Liberazione, di Stefano De Luca

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Sirimedho
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Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#1 » lunedì 18 maggio 2020, 23:30

Si lava le mani e poi il viso. Davanti allo specchio, R. assapora fino in fondo il piacere dell’acqua sulla pelle, il gusto dell’asciugamani ruvido, quell’odore di tessuto invecchiato.
Rimane a guardarsi nello specchio, a scrutare dentro l’immagine per vedere se è cambiato qualcosa, se forse è già cambiato qualcosa. Ma no, è tutto perfetto proprio così: R. si sente pieno di energia, le mani instancabili, sta proprio bene; ma il sorriso non ce la fa, si stacca, diventa un ghigno, lo stomaco si blocca, i muscoli si tendono in un attimo e l’attimo dopo un pugno sul vetro, a cancellare l’immagine, a far trionfare la sua volontà, a dire a sé prima che al mondo chi è veramente lui, cos’è che veramente lo fa vivere. E intanto guarda l’acqua arrossarsi di sangue, un vortice nel lavandino, goccia dopo goccia e il cerchio diventa spirale, dolore su dolore a far passare la paura che sia l’ultima volta, che poi diventerà un fantoccio, un non-uomo.
La moglie, L., sta sulla porta, spaventata, abituata. Spera solo di farcela fino a domani, quando tutto cambierà, quando forse potrà essere libera.
“Ti sei fatto male? Ti posso aiutare?”.
“Vattene, che questa sera non è aria. Rischi di brutto.”, e per rendere vera la frase in un lampo le si avvicina e le molla uno schiaffo. L. sbatte la testa, si sente svenire ma riesce a sentire ancora l’altro schiaffo. Fa appena a tempo a pensare che va bene così, che è l’ultimo giorno…
R. la scavalca, non ce la fa più a vedere quella casa, quella stupida! Non ce la fa più nemmeno a vedersi, sapendo che tra poco non sarà più lui. Che schifo: castrato della sua energia, della sua vitalità!
Esce fuori, nella strada c’è solo un vento di scirocco, una luna enorme dietro i palazzi: domani sarà piena, mentre lui sarà vuoto. Non è bastato sopravvivere ai virus, non è bastato sterminare tutti i gatti perché i loro graffi avevano iniziato ad uccidere, facendo gonfiare la carne fino ad esplodere. Certo che no, non si potevano fermare! Un vaccino qua, un vaccino là… hanno preso il vizio, non si cura tutto con un vaccino?
E intanto è arrivato al centro della città; qui c’è altra gente, tutti uomini, tutti con la stessa espressione incattivita, non viene voglia di parlarci se non per fare a botte, per sfogarsi un po’. R. sta andando contro un vecchio istupidito dall’alcol quando una luce lo colora di blu: un’auto della polizia.
“Rientrate a casa! Aspettate domani il vaccino a casa! Chi sarà per strada tra 10 minuti sarà arrestato!”.
Certo, aspettare il vaccino… su un muro, un manifesto promette la fine di un’era, da domani vivremo tutti nell’eden, senza più rabbia, senza più ira. Non ci arrabbieremo più, non picchieremo più nessuno.
A leggere quel manifesto, R. inizia ad urlare: domani sarà la fine dell’umanità, sarà la sua fine - come governerà la moglie? Dove troverà la forza di andare avanti? Come potrà sopportare quel dolore che sente nel suo cuore senza la rabbia, quella rabbia che gli fa compagnia da sempre?
Un poliziotto lo guarda, quell’Ercole urlante, e pensa che oggi ancora può farlo, domani con il vaccino non potrà più, e allora estrae la pistola e lo uccide così, a suggello della loro vite.
*
La mattina dopo, la moglie si sveglia, piena di lividi. Guarda il sole coperto dalla nube del vaccino, e sorride.



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antico
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#2 » lunedì 18 maggio 2020, 23:38

Ciao Stefano e bentornato! Mancavi da un sacco! :)
Caratteri e tempo ok, buona ALLL STARS EDITION!

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Sirimedho
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#3 » lunedì 18 maggio 2020, 23:40

Grazie Antico!
In realtà avrei sempre voluto partecipare, ma un po' non sono riuscito a sincronizzarmi, un po' qualche volta ero molto stanco, è passato tantissimo tempo!
Ma è stato davvero piacevole partecipare! Trovarsi di fronte al vuoto totale... fa paura! E il clima qui è sempre estremamente amichevole!
Grazie!

