La ferrovia

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Andrea Lauro
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La ferrovia

Messaggio#1 » lunedì 18 maggio 2020, 23:38

Charles sedeva sulla panchina, la pipa spenta in mano. Dal mare veniva un soffio frizzante, il tramonto tingeva i binari di arancio.
Ecco dove siamo arrivati.
L’erba frusciò alle sue spalle, si voltò. Era Seamus.
«Seamus! Che ci fai qui?»
L’amico lo guardava, la mano in tasca e un sorriso sulle labbra.
«Charlie. Immaginavo di trovarti qui. Posso sedermi?»
Charles fece spazio. Quello si sedette, qualche giuntura scricchiolò. Fece un cenno verso i binari.
«Studi il Progresso, Charlie?»
A volte proprio non capisce.
«Questo treno ci sta portando via tutto. Tutto.»
Seamus sogghignò, si voltò e indicò il villaggio sulla scogliera.
«Beh, ci resta sempre una casa, no?»
Stupido e cieco.
«A che serve? Rimarremo senza soldi, dovremo andarcene.»
Seamus inspirò. Quel sorriso idiota non se ne andava.
«Ti ricordi, Charlie? Io e te, il carretto agganciato alla bicicletta, su e giù per questa costa. Ci mettevamo quanto, due giorni per andare a Sud?»
Charles chiuse gli occhi, sospirò.
«Tre giorni.»
«Tre giorni, giusto! Si comprava la merce, si riempiva il carretto e si tornava. Piano piano, attenti alle buche, facendo tappa in ogni villaggio.»
«Finiscila. Cos’è, vuoi farmi piangere?»
Seamus gli batté una mano sulla spalla.
«Dai, Charlie! Quelli erano i nostri giorni migliori. Si vendeva bene, erano dei buoni affari. E lo sono stati fino all’anno scorso.»
Charles si passò la mano sul viso. Seamus si alzò: la sagoma nera tagliò a metà il binario e il tramonto.
«Su con la vita. Ti ricordi la ragazza che avevi conosciuto in quel villaggio? Quella da cui tornavi sempre. Come si chiamava?»
Charles strinse le mascelle. Strinse ancora. Al diavolo. Le lasciò andare e sorrise.
«Annabelle. Si chiamava Annabelle.»
Un gabbiano gridò. Seamus aprì le braccia.
«Ah, che ragazza! Quella sì era da sposare. Chissà che fine ha fatto. Tutto sommato è stato meglio così: ti saresti accasato e io avrei perso un socio.»
Charles si levò, i pugni chiusi.
«Ora piantala, PIANTALA! Cos’è che non capisci, Seamus? Tu parli di un’era passata. Gli affari andavano a gonfie vele, certo: poi hanno posato i dannati binari. È arrivata la ferrovia.»
Pestò un piede, lanciò la pipa che non aveva acceso. Aveva le lacrime agli occhi.
«Sono sei mesi che non si vende, Seamus. È finita. Le merci arrivano su vagoni, vagoni più grandi di qualsiasi carretto.»
Crollò sulla panchina, si prese la testa fra le mani. Seamus non rispose.
Charles si appoggiò allo schienale. «Ma tu non vuoi sentire. Io dico che ci portano via tutto, tu mi rispondi che abbiamo una casa. Ti mostro i binari, tu mi fai notare questa panchina. Beh, un giorno ci toglieranno anche la panchina. Diranno che è troppo… ferma.»
Seamus annuì, camminò fino ai binari e li scavalcò. Frugò nell’erba, si rialzò e tornò con la pipa. Gliela porse.
«Sai che ti dico, Charles? Una volta il nostro villaggio era isolato dal mondo, viveva di pesca. Poi sono giunti quelli come noi, con le biciclette e i carretti, a portar la novità. Sai dove voglio arrivare, vero?»
Si spazzolò i calzoni.
«Domattina salirò su uno di questi treni e tu verrai con me. Andremo a Sud, a cercare la tua Annabelle.»
Charles fissò l’amico. Nell’ultima luce, le linee del viso si erano fatte rosse.
«Annabelle? Non ho idea di dove sia.»
Quello fece un sorriso.
«Charlie, Annabelle è solo un nome. È soltanto un treno che non hai preso.»



