi infermità passerei oltre, ha subito uno stupro, o un tentativo molto pesante e si è difesa. Al massimo un eccesso di legittima difesa. Quindi liquiderei il piombo nelle tubature, con un “mi vogliono far passare per pazza”. Per il resto, ottimo.
Polly

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Davide Di Tullio
Messaggi: 298

Re: Morte di un Dio

Messaggio#5 » mercoledì 27 maggio 2020, 15:52

Grazie di cuore per gli apprezzamenti e le critiche

NazarenoMarzetti ha scritto:Ho sempre avuto la sensazione che il racconto fosse ambientato in italia e la chiusura lo conferma. Questo ti espone a una serie di problemi: in italia i monumenti storici e le aree verdi sono una patata bollente. Non è così facile trasformare un castello in un resort di lusso e un bosco in una schiera di villette.
Di base c'è il problema che "se è vecchio DEVE essere mantenuto" cosa che scoraggia chiunque vista la selva di leggi a cui bisogna stare attenti. Poi ci sono programmi televisivi e politici arrivisti pronti a fare un casino ogni volta che qualcuno prova a intaccare un qualche "patrimonio" (pensa che vicino a dove vivo c'è una struttura degli anni '80 fatiscente che non può essere buttata giù né convertita perché qualcuno la considera un patrimonio e il proprietario sta aspettando che cada giù da sola).


Ciao Nazareno, in realtá mi sono ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto in un piccolo paese della Toscana, Monticchiello, una specie di paradiso, che é stato deturpato da una lottizzazione:

https://www.repubblica.it/2007/01/sezio ... iello.html

Ho avuto la fortuna di visitare questo delizioso borgo prima che accadesse quello che purtoppo é accaduto.
Anche la questine dei Castelli - resort é cosa abbastanza frequente. Alcuni sono stati recuperati proprio grazie a quello. Qui dove vivo ne conosco almeno un paio.
Avendo militato per anni in un associazione di tutela del paesaggio, conosco abbastanza bene il tema e la cosa mi sta molto a cuore.

Polly Russell ha scritto:Oh si! Accidenti che bello! Ho adorato la parte iniziale, i dialoghi tra Medea e Dioniso e, soprattutto, ho adorato l’empatia di lui, che ci descrive le sensazioni di Medea. Una soluzione geniale che ti ha anche permesso di mantenere il giusto punto di vista. Un gran bel lavoro. Questo è senza dubbio il tuo miglior lavoro, almeno tra quelli che ho letto, ottima la scelta delle parole, delle frasi e ottimo il paragone con gli sciacalli. Il che mi porterebbe a sperare che almeno per una volta, tu possa abbandonare i detective e librarti su un racconto di ambientazione storica, il 1700 nel nord Europa sarebbe perfetto! Non ho molto altro da dire se non un paio di sottigliezze. Quando il detective parla del quadro al suo sottoposto, eviterei frasi tipo “quel quadro c’entra qualcosa” gli dai una connotazione magica che lui non può sospettare, virerei su un più semplice “non mi convince, magari lo hanno spostato, forse ci sono delle impronte” o cose così. E anche sulla semi infermità passerei oltre, ha subito uno stupro, o un tentativo molto pesante e si è difesa. Al massimo un eccesso di legittima difesa. Quindi liquiderei il piombo nelle tubature, con un “mi vogliono far passare per pazza”. Per il resto, ottimo


Ciao Polly, grazie davvero dell´apprezzamento. Rifletteró attentamente sulle tue osservazioni. In merito alla questione del piombo, ho pensato che condividere con il lettore dettagli cocreti (mi riferisco infatti al saturnismo, una malattia che porta alla demenza a causa di alte cocentrazioni di piombo) potesse essere un buon sistema per dare realisticitá alla vicenda. La risposta ufficiae del "sistema" é che la donna sta impazzendo a causa del piombo, ma solo la protagonista sa che é stata posseduta da un Dio. Una cosa talmente incredibile che non puó che tacere

a rileggervi presto!

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