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maurizio.ferrero
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#4 » giovedì 21 maggio 2020, 10:02

Ciao Stefano, e piacere di leggerti

Racconto molto interessante il tuo, anche se con qualche difetto. Mi è piaciuta l'idea del vaccino contro la rabbia delle persone, sei riuscito a descrivere bene i pensieri deviati del protagonista e la sua sensazione di impotenza.
Al di là di quello, ho delle critiche da farti:
Non ho ben capito la tua scelta di identificare il protagonista e sua moglie solo con delle iniziali. Non ha rilevanza nel racconto, quindi non mi è chiara la tua scelta, ma è una cosa di poco conto.
Altra cosa che non mi è chiara: il poliziotto dice di aspettare il vaccino "nelle proprie case", ma poi si scopre che questo viene rilasciato dall'alto come una nube. Forse era troppo tossico per farselo cadere direttamente addosso?
Ultima cosa, penso che a un certo punto ci sia un errore di PdV: quasi la totalità del racconto è narrato seguendo il PdV dell'uomo, salvo poi nelle ultime righe avere quello della moglie. Questo va bene perché c'è uno stacco netto. C'è però un momento nell'ultimo pezzo dell'uomo in cui ti stacchi, diventi narratore onnisciente e ci descrivi la situazione dall'alto, concentrandoti sul poliziotto. Si nota tanto e si sente il salto di narrazione.

A presto!

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Sirimedho
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#5 » giovedì 21 maggio 2020, 10:52

Buongiorno Maurizio,
grazie degli utili commenti.
Rispetto alle critiche:
1. Ho messo le iniziali perché mettere dei nomi completi non mi sembra poi molto diverso, uno vale l'altro; c'è anche un altro aspetto, che i due sono campioni di una situazione vissuta da chissà quante persone, quindi non è poi così personale. Pensi che sarebbe stato più leggibile o piacevole con i nomi per esteso? A volte esagero!
2. L'aspettare nelle case l'ho pensato per evitare tumulti, come in effetti stava accadendo. Il fatto di rilasciare il vaccino nell'aria è un artifizio per essere sicuro che tutti ne fossero affetti. Qualche parola per motivarlo poteva essere opportuno.
3. Rispetto il punto di vista, all'inizio è fortemente concentrata sull'uomo, anche se qualche pensiero della donna ci sta; alla fine rimane solo lei, con questo sorriso che non si sa bene se sia dovuto al pensare che il marito non la picchierà più e sarà finalmente un buon marito, o più semplicemente al fatto di stare da sola (ancora non lo sa, ma da quel punto in poi per sempre, almeno rispetto al marito). Lo spostamento sul poliziotto ha due obiettivi (anche se me ne sto rendendo conto solo ora, quando l'ho scritto non ci ho affatto pensato): mostrare che la rabbia non era un problema solo dell'uomo (e già lo si era accennato dicendo che c'erano altre persone pronte ai tafferugli) e vedere gli effetti finali di quella rabbia, del poliziotto che decide di usarla fino in fondo e dell'uomo che si è esposto a quella situazione. L'ho riletto, mi sembra che tutto sommato vada bene; potrebbe essere interessante però mettere anche quella parte dal punto di vista dell'uomo, qualcosa come:
"Mentre urlava al mondo, vede un poliziotto osservarlo, portare esitante la mano alla pistola e poi alzarla velocemente contro di lui. Un impatto potente, poi il nulla, il proiettile a suggello della sua vita."
Chissà se così è meglio?
Grazie per gli spunti ed avermi indotto a pensare a delle cose per me nuove!

Daniel Travis
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#6 » giovedì 21 maggio 2020, 11:47

Mi piace l'incrocio complesso di conflitti: un vaccino contro la rabbia (e la negatività in generale) e la sua minaccia di rendere l'umanità inumana (basta dare un'occhiata a quella perla che è Serenity) da un lato, la natura tossica della rabbia contorta del protagonista/antagonista dall'altro. Il vaccino in sé è un'idea spaventosa, ma quando vediamo il caso particolare di R. e di sua moglie liberata, siamo costretti a pensare alla questione in modo complesso, a non mettere da parte i suoi indubbi effetti positivi, le salvezze che dispensa.
Considerami colpito.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Sirimedho
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#7 » giovedì 21 maggio 2020, 12:13

Caro Daniel,
considerami contento di averti colpito!
In effetti la rimozione della rabbia per via interna, per scelta, è senz'altro un obiettivo importante. Sul fatto che si possa fare con un vaccino non può che sollevare dubbi e speranze. La domanda sottesa è: certe scelte possono essere imposte dall'esterno?
Non conoscevo il film Serenity, proverò a vederlo.
Grazie del bel commento e a rileggerti!