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antico
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Re: La ferrovia

Messaggio#2 » lunedì 18 maggio 2020, 23:46

Ciao Andrea! Caratteri e tempo ok, pronto per l'ultima sfida di questa Settima Era? In bocca al lupo in questa ALL STARS EDITION!

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Pretorian
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Re: La ferrovia

Messaggio#3 » mercoledì 20 maggio 2020, 1:08

Ciao, Andrea e piacere di leggerti. Dunque, ammetto di avere qualche dubbio sull'attinenza del tuo racconto alla specifica, poiché mi sembra di capire che qui la "fine di un'era" sia già arrivata, in quanto la ferrovia ha, a tutti gli effetti, già posto fine alle vicende lavorative dei protagonisti. O forse facevi riferimento a una sorta di "fine della fine", con i due che tornano in carreggiata? Non so, ma la cosa mi lascia dubbioso. Anche il passaggio finale non mi convince: penso che la tua idea fosse che Seamas fa capire a Charles che non possono opporsi all'avanzata della modernità, ma possono sfruttarla a loro vantaggio, però la frase in cui Seamas si esprime è davvero troppo stringata e chiusa e si ha l'impressione che mancino al filo alcune linee di dialogo. Probabilmente, sarebbe stato meglio tagliare qualcosa a monte e approfondire maggiormente il loro dialogo nel finale: insomma, anche se il tuo finale sottende un'accettazione della proposta dell'amico, tutta la rabbia che gli hai messo in corpo precedentemente lascia pensare che lo avrebbe mandato al diavolo. Peccato, Andrea, perché l'idea era anche carina, molto "Il mio nome è Nessuno" da un certo punto di vista.
Alla prossima!

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Andrea Lauro
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Re: La ferrovia

Messaggio#4 » mercoledì 20 maggio 2020, 7:28

Pretorian ha scritto:Ciao, Andrea e piacere di leggerti. Dunque, ammetto di avere qualche dubbio sull'attinenza del tuo racconto alla specifica, poiché mi sembra di capire che qui la "fine di un'era" sia già arrivata, in quanto la ferrovia ha, a tutti gli effetti, già posto fine alle vicende lavorative dei protagonisti. O forse facevi riferimento a una sorta di "fine della fine", con i due che tornano in carreggiata? Non so, ma la cosa mi lascia dubbioso.


Ciao Agostino e grazie del commento. Dunque, i due amici osservano la fine di un'era che in effetti è già arrivata per loro, e sta dando gli spunti per un futuro che può essere di rassegnazione o di opportunità. In questa "tempestività" che mi segnali mancare, e essere quindi al nocciolo del problema, mi trovi un po' sorpreso.
Sottoscriverei in piena la tua critica se il tema fosse stato del tipo: "il protagonista si accorge che la sua era sta finendo", oppure "l'era sta per giungere alla fine". Ma essendo "la fine di un'era" non vedo particolari problemi.
Sono molto interessato al riguardo però, mi piacerebbe che mi dessi un feedback per sviscerare del tutto l'argomento.

Anche il passaggio finale non mi convince: penso che la tua idea fosse che Seamas fa capire a Charles che non possono opporsi all'avanzata della modernità, ma possono sfruttarla a loro vantaggio, però la frase in cui Seamas si esprime è davvero troppo stringata e chiusa e si ha l'impressione che mancino al filo alcune linee di dialogo. Probabilmente, sarebbe stato meglio tagliare qualcosa a monte e approfondire maggiormente il loro dialogo nel finale: insomma, anche se il tuo finale sottende un'accettazione della proposta dell'amico, tutta la rabbia che gli hai messo in corpo precedentemente lascia pensare che lo avrebbe mandato al diavolo. Peccato, Andrea, perché l'idea era anche carina, molto "Il mio nome è Nessuno" da un certo punto di vista.


Qui invece incasso senza problemi: ho una predilezione per i finali aperti e quindi capisco che sarebbe piaciuto qualcosa di più definito e delineato. Mi è piaciuta la tua citazione western! In effetti anche in "C'era una volta il west" il tema della ferrovia è ricorrente.