Canadria
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#8 » giovedì 21 maggio 2020, 12:26

Ciao, Stefano!
Il tuo racconto mi è piaciuto. E' ben scritto ed è originale.
Concordo con Maurizio Ferrero sul cambio di punto di vista tra protagonista e moglie del protagonista: stona un po' e credo che non aggiunga molto al racconto. Mi riferisco a questa parte:

L. sbatte la testa, si sente svenire ma riesce a sentire ancora l’altro schiaffo. Fa appena a tempo a pensare che va bene così, che è l’ultimo giorno…

Anche l'ultima frase, la chiusura sull'immagine della moglie sorridente è, a mio parere, poco utile: non hai abbastanza caratteri per raccontarla come meriterebbe e finisce per indebolire l'efficacia della conclusione.

Inoltre, non ho ben compreso questa parte:

Non è bastato sopravvivere ai virus, non è bastato sterminare tutti i gatti perché i loro graffi avevano iniziato ad uccidere, facendo gonfiare la carne fino ad esplodere. Certo che no, non si potevano fermare! Un vaccino qua, un vaccino là… hanno preso il vizio, non si cura tutto con un vaccino?


Perché i gatti? Chi ha preso il vizio del vaccino? Ho riletto diverse volte, ma non ho capito bene. Credo sia un flusso di coscienza di un protagonista rabbioso, quindi è normale non comprenderne agilmente ogni tratto, però mi sembra di non cogliere riferimenti che invece dovrei cogliere!

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Sirimedho
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#9 » giovedì 21 maggio 2020, 12:38

Buongiorno Canadria,
grazie dei commenti e dell'apprezzamento.
Il passaggio a L. è per darle modo di mostrare la speranza nel cambiamento, per indicare che non c'è solo paura di questo. Si potrebbe anche togliere, ma la renderebbe ancora più di contorno.
La frase finale sarebbe stata più compiuta con un po' di spazio in più, indicando ad esempio la sua attesa del marito o chissà cosa. Così rimane ambiguo, ma tutto sommato non mi dispiace. Quel sorriso è l'avvenuto termine di un'era e l'inizio di un'altra: il passaggio è avvenuto. L'uccisione di R. è la fine e questo è l'inizio.
Il passo che non hai compreso è per giustificare il vaccino: perché avrebbero dovuto fare un vaccino così? La giustificazione è che si è arrivati da una lunga serie di vaccini, per rispondere ai virus ed anche a questa epidemia portata dai gatti. I gatti si possono assolutamente togliere, sono più un divertissement che altro, ma visto l'andazzo (tre epidemie mondiali in tre anni, derivanti da mucche, maiali, pipistrelli e altri animali ancora) non è che sia così improbabile - chissà da dove arriverà la prossima. Il vizio dei vaccini l'hanno preso i governi, gli "altri" rispetto a cui R. non si può difendere.
Comunque se non era molto chiaro è evidente che andava chiarito meglio, nella revisione, anche avendo un po' più di spazio, proverò a farlo.
Grazie e a rileggerti!

Daniel Travis
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#10 » giovedì 21 maggio 2020, 13:35

Sirimedho ha scritto:Caro Daniel,
considerami contento di averti colpito!
In effetti la rimozione della rabbia per via interna, per scelta, è senz'altro un obiettivo importante. Sul fatto che si possa fare con un vaccino non può che sollevare dubbi e speranze. La domanda sottesa è: certe scelte possono essere imposte dall'esterno?
Non conoscevo il film Serenity, proverò a vederlo.
Grazie del bel commento e a rileggerti!

Serenity è il film/sequel della serie Firefly quindi, se vuoi andare in ordine, comincia dalla serie (dura una sola stagione, e non guardarla è farsi del male). Fammi sapere poi che ne pensi...
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

alexandra.fischer
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#11 » giovedì 21 maggio 2020, 17:13

Ciao Sirimedho. Tema centrato con un racconto accurato, di sapore kafkiano e non solo per via dei nomi dei protagonisti, R. e la moglie, L., ma anche per l’abilità con la quale rendi i particolari del quotidiano di R, uomo dalla vita ormai logora (resa nell’immagine simbolica dell’asciugamano) e dalla sua ribellione (l’era dell’uomo vigoroso e felice di sé finisce quando dà il pugno contro lo specchio). L’empatia fra lui e la moglie c’è (lei è premurosa, è la stessa, ma lui no, la maltratta. Esce di casa in uno stato di profonda amarezza e senso di vuoto. Intorno a lui, la società è sfacelo per colpa dei virus…ed è interessante che i veicoli di trasmissione siano stati i graffi dei gatti). Mi piace anche la sorpresa del tema rispettato due volte (la moglie L. sorride, pensando che è la fine della violenza in casa; tace apposta al marito la notizia del pericolo di uscire quella sera). E si sveglia al mattino sola, dopo che lui è stato ucciso da un poliziotto per aver violato il coprifuoco da virus (bellissima l’immagine finale del vaccino visto come nube in cielo).

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Pretorian
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#12 » giovedì 21 maggio 2020, 22:31

Ciao, Sirihmedio. Dunque, il racconto non mi è dispiaciuto, soprattutto per il modo in cui hai descritto la rabbia immotivata del Signor R. e il modo in cui quest'ultimo la percepisca come parte integrante della sua vita. Per il resto, noto qualche problema qui e lì. In particolar modo, ho avuto difficoltà a capire bene in cosa consta il "vaccino". Insomma, viene nebulizzato a mo di scia chimica, viene chiamato "vaccino", ma si comporta a tutti gli effetti come una cura. Insomma, cos'è? Oltre a questo, l'inizio parte un po' strano: per quanto possa avere una valenza enfatica, privare una frase di un soggetto rende il tutto estremamente confuso e partire con una frase confusa non è proprio il massimo.
Alla prossima!

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Sirimedho
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#13 » venerdì 22 maggio 2020, 14:55

Agostino, ben ritrovato!
Provo a rispondere alle tue osservazioni.
Cos'è Il vaccino? E' una cura? Mi sembra che nella realtà le cose siano un po' più complicate che nelle definizioni semplici, ad esempio l'iper-plasma che stanno usando come cura per il COVID è di fatto anche un vaccino (introduce anticorpi). Quindi si può supporre che questo vaccino di fantasia sia allo stesso tempo vaccino e cura, soltanto che anziché rispondere a virus risponderà a dei comportamenti umani (già oggi, con l'avanzamento delle neuroscienze, si pasticcia col cervello). Rispetto al racconto che sia un vaccino o una cura non mi sembra così importante, magari nella revisione metterò "cura" così da evitare incomprensioni. Grazie!
Rispetto l'inizio che sarebbe senza soggetto, vorrei osservare due cose: in italiano il soggetto c'è sempre, magari implicito ma c'è. Nel mio inizio "Si lava le mani e poi il viso." è evidente che qualcuno lo starà facendo e basta aspettare la frase successiva per scoprire chi. Tra l'altro, iniziare così non è che sia pratica così strana; tanto per fare un esempio, "Il racconto dell'Ancella" di Margaret Atwood comincia così: "Si dormiva in quella che un tempo era la palestra." e poi bisogna aspettare una mezza pagina prima che si palesi chi si nasconde dietro quel "si dormiva". Altri testi, anche migliori di quello, iniziano lasciandoci per un po' nel dubbio, è una tecnica come tante.
Qui però rimango interdetto, quando dici che rende tutto estremamente confuso. La lettura è scoprire qualcosa, non è necessario che si mostri tutto subito; anche nel tuo racconto c'è un generico Capitano che poi dopo scopriremo di conoscere già come Colombo.
Grazie dei commenti e in bocca al lupo!

Dario17
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#14 » domenica 24 maggio 2020, 16:39

Davvero allucinante. Ed è un complimento.
Hai caratterizzato bene tutte le varie pulsazioni del protagonista per poi mostrarci che non è solo lui ad essere in preda a quell'euforia violenta, ma tutta la città.
Non è un mistero da dove hai preso l'ispirazione per la fame di vaccino, dato l'attuale periodo.
Mi sono saltate in mente, durante la lettura, di soggetti come Joker, delle vittime della sua tossina preferita che ti ammazza dalle risate e dalla frenesia, di Harley Quinn ( quella delle origini fumettistiche, intendiamoci, molto più vittima rispetto al personaggio moderno ) e dell'Arkham Asylum piena di violenza e vizi da curare.
Un vaccino per l'ira.
Ma l'ira che rpoviamo tutti? oppure quella che dilaga nel racconto è il frutto di una malattia che sta avvelenando l'umanità? Quando mi saltano in testa interrogativi e fame di saperne di più, lo scrittore ha fatto centro.