Grazie a presto,
andrea

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maurizio.ferrero
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Re: La ferrovia

Messaggio#5 » mercoledì 20 maggio 2020, 10:38

Ciao Andrea,

Penso davvero di non avere nessuna critica da fare a questo racconto: è semplicemente perfetto. Tema centrato con la fine dell'era dei trasporti lenti, personaggi caratterizzati benissimo, così come l'ambientazione, finale colmo di speranze, con un filo di malinconia.
Mi è piaciuto davvero tanto. Particolare e ben piazzata la scelta dell'ambientazione scozzese.
Uno dei migliori che ho letto ultimamente, senza ombra di dubbio.

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Andrea Lauro
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Re: La ferrovia

Messaggio#6 » mercoledì 20 maggio 2020, 20:49

maurizio.ferrero ha scritto:Ciao Andrea,

Penso davvero di non avere nessuna critica da fare a questo racconto: è semplicemente perfetto. Tema centrato con la fine dell'era dei trasporti lenti, personaggi caratterizzati benissimo, così come l'ambientazione, finale colmo di speranze, con un filo di malinconia.
Mi è piaciuto davvero tanto. Particolare e ben piazzata la scelta dell'ambientazione scozzese.
Uno dei migliori che ho letto ultimamente, senza ombra di dubbio.


grazie infinite Maurizio, mi fa molto piacere.
non ho voluto dare riferimenti topografici, ma era proprio a un paesaggio scozzese che stavo pensando: quindi son contento che sia arrivato!
a presto,
andrea

Kiljedayn
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Re: La ferrovia

Messaggio#7 » giovedì 21 maggio 2020, 10:08

Ciao Andrea! Dunque, questo racconto mi è proprio piaciuto. L'atmosfera agrodolce, con i due personaggi che diventano i piatti di una bilancia sulla quale vengono pesate le ansie e le speranze del futuro, dell'innovazione; la consapevolezza di essere stati, a suo tempo, fonte degli stessi grattacapi e delle stesse opportunità per chi c'era prima. Tutti questi elementi convivono nel tuo scritto e, per coronare il tutto, hai inserito anche una bella storia di amicizia che riesce a splendere nonostante il limite claustrofobico dei 3333 caratteri. Per quanto riguarda la tematica, la ritengo centrata: non è tanto l'arrivo della ferrovia (che è già presente nel racconto) quanto più la decisione di Seamus e Charlie di abbandonare il villaggio per cercare un nuovo inizio più a sud. Proprio come nella scorsa edizione, non posso far altro che farti gli applausi a scena aperta e augurarti il meglio per questo contest!

Daniel Travis
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Re: La ferrovia

Messaggio#8 » giovedì 21 maggio 2020, 10:29

Ottima caratterizzazione, ottima declinazione del tema, ottimo ritmo.
Il finale risulta un po' pasticciato, con Seamus che "metaforizza" Annabelle e poi s'ingarbuglia per sciogliere la metafora, finendo per suonare come una pubblicità di automobili. In una possibile revisione, aggiungerei qualche battuta per dare più respiro all'epilogo o lo sostituirei con qualcos'altro.
Per il resto, gran bel pezzo.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

Canadria
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Re: La ferrovia

Messaggio#9 » giovedì 21 maggio 2020, 11:30

Ciao, Andrea!
Ottimo racconto, mi è piaciuta la storia d'amicizia che guida lo svolgimento, mi è piaciuta la caratterizzazione dello spazio, del tempo e dei personaggi. Ben cadenzata in così pochi caratteri. Mi è piaciuta molto anche la conclusione: il riferimento al metaforico treno perso, proprio davanti alla nuova ferrovia.
Complimenti!

Ciao e alla prossima!