Kiljedayn
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#15 » lunedì 25 maggio 2020, 11:09

Ciao Stefano, lieto di conoscerti e leggerti per la prima volta!
Ah, la cura per la rabbia. Tema classico del romanzo distopico, impossibile per un fan di Arancia Meccanica non rivedere nel tuo vaccino un discendente più subdolo e capillare della "trucca Ludovico" al quale il povero Alex viene sottoposto. Il tuo racconto, a una prima lettura, non mi era arrivato. Forse non gli ho dedicato la giusta attenzione, forse un rilettura (sapendo già dove si andrà a parare) facilita la comprensione della scena iniziale e porta tutto al posto giusto, in ogni caso, al secondo passaggio l'ho decisamente apprezzato maggiormente. Naturalmente ho notato anche io il cambio di PDV nel finale, ma la scena nel suo complesso funziona bene e fornisce una chiusura efficace alla storia di R. Un buon racconto, insomma, complimenti!

Alla prossima!

Emamela
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#16 » martedì 26 maggio 2020, 0:04

Ciao Stefano,
l'idea del tuo racconto è molto originale. Scritto molto bene, solo qualche errore di battitura, ma nulla di che.
i personaggi sono molto ben caratterizzati e il conflitto regna sovrano: tra marito e moglie, interno al protagonista che senza la sua rabbia diventerà un fantoccio, la paura del vuoto che rimane senza emozioni forti.
L'ingresso del personaggio del poliziotto nel finale spezza un po', anche se si chiude con un altro atto di violenza.
L'ultima frase della moglie che sorride interrompe la circolarità dell'esaltazione e della violenza all'inizio e alla fine. Potresti valutare di toglierla (ma forse questo è solo un mio sentire): inizi con un pugno sullo specchio e una mano sanguinante e chiudi con uno sparo e un corpo sanguinante.
A presto

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Sirimedho
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#17 » martedì 26 maggio 2020, 20:33

Dario,
sono contento che il racconto ti sia piaciuto. Grazie dei bei complimenti, fanno sempre piacere!
C'è stato un periodo, quello intorno alla pubblicazione di "The Dark Knight Returns" di Frank Miller che sembra ieri ma è addirittura del 1986 - che colpo, in cui Batman e Joker sono stati analizzati molto dal punto di vista psicologico, in un modo che poi dopo mi sembra che si sia perso nei film. Il culmine di quei lavori a mio parere è stato "Arkham Asylum: A Serious House on Serious Earth" di Grant Morrison e Dave McKean, veramente sconvolgente. Avevo dimenticato questo secondo (il primo è uno dei miei fumetti preferiti), ma probabilmente nel profondo si sarà scavata la sua tana! :-)

La rabbia di una persona o una malattia dell'umanità? Bel dilemma, rimanda molto al dilemma dell' "homo homini lupus" di Thomas Hobbes: siamo fatti così o ci diventiamo? E se ci tolgono la rabbia rimaniamo uguali? Cosa vuol dire uguali, visto che cambiamo continuamente?

Grazie di avermi riportato a quei bei fumetti ed aver ampliato il senso del racconto!
In bocca al lupo!
Ultima modifica di Sirimedho il martedì 26 maggio 2020, 20:53, modificato 1 volta in totale.

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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#18 » martedì 26 maggio 2020, 20:48

Kiljedayn,

grazie del commento e dell'apprezzamento!
mi sembra interessante, a partire da quello che dici, di mettere sin dall'inizio quello che sta succedendo in modo da rendere più comprensibile il resto. Avevo messo nelle seconda frase un riferimento al cambiamento, ma probabilmente rimane troppo vago.
Il passaggio sul poliziotto, che mi sembrava appropriato come un allargamento di zoom dal povero R. agli altri nel suo intorno, è evidentemente un po' distonico, per cui una revisione credo proprio che lo trasformerò dal punto di vista di R. Sarà un po' meno chiaro, ma senz'altro più in linea.
Grazie ancora e in bocca al lupo per la gara!