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Andrea Lauro
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Re: La ferrovia

Messaggio#10 » giovedì 21 maggio 2020, 20:46

Kiljedayn ha scritto:Ciao Andrea! Dunque, questo racconto mi è proprio piaciuto. L'atmosfera agrodolce, con i due personaggi che diventano i piatti di una bilancia sulla quale vengono pesate le ansie e le speranze del futuro, dell'innovazione; la consapevolezza di essere stati, a suo tempo, fonte degli stessi grattacapi e delle stesse opportunità per chi c'era prima. Tutti questi elementi convivono nel tuo scritto e, per coronare il tutto, hai inserito anche una bella storia di amicizia che riesce a splendere nonostante il limite claustrofobico dei 3333 caratteri. Per quanto riguarda la tematica, la ritengo centrata: non è tanto l'arrivo della ferrovia (che è già presente nel racconto) quanto più la decisione di Seamus e Charlie di abbandonare il villaggio per cercare un nuovo inizio più a sud. Proprio come nella scorsa edizione, non posso far altro che farti gli applausi a scena aperta e augurarti il meglio per questo contest!


Grazie Danilo, lieto che tu abbia colto le sfumature: sei sempre gentilissimo.
buona edition, a presto!
andrea

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Andrea Lauro
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Re: La ferrovia

Messaggio#11 » giovedì 21 maggio 2020, 20:52

Daniel Travis ha scritto:Ottima caratterizzazione, ottima declinazione del tema, ottimo ritmo.
Il finale risulta un po' pasticciato, con Seamus che "metaforizza" Annabelle e poi s'ingarbuglia per sciogliere la metafora, finendo per suonare come una pubblicità di automobili. In una possibile revisione, aggiungerei qualche battuta per dare più respiro all'epilogo o lo sostituirei con qualcos'altro.
Per il resto, gran bel pezzo.


Riccardo, sono morto dalle risate quando ho letto della pubblicità per automobili!
Mi hai fatto venire in mente quello spot di inizio 2000, con quel tipo non più giovane ma fighissimo che diceva in inglese sottitolato qualcosa come "it's not a matter of destination, but how you get there".
qualcosa mi deve essere rimasto da allora, Seamus è un brandizzatore!
grazie delle dritte, a presto
andrea

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Andrea Lauro
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Re: La ferrovia

Messaggio#12 » giovedì 21 maggio 2020, 21:02

Canadria ha scritto:Ciao, Andrea!
Ottimo racconto, mi è piaciuta la storia d'amicizia che guida lo svolgimento, mi è piaciuta la caratterizzazione dello spazio, del tempo e dei personaggi. Ben cadenzata in così pochi caratteri. Mi è piaciuta molto anche la conclusione: il riferimento al metaforico treno perso, proprio davanti alla nuova ferrovia.
Complimenti!

Ciao e alla prossima!


grazie mille Claudia, mi fa molto piacere che il racconto ti sia piaciuto.
in bocca al lupo per l'Edition!
andrea

Dario17
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Re: La ferrovia

Messaggio#13 » domenica 24 maggio 2020, 15:21

Il racconto quasi tutto dialogato non è facile da tenere per le redini, ma a te è riuscito eccome.
Non so se sia un effetto da te voluto, ma mentre leggevo sono andato oltre i signori Charles e Seamus, ma ho proprio assistito ad un dialogo tra il Progresso e la Tradizione, nella loro millenaria disputa di cui l'uomo è vittima e beneficiario allo stesso tempo. Adoro i dualismi tra nemesi.
Detto questo, il tema è centrato in modo un po' troppo classico ma efficace.
La frase finale, argh! Il tocco poetico e un po' da frase da Bacio Perugina mi ha fatto digrignare i denti. Un sofismo un po' inutile. Ho provato a rileggere il finale togliendo di netto l'ultima frase: prova a farlo e vedrai che effettone! :)

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Andrea Lauro
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Re: La ferrovia

Messaggio#14 » domenica 24 maggio 2020, 15:45

ciao Dario, grazie per il commento.
Hai ragione: togliendo l'ultima battuta e fermandosi a "Quello fece un sorriso" si genera proprio un bell'effetto, chi se lo sarebbe aspettato. Un senso di astrazione, un finale ancora più aperto di quanto già non era.
Adoro quando ti fanno vedere le cose in una prospettiva leggermente differente, quindi il mio è un doppio grazie.
a presto e in bocca al lupo per l'Edition!
andrea

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emiliano.maramonte
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Re: La ferrovia

Messaggio#15 » domenica 24 maggio 2020, 23:26

Ciao Andrea!
Ormai appuntamento fisso. E va bene così. Passo a farti i "soliti" complimenti.
1) Prosa precisa, sorvegliata, pulita. Mano salda e scrittura con davvero sbavature quasi nulle.
2) Il tema secondo me è preso, se non altro per la fine (simbolica) di un'era, ossia quello della "lentezza" dei trasporti e, soprattutto, del modo tradizionale di intendere uno stile di vita rurale e arcaico.
3) con la tua scrittura sopraffina suggerisci delle immagini che creano suggestioni incredibili (descrivi una scena al tramonto che riecheggia un certo modo elegante di fare cinema...);
4) hai suggerito indirettamente un conflitto universale tra progresso e tradizione, che vale in ogni epoca e ha una potenza filosofica notevole.
5) dialoghi molti efficaci.

Cosa mi ha lasciato perplesso? Verso la fine le motivazioni e, soprattutto, le argomentazioni si fanno confuse rendendo difficoltoso seguire agevolmente il filo del discorso, ma credo che ciò sia dovuto al numero esiguo dei caratteri; questo racconto, a differenza degli altri tuoi che ho letto sinora, ha una dinamica narrativa interna più piatta, ha solo un sussulto emotivo verso la fine, ma lo sviluppo ristagna un pochino. Non che questo sia un inconveniente che incida troppo, in quanto la storia è stata pensata proprio per avere un certo tipo di registro... forse alla fin fine è solo questione di gusto personale, io amo le storie più movimentate e "veloci". Inoltre, mi accodo a chi ha segnalato l'enfasi eccessiva della frase finale, anche se, secondo me, non stona così tanto perché suggella abbastanza bene la chiusura del cerchio allegorico che si respira in tutto il testo.
In conclusione: chapeau! Racconto da podio!

In bocca la lupo!
Emiliano.

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Andrea Lauro
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Re: La ferrovia

Messaggio#16 » lunedì 25 maggio 2020, 7:36

emiliano.maramonte ha scritto:Ciao Andrea!
Ormai appuntamento fisso. E va bene così. Passo a farti i "soliti" complimenti.
1) Prosa precisa, sorvegliata, pulita. Mano salda e scrittura con davvero sbavature quasi nulle.
2) Il tema secondo me è preso, se non altro per la fine (simbolica) di un'era, ossia quello della "lentezza" dei trasporti e, soprattutto, del modo tradizionale di intendere uno stile di vita rurale e arcaico.
3) con la tua scrittura sopraffina suggerisci delle immagini che creano suggestioni incredibili (descrivi una scena al tramonto che riecheggia un certo modo elegante di fare cinema...);
4) hai suggerito indirettamente un conflitto universale tra progresso e tradizione, che vale in ogni epoca e ha una potenza filosofica notevole.
5) dialoghi molti efficaci.

Cosa mi ha lasciato perplesso? Verso la fine le motivazioni e, soprattutto, le argomentazioni si fanno confuse rendendo difficoltoso seguire agevolmente il filo del discorso, ma credo che ciò sia dovuto al numero esiguo dei caratteri; questo racconto, a differenza degli altri tuoi che ho letto sinora, ha una dinamica narrativa interna più piatta, ha solo un sussulto emotivo verso la fine, ma lo sviluppo ristagna un pochino. Non che questo sia un inconveniente che incida troppo, in quanto la storia è stata pensata proprio per avere un certo tipo di registro... forse alla fin fine è solo questione di gusto personale, io amo le storie più movimentate e "veloci". Inoltre, mi accodo a chi ha segnalato l'enfasi eccessiva della frase finale, anche se, secondo me, non stona così tanto perché suggella abbastanza bene la chiusura del cerchio allegorico che si respira in tutto il testo.
In conclusione: chapeau! Racconto da podio!