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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#19 » martedì 26 maggio 2020, 20:53

Emamela,
grazie per il commento e l'apprezzamento.
Molto interessante la tua osservazione, di avere un ipotetico cerchio tra la violenza iniziale e quella finale, quella provocata a sé stesso e quella ricevuta da sé stesso. Senz'altro così diventa più incisivo. Il rischio però è di perdermi l'altro lato della medaglia, che il vaccino/cura sia anche fonte di felicità, rappresentata dalla moglie. Ottima osservazione su cui ragionare.
E' interessante che queste cose scritte così velocemente diventino così pieni di cose alla luce dei commenti!
Grazie ancora e in bocca al lupo!

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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#20 » giovedì 28 maggio 2020, 19:36

Credo sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo, e questo racconto mi è piaciuto parecchio.
Soprattutto il modo in cui descrivi le emozioni dell'uomo e della sua impotenza di fronte alla sua condizione, che non ha modo di poter essere respinta. Le descrizioni le di questo stato d'animo l'ho trovato molto evocativo, ti fanno entrare nel dramma umano, ti ci catapultano dentro e non è da poco riuscire a coinvolgere in questo modo.
Grossi difetti non ne vedo, oltre a quello che già ti è stato fatto notare da altri, forse ho sofferto un po' a seguire verso la fine ma in verità potrebbe benissimo essere la mia stanchezza di oggi che fa brutti scherzi, ma in linea di massima è godibile e l'idea seppur non proprio originale è ben realizzata. Il tema è centrato. Alla prossima!

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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#21 » giovedì 28 maggio 2020, 20:07

Puch89,

grazie del commento. Rispetto l'originalità, non mi sembra di aver mai letto qualcosa di questo genere, se la conosci me la potresti indicare?
Vorrei solo aggiungere che non è che nel testo ci sia un "difetto" oggettivo, sono solo opinioni in quanto si può benissimo scegliere di scrivere in un altro modo. Se si vanno a vedere i grandi autori, non ce n'è uno che segue le regole che vengono insegnate nei corsi di scrittura creativa. Quindi secondo me è più appropriato dire che a propria opinione sarebbe stato meglio altrimenti, a meno che non ci siano palesi errori di lingua italiana.
In bocca al lupo per il contest!

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antico
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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#22 » sabato 30 maggio 2020, 14:16

Un finale perfetto e di una grandissima potenza. Stavo per andare di pollice su solo per quello. Però ci arrivi in modo buono, ma non ottimo. Tutta la parte dei vaccini non è ben chiara e ci si confonde con la storia dei gatti perché sembra che il vaccino imminente sia una risposta a quell'evento. Molto bene la parte con la moglie (ma poco funzionale la scelta delle abbreviazioni dei nomi, anzi può risultare fastidiosa), meno bene l'uscita all'esterno perché se le motivazioni del protagonista sono discretamente suggerite, si stenta a immaginare tutti gli altri come lui, forse avrebbe aiutato creare una seconda situazione con un altro individuo parimenti scosso, ma partente da un diverso contesto. Bene l'inserimento del tema. Per me un pollice quasi su che si posiziona dietro al racconto di Borchi per un minore compattezza interna. Sarebbe bello averlo in Vetrina, valuta se rilavorarlo nel Laboratorio. A presto!

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Re: Liberazione, di Stefano De Luca

Messaggio#23 » domenica 7 giugno 2020, 12:54

Carissimo Antico, grazie dei commenti e degli apprezzamenti.
L'uscita all'esterno mi è essenziale per far comprendere che il problema non è solo del "nostro" R. ma è invece piuttosto diffuso.
L'idea del secondo personaggio da fargli incontrare sembra interessante, anche se è un po' distante dal mio modo di sentire, non mi affascina nemmeno quando leggo. Ma sicuramente si può fare di più.
Per quanto riguarda la difficoltà a immaginare che altri possano avere questo problema, direi che nei giorni successivi alla scrittura abbiamo visto: 1) gruppi armati che hanno manifestato negli USA contro il lockdown 2) gruppi italiani che hanno manifestato contro l'idea che ci fosse il virus 3) le manifestazioni ingenti negli USA per Black Lives Matter con contrapposizione nette e violente tra manifestanti e polizia... insomma, mi sembra che tutto sommato mi sono anche tenuto basso!
Colgo sicuramente il tuo suggerimento, provo a rivederlo e sottoporlo alla vetrina!
Grazie!

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