grazie infinite Emiliano, fa sempre molto piacere.
in effetti l'azione qui è limitata, è prevalentemente dialogica e dovevo giocarmela tutta sulle allegorie...
grazie ancora di essere passato!
andrea

Emamela
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Re: La ferrovia

Messaggio#17 » lunedì 25 maggio 2020, 23:35

Ciao Andrea,
un bellissimo racconto sull'amicizia, lento e ben pesato, che ti lascia entrare pian piano nel tramonto dei due personaggi.
Molto nostalgico e malinconico ( per i tempi ormai andati, le occasioni perse e i cambiamenti inesorabili cui non ci si può opporre) che ripercorre le fine di ogni era e l'inizio della nuova. Finale pieno di speranza, in partenza per prendere il treno (perso un tempo) e cercare la propria Annabelle.
A presto

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Andrea Lauro
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Re: La ferrovia

Messaggio#18 » martedì 26 maggio 2020, 7:12

Emamela ha scritto:Ciao Andrea,
un bellissimo racconto sull'amicizia, lento e ben pesato, che ti lascia entrare pian piano nel tramonto dei due personaggi.
Molto nostalgico e malinconico ( per i tempi ormai andati, le occasioni perse e i cambiamenti inesorabili cui non ci si può opporre) che ripercorre le fine di ogni era e l'inizio della nuova. Finale pieno di speranza, in partenza per prendere il treno (perso un tempo) e cercare la propria Annabelle.
A presto


grazie Emanuela, lieto che ti sia piaciuto.
a rileggerci presto,
andrea

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Puch89
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Re: La ferrovia

Messaggio#19 » giovedì 28 maggio 2020, 15:51

Ciao Andrea, rieccoci qua.
Ti ho già comunicato che nutro una certa attrazione nei tuoi scritti, e questo racconto la riconferma ancora nuova volta.
Ho davvero ben poco da dire, se non che questa piccola perla ti rimane dentro. Lo spaccato storico della fine di un'era e l'inizio di un'altra, visto dall'ottica di questi due uomini che trasmettono tanto in poche parole. Il finale ha una nota positiva che non mi ha lasciato indifferente, anzi. Sarebbe stato semplice chiuderla con rammarico e malinconia, ma hai saputo dare un tocco di positività, di speranza, un messaggio che ha reso il tutto non un crepuscolo delle possibilità ma un'alba delle intenzioni, che nell'arco della nostra vita si susseguono dalla fine di un ciclo all'inizio di un altro. Meraviglioso.
Tema centrato, racconto tra i migliori del contest. Complimenti Andrea.

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Andrea Lauro
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Re: La ferrovia

Messaggio#20 » venerdì 29 maggio 2020, 23:27

Puch89 ha scritto:Ciao Andrea, rieccoci qua.
Ti ho già comunicato che nutro una certa attrazione nei tuoi scritti, e questo racconto la riconferma ancora nuova volta.
Ho davvero ben poco da dire, se non che questa piccola perla ti rimane dentro. Lo spaccato storico della fine di un'era e l'inizio di un'altra, visto dall'ottica di questi due uomini che trasmettono tanto in poche parole. Il finale ha una nota positiva che non mi ha lasciato indifferente, anzi. Sarebbe stato semplice chiuderla con rammarico e malinconia, ma hai saputo dare un tocco di positività, di speranza, un messaggio che ha reso il tutto non un crepuscolo delle possibilità ma un'alba delle intenzioni, che nell'arco della nostra vita si susseguono dalla fine di un ciclo all'inizio di un altro. Meraviglioso.
Tema centrato, racconto tra i migliori del contest. Complimenti Andrea.


Sei troppo buono, Alessio! E ovviamente mi fa un sacco piacere!
grazie ancora
andrea

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antico
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Re: La ferrovia

Messaggio#21 » mercoledì 3 giugno 2020, 17:07

Il tuo pregio maggiore, tra i tanti, è quello di riuscire a controllare egregiamente ogni tipo di racconto e anche qui ne hai dato ennesima dimostrazione. Possiedi una nota malinconica, ma sempre aperta al futuro. Poco altro da dire se non che il tema è perfettamente centrato. Per me un pollice su.

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